Common use of PREMESSA Clause in Contracts

PREMESSA. L’integrazione sociosanitaria è rivolta a soddisfare bisogni di salute che richiedono contestualmente prestazioni sanitarie ed azioni di protezione sociale, anche di lungo periodo, sulla base di progetti personalizzati redatti sulla scorta di valutazioni multidimensionali. Sia a livello regionale che di ambito distrettuale sono stati sviluppati negli anni numerosi strumenti di programmazione, che devono necessariamente essere tra loro raccordati e che sono: • il Piano Sociale e Sanitario; • il Piano Regionale per la Prevenzione, • le linee annuali di programmazione e finanziamento del SSR; • le linee di programmazione regionale integrata dei servizi pubblici del lavoro, sociali e sanitari, previste dalla L.R. n.14/2015. Si richiama, in appendice, la normativa che delinea tale impianto programmatorio e l’assetto previsto per la sua attuazione, quale parte integrante della presente convenzione. Il presupposto su cui poggia la definizione di integrazione origina dalla considerazione che esistono situazioni peculiari della vita della persona che richiedono necessariamente un intervento finalizzato a soddisfare globalmente la contestuale esigenza del soggetto di un bisogno sanitario e di un bisogno sociale. Ai sensi della richiamata LR n. 2/2003: - i Comuni sono titolari delle funzioni amministrative e dei compiti di programmazione, progettazione e realizzazione del sistema locale dei servizi sociali a rete, dell'erogazione dei servizi e delle prestazioni sociali, nonché delle altre funzioni e compiti loro conferiti dalla legislazione statale e regionale; - l’Azienda USL assicura, attraverso le risorse finanziarie pubbliche, i livelli essenziali e uniformi di assistenza definiti dal Piano sanitario nazionale nel rispetto dei principi della dignità della persona umana, del bisogno di salute, dell’equità nell’accesso all’assistenza, della qualità delle cure e della loro appropriatezza riguardo alle specifiche esigenze nonché dell’economicità nell’impiego delle risorse; - le attività ad integrazione socio-sanitaria sono volte a soddisfare le esigenze di tutela della salute, di recupero e mantenimento delle autonomie personali, d'inserimento sociale e miglioramento delle condizioni di vita, anche mediante prestazioni a carattere prolungato e si distinguono in: a) prestazioni sanitarie a rilevanza sociale, comprensive di quelle connotate da elevata integrazione sanitaria, assicurate dalle Aziende unità sanitarie locali; b) prestazioni sociali a rilevanza sanitaria, assicurate dai Comuni; - i Comuni e le Aziende unità sanitarie locali individuano, nell'ambito degli accordi di integrazione socio-sanitaria, i modelli organizzativi e gestionali, fondati sull'integrazione professionale delle rispettive competenze, ed i relativi rapporti finanziari. L’integrazione sociosanitaria è valore primario e obiettivo strategico del sistema regionale di welfare. E’ fattore fondamentale di qualificazione dell’offerta dei servizi e delle prestazioni sociosanitarie in quanto consente di organizzare interventi di risposta ai bisogni fondati sul riconoscimento della persona nella sua globalità e rapportata al suo contesto di vita, generando una maggiore efficacia di cura e un uso più efficiente delle risorse. L’integrazione istituzionale ne costituisce la premessa, assicurando, in maniera unitaria, la funzione di governance del sistema di welfare nell’ambito della pianificazione e degli indirizzi regionali nonché del coordinamento di livello intermedio spettante alla Conferenza Territoriale Sociale e Sanitaria, secondo i principi ora delineati nel vigente Piano Sociale e Sanitario. Il governo del sistema di welfare locale e il coordinamento delle politiche sociali, sociosanitarie e sanitarie a livello territoriale, spettano, poi, al Comitato di Distretto che agisce il ruolo strategico di indirizzo, programmazione, governo delle risorse e regolazione dell’accesso al sistema sociosanitario integrato in ambito distrettuale attraverso gli strumenti del “Piano di Zona per la salute e il benessere sociale”, a valenza triennale, del “Programma Attuativo Annuale” a valenza annuale/biennale, del “Piano Annuale delle Attività per la Non Autosufficienza” e del “Piano integrato territoriale dei servizi pubblici del lavoro, sociali e sanitari” di cui alla LR 14/2015. Il Comitato di Distretto individua, con apposito regolamento, i propri meccanismi di funzionamento. All’esercizio delle funzioni di governo, spettanti al Comitato di Distretto, così come definite dalle Legge Regionali n. 19/1994 e n. 29/2004, partecipa il Direttore di Distretto che, coerentemente agli indirizzi di programmazione e nel rispetto dei vincoli economico- finanziari, collabora alla programmazione delle attività territoriali, definendo le caratteristiche quali-quantitative dei servizi offerti nel territorio, proponendo una committenza coerente con la domanda espressa dalla popolazione di riferimento, individuando forme di organizzazione dei servizi, di erogazione delle prestazioni e di acquisizione delle risorse adeguate a massimizzare la qualità, l’efficienza e l’efficacia dei processi di produzione dell’assistenza e orientate a garantire, altresì, l’assistenza primaria, la continuità delle cure e l’integrazione ospedale-territorio. Per l’esercizio delle proprie competenze, il Comitato di Distretto si avvale dell’Ufficio di Piano, struttura tecnico gestionale comune ad EELL ed AUSL, quale supporto tecnico ed organizzativo alle funzioni di programmazione, regolazione e controllo del sistema integrato dei servizi sociali, sociosanitari e sanitari più direttamente connessi con l’area dell’integrazione in ambito distrettuale. Per l'esercizio delle rispettive competenze nell'attuazione della programmazione di ambito distrettuale e nella gestione operativa delle azioni e degli interventi sociali a rilevanza sanitaria, sanitari a rilevanza sociale e sociosanitari ad elevata integrazione sanitaria, ivi delineati, gli EELL e l'AUSL, che concorrono alla definizione del presente atto, individuano e scelgono la gestione associata quale forma e modalità adeguata alla piena e fattiva realizzazione dell'integrazione sociosanitaria. Ciò premesso, si conviene quanto segue:

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Samples: Convenzione Per La Gestione Associata Dell’integrazione Sociosanitaria Nel Distretto Riccione. Triennio 2017 2019, Convenzione Per La Gestione Associata Dell’integrazione Sociosanitaria Nel Distretto Riccione. Triennio 2017 2019, www.comune.riccione.rn.it

PREMESSA. L’integrazione sociosanitaria Il presente documento nasce dall’esigenza espressa da diversi Servizi sanitari territoriali ed ospedalieri, dalle Istituzioni scolastiche, dagli Enti Locali e dalle Associazioni laiche di definire, nel rispetto della normativa vigente, un percorso condiviso finalizzato a garantire e facilitare l’inserimento scolastico di bambini e ragazzi affetti da malattie croniche, che richiedano la somministrazione continua di farmaci e/o per le quali potrebbero rendersi necessari interventi d’emergenza. Tale esigenza trova riscontro nel Piano Sanitario Regionale e nei dati epidemiologici relativi alla patologia cronica nei minori. La presenza di cronicità determina uno stato di perturbamento delle relazioni familiari e sociali e, se non adeguatamente supportata, è rivolta a soddisfare bisogni rilevante fattore di salute che richiedono contestualmente prestazioni sanitarie ed azioni di protezione compromissione dello sviluppo della persona. Il supporto ad una favorevole evoluzione psico-fisica, relazionale e sociale, anche oltre che ad un’appropriata assistenza sanitaria specialistica, correla con il sostegno alla famiglia e con il ruolo genitoriale, posti in una situazione critica in presenza di lungo periodopatologia cronica, sulla base e con il contesto sociale, rappresentato, in questa età, in buona parte dalla comunità scolastica. La comunità scolastica rappresenta per il minore, affetto da patologia cronica, non solo la principale occasione di progetti personalizzati redatti sulla scorta socializzazione, ma l’ambito in cui il bambino può lentamente ma progressivamente acquisire la competenza ad autogestire la propria patologia: la percezione dell’accoglienza, il confronto positivo con le esperienze offerte dalla vita scolastica e di valutazioni multidimensionaligruppo facilitano l’accettazione della patologia cronica da parte del soggetto, garanzia di attenzione ed autotutela della salute. Sia Per questi motivi l’Istituzione scolastica rappresenta una delle Agenzie del territorio, concorrenti alla costruzione di percorsi integrati nelle situazioni di cronicità. Vi è d’altronde la consapevolezza che la volontà di svolgere a livello regionale che pieno il ruolo educativo e di ambito distrettuale sono stati sviluppati negli anni numerosi strumenti accoglienza ha implicazioni giuridiche e livelli di programmazione, responsabilità che devono necessariamente essere tra loro raccordati e riconosciuti, definiti ed attribuiti correttamente alle diverse figure professionali coinvolte nel processo di integrazione. Ne deriva che sono: • il Piano Sociale e Sanitario; • il Piano Regionale per la Prevenzione, • le linee annuali percorso in oggetto ha come elemento centrale l’attivazione di programmazione e finanziamento del SSR; • le linee di programmazione regionale integrata una rete dei servizi pubblici che tenga conto del lavoro, sociali contesto e sanitari, previste dalla L.R. n.14/2015. Si richiama, in appendice, la normativa che delinea tale impianto programmatorio e l’assetto previsto per la sua attuazione, quale parte integrante della presente convenzione. Il presupposto su cui poggia la definizione di integrazione origina dalla considerazione che esistono situazioni peculiari della vita della persona che richiedono necessariamente un intervento finalizzato a soddisfare globalmente la contestuale esigenza del soggetto di un bisogno sanitario e di un bisogno sociale. Ai sensi della richiamata LR n. 2/2003: - i Comuni sono titolari delle funzioni amministrative e dei compiti di programmazione, progettazione e realizzazione del sistema locale dei servizi sociali a rete, dell'erogazione dei servizi e delle prestazioni sociali, nonché delle altre funzioni e compiti loro conferiti dalla legislazione statale e regionale; - l’Azienda USL assicura, attraverso coinvolga le risorse finanziarie pubbliche, i livelli essenziali e uniformi di assistenza definiti dal Piano sanitario nazionale nel rispetto dei principi della dignità della persona umana, sanitarie del bisogno di salute, dell’equità nell’accesso all’assistenza, della qualità delle cure e della loro appropriatezza riguardo alle specifiche esigenze nonché dell’economicità nell’impiego delle risorse; - le attività ad integrazione socio-sanitaria sono volte a soddisfare le esigenze di tutela della salute, di recupero e mantenimento delle autonomie personali, d'inserimento sociale e miglioramento delle condizioni di vita, anche mediante prestazioni a carattere prolungato e si distinguono in: a) prestazioni sanitarie a rilevanza sociale, comprensive di quelle connotate da elevata integrazione sanitaria, assicurate dalle Aziende unità sanitarie locali; b) prestazioni sociali a rilevanza sanitaria, assicurate dai Comuni; - i Comuni e le Aziende unità sanitarie locali individuano, nell'ambito degli accordi di integrazione socio-sanitaria, i modelli organizzativi e gestionali, fondati sull'integrazione professionale delle rispettive competenze, ed i relativi rapporti finanziari. L’integrazione sociosanitaria è valore primario e obiettivo strategico del sistema regionale di welfare. E’ fattore fondamentale di qualificazione dell’offerta dei servizi e delle prestazioni sociosanitarie in quanto consente di organizzare interventi di risposta ai bisogni fondati sul riconoscimento della persona nella sua globalità e rapportata al suo contesto di vita, generando una maggiore efficacia di cura e un uso più efficiente delle risorse. L’integrazione istituzionale ne costituisce la premessa, assicurando, in maniera unitaria, la funzione di governance del sistema di welfare nell’ambito della pianificazione e degli indirizzi regionali nonché del coordinamento di livello intermedio spettante alla Conferenza Territoriale Sociale e Sanitaria, secondo i principi ora delineati nel vigente Piano Sociale e Sanitario. Il governo del sistema di welfare locale e il coordinamento delle politiche sociali, sociosanitarie e sanitarie a livello territoriale, spettano, poi, al Comitato di Distretto che agisce il ruolo strategico di indirizzo, programmazione, governo delle risorse e regolazione dell’accesso al sistema sociosanitario integrato in ambito distrettuale attraverso gli strumenti del “Piano di Zona per la salute e il benessere sociale”, a valenza triennale, del “Programma Attuativo Annuale” a valenza annuale/biennale, del “Piano Annuale delle Attività per la Non Autosufficienza” e del “Piano integrato territoriale dei servizi pubblici del lavoro, sociali e sanitari” di cui alla LR 14/2015. Il Comitato di Distretto individua, con apposito regolamento, i propri meccanismi di funzionamento. All’esercizio delle funzioni di governo, spettanti al Comitato di Distretto, così come definite dalle Legge Regionali n. 19/1994 e n. 29/2004, partecipa il Direttore di Distretto che, coerentemente agli indirizzi di programmazione e nel rispetto dei vincoli economico- finanziari, collabora alla programmazione delle attività territoriali, definendo le caratteristiche quali-quantitative dei servizi offerti nel territorio, proponendo una committenza coerente con la domanda espressa dalla popolazione di riferimento, individuando forme di organizzazione dei servizi, di erogazione delle prestazioni e di acquisizione delle risorse adeguate a massimizzare la qualità, l’efficienza e l’efficacia dei processi di produzione dell’assistenza e orientate a garantire, altresì, l’assistenza primaria, la continuità delle cure e l’integrazione ospedale-territorio. Per l’esercizio delle proprie competenze, il Comitato di Distretto si avvale dell’Ufficio di Piano, struttura tecnico gestionale comune ad EELL ed AUSL, quale supporto tecnico ed organizzativo alle funzioni di programmazione, regolazione e controllo del sistema integrato dei servizi sociali, sociosanitari e sanitari più direttamente connessi con l’area dell’integrazione in ambito distrettuale. Per l'esercizio delle rispettive competenze nell'attuazione della programmazione di ambito distrettuale e nella gestione operativa delle azioni e degli interventi sociali a rilevanza sanitaria, sanitari a rilevanza sociale e sociosanitari ad elevata integrazione sanitaria, ivi delineati, gli EELL e l'AUSL, che concorrono alla definizione del presente atto, individuano e scelgono la gestione associata quale forma e modalità adeguata alla piena e fattiva realizzazione dell'integrazione sociosanitaria. Ciò premesso, si conviene quanto segue:.

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Samples: Accordo Di Programma Per L’integrazione Degli Alunni Disabili Nelle Scuole Della Provincia Di Ferrara, Accordo Di Programma Per L’integrazione Degli Alunni Disabili Nelle Scuole Della Provincia Di Ferrara

PREMESSA. L’integrazione sociosanitaria è rivolta Le Parti, con la sottoscrizione del presente CCNL Intersettoriale, intendono fornire uno strumento di regolazione dei rapporti di lavoro per migliaia di PMI e di lavoratori aderenti ai rispettivi sistemi associativi. L'attuale situazione economica italiana, caratterizzata da bassi consumi, grandi rischi di recessione, bassi tassi di occupazione, perdita di competitività delle imprese e divario crescente tra il nord e il sud in termini di produttività e potere di acquisto dei salari, appare particolarmente sofferta dalle PMI, le quali necessitano di essere rappresentate all'interno di un sistema di relazioni sindacali flessibile e che non guardi esclusivamente ai grandi sistemi produttivi. Con il presente CCNL Intersettoriale si vuole dare l'avvio ad una nuova stagione di relazioni sindacali che porti alla costituzione di un moderno sistema di contrattazione in grado di favorire azioni significative in materia di politiche attive, flessibilità, erogazioni salariali legate ad incrementi della produttività, efficienza organizzativa, costante adeguamento delle competenze e welfare. Per perseguire tale obiettivo, le Parti ritengono che, seppur la contrattazione collettiva nazionale debba continuare a soddisfare bisogni svolgere un ruolo centrale, si rende necessario il superamento della rigidità della stessa, delegando la regolamentazione di salute che richiedono contestualmente prestazioni sanitarie ed azioni molti aspetti ad una contrattazione decentrata di protezione tipo territoriale o aziendale. Il presente C.C.N.L. Intersettoriale dovrà fornire risposte mirate in relazione alle diverse realtà imprenditoriali e territoriali del Paese considerato anche il fondamentale ruolo dei comparti Commercio, Terziario, Servizi, Pubblici Esercizi e Turismo, nel contesto economico-sociale, anche di lungo periodoper il volume del valore prodotto, sulla base di progetti personalizzati redatti sulla scorta di valutazioni multidimensionali. Sia a livello regionale che di ambito distrettuale sono stati sviluppati negli anni numerosi strumenti di programmazione, che devono necessariamente essere tra loro raccordati e che sono: • il Piano Sociale e Sanitario; • il Piano Regionale per la Prevenzionequalità e quantità dell'occupazione assicurata, per la capillare diffusione nel territorio e per lo sviluppo delle economie territoriali. Le Parti si impegnano, altresì a promuovere un moderno sistema di bilateralità intersettoriale orientato a diminuirne i costi, ad ottimizzare ed efficientare l'attività bilaterale stessa, a migliorare le linee annuali condizioni dei lavoratori all'interno ed all'esterno dei luoghi di programmazione e finanziamento del SSR; • le linee di programmazione regionale integrata dei servizi pubblici del lavoro, sociali a monitorare gli andamenti del mercato del lavoro e sanitaria favorire il costante adeguamento delle competenze. In particolare, previste dalla L.R. n.14/2015data la complessità del settore rappresentato, caratterizzato da una polverizzazione di imprese piccole e piccolissime in un contesto economico disomogeneo, le Parti individuano nella bilateralità l'ambito nel quale far convergere, ai fini di un loro superamento, le molteplici esigenze di aziende e lavoratori, sia in forma singola che aggregata, fornendo così risposte immediate ai singoli contesti produttivi territoriali. L'ambizioso obiettivo perseguito dalle Parti è quello di rendere la bilateralità l’ambito privilegiato di aggregazione che rappresenti l'opportunità per le piccole imprese di promuovere in favore dei propri lavoratori azioni positive in materia di welfare, adeguamento delle competenze, produttività e nuove forme di sostegno al reddito fino ad oggi prerogativa esclusiva delle grandi aziende. In tal senso già in passato le Parti hanno dimostrato di saper rispondere alle sfide imposte dai cambiamenti normativi e produttivi, attraverso la realizzazione di strumenti e percorsi innovativi, capaci di saper offrire nuove opportunità a imprese e lavoratori. Occorre, pertanto, rendere operativa l'attuale disciplina legislativa in materia di agevolazioni fiscali a favore delle erogazioni salariali di II livello e favorire il raggiungimento di obiettivi di elevato valore sociale attraverso la bilateralità intersettoriale in materia di welfare ed ammortizzatori sociali. Si richiamarende, in appendicecontestualmente, prioritaria la normativa che delinea tale impianto programmatorio piena applicazione ed effettività della contrattazione collettiva nazionale e l’assetto previsto per la sua attuazione, quale parte integrante della presente convenzione. Il presupposto su cui poggia la definizione di integrazione origina dalla considerazione che esistono situazioni peculiari della vita della persona che richiedono necessariamente un intervento finalizzato a soddisfare globalmente la contestuale esigenza del soggetto di un bisogno sanitario decentrata e di un bisogno sociale. Ai sensi della richiamata LR n. 2/2003: - i Comuni sono titolari delle funzioni amministrative e dei compiti di programmazione, progettazione e realizzazione del sistema locale della bilateralità nei confronti di tutti i soggetti tenuti all'applicazione dei servizi sociali a reteC.C.N.L. Al fine di promuovere la piena occupazione nel settore, dell'erogazione dei servizi le Parti condividono l’importanza di interventi coerenti ed integrati con gli operatori pubblici e delle prestazioni sociali, nonché delle altre funzioni e compiti loro conferiti dalla legislazione statale e regionale; - l’Azienda USL assicura, attraverso le risorse finanziarie pubbliche, i livelli essenziali e uniformi di assistenza definiti dal Piano sanitario nazionale nel rispetto dei principi della dignità della persona umana, del bisogno di salute, dell’equità nell’accesso all’assistenza, della qualità delle cure e della loro appropriatezza riguardo alle specifiche esigenze nonché dell’economicità nell’impiego delle risorse; - le attività ad integrazione socio-sanitaria sono volte a soddisfare le esigenze di tutela della salute, di recupero e mantenimento delle autonomie personali, d'inserimento sociale e miglioramento delle condizioni di vitaprivati per l'impiego, anche mediante prestazioni a carattere prolungato e si distinguono in: a) prestazioni sanitarie a rilevanza sociale, comprensive di quelle connotate da elevata integrazione sanitaria, assicurate dalle Aziende unità sanitarie locali; b) prestazioni sociali a rilevanza sanitaria, assicurate dai Comuni; - i Comuni e le Aziende unità sanitarie locali individuano, nell'ambito degli accordi di integrazione socio-sanitaria, i modelli organizzativi e gestionali, fondati sull'integrazione professionale delle rispettive competenze, ed i relativi rapporti finanziari. L’integrazione sociosanitaria è valore primario e obiettivo strategico del sistema regionale di welfare. E’ fattore fondamentale di qualificazione dell’offerta dei servizi e delle prestazioni sociosanitarie in quanto consente di organizzare interventi di risposta ai bisogni fondati sul riconoscimento della persona nella sua globalità e rapportata al suo contesto di vita, generando una maggiore efficacia di cura e un uso più efficiente delle risorse. L’integrazione istituzionale ne costituisce la premessa, assicurando, in maniera unitaria, la funzione di governance del sistema di welfare nell’ambito della pianificazione e degli indirizzi regionali nonché del coordinamento di livello intermedio spettante alla Conferenza Territoriale Sociale e Sanitaria, secondo i principi ora delineati nel vigente Piano Sociale e Sanitario. Il governo del sistema di welfare locale e il coordinamento delle politiche sociali, sociosanitarie e sanitarie a livello territoriale, spettano, poi, al Comitato di Distretto che agisce per il ruolo strategico di indirizzo, programmazione, governo potenziamento delle risorse Politiche Attive per il lavoro. A tal fine si ritiene opportuno promuovere e regolazione dell’accesso al sistema sociosanitario integrato in ambito distrettuale attraverso valorizzare tutti gli strumenti di politica attiva che possano garantire un puntuale incontro tra domanda e offerta di lavoro, sostenendo in modo efficace i processi di collocazione e ricollocazione nel mercato del “Piano lavoro. Le Parti demandano all'Ente Bilaterale EPAR il compito di Zona monitorare l'andamento del mercato lavoro nonché di promuovere e mettere in atto, anche con il supporto di Agenzie per la salute il Lavoro precedentemente individuate, tutte le azioni di politiche attive che possano consentire il raggiungimento di obiettivi quali: l'inserimento e il benessere sociale”reinserimento occupazionale nel settore di riferimento; l'integrazione lavorativa di soggetti provenienti da contesti lavorativi differenti; l'incontro tra domanda e offerta di lavoro per consentire ai beneficiari l'attivazione di nuovi rapporti di lavoro dipendente continuativi e stabili nel tempo; il sostegno ai lavoratori nella costruzione o ricostruzione della propria identità professionale anche attraverso specifiche azioni formative che favoriscano l'acquisizione o il potenziamento delle competenze. Nel rispetto delle reciproche prerogative, le Parti si impegnano a valenza triennale, proseguire la loro azione congiunta a sostegno delle PMI e dei lavoratori del “Programma Attuativo Annuale” a valenza annuale/biennale, del “Piano Annuale delle Attività per la Non Autosufficienza” settore promuovendo un modello sindacale moderno e del “Piano integrato territoriale dei servizi pubblici del lavoro, sociali e sanitari” di cui alla LR 14/2015. Il Comitato di Distretto individua, con apposito regolamento, i propri meccanismi di funzionamento. All’esercizio delle funzioni di governo, spettanti al Comitato di Distretto, così come definite dalle Legge Regionali n. 19/1994 e n. 29/2004, partecipa il Direttore di Distretto che, coerentemente agli indirizzi di programmazione e nel rispetto dei vincoli economico- finanziari, collabora alla programmazione delle attività territoriali, definendo le caratteristiche quali-quantitative dei servizi offerti nel territorio, proponendo una committenza coerente con la domanda espressa dalla popolazione le concrete esigenze aziendali, ponendo continua attenzione alla salvaguardia dei livelli occupazionali e al miglioramento degli standard di riferimento, individuando forme di organizzazione dei servizi, di erogazione delle prestazioni vita e di acquisizione delle risorse adeguate a massimizzare la qualità, l’efficienza e l’efficacia dei processi di produzione dell’assistenza e orientate a garantire, altresì, l’assistenza primaria, la continuità delle cure e l’integrazione ospedale-territoriolavoro del relativo personale dipendente. Per l’esercizio delle proprie competenze, il Comitato di Distretto si avvale dell’Ufficio di Piano, struttura tecnico gestionale comune ad EELL ed AUSL, quale supporto tecnico ed organizzativo alle funzioni di programmazione, regolazione e controllo del sistema integrato dei servizi sociali, sociosanitari e sanitari più direttamente connessi con l’area dell’integrazione in ambito distrettuale. Per l'esercizio delle rispettive competenze nell'attuazione della programmazione di ambito distrettuale e nella gestione operativa delle azioni e degli interventi sociali a rilevanza sanitaria, sanitari a rilevanza sociale e sociosanitari ad elevata integrazione sanitaria, ivi delineati, gli EELL e l'AUSL, che concorrono alla definizione del presente atto, individuano e scelgono la gestione associata quale forma e modalità adeguata alla piena e fattiva realizzazione dell'integrazione sociosanitaria. Ciò Tutto ciò premesso, si conviene quanto segue:è addivenuti alla stipula del presente Contratto Collettivo Nazionale Intersettoriale di Lavoro per i dipendenti del Settore Privato delle attività del Commercio, Terziario, Distribuzione Servizi, Pubblici Esercizi e Turismo che qui di seguito si riporta.

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Samples: Contratto Collettivo Nazionale Di Lavoro Intersettoriale, Contratto Collettivo Nazionale Di Lavoro Intersettoriale

PREMESSA. L’integrazione sociosanitaria è rivolta a soddisfare bisogni di salute che richiedono contestualmente prestazioni sanitarie ed azioni di protezione socialeUn contratto per il futuro del settore, anche di lungo periodo, sulla base di progetti personalizzati redatti sulla scorta di valutazioni multidimensionali. Sia a livello regionale che di ambito distrettuale sono stati sviluppati negli anni numerosi strumenti di programmazioneper la difesa dell’occupazione e dei salari, che devono necessariamente essere tra loro raccordati definisce un’area contrattuale ampia e inclusiva a tutela delle nuove attività derivanti dalle trasformazioni organizzative anche connesse all’innovazione tecnologica. Il rinnovo del contratto nazionale, mai come in questo tempo particolarmente complesso, rappresenta l’unico riferimento normativo capace di governare, senza strappi, le ampie trasformazioni che sono: • stanno coinvolgendo il Piano Sociale settore. La fase di rinnovo del CCNL giunge dopo circa un decennio di crisi economica globale e Sanitario; • il Piano Regionale per la Prevenzione, • le linee annuali nazionale che ha avuto un pesante impatto nel mondo del credito in termini di programmazione e finanziamento taglio del SSR; • le linee di programmazione regionale integrata dei servizi pubblici costo del lavoro, del valore netto delle retribuzioni (generalmente rimaste invariate ma in tanti casi fortemente penalizzate) e di riduzione dei livelli occupazionali gestiti nel nostro Paese sostanzialmente con uscite volontarie grazie agli ammortizzatori sociali del settore. È giunto il momento di riconoscere alle lavoratrici e sanitariai lavoratori l’aumento di produttività e una redistribuzione degli utili verso il basso! Le ottime performance delle banche (9,3 mld di utili nel 2018), previste dalla L.R. n.14/2015riferite peraltro ad una platea di addetti in calo, sono elementi incontrovertibili di un aumento di produttività che deve essere adeguatamente riconosciuto a lavoratrici e lavoratori. Si richiama, La profonda trasformazione in appendiceatto, la normativa che delinea tale impianto programmatorio multicanalità, il ridimensionamento significativo delle reti, la digitalizzazione dei processi, insieme alle mutate esigenze professionali nel settore, (sempre più rivolto ad attività di consulenza e l’assetto previsto a nuovi prodotti -1000 mld di prodotti assicurativi venduti tramite i canali bancari) e l’irruzione di nuovi competitor non bancari, esigono il ridisegno del CCNL come unico e vero collante di settore e riferimento identitario dell’intera categoria. Vogliamo un contratto dai forti contenuti sociali, perché le banche devono mantenere e migliorare il ruolo di motore economico del Paese, per la sua attuazionele famiglie, quale parte integrante della presente convenzioneper le imprese e per i territori. Il presupposto nuovo contratto dovrà sancire l’eliminazione di politiche commerciali improprie e delle relative pressioni sulle lavoratrici e i lavoratori, rilanciando una corretta relazione con il cliente e realizzando, quindi, una reale tutela del risparmio. Nell’ambito di questa tematica è necessario approfondire l’argomento dei consulenti finanziari di cui all’art. 26 del vigente CCNL (“Promotori finanziari”), finora non affrontato da ABI nonostante le richieste sindacali. La centralità delle persone (clienti e dipendenti), una maggiore trasparenza, una migliore qualità di prodotti e servizi, con il conseguente aumento della redditività, saranno le linee guida per aumentare l’occupazione, migliorare i trattamenti economici, individuare le nuove professionalità e potranno contribuire al recupero reputazionale del settore del credito. L‘area contrattuale (artt. 1-5 CCNL) ha l’indubbio merito di avere ancorato tutta la categoria al contratto nazionale; è indispensabile rafforzare e valorizzare questa efficacia adeguandola ai mutamenti in atto nel settore e nel mondo del lavoro. Le continue riorganizzazioni aziendali hanno determinato esternalizzazioni ed appalti di lavorazioni dissaldando progressivamente il forte legame culturale e identitario insito nel rapporto tra lavoratrici e lavoratori occupati e imprese che svolgono attività creditizie, finanziarie o strumentali. Attraverso le maglie larghe dell’art. 3 CCNL, è stato tecnicamente possibile lo scorporo di singole lavorazioni dalle attività rendendole appaltabili e sono stati esternalizzati importanti pezzi d’impresa bancaria, determinando perdita di personale, perdita di know-how e dipendenza economico-strategica delle imprese bancarie da servizi forniti da terzi. Mediante la perimetrazione delle funzioni caratterizzanti l’attività bancaria e la conseguente, coerente individuazione del personale dipendente “dedicato”, sarà possibile tenere insieme: 1) certezza di tutele occupazionali, economiche e normative; 2) stabilità nel perseguimento degli obiettivi strategici generali e tenuta prospettica del settore, anche in funzione antidumping verso i nuovi competitor non bancari (Amazon, Google, ecc.); 3) recupero del rapporto fiduciario con le/i cittadine/ i-risparmiatrici/xxxx e le istituzioni, grazie all’individuazione di una “filiera fisica” delle responsabilità d’impresa. È necessario rafforzare e ampliare l’ambito di applicazione del CCNL che: - deve comprendere il perimetro di esercizio delle funzioni della Vigilanza (Bankit, Consob, BCE) sui soggetti vigilati; - deve costituire un presidio ad applicazione necessaria e certa, e dunque non opzionale o discrezionale. Di conseguenza l’insieme delle funzioni che caratterizzano l’attività bancaria è inscindibile e non esternalizzabile; un esempio del ragionamento riguarda l’intera “filiera del credito”: essa non si può spezzare. La stessa gestione degli UTP e degli NPL deve essere contrattualmente all’interno dell’area contrattuale e va considerata come suo elemento qualificante e necessario. L’area contrattuale deve comprendere l’ambito essenziale e necessario delle funzioni aziendali di responsabilità e, quindi, non può escludere l’area della responsabilità giuridica di impresa e abbraccia soggetti (banche e lavoratrici/tori), oggetti e attività (funzioni aziendali). L’art. 2 è parte inscindibile dell’area contrattuale, pertanto va confermato nel suo impianto e ulteriormente presidiato specificando che dalle attività, dallo stesso individuate, non possono essere scorporate singole e specifiche lavorazioni che non sono, quindi, appaltabili. Per le specifiche regolamentazioni che si applicano alle attività è necessario prevedere un raccordo graduale in tema di inquadramenti e orario, comunque entro la scadenza del nuovo CCNL. L’elenco delle attività di cui all’art. 3 del CCNL deve considerarsi esaustivo e non indicativo. Per i contratti complementari si deve ridurre il gap salariale al -10% del tabellare. Nel caso di insourcing (art. 4) occorre prevedere un riallineamento ai trattamenti dell’art. 1 entro la scadenza del nuovo CCNL. Per quanto concerne le attività concesse in appalto, al fine di responsabilizzare le aziende del credito, è necessario che, nel caso in cui l’impresa appaltatrice non rispetti il CCNL di riferimento e/o le norme in materia di salute e sicurezza (art. 19, co.3), l’impresa committente provveda alla risoluzione del contratto applicando la x.x. xxxxxxxx sociale. Va previsto, inoltre, nell’incontro annuale, ex art. 12, che l’azienda fornisca l’elenco degli appalti in essere, con l’indicazione di attività, settore merceologico, CCNL applicato, piazza su cui poggia la definizione di integrazione origina dalla considerazione che esistono situazioni peculiari della vita della persona che richiedono necessariamente un intervento finalizzato a soddisfare globalmente la contestuale esigenza del soggetto di un bisogno sanitario e di un bisogno sociale. Ai sensi della richiamata LR n. 2/2003: - i Comuni sono titolari delle funzioni amministrative e dei compiti di programmazioneagisce l’appalto, progettazione e realizzazione del sistema locale dei servizi sociali a rete, dell'erogazione dei servizi e delle prestazioni sociali, nonché delle altre funzioni e compiti loro conferiti dalla legislazione statale e regionale; - l’Azienda USL assicura, attraverso le risorse finanziarie pubbliche, i livelli essenziali e uniformi di assistenza definiti dal Piano sanitario nazionale nel rispetto dei principi della dignità della persona umana, del bisogno di salute, dell’equità nell’accesso all’assistenza, della qualità delle cure e della loro appropriatezza riguardo alle specifiche esigenze nonché dell’economicità nell’impiego delle risorse; - le attività ad integrazione socio-sanitaria sono volte a soddisfare le esigenze di tutela della salute, di recupero e mantenimento delle autonomie personali, d'inserimento sociale e miglioramento delle condizioni di vita, anche mediante prestazioni a carattere prolungato e si distinguono in: a) prestazioni sanitarie a rilevanza sociale, comprensive di quelle connotate da elevata integrazione sanitaria, assicurate dalle Aziende unità sanitarie locali; b) prestazioni sociali a rilevanza sanitaria, assicurate dai Comuni; - i Comuni e le Aziende unità sanitarie locali individuano, nell'ambito degli accordi di integrazione socio-sanitaria, i modelli organizzativi e gestionali, fondati sull'integrazione professionale delle rispettive competenze, ed i relativi rapporti finanziari. L’integrazione sociosanitaria è valore primario e obiettivo strategico del sistema regionale di welfare. E’ fattore fondamentale di qualificazione dell’offerta dei servizi e delle prestazioni sociosanitarie in quanto consente di organizzare interventi di risposta ai bisogni fondati sul riconoscimento della persona nella sua globalità e rapportata al suo contesto di vita, generando una maggiore efficacia di cura e un uso più efficiente delle risorse. L’integrazione istituzionale ne costituisce la premessa, assicurando, in maniera unitaria, la funzione di governance del sistema di welfare nell’ambito della pianificazione e degli indirizzi regionali nonché del coordinamento di livello intermedio spettante alla Conferenza Territoriale Sociale e Sanitaria, secondo i principi ora delineati nel vigente Piano Sociale e Sanitario. Il governo del sistema di welfare locale e il coordinamento delle politiche sociali, sociosanitarie e sanitarie a livello territoriale, spettano, poi, al Comitato di Distretto che agisce il ruolo strategico di indirizzo, programmazione, governo delle risorse e regolazione dell’accesso al sistema sociosanitario integrato in ambito distrettuale attraverso gli strumenti del “Piano di Zona per la salute e il benessere sociale”, a valenza triennale, del “Programma Attuativo Annuale” a valenza annuale/biennale, del “Piano Annuale delle Attività per la Non Autosufficienza” e del “Piano integrato territoriale dei servizi pubblici del lavoro, sociali e sanitari” di cui alla LR 14/2015. Il Comitato di Distretto individua, con apposito regolamento, i propri meccanismi di funzionamento. All’esercizio delle funzioni di governo, spettanti al Comitato di Distretto, così come definite dalle Legge Regionali n. 19/1994 e n. 29/2004, partecipa il Direttore di Distretto che, coerentemente agli indirizzi di programmazione e nel rispetto dei vincoli economico- finanziari, collabora alla programmazione delle attività territoriali, definendo le caratteristiche quali-quantitative dei servizi offerti nel territorio, proponendo una committenza coerente con la domanda espressa dalla popolazione di riferimento, individuando forme di organizzazione dei servizi, di erogazione delle prestazioni e di acquisizione delle risorse adeguate a massimizzare la qualità, l’efficienza e l’efficacia dei processi di produzione dell’assistenza e orientate a garantire, altresì, l’assistenza primaria, la continuità delle cure e l’integrazione ospedale-territorio. Per l’esercizio delle proprie competenze, il Comitato di Distretto si avvale dell’Ufficio di Piano, struttura tecnico gestionale comune ad EELL ed AUSL, quale supporto tecnico ed organizzativo alle funzioni di programmazione, regolazione e controllo del sistema integrato dei servizi sociali, sociosanitari e sanitari più direttamente connessi con l’area dell’integrazione in ambito distrettuale. Per l'esercizio delle rispettive competenze nell'attuazione della programmazione di ambito distrettuale e nella gestione operativa delle azioni e degli interventi sociali a rilevanza sanitaria, sanitari a rilevanza sociale e sociosanitari ad elevata integrazione sanitaria, ivi delineati, gli EELL e l'AUSL, che concorrono alla definizione del presente atto, individuano e scelgono la gestione associata quale forma e modalità adeguata alla piena e fattiva realizzazione dell'integrazione sociosanitaria. Ciò premesso, si conviene quanto segue:scadenza dello stesso.

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Samples: www.firstcisl.it, www.falcri-is.com

PREMESSA. L’integrazione sociosanitaria è rivolta a soddisfare bisogni Alla luce degli scenari e degli indirizzi sopra indicati l’Azienda ritiene necessario accompagnare in maniera adeguata questo profondo e complesso processo di salute trasformazione - che richiedono contestualmente prestazioni sanitarie ed azioni di protezione socialeinveste i prodotti, anche di lungo periodoi processi produttivi, sulla base di progetti personalizzati redatti sulla scorta di valutazioni multidimensionali. Sia a livello regionale che di ambito distrettuale sono stati sviluppati negli anni numerosi strumenti di programmazione, che devono necessariamente essere tra loro raccordati e che sono: • il Piano Sociale e Sanitario; • il Piano Regionale per la Prevenzione, • le linee annuali di programmazione e finanziamento del SSR; • le linee di programmazione regionale integrata dei servizi pubblici l’organizzazione del lavoro, sociali le competenze - al fine di porsi nelle condizioni di rispondere con tempestività alle mutevoli esigenze dei mercati e sanitarisviluppare sempre più performanti condizioni di competitività e di produttività. Il raggiungimento di questo obiettivo può essere favorito da: - un sistema di relazioni industriali corretto ed innovativo in grado di stabilire regole precise tra i diversi momenti di informativa, monitoraggio e contrattazione e di attribuire compiti e responsabilità in maniera chiara e precisa a ciascun livello di confronto; - una articolazione chiara e comune dei trattamenti normativi ed economici in un’ottica di armonizzazione globale; - una struttura del Premio di Risultato coerente con parametri globali di redditività e di produttività dell’Azienda. Tutto ciò premesso le Parti concordano quanto segue: Le Parti, ferme restando le proprie autonomie decisionali e le distinte responsabilità nella rappresentanza dei rispettivi interessi, ritengono che il metodo del confronto consenta di realizzare le condizioni per porre in essere mirate azioni di sviluppo e di crescita, secondo gli indirizzi strategici aziendali. Di conseguenza concordano sull’opportunità di definire un sistema organico di Relazioni Industriali ove procedere congiuntamente ad esami e valutazioni in ordine ai diversi argomenti. Gli strumenti di seguito determinati, risultano orientati alla definizione di condizioni tali da favorire la conoscenza ed il confronto tra le Parti sia attraverso la diffusione sempre più ampia e generalizzata delle strategie e degli obiettivi aziendali che con il coinvolgimento delle istanze di rappresentanza. Accanto a dei momenti di informazione e consultazione, il cui tratto permette di realizzare le premesse per fornire un’ampia visibilità alle scelte aziendali, ai risultati raggiunti ed alle prospettive future, sono previste dalla L.R. n.14/2015delle fasi in cui le materie trattate sono oggetto del confronto - ai diversi livelli – tra le Parti. Si richiamaInfine sono introdotti, in appendiceun’ottica di massima trasparenza e di vero coinvolgimento, la normativa degli Osservatori Tematici su argomenti che delinea tale impianto programmatorio hanno una caratterizzazione trasversale rispetto alle problematiche locali. In tal senso le Parti hanno inteso dare una organica regolamentazione al proprio sistema di rapporti, adeguando le norme contrattuali vigenti alle specificità aziendali, alle esperienze già maturate, agli accordi e l’assetto previsto prassi preesistenti, superando anche le sovrapposizioni del modello fino ad oggi in atto. Tale Sistema di Relazioni Industriali integra per la sua attuazione, quale parte integrante della presente convenzionei livelli di Azienda e di Sito quanto disciplinato dal CCNL e regola per le materie espressamente richiamate. Il presupposto su cui poggia la definizione di integrazione origina dalla considerazione che esistono situazioni peculiari della vita della persona che richiedono necessariamente un intervento finalizzato a soddisfare globalmente la contestuale esigenza del soggetto di un bisogno sanitario e di un bisogno sociale. Ai sensi della richiamata LR n. 2/2003sistema risulta così strutturato: - i Comuni sono titolari delle funzioni amministrative e dei compiti A. Sistema di programmazione, progettazione e realizzazione del sistema locale dei servizi sociali a rete, dell'erogazione dei servizi e delle prestazioni sociali, nonché delle altre funzioni e compiti loro conferiti dalla legislazione statale e regionale; - l’Azienda USL assicura, attraverso le risorse finanziarie pubbliche, i livelli essenziali e uniformi di assistenza definiti dal Piano sanitario nazionale nel rispetto dei principi della dignità della persona umana, del bisogno di salute, dell’equità nell’accesso all’assistenza, della qualità delle cure e della loro appropriatezza riguardo alle specifiche esigenze nonché dell’economicità nell’impiego delle risorse; - le attività ad integrazione socio-sanitaria sono volte a soddisfare le esigenze di tutela della salute, di recupero e mantenimento delle autonomie personali, d'inserimento sociale e miglioramento delle condizioni di vita, anche mediante prestazioni a carattere prolungato e si distinguono in: a) prestazioni sanitarie a rilevanza sociale, comprensive di quelle connotate da elevata integrazione sanitaria, assicurate dalle Aziende unità sanitarie locali; b) prestazioni sociali a rilevanza sanitaria, assicurate dai Comuni; - i Comuni e le Aziende unità sanitarie locali individuano, nell'ambito degli accordi di integrazione socio-sanitaria, i modelli organizzativi e gestionali, fondati sull'integrazione professionale delle rispettive competenze, ed i relativi rapporti finanziari. L’integrazione sociosanitaria è valore primario e obiettivo strategico del sistema regionale di welfare. E’ fattore fondamentale di qualificazione dell’offerta dei servizi e delle prestazioni sociosanitarie in quanto consente di organizzare interventi di risposta ai bisogni fondati sul riconoscimento della persona nella sua globalità e rapportata al suo contesto di vita, generando una maggiore efficacia di cura e un uso più efficiente delle risorse. L’integrazione istituzionale ne costituisce la premessa, assicurando, in maniera unitaria, la funzione di governance del sistema di welfare nell’ambito della pianificazione e degli indirizzi regionali nonché del coordinamento di livello intermedio spettante alla Conferenza Territoriale Sociale e Sanitaria, secondo i principi ora delineati nel vigente Piano Sociale e Sanitario. Il governo del sistema di welfare locale e il coordinamento delle politiche sociali, sociosanitarie e sanitarie a livello territoriale, spettano, poi, al Comitato di Distretto che agisce il ruolo strategico di indirizzo, programmazione, governo delle risorse e regolazione dell’accesso al sistema sociosanitario integrato in ambito distrettuale attraverso gli strumenti del “Piano di Zona per la salute e il benessere sociale”, a valenza triennale, del “Programma Attuativo Annuale” a valenza annuale/biennale, del “Piano Annuale delle Attività per la Non Autosufficienza” e del “Piano integrato territoriale dei servizi pubblici del lavoro, sociali e sanitari” di cui alla LR 14/2015. Il Comitato di Distretto individua, con apposito regolamento, i propri meccanismi di funzionamento. All’esercizio delle funzioni di governo, spettanti al Comitato di Distretto, così come definite dalle Legge Regionali n. 19/1994 e n. 29/2004, partecipa il Direttore di Distretto che, coerentemente agli indirizzi di programmazione e nel rispetto dei vincoli economico- finanziari, collabora alla programmazione delle attività territoriali, definendo le caratteristiche quali-quantitative dei servizi offerti nel territorio, proponendo una committenza coerente con la domanda espressa dalla popolazione di riferimento, individuando forme di organizzazione dei servizi, di erogazione delle prestazioni e di acquisizione delle risorse adeguate a massimizzare la qualità, l’efficienza e l’efficacia dei processi di produzione dell’assistenza e orientate a garantire, altresì, l’assistenza primaria, la continuità delle cure e l’integrazione ospedale-territorio. Per l’esercizio delle proprie competenze, il Comitato di Distretto si avvale dell’Ufficio di Piano, struttura tecnico gestionale comune ad EELL ed AUSL, quale supporto tecnico ed organizzativo alle funzioni di programmazione, regolazione e controllo del sistema integrato dei servizi sociali, sociosanitari e sanitari più direttamente connessi con l’area dell’integrazione in ambito distrettuale. Per l'esercizio delle rispettive competenze nell'attuazione della programmazione di ambito distrettuale e nella gestione operativa delle azioni e degli interventi sociali a rilevanza sanitaria, sanitari a rilevanza sociale e sociosanitari ad elevata integrazione sanitaria, ivi delineati, gli EELL e l'AUSL, che concorrono alla definizione del presente atto, individuano e scelgono la gestione associata quale forma e modalità adeguata alla piena e fattiva realizzazione dell'integrazione sociosanitaria. Ciò premesso, si conviene quanto segueinformazione:

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Samples: Ipotesi Di Accordo Di Contratto Integrativo Di Secondo Livello, Ipotesi Di Accordo Di Contratto Integrativo Di Secondo Livello

PREMESSA. L’integrazione sociosanitaria Confimi Impresa Meccanica, Fim e Uilm, con questo contratto, intendono contribuire a creare le prospettive per la tutela e lo sviluppo dell’industria metalmeccanica nel Paese. Le problematiche più urgenti da affrontare sono relative alla chiusura di numerose aziende del settore, all’aumento della disoccupazione e alla necessità di migliorare le condizioni salariali dei lavoratori. Su queste priorità esistono già strumenti legislativi e contrattuali definiti ma risultano inadeguati rispetto al quadro generale della situazione. Un’azienda in crisi o che necessiti di reindirizzare la propria capacità produttiva si trova nello stesso contesto di un lavoratore disoccupato: senza adeguati strumenti. Le risorse disponibili sono evidentemente limitate, per questo è rivolta a soddisfare bisogni necessario reindirizzarle verso le necessità più urgenti salvaguardando la competitività del settore. La caratteristica produttiva dell’industria metalmeccanica del nostro Paese è la piccola dimensione delle imprese. Di tale modello sono stati esaltati i caratteri di salute flessibilità, di “familiarità” e “socialità” della produzione, di capacità di risposta competitiva ai mercati. Più recentemente, sono stati, evidenziati i limiti che richiedono contestualmente prestazioni sanitarie ed azioni tale modello incontra di protezione socialefronte alla globalizzazione, anche all’integrazione dei mercati europei attraverso l’introduzione della moneta unica, alla diffusione delle nuove tecnologie informatiche e ai rapporti di lungo periodosubfornitura. In questo quadro, sulla base il modello produttivo dell’industria metalmeccanica del nostro Paese si presenta in piena stagnazione e con poche capacità di progetti personalizzati redatti sulla scorta garantire le condizioni per agganciare i cicli congiunturali positivi. Considerato quindi: - l’andamento negativo del quadro congiunturale e le incerte prospettive sull’inversione di valutazioni multidimensionalitendenza dell’attuale situazione; - il necessario adeguamento, legislativo e contrattuale, dell’ordinamento del lavoro alle esigenze di competitività delle imprese e di reddito disponibile per i lavoratori; - che l’industria metalmeccanica rappresenta il settore trainante della manifattura italiana; - che la necessità di determinare una politica industriale indirizzata al mantenimento e allo sviluppo della competitività dell’industria metalmeccanica è un’esigenza prioritaria per il Paese; - che è indispensabile intervenire sul cuneo fiscale e contributivo che incide sulle imprese e sul salario dei lavoratori; - che è necessario invertire la spirale depressiva che ha creato devastanti sofferenze sociali; - che l’esigenza di riformare, semplificare e uniformare le normative di riferimento del settore in un’ottica di equilibrio tra esigenza di flessibilità delle imprese e diritti dei lavoratori rappresenta una necessità di primaria importanza; - che in questo quadro è prioritario disporre di adeguati ammortizzatori sociali per le imprese e per i lavoratori; - che le aziende estere non investono nel nostro Paese vista la mancanza delle condizioni generali del sistema. Sia L’obiettivo primario è di realizzare le condizioni per una consistente crescita dimensionale e qualitativa delle imprese per competere a livello regionale internazionale. È altresì importante che di ambito distrettuale sono stati sviluppati negli anni numerosi strumenti di programmazione, che devono necessariamente essere tra loro raccordati e che sono: • il Piano Sociale e Sanitario; • il Piano Regionale per la Prevenzione, • le linee annuali di programmazione e finanziamento del SSR; • le linee di programmazione regionale integrata dei servizi pubblici del lavoro, sociali e sanitari, previste dalla L.R. n.14/2015. Si richiama, in appendice, la normativa che delinea tale impianto programmatorio e l’assetto previsto per la sua attuazione, quale parte integrante della presente convenzione. Il presupposto su cui poggia la definizione di integrazione origina dalla considerazione che esistono situazioni peculiari della vita della persona che richiedono necessariamente un intervento finalizzato a soddisfare globalmente la contestuale esigenza del soggetto l’obiettivo di un bisogno sanitario e più rapido sviluppo venga contemperato con il perseguimento di un bisogno solido modello sociale. Ai sensi della richiamata LR n. 2/2003: - i Comuni sono titolari delle funzioni amministrative e dei compiti di programmazione, progettazione e realizzazione del sistema locale dei servizi sociali a rete, dell'erogazione dei servizi e delle prestazioni sociali, nonché delle altre funzioni e compiti loro conferiti dalla legislazione statale e regionale; - l’Azienda USL assicura, attraverso le risorse finanziarie pubbliche, i livelli essenziali e uniformi di assistenza definiti dal Piano sanitario nazionale nel rispetto dei principi della dignità della persona umana, del bisogno di salute, dell’equità nell’accesso all’assistenza, della qualità delle cure e della loro appropriatezza riguardo alle specifiche esigenze nonché dell’economicità nell’impiego delle risorse; - le attività ad integrazione I soggetti socio-sanitaria sono volte a soddisfare economici che compongono l’impresa – lavoratori, imprenditori, aziende - devono essere posti al centro di un modello di sviluppo interpretato come valore collettivo da tutelare e sostenere. Questo non può essere, evidentemente, compito esclusivo delle Parti sociali; anche le esigenze di tutela della salute, di recupero e mantenimento delle autonomie personali, d'inserimento sociale e miglioramento delle condizioni di vita, anche mediante prestazioni a carattere prolungato e si distinguono in: a) prestazioni sanitarie a rilevanza sociale, comprensive di quelle connotate da elevata integrazione sanitaria, assicurate dalle Aziende unità sanitarie locali; b) prestazioni sociali a rilevanza sanitaria, assicurate dai Comuni; - i Comuni e le Aziende unità sanitarie locali individuano, nell'ambito degli accordi di integrazione socio-sanitaria, i modelli organizzativi e gestionali, fondati sull'integrazione professionale delle rispettive competenze, ed i relativi rapporti finanziari. L’integrazione sociosanitaria è valore primario e obiettivo strategico del sistema regionale di welfare. E’ fattore fondamentale di qualificazione dell’offerta dei servizi e delle prestazioni sociosanitarie in quanto consente di organizzare interventi di risposta ai bisogni fondati sul riconoscimento della persona nella sua globalità e rapportata al suo contesto di vita, generando una maggiore efficacia di cura e un uso più efficiente delle risorse. L’integrazione istituzionale ne costituisce la premessa, assicurando, in maniera unitaria, la funzione di governance del sistema di welfare nell’ambito della pianificazione e degli indirizzi regionali nonché del coordinamento di livello intermedio spettante alla Conferenza Territoriale Sociale e Sanitaria, secondo i principi ora delineati nel vigente Piano Sociale e Sanitario. Il governo del sistema di welfare locale Istituzioni e il coordinamento delle politiche sociali, sociosanitarie e sanitarie a livello territoriale, spettano, poi, al Comitato di Distretto che agisce il ruolo strategico di indirizzo, programmazione, governo delle risorse e regolazione dell’accesso al sistema sociosanitario integrato Governo devono impegnarsi in ambito distrettuale attraverso gli strumenti del “Piano di Zona per la salute e il benessere sociale”, a valenza triennale, del “Programma Attuativo Annuale” a valenza annuale/biennale, del “Piano Annuale delle Attività per la Non Autosufficienza” e del “Piano integrato territoriale dei servizi pubblici del lavoro, sociali e sanitari” di cui alla LR 14/2015. Il Comitato di Distretto individua, con apposito regolamento, i propri meccanismi di funzionamento. All’esercizio delle funzioni di governo, spettanti al Comitato di Distretto, così come definite dalle Legge Regionali n. 19/1994 e n. 29/2004, partecipa il Direttore di Distretto che, coerentemente agli indirizzi di programmazione e nel rispetto dei vincoli economico- finanziari, collabora alla programmazione delle attività territoriali, definendo le caratteristiche quali-quantitative dei servizi offerti nel territorio, proponendo una committenza coerente con la domanda espressa dalla popolazione di riferimento, individuando forme di organizzazione dei servizi, di erogazione delle prestazioni e di acquisizione delle risorse adeguate a massimizzare la qualità, l’efficienza e l’efficacia dei processi di produzione dell’assistenza e orientate a garantire, altresì, l’assistenza primaria, la continuità delle cure e l’integrazione ospedale-territorio. Per l’esercizio delle proprie competenze, il Comitato di Distretto si avvale dell’Ufficio di Piano, struttura tecnico gestionale comune ad EELL ed AUSL, quale supporto tecnico ed organizzativo alle funzioni di programmazione, regolazione e controllo del sistema integrato dei servizi sociali, sociosanitari e sanitari più direttamente connessi con l’area dell’integrazione in ambito distrettuale. Per l'esercizio delle rispettive competenze nell'attuazione della programmazione di ambito distrettuale e nella gestione operativa delle azioni e degli interventi sociali a rilevanza sanitaria, sanitari a rilevanza sociale e sociosanitari ad elevata integrazione sanitaria, ivi delineati, gli EELL e l'AUSL, che concorrono alla definizione del presente atto, individuano e scelgono la gestione associata quale forma e modalità adeguata alla piena e fattiva realizzazione dell'integrazione sociosanitaria. Ciò premesso, si conviene quanto segue:un questo processo.

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Samples: www.fim.torino.it, www.fim-cisl.it

PREMESSA. L’integrazione sociosanitaria Il tema oggetto del presente Protocollo metropolitano per la somministrazione di farmaci in contesti extra-familiari, educativi, scolastici e formativi, è rivolta di estrema rilevanza: predispone percorsi e strumenti condivisi per consentire a soddisfare bisogni bambini e ragazzi che necessitano di salute che richiedono contestualmente prestazioni sanitarie ed azioni somministrazione di protezione socialefarmaci in orario educativo e scolastico, o in taluni casi anche di lungo periodoattività specifiche a supporto di funzioni vitali, sulla base una frequenza serena. La Città metropolitana e tutte le Istituzioni sanitarie e scolastico/educativo/formative si pongono costantemente l’obiettivo di progetti personalizzati redatti sulla scorta collocare questo aspetto, tanto rilevante quanto specifico, sia nel quadro degli interventi a sostegno del Diritto allo Studio di valutazioni multidimensionali. Sia a livello regionale che di ambito distrettuale sono stati sviluppati negli anni numerosi strumenti di programmazionetutti e tutte, che devono necessariamente essere in quello più ampio della promozione della salute e del benessere della persona. Assicurare pari opportunità di successo formativo significa, in particolare per i giovani con bisogni speciali, operare concretamente per il loro benessere e per un futuro soddisfacente. L’integrazione tra loro raccordati politiche educative, scolastiche, sanitarie e che sono: • sociali, rappresenta una sfida costante per le Istituzioni del territorio, sostenuta da Atti Istituzionali importanti quali il Piano strategico Metropolitano, l’Atto di Indirizzo e Coordinamento triennale della Conferenza Sociale e Sanitario; • Sanitaria Metropolitana, l’Accordo di programma metropolitano per l'inclusione scolastica e formativa dei bambini, alunni e studenti con disabilità (attuativo della L. 104/92) e testimoniata dall’agire concreto nella quotidianità del prezioso lavoro di tutti gli operatori e dal contributo attivo dell’associazionismo. Collochiamo questo tema anche in coerenza alla recente e innovativa Legge regionale 19/2018 Promozione della salute, del benessere della persona e della comunità e prevenzione primaria, che richiama espressamente il Piano Regionale ruolo del sistema formativo scolastico universitario ai fini della promozione della salute e della prevenzione. Il Protocollo che viene in questa sede presentato rappresenta un aggiornamento del precedente Protocollo provinciale per la Prevenzionesomministrazione di farmaci in contesti extra-familiari, • le linee annuali educativi, scolastici e formativi, sottoscritto nel 2013 e scaduto nel 2018, di programmazione cui in Appendice si ritiene utile mantenere la premessa di allora e finanziamento del SSR; • le linee l’ampio Gruppo tecnico che lo redasse. Esso scaturiva dalla Deliberazione regionale166/2012 “Linee di programmazione regionale integrata dei servizi pubblici del lavoro, sociali e sanitari, previste dalla L.R. n.14/2015. Si richiama, in appendice, la normativa che delinea tale impianto programmatorio e l’assetto previsto Indirizzo per la sua attuazione, quale parte integrante della presente convenzione. Il presupposto su cui poggia la definizione di integrazione origina dalla considerazione che esistono situazioni peculiari intese provinciali inerenti la somministrazione di farmaci a minori in contesti extra familiari, educativo o scolastici in Xxxxxx- Romagna”. Possiamo affermare che, pur nelle complessità insite nella tematica, in questi 5 anni esso ha rappresentato uno strumento utile all’intera comunità, adeguatamente rappresentativo di tutti gli aspetti della vita della persona che richiedono necessariamente un intervento finalizzato a soddisfare globalmente la contestuale esigenza delicata problematica. Alla Città metropolitana, promotrice del soggetto Protocollo stesso, non sono giunte infatti nel corso del tempo di un bisogno sanitario vigenza, segnalazioni di particolari criticità; le norme, nazionali e di un bisogno sociale. Ai sensi della richiamata LR n. 2/2003: - i Comuni regionali in vigore, non sono titolari delle funzioni amministrative e dei compiti di programmazione, progettazione e realizzazione del sistema locale dei servizi sociali a rete, dell'erogazione dei servizi e delle prestazioni sociali, nonché delle altre funzioni e compiti loro conferiti dalla legislazione statale e regionale; - l’Azienda USL assicura, attraverso le risorse finanziarie pubbliche, i livelli essenziali e uniformi di assistenza definiti dal Piano sanitario nazionale mutate nel rispetto dei principi della dignità della persona umana, del bisogno di salute, dell’equità nell’accesso all’assistenza, della qualità delle cure e della loro appropriatezza riguardo alle specifiche esigenze nonché dell’economicità nell’impiego delle risorse; - le attività ad integrazione socio-sanitaria sono volte a soddisfare le esigenze di tutela della salute, di recupero e mantenimento delle autonomie personali, d'inserimento sociale e miglioramento delle condizioni di vita, anche mediante prestazioni a carattere prolungato e si distinguono in: a) prestazioni sanitarie a rilevanza sociale, comprensive di quelle connotate da elevata integrazione sanitaria, assicurate dalle Aziende unità sanitarie locali; b) prestazioni sociali a rilevanza sanitaria, assicurate dai Comuni; - i Comuni e le Aziende unità sanitarie locali individuano, nell'ambito degli accordi di integrazione socio-sanitaria, i modelli organizzativi e gestionali, fondati sull'integrazione professionale delle rispettive competenze, ed i relativi rapporti finanziari. L’integrazione sociosanitaria è valore primario e obiettivo strategico del sistema regionale di welfareperiodo trascorso. E’ fattore fondamentale ' stato pertanto valutato di qualificazione dell’offerta dei servizi e delle prestazioni sociosanitarie in quanto consente avviare un iter semplificato per il rinnovo (condiviso nella Conferenza metropolitana di organizzare interventi di risposta ai bisogni fondati sul riconoscimento della persona nella sua globalità e rapportata al suo contesto di vita, generando una maggiore efficacia di cura e un uso più efficiente delle risorse. L’integrazione istituzionale ne costituisce la premessa, assicurando, in maniera unitariacoordinamento per l’istruzione, la funzione di governance del sistema di welfare nell’ambito della pianificazione formazione ed il lavoro e degli indirizzi regionali nonché del coordinamento di livello intermedio spettante alla nella Conferenza Territoriale Sociale e SanitariaSanitaria metropolitana) che possa essere efficace già a partire dall'anno educativo e scolastico 2019/2020. La Città metropolitana ha pertanto coordinato incontri tra Istituzioni firmatarie, secondo Ufficio scolastico, ASL di Bologna e Imola, Referenti Enti locali, Scuole capofila degli ambiti scolastici e Associazioni di famiglie, individuate tra quelle rappresentative delle specifiche patologie piu interessate al tema che già contribuirono alla stesura del precedente Protocollo e dell' Accordo di programma L.104. A conclusione del percorso e del confronto, tutti gli interlocutori hanno condiviso che il testo del Protocollo è ancora sostanzialmente attuale: alla luce delle esperienze pregresse, sono stati introdotti alcuni significativi miglioramenti: • quanto al ruolo degli Enti Locali nell'ambito di servizi a domanda individuale, (trasporto scolastico, refezione, pre e post scuola), si è condivisa l’ opportunità di indicare il Protocollo quale riferimento cogente all'interno delle procedure di gara ad evidenza pubblica per l' assegnazione di tali servizi. • le due Aziende sanitarie (Bologna e Imola) hanno condiviso l'opportunità di produrre materiale informativo omogeneo sul territorio metropolitano, alla redazione dei quali potranno contribuire anche le esperienze di Associazioni a tutela di specifiche patologie. • per quanto concerne la formazione, di cui è titolare la Sanità, accanto agli inteventi specifici, si è condivisa l'opportunità di implementare anche una formazione più generale, estesa alle principali tematiche e patologie, ricorrente ed aperta a tutte le componenti che operano con i principi ora delineati nel vigente Piano Sociale bambini/alunni (docenti, personale educativo, associazionismo) per creare e Sanitario. Il governo del sistema di welfare locale accrescere sensibilità e il coordinamento delle politiche socialiattenzione tra gli operatori, sociosanitarie sviluppare competenze e sanitarie assicurare servizi e linguaggi condivisi e quanto più omogenei a livello territorialemetropolitano. • sul piano procedurale il Protocollo è stato aggiornato rispetto ai cambiamenti nel frattempo avvenuti nell'organizzazione delle due Aziende sanitarie. Più in generale, spettanoin questo aggiornamento, poiè emersa con chiarezza la necessità di collocare il tema della somministrazione di farmaci all'interno della normalità della vita educativa/scolastica e dell'esperienza più complessiva che il bambino o il ragazzo sta vivendo per mantenere centrali, al Comitato anche in questo contesto, gli aspetti relazionali ed evolutivi che connotano l'intera vita scolastica e formativa. Le indicazioni del Protocollo sono naturalmente tese a chiarire percorso e procedure per assicurare la somministrazione di Distretto che agisce il ruolo strategico di indirizzofarmaci riferiti ad una specifica patologia. Ma è necessario richiamare, programmazione, governo delle risorse e regolazione dell’accesso al sistema sociosanitario integrato in ambito distrettuale attraverso gli strumenti del “Piano di Zona per la salute e il benessere sociale”, a valenza triennale, del “Programma Attuativo Annuale” a valenza annuale/biennale, del “Piano Annuale delle Attività per la Non Autosufficienza” e del “Piano integrato territoriale dei servizi pubblici del lavoro, sociali e sanitari” di cui alla LR 14/2015. Il Comitato di Distretto individua, con apposito regolamento, i propri meccanismi di funzionamento. All’esercizio delle funzioni di governo, spettanti al Comitato di Distretto, così come definite sottolineato dalle Legge Regionali n. 19/1994 e n. 29/2004, partecipa il Direttore di Distretto che, coerentemente agli indirizzi di programmazione e nel rispetto dei vincoli economico- finanziari, collabora alla programmazione delle attività territoriali, definendo le caratteristiche quali-quantitative dei servizi offerti nel territorio, proponendo una committenza coerente con la domanda espressa dalla popolazione Associazioni di riferimento, individuando forme come per alcune patologie respiratorie importanti come asma e allergie la prevenzione ambientale e comportamentale rappresenti un importante mezzo di organizzazione dei servizi, tutela della salute e limita di erogazione delle prestazioni fatto la necessità di somministrare farmaci nel contesto scolastico. In sede di confronto si è confermata la necessità di sensibilizzare e di acquisizione delle risorse adeguate coinvolgere a massimizzare la qualità, l’efficienza e l’efficacia dei processi di produzione dell’assistenza e orientate a garantire, altresì, l’assistenza primaria, la continuità delle cure e l’integrazione ospedale-territorio. Per l’esercizio delle proprie competenzelivello istituzionale, il Comitato mondo delle Associazioni sportive. Tutt'ora, infatti, sussistono impedimenti ad una soddisfacente attività sportiva per bambini e ragazzi che necessitano di Distretto si avvale dell’Ufficio somministrazione di Pianofarmaci non solo in orario scolastico, struttura tecnico gestionale comune ad EELL ed AUSLma anche al di fuori di esso, quale supporto tecnico ed organizzativo alle funzioni in contesti comunitari extrafamiliari. La Città metropolitana perseguirà questo obiettivo, in coerenza anche con il proprio Piano strategico metropolitano che indica la pratica sportiva come fondamentale fattore di programmazioneprevenzione e benessere e la necessità di contrastare il suo abbandono precoce Infine è emerso con evidenza quanto sia importante e necessario, regolazione per acquisire maggiore conoscenza e controllo competenza, poter disporre di dati aggiornati che fotografino l’evoluzione del sistema integrato dei servizi socialifenomeno; ma è emerso, sociosanitari e sanitari più direttamente connessi con l’area dell’integrazione in ambito distrettuale. Per l'esercizio delle rispettive competenze nell'attuazione della programmazione di ambito distrettuale e nella gestione operativa delle azioni e degli interventi sociali a rilevanza sanitaria, sanitari a rilevanza sociale e sociosanitari ad elevata integrazione sanitaria, ivi delineati, gli EELL e l'AUSLaltrettanta evidenza, che concorrono alla definizione del presente attole procedure attuali in capo alle Istituzioni pubbliche coinvolte (in primis scuola e Sanità) non consentono ad oggi di avere riferimenti. In prospettiva sarà certamente necessario individuare modalità condivise per poter rilevare il fenomeno, individuano che tutti gli indicatori nazionali segnalano in forte aumento, e scelgono la gestione associata quale forma poter migliorare l’attenzione ed i servizi necessari. Xxxxx Xxxxxxx, Area Sviluppo Sociale, Città metropolitana di Bologna Tiziana Di Celmo, Area Sviluppo Sociale, Città metropolitana di Bologna Xxxxxx Xxxxxxxxx, Area Sviluppo Sociale, Città metropolitana di Bologna Xxxxxxx Xxxxxxxxxx, Area Sviluppo Sociale, Città metropolitana di Bologna Xxxxxxxx Xxxxxxxxx, Ufficio Scolastico Regionale – Uff. V – Ambito territoriale di Bologna. Xxxx Xxxxxxx, Ufficio Scolastico Regionale – Uff. V – Ambito territoriale di Bologna. Xxxxxxx Xx Xxxxxxx, Ufficio Scolastico Regionale – Uff. V – Ambito territoriale di Bologna Xxxxx Xxxxxx Xxxxxxxx, Ufficio Scolastico Regionale – Uff. V – Ambito territoriale di Bologna Scuole capofila degli ambiti scolastici Xxxx Xxxxx, UO Pediatria Territoriale, Dipartimento Cure Primarie, Azienda U.S.L. Bologna Xxxx Xxxxxxx, responsabile personale infermieristico della pediatria ospedaliera e modalità adeguata alla piena territoriale, Azienda U.S.L. Bologna Xxxxxx Xxxxx, NPIA Bologna Xxxxx Xxxxx, Unità Operativa Complessa di Pediatria e fattiva realizzazione dell'integrazione sociosanitaria. Ciò premessoNido, si conviene quanto segue:Azienda USL Imola Xxxxxx Xxxxxxx, Direzione Infermieristica e Tecnica, Azienda USL di Xxxxx Xxxxxx Xxxxxxxxxxx, Unità Operativa Neuro Psichiatria Infantile, Azienda USL Imola Xxxxxxx Xxxxxxxxx, Comune di Imola e Nuovo Circondario Imolese Xxxxx Xxxxxxx, Comune di Xxxxx Xxxxxx Xxxxxx, Comune di Bologna Xxxxxxxx Xxxxxx, Unione Reno Lavino Samoggia Xxxxxx Xxxxxxx, Comune Pianoro Xxxxxx Xxxxxxx, Distretto Pianura Ovest Xxxxxxxx Xxxxxxx, Unione Reno Galliera, Distretto Pianura Est Xxxxxxx Xxxxx, Fism Bologna Associazioni di tutela e partecipazione (familiari di bambini e ragazzi con specifiche patologie)

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PREMESSA. L’integrazione sociosanitaria è rivolta Il presente atto individua gli indirizzi relativi al rinnovo contrattuale per il triennio 2019-2021 per il personale di cui all’articolo 5 del CCNQ “per la definizione dei comparti e delle aree di contrattazione collettiva nazionale (2019-2021)”, del 3 agosto 2021, ed interviene a soddisfare bisogni completamento della cornice negoziale contenuta nell’atto di salute indirizzo quadro per i rinnovi contrattuali del triennio 2019-2021 del 20 aprile 2021, che richiedono contestualmente prestazioni sanitarie ed azioni costituisce parte integrante del presente atto di protezione indirizzo. Il Contratto collettivo nazionale di lavoro per il Comparto dell’Istruzione e della ricerca interviene in una fase in cui il Governo sta dando vita a interventi per realizzare una Scuola aperta, coesa e inclusiva, secondo il dettato della Costituzione. Occorre una Scuola in grado di superare storici ritardi per affrontare le sfide del cambiamento sociale, anche culturale, tecnologico ed economico del nostro tempo e dare ai giovani gli strumenti per comprendere la complessità e crescere come cittadini consapevoli e solidali. Perché la Scuola si rinnovi è cruciale l’apporto dei Docenti e di lungo periodotutto il personale, sulla base quale che sia l’inquadramento professionale e la tipologia del contratto di progetti personalizzati redatti sulla scorta lavoro. Punti di valutazioni multidimensionaliriferimento per il raggiungimento di tali obiettivi saranno il “Piano nazionale di ripresa e resilienza” e il “Patto per la Scuola al centro del Paese” nonché il “Patto per l’innovazione del lavoro pubblico e la coesione sociale” del 10 aprile 2021. Sia La contrattazione nazionale relativa al triennio 2019-2021 dovrà, a sua volta, prioritariamente tenere conto, valorizzandole compiutamente, delle specificità organizzative, gestionali e funzionali degli Atenei, degli Enti pubblici di ricerca e delle Istituzioni AFAM. Tale valorizzazione è fondamentale per consentire una presenza maggiormente competitiva e attrattiva a livello regionale che europeo di ambito distrettuale sono stati sviluppati negli anni numerosi strumenti tutte le Istituzioni italiane di programmazione, che devono necessariamente essere tra loro raccordati ricerca e che sono: • il Piano Sociale alta formazione universitaria e Sanitario; • il Piano Regionale per la Prevenzione, • le linee annuali di programmazione e finanziamento del SSR; • le linee di programmazione regionale integrata dei servizi pubblici del lavoro, sociali e sanitari, previste dalla L.R. n.14/2015. Si richiama, in appendice, la normativa che delinea tale impianto programmatorio e l’assetto previsto per la sua attuazione, quale parte integrante della presente convenzione. Il presupposto su cui poggia la definizione di integrazione origina dalla considerazione che esistono situazioni peculiari della vita della persona che richiedono necessariamente un intervento finalizzato a soddisfare globalmente la contestuale esigenza del soggetto di un bisogno sanitario e di un bisogno sociale. Ai sensi della richiamata LR n. 2/2003: - i Comuni sono titolari delle funzioni amministrative e dei compiti di programmazione, progettazione e realizzazione del sistema locale dei servizi sociali a rete, dell'erogazione dei servizi e delle prestazioni sociali, nonché delle altre funzioni e compiti loro conferiti dalla legislazione statale e regionale; - l’Azienda USL assicura, attraverso le risorse finanziarie pubbliche, i livelli essenziali e uniformi di assistenza definiti dal Piano sanitario nazionale nel rispetto dei principi della dignità della persona umana, del bisogno di salute, dell’equità nell’accesso all’assistenza, della qualità delle cure e della loro appropriatezza riguardo alle specifiche esigenze nonché dell’economicità nell’impiego delle risorse; - le attività ad integrazione socio-sanitaria sono volte a soddisfare le esigenze di tutela della salute, di recupero e mantenimento delle autonomie personali, d'inserimento sociale e miglioramento delle condizioni di vitaartistica, anche mediante prestazioni a carattere prolungato quale qualificato contributo alla costruzione dello spazio scientifico e si distinguono in: a) prestazioni sanitarie a rilevanza socialetecnologico comune dell’UE. I rinnovi contrattuali del triennio 2019-2021 dovranno, comprensive di quelle connotate da elevata integrazione sanitariapertanto, assicurate dalle Aziende unità sanitarie locali; b) prestazioni sociali a rilevanza sanitaria, assicurate dai Comuni; - i Comuni costituire l’occasione per favorire un sistema integrato e le Aziende unità sanitarie locali individuano, nell'ambito degli accordi di integrazione socio-sanitaria, i modelli organizzativi e gestionali, fondati sull'integrazione professionale delle rispettive competenze, ed i relativi rapporti finanziari. L’integrazione sociosanitaria è valore primario e obiettivo strategico del sistema regionale di welfare. E’ fattore fondamentale di qualificazione dell’offerta dei servizi e delle prestazioni sociosanitarie in quanto consente di organizzare interventi di risposta ai bisogni fondati sul riconoscimento innovativo della persona nella sua globalità e rapportata al suo contesto di vita, generando una maggiore efficacia di cura e un uso più efficiente delle risorse. L’integrazione istituzionale ne costituisce la premessa, assicurando, in maniera unitaria, la funzione di governance del sistema di welfare nell’ambito della pianificazione e degli indirizzi regionali nonché del coordinamento di livello intermedio spettante alla Conferenza Territoriale Sociale e Sanitaria, secondo i principi ora delineati nel vigente Piano Sociale e Sanitario. Il governo del sistema di welfare locale e il coordinamento delle politiche sociali, sociosanitarie e sanitarie a livello territoriale, spettano, poi, al Comitato di Distretto che agisce il ruolo strategico di indirizzo, programmazione, governo delle risorse e regolazione dell’accesso al sistema sociosanitario integrato in ambito distrettuale attraverso gli strumenti del “Piano di Zona per la salute e il benessere sociale”, a valenza triennale, del “Programma Attuativo Annuale” a valenza annuale/biennale, del “Piano Annuale delle Attività per la Non Autosufficienza” e del “Piano integrato territoriale dei servizi pubblici del lavoro, sociali e sanitari” di cui alla LR 14/2015. Il Comitato di Distretto individua, con apposito regolamento, i propri meccanismi di funzionamento. All’esercizio delle funzioni di governo, spettanti al Comitato di Distretto, così come definite dalle Legge Regionali n. 19/1994 e n. 29/2004, partecipa il Direttore di Distretto che, coerentemente agli indirizzi di programmazione e nel rispetto dei vincoli economico- finanziari, collabora alla programmazione ricerca pubblica connotato dalla specificità delle attività territorialiper assicurare attrattività, definendo le caratteristiche quali-quantitative dei servizi offerti nel territoriomeritocrazia, proponendo una committenza coerente con la domanda espressa dalla popolazione di riferimento, individuando forme di organizzazione dei servizi, di erogazione delle prestazioni flessibilità e di acquisizione delle risorse adeguate a massimizzare la qualità, l’efficienza e l’efficacia dei processi di produzione dell’assistenza e orientate a garantire, altresì, l’assistenza primaria, la continuità delle cure e l’integrazione ospedale-territorio. Per l’esercizio delle proprie competenze, il Comitato di Distretto si avvale dell’Ufficio di Piano, struttura tecnico gestionale comune ad EELL ed AUSL, quale supporto tecnico ed organizzativo alle funzioni di programmazione, regolazione e controllo del sistema integrato dei servizi sociali, sociosanitari e sanitari più direttamente connessi con l’area dell’integrazione in ambito distrettuale. Per l'esercizio delle rispettive competenze nell'attuazione della programmazione di ambito distrettuale e nella gestione operativa delle azioni e degli interventi sociali a rilevanza sanitaria, sanitari a rilevanza sociale e sociosanitari ad elevata integrazione sanitaria, ivi delineati, gli EELL e l'AUSL, che concorrono alla definizione del presente atto, individuano e scelgono la gestione associata quale forma e modalità adeguata alla piena e fattiva realizzazione dell'integrazione sociosanitaria. Ciò premesso, si conviene quanto segue:mobilità.

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Samples: Atto Di Indirizzo Per Il Rinnovo Contrattuale Del Triennio 2019 2021 Per Il Personale Del Comparto Dell’istruzione E Della Ricerca, Atto Di Indirizzo Per Il Rinnovo Contrattuale Del Triennio 2019 2021 Per Il Personale Del Comparto Dell’istruzione E Della Ricerca

PREMESSA. L’integrazione sociosanitaria Lo sviluppo della politica fiscale nonché le linee generali e gli obiettivi della gestione tributaria sono basati sulle linee programmatiche del Documento di economia e finanza anno 2016, sull’Atto di indirizzo per il conseguimento degli obiettivi di politica fiscale per il triennio 2017-2019, nonché sulle indicazioni contenute nei rapporti presentati nel 2016 dal FMI e dall’OCSE relativi allo stato dell’amministrazione finanziaria italiana. Fin dal 2015 l’Agenzia ha avviato un percorso volto a ridefinire il rapporto tra Amministrazione finanziaria e contribuente, improntato a un radicale cambiamento culturale di medio-lungo periodo: il cosiddetto “cambia verso”. Il percorso intrapreso porta ad individuare nella compliance la parola chiave su cui fondare la futura strategia dell’Agenzia e a rivedere, in un’ottica più evoluta, il rapporto con il contribuente, che non dovrà più essere considerato un “oggetto” di controllo, ma un “soggetto” cui prestare ascolto e fornire assistenza. Il Piano si ispira all’orientamento strategico degli ultimi anni e si muove all’interno del percorso che ha condotto - già con l’adozione dei Piani contenuti nelle Convenzioni 2016- 2018 - ad una maggiore semplificazione e flessibilità dell’azione dell’amministrazione fiscale. A questo fine l’Agenzia è rivolta orientata a soddisfare bisogni potenziare le modalità di salute dialogo preventivo, invertendo la tradizionale azione di controllo che richiedono contestualmente prestazioni sanitarie ed in precedenza veniva concepita quasi esclusivamente a posteriori. Il nuovo assunto di partenza è che il contribuente, grazie alla vicinanza dell’amministrazione, deve essere posto in grado di assolvere correttamente ai propri obblighi tributari e, laddove necessario, di correggere gli errori commessi e prevenire errori futuri, innescando una spirale virtuosa di collaborazione. Tale strategia è stata orientata tenendo conto delle principali disposizioni normative di natura fiscale emanate nell’ultimo biennio, con l’obiettivo di facilitare gli adempimenti tributari anche grazie all’impiego di nuove e più avanzate forme di comunicazione con il contribuente e il riassetto dei servizi di assistenza, consulenza e controllo. Gli strumenti della deterrenza non verranno abbandonati, ma saranno utilizzati solo nei confronti di quei soggetti che cercano di sottrarsi volontariamente ai propri doveri nei confronti della collettività e, in tali frangenti, si metteranno in campo le adeguate azioni di protezione socialecontrasto. I nuovi Piani delle agenzie fiscali, anche in linea con la precedente struttura, prevedono tre livelli di lungo periodopianificazione: le Aree Strategiche di intervento che descrivono gli ambiti di attività delle agenzie fiscali ed individuano le priorità politiche perseguite (Servizi, sulla base Prevenzione e Contrasto); gli obiettivi che rappresentano le azioni concrete attraverso le quali le priorità politiche vengono declinate; infine, gli indicatori volti a misurare il grado di progetti personalizzati redatti sulla scorta conseguimento degli obiettivi in funzione dei relativi target. Rispetto ai Piani contenuti nelle Convenzioni precedenti, è stato introdotto un prospetto in cui si dà evidenza della Stima degli effetti e degli impatti delle azioni stabilite in Convenzione sia sul bilancio dello Stato sia sul tax gap. Di seguito sono elencati gli obiettivi operativi articolati nelle tre aree strategiche di valutazioni multidimensionali. Sia a livello regionale che di ambito distrettuale sono stati sviluppati negli anni numerosi strumenti di programmazioneattività dell’Agenzia (Servizi, che devono necessariamente essere tra loro raccordati e che sono: • il Piano Sociale e Sanitario; • il Piano Regionale per la Prevenzione, • le linee annuali di programmazione Contrasto), correlati agli obiettivi strategici e finanziamento del SSR; • le linee di programmazione regionale integrata dei servizi pubblici del lavoro, sociali e sanitari, previste dalla L.R. n.14/2015. Si richiama, in appendice, la normativa che delinea tale impianto programmatorio e l’assetto previsto per la sua attuazione, quale parte integrante della presente convenzione. Il presupposto su cui poggia la definizione di integrazione origina dalla considerazione che esistono situazioni peculiari della vita della persona che richiedono necessariamente un intervento finalizzato a soddisfare globalmente la contestuale esigenza del soggetto di un bisogno sanitario e di un bisogno sociale. Ai sensi della richiamata LR n. 2/2003: - i Comuni sono titolari delle funzioni amministrative e dei compiti di programmazione, progettazione e realizzazione del sistema locale dei servizi sociali a rete, dell'erogazione dei servizi e delle prestazioni sociali, nonché delle altre funzioni e compiti loro conferiti dalla legislazione statale e regionale; - l’Azienda USL assicura, attraverso le risorse finanziarie pubbliche, i livelli essenziali e uniformi di assistenza definiti dal Piano sanitario nazionale nel rispetto dei principi della dignità della persona umana, del bisogno di salute, dell’equità nell’accesso all’assistenza, della qualità delle cure e della loro appropriatezza riguardo alle specifiche esigenze nonché dell’economicità nell’impiego delle risorse; - le attività ad integrazione socio-sanitaria sono volte a soddisfare le esigenze di tutela della salute, di recupero e mantenimento delle autonomie personali, d'inserimento sociale e miglioramento delle condizioni di vita, anche mediante prestazioni a carattere prolungato e si distinguono in: a) prestazioni sanitarie a rilevanza sociale, comprensive di quelle connotate da elevata integrazione sanitaria, assicurate dalle Aziende unità sanitarie locali; b) prestazioni sociali a rilevanza sanitaria, assicurate dai Comuni; - i Comuni e le Aziende unità sanitarie locali individuano, nell'ambito degli accordi di integrazione socio-sanitaria, i modelli organizzativi e gestionali, fondati sull'integrazione professionale delle rispettive competenze, ed i ai relativi rapporti finanziari. L’integrazione sociosanitaria è valore primario e obiettivo strategico del sistema regionale di welfare. E’ fattore fondamentale di qualificazione dell’offerta dei servizi e delle prestazioni sociosanitarie in quanto consente di organizzare interventi di risposta ai bisogni fondati sul riconoscimento della persona nella sua globalità e rapportata al suo contesto di vita, generando una maggiore efficacia di cura e un uso più efficiente delle risorse. L’integrazione istituzionale ne costituisce la premessa, assicurando, in maniera unitaria, la funzione di governance del sistema di welfare nell’ambito della pianificazione e degli indirizzi regionali nonché del coordinamento di livello intermedio spettante alla Conferenza Territoriale Sociale e Sanitaria, secondo i principi ora delineati nel vigente Piano Sociale e Sanitario. Il governo del sistema di welfare locale e il coordinamento delle politiche sociali, sociosanitarie e sanitarie a livello territoriale, spettano, poi, al Comitato di Distretto che agisce il ruolo strategico di indirizzo, programmazione, governo delle risorse e regolazione dell’accesso al sistema sociosanitario integrato in ambito distrettuale attraverso gli strumenti del “Piano di Zona per la salute e il benessere sociale”, a valenza triennale, del “Programma Attuativo Annuale” a valenza annuale/biennale, del “Piano Annuale delle Attività per la Non Autosufficienza” e del “Piano integrato territoriale dei servizi pubblici del lavoro, sociali e sanitari” di cui alla LR 14/2015. Il Comitato di Distretto individua, con apposito regolamento, i propri meccanismi di funzionamento. All’esercizio delle funzioni di governo, spettanti al Comitato di Distretto, così come definite dalle Legge Regionali n. 19/1994 e n. 29/2004, partecipa il Direttore di Distretto che, coerentemente agli indirizzi di programmazione e nel rispetto dei vincoli economico- finanziari, collabora alla programmazione delle attività territoriali, definendo le caratteristiche quali-quantitative dei servizi offerti nel territorio, proponendo una committenza coerente con la domanda espressa dalla popolazione di riferimento, individuando forme di organizzazione dei servizi, di erogazione delle prestazioni e di acquisizione delle risorse adeguate a massimizzare la qualità, l’efficienza e l’efficacia dei processi di produzione dell’assistenza e orientate a garantire, altresì, l’assistenza primaria, la continuità delle cure e l’integrazione ospedale-territorio. Per l’esercizio delle proprie competenze, il Comitato di Distretto si avvale dell’Ufficio di Piano, struttura tecnico gestionale comune ad EELL ed AUSL, quale supporto tecnico ed organizzativo alle funzioni di programmazione, regolazione e controllo del sistema integrato dei servizi sociali, sociosanitari e sanitari più direttamente connessi con l’area dell’integrazione in ambito distrettuale. Per l'esercizio delle rispettive competenze nell'attuazione della programmazione di ambito distrettuale e nella gestione operativa delle azioni e degli interventi sociali a rilevanza sanitaria, sanitari a rilevanza sociale e sociosanitari ad elevata integrazione sanitaria, ivi delineati, gli EELL e l'AUSL, che concorrono alla definizione del presente atto, individuano e scelgono la gestione associata quale forma e modalità adeguata alla piena e fattiva realizzazione dell'integrazione sociosanitaria. Ciò premesso, si conviene quanto segue:indicatori.

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Samples: Convenzione Triennale Per Gli Esercizi 2017 2019, Convenzione Triennale Per Gli Esercizi 2017 2019

PREMESSA. L’integrazione sociosanitaria è rivolta a soddisfare bisogni L’ANCE Napoli e le Organizzazioni Sindacali dei lavoratori FeNEAL UIL, FILCA CISL e FILLEA CGIL, convengono per l’area metropolitana di salute che richiedono contestualmente prestazioni sanitarie ed azioni Napoli, con il presente Contratto Integrativo Provinciale di protezione socialeLavoro, anche di lungo periodofar proprio lo spirito, sulla le finalità e gli indirizzi in tema di relazioni sindacali attribuendo alla autonomia collettiva delle parti una funzione primaria per la gestione delle relazioni di lavoro mediante lo sviluppo del metodo partecipativo, ai diversi livelli e con diversi strumenti, al quale le parti riconoscono ruolo essenziale. La stipula del Contratto Integrativo Provinciale costituisce una base di progetti personalizzati redatti sulla scorta confronto tra le parti sindacali, le committenze pubbliche e private ed ha l’intento di valutazioni multidimensionalidefinire regolamenti e sistemi di controllo anche per quanto concerne il monitoraggio della corretta attuazione di direttive e norme afferenti la legalità e la regolarità nel settore. Sia In particolare, le Parti rinnovano l’impegno a livello regionale favorire i processi legati alla sicurezza nei luoghi di lavoro e si impegnano ad avviare, quanto prima, il “protocollo d’intesa per il potenziamento della legalità e della sicurezza del lavoro nel settore dell’edilizia”, attraverso la messa a regime del Sistema Informatico Notifiche Preliminari (SINOP). Le Parti, inoltre, si impegnano a proseguire il lavoro avviato con il protocollo con gli Enti Bilaterali e l’ANPAL servizi per favorire l’aumento degli occupati nel settore, alla luce della fase di rilancio dello stesso, e ribadiscono l’importanza e la funzione strategica della Borsa Lavoro Edile Nazionale (XXXX.xx), impegnandosi a continuare il lavoro di monitoraggio e potenziamento della stessa. Questo integrativo provinciale non trascura il modello della green economy, cui bisogna tendere sia in termini di innovazione tecnologica che di ambito distrettuale processo del prodotto. Le Parti convengono che sostenibilità ambientale, rigenerazione urbana e territoriale, infrastrutturazione materiale ed immateriale sono stati sviluppati negli anni numerosi le linee guida su cui far convergere le iniziative, le attività e le risorse della bilateralità, in primo luogo attraverso il Centro di Formazione e Sicurezza. Il contratto integrativo provinciale è adeguato ai nuovi strumenti di programmazionewelfare come il Fondo Prepensionamenti, il Fondo Incentivo all’Occupazione (FIO), il Fondo Prevedi ed, in particolare, il Fondo Sanedil. Le Parti si impegnano, quindi, a promuovere sempre di più l’utilizzo del Fondo Sanedil, dopo i primi due anni di start up dell’iniziativa. Per quanto riguarda la gestione della bilateralità le Parti si impegnano ad assicurare il rispetto delle regole di gestione degli Enti Bilaterali stabilite nel CCNL. Le Parti rinnovano il loro impegno a lavorare per ridurre, ed auspicabilmente azzerare, gli infortuni sul lavoro promuovendo le attività di consulenza ed assistenza alle imprese ed ai lavoratori all’interno dei cantieri edili, attraverso il sistema bilaterale. Le Parti denunciano, tuttavia, che devono necessariamente essere larga parte degli infortuni avvengono al di fuori dell’applicazione del contratto collettivo edile. Le Parti rinnovano quindi la richiesta di concentrare i controlli sul dumping contrattuale e sull’evasione delle regole sulla sicurezza sul lavoro sottoscritte dalle Parti sociali nazionali. Le Parti si impegnano quindi a promuovere lo sviluppo del settore, in quanto lo sviluppo dell’edilizia porta immediatamente una crescita diffusa dell’occupazione. Con riferimento all’occupazione, le Parti richiedono alle Istituzioni di contrastare i “contratti pirata” e di riconoscere il valore della contrattazione collettiva tra loro raccordati le organizzazioni comparativamente più rappresentative. Le Parti si impegnano a promuovere l’adozione di un “Patto di cantiere” nel quale tutte le imprese e tutti i lavoratori si impegnino ad adottare comportamenti adeguati e a seguire scrupolosamente le misure di prevenzione con la collaborazione di istituzioni e organismi di controllo, attraverso il supporto degli Enti bilaterali di settore. Viene, come è logico che sono: • sia, riconosciuta la centralità nel contratto dell’Elemento Variabile della Retribuzione, quale unico strumento utile per adeguare il Piano Sociale e Sanitariocosto del lavoro alla congiuntura economica; • il Piano Regionale per al riguardo si concorda che la Prevenzione, • le linee annuali commissione di programmazione e finanziamento del SSR; • le linee di programmazione regionale integrata dei servizi pubblici del lavoro, sociali e sanitariche ha profuso il proprio impegno nella riscrittura del testo contrattuale, previste dalla L.R. n.14/2015. Si richiamasi adoperi per un monitoraggio costante dell’istituto in parola, in appendice, la normativa che delinea tale impianto programmatorio e l’assetto previsto per la sua attuazione, quale parte integrante della presente convenzione. Il presupposto su cui poggia la definizione al fine di integrazione origina dalla considerazione che esistono situazioni peculiari della vita della persona che richiedono necessariamente un intervento finalizzato a soddisfare globalmente la contestuale esigenza del soggetto di un bisogno sanitario e di un bisogno sociale. Ai sensi della richiamata LR n. 2/2003: - i Comuni sono titolari delle funzioni amministrative e dei compiti di programmazione, progettazione e realizzazione del sistema locale dei servizi sociali a rete, dell'erogazione dei servizi e delle prestazioni sociali, nonché delle altre funzioni e compiti loro conferiti dalla legislazione statale e regionale; - l’Azienda USL assicura, attraverso valutare le risorse finanziarie pubbliche, i livelli essenziali e uniformi di assistenza definiti dal Piano sanitario nazionale nel rispetto dei principi della dignità della persona umana, del bisogno di salute, dell’equità nell’accesso all’assistenza, della qualità delle cure e della loro appropriatezza riguardo alle specifiche esigenze nonché dell’economicità nell’impiego delle risorse; - le attività ad integrazione socio-sanitaria sono volte a soddisfare le esigenze di tutela della salute, di recupero e mantenimento delle autonomie personali, d'inserimento sociale e miglioramento delle condizioni di vita, anche mediante prestazioni a carattere prolungato e si distinguono in: a) prestazioni sanitarie a rilevanza sociale, comprensive di quelle connotate da elevata integrazione sanitaria, assicurate dalle Aziende unità sanitarie locali; b) prestazioni sociali a rilevanza sanitaria, assicurate dai Comuni; - i Comuni ricadute sulla collettività e le Aziende unità sanitarie locali individuano, nell'ambito degli accordi di integrazione socio-sanitaria, i modelli organizzativi e gestionali, fondati sull'integrazione professionale delle rispettive competenze, migliorie da apportare per renderlo sempre adeguato ed i relativi rapporti finanziari. L’integrazione sociosanitaria è valore primario e obiettivo strategico del sistema regionale di welfare. E’ fattore fondamentale di qualificazione dell’offerta dei servizi e delle prestazioni sociosanitarie in quanto consente di organizzare interventi di risposta ai bisogni fondati sul riconoscimento della persona nella sua globalità e rapportata al suo linea con il contesto di vita, generando una maggiore efficacia di cura e un uso più efficiente delle risorse. L’integrazione istituzionale ne costituisce la premessa, assicurando, in maniera unitaria, la funzione di governance del sistema di welfare nell’ambito della pianificazione e degli indirizzi regionali nonché del coordinamento di livello intermedio spettante alla Conferenza Territoriale Sociale e Sanitaria, secondo i principi ora delineati nel vigente Piano Sociale e Sanitario. Il governo del sistema di welfare locale e il coordinamento delle politiche sociali, sociosanitarie e sanitarie a livello territoriale, spettano, poi, al Comitato di Distretto che agisce il ruolo strategico di indirizzo, programmazione, governo delle risorse e regolazione dell’accesso al sistema sociosanitario integrato in ambito distrettuale attraverso gli strumenti del “Piano di Zona per la salute e il benessere sociale”, a valenza triennale, del “Programma Attuativo Annuale” a valenza annuale/biennale, del “Piano Annuale delle Attività per la Non Autosufficienza” e del “Piano integrato territoriale dei servizi pubblici del lavoro, sociali e sanitari” di cui alla LR 14/2015. Il Comitato di Distretto individua, con apposito regolamento, i propri meccanismi di funzionamento. All’esercizio delle funzioni di governo, spettanti al Comitato di Distretto, così come definite dalle Legge Regionali n. 19/1994 e n. 29/2004, partecipa il Direttore di Distretto che, coerentemente agli indirizzi di programmazione e nel rispetto dei vincoli economico- finanziari, collabora alla programmazione delle attività territoriali, definendo le caratteristiche quali-quantitative dei servizi offerti nel territorio, proponendo una committenza coerente con la domanda espressa dalla popolazione di riferimento, individuando forme di organizzazione dei servizi, di erogazione delle prestazioni e di acquisizione delle risorse adeguate a massimizzare la qualità, l’efficienza e l’efficacia dei processi di produzione dell’assistenza e orientate a garantire, altresì, l’assistenza primaria, la continuità delle cure e l’integrazione ospedale-territorio. Per l’esercizio delle proprie competenze, il Comitato di Distretto si avvale dell’Ufficio di Piano, struttura tecnico gestionale comune ad EELL ed AUSL, quale supporto tecnico ed organizzativo alle funzioni di programmazione, regolazione e controllo del sistema integrato dei servizi sociali, sociosanitari e sanitari più direttamente connessi con l’area dell’integrazione in ambito distrettuale. Per l'esercizio delle rispettive competenze nell'attuazione della programmazione di ambito distrettuale e nella gestione operativa delle azioni e degli interventi sociali a rilevanza sanitaria, sanitari a rilevanza sociale e sociosanitari ad elevata integrazione sanitaria, ivi delineati, gli EELL e l'AUSL, che concorrono alla definizione del presente atto, individuano e scelgono la gestione associata quale forma e modalità adeguata alla piena e fattiva realizzazione dell'integrazione sociosanitaria. Ciò premesso, si conviene quanto segue:economico.

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Samples: Accordo Per Il Rinnovo Del Contratto Integrativo Provinciale Di Napoli, Accordo Per Il Rinnovo Del Contratto Integrativo Provinciale Di Napoli

PREMESSA. L’integrazione sociosanitaria Il presente Accordo si prefigge lo scopo di portare a piena attuazione le leggi e le direttive nazionali e regionali previste per l’integrazione culturale e sociale delle persone disabili. In particolare, i sottoscrittori del presente Accordo intendono promuovere reali condizioni per assicurare agli alunni con disabilità effettive opportunità d’integrazione scolastica e d’inclusione sociale Il raggiungimento di tale obiettivo è rivolta finalizzato a soddisfare bisogni promuovere una cultura dell’integrazione che richiede impegno, ricerca, responsabilità e innovazione da parte di salute tutti i soggetti coinvolti. Una cultura inclusiva presuppone la realizzazione di un sistema integrato di interventi e servizi scolastici, educativi, sanitari e sociali così come richiamato nella legge quadro 8 novembre 2000 L. n. 3281 che richiedono contestualmente prestazioni sanitarie ed azioni di protezione ha promosso la riforma dello stato sociale, anche di lungo periodo, sulla base di progetti personalizzati redatti sulla scorta di valutazioni multidimensionali. Sia a A livello regionale si è data attuazione alla legge 328 con la legge 12 marzo 2003 n. 2 e con successivi provvedimenti regionali in cui si ribadisce l'esigenza imprescindibile di una programmazione coordinata degli interventi per l'integrazione scolastica e sociale degli alunni disabili. In questo senso, una scuola che persegue l’integrazione è una scuola migliore per tutti perché determina forme più avanzate di ambito distrettuale sono stati sviluppati negli anni numerosi strumenti di programmazione, che devono necessariamente essere tra loro raccordati crescita culturale e che sono: • il Piano Sociale e Sanitario; • il Piano Regionale personale. Quanto affermato per la Prevenzionescuola, vale naturalmente anche per la più vasta comunità sociale e civile. L’adulto (genitore, insegnante, terapista, educatore, assistente, …) che opera a fianco di alunni con disabilità non deve percepirsi come “stampella” della persona disabile, ma piuttosto sentirsi artefice di un processo che educa all’autonomia , all’indipendenza e alla realizzazione personale. L ’OMS nel sistema Internazionale di Classificazione del Funzionamento, della Disabilità e della Salute (ICF, 2002) sottolinea che la salute dipende da fattori individuali e soprattutto contestuali. Le condizioni ambientali determinano in positivo o in negativo il progetto di crescita e di vita di una persona con disabilità: il contesto , infatti, è il principale fattore di inclusione o di esclusione. Alle istituzioni e, in particolare, agli operatori spetta il compito di ridurre le linee annuali situazioni di programmazione disagio e finanziamento del SSR; • le linee di programmazione regionale integrata sfavore, promuovendo la partecipazione e il coinvolgimento dei servizi pubblici del diversamente abili in famiglia, a scuola, nello sport, nel lavoro, sociali nel tempo libero. La disabilità, infatti, rappresenta una ragione di confronto e sanitaridi impegno dell’intera comunità , previste dalla L.R. n.14/2015. Si richiamanon può essere assunta con comportamenti di delega o di rinuncia, in appendicema con atteggiamenti di reciproca responsabilità, la normativa che delinea tale impianto programmatorio e l’assetto previsto per la sua attuazione, quale parte integrante della presente convenzionenel rispetto di quanto definito nel Piano Educativo Individualizzato (PEI)2. Il presupposto su cui poggia presente Accordo intende dare attuazione ai principi della Convenzione sui diritti delle persone con disabilità votata dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite il 13 dicembre 2006 e fatta propria dallo Stato italiano con la definizione legge 3 marzo 2009, n.18. Recepisce altresì le indicazioni contenute nelle Linee guida sull’integrazione scolastica degli alunni con disabilità del 4 agosto 2009. L’integrazione non è un fatto acquisito, ma una conquista continua; un percorso che si realizza solo attraverso l’organizzazione di integrazione origina dalla considerazione diversi contesti: famiglia, scuola, autonomie locali, associazionismo, privato sociale. I bambini e i ragazzi con disabilità chiedono la presenza di adulti e coetanei che esistono situazioni peculiari della vita della persona che richiedono necessariamente un intervento finalizzato a soddisfare globalmente la contestuale esigenza del soggetto provino il piacere di un bisogno sanitario vivere e di un bisogno socialelavorare con loro. Ai sensi della richiamata LR n. 2/2003: - i Comuni sono titolari delle funzioni amministrative e dei compiti di programmazione, progettazione e realizzazione del sistema locale dei servizi sociali a rete, dell'erogazione dei servizi e delle prestazioni sociali, nonché delle altre funzioni e compiti loro conferiti dalla legislazione statale e regionale; - l’Azienda USL assicura, attraverso le risorse finanziarie pubbliche, i livelli essenziali e uniformi di assistenza definiti dal Piano sanitario nazionale nel rispetto dei principi della dignità della persona umana, del bisogno di salute, dell’equità nell’accesso all’assistenza, della qualità delle cure e della loro appropriatezza riguardo alle specifiche esigenze nonché dell’economicità nell’impiego delle risorse; - le attività ad integrazione socio-sanitaria sono volte a soddisfare le esigenze di tutela della salute, di recupero e mantenimento delle autonomie personali, d'inserimento sociale e miglioramento delle condizioni di vita, anche mediante prestazioni a carattere prolungato e si distinguono in: a) prestazioni sanitarie a rilevanza sociale, comprensive di quelle connotate da elevata integrazione sanitaria, assicurate dalle Aziende unità sanitarie locali; b) prestazioni sociali a rilevanza sanitaria, assicurate dai Comuni; - i Comuni e le Aziende unità sanitarie locali individuano, nell'ambito degli accordi di integrazione socio-sanitaria, i modelli organizzativi e gestionali, fondati sull'integrazione professionale delle rispettive competenze, ed i relativi rapporti finanziari. L’integrazione sociosanitaria è valore primario e obiettivo strategico del sistema regionale di welfare. E’ fattore fondamentale di qualificazione dell’offerta dei servizi e delle prestazioni sociosanitarie in quanto consente di organizzare interventi di risposta ai bisogni fondati sul riconoscimento della Accogliere la persona nella sua globalità e rapportata al suo contesto unicità significa accettarne i limiti, ma soprattutto valorizzarne i potenziali aprendosi alla dignità di vita, generando una maggiore efficacia di cura e un uso più efficiente delle risorse. L’integrazione istituzionale ne costituisce la premessa, assicurando, in maniera unitaria, la funzione di governance del sistema di welfare nell’ambito della pianificazione e degli indirizzi regionali nonché del coordinamento di livello intermedio spettante alla Conferenza Territoriale Sociale e Sanitaria, secondo i principi ora delineati nel vigente Piano Sociale e Sanitario. Il governo del sistema di welfare locale e il coordinamento delle politiche sociali, sociosanitarie e sanitarie a livello territoriale, spettano, poi, al Comitato di Distretto che agisce il ruolo strategico di indirizzo, programmazione, governo delle risorse e regolazione dell’accesso al sistema sociosanitario integrato in ambito distrettuale attraverso gli strumenti del “Piano di Zona per la salute e il benessere sociale”, a valenza triennale, del “Programma Attuativo Annuale” a valenza annuale/biennale, del “Piano Annuale delle Attività per la Non Autosufficienza” e del “Piano integrato territoriale dei servizi pubblici del lavoro, sociali e sanitari” di cui alla LR 14/2015. Il Comitato di Distretto individua, con apposito regolamento, i propri meccanismi di funzionamento. All’esercizio delle funzioni di governo, spettanti al Comitato di Distretto, così come definite dalle Legge Regionali n. 19/1994 e n. 29/2004, partecipa il Direttore di Distretto che, coerentemente agli indirizzi di programmazione e nel rispetto dei vincoli economico- finanziari, collabora alla programmazione delle attività territoriali, definendo le caratteristiche quali-quantitative dei servizi offerti nel territorio, proponendo una committenza coerente con la domanda espressa dalla popolazione di riferimento, individuando forme di organizzazione dei servizi, di erogazione delle prestazioni e di acquisizione delle risorse adeguate a massimizzare la qualità, l’efficienza e l’efficacia dei processi di produzione dell’assistenza e orientate a garantire, altresì, l’assistenza primaria, la continuità delle cure e l’integrazione ospedale-territorio. Per l’esercizio delle proprie competenze, il Comitato di Distretto si avvale dell’Ufficio di Piano, struttura tecnico gestionale comune ad EELL ed AUSL, quale supporto tecnico ed organizzativo alle funzioni di programmazione, regolazione e controllo del sistema integrato dei servizi sociali, sociosanitari e sanitari più direttamente connessi con l’area dell’integrazione in ambito distrettuale. Per l'esercizio delle rispettive competenze nell'attuazione della programmazione di ambito distrettuale e nella gestione operativa delle azioni e degli interventi sociali a rilevanza sanitaria, sanitari a rilevanza sociale e sociosanitari ad elevata integrazione sanitaria, ivi delineati, gli EELL e l'AUSL, che concorrono alla definizione del presente atto, individuano e scelgono la gestione associata quale forma e modalità adeguata alla piena e fattiva realizzazione dell'integrazione sociosanitaria. Ciò premesso, si conviene quanto segue:ciascuno.

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PREMESSA. L’integrazione sociosanitaria Da qualche tempo nel Sistema Italia, va facendosi strada la consapevolezza che occorre fare tutti di più per la ricerca, in quanto fattore strategico per “la modernizzazione del Paese ed il sostegno alla competitività del sistema industriale nazionale”. In particolare, nei Programmi di ricerca comunitari e nazionali sta crescendo l’attenzione per la ricerca di base e applicata nei settori delle: biotecnologie, nanotecnologie, tecnologie dell’informazione e della comunicazione. Infatti Bioscienza, Nanoscienza ed Infoscienza, opportunamente orientate dall’etica dei valori, tendono a caratterizzarsi come i motori della crescita e dello sviluppo sostenibile nei prossimi decenni. Dalle analisi di studiosi ed analisti delle organizzazioni internazionali si evince che almeno due sono le ragioni che caratterizzano i settori industriali incardinati su Bioscienza, Nanoscienza ed Infoscienza, come motori della crescita economica: • il valore aggiunto e l’occupazione crescono con ritmi di almeno tre volte superiori al tasso di crescita industriale totale, in quanto settori high-tech; • i beni, i servizi, le conoscenze e le tecnologie offerte da questi settori hightech impattano positivamente sul sistema produttivo esistente con guadagni di produttività e di capacità nell’innovazione dei prodotti, dei processi e delle organizzazioni. Questo impatto è rivolta già visibile nel modo in cui le ICT stanno profondamente modificando le imprese, i settori industriali esistenti e la loro organizzazione sul mercato globale. Peraltro, le interdipendenze tra Bioscienza, Nanoscienza ed Infoscienza contribuiranno ad accrescere l’intensità dei cambiamenti strutturali sui sistemi economici e sociali. I mercati di queste industrie sono di rilevantissime dimensioni e di alta specializzazione, non aggredibili senza un retroterra di competenze scientifiche. Le nanotecnologie e le microtecnologie prospettano nuovi orizzonti per una pluralità di applicazioni: nuovi dispositivi elettronici, nuovi mezzi diagnostici e terapeutici, nuovi materiali con proprietà strutturali e funzionali che consentono di ottimizzare la progettazione e la fabbricazione di componenti con particolare riguardo agli aspetti di sicurezza, affidabilità, riciclabilità, sviluppo di processi rispettosi dell’ambiente, risparmio energetico. Vi sono però delle alte barriere d’entrata che il nostro sistema imprenditoriale e della ricerca trova, oggi, nel processo di appropriazione delle conoscenze di base e applicazioni tecnologiche nei suddetti settori di frontiera. A tal proposito, pertanto è indispensabile un impegno maggiore che nel passato, non solo dal punto di vista finanziario, ma anche organizzativo, che parta da forti momenti di collaborazione e coordinamento tra Stato, Regione, Università, Centri di ricerca e, imprese e sistema finanziario. Nel Veneto esistono elevate competenze nella ricerca di base e applicata alle biotecnologie, alle nanotecnologie e alle tecnologie dell’informazione, le quali possono essere potenziate con adeguati finanziamenti, allo scopo di aumentare le conoscenze in tali campi e permetterne un maggiore e più ampio utilizzo in campo industriale, e questo al fine di qualificare le nostre strutture imprenditoriali a livello internazionale, e soddisfare bisogni una domanda nazionale ed internazionale. Alcune branche della ricerca possono infatti svolgere una funzione di salute volano per un insieme di attività collaterali, generando effetti positivi anche sull’economia e sull’occupazione, in una fase in cui i tradizionali settori industriali e/o paradigmi produttivi dimostrano di aver esaurito il loro ciclo propulsivo. Per tali motivi, oggi più che richiedono contestualmente prestazioni sanitarie ed azioni di protezione socialemai, è indispensabile puntare sullo sviluppo scientifico e tecnologico, che può scaturire dalla ricerca applicata. In questo quadro, va segnalata la decennale attenzione della Regione del Veneto per la ricerca, anche di lungo periodobase e, sulla base di progetti personalizzati redatti sulla scorta di valutazioni multidimensionali. Sia a livello regionale che di ambito distrettuale sono stati sviluppati negli anni numerosi strumenti di programmazionesoprattutto, il trasferimento delle conoscenze in applicazioni produttive, che devono necessariamente essere ha prodotto numerose esperienze di attività congiunta, tra loro raccordati i soggetti sopra menzionati, nei campi della ricerca, della sperimentazione industriale e dello spin- off. Strategia che sono: • trova conferme anche nell’attuale emanando Programma Regionale di Sviluppo (PRS). Gli obiettivi da tempo perseguiti sono principalmente rappresentati dalla creazione del network tra Poli e Nodi scientifici e la previsione di azioni di interfaccia con il Piano Sociale e Sanitario; • il Piano Regionale sistema produttivo, anche al fine di sostenere le necessarie fasi di “incubazione” di imprese innovative, necessarie per la Prevenzione, • le linee annuali di programmazione e finanziamento del SSR; • le linee di programmazione regionale integrata dei servizi pubblici del lavoro, sociali e sanitari, previste dalla L.R. n.14/2015. Si richiama, in appendice, la normativa piccola dimensione delle unità produttive che delinea tale impianto programmatorio e l’assetto previsto per la sua attuazione, quale parte integrante della presente convenzione. Il presupposto su cui poggia la definizione di integrazione origina dalla considerazione che esistono situazioni peculiari della vita della persona che richiedono necessariamente un intervento finalizzato a soddisfare globalmente la contestuale esigenza del soggetto di un bisogno sanitario e di un bisogno sociale. Ai sensi della richiamata LR n. 2/2003: - i Comuni sono titolari delle funzioni amministrative e dei compiti di programmazione, progettazione e realizzazione del sistema locale dei servizi sociali a rete, dell'erogazione dei servizi e delle prestazioni sociali, nonché delle altre funzioni e compiti loro conferiti dalla legislazione statale e regionale; - l’Azienda USL assicura, attraverso le risorse finanziarie pubbliche, i livelli essenziali e uniformi di assistenza definiti dal Piano sanitario nazionale nel rispetto dei principi della dignità della persona umana, del bisogno di salute, dell’equità nell’accesso all’assistenza, della qualità delle cure e della loro appropriatezza riguardo alle specifiche esigenze nonché dell’economicità nell’impiego delle risorse; - le attività ad integrazione socio-sanitaria sono volte a soddisfare le esigenze di tutela della salute, di recupero e mantenimento delle autonomie personali, d'inserimento sociale e miglioramento delle condizioni di vita, anche mediante prestazioni a carattere prolungato e si distinguono in: a) prestazioni sanitarie a rilevanza sociale, comprensive di quelle connotate da elevata integrazione sanitaria, assicurate dalle Aziende unità sanitarie locali; b) prestazioni sociali a rilevanza sanitaria, assicurate dai Comuni; - i Comuni e le Aziende unità sanitarie locali individuano, nell'ambito degli accordi di integrazione socio-sanitaria, i modelli organizzativi e gestionali, fondati sull'integrazione professionale delle rispettive competenze, ed i relativi rapporti finanziari. L’integrazione sociosanitaria è valore primario e obiettivo strategico del sistema regionale di welfareconnota il nostro tessuto economico. E’ fattore fondamentale di qualificazione dell’offerta dei servizi indubbio che il sistema veneto, per competenze industriali e delle prestazioni sociosanitarie in quanto consente di organizzare interventi di risposta ai bisogni fondati sul riconoscimento della persona nella sua globalità e rapportata al suo contesto di vitamanageriali, generando una maggiore efficacia di cura e un uso più efficiente delle risorse. L’integrazione istituzionale ne costituisce la premessa, assicurando, in maniera unitaria, la funzione di governance dimensione del sistema di welfare nell’ambito della pianificazione finanziario e degli indirizzi regionali nonché del coordinamento di livello intermedio spettante alla Conferenza Territoriale Sociale e Sanitaria, secondo i principi ora delineati nel vigente Piano Sociale e Sanitario. Il governo qualità del sistema universitario e della ricerca, è dotato dei necessari fondamentali per affrontare e sostenere adeguatamente processi di welfare locale sviluppo industriale basati sui paradigmi dei settori high – technologies. A tal fine, risulta strategico, assumere come orientamento quello di finanziare, con il coinvolgimento degli enti locali e il coordinamento delle politiche socialidel sistema produttivo: ❑ la creazione poli di ricerca e distretti tecnologici di eccellenza; ❑ progetti che prevedano una collaborazione tra Istituti scientifici collocati nella nostra regione ed istituti di altri paesi, sociosanitarie disposti a trasferire conoscenze utili a far nascere nuove imprese e sanitarie a livello territoriale, spettano, poi, al Comitato favorire l’insediamento di Distretto che agisce il ruolo strategico giovani ricercatori; ❑ la costituzione di indirizzo, programmazione, governo delle risorse e regolazione dell’accesso al sistema sociosanitario integrato in ambito distrettuale attraverso gli strumenti del “Piano reti di Zona eccellenza per la salute e il benessere sociale”ricerca scientifica applicata, a valenza triennaleobiettivo, del “Programma Attuativo Annuale” a valenza annuale/biennaletra l’altro, del “Piano Annuale delle Attività assunto da tempo dall’Unione Europea. A questo scopo è necessario anche coinvolgere gli enti locali per la Non Autosufficienza” e del “Piano integrato territoriale dei servizi pubblici del lavoro, sociali e sanitari” di cui alla LR 14/2015. Il Comitato di Distretto individua, con apposito regolamento, i propri meccanismi di funzionamento. All’esercizio delle funzioni di governo, spettanti al Comitato di Distretto, così come definite dalle Legge Regionali n. 19/1994 e n. 29/2004, partecipa il Direttore di Distretto che, coerentemente agli indirizzi di programmazione e nel rispetto dei vincoli economico- finanziari, collabora alla programmazione delle attività territoriali, definendo individuare anzitempo le caratteristiche quali-quantitative dei servizi offerti nel territorio, proponendo una committenza coerente con la domanda espressa dalla popolazione di riferimento, individuando forme di organizzazione dei servizi, di erogazione delle prestazioni e di acquisizione delle risorse adeguate a massimizzare la qualità, l’efficienza e l’efficacia dei processi di produzione dell’assistenza e orientate a garantire, altresì, l’assistenza primaria, la continuità delle cure e l’integrazione ospedale-territorio. Per l’esercizio delle proprie competenze, il Comitato di Distretto si avvale dell’Ufficio di Piano, struttura tecnico gestionale comune ad EELL ed AUSL, quale supporto tecnico ed organizzativo alle funzioni di programmazione, regolazione e controllo del sistema integrato dei servizi sociali, sociosanitari e sanitari più direttamente connessi con l’area dell’integrazione in ambito distrettuale. Per l'esercizio delle rispettive competenze nell'attuazione della programmazione di ambito distrettuale e nella gestione operativa delle azioni e degli interventi sociali a rilevanza sanitaria, sanitari a rilevanza sociale e sociosanitari ad elevata integrazione sanitaria, ivi delineati, gli EELL e l'AUSL, che concorrono alla definizione del presente atto, individuano e scelgono la gestione associata quale forma e modalità adeguata alla piena e fattiva realizzazione dell'integrazione sociosanitaria. Ciò premesso, si conviene quanto segue:possibili localizzazioni.

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Samples: Accordo Di Programma Quadro Nel Settore Della Ricerca

PREMESSA. L’integrazione sociosanitaria La tutela della salute in area materno-infantile costituisce un obiettivo di valenza strategica per il riflesso che gli interventi in tale ambito hanno sul benessere della popolazione generale attuale e futura. Il processo di riorganizzazione delle reti regionali di assistenza ospedaliera è rivolta a soddisfare bisogni di salute che richiedono contestualmente prestazioni sanitarie ed azioni di protezione sociale, anche di lungo periodo, sulla base di progetti personalizzati redatti sulla scorta di valutazioni multidimensionali. Sia a livello regionale che di ambito distrettuale sono stati sviluppati negli anni numerosi strumenti di programmazione, che devono necessariamente essere tra loro raccordati e che sono: • il Piano Sociale e Sanitario; • il Piano Regionale un impegno previsto dal “Patto per la PrevenzioneSalute 2010-2012” siglato il 3 dicembre 2009 tra Governo, • le linee annuali Regioni e Province autonome di programmazione Trento e finanziamento del SSR; • le linee di programmazione regionale integrata dei servizi pubblici del lavoroBolzano, sociali e sanitari, previste dalla L.R. n.14/2015. Si richiama, in appendice, la normativa che delinea tale impianto programmatorio e l’assetto previsto per la sua attuazione, quale parte integrante della presente convenzione. Il presupposto su cui poggia la definizione di integrazione origina dalla considerazione che esistono situazioni peculiari della vita della persona che richiedono necessariamente un intervento finalizzato a soddisfare globalmente migliorare la contestuale esigenza del soggetto di un bisogno sanitario e di un bisogno sociale. Ai sensi della richiamata LR n. 2/2003: - i Comuni sono titolari delle funzioni amministrative e dei compiti di programmazione, progettazione e realizzazione del sistema locale dei servizi sociali a rete, dell'erogazione dei servizi e delle prestazioni sociali, nonché delle altre funzioni e compiti loro conferiti dalla legislazione statale e regionale; - l’Azienda USL assicura, attraverso le risorse finanziarie pubbliche, i livelli essenziali e uniformi di assistenza definiti dal Piano sanitario nazionale nel rispetto dei principi della dignità della persona umana, del bisogno di salute, dell’equità nell’accesso all’assistenza, della qualità delle cure e della loro appropriatezza riguardo alle specifiche esigenze nonché dell’economicità nell’impiego delle risorse; - le attività ad integrazione socio-sanitaria sono volte a soddisfare le esigenze di tutela della salute, di recupero e mantenimento delle autonomie personali, d'inserimento sociale e miglioramento delle condizioni di vita, anche mediante prestazioni a carattere prolungato e si distinguono in: a) prestazioni sanitarie a rilevanza sociale, comprensive di quelle connotate da elevata integrazione sanitaria, assicurate dalle Aziende unità sanitarie locali; b) prestazioni sociali a rilevanza sanitaria, assicurate dai Comuni; - i Comuni e le Aziende unità sanitarie locali individuano, nell'ambito degli accordi di integrazione socio-sanitaria, i modelli organizzativi e gestionali, fondati sull'integrazione professionale delle rispettive competenze, ed i relativi rapporti finanziari. L’integrazione sociosanitaria è valore primario e obiettivo strategico del sistema regionale di welfare. E’ fattore fondamentale di qualificazione dell’offerta dei servizi e delle prestazioni sociosanitarie in quanto consente di organizzare interventi di risposta ai bisogni fondati sul riconoscimento della persona nella sua globalità e rapportata al suo contesto di vita, generando una maggiore efficacia di cura e un uso più efficiente delle risorse. L’integrazione istituzionale ne costituisce la premessa, assicurando, in maniera unitaria, la funzione di governance del sistema di welfare nell’ambito della pianificazione e degli indirizzi regionali nonché del coordinamento di livello intermedio spettante alla Conferenza Territoriale Sociale e Sanitaria, secondo i principi ora delineati nel vigente Piano Sociale e Sanitario. Il governo del sistema di welfare locale e il coordinamento delle politiche sociali, sociosanitarie e sanitarie a livello territoriale, spettano, poi, al Comitato di Distretto che agisce il ruolo strategico di indirizzo, programmazione, governo delle risorse e regolazione dell’accesso al sistema sociosanitario integrato in ambito distrettuale attraverso gli strumenti del “Piano di Zona per la salute e il benessere sociale”, a valenza triennale, del “Programma Attuativo Annuale” a valenza annuale/biennale, del “Piano Annuale delle Attività per la Non Autosufficienza” e del “Piano integrato territoriale dei servizi pubblici del lavoro, sociali e sanitari” di cui alla LR 14/2015. Il Comitato di Distretto individua, con apposito regolamento, i propri meccanismi di funzionamento. All’esercizio delle funzioni di governo, spettanti al Comitato di Distretto, così come definite dalle Legge Regionali n. 19/1994 e n. 29/2004, partecipa il Direttore di Distretto che, coerentemente agli indirizzi di programmazione e nel rispetto dei vincoli economico- finanziari, collabora alla programmazione delle attività territoriali, definendo le caratteristiche quali-quantitative dei servizi offerti nel territorio, proponendo una committenza coerente con la domanda espressa dalla popolazione di riferimento, individuando forme di organizzazione dei servizi, di erogazione a promuovere l’appropriatezza delle prestazioni e a garantire l’unitarietà del sistema. In tale ottica si inquadra il processo di acquisizione delle risorse adeguate riorganizzazione della rete assistenziale del percorso gravidanza-parto-neonato previsto dall’Accordo Stato Regioni del 16 dicembre 2010, n. 137, con il quale il Governo e le Regioni si impegnano a massimizzare sviluppare dieci linee di azione complementari e sinergiche per la promozione ed il miglioramento della qualità, l’efficienza sicurezza e l’efficacia appropriatezza degli interventi assistenziali nel percorso nascita e per la riduzione del taglio cesareo, di seguito elencate: - Misure di politica sanitaria e di accreditamento - Carta dei processi Servizi per il percorso nascita - Integrazione territorio-ospedale - Sviluppo di produzione dell’assistenza linee guida sulla gravidanza fisiologica e orientate sul taglio cesareo da parte del Sistema Nazionale Linee Guida- Istituto Superiore di Sanità (SNLG-ISS) - Implementazione delle linee guida a garantirelivello locale - Elaborazione, altresì, l’assistenza primaria, diffusione ed implementazione di raccomandazioni e strumenti per la continuità delle cure e l’integrazione ospedale-territorio. Per l’esercizio delle proprie competenze, il Comitato sicurezza del percorso nascita - Procedure di Distretto si avvale dell’Ufficio di Piano, struttura tecnico gestionale comune ad EELL ed AUSL, quale supporto tecnico ed organizzativo alle funzioni di programmazione, regolazione e controllo del sistema integrato dei dolore nel corso del travaglio e del parto - Formazione degli operatori - Monitoraggio e verifica delle attività - Istituzione di una funzione di coordinamento permanente per il percorso nascita. Il presente documento, in linea con le indicazioni ministeriali, intende promuovere interventi a favore della donna e del neonato seguendo la logica del percorso assistenziale ed organizzativo, modello che permette di garantire l’assistenza, l’accompagnamento e il sostegno dell’intero nucleo familiare (coppia genitoriale, neonato, bambino) nella struttura più idonea alla situazione, superando le rigidità organizzative e favorendo l’integrazione tra i servizi socialicoinvolti e le diverse figure professionali. L’obiettivo è quello di garantire qualità e sicurezza ai livelli di cura appropriati ai bisogni della coppia, sociosanitari in rapporto al grado di rischio della gravidanza, nel rispetto delle scelte della donna e sanitari più direttamente connessi con l’area dell’integrazione in ambito distrettuale. Per l'esercizio delle rispettive competenze nell'attuazione della programmazione di ambito distrettuale e nella gestione operativa delle azioni e degli interventi sociali a rilevanza sanitaria, sanitari a rilevanza sociale e sociosanitari ad elevata integrazione sanitaria, ivi delineati, gli EELL e l'AUSL, che concorrono alla definizione del presente atto, individuano e scelgono la gestione associata quale forma e modalità adeguata alla piena e fattiva realizzazione dell'integrazione sociosanitaria. Ciò premesso, si conviene quanto segue:nell’ottica dell’umanizzazione dell’evento nascita.

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PREMESSA. L’integrazione sociosanitaria è rivolta Le Parti stipulanti confermano i principi e gli indirizzi contenuti nei Protocolli sottoscritti a soddisfare bisogni livello confederale in materia di salute che richiedono contestualmente prestazioni sanitarie ed azioni assetti contrattuali; in particolare riaffermano il ruolo centrale della concertazione attraverso la quale concretizzare, fermi restando i diversi ruoli e le rispettive responsabilità, l’impegno ad assicurare un sistema di protezione socialerelazioni industriali coerente con l’evoluzione del mercato, anche tenuto conto della crescente rilevanza dei nuovi canali di lungo periodobusiness quali l’e-commerce nonché delle possibilità di sviluppo connesse all’implementazione di piattaforme e tecnologie digitali. Le Parti confermano l’importanza di un sistema di relazioni industriali altresì coerente con l’elevato livello di competitività, sulla base con la crescente dinamicità del contesto di progetti personalizzati redatti sulla scorta riferimento e con l’obiettivo di valutazioni multidimensionalivalorizzare il contributo delle risorse umane impiegate. Sia La costante crescita di valore nonché il consolidamento dell’interdipendenza tra tutti gli asset aziendali in ottica di One Company, all’interno di un sistema integrato di Gruppo, unitamente allo sviluppo qualitativo delle professionalità impiegate in Azienda, consente di proporre prodotti e servizi sempre più in linea con la diversificata domanda della collettività nazionale. Le Parti stipulanti, inoltre, assumono quali valori fondanti: - la consapevolezza che il perseguimento degli obiettivi di crescita dell’Azienda siano garantiti da un sistema di Relazioni Industriali orientato alla prevenzione ed al superamento dei possibili motivi di conflitto, assumendo il consenso e la partecipazione quali obiettivi qualificanti da perseguire ai diversi livelli; - la centralità del Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro quale sistema unitario di regole certe e condivise per conseguire una gestione moderna e flessibile dei rapporti di lavoro; - la rilevanza di un sistema di Relazioni Industriali che sia caratterizzato dalla valorizzazione dei livelli decentrati, al fine di individuare soluzioni condivise che siano tempestive, efficaci e responsabili, anche attraverso la crescita ed il miglioramento della qualità dei rapporti tra le parti; - la condivisione di assetti contrattuali che valorizzino, unitamente al CCNL che costituisce momento fondamentale per la realizzazione dei principi sopra esposti, la contrattazione di secondo livello; - lo sviluppo consapevole delle risorse umane da realizzarsi attraverso l’integrazione ed il coinvolgimento delle professionalità ad ogni livello, al fine di conseguire risultati di qualità, coerentemente con la natura di Azienda di mercato a livello regionale valenza sociale; - il consolidamento delle iniziative che, in coerenza con le sollecitazioni provenienti dalla UE in materia di Responsabilità Sociale di Impresa, consentono di rafforzare il ruolo di partecipazione attiva dei dipendenti quale uno dei più importanti stakeholder di riferimento, tramite azioni e politiche finalizzate ad aumentare il benessere delle persone che lavorano in Azienda ed incidere positivamente nello sviluppo della collettività e del Sistema Paese. Per il contesto sopra delineato le Parti si impegnano a definire sedi, strumenti e percorsi temporalmente regolamentati in grado di ambito distrettuale sono stati sviluppati negli anni numerosi conseguire, nella necessaria autonomia e responsabilità delle Parti stipulanti ed attraverso meccanismi procedurali certi e trasparenti, rapporti reciproci atti a realizzare gli scopi e gli obiettivi sopra richiamati, unitamente ad un modello di crescita che coniughi la tutela dell’occupazione con il relativo sviluppo sostenibile, promuovendo soluzioni organizzative innovative in grado di ridurre gli impatti ambientali e ottimizzare i processi favorendo l’evoluzione e la crescita Green della filiera produttiva aziendale. In tal senso le Parti concordano nel delineare un sistema di Relazioni Industriali che: - preveda l’impiego di strumenti di programmazioneinformazione, che devono necessariamente essere consultazione, contrattazione e partecipazione; - potenzi ed arricchisca il ruolo e le funzioni degli Organismi Paritetici quali sedi non negoziali di analisi, verifica e confronto sistematico sui temi di interesse reciproco, avendo particolare riguardo anche alle tematiche di rilevanza europea, con particolare riferimento al tema della Responsabilità Sociale di Impresa, quale principio ispiratore per coniugare gli obiettivi di sviluppo della società ed i risultati economici con il rispetto dei valori sociali e ambientali; - preveda strumenti di monitoraggio sull’evoluzione del dibattito tra loro raccordati gli attori istituzionali e che sono: • sociali in tema di assetti contrattuali e disciplina del rapporto di lavoro nonché coerenti percorsi di adattamento ed armonizzazione con le conseguenti modifiche legislative e/o contrattuali; - consolidi il Piano Sociale ruolo di Poste Italiane quale infrastruttura centrale del sistema paese e Sanitario; • favorisca il Piano Regionale potenziamento e l’utilizzo strategico di risorse per la Prevenzioneformazione, nell’obiettivo condiviso di rispondere alla domanda di professionalità dei lavoratori e dell’Azienda. A tal fine le linee annuali Parti si danno atto dell’ utilità di programmazione e finanziamento del SSR; • le linee di programmazione regionale integrata dei servizi pubblici del lavoro, sociali e sanitari, previste dalla L.R. n.14/2015. Si richiama, in appendice, la normativa che delinea tale impianto programmatorio e l’assetto previsto per la sua attuazione, quale parte integrante della presente convenzione. Il presupposto su cui poggia la definizione di integrazione origina dalla considerazione che esistono situazioni peculiari della vita della persona che richiedono necessariamente un intervento finalizzato a soddisfare globalmente la contestuale esigenza del soggetto di un bisogno sanitario e di un bisogno sociale. Ai sensi della richiamata LR n. 2/2003: - i Comuni sono titolari delle funzioni amministrative e dei compiti di programmazione, progettazione e realizzazione del sistema locale dei servizi sociali a rete, dell'erogazione dei servizi e delle prestazioni sociali, nonché delle altre funzioni e compiti loro conferiti dalla legislazione statale e regionale; - l’Azienda USL assicura, attraverso le risorse finanziarie pubbliche, i livelli essenziali e uniformi di assistenza definiti dal Piano sanitario nazionale nel rispetto dei principi della dignità della persona umana, del bisogno di salute, dell’equità nell’accesso all’assistenza, della qualità delle cure e della loro appropriatezza riguardo alle specifiche esigenze nonché dell’economicità nell’impiego delle risorse; - le attività ad integrazione socio-sanitaria sono promuovere iniziative volte a soddisfare le esigenze di tutela della salute, di recupero sensibilizzare gli attori istituzionali e mantenimento delle autonomie personali, d'inserimento sociale e miglioramento delle condizioni di vita, anche mediante prestazioni a carattere prolungato e si distinguono in: a) prestazioni sanitarie a rilevanza sociale, comprensive di quelle connotate da elevata integrazione sanitaria, assicurate dalle Aziende unità sanitarie locali; b) prestazioni sociali a rilevanza sanitaria, assicurate dai Comuni; - i Comuni e le Aziende unità sanitarie locali individuano, nell'ambito degli accordi di integrazione socio-sanitaria, i modelli organizzativi e gestionali, fondati sull'integrazione professionale delle rispettive competenze, ed i relativi rapporti finanziari. L’integrazione sociosanitaria è valore primario e obiettivo strategico del sistema regionale di welfare. E’ fattore fondamentale di qualificazione dell’offerta dei servizi e delle prestazioni sociosanitarie in quanto consente di organizzare interventi di risposta ai bisogni fondati sul riconoscimento della persona nella sua globalità e rapportata al suo contesto di vita, generando una maggiore efficacia di cura e un uso più efficiente delle risorse. L’integrazione istituzionale ne costituisce la premessa, assicurando, in maniera unitaria, la funzione di governance sui temi dell’evoluzione del sistema di welfare nell’ambito Relazioni Industriali con particolare riferimento al mondo delle aziende di servizi, anche nella prospettiva della pianificazione definizione di un sistema complessivo di regole che tenga conto di eventuali evoluzioni di carattere legislativo e degli indirizzi regionali nonché del coordinamento di livello intermedio spettante alla Conferenza Territoriale Sociale e Sanitaria, secondo i principi ora delineati che riguardi le imprese che operano nel vigente Piano Sociale e Sanitario. Il governo del sistema di welfare locale e il coordinamento delle politiche sociali, sociosanitarie e sanitarie a livello territoriale, spettano, poi, al Comitato di Distretto che agisce il ruolo strategico di indirizzo, programmazione, governo delle risorse e regolazione dell’accesso al sistema sociosanitario integrato in ambito distrettuale attraverso gli strumenti del “Piano di Zona per la salute e il benessere sociale”, a valenza triennale, del “Programma Attuativo Annuale” a valenza annuale/biennale, del “Piano Annuale delle Attività per la Non Autosufficienza” e del “Piano integrato territoriale dei servizi pubblici del lavoro, sociali e sanitari” di cui alla LR 14/2015. Il Comitato di Distretto individua, con apposito regolamento, i propri meccanismi di funzionamento. All’esercizio delle funzioni di governo, spettanti al Comitato di Distretto, così come definite dalle Legge Regionali n. 19/1994 e n. 29/2004, partecipa il Direttore di Distretto che, coerentemente agli indirizzi di programmazione e nel rispetto dei vincoli economico- finanziari, collabora alla programmazione delle attività territoriali, definendo le caratteristiche quali-quantitative dei servizi offerti nel territorio, proponendo una committenza coerente con la domanda espressa dalla popolazione settore di riferimento, individuando forme in tutte le sue attuali articolazioni e possibili evoluzioni di organizzazione dei servizicarattere tecnologico e commerciale, con l’obiettivo, tra gli altri, di erogazione delle prestazioni e prevenire fenomeni di acquisizione delle risorse adeguate a massimizzare la qualità, l’efficienza e l’efficacia dei processi dumping sociale. Con l’obiettivo di produzione dell’assistenza e orientate a garantire, altresì, l’assistenza primaria, la continuità delle cure e l’integrazione ospedale-territorio. Per l’esercizio delle proprie competenze, il Comitato di Distretto si avvale dell’Ufficio di Piano, struttura tecnico gestionale comune ad EELL ed AUSL, quale supporto tecnico ed organizzativo alle funzioni di programmazione, regolazione e controllo del sistema integrato dei servizi sociali, sociosanitari e sanitari più direttamente connessi con l’area dell’integrazione in ambito distrettuale. Per l'esercizio delle rispettive competenze nell'attuazione della programmazione di ambito distrettuale e nella gestione operativa delle azioni e degli interventi sociali a rilevanza sanitaria, sanitari a rilevanza sociale e sociosanitari ad elevata integrazione sanitaria, ivi delineati, gli EELL e l'AUSL, che concorrono alla definizione verificare l’applicabilità del presente attocontratto alle società che, individuano e scelgono la gestione associata quale forma e modalità adeguata alla piena e fattiva realizzazione dell'integrazione sociosanitaria. Ciò premessonell’arco di vigenza del medesimo CCNL, si conviene quanto segue:dovessero rientrare nel perimetro del Gruppo Poste Italiane, le Parti concordano di attivare specifici momenti di confronto.

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Samples: Contratto Collettivo Nazionale Di Lavoro

PREMESSA. L’integrazione sociosanitaria I Livelli essenziali di assistenza (LEA) sono le prestazioni e i servizi che il Servizio sanitario nazionale (SSN) è rivolta tenuto a soddisfare bisogni fornire a tutti i cittadini, gratuitamente o dietro pagamento di salute che richiedono contestualmente prestazioni sanitarie ed azioni una quota di protezione socialepartecipazione (ticket), anche con le risorse pubbliche raccolte attraverso la fiscalità generale (tasse). Il 18 marzo 2017 è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale (Supplemento ordinario n.15) il Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri (DPCM) del 12 gennaio 2017 con i nuovi Livelli essenziali di lungo periodoassistenza. Il nuovo Decreto sostituisce infatti integralmente il DPCM 29 novembre 2001, sulla base di progetti personalizzati redatti sulla scorta di valutazioni multidimensionalicon cui i XXX erano stati definiti per la prima volta. Sia a livello regionale che di ambito distrettuale sono stati sviluppati negli anni numerosi strumenti di programmazioneIl provvedimento, che devono necessariamente essere rappresenta il risultato di un lavoro condiviso tra loro raccordati Stato, Regioni, Province autonome e Società scientifiche: - definisce le attività, i servizi e le prestazioni garantite ai cittadini con le risorse pubbliche messe a disposizione del Servizio sanitario nazionale; - descrive con maggiore dettaglio e precisione prestazioni e attività oggi già incluse nei livelli essenziali di assistenza; - ridefinisce e aggiorna gli elenchi delle malattie rare e delle malattie croniche e invalidanti che sono: • il Piano Sociale danno diritto all’esenzione dal ticket; - innova i nomenclatori della specialistica ambulatoriale e Sanitario; • il Piano Regionale per la Prevenzionedell’assistenza protesica, • le linee annuali di programmazione e finanziamento del SSR; • le linee di programmazione regionale integrata dei servizi pubblici del lavoro, sociali e sanitari, previste dalla L.R. n.14/2015. Si richiama, in appendice, la normativa che delinea tale impianto programmatorio e l’assetto previsto per la sua attuazione, quale parte integrante della presente convenzioneintroducendo prestazioni tecnologicamente avanzate ed escludendo prestazioni obsolete. Il presupposto su cui poggia la definizione di integrazione origina dalla considerazione che esistono situazioni peculiari della vita della persona che richiedono necessariamente un intervento finalizzato a soddisfare globalmente la contestuale esigenza del soggetto di un bisogno sanitario e di un bisogno sociale. Ai sensi della richiamata LR n. 2/2003DPCM individua tre grandi Livelli: - sorveglianza, prevenzione e controllo delle malattie infettive e parassitarie, inclusi i Comuni sono titolari delle funzioni amministrative e dei compiti di programmazione, progettazione e realizzazione del sistema locale dei servizi sociali a rete, dell'erogazione dei servizi e delle prestazioni sociali, nonché delle altre funzioni e compiti loro conferiti dalla legislazione statale e regionaleprogrammi vaccinali; - l’Azienda USL assicura, attraverso le risorse finanziarie pubbliche, i livelli essenziali e uniformi di assistenza definiti dal Piano sanitario nazionale nel rispetto dei principi tutela della dignità della persona umana, del bisogno di salute, dell’equità nell’accesso all’assistenza, della qualità delle cure salute e della loro appropriatezza riguardo alle specifiche esigenze nonché dell’economicità nell’impiego delle risorsesicurezza degli ambienti aperti e confinati; - le attività ad integrazione socio-sanitaria sono volte a soddisfare le esigenze di sorveglianza, prevenzione e tutela della salute, salute e sicurezza sui luoghi di recupero e mantenimento delle autonomie personali, d'inserimento sociale e miglioramento delle condizioni di vita, anche mediante prestazioni a carattere prolungato e si distinguono in: a) prestazioni sanitarie a rilevanza sociale, comprensive di quelle connotate da elevata integrazione sanitaria, assicurate dalle Aziende unità sanitarie locali; b) prestazioni sociali a rilevanza sanitaria, assicurate dai Comunilavoro; - i Comuni salute animale e le Aziende unità sanitarie locali individuanoigiene urbana veterinaria; - sicurezza alimentare - tutela della salute dei consumatori; - sorveglianza e prevenzione delle malattie croniche, nell'ambito degli accordi inclusi la promozione di integrazione socio-sanitaria, i modelli organizzativi e gestionali, fondati sull'integrazione professionale delle rispettive competenze, stili di vita sani ed i relativi rapporti finanziari. L’integrazione sociosanitaria è valore primario programmi organizzati di screening; sorveglianza e obiettivo strategico del sistema regionale di welfare. E’ fattore fondamentale di qualificazione dell’offerta dei servizi e delle prestazioni sociosanitarie in quanto consente di organizzare interventi di risposta ai bisogni fondati sul riconoscimento della persona nella sua globalità e rapportata al suo contesto di vita, generando una maggiore efficacia di cura e un uso più efficiente delle risorse. L’integrazione istituzionale ne costituisce la premessa, assicurando, in maniera unitaria, la funzione di governance del sistema di welfare nell’ambito della pianificazione e degli indirizzi regionali nonché del coordinamento di livello intermedio spettante alla Conferenza Territoriale Sociale e Sanitaria, secondo i principi ora delineati nel vigente Piano Sociale e Sanitario. Il governo del sistema di welfare locale e il coordinamento delle politiche sociali, sociosanitarie e sanitarie a livello territoriale, spettano, poi, al Comitato di Distretto che agisce il ruolo strategico di indirizzo, programmazione, governo delle risorse e regolazione dell’accesso al sistema sociosanitario integrato in ambito distrettuale attraverso gli strumenti del “Piano di Zona prevenzione nutrizionale; - attività medico legali per la salute e il benessere sociale”, a valenza triennale, del “Programma Attuativo Annuale” a valenza annuale/biennale, del “Piano Annuale delle Attività per la Non Autosufficienza” e del “Piano integrato territoriale dei servizi pubblici del lavoro, sociali e sanitari” di cui alla LR 14/2015. Il Comitato di Distretto individua, con apposito regolamento, i propri meccanismi di funzionamento. All’esercizio delle funzioni di governo, spettanti al Comitato di Distretto, così come definite dalle Legge Regionali n. 19/1994 e n. 29/2004, partecipa il Direttore di Distretto che, coerentemente agli indirizzi di programmazione e nel rispetto dei vincoli economico- finanziari, collabora alla programmazione delle attività territoriali, definendo le caratteristiche quali-quantitative dei servizi offerti nel territorio, proponendo una committenza coerente con la domanda espressa dalla popolazione di riferimento, individuando forme di organizzazione dei servizi, di erogazione delle prestazioni e di acquisizione delle risorse adeguate a massimizzare la qualità, l’efficienza e l’efficacia dei processi di produzione dell’assistenza e orientate a garantire, altresì, l’assistenza primaria, la continuità delle cure e l’integrazione ospedale-territorio. Per l’esercizio delle proprie competenze, il Comitato di Distretto si avvale dell’Ufficio di Piano, struttura tecnico gestionale comune ad EELL ed AUSL, quale supporto tecnico ed organizzativo alle funzioni di programmazione, regolazione e controllo del sistema integrato dei servizi sociali, sociosanitari e sanitari più direttamente connessi con l’area dell’integrazione in ambito distrettuale. Per l'esercizio delle rispettive competenze nell'attuazione della programmazione di ambito distrettuale e nella gestione operativa delle azioni e degli interventi sociali a rilevanza sanitaria, sanitari a rilevanza sociale e sociosanitari ad elevata integrazione sanitaria, ivi delineati, gli EELL e l'AUSL, che concorrono alla definizione del presente atto, individuano e scelgono la gestione associata quale forma e modalità adeguata alla piena e fattiva realizzazione dell'integrazione sociosanitaria. Ciò premesso, si conviene quanto segue:finalità pubbliche.

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Samples: asfo.sanita.fvg.it

PREMESSA. L’integrazione sociosanitaria è rivolta a soddisfare bisogni La Legge Regionale 11 marzo 2005, n. 12 introduce alcuni indirizzi generali riguardo il nuovo quadro di salute che richiedono contestualmente prestazioni sanitarie pianificazione comunale. Tra tali indirizzi la legittimazione dei meccanismi perequativi e compensativi, finanziari ed ambientali, nonché di incentivazione urbanistica quali strumenti utili al raggiungimento di più elevati livelli di condivisione sociale delle scelte di sostenibilità economica ed ambientale degli interventi nonché di opportunità di attuazione di azioni di protezione socialeriqualificazione e valorizzazione paesaggistica del territorio e della qualità dei luoghi dell’abitare. La perequazione urbanistica consiste nell’attribuzione di un indice di edificabilità territoriale omogeneo esteso ad un certo comparto edilizio, anche indice differente da quello fondiario. Il PGT a fini di lungo periodoperequazione urbanistica, sulla base può attribuire a tutte le aree del territorio comunale, ad eccezione delle aree destinate all’agricoltura e di progetti personalizzati redatti sulla scorta quelle non soggette a trasformazione urbanistica, un identico indice di valutazioni multidimensionali. Sia edificabilità territoriale, inferiore a livello regionale che di ambito distrettuale sono stati sviluppati negli anni numerosi strumenti di programmazionequello minimo fondiario, che devono necessariamente essere tra loro raccordati e che sono: • differenziato per parti del territorio comunale, disciplinando altresì il Piano Sociale e Sanitario; • il Piano Regionale per rapporto con la Prevenzione, • le linee annuali di programmazione e finanziamento del SSR; • le linee di programmazione regionale integrata dei servizi pubblici del lavoro, sociali e sanitari, previste dalla L.R. n.14/2015. Si richiamavolumetria degli edifici esistenti, in appendicerelazione ai vari tipi di intervento previsti. In questo caso nel piano delle regole viene regolamentata la cessione gratuita al comune delle aree destinate nel piano stesso alla realizzazione di opere di urbanizzazione, la normativa che delinea tale impianto programmatorio e l’assetto previsto per la sua attuazioneovvero di servizi ed attrezzature pubbliche o di interesse pubblico o generale, quale parte integrante da effettuarsi all’atto della presente convenzione. Il presupposto su cui poggia la definizione di integrazione origina dalla considerazione che esistono situazioni peculiari della vita della persona che richiedono necessariamente un intervento finalizzato a soddisfare globalmente la contestuale esigenza del soggetto di un bisogno sanitario e di un bisogno sociale. Ai sensi della richiamata LR n. 2/2003: - i Comuni sono titolari delle funzioni amministrative e utilizzazione dei compiti di programmazione, progettazione e realizzazione del sistema locale dei servizi sociali a rete, dell'erogazione dei servizi e delle prestazioni sociali, nonché delle altre funzioni e compiti loro conferiti dalla legislazione statale e regionale; - l’Azienda USL assicura, attraverso le risorse finanziarie pubbliche, i livelli essenziali e uniformi di assistenza definiti dal Piano sanitario nazionale nel rispetto dei principi della dignità della persona umana, del bisogno di salute, dell’equità nell’accesso all’assistenza, della qualità delle cure e della loro appropriatezza riguardo alle specifiche esigenze nonché dell’economicità nell’impiego delle risorse; - le attività ad integrazione socio-sanitaria sono volte a soddisfare le esigenze di tutela della salute, di recupero e mantenimento delle autonomie personali, d'inserimento sociale e miglioramento delle condizioni di vita, anche mediante prestazioni a carattere prolungato e si distinguono in: a) prestazioni sanitarie a rilevanza sociale, comprensive di quelle connotate da elevata integrazione sanitaria, assicurate dalle Aziende unità sanitarie locali; b) prestazioni sociali a rilevanza sanitaria, assicurate dai Comuni; - i Comuni e le Aziende unità sanitarie locali individuano, nell'ambito degli accordi di integrazione socio-sanitaria, i modelli organizzativi e gestionali, fondati sull'integrazione professionale delle rispettive competenze, ed i relativi rapporti finanziari. L’integrazione sociosanitaria è valore primario e obiettivo strategico del sistema regionale di welfare. E’ fattore fondamentale di qualificazione dell’offerta dei servizi e delle prestazioni sociosanitarie in quanto consente di organizzare interventi di risposta ai bisogni fondati sul riconoscimento della persona nella sua globalità e rapportata al suo contesto di vita, generando una maggiore efficacia di cura e un uso più efficiente delle risorse. L’integrazione istituzionale ne costituisce la premessa, assicurando, in maniera unitaria, la funzione di governance del sistema di welfare nell’ambito della pianificazione e degli indirizzi regionali nonché del coordinamento di livello intermedio spettante alla Conferenza Territoriale Sociale e Sanitaria, secondo i principi ora delineati nel vigente Piano Sociale e Sanitario. Il governo del sistema di welfare locale e il coordinamento delle politiche sociali, sociosanitarie e sanitarie a livello territoriale, spettano, poi, al Comitato di Distretto che agisce il ruolo strategico di indirizzo, programmazione, governo delle risorse e regolazione dell’accesso al sistema sociosanitario integrato in ambito distrettuale attraverso gli strumenti del “Piano di Zona per la salute e il benessere sociale”, a valenza triennale, del “Programma Attuativo Annuale” a valenza annuale/biennale, del “Piano Annuale delle Attività per la Non Autosufficienza” e del “Piano integrato territoriale dei servizi pubblici del lavoro, sociali e sanitari” di cui alla LR 14/2015. Il Comitato di Distretto individua, con apposito regolamento, i propri meccanismi di funzionamento. All’esercizio delle funzioni di governo, spettanti al Comitato di Distrettodiritti edificatori, così come definite dalle Legge Regionali n. 19/1994 determinati in applicazione di detto criterio perequativo. Un cittadino potrà pertanto cedere ad un altro i propri diritti edificatori che risultano pertanto liberamente commerciabili. La compensazione urbanistica consiste invece nella possibilità di ottenere compensi volumetrici a fronte della cessione gratuita di aree per servizi ed attrezzature pubbliche o della loro esecuzione. Contestualmente il PGT può anche prevedere opere pubbliche di compensazione anche ambientale a fronte dell’attribuzione di diritti edificatori specie se all’intero di piani attuativi o in ambiti di trasformazione urbanistica soggetti a programmazione negoziata. Il concetto infine dell’incentivazione consiste nella possibilità di prevedere, a fronte di rilevanti benefici pubblici, aggiuntivi rispetto a quelli dovuti e n. 29/2004coerenti con gli obiettivi fissati, partecipa il Direttore una disciplina detta appunto di Distretto che, coerentemente agli indirizzi di programmazione e nel rispetto dei vincoli economico- finanziari, collabora alla programmazione delle attività territoriali, definendo le caratteristiche quali-quantitative dei servizi offerti nel territorio, proponendo una committenza coerente con la domanda espressa dalla popolazione di riferimento, individuando forme di organizzazione dei servizi, di erogazione delle prestazioni e di acquisizione delle risorse adeguate a massimizzare la qualità, l’efficienza e l’efficacia dei processi di produzione dell’assistenza e orientate a garantire, altresì, l’assistenza primaria, la continuità delle cure e l’integrazione ospedale-territorio. Per l’esercizio delle proprie competenze, il Comitato di Distretto si avvale dell’Ufficio di Piano, struttura tecnico gestionale comune ad EELL ed AUSL, quale supporto tecnico ed organizzativo alle funzioni di programmazione, regolazione e controllo del sistema integrato dei servizi sociali, sociosanitari e sanitari più direttamente connessi con l’area dell’integrazione incentivazione in ambito distrettuale. Per l'esercizio delle rispettive competenze nell'attuazione misura non superiore al 15% della programmazione di ambito distrettuale e nella gestione operativa delle azioni e degli interventi sociali a rilevanza sanitaria, sanitari a rilevanza sociale e sociosanitari ad elevata integrazione sanitaria, ivi delineati, gli EELL e l'AUSL, che concorrono alla definizione del presente atto, individuano e scelgono la gestione associata quale forma e modalità adeguata alla piena e fattiva realizzazione dell'integrazione sociosanitaria. Ciò premesso, si conviene quanto segue:volumetria ammessa.

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Samples: Atto Di Origine Diritti Edificatori

PREMESSA. L’integrazione sociosanitaria Nel quadro delle indicazioni dell'agenda digitale europea, di cui alla comunicazione della Commissione europea COM(2010)245 definitivo/2 del 26 agosto 2010, il Governo persegue l'obiettivo prioritario della modernizzazione dei rapporti tra pubblica amministrazione, cittadini e imprese, attraverso azioni coordinate dirette a favorire lo sviluppo di domanda e offerta di servizi digitali innovativi, a potenziare l'offerta di connettività a larga banda, a incentivare cittadini e imprese all'utilizzo di servizi digitali e a promuovere la crescita della capacità delle imprese adeguate a sostenere lo sviluppo di prodotti e servizi innovativi. In questa fase, pertanto, l’Agenzia deve gestire e sostenere un complesso processo di cambiamento delle amministrazioni pubbliche, promuovere e sostenere la diffusione delle tecnologie e dei servizi digitali fra imprese e cittadini, e, al contempo, dare avvio all’operatività dell’ente, completando e adeguando la propria struttura organizzativa, in modo che possa svolgere a pieno i propri compiti istituzionali. L’Agenzia deve svolgere due ruoli principali: essere il CIO (Chief Information Officer) della pubblica amministrazione italiana ed il soggetto attuatore della strategia digitale del sistema paese. Due ruoli importanti che trovano impulso e sintesi nel fatto che il digitale non è rivolta a soddisfare bisogni un «capitolo» di salute che richiedono contestualmente prestazioni sanitarie ed azioni un'agenda di protezione socialegoverno ma un fattore trasversale e abilitante dello sviluppo dell’intero paese. Per l’Agenzia questi ruoli si traducono, anche da una parte nel fornire linee guida omogenee e coordinate, regole tecniche, strumenti tecnologici e piattaforme abilitanti, sempre garantendo gli standard di lungo periodo, sulla base sicurezza necessari; dall’altra nel riorganizzare e digitalizzare i processi della filiera pubblica estesa e sostenere le politiche del governo in tema di progetti personalizzati redatti sulla scorta di valutazioni multidimensionali. Sia a livello regionale che di ambito distrettuale sono stati sviluppati negli anni numerosi strumenti di programmazione, che devono necessariamente essere tra loro raccordati e che sono: • il Piano Sociale e Sanitario; • il Piano Regionale digitalizzazione per la Prevenzionecrescita culturale, • le linee annuali sociale ed economica del paese. La Convenzione triennale per gli esercizi 2014-2016 si pone l'obiettivo di programmazione consolidare l'azione dell'Agenzia mettendo su un asse temporale l'attuazione della propria missione istituzionale come delineata dal decreto istitutivo. In tale ottica, il nuovo assetto organizzativo, ora all’esame degli uffici competenti per l’approvazione definitiva, basato su un modello di 12 + 2 uffici dirigenziali in luogo dei 19 uffici dirigenziali degli enti soppressi DigitPA e finanziamento del SSR; • le linee di programmazione regionale integrata dei servizi pubblici del lavoro, sociali e sanitari, previste dalla L.R. n.14/2015. Si richiama, in appendice, la normativa che delinea tale impianto programmatorio e l’assetto previsto Agenzia per la sua attuazionediffusione delle tecnologie per l'innovazione - consente di fronteggiare al meglio un contesto in costante evoluzione, quale parte integrante i cui profili di complessità rappresentano una sfida che l'Agenzia è chiamata a raccogliere per ottimizzare l'utilizzo delle tecnologie digitali nell'organizzazione della presente convenzione. Il presupposto su cui poggia la definizione di integrazione origina dalla considerazione che esistono situazioni peculiari della vita della persona che richiedono necessariamente un intervento finalizzato a soddisfare globalmente la contestuale esigenza del soggetto di un bisogno sanitario PA e di un bisogno sociale. Ai sensi della richiamata LR n. 2/2003: - nel rapporto tra questa, i Comuni sono titolari delle funzioni amministrative cittadini e dei compiti di programmazione, progettazione e realizzazione del sistema locale dei servizi sociali a rete, dell'erogazione dei servizi e delle prestazioni socialile imprese, nonché per promuovere l’utilizzo delle altre funzioni tecnologie fra cittadini e compiti loro conferiti dalla legislazione statale e regionale; - l’Azienda USL assicuraimprese, attraverso le risorse finanziarie pubbliche, i livelli essenziali e uniformi di assistenza definiti dal Piano sanitario nazionale nel rispetto dei principi della dignità della persona umanadi legalità, del bisogno imparzialità e trasparenza e secondo criteri di saluteefficienza, dell’equità nell’accesso all’assistenzaefficacia ed economicità. Il Piano delle attività si articola in tre aree strategiche, della qualità delle cure che rappresentano i principali ambiti d’intervento nei quali si deve declinare l'azione triennale dell'Agenzia per l’attuazione dell’Agenda Digitale Italiana e della loro appropriatezza riguardo alle specifiche esigenze nonché dell’economicità nell’impiego delle risorse; - le attività ad integrazione socio-sanitaria sono volte il conseguimento degli obiettivi dell’Agenda Digitale Europea. Le aree strategiche sono: documentazione progettuale e normativa che nello scenario attuale e a soddisfare le esigenze medio e lungo termine, identifica banche dati e infrastrutture materiali ed immateriali di tutela della salute, di recupero e mantenimento delle autonomie personali, d'inserimento sociale e miglioramento delle condizioni di vita, anche mediante prestazioni a carattere prolungato e si distinguono in: a) prestazioni sanitarie a rilevanza sociale, comprensive di quelle connotate da elevata integrazione sanitaria, assicurate dalle Aziende unità sanitarie locali; b) prestazioni sociali a rilevanza sanitaria, assicurate dai Comuni; - interesse nazionale oltre che i Comuni e le Aziende unità sanitarie locali individuanoprogetti in corso per garantirne l'attuazione. Per sostenere, nell'ambito degli accordi di integrazione socio-sanitariauna visione unitaria, il sistema informativo della PA ed erogare servizi in maniera più rapida, efficiente e aperta all'innovazione di mercato, l'Agenzia in linea con gli obiettivi comunitari di realizzazione di un mercato unico e per porre i modelli organizzativi concreti presupposti di interoperabilità con i sistemi informativi transfrontalieri, definisce, progetta e gestionaligestisce, fondati sull'integrazione professionale delle rispettive competenzericorrendo al necessario apporto da parte del mercato, ed i relativi rapporti finanziari. L’integrazione sociosanitaria è valore primario infrastrutture e obiettivo piattaforme abilitanti, in accordo con le previsioni del CAD e il modello di riferimento strategico del sistema regionale informativo della PA. Area strategica 3 – Politiche di welfaredigitalizzazione e innovazione dei processi economici, culturali e sociali L'Agenzia contribuisce alla diffusione dell'utilizzo delle tecnologie dell'informazione e della comunicazione per favorire l'innovazione e la crescita economica, sociale e culturale; promuove la rimozione di ostacoli tecnici, operativi e di processo che si frappongono alla piena ed effettiva attuazione del diritto all'uso delle tecnologie sancito dal CAD. E’ fattore fondamentale di qualificazione dell’offerta L’agenzia deve, da una parte promuovere l'utilizzo delle tecnologie dell'informazione da parte dei cittadini, in modo orientato anche alla partecipazione e all'inclusione sociale, e, dall’altra, favorire la diffusione delle tecnologie e dei servizi digitali nelle imprese, nell’ottica della crescita e dello sviluppo economico. Per ciascuna delle prestazioni sociosanitarie in quanto consente di organizzare interventi di risposta ai bisogni fondati sul riconoscimento della persona nella sua globalità e rapportata al suo contesto di vitaaree strategiche, generando una maggiore efficacia di cura e un uso più efficiente delle risorse. L’integrazione istituzionale ne costituisce la premessa, assicurandosono evidenziati gli obiettivi prioritari sui quali l’Agenzia dovrà concentrare i propri sforzi nel triennio, in maniera unitariacoerenza con gli indirizzi politici già formulati, nonché con le attese dei diversi stakeholders: • definire le strategie per portare a compimento i progetti “a termine” (ad es. CEC-PAC) e alla chiusura di attività e progetti non più strategiche; • avviare il progetto SPID (Sistema pubblico per la funzione gestione dell'Identità digitale), definendo processi, metodologie e tempistiche; • definire linee guida e modelli di governance servizi per una migliore implementazione del sistema CERT-PA (Computer Emergency Response Team – Pubblica Amministrazione); • garantire il supporto al progetto ANPR (Anagrafe Nazionale della Popolazione Residente) al fine di welfare nell’ambito della pianificazione integrarlo con SPID • supportare le attività di coordinamento e degli indirizzi regionali nonché del coordinamento supporto dei progetti fatturazione elettronica e piattaforma dei pagamenti elettronici verso PA • avviare la progettazione e la fattibilità di livello intermedio spettante alla Conferenza Territoriale Sociale una nuova piattaforma di comunicazione e Sanitariaerogazione servizi per cittadini e imprese, secondo che metta al centro l’esperienza utente e semplifichi il rapporto amministrazione – cittadino e imprese e che integri – progressivamente - in un’unica interfaccia i principi ora delineati nel vigente Piano Sociale vari servizi telematici delle amministrazioni pubbliche centrali e Sanitario. Il governo del sistema di welfare locale locali, nei settori più importanti per i cittadini e le imprese quali, ad es il coordinamento delle politiche socialifisco, sociosanitarie e sanitarie a livello territorialeil welfare, spettano, poi, al Comitato di Distretto che agisce il ruolo strategico di indirizzo, programmazione, governo delle risorse e regolazione dell’accesso al sistema sociosanitario integrato in ambito distrettuale attraverso gli strumenti del “Piano di Zona per la salute e la scuola. • avviare la riprogettazione del modello di interoperabilità al fine di perseguire il benessere sociale”, a valenza triennale, miglioramento e lo sviluppo del “Programma Attuativo Annuale” a valenza annuale/biennale, sistema pubblico di connettività e cooperazione (SPC); • collaborare alla stesura e definizione del Piano Annuale delle Attività strategico per la Non Autosufficienza” banda ultralarga, insieme agli altri attori coinvolti e promuovere la sua attuazione; • collaborare alla redazione della strategia nazionale per l'utilizzo dei fondi europei per le infrastrutture e i servizi digitali come condizionalità ex-ante per l’accordo di partenariato, anche in coordinamento con i POR regionali • collaborare allo sviluppo del il portale nazionale dei dati aperti (xxxx.xxx.xx); • collaborare alla stesura del Secondo piano di azione nazionale per l'Open Government Partnership; • collaborare all’attuazione della Open Data Charter; • supportare le attività del Semestre Europeo di Presidenza del Consiglio Europeo sulle tematiche afferenti all'Agenda Digitale • rappresentare l’Italia sui temi dell’agenda digitale e dell’internet governance • definire le linee guida nazionali per lo sviluppo degli open data, promuovendo modelli di riferimento e metodologie per facilitare l'interoperabilità e il riuso, stimolando inoltre la qualità, l'aggiornamento, il collegamento con altri dati • attuare il sistema SPID come definito dall'art. 64 del CAD come modificato di recente dal DL 69/2013. • Rilasciare in via sperimentale il progetto ANPR (Anagrafe Nazionale della Popolazione Residente) al fine di integrarlo con SPID. • Realizzare la prima release di una nuova piattaforma di comunicazione e erogazione servizi per cittadini e imprese, che metta al centro l’esperienza utente e semplifichi il rapporto amministrazione – cittadino e che integri – progressivamente - in un’unica interfaccia i vari servizi telematici delle amministrazioni pubbliche centrali e locali, nei settori più importanti per i cittadini e le imprese quali, ad es il fisco, il welfare, la salute e la scuola. • sviluppare il framework italiano di interoperabilità (SPC), mantenendolo allineato a quello europeo, definendo in tale ambito una serie di servizi e piattaforme per l'interoperabilità e analizzando il mercato ICT per finalizzare strategie di sourcing e procurement; • sviluppare Il Piano Nazionale di razionalizzazione e consolidamento dei CED della pubblica amministrazione, rispondendo alle esigenze di ammodernamento e riduzione dei costi nel campo delle ICT; • collaborare all’attuazione e promuovere il Piano strategico per la banda ultralarga e del Piano integrato territoriale dei servizi pubblici del lavoro, sociali e sanitari” di cui alla LR 14/2015. Il Crescita Digitale anche attraverso il supporto ai POR regionali anche per eventuali interventi correttivi per perseguire gli obiettivi dell'Agenda Digitale Europea; • definire un Piano nazionale per le comunità intelligenti in collaborazione con il Comitato di Distretto individua, con apposito regolamento, i propri meccanismi di funzionamento. All’esercizio tecnico delle funzioni di governo, spettanti al Comitato di Distretto, così come definite dalle Legge Regionali n. 19/1994 e n. 29/2004, partecipa il Direttore di Distretto che, coerentemente agli indirizzi di programmazione e nel rispetto dei vincoli economico- finanziari, collabora alla programmazione delle attività territorialiComunità intelligenti, definendo le caratteristiche quali-quantitative dei servizi offerti nel territorio, proponendo regole per il riutilizzo delle esperienze di comunità intelligenti e fornendo una committenza coerente con la domanda espressa dalla popolazione piattaforma di riferimento, individuando forme condivisione e l'insieme delle tipologie di organizzazione dei servizi, informazioni che vengono rilevate/scambiate. Area strategica 3 – Politiche di erogazione delle prestazioni digitalizzazione e di acquisizione delle risorse adeguate a massimizzare la qualità, l’efficienza e l’efficacia innovazione dei processi economici, culturali e sociali • accompagnare i processi di produzione dell’assistenza trasformazione digitale della PA e orientate a garantiredel Paese con apposite iniziative di comunicazione, altresìformazione e disseminazione • rappresentare l’Italia sui temi dell’agenda digitale e dell’internet governance • Rilasciare il progetto ANPR (Anagrafe Nazionale della Popolazione Residente) e monitorare la sua attuazione e integrazione con SPID. • monitorare l'attuazione del sistema SPID • Rilasciare e sostenere la promozione e l’adozione di una seconda release della nuova piattaforma di comunicazione e erogazione servizi per cittadini e imprese, l’assistenza primariache metta al centro l’esperienza utente e semplifichi il rapporto amministrazione – cittadino e che integri – progressivamente - in un’unica interfaccia i vari servizi telematici delle amministrazioni pubbliche centrali e locali, nei settori più importanti per i cittadini e le imprese quali, ad es il fisco, il welfare, la continuità delle cure salute e l’integrazione ospedale-territoriola scuola. Per l’esercizio delle proprie competenze• Area strategica 3 – Politiche di digitalizzazione e innovazione dei processi economici, il Comitato di Distretto si avvale dell’Ufficio di Piano, struttura tecnico gestionale comune ad EELL ed AUSL, quale supporto tecnico ed organizzativo alle funzioni di programmazione, regolazione culturali e controllo del sistema integrato dei servizi sociali, sociosanitari e sanitari più direttamente connessi con l’area dell’integrazione in ambito distrettuale. Per l'esercizio delle rispettive competenze nell'attuazione della programmazione di ambito distrettuale e nella gestione operativa delle azioni e degli interventi sociali a rilevanza sanitaria, sanitari a rilevanza sociale e sociosanitari ad elevata integrazione sanitaria, ivi delineati, gli EELL e l'AUSL, che concorrono alla definizione del presente atto, individuano e scelgono la gestione associata quale forma e modalità adeguata alla piena e fattiva realizzazione dell'integrazione sociosanitaria. Ciò premesso, si conviene quanto segue:CRESCITA CULTURALE E SOCIALE

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Samples: Convenzione Triennale Per Gli Esercizi 2014 – 2016

PREMESSA. L’integrazione sociosanitaria è rivolta a soddisfare bisogni Il presente Capitolato disciplina l’affidamento della concessione del servizio di salute che richiedono contestualmente prestazioni sanitarie ed azioni pubblica illuminazione, della gestione e manutenzione degli impianti e della fornitura di protezione socialeenergia elettrica, anche nonché la progettazione, esecuzione, gestione e manutenzione di lungo periodo, sulla base interventi di progetti personalizzati redatti sulla scorta di valutazioni multidimensionali. Sia a livello regionale che di ambito distrettuale sono stati sviluppati negli anni numerosi strumenti di programmazione, che devono necessariamente essere tra loro raccordati e che sono: • il Piano Sociale e Sanitario; • il Piano Regionale per la Prevenzione, • le linee annuali di programmazione e finanziamento del SSR; • le linee di programmazione regionale integrata dei servizi pubblici del lavoro, sociali e sanitari, previste dalla L.R. n.14/2015. Si richiama, in appendice, la normativa che delinea tale impianto programmatorio e l’assetto previsto per la sua attuazione, quale parte integrante della presente convenzione. Il presupposto su cui poggia la definizione di integrazione origina dalla considerazione che esistono situazioni peculiari della vita della persona che richiedono necessariamente un intervento finalizzato a soddisfare globalmente la contestuale esigenza del soggetto di un bisogno sanitario miglioramento dell’efficienza energetica e di un bisogno socialeriqualifica degli impianti nel rispetto delle vigenti normative, comprese le leggi in materia di risparmio energetico, di uso razionale dell’energia, di sicurezza e di salvaguardia dell’ambiente, provvedendo nel contempo al miglioramento del processo di utilizzo dell’energia, conformemente al Decreto legislativo 30 maggio 2008, n. 115 e alla Legge 6 luglio 2012, n. 94. Ai sensi della richiamata LR n. 2/2003: - Attraverso lo strumento del presente contratto di concessione del servizio di illuminazione pubblica le Amministrazioni si prefiggono di raggiungere l’obiettivo di conseguire ingenti risparmi energetico- gestionali e conseguentemente diminuire i Comuni sono titolari delle funzioni amministrative consumi di energia primaria, le emissioni di inquinanti e dei compiti di programmazionegas clima-alteranti in atmosfera. Su tali basi, progettazione e realizzazione del sistema locale dei servizi sociali a rete, dell'erogazione dei servizi e delle prestazioni sociali, nonché delle altre funzioni e compiti loro conferiti dalla legislazione statale e regionale; - l’Azienda USL assicura, attraverso l’Amministrazione ritiene di ottenere tramite il concessionario le risorse finanziarie pubblichenecessarie per realizzare un Piano degli interventi di riqualificazione impiantistica finalizzato al miglioramento complessivo dell’efficienza energetica e luminosa degli impianti di proprietà, i livelli essenziali e uniformi di assistenza definiti dal Piano sanitario nazionale nel rispetto dei principi della dignità della persona umana, del bisogno di salute, dell’equità nell’accesso all’assistenza, della qualità delle cure e della loro appropriatezza riguardo nonché all’adeguamento normativo degli stessi. Con la presente procedura ogni Amministrazione risponde sostanzialmente alle specifiche esigenze nonché dell’economicità nell’impiego delle risorse; - le attività ad integrazione socio-sanitaria sono volte a soddisfare le necessarie esigenze di tutela della saluteriqualificazioni impiantistiche, secondo modalità coordinate e comunque finalizzate alla diminuzione dei consumi di recupero energia elettrica e mantenimento delle autonomie personali, d'inserimento sociale e miglioramento delle condizioni di vita, anche mediante prestazioni a carattere prolungato e si distinguono in: a) prestazioni sanitarie a rilevanza sociale, comprensive di quelle connotate da elevata integrazione sanitaria, assicurate dalle Aziende unità sanitarie locali; b) prestazioni sociali a rilevanza sanitaria, assicurate dai Comuni; - i Comuni e le Aziende unità sanitarie locali individuano, nell'ambito degli accordi di integrazione socio-sanitaria, i modelli organizzativi e dei costi gestionali, fondati sull'integrazione professionale delle rispettive competenze, ed i relativi rapporti finanziari. L’integrazione sociosanitaria è valore primario nonché al recupero di qualità nell’illuminamento e obiettivo strategico di sicurezza nell’erogazione del sistema regionale di welfareservizio. E’ fattore fondamentale richiesto agli operatori economici che intendono partecipare alla presente procedura di qualificazione dell’offerta presentare proposte precise e dettagliate, avendo sempre ben presenti i predetti obiettivi delle Amministrazioni e tutte le norme vigenti che disciplinano i settori interessati, dalla fase di progettazione a quella dell’esecuzione dei servizi e delle prestazioni sociosanitarie in quanto consente di organizzare interventi di risposta ai bisogni fondati sul riconoscimento lavori, della persona nella sua globalità e rapportata al suo contesto di vita, generando una maggiore efficacia di cura e un uso più efficiente delle risorse. L’integrazione istituzionale ne costituisce la premessa, assicurando, in maniera unitaria, la funzione di governance del sistema di welfare nell’ambito della pianificazione e degli indirizzi regionali nonché del coordinamento di livello intermedio spettante alla Conferenza Territoriale Sociale e Sanitaria, secondo i principi ora delineati nel vigente Piano Sociale e Sanitario. Il governo del sistema di welfare locale e il coordinamento delle politiche sociali, sociosanitarie e sanitarie a livello territoriale, spettano, poi, al Comitato di Distretto che agisce il ruolo strategico di indirizzo, programmazione, governo delle risorse e regolazione dell’accesso al sistema sociosanitario integrato in ambito distrettuale attraverso gli strumenti del “Piano di Zona per la salute e il benessere sociale”, a valenza triennale, del “Programma Attuativo Annuale” a valenza annuale/biennale, del “Piano Annuale delle Attività per la Non Autosufficienza” e del “Piano integrato territoriale dei servizi pubblici del lavoro, sociali e sanitari” di cui alla LR 14/2015. Il Comitato di Distretto individua, con apposito regolamento, i propri meccanismi di funzionamento. All’esercizio delle funzioni di governo, spettanti al Comitato di Distretto, così come definite dalle Legge Regionali n. 19/1994 e n. 29/2004, partecipa il Direttore di Distretto che, coerentemente agli indirizzi di programmazione e nel rispetto dei vincoli economico- finanziari, collabora alla programmazione delle attività territoriali, definendo le caratteristiche quali-quantitative dei servizi offerti nel territorio, proponendo una committenza coerente con la domanda espressa dalla popolazione di riferimento, individuando forme di organizzazione prestazione dei servizi, della gestione manutentiva degli impianti, dello sfruttamento razionale delle risorse, della tutela ambientale, del conseguimento dei risultati prefissati, del collaudo degli impianti e delle opere realizzate nel contesto dell’appalto stesso, della messa in esercizio e conservazione in piena sicurezza e continua efficienza. Il servizio di erogazione delle prestazioni Illuminazione Pubblica in concessione avrà durata pari a quanto specificato nel capitolo 6 del presente CSA, tale durata è determinata in ragione dei tempi previsti per ammortizzare gli investimenti di efficientamento sugli impianti con il risparmio energetico che si ritiene di poter conseguire con la collaborazione ideativa, progettuale, realizzativa, gestionale e finanziaria del Concessionario. L’opzione finanziaria che le Amministrazioni coinvolte intendeno implementare con l’affidamento del predetto Servizio è quella del Finanziamento Tramite Terzi (FTT, D.Lgs. 115/2008), in cui il Concessionario sostiene in proprio gli investimenti finalizzati al risparmio energetico (progettazione, fornitura, esecuzione e collaudo degli interventi finalizzati a produrre una riduzione dei consumi energetici a parità di acquisizione delle risorse adeguate servizi resi), recuperando tali spese (comprensive degli oneri finanziari) mediante il trattenimento di una quota parte dei risparmi economici derivanti dalla riduzione di consumi che lo stesso s’impegna a massimizzare la qualità, l’efficienza e l’efficacia dei processi di produzione dell’assistenza e orientate a garantire, altresì, l’assistenza primaria, la continuità delle cure e l’integrazione ospedale-territorio. Per l’esercizio delle proprie competenze, il Comitato di Distretto si avvale dell’Ufficio di Piano, struttura tecnico gestionale comune ad EELL ed AUSL, quale supporto tecnico ed organizzativo alle funzioni di programmazione, regolazione e controllo del sistema integrato dei servizi sociali, sociosanitari e sanitari più direttamente connessi con l’area dell’integrazione in ambito distrettuale. Per l'esercizio delle rispettive competenze nell'attuazione della programmazione di ambito distrettuale e conseguire nella gestione operativa delle azioni e del servizio. Le Amministrazioni pongono a base della presente procedura di gara il Progetto Definitivo degli interventi sociali a rilevanza sanitariadi riqualificazione energetica, sanitari a rilevanza sociale e sociosanitari ad elevata integrazione sanitariaambientale, ivi delineatidi valorizzazione quali scelte minime inderogabili di ogni Amministrazione in termini di riassetto del territorio comunale, da cui emerge il risparmio energetico minimo cui gli EELL e l'AUSLinterventi, che concorrono alla definizione il concorrente vincitore dovrà realizzare, dovranno garantire ed attuare. Ulteriori efficienze energetiche potranno essere conseguite, ma solo a completamento del suddetto Progetto Definitivo come meglio descritto al successivo articolo 4, con gli interventi migliorativi che il concorrente aggiudicatario proporrà in sede di offerta tecnica migliorativa. Si specifica che il progetto posto a base della presente attoprocedura di gara e relativo all’aggregazione dei comuni di Pero, individuano Melzo e scelgono Cantello partecipa al bando LUMEN di Regione Lombardia del Programma Operativo Regionale FESR 2014-2020 Asse Prioritario IV – Azione IV.4.c.1.2. ‘Interventi per il miglioramento dell’efficienza energetica degli impianti di illuminazione pubblica e la gestione associata quale forma diffusione di servizi tecnologici integrati’. Pertanto è preciso obbligo dell’aggiudicatario il pieno e modalità adeguata alla piena e fattiva realizzazione dell'integrazione sociosanitariatotale rispetto ed adempimento delle prescrizioni contenute nel suddetto bando pubblicato sul BURL serie ordinaria n. 46 del 16.11.216 PARTE I – NORME GENERALI 7 1. Ciò premesso, si conviene quanto segue:Definizioni 7

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PREMESSA. L’integrazione sociosanitaria Nel quadro delle indicazioni dell'Agenda digitale europea, di cui alla comunicazione della Commissione europea COM(2010)245 definitivo/2 del 26 agosto 2010 e della Strategia per la Crescita Digitale approvata dal Governo il 3 marzo 2015 e dalla Commissione europea il 18 ottobre 2016, nella versione che accoglie le modifiche richieste per soddisfare la condizionalità ex-ante 2.1, il Governo persegue l'obiettivo prioritario della modernizzazione dei rapporti tra pubblica amministrazione, cittadini e imprese, attraverso azioni coordinate dirette a favorire lo sviluppo di domanda e offerta di servizi digitali innovativi, a potenziare l'offerta di connettività a larga banda, a incentivare cittadini e imprese all'utilizzo di servizi digitali e a promuovere la crescita della capacità delle imprese adeguate a sostenere lo sviluppo di prodotti e servizi innovativi. Nel medesimo contesto, con Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 16 settembre 2016 è rivolta stato nominato il Commissario straordinario per l’attuazione dell’Agenda digitale al quale sono stati, tra gli altri, affidati i compiti di esercitare poteri di impulso e coordinamento, nonché di fornire indicazioni a soddisfare bisogni di salute che richiedono contestualmente prestazioni sanitarie soggetti pubblici e privati per la realizzazione delle azioni, iniziative ed azioni di protezione socialeopere essenziali, connesse e strumentali all’attuazione dell’Agenda digitale italiana, anche in coerenza con gli obiettivi dell’Agenda digitale europea, di lungo periodoemanare regole tecniche e linee guida, sulla base nonché sottoscrivere protocolli di progetti personalizzati redatti sulla scorta intesa e convenzioni con soggetti pubblici e privati ai fini dell’espletamento di valutazioni multidimensionali. Sia a livello regionale che compiti ed attività sempre strumentali al conseguimento degli obiettivi dell’Agenda digitale e di ambito distrettuale sono stati sviluppati negli anni numerosi strumenti di programmazionecoordinare l’attività degli enti, delle agenzie e delle amministrazioni, che devono necessariamente essere tra loro raccordati dispongono di deleghe e che sono: • il Piano Sociale competenze in materia di innovazione e Sanitario; • il Piano Regionale per la Prevenzione, • le linee annuali di programmazione e finanziamento del SSR; • le linee di programmazione regionale integrata dei servizi pubblici del lavoro, sociali e sanitari, previste dalla L.R. n.14/2015. Si richiama, in appendice, la normativa che delinea tale impianto programmatorio e l’assetto previsto per la sua attuazione, quale parte integrante della presente convenzione. Il presupposto su cui poggia la definizione di integrazione origina dalla considerazione che esistono situazioni peculiari della vita della persona che richiedono necessariamente un intervento finalizzato a soddisfare globalmente la contestuale esigenza del soggetto di un bisogno sanitario e di un bisogno sociale. Ai sensi della richiamata LR n. 2/2003: - i Comuni sono titolari delle funzioni amministrative e dei compiti di programmazione, progettazione e realizzazione del sistema locale dei servizi sociali a rete, dell'erogazione dei servizi e delle prestazioni socialiattuazione dell’Agenda digitale, nonché delle altre funzioni società a partecipazione pubblica operanti nel settore delle tecnologie dell’informatica e compiti loro conferiti dalla legislazione statale della comunicazione. L’Agenzia deve pertanto gestire e regionale; - l’Azienda USL assicura, attraverso le risorse finanziarie sostenere un complesso processo di cambiamento delle amministrazioni pubbliche, promuovere e sostenere la diffusione delle tecnologie e dei servizi digitali fra imprese e cittadini, supportare il Commissario nell’attuazione delle proprie attività e, al contempo, raggiungere la piena operatività, completando e adeguando la propria struttura organizzativa, in modo che possa svolgere ap pieno i livelli essenziali propri compiti istituzionali. La Convenzione triennale per gli esercizi 2017-2019 definisce le azioni che consentono di raggiungere tali obiettivi. In quest’ottica, è necessario completare il percorso di trasformazione e uniformi potenziamento dell’Agenzia, avviata nel precedente triennio, per fronteggiare al meglio un contesto in costante evoluzione, i cui profili di assistenza definiti dal Piano sanitario nazionale complessità rappresentano una sfida che l'Agenzia è chiamata a raccogliere per ottimizzare l'utilizzo delle tecnologie digitali nell'organizzazione della PA e nel rapporto tra questa, i cittadini e le imprese, nonché per promuovere l’utilizzo delle tecnologie fra cittadini e imprese, nel rispetto dei principi di legalità, imparzialità e trasparenza e secondo criteri di efficienza, efficacia ed economicità. Il Piano delle attività si articola in tre aree strategiche, che rappresentano i principali ambiti d’intervento nei quali si deve declinare l'azione triennale dell'Agenzia per l’attuazione dell’Agenda Digitale Italiana e il conseguimento degli obiettivi dell’Agenda Digitale Europea. Le aree strategiche sono: L’evoluzione del Sistema informativo della dignità della persona umanaPA viene definita e regolata secondo le linee e i principi definiti nel Modello strategico ed è assicurata operativamente dal Piano triennale che fissa gli obiettivi per le amministrazioni, monitora i progressi e definisce anno per anno le nuove attività da svolgere. Gli obiettivi del bisogno di salutePiano triennale vengono declinati operativamente per quanto direttamente in capo all’Agenzia in termini di: • definizione, dell’equità nell’accesso all’assistenzaprogettazione e gestione, della qualità ricorrendo al necessario apporto da parte del mercato, delle cure infrastrutture e della loro appropriatezza riguardo alle specifiche esigenze nonché dell’economicità nell’impiego delle risorse; - le attività ad integrazione socio-sanitaria sono volte a soddisfare le esigenze di tutela della salutepiattaforme abilitanti, di recupero in accordo con quanto previsto dal CAD e mantenimento dal Modello • definizione delle autonomie personali, d'inserimento sociale e miglioramento delle condizioni di vita, anche mediante prestazioni a carattere prolungato e si distinguono in: a) prestazioni sanitarie a rilevanza sociale, comprensive di quelle connotate da elevata integrazione sanitaria, assicurate dalle Aziende unità sanitarie locali; b) prestazioni sociali a rilevanza sanitaria, assicurate dai Comuni; - i Comuni e le Aziende unità sanitarie locali individuano, nell'ambito degli accordi di integrazione socio-sanitaria, i modelli organizzativi e gestionali, fondati sull'integrazione professionale delle rispettive competenze, ed i relativi rapporti finanziari. L’integrazione sociosanitaria è valore primario e obiettivo strategico del sistema regionale di welfare. E’ fattore fondamentale di qualificazione dell’offerta linee guida tecniche per il disegno dei servizi e per la loro interoperabilità tecnica; • definizione delle prestazioni sociosanitarie in quanto consente linee guida e delle policy di organizzare interventi sicurezza. In particolare verranno emanate le linee guida e gestiti i progetti relativi ai tre layer del Modello strategico: • Infrastrutture fisiche • Piattaforme abilitanti • Ecosistemi Il presidio delle piattaforme abilitanti e l’individuazione delle nuove piattaforme sono le attività fondamentali dell’Area strategica 2. L'Agenzia contribuisce alla diffusione dell'utilizzo delle tecnologie dell'informazione e della comunicazione per favorire l'innovazione e la crescita economica, sociale e culturale. In particolare le attività dell’area strategica si focalizzano sul fronte istituzionale attraverso la partecipazione e la promozione di risposta ai bisogni fondati eventi o iniziative finalizzate alla diffusione della cultura digitale e sul riconoscimento della persona fronte interno alla PA attraverso il sostegno alle amministrazioni nella sua globalità e rapportata al suo contesto di vitarealizzazione del Piano triennale. Per ciascuna delle aree strategiche, generando una maggiore efficacia di cura e un uso più efficiente delle risorse. L’integrazione istituzionale ne costituisce la premessa, assicurandosono evidenziati gli obiettivi prioritari sui quali l’Agenzia dovrà concentrare i propri sforzi nel triennio, in maniera unitariacoerenza con gli indirizzi politici già formulati, nonché con le attese dei diversi stakeholders. • Completare e far approvare il Piano triennale 2017-2019 • Sviluppare e pubblicare una prima release dello strumento web per la funzione comunicazione, diffusione e gestione del Piano triennale • Avviare il monitoraggio della baseline dei costi e dei progetti delle pubbliche amministrazioni centrali e locali, completando la copertura di almeno 15 Regioni e 4 PAC • Pubblicare il primo set di indicatori relativi al monitoraggio regionale (DESI regionale) • Pubblicare un documento che definisca i meccanismi di governance del sistema Piano triennale con le amministrazioni centrali e locali • Implementare una nuova organizzazione dell’Agenzia e rafforzare il coordinamento con la struttura del Commissario. • Realizzare le attività previste dal Piano triennale per i tre layer del Modello strategico; • Avviare e portare a regime i progetti finanziati con i fondi PON Governance: o portare in esercizio la prima release di welfare nell’ambito della pianificazione e degli indirizzi regionali nonché del coordinamento di livello intermedio spettante alla Conferenza Territoriale Sociale e SanitariaCittadinanza digitale, secondo quanto previsto nel progetto Italia login e contenente almeno le funzionalità di avvisi e gestione delle preferenze del cittadino, e definire le regole di interoperabilità o avviare le progettualità nell’ambito dei primi tre ecosistemi pilota o completare le schede progettuali, sottoscrivere le convenzioni con il Dipartimento e avviare le attività operative relative ai layer delle Piattaforme immateriali e delle Infrastrutture fisiche; • Proseguire nell’implementazione di SPID finalizzando i principi ora delineati nel vigente Piano Sociale contratti per il circuito privati e Sanitariodefinendo gli obiettivi quantitativi da raggiungere nell’anno successivo • Potenziare l’infrastruttura fisica e l’organizzazione del servizio PagoPA migliorando l'esperienza utente ed accelerando l'adozione da parte delle PA per raggiungere un target di 10 milioni di transazioni nell'anno. Il governo del sistema di welfare locale • Aggiornare il Portale nazionale dei dati aperti (xxxx.xxx.xx) e assicurare il coordinamento delle politiche sociali, sociosanitarie attività dell’Agenzia con l’azione nazionale nell’ambito dell’Open Government Partnership e sanitarie con quella relative al Data Analytic Framework [DAF] promosso dal Commissario • Organizzare secondo quanto previsto dal Piano triennale il presidio di assistenza al cambiamento per le amministrazioni istituendo stabile contatto con tutte le PAC e gli aggregatori PAL e mappando per ognuno le iniziative progettuali e gli impegni di spesa attraverso indici operativi e SLA che saranno stabiliti entro la fine del 2017 • Completare la mappatura delle competenze interne all’Agenzia secondo i framework europei • Assistere il Dipartimento nell’eventuale estensione della metodologia a livello territorialenazionale • Accompagnare i processi di trasformazione digitale della PA e del Paese con apposite iniziative di comunicazione, spettanoformazione e disseminazione • Rappresentare, poiprevio raccordo con il Commissario, al Comitato l’Italia sui temi dell’agenda digitale e dell’Internet governance. • Rilasciare l’aggiornamento annuale del Piano triennale, aggiornando gli obiettivi complessivi descritti e completando il processo di Distretto che agisce integrazione delle amministrazioni • Individuare le eventuali nuove piattaforme abilitanti a seguito del confronto con le amministrazioni centrali e locali e con il ruolo strategico di indirizzoCommissario • Completare la riorganizzazione del CERT-PA in accordo con il Piano triennale, programmazione, governo delle risorse e regolazione dell’accesso al sistema sociosanitario integrato in ambito distrettuale attraverso gli strumenti del “Piano di Zona per la salute direttiva NIS e il benessere sociale”, a valenza triennale, piano nazionale di Cyber Security • Adeguamento dell’organizzazione dell’Agenzia in coerenza con gli obiettivi del “Programma Attuativo Annuale” a valenza annuale/biennale, Piano triennale • Pubblicare il cruscotto delle amministrazioni con il Sistema di monitoraggio completo. • Realizzare le attività annuali previste dal Piano triennale per i tre layer del “Piano Annuale delle Attività Modello strategico • In particolare per la Non Autosufficienza” e del “Piano integrato territoriale dei servizi pubblici del lavoro, sociali e sanitari” di cui alla LR 14/2015. Il Comitato di Distretto individua, quanto riguarda i progetti finanziati con apposito regolamento, i propri meccanismi di funzionamento. All’esercizio delle funzioni di governo, spettanti al Comitato di Distretto, così come definite dalle Legge Regionali n. 19/1994 e n. 29/2004, partecipa il Direttore di Distretto che, coerentemente agli indirizzi di programmazione e nel rispetto dei vincoli economico- finanziari, collabora alla programmazione delle attività territoriali, definendo le caratteristiche quali-quantitative dei servizi offerti nel territorio, proponendo una committenza coerente con la domanda espressa dalla popolazione di riferimento, individuando forme di organizzazione dei servizi, di erogazione delle prestazioni e di acquisizione delle risorse adeguate a massimizzare la qualità, l’efficienza e l’efficacia dei processi di produzione dell’assistenza e orientate a garantire, altresì, l’assistenza primaria, la continuità delle cure e l’integrazione ospedale-territorio. Per l’esercizio delle proprie competenze, il Comitato di Distretto si avvale dell’Ufficio di Piano, struttura tecnico gestionale comune ad EELL ed AUSL, quale supporto tecnico ed organizzativo alle funzioni di programmazione, regolazione e controllo del sistema integrato dei servizi sociali, sociosanitari e sanitari più direttamente connessi con l’area dell’integrazione in ambito distrettuale. Per l'esercizio delle rispettive competenze nell'attuazione della programmazione di ambito distrettuale e nella gestione operativa delle azioni e degli interventi sociali a rilevanza sanitaria, sanitari a rilevanza sociale e sociosanitari ad elevata integrazione sanitaria, ivi delineati, gli EELL e l'AUSL, che concorrono alla definizione del presente atto, individuano e scelgono la gestione associata quale forma e modalità adeguata alla piena e fattiva realizzazione dell'integrazione sociosanitaria. Ciò premesso, si conviene quanto seguefondi PON Governance:

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Samples: Convenzione Triennale Per Gli Esercizi 2017 – 2019

PREMESSA. L’integrazione sociosanitaria è rivolta La volontà delle parti di stipulare un nuovo contratto regionale si basa sulla necessità di dare un contributo alla ricerca di sempre maggiore qualità dell’offerta erogata, alla valorizzazione del patrimonio di innovazione e dialogo accumulato in regione Lombardia, all’occupazione. Le forti difficoltà vissute dal nostro Paese e la possibilità di improvvisi e radicali cambiamenti del contesto esterno anche nella nostra regione richiedono coesione e tempestività di azione. Le Parti condividono anche la necessità di dare regole certe e condivise ad enti e lavoratori, sottoposti in questo momento a soddisfare bisogni forte incertezza e flessioni produttive e sviluppare relazioni sindacali responsabili, basate sul dialogo e sul confronto aperto sulla ricerca di salute che richiedono contestualmente prestazioni sanitarie ed azioni elementi innovativi e sulla attività svolta in modo partecipato e costruttivo durante tutta la vigenza contrattuale anche con il contributo dell’Ente bilaterale xxxxxxxx XXXX. Le parti condividono la necessità di protezione sociale, anche di lungo periodo, sulla base di progetti personalizzati redatti sulla scorta di valutazioni multidimensionali. Sia un ulteriore e rinnovato impegno per continuare a livello regionale che di ambito distrettuale sono stati sviluppati negli anni numerosi strumenti di programmazione, che devono necessariamente essere tra loro raccordati e che sono: • il Piano Sociale e Sanitario; • il Piano Regionale per migliorare la Prevenzione, • le linee annuali di programmazione e finanziamento del SSR; • le linee di programmazione regionale integrata qualità dei servizi pubblici di formazione e al lavoro offerti, di ricercare azioni congiunte nei confronti delle Istituzioni sulle politiche formative ed educative, sull’adeguamento del lavorovalore dei costi standard, sociali sugli indicatori di qualità del servizio e sanitarisul rating di Regione Lombardia e delle sue possibili evoluzioni, previste dalla L.R. n.14/2015avendo in comune la volontà di assicurare sviluppo ed identità al sistema formativo lombardo e proponendo, al contempo, un miglioramento delle attuali modalità di finanziamento. Si richiamaLe parti condividono inoltre che il miglioramento della produttività del lavoro si possa realizzare nei seguenti ambiti: - risorse umane: responsabilità, in appendicecooperazione, la normativa che delinea tale impianto programmatorio ampiamento delle conoscenze, formazione, ricambio generazionale; - relazioni sindacali: esigibilità e l’assetto previsto per la sua attuazione, quale parte integrante della presente convenzione. Il presupposto su cui poggia la definizione di integrazione origina dalla considerazione che esistono situazioni peculiari della vita della persona che richiedono necessariamente un intervento finalizzato a soddisfare globalmente la contestuale esigenza fruibilità del soggetto di un bisogno sanitario contratto regionale e di un bisogno sociale. Ai sensi della richiamata LR n. 2/2003ente; - flessibilità organizzativa: - i Comuni sono titolari efficienza ed efficacia per garantire il successo formativo dei fruitori e l’ampiamento delle funzioni amministrative e dei compiti di programmazione, progettazione e realizzazione del sistema locale chances per gli utilizzatori dei servizi sociali a rete, dell'erogazione dei servizi e delle prestazioni sociali, nonché delle altre funzioni e compiti loro conferiti dalla legislazione statale e regionale; - l’Azienda USL assicura, attraverso le risorse finanziarie pubbliche, i livelli essenziali e uniformi di assistenza definiti dal Piano sanitario nazionale nel rispetto dei principi della dignità della persona umana, del bisogno di salute, dell’equità nell’accesso all’assistenza, della qualità delle cure e della loro appropriatezza riguardo alle specifiche esigenze nonché dell’economicità nell’impiego delle risorse; - le attività ad integrazione socio-sanitaria sono volte a soddisfare le esigenze di tutela della salute, di recupero e mantenimento delle autonomie personali, d'inserimento sociale e miglioramento delle condizioni di vita, anche mediante prestazioni a carattere prolungato e si distinguono in: a) prestazioni sanitarie a rilevanza sociale, comprensive di quelle connotate da elevata integrazione sanitaria, assicurate dalle Aziende unità sanitarie locali; b) prestazioni sociali a rilevanza sanitaria, assicurate dai Comuni; - i Comuni e le Aziende unità sanitarie locali individuano, nell'ambito degli accordi di integrazione socio-sanitaria, i modelli organizzativi e gestionali, fondati sull'integrazione professionale delle rispettive competenze, ed i relativi rapporti finanziari. L’integrazione sociosanitaria è valore primario e obiettivo strategico del sistema regionale di welfare. E’ fattore fondamentale di qualificazione dell’offerta dei servizi e delle prestazioni sociosanitarie in quanto consente di organizzare interventi di risposta ai bisogni fondati sul riconoscimento della persona nella sua globalità e rapportata al suo contesto di vita, generando una maggiore efficacia di cura e un uso più efficiente delle risorse. L’integrazione istituzionale ne costituisce la premessa, assicurando, in maniera unitaria, la funzione di governance del sistema di welfare nell’ambito della pianificazione e degli indirizzi regionali nonché del coordinamento di livello intermedio spettante alla Conferenza Territoriale Sociale e Sanitaria, secondo i principi ora delineati nel vigente Piano Sociale e Sanitario. Il governo del sistema di welfare locale e il coordinamento delle politiche sociali, sociosanitarie e sanitarie a livello territoriale, spettano, poi, al Comitato di Distretto che agisce il ruolo strategico di indirizzo, programmazione, governo delle risorse e regolazione dell’accesso al sistema sociosanitario integrato in ambito distrettuale attraverso gli strumenti del “Piano di Zona per la salute e il benessere sociale”, a valenza triennale, del “Programma Attuativo Annuale” a valenza annuale/biennale, del “Piano Annuale delle Attività per la Non Autosufficienza” e del “Piano integrato territoriale dei servizi pubblici del lavoro, sociali e sanitari” di cui alla LR 14/2015. Il Comitato di Distretto individua, con apposito regolamento, i propri meccanismi di funzionamento. All’esercizio delle funzioni di governo, spettanti al Comitato di Distretto, così come definite dalle Legge Regionali n. 19/1994 e n. 29/2004, partecipa il Direttore di Distretto che, coerentemente agli indirizzi di programmazione e nel rispetto dei vincoli economico- finanziari, collabora alla programmazione delle attività territoriali, definendo le caratteristiche quali-quantitative dei servizi offerti nel territorio, proponendo una committenza coerente con la domanda espressa dalla popolazione di riferimento, individuando forme di organizzazione dei servizi, di erogazione delle prestazioni e di acquisizione delle risorse adeguate a massimizzare la qualità, l’efficienza e l’efficacia dei processi di produzione dell’assistenza e orientate a garantire, altresì, l’assistenza primaria, la continuità delle cure e l’integrazione ospedale-territorio. Per l’esercizio delle proprie competenze, il Comitato di Distretto si avvale dell’Ufficio di Piano, struttura tecnico gestionale comune ad EELL ed AUSL, quale supporto tecnico ed organizzativo alle funzioni di programmazione, regolazione e controllo del sistema integrato dei servizi sociali, sociosanitari e sanitari più direttamente connessi con l’area dell’integrazione in ambito distrettuale. Per l'esercizio delle rispettive competenze nell'attuazione della programmazione di ambito distrettuale e nella gestione operativa delle azioni e degli interventi sociali a rilevanza sanitaria, sanitari a rilevanza sociale e sociosanitari ad elevata integrazione sanitaria, ivi delineati, gli EELL e l'AUSL, che concorrono alla definizione del presente atto, individuano e scelgono la gestione associata quale forma e modalità adeguata alla piena e fattiva realizzazione dell'integrazione sociosanitaria. Ciò premesso, si conviene quanto segue:.

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Samples: Contratto Regionale

PREMESSA. L’integrazione sociosanitaria è rivolta a soddisfare bisogni Premesso che: le Parti Sociali, fermo restando la loro reciproca autonomia di salute che richiedono contestualmente prestazioni sanitarie ed azioni di protezione sociale, anche di lungo periodo, sulla base di progetti personalizzati redatti sulla scorta di valutazioni multidimensionali. Sia a livello regionale che di ambito distrettuale sono stati sviluppati negli anni numerosi strumenti di programmazione, che devono necessariamente essere tra loro raccordati e che sono: • il Piano Sociale e Sanitario; • il Piano Regionale per la Prevenzione, • le linee annuali di programmazione e finanziamento del SSR; • le linee di programmazione regionale integrata dei servizi pubblici del lavoro, sociali e sanitari, previste dalla L.R. n.14/2015. Si richiamarappresentanza, in appendiceottemperanza agli Accordi Interconfederali regionali sottoscritti, la normativa che delinea tale impianto programmatorio e l’assetto previsto per la sua attuazione, quale parte integrante della presente convenzione. Il presupposto su cui poggia la definizione di integrazione origina dalla considerazione che esistono situazioni peculiari della vita della persona che richiedono necessariamente un intervento finalizzato ritengono utile dare continuità al lavoro sino a soddisfare globalmente la contestuale esigenza del soggetto di un bisogno sanitario e di un bisogno sociale. Ai sensi della richiamata LR n. 2/2003oggi svolto: - i Comuni sono titolari delle funzioni amministrative e dei compiti per lo sviluppo della contrattazione collettiva di programmazione, progettazione e realizzazione del sistema locale dei servizi sociali a rete, dell'erogazione dei servizi e delle prestazioni sociali, nonché delle altre funzioni e compiti loro conferiti dalla legislazione statale e lavoro regionale; - l’Azienda USL assicuraper il consolidamento del sistema bilaterale funzionale per lo sviluppo del comparto e per rea- lizzare più avanzate relazioni sindacali in Lombardia. L'esperienza lombarda dell'artigianato in materia di bilateralità, maturata a partire dagli anni ot- tanta, merita una positiva valutazione. Tale esperienza ha, infatti, consentito di costituire un significativo sistema bilaterale finalizzato a gestire alcune fra le tematiche più importanti per lo sviluppo del comparto ed a garantire ido- nei sostegni alle imprese ed ai loro dipendenti anche attraverso: - l'attuazione di interventi volti al sostegno delle politiche del lavoro ed in particolare alla crea- zione di nuovi posti di lavoro; - alla crescita della cultura della prevenzione e sicurezza negli ambienti di lavoro; - alla continuità dell'impresa, salvaguardando l'esperienza e la professionalità acquisite dalle lavoratrici e dai lavoratori; - alla promozione di un "Welfare integrativo" per il comparto artigiano, nonché alla promozione degli investimenti nell'innovazione. In una logica di forte evoluzione delle esigenze delle persone, la bilateralità dell’artigianato è stata ampliata ed estesa a specifiche convezioni con la Regione Lombardia. L'importante ruolo svolto da CONFARTIGIANATO, CNA, CLAAI, CASARTIGIANI e CGIL, CISL e UIL della Lombardia, quali Parti Sociali, e le funzioni della bilateralità sono, infatti, ampiamente riconosciute dalla legislazione nazionale e regionale. Considerato che Le Parti Sociali: - ritengono utile che la politica del Governo sui temi del lavoro tenga conto del sistema delle relazioni sindacali maturate nell'artigianato e nella bilateralità. A tale proposito è importante in particolare, che le misure di sostegno al reddito siano distinte per settore economico e tipolo- gie di impresa e collegate a più efficaci percorsi di ricollocamento professionale sostenuti da agevolazioni contributive ed accompagnate da formazione continua. La riforma del complesso ed articolato sistema degli ammortizzatori sociali dovrà consolidare e valorizzare il sistema della bilateralità, con particolare attenzione alle peculiarità del comparto artigiano; - intendono rilanciare e valorizzare il settore e la qualità dell'occupazione, i cui presupposti so- no contenuti negli accordi interconfederali regionali; - confermano la centralità della bilateralità quale un importante strumento della contrattazio- ne; - riconoscono che il settore artigiano rappresenta infatti una parte rilevante dell'economia lombarda, una realtà significativa, anche nel contesto dell'Unione Europea; - riconoscono che la situazione economica, caratterizzata da una crisi profonda e strutturale, sta mettendo a dura prova le capacità di tenuta delle imprese. Auspicano, pertanto, un ruolo della politica teso a di recuperare i livelli di attività perduti, con azioni mirate a di favorire lo svi- luppo sostenendo efficacemente le imprese, la domanda aggregata, la crescita dei consumi e degli investimenti; - confermano che l'esperienza della contrattazione collettiva e della bilateralità nell'artigianato della Lombardia ha consentito di sviluppare un evoluto modello bilaterale e paritetico che ge- stisce strumenti concordati dalle Parti Sociali, finalizzati all'erogazione di prestazioni ai lavora- tori non rientranti nel sistema ordinario di tutele. Nell'artigianato, infatti, la partecipazione delle lavoratrici e dei lavoratori trova nella bilateralità lo strumento primario per offrire risposte con- crete ed efficaci ai nuovi bisogni manifestati dai lavoratori e dalle imprese in un comparto ca- ratterizzato da una rilevante quantità di realtà con dimensioni contenute; - richiamano integralmente gli Accordi Interconfederali nazionali sottoscritti e la delibera del comitato esecutivo EBNA del 12 maggio 2010; - confermano che la contrattazione regionale si attua sulla base delle reciproche convenienze ed opportunità per consentire, attraverso le risorse finanziarie pubblicheil raggiungimento di più elevati livelli di competitività delle imprese, i livelli essenziali il miglioramento delle prospettive occupazionali e uniformi di assistenza definiti dal Piano sanitario nazionale nel rispetto dei principi della dignità della persona umana, del bisogno di salute, dell’equità nell’accesso all’assistenza, della qualità delle cure e della loro appropriatezza riguardo alle specifiche esigenze nonché dell’economicità nell’impiego delle risorse; - le attività ad integrazione socio-sanitaria sono volte a soddisfare le esigenze di tutela della salute, di recupero e mantenimento delle autonomie personali, d'inserimento sociale e miglioramento delle condizioni di vita, anche mediante prestazioni a carattere prolungato e si distinguono in: a) prestazioni sanitarie a rilevanza sociale, comprensive di quelle connotate da elevata integrazione sanitaria, assicurate dalle Aziende unità sanitarie locali; b) prestazioni sociali a rilevanza sanitaria, assicurate dai Comunilavoro; - ribadiscono che il modello contrattuale dell'artigianato è articolato su due livelli di contratta- zione nazionale e regionale sono regolati dal principio di inscindibilità. Ne consegue che l'appli- cazione del Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro comporta l'obbligo, per il datore di lavoro, di applicare anche il Contratto Collettivo Regionale di Lavoro di riferimento; - ritengono indispensabili per il sistema dell'artigianato la gestione delle relazioni sindacali an- che attraverso un rafforzamento e lo sviluppo del metodo partecipativo e della prevenzione dei conflitti, oltre al reciproco riconoscimento dei ruoli e competenze ed il rispetto delle prero- gative che competono ai soggetti sociali rappresentativi di interessi collettivi. - confermano i Comuni e le Aziende unità sanitarie locali individuano, nell'ambito degli accordi di integrazione socio-sanitaria, i modelli organizzativi e gestionali, fondati sull'integrazione professionale delle rispettive competenze, ed i relativi rapporti finanziari. L’integrazione sociosanitaria è valore primario e obiettivo strategico del sistema regionale di welfare. E’ fattore fondamentale di qualificazione dell’offerta dei servizi e delle prestazioni sociosanitarie in quanto consente di organizzare interventi di risposta ai bisogni fondati sul riconoscimento della persona nella sua globalità e rapportata al suo contesto di vita, generando una maggiore efficacia di cura e un uso più efficiente delle risorse. L’integrazione istituzionale ne costituisce contenuti stabiliti dalle "Linee guida per la premessa, assicurando, in maniera unitaria, la funzione di governance riforma del sistema di welfare nell’ambito assetti con- trattuali, delle relazioni sindacali e della pianificazione bilateralità nell'artigianato" sottoscritte il 21.11.2008. Nel contesto delineato, le Parti considerano la contrattazione collettiva, esercitata nel rispetto delle regole condivise, un valore nelle relazioni sindacali, nel comune obiettivo di consolidare il modello contrattuale fondato su due livelli di contrattazione nazionale e degli indirizzi regionali nonché del coordinamento regionale, introdotto dai vigenti Accordi Interconfederali e dai C.C.N.L. Le Parti Sociali firmatarie la presente intesa condividono le soluzioni adottate dalle "Linee gui- da per la realizzazione della contrattazione collettiva regionale di livello intermedio spettante alla Conferenza Territoriale Sociale lavoro" sottoscritte da CON- FARTIGIANATO, CNA, CLAAI, CASARTIGIANI e SanitariaCGIL, secondo CISL UIL il 2 aprile 2012. Tali linee guida indicano soluzioni che impegnano le Parti Sociali e costituiscono uno strumen- to utile al fine di realizzare i principi ora delineati rinnovi dei singoli CCRL, le stesse non sono esaustive di argomenti specifici, che potranno trovare soluzione e sintesi nel vigente Piano Sociale presente C.C.R.L. unitamente ad altre materie non di competenza esclusiva dei C.C.N.L. Una volta recepiti e Sanitario. Il governo del sistema di welfare locale e il coordinamento delle politiche sociali, sociosanitarie e sanitarie disciplinati dal C.C.R.L. gli istituti contrattuali convenuti saranno esigibili a livello territorialeterritoriale senza la necessità di ulteriori accordi. Tutto ciò premesso e considerato, spettano, poi, al Comitato di Distretto che agisce il ruolo strategico di indirizzo, programmazione, governo delle risorse e regolazione dell’accesso al sistema sociosanitario integrato in ambito distrettuale attraverso compresi gli strumenti del “Piano di Zona per la salute e il benessere sociale”, a valenza triennale, del “Programma Attuativo Annuale” a valenza annuale/biennale, del “Piano Annuale delle Attività per la Non Autosufficienza” e del “Piano integrato territoriale dei servizi pubblici del lavoro, sociali e sanitari” di cui alla LR 14/2015. Il Comitato di Distretto individua, con apposito regolamento, i propri meccanismi di funzionamento. All’esercizio delle funzioni di governo, spettanti al Comitato di Distretto, così come definite dalle Legge Regionali n. 19/1994 e n. 29/2004, partecipa il Direttore di Distretto che, coerentemente agli indirizzi di programmazione e nel rispetto dei vincoli economico- finanziari, collabora alla programmazione delle attività territoriali, definendo le caratteristiche quali-quantitative dei servizi offerti nel territorio, proponendo una committenza coerente con la domanda espressa dalla popolazione di riferimento, individuando forme di organizzazione dei servizi, di erogazione delle prestazioni e di acquisizione delle risorse adeguate a massimizzare la qualità, l’efficienza e l’efficacia dei processi di produzione dell’assistenza e orientate a garantire, altresì, l’assistenza primaria, la continuità delle cure e l’integrazione ospedale-territorio. Per l’esercizio delle proprie competenze, il Comitato di Distretto si avvale dell’Ufficio di Piano, struttura tecnico gestionale comune ad EELL ed AUSL, quale supporto tecnico ed organizzativo alle funzioni di programmazione, regolazione e controllo del sistema integrato dei servizi sociali, sociosanitari e sanitari più direttamente connessi con l’area dell’integrazione in ambito distrettuale. Per l'esercizio delle rispettive competenze nell'attuazione della programmazione di ambito distrettuale e nella gestione operativa delle azioni e degli interventi sociali a rilevanza sanitaria, sanitari a rilevanza sociale e sociosanitari ad elevata integrazione sanitaria, ivi delineati, gli EELL e l'AUSLallegati, che concorrono alla definizione costituiscono parte integrante del presente atto, individuano e scelgono la gestione associata quale forma e modalità adeguata alla piena e fattiva realizzazione dell'integrazione sociosanitaria. Ciò premessoContratto Collettivo Regionale di Lavoro, si conviene quanto segue:. Il C.C.R.L. si applica ai lavoratori dipendenti delle imprese della Lombardia dei medesimi settori previsti dal C.C.N.L. per i lavoratori dipendenti delle imprese artigiane dei settori Metalmecca- nica, Installazione di Impianti, Orafi, Argentieri e Affini e delle imprese Odontotecniche.

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Samples: Contratto a Tempo Determinato

PREMESSA. L’integrazione sociosanitaria è rivolta a soddisfare bisogni Il Comune di salute che richiedono contestualmente prestazioni sanitarie ed azioni di protezione socialeVillaspeciosa, anche di lungo periodocon l’affidamento del servizio richiesto dal presente capitolato, sulla base di progetti personalizzati redatti sulla scorta di valutazioni multidimensionali. Sia a livello regionale che di ambito distrettuale sono stati sviluppati negli anni numerosi strumenti di programmazione, che devono necessariamente essere tra loro raccordati e che sono: • il Piano Sociale e Sanitario; • il Piano Regionale per la Prevenzione, • le linee annuali di programmazione e finanziamento del SSR; • le linee di programmazione regionale integrata dei servizi pubblici del lavorostimolato da esigenze educative, sociali e sanitari, previste dalla L.R. n.14/2015. Si richiama, in appendice, la normativa che delinea tale impianto programmatorio e l’assetto previsto per la sua attuazione, quale parte integrante della presente convenzione. Il presupposto su cui poggia la definizione di integrazione origina dalla considerazione che esistono situazioni peculiari della vita della persona che richiedono necessariamente un intervento finalizzato a soddisfare globalmente la contestuale esigenza del soggetto di un bisogno sanitario e di un bisogno sociale. Ai sensi della richiamata LR n. 2/2003: - i Comuni sono titolari delle funzioni amministrative e dei compiti di programmazione, progettazione e realizzazione del sistema locale dei servizi sociali a rete, dell'erogazione dei servizi e delle prestazioni sociali, nonché delle altre funzioni e compiti loro conferiti dalla legislazione statale e regionale; - l’Azienda USL assicura, attraverso le risorse finanziarie pubbliche, i livelli essenziali e uniformi di assistenza definiti dal Piano sanitario nazionale nel rispetto dei principi della dignità della persona umana, del bisogno di salute, dell’equità nell’accesso all’assistenza, della qualità delle cure e della loro appropriatezza riguardo alle specifiche esigenze nonché dell’economicità nell’impiego delle risorse; - le attività ad integrazione socio-sanitaria sono volte a soddisfare le esigenze di tutela della salutesalute e dell'ambiente, intende favorire lo sviluppo di recupero un mercato di prodotti e mantenimento servizi a ridotto impatto ambientale attraverso la leva della domanda pubblica. Consapevole che le Amministrazioni pubbliche che intraprendono azioni di GPP (Green Public Procurement) si impegnano sia a razionalizzare acquisti e consumi che ad incrementare la qualità ambientale delle autonomie personali, d'inserimento sociale e miglioramento delle condizioni proprie forniture ed affidamenti. In tal senso il capitolato d’appalto è un importante strumento di vita, anche mediante prestazioni a carattere prolungato e si distinguono in: a) prestazioni sanitarie a rilevanza sociale, comprensive progettazione che può consentire di quelle connotate da elevata integrazione sanitaria, assicurate dalle Aziende unità sanitarie locali; b) prestazioni sociali a rilevanza sanitaria, assicurate dai Comuni; - i Comuni e le Aziende unità sanitarie locali individuano, nell'ambito degli accordi di integrazione socio-sanitaria, i modelli organizzativi e gestionali, fondati sull'integrazione professionale delle rispettive competenze, ed i relativi rapporti finanziari. L’integrazione sociosanitaria è valore primario e obiettivo strategico del sistema regionale di welfare. E’ fattore fondamentale di qualificazione dell’offerta controllare gli effetti ambientali dei servizi e delle prestazioni sociosanitarie in quanto consente erogati con la finalità di: • elevare il livello qualitativo dei pasti sia dal punto di organizzare interventi di risposta ai bisogni fondati sul riconoscimento della persona nella sua globalità e rapportata al suo contesto di vita, generando una maggiore efficacia di cura e un uso più efficiente delle risorse. L’integrazione istituzionale ne costituisce la premessa, assicurando, in maniera unitaria, la funzione di governance vista nutrizionale che del sistema di welfare nell’ambito della pianificazione e degli indirizzi regionali nonché del coordinamento di livello intermedio spettante alla Conferenza Territoriale Sociale e Sanitaria, secondo loro gradimento mantenendo saldi i principi ora delineati nel vigente Piano Sociale e Sanitario. Il governo del sistema di welfare locale e il coordinamento delle politiche sociali, sociosanitarie e sanitarie a livello territoriale, spettano, poi, al Comitato sicurezza alimentare; • promuovere l’adozione di Distretto che agisce il ruolo strategico di indirizzo, programmazione, governo delle risorse e regolazione dell’accesso al sistema sociosanitario integrato in ambito distrettuale attraverso gli strumenti del “Piano di Zona abitudini alimentari corrette per salvaguardare la salute e il benessere sociale”per prevenire patologie cronico degenerative (diabete, a valenza triennaleobesità ecc.); • privilegiare gli interventi di sostenibilità ambientale come l’introduzione di cibo biologico e la riduzione degli sprechi; • realizzare buone pratiche con l‘utilizzo di stoviglie lavabili e l’uso di acqua di rete e contenitori riutilizzabili e/o caraffe, del che riducano la quantità di rifiuti prodotti. Il presente appalto tiene conto delle recenti Programma Attuativo Annuale” a valenza annuale/biennale, del “Piano Annuale delle Attività Linee di indirizzo nazionale per la Non Autosufficienza” e ristorazione scolastica (provvedimento della Conferenza unificata del “Piano integrato territoriale dei servizi pubblici del lavoro, sociali e sanitari” di cui alla LR 14/2015. Il Comitato di Distretto individua, con apposito regolamento, i propri meccanismi di funzionamento. All’esercizio delle funzioni di governo, spettanti al Comitato di Distretto, così come definite dalle Legge Regionali n. 19/1994 e n. 29/2004, partecipa il Direttore di Distretto che, coerentemente agli indirizzi di programmazione e nel rispetto dei vincoli economico- finanziari, collabora alla programmazione delle attività territoriali, definendo le caratteristiche quali-quantitative dei servizi offerti nel territorio, proponendo una committenza coerente con la domanda espressa dalla popolazione di riferimento, individuando forme di organizzazione dei servizi, di erogazione delle prestazioni e di acquisizione delle risorse adeguate a massimizzare la qualità, l’efficienza e l’efficacia dei processi di produzione dell’assistenza e orientate a garantire, altresì, l’assistenza primaria, la continuità delle cure e l’integrazione ospedale-territorio. Per l’esercizio delle proprie competenze, il Comitato di Distretto si avvale dell’Ufficio di Piano, struttura tecnico gestionale comune ad EELL ed AUSL, quale supporto tecnico ed organizzativo alle funzioni di programmazione, regolazione e controllo del sistema integrato dei servizi sociali, sociosanitari e sanitari più direttamente connessi con l’area dell’integrazione in ambito distrettuale. Per l'esercizio delle rispettive competenze nell'attuazione 29 aprile 2010) oltre che della programmazione di ambito distrettuale e nella gestione operativa delle azioni e degli interventi sociali a rilevanza sanitaria, sanitari a rilevanza sociale e sociosanitari ad elevata integrazione sanitaria, ivi delineati, gli EELL e l'AUSL, che concorrono alla definizione del presente atto, individuano e scelgono la gestione associata quale forma e modalità adeguata alla piena e fattiva realizzazione dell'integrazione sociosanitaria. Ciò premesso, si conviene quanto segue:specifica normativa Regionale.

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Samples: www.sardegnaambiente.it

PREMESSA. L’integrazione sociosanitaria è rivolta L'importante piano di investimenti e riforme previsto dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) vuole mettere l’Italia nel gruppo di testa in Europa entro il 2026. La componente M1C1 del presente Piano si propone di sviluppare l'offerta integrata e armonizzata di servizi digitali all'avanguardia orientati a soddisfare bisogni cittadini, residenti e imprese, permettendo così all'Italia di salute realizzare l'ambizione europea del Digital Compass 2030, quando tutti i servizi pubblici chiave saranno disponibili online. La Digitalizzazione della Pubblica Amministrazione - Asse 1 della componente M1C1 del PNRR - contempla misure volte a migliorare la digitalizzazione della Pubblica Amministrazione (PA) e si articola in sette investimenti e tre riforme. Gli investimenti sono diretti in particolare a: i) razionalizzare e consolidare le infrastrutture digitali esistenti della PA; ii) promuovere la diffusione del cloud computing, iii) con particolare attenzione all'armonizzazione e all'interoperabilità delle piattaforme e dei servizi di dati, la realizzazione del principio once only e l'accessibilità dei dati tramite un catalogo centrale di "connettori automatici" (cosiddette API – Application Programming Interfaces); iv) migliorare la disponibilità, l'efficienza e l'accessibilità di tutti i servizi pubblici digitali con l'obiettivo di incrementarne il livello di adozione e soddisfazione degli utenti, v) rafforzando le difese dell'Italia contro i rischi derivanti dalla criminalità informatica e vi) rafforzando la trasformazione digitale delle grandi amministrazioni centrali; vii) colmare il divario digitale potenziando le competenze digitali dei cittadini. Le riforme comprese in questo asse sono volte a: i) semplificare e velocizzare le procedure di acquisto di servizi ICT (tecnologie dell'informazione e della comunicazione) per la PA; ii) sostenere la trasformazione digitale della PA e iii) rimuovere gli ostacoli che richiedono contestualmente prestazioni sanitarie ed azioni frenano l'adozione del cloud nelle amministrazioni pubbliche e semplificare le procedure per lo scambio di protezione sociale, anche di lungo periodo, sulla base di progetti personalizzati redatti sulla scorta di valutazioni multidimensionalidati tra le amministrazioni. Sia a livello regionale che di ambito distrettuale sono stati sviluppati negli anni numerosi strumenti di programmazioneNell’ambito dell’Investimento 1.4 - Servizi digitali e esperienza dei cittadini, che devono necessariamente essere tra loro raccordati si pone l'obiettivo di sviluppare un'offerta integrata e armonizzata di servizi digitali all'avanguardia orientati ai cittadini, si colloca l’“Investimento PNRR M1 C1 1.4.4 - Rafforzamento dell'adozione delle piattaforme nazionali di identità digitale (SPID, CIE) e dell'Anagrafe nazionale (ANPR)”, che sonoprevede un finanziamento complessivo di 285 milioni di euro. Di questi, 35 milioni di euro sono destinati all’ANPR, che prevede un potenziamento dei servizi disponibili dal portale per cittadini e pubbliche amministrazioni, con un rilascio graduale secondo le seguenti milestones: il Piano Sociale 20% entro giugno 2022, il 40% entro dicembre 2024 e Sanitario; • il Piano Regionale per la Prevenzione, • le linee annuali di programmazione e finanziamento del SSR; • le 100% entro marzo 2026. A tale fine sono previste due linee di programmazione regionale integrata dei servizi pubblici del lavoro, sociali e sanitari, previste dalla L.R. n.14/2015. Si richiama, in appendice, la normativa che delinea tale impianto programmatorio e l’assetto previsto per la sua attuazione, quale parte integrante della presente convenzione. Il presupposto su cui poggia la definizione di integrazione origina dalla considerazione che esistono situazioni peculiari della vita della persona che richiedono necessariamente un intervento finalizzato a soddisfare globalmente la contestuale esigenza del soggetto di un bisogno sanitario e di un bisogno sociale. Ai sensi della richiamata LR n. 2/2003: - i Comuni sono titolari delle funzioni amministrative e dei compiti di programmazione, progettazione e realizzazione del sistema locale dei servizi sociali a rete, dell'erogazione dei servizi e delle prestazioni sociali, nonché delle altre funzioni e compiti loro conferiti dalla legislazione statale e regionale; - l’Azienda USL assicura, attraverso le risorse finanziarie pubbliche, i livelli essenziali e uniformi di assistenza definiti dal Piano sanitario nazionale nel rispetto dei principi della dignità della persona umana, del bisogno di salute, dell’equità nell’accesso all’assistenza, della qualità delle cure e della loro appropriatezza riguardo alle specifiche esigenze nonché dell’economicità nell’impiego delle risorse; - le attività ad integrazione socio-sanitaria sono volte a soddisfare le esigenze di tutela della salute, di recupero e mantenimento delle autonomie personali, d'inserimento sociale e miglioramento delle condizioni di vita, anche mediante prestazioni a carattere prolungato e si distinguono in: a) prestazioni sanitarie a rilevanza sociale, comprensive di quelle connotate da elevata integrazione sanitaria, assicurate dalle Aziende unità sanitarie locali; b) prestazioni sociali a rilevanza sanitaria, assicurate dai Comuni; - i Comuni e le Aziende unità sanitarie locali individuano, nell'ambito degli accordi di integrazione socio-sanitaria, i modelli organizzativi e gestionali, fondati sull'integrazione professionale delle rispettive competenze, ed i relativi rapporti finanziari. L’integrazione sociosanitaria è valore primario e obiettivo strategico del sistema regionale di welfare. E’ fattore fondamentale di qualificazione dell’offerta dei servizi e delle prestazioni sociosanitarie in quanto consente di organizzare interventi di risposta ai bisogni fondati sul riconoscimento della persona nella sua globalità e rapportata al suo contesto di vita, generando una maggiore efficacia di cura e un uso più efficiente delle risorse. L’integrazione istituzionale ne costituisce la premessa, assicurando, in maniera unitaria, la funzione di governance del sistema di welfare nell’ambito della pianificazione e degli indirizzi regionali nonché del coordinamento di livello intermedio spettante alla Conferenza Territoriale Sociale e Sanitaria, secondo i principi ora delineati nel vigente Piano Sociale e Sanitario. Il governo del sistema di welfare locale e il coordinamento delle politiche sociali, sociosanitarie e sanitarie a livello territoriale, spettano, poi, al Comitato di Distretto che agisce il ruolo strategico di indirizzo, programmazione, governo delle risorse e regolazione dell’accesso al sistema sociosanitario integrato in ambito distrettuale attraverso gli strumenti del “Piano di Zona per la salute e il benessere sociale”, a valenza triennale, del “Programma Attuativo Annuale” a valenza annuale/biennale, del “Piano Annuale delle Attività per la Non Autosufficienza” e del “Piano integrato territoriale dei servizi pubblici del lavoro, sociali e sanitari” di cui alla LR 14/2015. Il Comitato di Distretto individua, con apposito regolamento, i propri meccanismi di funzionamento. All’esercizio delle funzioni di governo, spettanti al Comitato di Distretto, così come definite dalle Legge Regionali n. 19/1994 e n. 29/2004, partecipa il Direttore di Distretto che, coerentemente agli indirizzi di programmazione e nel rispetto dei vincoli economico- finanziari, collabora alla programmazione delle attività territoriali, definendo le caratteristiche quali-quantitative dei servizi offerti nel territorio, proponendo una committenza coerente con la domanda espressa dalla popolazione di riferimento, individuando forme di organizzazione dei servizi, di erogazione delle prestazioni e di acquisizione delle risorse adeguate a massimizzare la qualità, l’efficienza e l’efficacia dei processi di produzione dell’assistenza e orientate a garantire, altresì, l’assistenza primaria, la continuità delle cure e l’integrazione ospedale-territorio. Per l’esercizio delle proprie competenze, il Comitato di Distretto si avvale dell’Ufficio di Piano, struttura tecnico gestionale comune ad EELL ed AUSL, quale supporto tecnico ed organizzativo alle funzioni di programmazione, regolazione e controllo del sistema integrato dei servizi sociali, sociosanitari e sanitari più direttamente connessi con l’area dell’integrazione in ambito distrettuale. Per l'esercizio delle rispettive competenze nell'attuazione della programmazione di ambito distrettuale e nella gestione operativa delle azioni e degli interventi sociali a rilevanza sanitaria, sanitari a rilevanza sociale e sociosanitari ad elevata integrazione sanitaria, ivi delineati, gli EELL e l'AUSL, che concorrono alla definizione del presente atto, individuano e scelgono la gestione associata quale forma e modalità adeguata alla piena e fattiva realizzazione dell'integrazione sociosanitaria. Ciò premesso, si conviene quanto segueattività:

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Samples: Accordo Senza Oneri

PREMESSA. L’integrazione sociosanitaria è rivolta a soddisfare bisogni Le Amministrazioni e Associazioni firmatarie dell’Accordo prendono atto della necessità di salute avviare una serie di azioni integrate che richiedono contestualmente prestazioni sanitarie ed azioni siano in grado di garantire in modo efficace la valorizzazione del paesaggio identitario fluviale del Mincio, la sicurezza dei territori, il risanamento della acque e più in generale una riqualificazione dell’intero bacino del fiume Mincio. I firmatari del presente Accordo Operativo prendono atto che la qualità delle risorse paesistico-ambientali del bacino dipendono da una molteplicità di fattori che, al fine di garantire risultati efficaci, vanno governati in modo integrato e condiviso agendo in molteplici settori: protezione e tutela degli ambienti naturali, tutela delle acque, difesa del suolo, protezione del rischio idraulico, tutela delle bellezze naturali, divulgazione e sensibilizzazione della cultura dell’acqua. In relazione alle opportunità, alle necessità e alle difficoltà di un cammino condiviso di questa portata, i soggetti firmatari individuano nel Contratto di Fiume lo strumento idoneo ad affrontare le tematiche sopraelencate in quanto permette di adottare un sistema di regole in cui i criteri di utilità pubblica, rendimento economico, valore sociale, anche sostenibilità ambientale intervengono in modo paritario nella ricerca di lungo periodosoluzioni di governance efficaci grazie al coinvolgimento di tutte le parti interessate (popolazione residente, sulla base industrie, autorità pubbliche, turismo, associazioni diverse, ecc.) al fine di progetti personalizzati redatti sulla scorta avviare uno sviluppo coordinato, solidale e durevole del bacino fluviale a partire dal riconoscimento della sua identità paesistica. Il Contratto di valutazioni multidimensionali. Sia a livello regionale che di ambito distrettuale sono stati sviluppati negli anni numerosi strumenti di programmazione, che devono necessariamente essere tra loro raccordati e che sono: • il Piano Sociale e Sanitario; • il Piano Regionale per la Prevenzione, • le linee annuali di programmazione e finanziamento del SSR; • le linee di programmazione regionale integrata dei servizi pubblici del lavoro, sociali e sanitari, previste dalla L.R. n.14/2015. Si richiamaFiume, in appendiceparticolare, la normativa che delinea tale impianto programmatorio e l’assetto previsto per la sua attuazione, quale parte integrante della presente convenzione. Il presupposto su cui poggia la definizione di integrazione origina dalla considerazione che esistono situazioni peculiari della vita della persona che richiedono necessariamente un intervento finalizzato a soddisfare globalmente la contestuale esigenza del soggetto di un bisogno sanitario e di un bisogno sociale. Ai sensi della richiamata LR n. 2/2003consentirà di: - i Comuni sono titolari delle funzioni amministrative costruire uno scenario strategico condiviso di sviluppo durevole e dei compiti sostenibile del territorio coniugando recupero di programmazioneidentità, progettazione sicurezza e realizzazione del sistema locale dei servizi sociali a rete, dell'erogazione dei servizi e delle prestazioni sociali, nonché delle altre funzioni e compiti loro conferiti dalla legislazione statale e regionalequalità ambientale; - l’Azienda USL assicuracostruire un sistema informativo territoriale di politiche, attraverso le risorse finanziarie pubblicheprogrammi e progetti idonei a contribuire all’implementazione dello scenario strategico; - individuare ruoli e tempi di azione precisi per attori pubblici, i livelli essenziali privati e uniformi associativi che siano in grado di assistenza definiti dal Piano sanitario nazionale nel rispetto dare un contributo concreto alla valorizzazione dei principi della dignità della persona umanacaratteri identitari, alla difesa del bisogno di salute, dell’equità nell’accesso all’assistenza, territorio e al miglioramento dell’ambiente al fine del miglioramento della qualità delle cure acque; - dare concreta attuazione ad un sistema di interventi integrati di riqualificazione insediativa del bacino finalizzati al miglioramento della qualità delle acque anche per una loro fruizione; - realizzare un adeguato piano di sensibilizzazione sul tema delle acque, della loro qualità e della loro appropriatezza riguardo alle specifiche esigenze nonché dell’economicità nell’impiego delle risorse; - le attività ad integrazione socio-sanitaria sono volte a soddisfare le esigenze gestione, incentrato su azioni di tutela comunicazione, formazione ed educazione. Il Contratto di Fiume si inserisce in un contesto normativo rappresentato dalla Direttiva 2000/60, dal Decreto Legislativo 152/06, dalla Legge 14/06 (che ratifica i principi della saluteConvenzione europea sul paesaggio), di recupero e mantenimento delle autonomie personali, d'inserimento sociale da norme e miglioramento delle condizioni di vita, anche mediante prestazioni a carattere prolungato e si distinguono inregolamenti regionali quali: a) prestazioni sanitarie a rilevanza sociale, comprensive di quelle connotate da elevata integrazione sanitaria, assicurate dalle Aziende unità sanitarie locali; b) prestazioni sociali a rilevanza sanitaria, assicurate dai Comuni; - i Comuni e le Aziende unità sanitarie locali individuano, nell'ambito degli accordi di integrazione socio-sanitaria, i modelli organizzativi e gestionali, fondati sull'integrazione professionale delle rispettive competenze, ed i relativi rapporti finanziari. L’integrazione sociosanitaria è valore primario e obiettivo strategico la LR 12/2005 (sul governo del sistema regionale di welfare. E’ fattore fondamentale di qualificazione dell’offerta dei servizi e delle prestazioni sociosanitarie in quanto consente di organizzare interventi di risposta ai bisogni fondati sul riconoscimento della persona nella sua globalità e rapportata al suo contesto di vita, generando una maggiore efficacia di cura e un uso più efficiente delle risorse. L’integrazione istituzionale ne costituisce la premessa, assicurando, in maniera unitariaterritorio), la funzione di governance del sistema di welfare nell’ambito della pianificazione e degli indirizzi regionali nonché del coordinamento di livello intermedio spettante alla Conferenza Territoriale Sociale e SanitariaLR 6/73 (sulle opere idrauliche), secondo i principi ora delineati nel vigente Piano Sociale e Sanitario. Il governo del sistema di welfare locale e la LR 2/2003 (sulla Programmazione negoziata), il coordinamento delle politiche socialiPSR 2007/2013, sociosanitarie e sanitarie a livello territoriale, spettano, poi, al Comitato di Distretto che agisce il ruolo strategico di indirizzo, programmazione, governo delle risorse e regolazione dell’accesso al sistema sociosanitario integrato in ambito distrettuale attraverso gli strumenti del “Piano di Zona (riguardante la Strategia per la salute conservazione della biodiversità e Sistema delle reti ecologiche), nonché le Linee guida “10.000 ettari di nuovi sistemi verdi” ed il benessere sociale”, a valenza triennale, del “Programma Attuativo Annuale” a valenza annuale/biennale, del “Piano Annuale delle Attività per la Non Autosufficienza” e del “Piano integrato territoriale dei servizi pubblici del lavoro, sociali e sanitari” di cui alla LR 14/2015. Il Comitato di Distretto individua, con apposito regolamento, i propri meccanismi di funzionamento. All’esercizio delle funzioni di governo, spettanti al Comitato di Distretto, così come definite dalle Legge Regionali attuativo previsto dalla DGR 20 dicembre 2006 n. 19/1994 e n. 29/2004, partecipa il Direttore di Distretto che, coerentemente agli indirizzi di programmazione e nel rispetto dei vincoli economico- finanziari, collabora alla programmazione delle attività territoriali, definendo le caratteristiche quali-quantitative dei servizi offerti nel territorio, proponendo una committenza coerente con la domanda espressa dalla popolazione di riferimento, individuando forme di organizzazione dei servizi, di erogazione delle prestazioni e di acquisizione delle risorse adeguate a massimizzare la qualità, l’efficienza e l’efficacia dei processi di produzione dell’assistenza e orientate a garantire, altresì, l’assistenza primaria, la continuità delle cure e l’integrazione ospedale-territorio. Per l’esercizio delle proprie competenze, il Comitato di Distretto si avvale dell’Ufficio di Piano, struttura tecnico gestionale comune ad EELL ed AUSL, quale supporto tecnico ed organizzativo alle funzioni di programmazione, regolazione e controllo del sistema integrato dei servizi sociali, sociosanitari e sanitari più direttamente connessi con l’area dell’integrazione in ambito distrettuale. Per l'esercizio delle rispettive competenze nell'attuazione della programmazione di ambito distrettuale e nella gestione operativa delle azioni e degli interventi sociali a rilevanza sanitaria, sanitari a rilevanza sociale e sociosanitari ad elevata integrazione sanitaria, ivi delineati, gli EELL e l'AUSL, che concorrono alla definizione del presente atto, individuano e scelgono la gestione associata quale forma e modalità adeguata alla piena e fattiva realizzazione dell'integrazione sociosanitaria. Ciò premesso, si conviene quanto segue:3839.

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Samples: Accordo Operativo

PREMESSA. L’integrazione sociosanitaria A seguito di sottoscrizione in data 11.01.2023 del Grant Agreement 101069928 - LIFE21-IPC-IT-LIFE CLIMAX PO, nell’ambito del programma LIFE, è rivolta stato finanziato il progetto LIFE CLIMAX PO “CLIMate Adaptation for the PO river basin district”, di cui ERSAF rappresenta un partner avendo sottoscritto il Consortium Agreement in data 26.07.2023. La finalità di tale progetto è quella di favorire l'attuazione della National Adaptation Strategy (NAS) nel Distretto idrografico del Po, incentivando l'adattamento ai cambiamenti climatici attraverso una gestione climaticamente intelligente delle risorse idriche e del suolo e l'attuazione di misure adeguate alle caratteristiche locali e alle peculiarità climatiche a soddisfare bisogni scala distrettuale. Il presente incarico prevede il supporto alla realizzazione di salute che richiedono contestualmente prestazioni sanitarie ed azioni parte delle attività progettuali in capo a ERSAF incluse in particolare nei Work Packages 4 e 8 e relative all’approfondimento della tematica del degrado del suolo e della Land Degradation Neutrality (LDN), con un focus su un bacino specifico individuato nel territorio dell’Oltrepò pavese. Il coinvolgimento di protezione sociale, anche di lungo periodo, sulla base di progetti personalizzati redatti sulla scorta di valutazioni multidimensionali. Sia a livello regionale che di ambito distrettuale sono stati sviluppati negli anni numerosi strumenti di programmazioneun facilitatore, che devono necessariamente essere tra loro raccordati presenti competenze specifiche sulla tematica, e che sono: • il Piano Sociale e Sanitario; • il Piano Regionale per la Prevenzione, • le linee annuali di programmazione e finanziamento del SSR; • le linee di programmazione regionale integrata dei servizi pubblici del lavoro, sociali e sanitari, previste dalla L.R. n.14/2015. Si richiama, in appendice, la normativa che delinea tale impianto programmatorio e l’assetto previsto per la sua attuazione, quale parte integrante della presente convenzione. Il presupposto su cui poggia la definizione di integrazione origina dalla considerazione che esistono situazioni peculiari della vita della persona che richiedono necessariamente un intervento finalizzato a soddisfare globalmente la contestuale esigenza del soggetto di un bisogno sanitario e di un bisogno sociale. Ai sensi della richiamata LR n. 2/2003: - i Comuni sono titolari delle funzioni amministrative e dei compiti di programmazione, progettazione e realizzazione del sistema locale dei servizi sociali a rete, dell'erogazione dei servizi e delle prestazioni sociali, nonché delle altre funzioni e compiti loro conferiti dalla legislazione statale e regionale; - l’Azienda USL assicura, attraverso le risorse finanziarie pubbliche, i livelli essenziali e uniformi di assistenza definiti dal Piano sanitario nazionale nel rispetto dei principi della dignità della persona umana, del bisogno di salute, dell’equità nell’accesso all’assistenza, della qualità delle cure e della loro appropriatezza riguardo alle specifiche esigenze nonché dell’economicità nell’impiego delle risorse; - le attività ad integrazione socio-sanitaria sono volte a soddisfare le esigenze di tutela della salute, di recupero e mantenimento delle autonomie personali, d'inserimento sociale e miglioramento delle condizioni di vita, anche mediante prestazioni a carattere prolungato e si distinguono in: a) prestazioni sanitarie a rilevanza sociale, comprensive di quelle connotate auspicabilmente operi da elevata integrazione sanitaria, assicurate dalle Aziende unità sanitarie locali; b) prestazioni sociali a rilevanza sanitaria, assicurate dai Comuni; - i Comuni e le Aziende unità sanitarie locali individuano, nell'ambito degli accordi di integrazione socio-sanitaria, i modelli organizzativi e gestionali, fondati sull'integrazione professionale delle rispettive competenze, ed i relativi rapporti finanziari. L’integrazione sociosanitaria è valore primario e obiettivo strategico del sistema regionale di welfare. E’ fattore fondamentale di qualificazione dell’offerta dei servizi e delle prestazioni sociosanitarie in quanto consente di organizzare interventi di risposta ai bisogni fondati sul riconoscimento della persona nella sua globalità e rapportata al suo contesto di vita, generando una maggiore efficacia di cura e un uso più efficiente delle risorse. L’integrazione istituzionale ne costituisce la premessa, assicurando, in maniera unitaria, la funzione di governance del sistema di welfare nell’ambito della pianificazione e degli indirizzi regionali nonché del coordinamento di livello intermedio spettante alla Conferenza Territoriale Sociale e Sanitaria, secondo i principi ora delineati nel vigente Piano Sociale e Sanitario. Il governo del sistema di welfare locale e il coordinamento delle politiche sociali, sociosanitarie e sanitarie a livello territoriale, spettano, poi, al Comitato di Distretto che agisce il ruolo strategico di indirizzo, programmazione, governo delle risorse e regolazione dell’accesso al sistema sociosanitario integrato in ambito distrettuale attraverso gli strumenti del “Piano di Zona per la salute e il benessere sociale”, a valenza triennale, del “Programma Attuativo Annuale” a valenza annuale/biennale, del “Piano Annuale delle Attività per la Non Autosufficienza” e del “Piano integrato territoriale dei servizi pubblici del lavoro, sociali e sanitari” di cui alla LR 14/2015. Il Comitato di Distretto individua, con apposito regolamento, i propri meccanismi di funzionamento. All’esercizio delle funzioni di governo, spettanti al Comitato di Distretto, così come definite dalle Legge Regionali n. 19/1994 e n. 29/2004, partecipa il Direttore di Distretto che, coerentemente agli indirizzi di programmazione e nel rispetto dei vincoli economico- finanziari, collabora alla programmazione delle attività territoriali, definendo le caratteristiche quali-quantitative dei servizi offerti nel territorio, proponendo una committenza coerente con la domanda espressa dalla popolazione tempo sull’area di riferimento, individuando forme può agevolare infatti il processo di organizzazione dei servizisviluppo e diffusione di nuova conoscenza nell’ambito del progetto, di erogazione delle prestazioni al fine del raggiungimento degli obiettivi prefissati. In particolare, i macro-obiettivi prevedono l’individuazione, nel bacino idrografico individuato, degli indicatori associati al degrado del suolo, e di acquisizione delle risorse adeguate quelli utili a massimizzare la qualitàvalutare l’impatto sul territorio dell’applicazione di misure di contrasto, l’efficienza unitamente al monitoraggio degli stessi nell’arco dei 5 anni previsti dall’incarico (feb 2024 / gen 2029). In questo periodo di tempo, è inoltre previsto un attivo coinvolgimento degli stakeholders, con particolare riferimento ai gestori del territorio, al fine di divulgare e l’efficacia trasferire le migliori pratiche di Land Degradation Neutrality, e gli effetti in termini di contrasto al degrado del suolo, con attenzione particolare al mantenimento di suoli sani e alla mitigazione dei processi di produzione dell’assistenza e orientate a garantire, altresì, l’assistenza primaria, la continuità delle cure e l’integrazione ospedale-territorio. Per l’esercizio delle proprie competenze, il Comitato di Distretto si avvale dell’Ufficio di Piano, struttura tecnico gestionale comune ad EELL ed AUSL, quale supporto tecnico ed organizzativo alle funzioni di programmazione, regolazione e controllo del sistema integrato dei servizi sociali, sociosanitari e sanitari più direttamente connessi con l’area dell’integrazione in ambito distrettuale. Per l'esercizio delle rispettive competenze nell'attuazione della programmazione di ambito distrettuale e nella gestione operativa delle azioni e degli interventi sociali a rilevanza sanitaria, sanitari a rilevanza sociale e sociosanitari ad elevata integrazione sanitaria, ivi delineati, gli EELL e l'AUSL, che concorrono alla definizione del presente atto, individuano e scelgono la gestione associata quale forma e modalità adeguata alla piena e fattiva realizzazione dell'integrazione sociosanitaria. Ciò premesso, si conviene quanto segue:cambiamenti climatici.

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Samples: Disciplinare D’incarico Di Prestazione Professionale Finalizzato a Garantire Il Supporto Tecnico/Specialistico Nell’ambito Delle Attività Dei Tasks 4.4 E 8.3 Del Progetto Life Climaxpo

PREMESSA. L’integrazione sociosanitaria Il presente documento è rivolta a soddisfare bisogni di salute che richiedono contestualmente prestazioni sanitarie ed azioni di protezione sociale, anche di lungo periodo, redatto sulla base del framework E-CF (European Competence Framework)1 del Comitato Europeo di progetti personalizzati redatti sulla scorta Normazione (CEN) e del documento “Competenze Digitali”2 emesso da AgID nel dicembre 2019 e disponibile anche in Docs Italia. I profili inseriti, come indicato, fanno riferimento, per le competenze, ai profili di valutazioni multidimensionali. Sia a livello regionale che di ambito distrettuale seconda generazione (dei lavori del CEN) e ai profili professionali dedicati alla sicurezza informatica Per tutti i profili, conoscenze ed abilità sono stati sviluppati negli anni numerosi strumenti predisposti con l’obiettivo di programmazioneintegrare le professionalità “standard” al contesto della Cyber security come previsto dal Piano Triennale e dalla normativa di settore. Trattasi di requisiti minimi che dovranno evolversi nel contesto delle migliori professionalità presenti nel settore della Cyber security per sostenere la protezione dei perimetri di sicurezza delle PA, che devono necessariamente essere tra loro raccordati e che sono: • il Piano Sociale e Sanitario; • il Piano Regionale a tutela della protezione del Paese. Le figure professionali necessarie per la Prevenzione, • le linee annuali di programmazione e finanziamento del SSR; • le linee di programmazione regionale integrata lo svolgimento dei servizi pubblici del lavoro, sociali e sanitari, previste dalla L.R. n.14/2015. Si richiama, in appendice, la normativa che delinea tale impianto programmatorio e l’assetto previsto per la sua attuazione, quale parte integrante della presente convenzionedi sicurezza da remoto dovranno aderire ai profili di seguito descritti. Il presupposto su cui poggia la definizione di integrazione origina dalla considerazione che esistono situazioni peculiari della vita della persona che richiedono necessariamente un intervento finalizzato a soddisfare globalmente la contestuale esigenza del soggetto di un bisogno sanitario e di un bisogno sociale. Ai sensi della richiamata LR n. 2/2003: - i Comuni sono titolari delle funzioni amministrative e dei compiti di programmazione, progettazione e realizzazione del sistema locale dei servizi sociali a rete, dell'erogazione dei servizi e delle prestazioni sociali, nonché delle altre funzioni e compiti loro conferiti dalla legislazione statale e regionale; - l’Azienda USL assicura, attraverso le risorse finanziarie pubbliche, i livelli essenziali e uniformi di assistenza definiti dal Piano sanitario nazionale nel rispetto dei principi della dignità della persona umana, del bisogno di salute, dell’equità nell’accesso all’assistenza, della qualità delle cure e della loro appropriatezza riguardo alle specifiche esigenze nonché dell’economicità nell’impiego delle risorse; - le attività ad integrazione socio-sanitaria sono volte a soddisfare presente documento considera le esigenze di tutela servizi in ambito Cyber security espresse sulla base del Codice dell’Amministrazione Digitale, del Piano Triennale per l’informatica nella Pubblica Amministrazione che sulla normativa relativa al perimetro di sicurezza nazionale cibernetica; pertanto ciascun profilo professionale si riferisce a risorse professionali con ampia esperienza, competenza funzionale e tecnica per l’ambito del lotto e non ad una singola persona. Tali competenze dovranno essere costantemente aggiornate all’evoluzione della salutetecnologia, normativa e organizzativa della Cyber security nonchè degli standard, delle linee guida e best practices applicabili. I curriculum vitae delle figure professionali da impiegare nei vari servizi dovranno essere resi disponibili alla Amministrazione secondo quanto previsto dal Capitolato Tecnico Generale, rispettando lo schema di recupero CV Europeo o diversi template indicati dall’Amministrazione. In ogni caso, dovranno essere particolarmente dettagliate le competenze/conoscenze/esperienze tecniche al fine di verificare la corrispondenza con i requisiti minimi, gli eventuali requisiti migliorativi offerti e mantenimento il contesto dell’Amministrazione. Nel presente documento, e laddove citati nel Capitolato Tecnico Generale e Speciale, ogni riferimento ad attività o metodologie basate sull’adozione di prodotti e ogni riferimento a prodotti vanno intesi in relazione ai prodotti e/o ai componenti di tali prodotti che sono effettivamente adottati per i sistemi informatici gestiti dalla singola Amministrazione. Le competenze e conoscenze tecniche delle autonomie personalifigure che seguono non sono esaustive delle esigenze future. Infatti le competenze iniziali potranno variare in funzione dell’evoluzione tecnologica e in relazione a ulteriori tematiche, d'inserimento sociale prodotti, sistemi e miglioramento delle condizioni metodologie che emergeranno durante la validità dell’AQ e dei contratti attuativi. A tal fine, la presente appendice potrà essere aggiornata nel corso della vigenza dell’AQ e dei contratti esecutivi, in accordo tra le parti, su richiesta degli Organismi di vitacoordinamento e controllo, anche mediante prestazioni a carattere prolungato eventualmente sentita/e si distinguono inuna o più amministrazioni contraenti, e/o dei Fornitori. Si precisa che: a) prestazioni sanitarie a rilevanza sociale, comprensive 1 xxxx://xxx.xxxxxxxxxxxx.xx/xx-xxxxxxx/xxxxxxx/0000/00/Xxxxxxxx-x-Xxxxxxxxxx-Xxxxxxxxx-0.0_XX.xxx 2 xxxxx://xxx.xxxx.xxx.xx/xx/xxxxxxx/xxxxxxxxxx-xxxxxxxx • fatto salvo il possesso del diploma di quelle connotate da elevata integrazione sanitaria, assicurate dalle Aziende unità sanitarie locali; b) prestazioni sociali a rilevanza sanitaria, assicurate dai Comuni; - i Comuni e le Aziende unità sanitarie locali individuano, nell'ambito degli accordi di integrazione socio-sanitariascuola media superiore, i modelli organizzativi e gestionalirequisiti accademici richiesti per ogni figura (titoli di studio) possono essere utilmente soddisfatti attraverso il possesso di una cultura equivalente, fondati sull'integrazione professionale delle rispettive competenzematurata attraverso lo svolgimento di esperienze lavorativo-professionali, ed i relativi rapporti finanziari. L’integrazione sociosanitaria è valore primario e obiettivo strategico del sistema regionale di welfare. E’ fattore fondamentale di qualificazione dell’offerta dei servizi e delle prestazioni sociosanitarie in quanto consente di organizzare interventi di risposta ai bisogni fondati sul riconoscimento della persona nella sua globalità e rapportata al suo contesto di vita, generando una maggiore efficacia di cura e un uso più efficiente delle risorse. L’integrazione istituzionale ne costituisce la premessa, assicurando, in maniera unitaria, la funzione di governance del sistema di welfare nell’ambito della pianificazione e degli indirizzi regionali nonché del coordinamento di livello intermedio spettante alla Conferenza Territoriale Sociale e Sanitaria, secondo i principi ora delineati nel vigente Piano Sociale e Sanitario. Il governo del sistema di welfare locale e il coordinamento delle politiche sociali, sociosanitarie e sanitarie a livello territoriale, spettano, poi, al Comitato di Distretto che agisce il ruolo strategico di indirizzo, programmazione, governo delle risorse e regolazione dell’accesso al sistema sociosanitario integrato in ambito distrettuale attraverso gli strumenti del “Piano di Zona per la salute e il benessere sociale”, a valenza triennale, del “Programma Attuativo Annuale” a valenza annuale/biennale, del “Piano Annuale delle Attività per la Non Autosufficienza” e del “Piano integrato territoriale dei servizi pubblici del lavoro, sociali e sanitari” di cui alla LR 14/2015. Il Comitato di Distretto individua, con apposito regolamento, i propri meccanismi di funzionamento. All’esercizio delle funzioni di governo, spettanti al Comitato di Distretto, così come definite dalle Legge Regionali n. 19/1994 e n. 29/2004, partecipa il Direttore di Distretto che, coerentemente agli indirizzi di programmazione e nel rispetto dei vincoli economico- finanziari, collabora alla programmazione delle attività territoriali, definendo le caratteristiche quali-quantitative dei servizi offerti nel territorio, proponendo una committenza coerente con la domanda espressa dalla popolazione di riferimento, individuando forme di organizzazione dei servizi, di erogazione delle prestazioni e di acquisizione delle risorse adeguate a massimizzare la qualità, l’efficienza e l’efficacia dei processi di produzione dell’assistenza e orientate a garantire, altresì, l’assistenza primaria, la continuità delle cure e l’integrazione ospedale-territorio. Per l’esercizio delle proprie competenze, il Comitato di Distretto si avvale dell’Ufficio di Piano, struttura tecnico gestionale comune ad EELL ed AUSL, quale supporto tecnico ed organizzativo alle funzioni di programmazione, regolazione e controllo del sistema integrato dei servizi sociali, sociosanitari e sanitari più direttamente connessi con l’area dell’integrazione in ambito distrettuale. Per l'esercizio delle rispettive competenze nell'attuazione della programmazione di ambito distrettuale e nella gestione operativa delle azioni e degli interventi sociali a rilevanza sanitaria, sanitari a rilevanza sociale e sociosanitari ad elevata integrazione sanitaria, ivi delineati, gli EELL e l'AUSL, che concorrono alla definizione del presente atto, individuano e scelgono la gestione associata quale forma e modalità adeguata alla piena e fattiva realizzazione dell'integrazione sociosanitaria. Ciò premesso, si conviene quanto seguepari a:

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Samples: www.consip.it

PREMESSA. L’integrazione sociosanitaria La conseguenza più immediata di eventi calamitosi di una certa gravità è rivolta a soddisfare bisogni la repentina interruzione di salute tutti i sistemi di telecomunicazione esistenti nell’area colpita dall’evento. Ciò ostacola gravemente sia il riconoscimento tempestivo dello scenario di evento e di danno, che richiedono contestualmente prestazioni sanitarie ed il coordinamento delle azioni per la gestione e il superamento dell’emergenza nelle prime fasi. La disponibilità di un sistema di radiocomunicazione dedicato per attività di protezione civile assume, pertanto, un ruolo significativo nei riguardi di azioni di protezione socialeprevenzione non strutturale, anche dell’attuazione dei primi interventi per il superamento dell’emergenza e del coordinamento dei soccorsi alla popolazione esposta ai danni indotti dall’evento. Particolarmente rilevante, poi, è la capacità di lungo periodo, sulla base di progetti personalizzati redatti sulla scorta di valutazioni multidimensionali. Sia a livello regionale che di ambito distrettuale sono stati sviluppati negli anni numerosi strumenti di programmazione, che devono necessariamente essere tra loro raccordati tempestiva valutazione dell’entità e che sono: • il Piano Sociale e Sanitario; • il Piano Regionale per la Prevenzione, • le linee annuali di programmazione e finanziamento del SSR; • le linee di programmazione regionale integrata dei servizi pubblici del lavoro, sociali e sanitari, previste dalla L.R. n.14/2015. Si richiamadegli effetti dell’evento atteso e/o in atto, in appendicecontesti territoriali multi rischio, la normativa che delinea tale impianto programmatorio ad elevata vulnerabilità e l’assetto previsto per la sua attuazioneforte concentrazione degli esposti, quale parte integrante quello della presente convenzione. Il presupposto su cui poggia la definizione Regione Campania, caratterizzato da scenari di integrazione origina dalla considerazione che esistono situazioni peculiari danno ed evento di interesse nazionale (sismico, vulcanico) e/o regionale (idrogeologico), comportanti l’attivazione del Servizio nazionale della vita della persona che richiedono necessariamente un intervento finalizzato a soddisfare globalmente la contestuale esigenza del soggetto di un bisogno sanitario e di un bisogno sociale. Ai sensi della richiamata LR n. 2/2003: - i Comuni sono titolari delle funzioni amministrative e dei compiti di programmazione, progettazione e realizzazione del sistema locale dei servizi sociali a rete, dell'erogazione dei servizi e delle prestazioni sociali, nonché delle altre funzioni e compiti loro conferiti dalla legislazione statale e regionale; - l’Azienda USL assicura, attraverso le risorse finanziarie pubbliche, i livelli essenziali e uniformi di assistenza definiti dal Piano sanitario nazionale nel rispetto dei principi della dignità della persona umana, del bisogno di salute, dell’equità nell’accesso all’assistenza, della qualità delle cure e della loro appropriatezza riguardo alle specifiche esigenze nonché dell’economicità nell’impiego delle risorse; - le attività ad integrazione socio-sanitaria sono volte a soddisfare le esigenze di tutela della salute, di recupero e mantenimento delle autonomie personali, d'inserimento sociale e miglioramento delle condizioni di vita, anche mediante prestazioni a carattere prolungato e si distinguono in: a) prestazioni sanitarie a rilevanza sociale, comprensive di quelle connotate da elevata integrazione sanitaria, assicurate dalle Aziende unità sanitarie locali; b) prestazioni sociali a rilevanza sanitaria, assicurate dai Comuni; - i Comuni e le Aziende unità sanitarie locali individuano, nell'ambito degli accordi di integrazione socio-sanitaria, i modelli organizzativi e gestionali, fondati sull'integrazione professionale delle rispettive competenze, ed i relativi rapporti finanziari. L’integrazione sociosanitaria è valore primario e obiettivo strategico del sistema regionale di welfare. E’ fattore fondamentale di qualificazione dell’offerta dei servizi e delle prestazioni sociosanitarie in quanto consente di organizzare interventi di risposta ai bisogni fondati sul riconoscimento della persona protezione civile nella sua globalità massima configurazione di intervento, ai diversi livelli territoriali. Per assicurare l’efficacia e rapportata al suo contesto di vita, generando una maggiore efficacia di cura e un uso più efficiente delle risorse. L’integrazione istituzionale ne costituisce la premessa, assicurando, in maniera unitaria, la funzione di governance l’efficienza del funzionamento del sistema di welfare protezione civile regionale e statale è, dunque, indispensabile dotarsi di un sistema radiomobile sicuro ed affidabile, che consenta di realizzare collegamenti radio dedicati fra la Sala Operativa Regionale Unificata di protezione civile e gli utenti (istituzionali, forze del volontariato e soggetti privati), ovunque dislocati sul territorio regionale, garantendo, altresì, l’efficace ed efficiente flusso delle comunicazioni in fonia/dati tra la Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento Nazionale della Protezione Civile (DPC) e le centrali operative regionali e le unità operative di protezione civile sul territorio. A tal fine, la rete di radiocomunicazione deve conseguire due obiettivi specifici: - assicurare la massima possibile copertura radio regionale, con un segnale di alta qualità idoneamente distribuito in relazione alla conformazione orografica del territorio; - favorire l’interoperabilità a livello sovraregionale, in modo da permettere alle unità operative provenienti da altre regioni di poter comunicare con i loro ricetrasmettitori sulla rete radio della regione, secondo standard prestazionali e procedure tecniche e operative, omogenee e condivise con il Dipartimento Nazionale della protezione civile. Nell’ambito della programmazione delle politiche nazionali di protezione civile, il Dipartimento della Protezione Civile della Presidenza del Consiglio ha previsto un articolato e organico piano di sviluppo delle reti radio delle regioni e delle province autonome, le cui linee guida sono riportate nell’ “Allegato Tecnico per le reti radio di Protezione Civile”, originariamente allegato al protocollo di intesa tra D.P.C. e Ministero delle Comunicazioni sottoscritto nel 2002 e pubblicato sulla G.U.R.I. del 26.10.2002 serie generale 252, successivamente modificato fino alla sua ultima versione, allegata al Protocollo di intesa, pubblicato sulla G.U.R.I. Serie Generale, n.194 del 22/08/2011. Nell’egida del suddetto protocollo di intesa, sono stati stabiliti i principi fondamentali delineanti le condizioni tecniche e operative con cui garantire il corretto utilizzo delle coppie di frequenze, riservate e gratuite, rese disponibili ai fini dell’attuazione del Giunta R protocollo di intesa, nonché l’interoperabilità a scala nazionale dei sistemi radio regionali di protezione civile. La conduzione e gestione delle reti radio regionali, secondo metodi e tecniche condivise a livello nazionale, costituisce l’elemento imprescindibile, soprattutto in condizioni di pre-emergenza ed emergenza, ai fini dell’effettiva disponibilità comune di informazioni e dati necessari e propedeutici all’attuazione degli interventi sul territorio, da effettuare in modo coordinato e concorrente, da parte delle varie componenti del sistema nazionale della protezione civile, attuando, così, la piena ed efficiente interconnessione delle Sale Operative Regionali con i CCS, COM e/o COC eventualmente attivati, l’efficace condivisione di obiettivi, scelte tecnologiche, tempi di attivazione e responsabilità nell’intera filiera organizzativa della protezione civile. Le principali caratteristiche e prestazioni che il sistema radiomobile deve possedere, nell’ottica sopra delineata, risultano le seguenti: - garantire la capillare copertura radio del territorio della regione, utilizzando un idoneo numero di ponti ripetitori adeguatamente dislocati sul territorio, con il supporto di una infrastruttura di trasporto ad elevata capacità e flessibilità; - consentire il collegamento dedicato sicuro e affidabile fra le postazioni fisse e mobili presenti sul territorio e la Sala Operativa Regionale; - assicurare, oltre ad elevati standard qualitativi delle comunicazioni in fonia e/o dati, servizi aggiuntivi, quali la localizzazione e il tracciamento dei mezzi mobili; - essere conforme al contesto normativo in essere in materia di sistemi radiomobili per la Protezione Civile, sia sotto il profilo tecnico che in termini di concessione di frequenze dedicate. In relazione al contesto territoriale campano, occorre, inoltre, che il sistema di comunicazione in condizioni di pre-emergenza e/o emergenza assicuri: - un’elevata resilienza, nelle sue componenti strutturali, logiche e fisiche, rispetto alle condizioni ambientali e meteorologiche associate ad un’eventuale crisi vulcanica e/o sismica; - la ridondanza e flessibilità dei collegamenti fra strutture decisionali, centri operativi territoriali e utenti mobili e veicolari, anche nelle situazioni di pre-emergenza e/o allertamento, determinate dall’attesa e/o di eventi per i quali è possibile il preannuncio; - la gestione integrata e in sicurezza del flusso di comunicazioni e dati (riservati e/o pubblici), utili al supporto decisionale di protezione civile; - la completa integrabilità nella rete radio regionale e il sicuro accesso degli apparati di altre Regioni, soprattutto con riferimento alla gestione di emergenze vulcaniche e/o sismiche. Con riferimento agli aspetti di funzionalità e fruizione della rete ai fini della gestione delle emergenze nel territorio della regione Campania, si evidenzia, inoltre, il rilevante e strategico ruolo attribuito ai sistemi di telecomunicazione nell’ambito della nuova pianificazione di emergenza per il rischio vulcanico del Vesuvio, di cui alla Direttiva del Presidente del Consiglio dei Ministri del 14 febbraio 2014, pubblicata sulla G.U. n. 108 del 12 maggio 2014. Giunta R In particolare, risulta fondamentale il supporto della rete radio regionale ai fini dell’efficiente ed efficace messa in atto delle pianificazioni di emergenza di tutte le componenti (statali, regionali e comunali) del servizio nazionale di protezione civile, coinvolte nelle varie attività previste dalle singole pianificazioni. Al riguardo, occorre sottolineare che, conformemente a quanto previsto nelle “indicazioni per l’aggiornamento delle pianificazioni di emergenza per la zona rossa (area da sottoporre ad evacuazione cautelativa per salvaguardare le vite umane dagli effetti di una possibile eruzione, soggetta ad alta probabilità di invasione di flussi piroclastici e di crolli delle coperture degli indirizzi regionali nonché edifici per accumuli di depositi di materiale piroclastico)”, che, ai sensi del coordinamento di livello intermedio spettante alla punto 3) della predetta Direttiva, sono state predisposte dal Dipartimento della Protezione Civile, d’intesa con la Regione Campania e sentita la Conferenza Territoriale Sociale e SanitariaUnificata, secondo i principi ora delineati nel vigente Piano Sociale e Sanitario. Il governo del il sistema di welfare locale e il coordinamento delle politiche socialitelecomunicazione in emergenza della Regione Campania sarà coinvolto in tutte le attività previste nelle pianificazioni, sociosanitarie e sanitarie a livello territoriale, spettano, poi, al Comitato di Distretto che agisce dovendo assicurare il ruolo strategico di indirizzocollegamento con il Dipartimento della Protezione Civile e tutte le altre componenti (statali, programmazione, governo delle risorse regionali e regolazione dell’accesso al sistema sociosanitario integrato in ambito distrettuale attraverso gli strumenti del “Piano di Zona locali) attivate per la salute gestione delle fasi operative relative all’evacuazione cautelativa della popolazione e all’assistenza e supporto della stessa nelle operazioni di trasferimento verso le aree individuate per l’ospitalità, secondo i gemellaggi stabiliti al punto 2) della Direttiva. Nell’ambito delle competenze attribuite alla Regione Campania particolarmente rilevanti sono quelle inerenti alla definizione e attuazione delle procedure necessarie a garantire l’immediato e continuo flusso delle comunicazioni a livello territoriale e con il benessere socialeDipartimento della protezione civile e quelle relative alle attività di informazione e comunicazione alla popolazione, in stretto raccordo con i Comuni, le Regioni gemellate e con il Dipartimento della protezione civile. Per lo svolgimento delle relative attività, è, pertanto, necessaria la costante e massima disponibilità di un sistema di telecomunicazioni in emergenza, in grado di assicurare elevati standard di affidabilità, robustezza e scalabilità, che sia dedicato ai soccorritori nelle diverse fasi operative, con elevati livelli di interoperabilità fra i diversi sistemi di telecomunicazione, in forza ai vari attori della pianificazione e ampia flessibilità e modularità rispetto ai collegamenti da realizzare con ogni struttura operativa (Forze dell’ordine, Forze armate, volontariato regionale e sistema di emergenza sanitaria “118) e con la rete di coordinamento nazionale gestita dal Dipartimento della Protezione Civile. Di assoluta rilevanza è, infine, l’aspetto della resilienza del sistema, da conseguire anche attraverso adeguati sistemi di alimentazione di backup e ridondanze, soprattutto nel caso di stazioni radio base (SRB) ricadenti in Zona rossa e l’allestimento di un’apposita centrale radio regionale, con sistemi perfettamente ridondati rispetto a valenza triennalequelli in esercizio presso l’attuale Sala Operativa Regionale Unificata di protezione civile e funzioni di disaster recovery, da ubicare presso il Centro Operativo della protezione civile regionale di X. Xxxxx Xxxxxxxxxxx (CE). La rete radio regionale di comunicazioni in emergenza della protezione civile (PMR – Professional Mobile Radio) è stata realizzata mediante 2 progetti, di importo rispettivamente pari a € 4.725.187,00 ed € 1.700.000,00, cofinanziati dalle risorse del “Programma Attuativo Annuale” a valenza annuale/biennalePOR 2000-2006 e 2007-2013 (misura 1.6 del FESR, del “Piano Annuale relativa agli interventi di protezione civile) e Giunta R assicurail flusso bidirezionale delle Attività informazioni, sia voce che dati, fra tutto il personale impegnato ai vari livelli per la Non Autosufficienza” gestione delle emergenze nelle diverse strutture fisse e del “Piano integrato territoriale dei servizi pubblici del lavoro, sociali e sanitari” di cui alla LR 14/2015mobili della protezione civile regionale. Il Comitato di Distretto individuaSistema professionale radio mobile (PMR) si compone di: - una rete radio bicanale isofrequenziale simulcast, con apposito regolamentocanali di ridiffusione in gamma VHF e collegamenti di interconnessione fra i siti ripetitori in gamma UHF, per la copertura delle province di Avellino, Benevento e Caserta (rete semiregionale Nord); - una rete radio bicanale isofrequenziale simulcast, con canali di ridiffusione in gamma VHF e collegamenti di interconnessione fra i propri meccanismi siti ripetitori in gamma UHF, per la copertura delle province di funzionamento. All’esercizio Napoli e Salerno (rete semiregionale Sud); - una dorsale di trasporto pluricanale a microonde in gamma GHz per il collegamento della Sala Operativa Regionale Unificata SORU di Napoli con le reti radio Giunta R semiregionali e le Prefetture delle province di Napoli, Caserta, Benevento, Salerno e Avellino; - una centrale operativa regionale ubicata presso la SORU di Napoli, con accesso prioritario ai canali radio delle reti semiregionali, per lo svolgimento delle funzioni di governogestione del traffico radio, spettanti al Comitato del traffico telefonico, della radiolocalizzazione degli apparati terminali dotati di Distrettoricevitore GPS, così come definite dalle Legge Regionali n. 19/1994 delle interconnessioni fra i canali VHF reti radio semiregionali, del telecontrollo delle apparecchiature di rete e n. 29/2004della connettività via linea ISDN/PRI verso la Centrale Operativa Nazionale del Dipartimento della Protezione Civile a Roma; - Giunta R - postazioni integrate fonia radio-telefoniche di operatore per le Prefetture delle province di Napoli, partecipa Caserta, Benevento, Salerno e Avellino, collegate alla centrale operativa SORU per l’accesso ad un sottoinsieme di funzionalità (traffico radio-telefonico ed interfonico); la postazione integrata è completa di elaboratore Client per la gestione/visualizzazione della localizzazione dei terminali radio equipaggiati di ricevitore GPS; - una flotta di terminali radio analogici suddivisi in portatili, veicolari e posti fissi. La soluzione tecnologica adottata per attuare i collegamenti radio è di tipo isofrequenziale sincrona, funzionante in modalità analogica e predisposta per essere aggiornata ad operare in modalità digitale secondo lo standard europeo DMR. Tutte le apparecchiature ripetitrici costituenti il Direttore singolo canale radio VHF di Distretto checiascuna rete semiregionale operano sulla medesima coppia di frequenze per la diffusione del segnale sul territorio, coerentemente agli indirizzi con le coppie di programmazione e nel rispetto dei vincoli economico- finanziari, collabora alla programmazione frequenze VHF rese disponibili dal Ministero delle attività territoriali, definendo le caratteristiche quali-quantitative dei servizi offerti nel territorio, proponendo una committenza coerente Comunicazioni in accordo con la domanda espressa dalla popolazione Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento della Protezione Civile. Di seguito si riporta l’elenco degli apparati costitutivi della rete attuale: - n°2 reti semiregionali ECOS-D CST BICANALI (160MHz) con collegamenti CST (440MHz); con integrate n°5 stazioni Satellite installate presso le Prefetture di riferimentoNapoli, individuando forme di organizzazione dei serviziCaserta, di erogazione delle prestazioni Salerno, Avellino e di acquisizione delle risorse adeguate a massimizzare la qualità, l’efficienza e l’efficacia dei processi di produzione dell’assistenza e orientate a garantire, altresì, l’assistenza primaria, la continuità delle cure e l’integrazione ospedale-territorio. Per l’esercizio delle proprie competenze, il Comitato di Distretto si avvale dell’Ufficio di Piano, struttura tecnico gestionale comune ad EELL ed AUSL, quale supporto tecnico ed organizzativo alle funzioni di programmazione, regolazione e controllo del sistema integrato dei servizi sociali, sociosanitari e sanitari più direttamente connessi con l’area dell’integrazione in ambito distrettuale. Per l'esercizio delle rispettive competenze nell'attuazione della programmazione di ambito distrettuale e nella gestione operativa delle azioni e degli interventi sociali a rilevanza sanitaria, sanitari a rilevanza sociale e sociosanitari ad elevata integrazione sanitaria, ivi delineati, gli EELL e l'AUSL, che concorrono alla definizione del presente atto, individuano e scelgono la gestione associata quale forma e modalità adeguata alla piena e fattiva realizzazione dell'integrazione sociosanitaria. Ciò premesso, si conviene quanto segue:Benevento;

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Samples: Bando Di Gara

PREMESSA. L’integrazione sociosanitaria è rivolta a soddisfare bisogni Il presente contratto collettivo nazionale di salute che richiedono contestualmente prestazioni sanitarie ed azioni lavoro, per riconoscimento comune delle parti, assume gli indirizzi e i contenuti del “Protocollo sulla politica dei redditi e dell’occupazione, sugli assetti contrattuali, sulle politiche del lavoro e sul sostegno al sistema produttivo” del 23 luglio 1993. Il contratto collettivo dà attuazione nel settore ferroviario alle indicazioni contenute nei punti 4.4 e 4.5 del “Patto sulle politiche di protezione sociale, anche di lungo periodo, sulla base di progetti personalizzati redatti sulla scorta di valutazioni multidimensionali. Sia a livello regionale che di ambito distrettuale sono stati sviluppati negli anni numerosi strumenti di programmazione, che devono necessariamente essere tra loro raccordati concertazione e che sono: • il Piano Sociale e Sanitario; • il Piano Regionale sulle nuove regole delle relazioni sindacali per la Prevenzionetrasformazione e l’integrazione europea del sistema dei trasporti” del 23 dicembre 1998, con particolare riferimento alla ricerca di soluzioni contrattuali in linea con le linee annuali esigenze di programmazione nuove regole conseguenti ai processi di liberalizzazione e finanziamento di apertura al mercato derivanti dall’applicazione delle normative europee. In questo ambito il presente contratto rappresenta la realizzazione del SSR; • comune impegno in direzione di una semplificazione e razionalizzazione del sistema contrattuale nel settore dei trasporti. Il contratto rappresenta l’esigenza, condivisa dalle parti, di una disciplina contrattuale collettiva che si rivolge alla pluralità di imprese operanti nell’esercizio delle attività ferroviarie a fronte della necessità di disporre di risposte tempestive, flessibili e qualificate all’evoluzione del mercato, in relazione all’affermarsi dei processi competitivi imposti dall’Unione Europea, dalle leggi nazionali e dalle leggi regionali che intervengono sul trasporto ferroviario. Le parti, ferme restando le linee distinzioni dei rispettivi ruoli e responsabilità, riconoscono l’esigenza di programmazione regionale integrata valorizzare la risorsa lavoro anche attraverso la ricerca di modelli di tipo partecipativo, con l’obiettivo di qualificare i rapporti tra le parti ai vari livelli, con gli strumenti contrattualmente riconosciuti. Per quanto sopra le parti riconoscono la necessità di favorire le modifiche e le integrazioni delle normative contrattuali che si possono rendere necessarie considerata la rapida evoluzione dei servizi pubblici processi di liberalizzazione del settore, le innovazioni tecnologiche e le attese innovazioni normative europee e nazionali. Le parti stipulanti rilevano congiuntamente che le imprese operanti nel settore individuato dal “Campo di applicazione” potranno essere interessate da processi di sviluppo tecnologico e organizzativo di cambiamento dei contesti di mercato e di quadro regolatorio in relazione ai quali riconoscono la comune esigenza, sia per le imprese del settore che per i loro dipendenti, di sviluppare nel periodo di vigenza del contratto, stipulato tra le parti stesse, una attività di monitoraggio delle normative definite, affinché con modalità non conflittuali sia possibile individuare modifiche ed integrazioni delle discipline contrattuali in grado di fornire soluzioni adeguate rispetto alle innovazioni tecnologiche e normative che abbiano rilevanti conseguenze sull’organizzazione del lavoro, sociali sulle condizioni di svolgimento delle prestazioni di lavoro e sanitarisull’occupazione. Le ipotesi saranno individuate nell’ambito di una apposita Commissione paritetica formata da sei componenti per la parte di rappresentanza delle imprese e dai sei componenti per la parte di rappresentanza dei lavoratori. Le ipotesi di modificazione così individuate formeranno oggetto di esame fra le parti stipulanti in occasione delle fasi con finalità negoziali previste dal contratto collettivo in sede nazionale, previste allo scopo di valutare i positivi effetti che ne potrebbero derivare per il settore e di delineare i futuri sviluppi degli esiti dell’attività di monitoraggio. La prima fase della attività di monitoraggio sarà avviata entro sei mesi dalla L.R. n.14/2015. Si richiamasottoscrizione del presente contratto, in appendice, la normativa occasione di uno specifico incontro che delinea tale impianto programmatorio e l’assetto previsto sarà convocato per la sua attuazione, quale parte integrante della presente convenzione. Il presupposto iniziativa congiunta ovvero su cui poggia la definizione richiesta di integrazione origina dalla considerazione che esistono situazioni peculiari della vita della persona che richiedono necessariamente un intervento finalizzato a soddisfare globalmente la contestuale esigenza del soggetto di un bisogno sanitario e di un bisogno sociale. Ai sensi della richiamata LR n. 2/2003: - i Comuni sono titolari una delle funzioni amministrative e dei compiti di programmazione, progettazione e realizzazione del sistema locale dei servizi sociali a rete, dell'erogazione dei servizi e delle prestazioni sociali, nonché delle altre funzioni e compiti loro conferiti dalla legislazione statale e regionale; - l’Azienda USL assicura, attraverso le risorse finanziarie pubbliche, i livelli essenziali e uniformi di assistenza definiti dal Piano sanitario nazionale nel rispetto dei principi della dignità della persona umana, del bisogno di salute, dell’equità nell’accesso all’assistenza, della qualità delle cure e della loro appropriatezza riguardo alle specifiche esigenze nonché dell’economicità nell’impiego delle risorse; - le attività ad integrazione socio-sanitaria sono volte a soddisfare le esigenze di tutela della salute, di recupero e mantenimento delle autonomie personali, d'inserimento sociale e miglioramento delle condizioni di vita, anche mediante prestazioni a carattere prolungato e si distinguono in: a) prestazioni sanitarie a rilevanza sociale, comprensive di quelle connotate da elevata integrazione sanitaria, assicurate dalle Aziende unità sanitarie locali; b) prestazioni sociali a rilevanza sanitaria, assicurate dai Comuni; - i Comuni e le Aziende unità sanitarie locali individuano, nell'ambito degli accordi di integrazione socio-sanitaria, i modelli organizzativi e gestionali, fondati sull'integrazione professionale delle rispettive competenze, ed i relativi rapporti finanziari. L’integrazione sociosanitaria è valore primario e obiettivo strategico del sistema regionale di welfare. E’ fattore fondamentale di qualificazione dell’offerta dei servizi e delle prestazioni sociosanitarie in quanto consente di organizzare interventi di risposta ai bisogni fondati sul riconoscimento della persona nella sua globalità e rapportata al suo contesto di vita, generando una maggiore efficacia di cura e un uso più efficiente delle risorse. L’integrazione istituzionale ne costituisce la premessa, assicurando, in maniera unitaria, la funzione di governance del sistema di welfare nell’ambito della pianificazione e degli indirizzi regionali nonché del coordinamento di livello intermedio spettante alla Conferenza Territoriale Sociale e Sanitaria, secondo i principi ora delineati nel vigente Piano Sociale e Sanitario. Il governo del sistema di welfare locale e il coordinamento delle politiche sociali, sociosanitarie e sanitarie a livello territoriale, spettano, poi, al Comitato di Distretto che agisce il ruolo strategico di indirizzo, programmazione, governo delle risorse e regolazione dell’accesso al sistema sociosanitario integrato in ambito distrettuale attraverso gli strumenti del “Piano di Zona per la salute e il benessere sociale”, a valenza triennale, del “Programma Attuativo Annuale” a valenza annuale/biennale, del “Piano Annuale delle Attività per la Non Autosufficienza” e del “Piano integrato territoriale dei servizi pubblici del lavoro, sociali e sanitari” di cui alla LR 14/2015. Il Comitato di Distretto individua, con apposito regolamento, i propri meccanismi di funzionamento. All’esercizio delle funzioni di governo, spettanti al Comitato di Distretto, così come definite dalle Legge Regionali n. 19/1994 e n. 29/2004, partecipa il Direttore di Distretto che, coerentemente agli indirizzi di programmazione e nel rispetto dei vincoli economico- finanziari, collabora alla programmazione delle attività territoriali, definendo le caratteristiche quali-quantitative dei servizi offerti nel territorio, proponendo una committenza coerente con la domanda espressa dalla popolazione di riferimento, individuando forme di organizzazione dei servizi, di erogazione delle prestazioni e di acquisizione delle risorse adeguate a massimizzare la qualità, l’efficienza e l’efficacia dei processi di produzione dell’assistenza e orientate a garantire, altresì, l’assistenza primaria, la continuità delle cure e l’integrazione ospedale-territorio. Per l’esercizio delle proprie competenze, il Comitato di Distretto si avvale dell’Ufficio di Piano, struttura tecnico gestionale comune ad EELL ed AUSL, quale supporto tecnico ed organizzativo alle funzioni di programmazione, regolazione e controllo del sistema integrato dei servizi sociali, sociosanitari e sanitari più direttamente connessi con l’area dell’integrazione in ambito distrettuale. Per l'esercizio delle rispettive competenze nell'attuazione della programmazione di ambito distrettuale e nella gestione operativa delle azioni e degli interventi sociali a rilevanza sanitaria, sanitari a rilevanza sociale e sociosanitari ad elevata integrazione sanitaria, ivi delineati, gli EELL e l'AUSL, che concorrono alla definizione del presente atto, individuano e scelgono la gestione associata quale forma e modalità adeguata alla piena e fattiva realizzazione dell'integrazione sociosanitaria. Ciò premesso, si conviene quanto segue:parti.

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Samples: Contratto Collettivo Nazionale Di Lavoro Delle Attivita' Ferroviarie

PREMESSA. L’integrazione sociosanitaria La carenza di infrastrutture nel nostro Paese, unita ad una forte contrazione degli investimenti pubblici, imposta dal rispetto dei parametri fissati dal Trattato di Maastricht del 1992 e del relativo Patto di stabilità e crescita, ha portato ad un forte sviluppo di tutte quelle forme di cooperazione fra settore pubblico e settore privato che vanno sotto il nome di Partenariato pubblico – privato (Public and Private partnership, di qui in avanti PPP). Le pubbliche amministrazioni sono indotte a ricorrere a forme alternative di finanziamento6 per far fronte ad una maggiore richiesta di servizi da parte dei propri cittadini, in un contesto generale caratterizzato da esigenze di risanamento dei conti pubblici nazionali e da una forte riduzione degli investimenti pubblici. Non sorprende, dunque, che in un periodo di crisi economica come quello attuale il tema del finanziamento delle infrastrutture sia al centro del dibattito, non solo politico ma anche economico. Ci si interroga sul “ contributo che lo sviluppo infrastrutturale è rivolta potenzialmente in 6 Come sottolineato nei DPEF degli ultimi anni, dove emerge il ruolo attribuito al PPP quale importante fattore di crescita delle infrastrutture. In particolari v. XXXX 0000-0000 “ (…)con riferimento all’edilizia abitativa, nei limiti delle disponibilità finanziarie, occorre definire un quadro normativo, coordinato con quello regionale, che attivi programmi strategici, tesi prevalentemente ad accrescere la disponibilità di alloggi, realizzabili non solo con risorse pubbliche, ma anche attraverso schemi di partenariato pubblico – privato e che consenta di fornire una risposta alle esigenze sociali riscontrabili nel settore, mobilitando al contempo un volume complessivo di risorse finanziarie in grado di dare uno slancio significativo al comparto dell’edilizia, con positivi effetti sull’intero sistema economico – produttivo (…)”. Si veda inoltre il XXXX 0000-0000, con particolare attenzione all’Allegato Infrastrutture e al paragrafo dal titolo, Forme alternative di Partenariato Pubblico privato. grado di offrire alla ripresa della competitività e alla crescita economica”.7 In Italia il ricorso a soddisfare bisogni forme di salute che richiedono contestualmente prestazioni sanitarie cooperazione fra pubblico e privato si è reso necessario per tentare di colmare il gap di infrastrutture, fra Nord e Sud del paese, e in relazione agli altri paesi europei. Tale duplice squilibrio, interno ed azioni di protezione socialeesterno, anche di lungo periodo, sulla base di progetti personalizzati redatti sulla scorta di valutazioni multidimensionali. Sia contribuisce a limitare sia la crescita economica sia la nostra competitività a livello regionale internazionale. Fra i Paesi europei più industrializzati l’Italia è quello che registra il maggiore gap di ambito distrettuale infrastrutture. Nel corso degli ultimi anni, il ritardo italiano invece di ridursi è progressivamente aumentato. Diventa quindi indispensabile per l’operatore pubblico favorire la realizzazione di opere pubbliche o di pubblica utilità con il coinvolgimento di finanziatori privati, sia per non pesare sulle precarie condizioni della finanza pubblica, sia per evitare ripercussioni sul debito pubblico.8 L’utilizzo dei PPP è considerato come la soluzione immediata, più facilmente percorribile, per la realizzazione di infrastrutture, di opere pubbliche, di servizi di pubblica utilità. I benefici che si possono ottenere facendo ricorso al know - how del settore privato sono stati sviluppati negli anni numerosi strumenti molteplici. Si allude innanzitutto alla qualità delle opere realizzate e all’efficienza dei servizi prodotti, nonché ai benefici in termini di programmazioneefficienza gestionale. Ma soprattutto, lo scopo principale di chi intenda intraprendere una iniziativa in PPP, è la realizzazione dell’opera senza oneri, o con una contribuzione minima, a carico del soggetto pubblico. L’obiettivo principale di questo primo capitolo sarà quello di individuare le caratteristiche principali del PPP per comprendere i vantaggi e i limiti legati dal sempre più frequente ricorso a tale strumento di realizzazione di opere di interesse collettivo. A tal fine si passeranno in rassegna i vari interventi degli organi comunitari. Si partirà dall’analisi del Libro Verde del 2004, che devono necessariamente essere tra loro raccordati rappresenta il punto d’avvio del dibattito europeo in tema di PPP, fino ad arrivare alla recente Comunicazione della Commissione europea per sviluppare i partenariati attraverso la mobilitazione degli investimenti pubblici e privati. All’analisi degli interventi comunitari seguirà quella sulla normativa interna in tema di PPP. 7 Cfr. X. Xxxxxxxxx, Alcuni dati di sintesi a confronto: investimenti pubblici e sviluppo infrastrutturale, Documento I-COM, nel quale l’autore richiama le teorie economiche che sono: • il Piano Sociale e Sanitario; • il Piano Regionale per la Prevenzione, • le linee annuali di programmazione e finanziamento del SSR; • le linee di programmazione regionale integrata dei servizi pubblici del lavoro, sociali e sanitari, previste dalla L.R. n.14/2015. Si richiama, in appendice, la normativa che delinea tale impianto programmatorio e l’assetto previsto per la sua attuazione, quale parte integrante della presente convenzione. Il presupposto su cui poggia la definizione di integrazione origina dalla considerazione che esistono situazioni peculiari della vita della persona che richiedono necessariamente un intervento finalizzato a soddisfare globalmente la contestuale esigenza del soggetto sostengono l’esistenza di un bisogno sanitario e nesso di causalità fra la dotazione di infrastrutture di un bisogno sociale. Ai sensi della richiamata LR n. 2/2003: - i Comuni sono titolari delle funzioni amministrative Paese e dei compiti di programmazione, progettazione e realizzazione del sistema locale dei servizi sociali a rete, dell'erogazione dei servizi e delle prestazioni sociali, nonché delle altre funzioni e compiti loro conferiti dalla legislazione statale e regionale; - l’Azienda USL assicura, attraverso le risorse finanziarie pubbliche, i livelli essenziali e uniformi di assistenza definiti dal Piano sanitario nazionale nel rispetto dei principi della dignità della persona umana, del bisogno di salute, dell’equità nell’accesso all’assistenza, della qualità delle cure e della loro appropriatezza riguardo alle specifiche esigenze nonché dell’economicità nell’impiego delle risorse; - le attività ad integrazione socio-sanitaria sono volte a soddisfare le esigenze di tutela della salute, di recupero e mantenimento delle autonomie personali, d'inserimento sociale e miglioramento delle condizioni di vita, anche mediante prestazioni a carattere prolungato e si distinguono in: a) prestazioni sanitarie a rilevanza sociale, comprensive di quelle connotate da elevata integrazione sanitaria, assicurate dalle Aziende unità sanitarie locali; b) prestazioni sociali a rilevanza sanitaria, assicurate dai Comuni; - i Comuni e le Aziende unità sanitarie locali individuano, nell'ambito degli accordi di integrazione socio-sanitaria, i modelli organizzativi e gestionali, fondati sull'integrazione professionale delle rispettive competenze, ed i relativi rapporti finanziari. L’integrazione sociosanitaria è valore primario e obiettivo strategico del sistema regionale di welfare. E’ fattore fondamentale di qualificazione dell’offerta dei servizi e delle prestazioni sociosanitarie in quanto consente di organizzare interventi di risposta ai bisogni fondati sul riconoscimento della persona nella sua globalità e rapportata al suo contesto di vita, generando una maggiore efficacia di cura e un uso più efficiente delle risorse. L’integrazione istituzionale ne costituisce la premessa, assicurando, in maniera unitaria, la funzione di governance del sistema di welfare nell’ambito della pianificazione e degli indirizzi regionali nonché del coordinamento di livello intermedio spettante alla Conferenza Territoriale Sociale e Sanitaria, secondo i principi ora delineati nel vigente Piano Sociale e Sanitario. Il governo del sistema di welfare locale e il coordinamento delle politiche sociali, sociosanitarie e sanitarie a livello territoriale, spettano, poi, al Comitato di Distretto che agisce il ruolo strategico di indirizzo, programmazione, governo delle risorse e regolazione dell’accesso al sistema sociosanitario integrato in ambito distrettuale attraverso gli strumenti del “Piano di Zona per la salute e il benessere sociale”, a valenza triennale, del “Programma Attuativo Annuale” a valenza annuale/biennale, del “Piano Annuale delle Attività per la Non Autosufficienza” e del “Piano integrato territoriale dei servizi pubblici del lavoro, sociali e sanitari” di cui alla LR 14/2015. Il Comitato di Distretto individua, con apposito regolamento, i propri meccanismi di funzionamento. All’esercizio delle funzioni di governo, spettanti al Comitato di Distretto, così come definite dalle Legge Regionali n. 19/1994 e n. 29/2004, partecipa il Direttore di Distretto che, coerentemente agli indirizzi di programmazione e nel rispetto dei vincoli economico- finanziari, collabora alla programmazione delle attività territoriali, definendo le caratteristiche quali-quantitative dei servizi offerti nel territorio, proponendo una committenza coerente con la domanda espressa dalla popolazione di riferimento, individuando forme di organizzazione dei servizi, di erogazione delle prestazioni e di acquisizione delle risorse adeguate a massimizzare la qualità, l’efficienza e l’efficacia dei processi di produzione dell’assistenza e orientate a garantire, altresì, l’assistenza primaria, la continuità delle cure e l’integrazione ospedale-territorio. Per l’esercizio delle proprie competenze, il Comitato di Distretto si avvale dell’Ufficio di Piano, struttura tecnico gestionale comune ad EELL ed AUSL, quale supporto tecnico ed organizzativo alle funzioni di programmazione, regolazione e controllo del sistema integrato dei servizi sociali, sociosanitari e sanitari più direttamente connessi con l’area dell’integrazione in ambito distrettuale. Per l'esercizio delle rispettive competenze nell'attuazione della programmazione di ambito distrettuale e nella gestione operativa delle azioni e degli interventi sociali a rilevanza sanitaria, sanitari a rilevanza sociale e sociosanitari ad elevata integrazione sanitaria, ivi delineati, gli EELL e l'AUSL, che concorrono alla definizione del presente atto, individuano e scelgono la gestione associata quale forma e modalità adeguata alla piena e fattiva realizzazione dell'integrazione sociosanitaria. Ciò premesso, si conviene quanto segue:sviluppo economico.

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Samples: dspace.unitus.it

PREMESSA. L’integrazione sociosanitaria Con Deliberazione della Giunta Regionale n. 56/2002 la Regione Veneto ha approvato il Piano di sviluppo informatico del Veneto”, che costituisce la risposta programmatica all’esigenza di innovare la pubblica amministrazione veneta e l’economia regionale, a partire dalle opportunità offerte dalle nuove tecnologie informatiche e dalla rete Internet. Successivamente a questo Piano, la Giunta Regionale in data 9 agosto 2002 ha approvato il proprio “Piano di Sviluppo della Società dell’Informazione” che recepisce nella sua totalità le iniziative progettuali identificate dal Piano di Sviluppo Informatico e Telematico. L’obiettivo del Piano di Sviluppo della Società dell’Informazione è rivolta quello di vivacizzare le dinamiche locali riducendo, grazie alla nuove tecnologie, i divari sociali e territoriali esistenti, non solo nei confronti della conoscenza e dell’economia digitale, ma anche dello sviluppo e della qualità della vita in generale. Tra gli obiettivi che la Società dell’Informazione si pone si possono citare: • lo sviluppo della infrastruttura telematica e l’impiego delle tecnologie digitali; • la creazione dell’e-government veneto, basato sulla costituzione del sistema delle autonomie locali secondo un disegno coordinato tra i vari livelli amministrativi; • la semplificazione e il miglioramento dei rapporti e dell’interoperabilità tra le diverse componenti dell’amministrazione pubblica locale e tra questa e i cittadini e le imprese; • il supporto alla globalizzazione e la delocalizzazione dell’economia e della società veneta, tramite lo sviluppo e la produzione dell’informazione adeguata per il governo dello sviluppo locale e per il supporto agli attori dell’economia e della produzione. E’ evidente che qualsiasi politica di sviluppo, non solo strettamente digitale ma più in generale sociale ed economica, non può prescindere dalla disponibilità di una adeguata rete di telecomunicazione, basata su mix tecnologici riguardanti le reti in fibra, i collegamenti satellitari e wireless. E’ per questo che si rende necessario creare le condizioni per lo sviluppo della Società dell’Informazione in particolare attraverso la realizzazione dell’infrastruttura tecnologica di supporto, oltre alla creazione dei servizi da rendere disponibili a soddisfare bisogni tutti gli attori coinvolti: popolazione, imprese e pubblica amministrazione. Il ruolo della Regione Veneto è pertanto quello di salute creare le condizioni, senza tuttavia alterare il mercato o sostituirsi ad esso, per cui tutto il sistema possa gradualmente prendere forma e diventare operativo a cominciare dalla infrastruttura tecnologica in quelle zone maggiormente penalizzate dalla morfologia del territorio piuttosto che richiedono contestualmente prestazioni sanitarie ed azioni dal basso sviluppo economico esistente, ma soprattutto operando per creare un livello di protezione socialedomanda di servizi, anche di lungo periodobase, sulla base che possa stimolare ed accrescere l’interesse degli operatori di telecomunicazioni ad investire nel Veneto. In questo quadro, diventa importante che la Regione sappia usare una pluralità di strumenti e di livelli di azione, a partire da una adeguata conoscenza delle reali dimensioni del digital divide sul proprio territorio. E’ inoltre molto importante conoscere le diverse applicazioni tecnologiche broad band, la cui evoluzione può fornire soluzioni interessanti per superare o limitare il digital divide. In terzo luogo è utile avere un quadro preciso degli operatori attivi nel settore: è con tali operatori che è necessario avviare un dialogo orientato non solo al superamento delle differenti dotazioni infrastrutturali broad band ma anche allo sviluppo di progetti personalizzati redatti sulla scorta di valutazioni multidimensionali. Sia a livello regionale che di ambito distrettuale sono stati sviluppati negli anni numerosi strumenti di programmazioneinnovativi, che devono necessariamente essere tra loro raccordati coinvolgendo la domanda e che sono: • il Piano Sociale e Sanitario; • il Piano Regionale per la Prevenzionefavorendo, • le linee annuali di programmazione e finanziamento del SSR; • le linee di programmazione regionale integrata dei servizi pubblici del lavoro, sociali e sanitari, previste dalla L.R. n.14/2015. Si richiama, in appendicenel concreto, la normativa che delinea tale impianto programmatorio realizzazione di una società e l’assetto previsto per un’economia dell’informazione. La conferma della crescente attenzione verso la sua attuazione, quale parte integrante della presente convenzione. Il presupposto su cui poggia la definizione di integrazione origina dalla considerazione che esistono situazioni peculiari della vita della persona che richiedono necessariamente un intervento finalizzato a soddisfare globalmente la contestuale esigenza del soggetto di un bisogno sanitario e di un bisogno sociale. Ai sensi della richiamata LR n. 2/2003: - i Comuni sono titolari delle funzioni amministrative e dei compiti di programmazione, progettazione e realizzazione del sistema locale dei servizi sociali a rete, dell'erogazione dei servizi e delle prestazioni sociali, nonché delle altre funzioni e compiti loro conferiti dalla legislazione statale e regionale; - l’Azienda USL assicura, attraverso le risorse finanziarie pubbliche, i livelli essenziali e uniformi di assistenza definiti dal Piano sanitario nazionale nel rispetto dei principi della dignità della persona umana, del bisogno di salute, dell’equità nell’accesso all’assistenza, della qualità delle cure e della loro appropriatezza riguardo alle specifiche esigenze nonché dell’economicità nell’impiego delle risorse; - le attività ad integrazione socio-sanitaria sono volte a soddisfare le esigenze di tutela della salute, di recupero e mantenimento delle autonomie personali, d'inserimento sociale e miglioramento creazione delle condizioni di vitaofferta di infrastrutture e servizi a Banda Larga necessarie per lo sviluppo della Società dell’informazione proveniente anche dalle più recenti iniziative della Commissione Europea che mettono lo sviluppo della banda larga nei paesi dell’Unione Europea tra gli interventi prioritari. In particolare, anche mediante prestazioni Il piano di azione eEurope 2005 mira a carattere prolungato garantire a tutti i cittadini la possibilità di partecipare alla Società dell’Informazione globale promuovendo pertanto servizi, applicazioni e contenuti sicuri basati su un’infrastruttura a banda larga ampiamente disponibile ai diversi attori della Società dell’Informazione. L’accesso a queste infrastrutture costituisce oggi una condizione necessaria affinché cittadini e imprese possano scambiare informazioni complesse, creare e ricevere servizi evoluti, nonché comunicare in modo più efficace e continuativo con le strutture della Pubblica amministrazione. L’insieme di queste relazioni si distinguono in: asviluppa sempre più attraverso logiche di comunicazione interattive e multi-canale, che richiedono lo scambio bi-direzionale di grandi flussi di informazione. In tale prospettiva, la disponibilità delle tradizionali infrastrutture di trasmissione telefonica non è più, da sola, sufficiente, e solo le aree che dispongono di reti a banda larga (broad band) prestazioni sanitarie possono assicurare a rilevanza socialecittadini e imprese condizioni di accesso ai servizi evoluti e alle nuove forme di comunicazione a distanza. Tuttavia, comprensive di quelle connotate da elevata integrazione sanitariadiversamente dalla tradizionale rete telefonica, assicurate dalle Aziende unità sanitarie locali; b) prestazioni sociali a rilevanza sanitaria, assicurate dai Comuni; - i Comuni e le Aziende unità sanitarie locali individuano, nell'ambito degli accordi di integrazione socio-sanitaria, i modelli organizzativi e gestionali, fondati sull'integrazione professionale delle rispettive competenze, ed i relativi rapporti finanziari. L’integrazione sociosanitaria è valore primario e obiettivo strategico del sistema regionale di welfare. E’ fattore fondamentale di qualificazione dell’offerta assicurata come “servizio universale” alla generalità dei servizi cittadini e delle prestazioni sociosanitarie in quanto consente imprese, la diffusione delle reti broad band è invece spinta da logiche di organizzare interventi di risposta ai bisogni fondati sul riconoscimento della persona nella sua globalità e rapportata al suo contesto di vita, generando una maggiore efficacia di cura e un uso più efficiente delle risorse. L’integrazione istituzionale ne costituisce la premessa, assicurandomercato che tendono a discriminare le aree a bassa densità, in maniera unitaria, la funzione di governance ragione del sistema di welfare nell’ambito della pianificazione e degli indirizzi regionali nonché del coordinamento di livello intermedio spettante alla Conferenza Territoriale Sociale e Sanitaria, secondo i principi ora delineati nel vigente Piano Sociale e Sanitario. Il governo del sistema di welfare locale e il coordinamento delle politiche sociali, sociosanitarie e sanitarie a livello territoriale, spettano, poi, al Comitato di Distretto fatto che agisce il ruolo strategico di indirizzo, programmazione, governo delle risorse e regolazione dell’accesso al sistema sociosanitario integrato in ambito distrettuale attraverso gli strumenti del “Piano di Zona elevati costi fissi per la salute e il benessere sociale”, a valenza triennale, del “Programma Attuativo Annuale” a valenza annuale/biennale, del “Piano Annuale realizzazione delle Attività per la Non Autosufficienza” e del “Piano integrato territoriale dei servizi pubblici del lavoro, sociali e sanitari” nuove infrastrutture non verrebbero adeguatamente ripagati dalla limitata quantità di cui alla LR 14/2015. Il Comitato di Distretto individua, con apposito regolamento, i propri meccanismi di funzionamento. All’esercizio delle funzioni di governo, spettanti al Comitato di Distretto, così come definite dalle Legge Regionali n. 19/1994 e n. 29/2004, partecipa il Direttore di Distretto che, coerentemente agli indirizzi di programmazione e nel rispetto dei vincoli economico- finanziari, collabora alla programmazione delle attività territoriali, definendo le caratteristiche quali-quantitative dei servizi offerti nel territorio, proponendo una committenza coerente con la domanda espressa dalla popolazione di riferimento, individuando forme di organizzazione dei servizi, di erogazione delle prestazioni e di acquisizione delle risorse adeguate a massimizzare la qualità, l’efficienza e l’efficacia dei processi di produzione dell’assistenza e orientate a garantire, altresì, l’assistenza primaria, la continuità delle cure e l’integrazione ospedale-territorio. Per l’esercizio delle proprie competenze, il Comitato di Distretto si avvale dell’Ufficio di Piano, struttura tecnico gestionale comune ad EELL ed AUSL, quale supporto tecnico ed organizzativo alle funzioni di programmazione, regolazione e controllo del sistema integrato dei servizi sociali, sociosanitari e sanitari più direttamente connessi con l’area dell’integrazione in ambito distrettuale. Per l'esercizio delle rispettive competenze nell'attuazione della programmazione di ambito distrettuale e nella gestione operativa delle azioni e degli interventi sociali a rilevanza sanitaria, sanitari a rilevanza sociale e sociosanitari ad elevata integrazione sanitaria, ivi delineati, gli EELL e l'AUSL, che concorrono alla definizione del presente atto, individuano e scelgono la gestione associata quale forma e modalità adeguata alla piena e fattiva realizzazione dell'integrazione sociosanitaria. Ciò premesso, si conviene quanto segue:domanda.

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PREMESSA. L’integrazione sociosanitaria è rivolta a soddisfare bisogni L’Azienda Socio Sanitaria Territoriale del Garda ha nella propria visione prospettica la promozione di salute che richiedono contestualmente prestazioni sanitarie ed azioni di protezione sociale, anche di lungo periodo, sulla base di progetti personalizzati redatti sulla scorta di valutazioni multidimensionaliricerca e formazione in ambito clinico quali strumenti per perseguire la qualità e l’appropriatezza delle cure e dell’assistenza. Sia a livello regionale che di ambito distrettuale sono stati sviluppati negli anni numerosi strumenti di programmazione, che devono necessariamente essere tra loro raccordati Per questo collabora con quei soggetti pubblici e che sono: • il Piano Sociale e Sanitario; • il Piano Regionale per la Prevenzione, • le linee annuali di programmazione e finanziamento del SSR; • le linee di programmazione regionale integrata dei servizi pubblici del lavoro, sociali e sanitari, previste dalla L.R. n.14/2015. Si richiamaprivati, in appendice, grado di favorire la normativa che delinea tale impianto programmatorio crescita professionale delle risorse umane e l’assetto previsto per la sua attuazione, quale parte integrante della presente convenzione. Il presupposto su cui poggia la definizione di integrazione origina dalla considerazione che esistono situazioni peculiari della vita della persona che richiedono necessariamente un intervento finalizzato a soddisfare globalmente la contestuale esigenza del soggetto di un bisogno sanitario e di un bisogno sociale. Ai sensi della richiamata LR n. 2/2003: - i Comuni sono titolari delle funzioni amministrative e dei compiti di programmazione, progettazione e realizzazione del sistema locale dei servizi sociali a rete, dell'erogazione dei servizi e delle prestazioni sociali, nonché delle altre funzioni e compiti loro conferiti dalla legislazione statale e regionale; - l’Azienda USL assicura, attraverso le risorse finanziarie pubbliche, i livelli essenziali e uniformi di assistenza definiti dal Piano sanitario nazionale nel rispetto dei principi della dignità della persona umana, del bisogno di salute, dell’equità nell’accesso all’assistenza, il miglioramento continuo della qualità delle cure erogate, promuovendo al contempo l’utilizzo razionale ed efficiente delle proprie risorse tecnologiche e organizzative. L’Azienda intende garantire, per perseguire questi risultati e mantenere livelli adeguati di attività nel campo delle ricerca scientifica e della loro appropriatezza riguardo alle specifiche esigenze nonché dell’economicità nell’impiego sperimentazione, il massimo sforzo organizzativo e di reperimento di risorse, predisponendo tutto quanto possibile per favorire percorsi tempestivi ed efficaci. L’Azienda intende inoltre farsi carico di quanto necessario per ottemperare a tutti gli obblighi previsti dalla normativa nazionale ed europea a carico dei centri clinici che intendano accogliere siti di sperimentazione clinica, garantendo l'idoneità dei luoghi, delle risorsestrutture, delle attrezzature e delle risorse umane assicurando la disponibilità di tutte le competenze necessarie alla buona conduzione delle sperimentazioni. Il presente regolamento si applica a tutti gli studi clinici ed osservazionali eseguiti presso l'Azienda Socio Sanitaria Territoriale del Garda e disciplina l'iter necessario per l'autorizzazione e il successivo svolgimento delle attività di riferimento previste. Disciplina, inoltre, le procedure amministrative relative alla ripartizione dei compensi erogati dai promotori. In particolare il presente regolamento definisce le seguenti procedure aziendali: - Valutazione propedeutica di interesse, condivisione e opportunità scientifica delle proposte di sperimentazioni o collaborazioni scientifiche ricevute e da svolgersi; - le attività ad integrazione socio-sanitaria sono volte a soddisfare le esigenze Valutazione di tutela della salute, di recupero e mantenimento delle autonomie personali, d'inserimento sociale e miglioramento delle condizioni di vita, anche mediante prestazioni a carattere prolungato e si distinguono in: a) prestazioni sanitarie a rilevanza sociale, comprensive di quelle connotate da elevata integrazione sanitaria, assicurate dalle Aziende unità sanitarie locali; b) prestazioni sociali a rilevanza sanitaria, assicurate dai Comunifattibilità tecnica ed economica con stima dei costi emergenti; - i Comuni e le Aziende unità sanitarie locali individuano, nell'ambito degli accordi di integrazione socio-sanitaria, i modelli organizzativi e gestionali, fondati sull'integrazione professionale delle rispettive competenze, ed i relativi rapporti finanziari. L’integrazione sociosanitaria è valore primario e obiettivo strategico del sistema regionale di welfare. E’ fattore fondamentale di qualificazione dell’offerta dei servizi e delle prestazioni sociosanitarie in quanto consente di organizzare interventi di risposta ai bisogni fondati sul riconoscimento della persona nella sua globalità e rapportata al suo contesto di vita, generando una maggiore efficacia di cura e un uso più efficiente delle risorse. L’integrazione istituzionale ne costituisce la premessa, assicurando, in maniera unitaria, la funzione di governance del sistema di welfare nell’ambito della pianificazione e degli indirizzi regionali nonché del coordinamento di livello intermedio spettante alla Conferenza Territoriale Sociale e Sanitaria, secondo i principi ora delineati nel vigente Piano Sociale e Sanitario. Il governo del sistema di welfare locale e il coordinamento delle politiche sociali, sociosanitarie e sanitarie a livello territoriale, spettano, poi, Inoltro al Comitato Etico provinciale per le valutazioni di Distretto che agisce il ruolo strategico sua competenza ove previste dalle norme vigenti; - Presa d’atto delle conclusioni della valutazione del Comitato Etico; - Formalizzazione della eventuale autorizzazione allo svolgimento della attività (autorizzazione) e sua contrattualizzazione; - Procedure di indirizzomonitoraggio del progetto, programmazionefatturazione, governo rendicontazione, assegnazione delle risorse e regolazione dell’accesso al sistema sociosanitario integrato in ambito distrettuale attraverso gli strumenti dei compensi collegati. Non sono oggetto del “Piano presente regolamento tutte le attività di Zona per la salute e il benessere sociale”competenza del Comitato Etico Provinciale, a valenza triennale, del “Programma Attuativo Annuale” a valenza annuale/biennale, del “Piano Annuale delle Attività per la Non Autosufficienza” e del “Piano integrato territoriale dei servizi pubblici del lavoro, sociali e sanitari” di cui alla LR 14/2015. Il Comitato di Distretto individuache opera come organismo indipendente, con apposito regolamentoriferimento esclusivo al proprio regolamento statutario. La titolarità di tutte le attività previste dal presente regolamento è sempre in capo alla Azienda e viene formalizzata mediante specifici provvedimenti e contratti dal suo Legale rappresentante o da suo delegato specificamente individuato; in particolare è vietata ogni forma di accordo diretto tra sponsor/promotore e sperimentatori, i propri meccanismi riguardo alla definizione di funzionamentoattività ed erogazioni di ogni eventuale compenso in denaro o di ogni altra forma di vantaggio o servizio non previsti da contratti stipulati dalla Azienda. All’esercizio delle funzioni di governo, spettanti al Comitato di Distretto, così come definite dalle Legge Regionali n. 19/1994 e n. 29/2004, partecipa il Direttore di Distretto che, coerentemente agli indirizzi di programmazione e nel rispetto dei vincoli economico- finanziari, collabora Tutte le attività collegate alla programmazione delle attività territoriali, definendo le caratteristiche quali-quantitative dei servizi offerti nel territorio, proponendo una committenza coerente con la domanda espressa dalla popolazione di riferimento, individuando forme di organizzazione dei servizi, di erogazione delle prestazioni e di acquisizione partecipazione dell’ASST del Garda a sperimentazioni non dovranno comportare spese aggiuntive a carico delle risorse adeguate a massimizzare la qualità, l’efficienza aziendali destinate alle attività per il SSN e l’efficacia dei processi saranno finanziate da contributi specificamente assegnati alla Azienda da soggetti pubblici o privati che saranno gestiti mediante specifica contabilità di produzione dell’assistenza bilancio secondo le regole di sistema definite per le Aziende sanitarie pubbliche del SSR per le sperimentazioni nella quale saranno registrati tutti i ricavi e orientate a garantire, altresì, l’assistenza primaria, la continuità delle cure e l’integrazione ospedale-territorio. Per l’esercizio delle proprie competenze, il Comitato di Distretto si avvale dell’Ufficio di Piano, struttura tecnico gestionale comune ad EELL ed AUSL, quale supporto tecnico ed organizzativo alle funzioni di programmazione, regolazione e controllo del sistema integrato dei servizi sociali, sociosanitari e sanitari più direttamente connessi con l’area dell’integrazione in ambito distrettuale. Per l'esercizio delle rispettive competenze nell'attuazione della programmazione di ambito distrettuale e nella gestione operativa delle azioni e degli interventi sociali a rilevanza sanitaria, sanitari a rilevanza sociale e sociosanitari ad elevata integrazione sanitaria, ivi delineati, gli EELL e l'AUSL, che concorrono alla definizione del presente atto, individuano e scelgono la gestione associata quale forma e modalità adeguata alla piena e fattiva realizzazione dell'integrazione sociosanitaria. Ciò premesso, si conviene quanto segue:relativi costi.

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PREMESSA. L’integrazione sociosanitaria è rivolta a soddisfare bisogni Stato e prospettive del sistema forestale nazionale. Il bosco costituisce una preziosa risorsa di salute che richiedono contestualmente prestazioni sanitarie ed azioni riequilibrio ambientale e un fattore importante di protezione sviluppo economico-sociale. Gli scarsi risultati sinora ottenuti dalle politiche settoriali impongono la necessità di superare la logica di interventi sporadici e disarticolati, dimostratisi incapaci di promuovere un reale sviluppo. È anzitutto necessaria una reale rivalutazione, anche culturale, delle molteplici funzioni del bosco (protettiva, produttiva, ricreativa) e degli aspetti sociali ed economici legati alle attività forestali ed idraulico agrarie in grado di lungo periodocollocarle nel quadro delle politiche economiche e produttive. Salvaguardia del territorio e dell'ambiente, sulla base uso plurimo e produttivo del patrimonio boschivo, stabilità dell'occupazione e valorizzazione della professionalità degli addetti devono rappresentare gli obiettivi fondamentali di progetti personalizzati redatti sulla scorta di valutazioni multidimensionali. Sia a livello regionale che di ambito distrettuale sono stati sviluppati negli anni numerosi strumenti di programmazioneuna nuova politica forestale, che devono necessariamente essere tra loro raccordati deve adottare la program mazione degli interventi e che sono: • il Piano Sociale e Sanitario; • il Piano Regionale l'attivazione di tutte le sinergie possibili come vincoli determinanti per la Prevenzioneproduttività sociale ed economica del settore. In questo contesto non si può prescindere dall'esame delle politiche di settore, sia comunitarie che nazionali. Con la riforma della PAC del 1992, e in particolare con i regolamenti nn. 2080 e 2078 del 1992 e in misura minore il regolamento n. 2593/93, nonché con le linee annuali proposte di programmazione e finanziamento del SSR; • le linee di programmazione regionale integrata dei servizi pubblici del lavoro"Agenda 2000", sociali e sanitari, previste dalla L.R. n.14/2015. Si richiama, l'azione comunitaria in appendice, la normativa che delinea tale impianto programmatorio e l’assetto previsto per la sua attuazione, quale tema forestale diviene parte integrante della presente convenzionepolitica agricola comunitaria. Forti sono state e sono le carenze della politica forestale nazionale, soprattutto per quanto concerne la piena attuazione di importanti provvedimenti legislativi, su tutti la legge per la montagna del 31.1.94 n. 97. Il presupposto su cui poggia la definizione piano forestale nazionale, emanato 10 anni fa (GU n. 55 del 7.3.88), è stato disatteso quasi completamente. Nella previsione più ottimistica, contro una media annua di integrazione origina dalla considerazione che esistono situazioni peculiari della vita della persona che richiedono necessariamente 20 mila ettari di nuovi rimboschimenti, figura un intervento finalizzato calo medio annuo di oltre 50 mila ettari di bosco, a soddisfare globalmente la contestuale esigenza causa degli incendi, con una perdita secca di oltre 30 mila ettari di bosco per anno. In questo contesto, le attività di rimboschimento dovranno orientarsi all'insediamento di pregiate essenze forestali sfruttabili industrialmente e alla riconversione del soggetto bosco ceduo per incrementare l'utilizzo da parte dell'industria cartaria. Il nostro Paese ha estremo bisogno di un bisogno sanitario aumento della superficie boscata e di un bisogno socialepiano ben coordinato tra Stato e Regioni per nuovi rimboschimenti, che potrebbero assicurare oltre al consolidamento degli attuali livelli occupazionali, anche un ulteriore incremento degli stessi. Ai sensi Per questo le parti firmatarie del CCNL lavoratori forestali ritengono necessaria la realizzazione di modifiche significative all'attuale sistema di presenza istituzionale, di intervento gestionale e di uso delle risorse finanziarie, che favorisca il superamento della richiamata LR n. 2/2003: - i Comuni sono titolari delle funzioni amministrative e dei compiti di programmazione, progettazione e realizzazione del sistema locale dei servizi sociali a rete, dell'erogazione dei servizi e delle prestazioni sociali, nonché delle altre funzioni e compiti loro conferiti dalla legislazione statale e regionale; - l’Azienda USL assicura, attraverso le risorse finanziarie pubbliche, i livelli essenziali e uniformi di assistenza definiti dal Piano sanitario nazionale nel rispetto dei principi della dignità della persona umana, del bisogno di salute, dell’equità nell’accesso all’assistenza, della qualità delle cure disarticolazione e della loro appropriatezza riguardo alle specifiche esigenze nonché dell’economicità nell’impiego delle risorse; - frammentarietà della politica di settore. Fermo restando il ruolo del Governo centrale, in raccordo con le attività ad integrazione socio-sanitaria sono volte a soddisfare le esigenze di tutela della salutepolitiche comunitarie, di recupero e mantenimento delle autonomie personali, d'inserimento sociale e miglioramento delle condizioni di vita, anche mediante prestazioni a carattere prolungato e si distinguono in: a) prestazioni sanitarie a rilevanza sociale, comprensive di quelle connotate da elevata integrazione sanitaria, assicurate dalle Aziende unità sanitarie locali; b) prestazioni sociali a rilevanza sanitaria, assicurate dai Comuni; - i Comuni e le Aziende unità sanitarie locali individuano, nell'ambito degli accordi di integrazione socio-sanitaria, i modelli organizzativi e gestionali, fondati sull'integrazione professionale delle rispettive competenze, ed i relativi rapporti finanziari. L’integrazione sociosanitaria è valore primario e obiettivo strategico del sistema regionale di welfare. E’ fattore fondamentale di qualificazione dell’offerta dei servizi e delle prestazioni sociosanitarie in quanto consente di organizzare interventi di risposta ai bisogni fondati sul riconoscimento della persona nella sua globalità e rapportata al suo contesto di vita, generando una maggiore efficacia di cura e un uso più efficiente delle risorse. L’integrazione istituzionale ne costituisce la premessa, assicurando, in maniera unitaria, la funzione di governance del sistema di welfare nell’ambito della pianificazione e degli indirizzi regionali nonché del coordinamento di livello intermedio spettante alla Conferenza Territoriale Sociale e Sanitaria, secondo i principi ora delineati nel vigente Piano Sociale e Sanitario. Il governo del sistema di welfare locale e il coordinamento delle politiche sociali, sociosanitarie e sanitarie a livello territoriale, spettano, poi, al Comitato di Distretto che agisce il ruolo strategico di indirizzo, programmazione, governo delle risorse e regolazione dell’accesso al sistema sociosanitario integrato in ambito distrettuale attraverso gli strumenti del “Piano di Zona per la salute e il benessere sociale”, a valenza triennale, del “Programma Attuativo Annuale” a valenza annuale/biennale, del “Piano Annuale delle Attività per la Non Autosufficienza” e del “Piano integrato territoriale dei servizi pubblici del lavoro, sociali e sanitari” di cui alla LR 14/2015. Il Comitato di Distretto individua, con apposito regolamento, i propri meccanismi di funzionamento. All’esercizio delle funzioni di governo, spettanti al Comitato di Distretto, così come definite dalle Legge Regionali n. 19/1994 e n. 29/2004, partecipa il Direttore di Distretto che, coerentemente agli indirizzi di programmazione e nel rispetto dei vincoli economico- finanziari, collabora alla programmazione delle attività territoriali, definendo le caratteristiche quali-quantitative dei servizi offerti nel territorio, proponendo una committenza coerente con la domanda espressa dalla popolazione di riferimento, individuando forme di organizzazione dei servizi, di erogazione delle prestazioni e di acquisizione delle risorse adeguate a massimizzare la qualità, l’efficienza e l’efficacia dei processi di produzione dell’assistenza e orientate a garantire, altresì, l’assistenza primaria, la continuità delle cure e l’integrazione ospedale-territorio. Per l’esercizio delle proprie competenze, il Comitato di Distretto si avvale dell’Ufficio di Piano, struttura tecnico gestionale comune ad EELL ed AUSL, quale supporto tecnico ed organizzativo alle funzioni di programmazione, regolazione e controllo del sistema integrato dei servizi sociali, sociosanitari e sanitari più direttamente connessi con l’area dell’integrazione in ambito distrettuale. Per l'esercizio delle rispettive competenze nell'attuazione coordinatore della programmazione di ambito distrettuale e nella gestione operativa delle azioni e degli interventi sociali a rilevanza sanitariaconcerto con le Regioni, sanitari a rilevanza sociale e sociosanitari ad elevata integrazione sanitaria, ivi delineati, gli EELL e l'AUSL, che concorrono alla definizione del presente atto, individuano e scelgono la gestione associata quale forma e modalità adeguata alla piena e fattiva realizzazione dell'integrazione sociosanitaria. Ciò premesso, si conviene quanto seguetali modifiche dovrebbero riguardare:

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Samples: Contratto Collettivo Nazionale Di Lavoro

PREMESSA. L’integrazione sociosanitaria è rivolta Il presente CCNL nasce da uno studio di dati e di informazioni utili a soddisfare bisogni conoscere preventivamente le possibilità di sviluppo, onde realizzare le condizioni per favorirlo, individuando eventuali punti deboli per verificarne la possibilità di rafforzamento. Le Organizzazioni Sindacali e Datoriali firmatarie ritengono di aver dato con il contratto, una prima importante risposta alle esigenze da più parte rappresentate, per un cambiamento della contrattualistica nazionale in un’ottica di rilancio reale dell’occupazione, fattore indispensabile per un’espansione strutturale dell’economia e della produttività del Paese. Il contratto si muove nelle logiche dettate dall’Unione Europea finalizzata al miglioramento dei rapporti individuali e collettivi di lavoro alla crescita dei livelli occupazionali, alla protezione e sicurezza sindacale, per conoscere a formulare e rafforzare le regole di garanzia e di tutela dei processi lavorativi. I Governi dell’Unione Europea hanno indicato le materie su cui inciderà la politica sociale comunitaria per il conseguimento degli obiettivi delle loro azioni comuni; la sicurezza e la salute del lavoratore sul posto di lavoro, le migliori condizioni di lavoro, l’informazione e la consultazione dei lavoratori, le pari opportunità, la rappresentanza e la difesa collettiva degli interessi dei lavoratori e dei datori di lavoro ivi compresa la cogestione, gli aiuti finanziari alla promozione dell’occupazione e alla creazione dei posti di lavoro, la contrattazione collettiva europea. Per questi obiettivi, le Organizzazioni Sindacali e Datoriali svolgono una specifica funzione che richiedono contestualmente prestazioni sanitarie ed azioni di protezione esercitano nei confronti del legislatore comunitario, nonché una essenziale funzione negoziale nell’ambito del dialogo sociale. Le parti concordano, anche di lungo periodoaltresì, sulla necessità di affermare la parità funzione delle Organizzazioni Sindacali e Datoriali, sul piano del diritto al lavoro e all’esercizio dell’impresa privata in un contesto di riconosciuta libertà associativa. Sulla base di progetti personalizzati redatti sulla scorta tali principi le Organizzazioni Sindacali e Datoriali firmatarie affermano il loro ruolo di valutazioni multidimensionali. Sia a livello regionale che stimolo e di ambito distrettuale sono stati sviluppati negli anni numerosi strumenti di programmazione, che devono necessariamente essere tra loro raccordati controllo sulle politiche sociali e che sono: • il Piano Sociale e Sanitario; • il Piano Regionale per la Prevenzione, • le linee annuali di programmazione e finanziamento del SSR; • le linee di programmazione regionale integrata dei servizi pubblici del lavoro, nonché la loro essenziale funzione negoziale nell’ambito del confronto con gli Organismi istituzionali, governativi e legislativi del nostro Paese e della Comunità Europea. Le parti sociali firmatarie di questo contratto hanno stabilito di dare possibilità di manovra nell’intero territorio nazionale dei trattamenti retributivi alle strutture territoriali delle Organizzazioni Sindacali stipulanti il contratto medesimo, demandando alla contrattazione di secondo livello aziendale e sanitari, previste dalla L.R. n.14/2015. Si richiama, in appendice, la normativa che delinea tale impianto programmatorio e l’assetto previsto per la sua attuazione, quale parte integrante della presente convenzione. Il presupposto su cui poggia la definizione di integrazione origina dalla considerazione che esistono situazioni peculiari della vita della persona che richiedono necessariamente un intervento finalizzato a soddisfare globalmente la contestuale esigenza del soggetto di un bisogno sanitario e di un bisogno sociale. Ai sensi della richiamata LR n. 2/2003: - i Comuni sono titolari delle funzioni amministrative e dei compiti di programmazione, progettazione e realizzazione del sistema locale dei servizi sociali a rete, dell'erogazione dei servizi e delle prestazioni sociali, nonché delle altre funzioni e compiti loro conferiti dalla legislazione statale e regionale; - l’Azienda USL assicura, attraverso le risorse finanziarie pubblicheterritoriale, i livelli essenziali di retribuzione finali, conferendo all’Ente Bilaterale pariteticamente costituito l’esame per eventuali modifiche in tutto o in parte, anche in via sperimentale e uniformi temporanea i singoli istituti economici e normativi disciplinati dal Contratto Collettivo Nazionale di assistenza definiti dal Piano sanitario nazionale nel rispetto Lavoro. Le parti stipulanti, oltre a dare valenza al duplice livello di contrattazione, che produrrà positivi risultati, hanno ritenuto opportuno con il presente C.C.N.L. di mettere le aziende del settore del commercio e dei principi della dignità della persona umanaservizi delle società cooperative e loro consorzi, del bisogno di salute, dell’equità nell’accesso all’assistenza, della qualità delle cure e della loro appropriatezza riguardo alle specifiche esigenze nonché dell’economicità nell’impiego delle risorse; - le attività ad integrazione socio-sanitaria sono volte a soddisfare le esigenze di tutela della salute, di recupero e mantenimento delle autonomie personali, d'inserimento sociale e miglioramento delle nelle condizioni di vitapoter sostenere l’occupazione e lo sviluppo sia sotto il profilo economico produttivo, anche mediante prestazioni a carattere prolungato sia sotto l’aspetto puramente sociale. Si è ritenuto opportuno sottoporre alla stessa disciplina contrattuale tutte le categorie della piccola e si distinguono in: amedia impresa (PMI) prestazioni sanitarie a rilevanza socialedel commercio e assimilabili sotto l’aspetto normativo generale, comprensive di quelle connotate da elevata integrazione sanitaria, assicurate dalle Aziende unità sanitarie locali; b) prestazioni sociali a rilevanza sanitaria, assicurate dai Comuni; - i Comuni e le Aziende unità sanitarie locali individuano, nell'ambito degli accordi di integrazione socio-sanitaria, i modelli organizzativi e gestionali, fondati sull'integrazione professionale delle rispettive competenze, ed i relativi rapporti finanziari. L’integrazione sociosanitaria è valore primario e obiettivo strategico del sistema regionale di welfare. E’ fattore fondamentale di qualificazione dell’offerta dei servizi e delle prestazioni sociosanitarie in sia per quanto consente di organizzare interventi di risposta ai bisogni fondati sul riconoscimento attiene agli obblighi nei confronti della persona nella sua globalità e rapportata al suo contesto di vita, generando una maggiore efficacia di cura e un uso più efficiente delle risorse. L’integrazione istituzionale ne costituisce la premessa, assicurando, in maniera unitaria, la funzione di governance del sistema di welfare nell’ambito della pianificazione burocrazia e degli indirizzi regionali nonché del coordinamento enti competenti di livello intermedio spettante alla Conferenza Territoriale Sociale e Sanitariacui anche quelli previdenziali ed assistenziali per quanto attiene al rapporto con il personale dipendente. Le parti, secondo i principi ora delineati nel vigente Piano Sociale e Sanitario. Il governo del sistema infine si impegnano ad esercitare, con il massimo scrupolo, una azione di welfare locale e il coordinamento delle politiche socialicontrollo ed a denunciare eventuali posizioni e/o gestioni irregolari, sociosanitarie e sanitarie a livello territoriale, spettano, poi, specie in ordine al Comitato di Distretto che agisce il ruolo strategico di indirizzo, programmazione, governo delle risorse e regolazione dell’accesso al sistema sociosanitario integrato in ambito distrettuale attraverso gli strumenti del Piano di Zona per la salute e il benessere sociale”, a valenza triennale, del “Programma Attuativo Annuale” a valenza annuale/biennale, del “Piano Annuale delle Attività per la Non Autosufficienzalavoro nero” e allo sfruttamento del “Piano integrato territoriale dei servizi pubblici del lavoro, sociali e sanitari” di cui alla LR 14/2015. Il Comitato di Distretto individua, con apposito regolamento, i propri meccanismi di funzionamento. All’esercizio delle funzioni di governo, spettanti al Comitato di Distretto, così come definite dalle Legge Regionali n. 19/1994 e n. 29/2004, partecipa il Direttore di Distretto che, coerentemente agli indirizzi di programmazione e nel rispetto dei vincoli economico- finanziari, collabora alla programmazione delle attività territoriali, definendo le caratteristiche quali-quantitative dei servizi offerti nel territorio, proponendo una committenza coerente con la domanda espressa dalla popolazione di riferimento, individuando forme di organizzazione dei servizi, di erogazione delle prestazioni e di acquisizione delle risorse adeguate a massimizzare la qualità, l’efficienza e l’efficacia dei processi di produzione dell’assistenza e orientate a garantire, altresì, l’assistenza primaria, la continuità delle cure e l’integrazione ospedale-territorio. Per l’esercizio delle proprie competenze, il Comitato di Distretto si avvale dell’Ufficio di Piano, struttura tecnico gestionale comune ad EELL ed AUSL, quale supporto tecnico ed organizzativo alle funzioni di programmazione, regolazione e controllo del sistema integrato dei servizi sociali, sociosanitari e sanitari più direttamente connessi con l’area dell’integrazione in ambito distrettuale. Per l'esercizio delle rispettive competenze nell'attuazione della programmazione di ambito distrettuale e nella gestione operativa delle azioni e degli interventi sociali a rilevanza sanitaria, sanitari a rilevanza sociale e sociosanitari ad elevata integrazione sanitaria, ivi delineati, gli EELL e l'AUSLlavoro minorile, che concorrono alla definizione del presente atto, individuano degradano il rapporto di lavoro e scelgono disonorano la gestione associata quale forma e modalità adeguata alla piena e fattiva realizzazione dell'integrazione sociosanitaria. Ciò premesso, si conviene quanto segue:società civile.

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Samples: Contratto Collettivo Nazionale Di Lavoro

PREMESSA. L’integrazione sociosanitaria Il Punto Unico di Accesso (PUA) è rivolta individuato, dale disposizioni regionali vigenti, quale lo "snodo" dei percorsi sociosanitari, il luogo ove si attua la presa in carico globale della persona "fragile" e della sua famiglia; al suo interno si svolgono funzioni di accoglienza e di front-office, funzione di relazione ed ascolto, decodificazione dei bisogni, orientamento ai servizi e invio delle persone ai servizi sociosanitari della Rete. Il Punto Unico d'Accesso (PUA) è, inoltre, il luogo dove ogni cittadino può rivolgersi per ottenere informazioni relativa ai servizi sociali, socio sanitari e sanitari del territorio di competenza del Distretto, alle prestazioni erogate, alle modalità e tempi di accesso. Il PUA garantisce, in particolare, la continuità e la tempestività delle cure alle persone con problemi sociosanitari complessi alle quali devono essere fornite risposte multiple di tipo sanitario (Cure domiciliari prestazionali, riabilitazione globale, etc,) o socio-sanitarie (Cure Domiciliari Integrate, residenzialità diurna o a soddisfare bisogni tempo pieno, case protette, progetti "ritornare a casa" etc.). Il PUA è dedicato in particolare a persone anziane e con disabilità; è gestito da uno staff di salute che richiedono contestualmente prestazioni sanitarie ed azioni di protezione sociale, anche di lungo periodo, sulla base di progetti personalizzati redatti sulla scorta di valutazioni multidimensionali. Sia a livello regionale che di ambito distrettuale sono stati sviluppati negli anni numerosi strumenti di programmazione, che devono necessariamente essere tra loro raccordati e che sono: • il Piano Sociale e Sanitario; • il Piano Regionale per la Prevenzione, • le linee annuali di programmazione e finanziamento del SSR; • le linee di programmazione regionale integrata dei servizi pubblici del lavoro, operatori sociali e sanitari, previste dalla L.R. n.14/2015. Si richiama, in appendice, la normativa sanitari che delinea tale impianto programmatorio ascoltano e l’assetto previsto per la sua attuazione, quale parte integrante della presente convenzione. Il presupposto su cui poggia la definizione di integrazione origina dalla considerazione che esistono situazioni peculiari della vita della persona che richiedono necessariamente un intervento finalizzato a soddisfare globalmente la contestuale esigenza del soggetto di un bisogno sanitario e di un bisogno sociale. Ai sensi della richiamata LR n. 2/2003: - analizzano i Comuni sono titolari delle funzioni amministrative bisogni dell'utente e dei compiti familiari, individuano con loro il percorso terapeutico più adatto e li accompagnano in ogni fase. L'Unità di programmazione, progettazione Valutazione Territoriale (UVT) è definite quale struttura operativa distrettuale che persegue l'obiettivo dell'integrazione tra l'Ospedale ed il Territorio e realizzazione del sistema locale dei tra i servizi sociali e sanitari presenti nel territorio e rappresenta l'organismo deputato a rete, dell'erogazione gestire le modalità di attivazione della rete dei servizi servizi. E’ l’organismo deputato alla valutazione multidimensioriate e delle prestazioni sociali, nonché delle altre funzioni e compiti loro conferiti dalla legislazione statale e regionale; - l’Azienda USL assicura, attraverso le risorse finanziarie pubbliche, i livelli essenziali e uniformi di assistenza definiti dal Piano sanitario nazionale nel rispetto dei principi della dignità della persona umana, del bisogno di salute, dell’equità nell’accesso all’assistenza, della qualità delle cure e della loro appropriatezza riguardo alle specifiche esigenze nonché dell’economicità nell’impiego delle risorse; - le attività ad integrazione socio-sanitaria sono volte a soddisfare le esigenze di tutela della salute, di recupero e mantenimento delle autonomie personali, d'inserimento sociale e miglioramento multidisciplinare delle condizioni di vita, anche mediante prestazioni a carattere prolungato e si distinguono in: a) prestazioni sanitarie a rilevanza sociale, comprensive bisogno sociosanitario complesso ed ha il compito di quelle connotate da elevata integrazione sanitaria, assicurate dalle Aziende unità sanitarie locali; b) prestazioni sociali a rilevanza sanitaria, assicurate dai Comuni; - i Comuni e le Aziende unità sanitarie locali individuano, nell'ambito degli accordi di integrazione socio-sanitaria, i modelli organizzativi e gestionali, fondati sull'integrazione professionale delle rispettive competenze, predisporre ed i relativi rapporti finanziari. L’integrazione sociosanitaria è valore primario e obiettivo strategico del sistema regionale di welfare. E’ fattore fondamentale di qualificazione dell’offerta dei servizi e delle prestazioni sociosanitarie in quanto consente di organizzare interventi di risposta ai bisogni fondati sul riconoscimento della persona nella sua globalità e rapportata al suo contesto di vita, generando una maggiore efficacia di cura e un uso più efficiente delle risorse. L’integrazione istituzionale ne costituisce la premessa, assicurando, in maniera unitaria, la funzione di governance del sistema di welfare nell’ambito della pianificazione e degli indirizzi regionali nonché del coordinamento di livello intermedio spettante alla Conferenza Territoriale Sociale e Sanitaria, secondo i principi ora delineati nel vigente Piano Sociale e Sanitario. Il governo del sistema di welfare locale e offrire all'Utente il coordinamento delle politiche sociali, sociosanitarie e sanitarie a livello territoriale, spettano, poi, al Comitato di Distretto che agisce il ruolo strategico di indirizzo, programmazione, governo delle risorse e regolazione dell’accesso al sistema sociosanitario integrato in ambito distrettuale attraverso gli strumenti del “Piano di Zona per la salute e il benessere sociale”, a valenza triennale, del “Programma Attuativo Annuale” a valenza annuale/biennale, del “Piano Annuale delle Attività per la Non Autosufficienza” e del “Piano integrato territoriale dei servizi pubblici del lavoro, sociali e sanitari” di cui alla LR 14/2015. Il Comitato di Distretto individua, con apposito regolamento, i propri meccanismi di funzionamento. All’esercizio delle funzioni di governo, spettanti al Comitato di Distretto, così come definite dalle Legge Regionali n. 19/1994 e n. 29/2004, partecipa il Direttore di Distretto che, coerentemente agli indirizzi di programmazione e nel rispetto dei vincoli economico- finanziari, collabora alla programmazione delle attività territoriali, definendo le caratteristiche quali-quantitative dei servizi offerti nel territorio, proponendo una committenza coerente con la domanda espressa dalla popolazione di riferimento, individuando forme di organizzazione dei servizi, di erogazione delle prestazioni e di acquisizione delle risorse adeguate a massimizzare la qualità, l’efficienza e l’efficacia dei processi di produzione dell’assistenza e orientate a garantire, altresì, l’assistenza primaria, la continuità delle cure e l’integrazione ospedale-territorio. Per l’esercizio delle proprie competenze, il Comitato di Distretto si avvale dell’Ufficio di Piano, struttura tecnico gestionale comune ad EELL ed AUSL, quale supporto tecnico ed organizzativo alle funzioni di programmazione, regolazione e controllo del sistema integrato dei servizi sociali, sociosanitari e sanitari più direttamente connessi con l’area dell’integrazione in ambito distrettuale. Per l'esercizio delle rispettive competenze nell'attuazione della programmazione di ambito distrettuale e nella gestione operativa delle azioni e degli interventi sociali a rilevanza sanitaria, sanitari a rilevanza sociale e sociosanitari ad elevata integrazione sanitaria, ivi delineati, gli EELL e l'AUSL, che concorrono alla definizione del presente atto, individuano e scelgono la gestione associata quale forma e modalità adeguata alla piena e fattiva realizzazione dell'integrazione sociosanitaria. Ciò premesso, si conviene quanto segue:Progetto Assistenziale Personalizzato (PAI).

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PREMESSA. L’integrazione sociosanitaria è rivolta a soddisfare bisogni La DGR 4563/2021 del 19/04/2021 “Approvazione delle “Linee di salute che richiedono contestualmente prestazioni sanitarie ed azioni indirizzo per la programmazione sociale territoriale per il triennio 2021-2023”” ha dato avvio al percorso di protezione sociale, anche riprogrammazione dei Piani di lungo periodo, sulla base Zona sottolineando in primis l’importanza di progetti personalizzati redatti sulla scorta di valutazioni multidimensionali. Sia a livello regionale che di ambito distrettuale sono stati sviluppati negli anni numerosi strumenti di programmazioneriorientare gli assetti organizzativi e le priorità delle policy per fronteggiare l’attuale contesto, che devono necessariamente essere si dimostra straordinario e particolarmente complesso anche a causa della recente pandemia ancora in atto. La situazione di emergenza da COVID- 19 iniziata nel febbraio 2020 ha totalmente stravolto le priorità e gli obiettivi della programmazione zonale avviata dopo una serie di indugi e ha messo in evidenza l’urgenza di trovare risposte pronte e rapide ai bisogni dei cittadini e la necessità di coordinamento dei servizi sociali con i servizi sanitari e socio-sanitari territoriali, oltre che tra loro raccordati i Comuni dell’Ambito. Purtroppo, la fase pandemica non è ancora superata, ma proprio questo difficile periodo evidenzia la necessità di ripensamento dell’organizzazione dei servizi e che sono: • il Piano Sociale degli interventi, per offrire una risposta adeguata e Sanitario; • il Piano Regionale multidimensionale a bisogni complessi e per potenziare la Prevenzione, • le linee annuali di programmazione e finanziamento del SSR; • le linee di programmazione regionale filiera integrata dei servizi pubblici del lavorosociali, sociali sanitari e sanitari, previste dalla L.R. n.14/2015sociosanitari sul territorio. Si richiama, in appendice, la normativa che delinea tale impianto programmatorio e l’assetto previsto Le Linee di indirizzo per la sua attuazionenuova triennalità 2021 – 2023 individuano come obiettivo prioritario rendere sistematica la cooperazione e il coordinamento sovra zonale tra Ambiti con le ASST e le ATS di riferimento e indicano che “la programmazione per la nuova triennalità dovrà quindi investire su progettualità che costruiscano servizi integrati e trasversali tra aree di policy, quale parte integrante della presente convenzionedefinendo risposte che partano concretamente dall’ottica di una multidimensionalità del bisogno superando un approccio settoriale e una eccessiva frammentazione degli interventi”. Il presupposto su contesto normativo in cui poggia si inserisce la definizione Programmazione dei Piani di integrazione origina dalla considerazione che esistono situazioni peculiari della vita della persona che richiedono necessariamente un intervento finalizzato Zona 2021/23 è tutt’ora in evoluzione: si assiste all’emanazione di provvedimenti normativi destinati a soddisfare globalmente la contestuale esigenza del soggetto di un bisogno sanitario determinare nel breve-medio periodo significative trasformazioni nell’ambito delle politiche sociali. A livello nazionale, Il Piano nazionale degli interventi e di un bisogno sociale. Ai sensi della richiamata LR n. 2/2003: - i Comuni sono titolari delle funzioni amministrative e dei compiti di programmazione, progettazione e realizzazione del sistema locale dei servizi sociali per il triennio 2021-23 ed il Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) individuano l’Ambito territoriale sociale come unità minima di riferimento per la programmazione e la realizzazione degli interventi in ambito sociale: acquista centralità il tema dei Livelli essenziali delle prestazioni sociali (LEPS), con previsione anche di risorse strutturali e da raggiungere con un approccio graduale e contestualizzato. A livello regionale, invece, la revisione della L.R. 33/2009 “Testo unico delle leggi regionali in materia di sanità” ridefinisce il nuovo assetto del sistema sociosanitario lombardo, prospettando possibili cambiamenti rilevanti anche per il sistema sanitario e socio-sanitario territoriale, a rete, dell'erogazione partire dalla individuazione dei distretti. Di tutto questo si deve tener conto in un’ottica di sistema in evoluzione che deve innovare e integrare nell’erogazione dei servizi sociali e socio-sanitari anche alla luce delle prestazioni socialiprogettualità e degli investimenti previsti nel PNRR. In particolare, nonché delle altre funzioni e compiti loro conferiti dalla legislazione statale e regionale; - l’Azienda USL assicuragià dai prossimi mesi, attraverso l’Ambito sarà impegnato per la presentazione di progettualità per la Missione 5 componente 2 del PNRR, le quali possono costituire sicuramente un’opportunità di ampliamento rispetto a quanto sarà possibile realizzare con le risorse finanziarie pubblicheproprie del Piano di Zona, i livelli essenziali sperimentando in particolare servizi intermedi con funzione di supporto e uniformi prevenzione all’istituzionalizzazione e alla povertà. Riprogrammare in questo contesto di assistenza definiti dal Piano sanitario nazionale grande variabilità e cambiamento non è semplice e richiede, più che in altre occasioni, lo sviluppo di capacità di analisi dei bisogni del territorio, scelta delle priorità e di strutturazione di risposte che aiutino a superare la frammentazione e ad integrare le risorse. È altresì necessario proseguire ulteriormente nel rispetto percorso di coordinamento e omogeneità per l’accesso ai servizi, già intrapreso negli anni scorsi, oltre che sostenere e promuovere reti sociali in grado di intercettare bisogni emergenti correlati ai nuovi scenari anche con l’imprescindibile coinvolgimento del Terzo Settore e rafforzando legami e sinergie con le Fondazioni di Comunità. Dal punto di vista metodologico è necessario sperimentare nuovi approcci e nuove modalità di gestione dei principi della dignità della persona umanaservizi, del bisogno implementare gli strumenti informatici che accelerino il processo di salute, dell’equità nell’accesso all’assistenza, della qualità delle cure e della loro appropriatezza riguardo alle specifiche esigenze nonché dell’economicità nell’impiego delle risorse; - le attività ad integrazione socio-sanitaria sono volte a soddisfare le esigenze di tutela della salute, di recupero e mantenimento delle autonomie personali, d'inserimento sociale e miglioramento delle condizioni di vita, anche mediante prestazioni a carattere prolungato e si distinguono in: a) prestazioni sanitarie a rilevanza sociale, comprensive di quelle connotate da elevata integrazione sanitaria, assicurate dalle Aziende unità sanitarie locali; b) prestazioni sociali a rilevanza sanitaria, assicurate dai Comuni; - i Comuni e le Aziende unità sanitarie locali individuano, nell'ambito degli accordi di integrazione socio-sanitaria, i modelli organizzativi e gestionali, fondati sull'integrazione professionale delle rispettive competenze, ed i relativi rapporti finanziari. L’integrazione sociosanitaria è valore primario e obiettivo strategico del sistema regionale di welfare. E’ fattore fondamentale di qualificazione dell’offerta digitalizzazione dei servizi sociali e delle prestazioni sociosanitarie potenziare la formazione e la specializzazione degli operatori. Riprogrammare in quanto consente di organizzare interventi di risposta ai bisogni fondati sul riconoscimento della persona nella sua globalità questo contesto rende necessaria una revisione nel breve-medio periodo del modello organizzativo e rapportata al suo contesto di vita, generando una maggiore efficacia di cura e un uso più efficiente delle risorse. L’integrazione istituzionale ne costituisce la premessa, assicurando, in maniera unitaria, la funzione di governance del sistema di welfare nell’ambito della pianificazione e degli indirizzi regionali nonché del coordinamento di livello intermedio spettante alla Conferenza Territoriale Sociale e Sanitaria, secondo i principi ora delineati nel vigente Piano Sociale e Sanitario. Il governo del sistema di welfare locale e il coordinamento delle politiche sociali, sociosanitarie e sanitarie a livello territoriale, spettano, poi, al Comitato di Distretto che agisce il ruolo strategico di indirizzo, programmazione, governo delle risorse e regolazione dell’accesso al sistema sociosanitario integrato in ambito distrettuale attraverso gli strumenti del “Piano di Zona per la salute dare concreta attuazione ai percorsi di integrazione socio- sanitaria e per dare spazio alla co-progettazione con il benessere sociale”, a valenza triennale, sostanziale contributo del “Programma Attuativo Annuale” a valenza annuale/biennale, del “Piano Annuale delle Attività Terzo Settore per la Non Autosufficienza” costruzione di risposte innovative ai bisogni delle persone e del “Piano integrato territoriale dei servizi pubblici del lavoro, sociali e sanitari” di cui alla LR 14/2015. Il Comitato di Distretto individuadelle comunità, con apposito regolamento, i propri meccanismi di funzionamento. All’esercizio particolare attenzione all’area delle funzioni di governo, spettanti al Comitato di Distretto, così come definite dalle Legge Regionali n. 19/1994 fragilità e n. 29/2004, partecipa il Direttore di Distretto che, coerentemente agli indirizzi di programmazione e nel rispetto dei vincoli economico- finanziari, collabora alla programmazione delle attività territoriali, definendo le caratteristiche quali-quantitative dei servizi offerti nel territorio, proponendo una committenza coerente con la domanda espressa dalla popolazione di riferimento, individuando forme di organizzazione dei servizi, di erogazione delle prestazioni e di acquisizione delle risorse adeguate a massimizzare la qualità, l’efficienza e l’efficacia dei processi di produzione dell’assistenza e orientate a garantire, altresì, l’assistenza primaria, la continuità delle cure e l’integrazione ospedale-territorio. Per l’esercizio delle proprie competenze, il Comitato di Distretto si avvale dell’Ufficio di Piano, struttura tecnico gestionale comune ad EELL ed AUSL, quale supporto tecnico ed organizzativo alle funzioni di programmazione, regolazione e controllo del sistema integrato dei servizi sociali, sociosanitari e sanitari più direttamente connessi con l’area dell’integrazione in ambito distrettuale. Per l'esercizio delle rispettive competenze nell'attuazione della programmazione di ambito distrettuale e nella gestione operativa delle azioni e degli interventi sociali a rilevanza sanitaria, sanitari a rilevanza sociale e sociosanitari ad elevata integrazione sanitaria, ivi delineati, gli EELL e l'AUSL, che concorrono alla definizione del presente atto, individuano e scelgono la gestione associata quale forma e modalità adeguata alla piena e fattiva realizzazione dell'integrazione sociosanitaria. Ciò premesso, si conviene quanto segue:disabilità.

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Samples: Accordo Di Programma

PREMESSA. L’integrazione sociosanitaria è rivolta a soddisfare Considerato che le trasformazioni economiche e sociali hanno fortemente inciso sui comportamenti, costumi, nuovi bisogni di salute una società caratterizzata tra l’altro, da processi di invecchiamento della popolazione; che richiedono contestualmente prestazioni sanitarie ed azioni l’ambito territoriale diventa sempre più importante nella organizzazione e nella realizzazione delle risposte ai bisogni sociali; che tutto ciò, pone nuove sfide alle Istituzioni, alle Associazioni Imprenditoriali e al Sindacato. Considerato che il CCNL 1999-2001 comprende compiti e responsabilità di protezione socialecompetenza delle parti a livello regionale. Le parti si impegnano a : Sviluppare un sistema di relazioni sindacali territoriale e aziendale capace di contemperare bisogni e diritti dell’utenza, efficienza nell’organizzazione dei servizi, nuove opportunità occupazionali e trattamento economico-normativo delle/i lavoratrici/ri e concorra a qualificare il sistema dei rapporti tra pubblico e privato in tema di gestione dei servizi. Anche in considerazione di ciò, il presente contratto è ritenuto dalle parti contraenti elemento concorrente per il confronto, anche comune, con le Pubbliche Amministrazioni ai fini dell’ammissione al rapporto convenzionato. Sviluppare rapporti sindacali sempre più partecipativi conferendo certezza e programmabilità ai rapporti tra le parti e favorendo forme di lungo periodo, sulla base di progetti personalizzati redatti sulla scorta di valutazioni multidimensionali. Sia a livello regionale che di ambito distrettuale sono stati sviluppati negli anni numerosi strumenti di programmazione, che devono necessariamente essere tra loro raccordati e che sono: • il Piano Sociale e Sanitario; • il Piano Regionale per la Prevenzione, • le linee annuali di programmazione e finanziamento del SSR; • le linee di programmazione regionale integrata dei servizi pubblici del lavoro, sociali e sanitari, previste dalla L.R. n.14/2015. Si richiama, in appendice, la normativa che delinea tale impianto programmatorio e l’assetto previsto per la sua attuazione, quale parte integrante della presente convenzionepartecipazione. Il presupposto sistema di relazioni sindacali si ispirerà, conseguentemente, ai seguenti criteri: reciproco riconoscimento delle parti e relativo ruolo contrattuale; instaurazione di un sistema di rapporti che organizzi con regolarità e sistematicità il confronto tra le parti su cui poggia temi di interesse comune; la definizione di integrazione origina dalla considerazione che esistono situazioni peculiari della vita della persona che richiedono necessariamente un intervento finalizzato a soddisfare globalmente la contestuale esigenza del soggetto sistema di un bisogno sanitario informazioni e di un bisogno socialeconsultazione preventiva che preveda adeguati strumenti di partecipazione dei lavoratori; il consolidamento degli assetti contrattuali previsti assicurando certezza circa lo svolgimento della contrattazione integrativa negli ambiti nei tempi ed ai livelli concordati. Ai sensi della richiamata LR n. 2/2003: - i Comuni sono titolari delle funzioni amministrative e dei compiti A tale scopo le parti si impegnano ad avviare il più ampio confronto in materia di programmazione, progettazione e realizzazione del sistema locale dei servizi sociali a rete, dell'erogazione dei servizi e delle prestazioni sociali, nonché delle altre funzioni e compiti loro conferiti dalla legislazione statale e regionale; - l’Azienda USL assicura, attraverso le risorse finanziarie pubbliche, i livelli essenziali e uniformi di assistenza definiti dal Piano sanitario nazionale nel rispetto dei principi della dignità della persona umana, del bisogno di salute, dell’equità nell’accesso all’assistenza, della qualità delle cure e della loro appropriatezza riguardo alle specifiche esigenze nonché dell’economicità nell’impiego delle risorse; - le attività ad integrazione socio-sanitaria sono volte a soddisfare le esigenze di tutela della salutesviluppo dell’occupazione, di recupero e mantenimento delle autonomie personalipolitica di formazione del personale, d'inserimento sociale e di miglioramento delle condizioni di vitalavoro, anche mediante prestazioni di crescita della qualità dei servizi erogati dalle strutture aderenti all’UNEBA lombarda. Attivare un continuo confronto con la P.A. titolare della programmazione e delle risorse relativamente a carattere prolungato : formazione degli operatori del settore; sistema di accreditamento; standard delle strutture; allocazione delle risorse; evoluzione della programmazione dei servizi sociali e si distinguono in: a) prestazioni sanitarie a rilevanza sociale, comprensive di quelle connotate da elevata integrazione sanitaria, assicurate dalle Aziende unità sanitarie locali; b) prestazioni sociali a rilevanza sanitaria, assicurate dai Comuni; - i Comuni e le Aziende unità sanitarie locali individuano, nell'ambito degli accordi di integrazione socio-sanitaria, i modelli organizzativi sanitari. Istituire al più presto l’Ente Bilaterale Regionale con compiti di studio e gestionali, fondati sull'integrazione professionale delle rispettive competenze, ed i relativi rapporti finanziari. L’integrazione sociosanitaria è valore primario e obiettivo strategico del sistema regionale di welfare. E’ fattore fondamentale promozione di qualificazione dell’offerta dei servizi e delle prestazioni sociosanitarie in quanto consente di organizzare interventi di risposta ai bisogni fondati sul riconoscimento della persona nella sua globalità e rapportata al suo contesto di vita, generando una maggiore efficacia di cura e un uso più efficiente delle risorse. L’integrazione istituzionale ne costituisce la premessa, assicurando, in maniera unitaria, la funzione di governance del sistema di welfare nell’ambito della pianificazione e degli indirizzi regionali nonché del coordinamento di livello intermedio spettante alla Conferenza Territoriale Sociale e Sanitaria, secondo i principi ora delineati nel vigente Piano Sociale e Sanitario. Il governo del sistema di welfare locale e il coordinamento delle politiche sociali, sociosanitarie e sanitarie iniziative a livello territoriale, spettano, poi, al Comitato di Distretto che agisce il ruolo strategico di indirizzo, programmazione, governo delle risorse e regolazione dell’accesso al sistema sociosanitario integrato in ambito distrettuale attraverso gli strumenti del “Piano di Zona per la salute e il benessere sociale”, a valenza triennale, del “Programma Attuativo Annuale” a valenza annuale/biennale, del “Piano Annuale delle Attività per la Non Autosufficienza” e del “Piano integrato territoriale dei servizi pubblici partire da: occupazione; mercato del lavoro, sociali ; formazione professionale degli addetti Istituire la Commissione Paritetica Regionale per : l’esame di tutte le controversie di interpretazione e sanitari” di applicazione relative agli accordi Regionali e di Istituzione; la definizione dell’applicazione del CCNL nelle strutture dove vengono applicati altri contratti facendo riferimento ai protocolli di cui alla LR 14/2015all’art. Il Comitato di Distretto individua, con apposito regolamento, i propri meccanismi di funzionamento. All’esercizio delle funzioni di governo, spettanti al Comitato di Distretto, così come definite dalle Legge Regionali n. 19/1994 e n. 29/2004, partecipa il Direttore di Distretto che, coerentemente agli indirizzi di programmazione e nel rispetto dei vincoli economico- finanziari, collabora alla programmazione delle attività territoriali, definendo le caratteristiche quali-quantitative dei servizi offerti nel territorio, proponendo una committenza coerente con la domanda espressa dalla popolazione di riferimento, individuando forme di organizzazione dei servizi, di erogazione delle prestazioni e di acquisizione delle risorse adeguate a massimizzare la qualità, l’efficienza e l’efficacia dei processi di produzione dell’assistenza e orientate a garantire, altresì, l’assistenza primaria, la continuità delle cure e l’integrazione ospedale-territorio. Per l’esercizio delle proprie competenze, il Comitato di Distretto si avvale dell’Ufficio di Piano, struttura tecnico gestionale comune ad EELL ed AUSL, quale supporto tecnico ed organizzativo alle funzioni di programmazione, regolazione e controllo 1 del sistema integrato dei servizi sociali, sociosanitari e sanitari più direttamente connessi con l’area dell’integrazione in ambito distrettuale. Per l'esercizio delle rispettive competenze nell'attuazione della programmazione di ambito distrettuale e nella gestione operativa delle azioni e degli interventi sociali a rilevanza sanitaria, sanitari a rilevanza sociale e sociosanitari ad elevata integrazione sanitaria, ivi delineati, gli EELL e l'AUSL, che concorrono alla definizione del presente atto, individuano e scelgono la gestione associata quale forma e modalità adeguata alla piena e fattiva realizzazione dell'integrazione sociosanitaria. Ciò premesso, si conviene quanto segue:CCNL.

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Samples: Contratto Integrativo Collettivo Regionale Di Lavoro

PREMESSA. L’integrazione sociosanitaria Il sistema informativo sanitario regionale della Regione Sardegna è rivolta costituito da un insieme di sistemi informativi integrati acquisiti e gestiti dall’Amministrazione regionale a soddisfare bisogni beneficio delle Aziende Sanitarie e dell’Assessorato dell’Igiene e Sanità e dell’Assistenza Sociale, tra cui si citano, in particolare, i sistemi SISaR (sistema informativo sanitario integrato regionale), MEDIR (sistema Medici in Rete e Fascicolo Sanitario Elettronico), ANAGS (Anagrafe Sanitaria), SILUS (Sistema Informativo Laboratorio Unico d’analisi), SISM (Sistema informativo Salute Mentale), mFP (Sistema Informativo dipendenze). Il sistema informativo sanitario regionale rappresenta uno strumento essenziale per il governo clinico ed economico del servizio sanitario regionale nel suo complesso. L’estensione del grado di salute copertura delle funzionalità del sistema informativo sanitario integrato regionale rispetto alla totalità dei processi gestiti dalle Aziende Sanitarie è in costante evoluzione, essendo necessariamente, in virtù dell’estrema complessità del Servizio Sanitario Regionale, un percorso da condurre progressivamente in ragione dell’avanzamento delle tecnologie e in funzione delle esigenze di budget, sostenibilità e change management, nell’arco di programmazioni pluriennali. Il grado di maturità di tale percorso, considerate anche le priorità strategiche determinate dagli orientamenti regionali e nazionali in materia sanitaria, consente e impone oggi di focalizzare l’attenzione sulla gestione dei percorsi clinico assistenziali, sia intra-ospedalieri sia di continuità ospedale-territorio e di cure primarie. Allo stato attuale, nelle Aziende Sanitarie della Regione, accanto ai singoli sistemi appartenenti al perimetro del sistema informativo sanitario integrato regionale, convivono un gran numero di altri sistemi informativi di natura prevalentemente clinica, aventi generalmente funzioni di carattere “verticale”, parzialmente integrati con i sistemi regionali. In alcuni ambiti, che richiedono contestualmente prestazioni sanitarie ed non permettono flussi di lavoro interamente digitali, persiste ancora la gestione di funzioni in modalità cartacea. Nell’ambito dell’Agenda Digitale della Sardegna, in coerenza con le politiche nazionali in materia, con riferimento alle azioni di protezione informatizzazione del Servizio Sanitario Regionale, l’articolazione delle strategie individuate include lo sviluppo di servizi relativi all’e-health, orientati al miglioramento dei processi sanitari, facendo leva sull’accentuazione del grado di interoperabilità tra i sistemi. Inoltre il Servizio Sanitario Regionale deve continuare a supportare le riforme intraprese dalla Regione e dallo Stato nell’ambito di un percorso normativo ed attuativo pluriennale mirato alla modernizzazione ed all’efficientamento dell’organizzazione secondo criteri di razionalizzazione e valorizzazione delle competenze specifiche, ed alla riforma delle Cure Primarie in coerenza con la Legge n. 189 del 08.11.2012 che ha stabilito all’art. 1 il riordino dell’assistenza territoriale, dando mandato alle Regioni per la definizione dell’organizzazione dei servizi territoriali di assistenza primaria, promuovendo l’integrazione con l’area del sociale, anche con riferimento all’assistenza domiciliare ed ai servizi ospedalieri. Ciò che, in ogni caso, emerge fortemente è l’evidenza che qualunque evoluzione del Servizio Sanitario Regionale non possa prescindere dall’esistenza di lungo periodo, sulla base di progetti personalizzati redatti sulla scorta di valutazioni multidimensionali. Sia un’architettura a livello regionale che di ambito distrettuale sono stati sviluppati negli anni numerosi strumenti di programmazionerete diffusa, che devono necessariamente non può essere implementata senza il parallelo e coerente sviluppo dell’informatizzazione secondo i medesimi principi, per consentire l’interrelazione tra loro raccordati professionisti e che sono: • il Piano Sociale e Sanitario; • il Piano Regionale per la Prevenzione, • le linee annuali di programmazione e finanziamento del SSR; • le linee di programmazione regionale tra questi ed i nodi della rete integrata dei servizi pubblici sociosanitari del lavorodistretto e dei servizi sanitari ospedalieri, sociali e sanitari, previste dalla L.R. n.14/2015. Si richiama, in appendice, la normativa che delinea tale impianto programmatorio e l’assetto previsto per la sua attuazione, quale parte integrante della presente convenzione. Il presupposto su cui poggia la definizione così da favorire il massimo livello di integrazione origina dalla considerazione che esistono situazioni peculiari della vita della persona che richiedono necessariamente un intervento finalizzato a soddisfare globalmente la contestuale esigenza del soggetto di un bisogno sanitario e di un bisogno sociale. Ai sensi della richiamata LR n. 2/2003: - i Comuni sono titolari condivisione delle funzioni amministrative e dei compiti di programmazione, progettazione e realizzazione del sistema locale dei servizi sociali a rete, dell'erogazione dei servizi e delle prestazioni sociali, nonché delle altre funzioni e compiti loro conferiti dalla legislazione statale e regionale; - l’Azienda USL assicura, attraverso le risorse finanziarie pubbliche, i livelli essenziali e uniformi di assistenza definiti dal Piano sanitario nazionale nel rispetto dei principi della dignità della persona umana, del bisogno di salute, dell’equità nell’accesso all’assistenza, della qualità delle cure e della loro appropriatezza riguardo alle specifiche esigenze nonché dell’economicità nell’impiego delle risorse; - le attività ad integrazione socio-sanitaria sono volte a soddisfare le esigenze di tutela della salute, di recupero e mantenimento delle autonomie personali, d'inserimento sociale e miglioramento delle condizioni di vita, anche mediante prestazioni a carattere prolungato e si distinguono in: a) prestazioni sanitarie a rilevanza sociale, comprensive di quelle connotate da elevata integrazione sanitaria, assicurate dalle Aziende unità sanitarie locali; b) prestazioni sociali a rilevanza sanitaria, assicurate dai Comuni; - i Comuni e le Aziende unità sanitarie locali individuano, nell'ambito degli accordi di integrazione socio-sanitaria, i modelli organizzativi e gestionali, fondati sull'integrazione professionale delle rispettive competenze, ed i relativi rapporti finanziari. L’integrazione sociosanitaria è valore primario e obiettivo strategico del sistema regionale di welfare. E’ fattore fondamentale di qualificazione dell’offerta dei servizi e delle prestazioni sociosanitarie in quanto consente di organizzare interventi di risposta ai bisogni fondati sul riconoscimento della persona nella sua globalità e rapportata al suo contesto di vita, generando una maggiore efficacia di cura e un uso più efficiente delle risorse. L’integrazione istituzionale ne costituisce la premessa, assicurando, in maniera unitaria, la funzione di governance del sistema di welfare nell’ambito della pianificazione e degli indirizzi regionali nonché del coordinamento di livello intermedio spettante alla Conferenza Territoriale Sociale e Sanitaria, secondo i principi ora delineati nel vigente Piano Sociale e Sanitario. Il governo del sistema di welfare locale e il coordinamento delle politiche sociali, sociosanitarie e sanitarie a livello territoriale, spettano, poi, al Comitato di Distretto che agisce il ruolo strategico di indirizzo, programmazione, governo delle risorse e regolazione dell’accesso al sistema sociosanitario integrato in ambito distrettuale attraverso gli strumenti del “Piano di Zona per la salute e il benessere sociale”, a valenza triennale, del “Programma Attuativo Annuale” a valenza annuale/biennale, del “Piano Annuale delle Attività per la Non Autosufficienza” e del “Piano integrato territoriale dei servizi pubblici del lavoro, sociali e sanitari” di cui alla LR 14/2015. Il Comitato di Distretto individua, con apposito regolamento, i propri meccanismi di funzionamento. All’esercizio delle funzioni di governo, spettanti al Comitato di Distretto, così come definite dalle Legge Regionali n. 19/1994 e n. 29/2004, partecipa il Direttore di Distretto che, coerentemente agli indirizzi di programmazione e nel rispetto dei vincoli economico- finanziari, collabora alla programmazione delle attività territoriali, definendo le caratteristiche quali-quantitative dei servizi offerti nel territorio, proponendo una committenza coerente con la domanda espressa dalla popolazione di riferimento, individuando forme di organizzazione dei servizi, di erogazione delle prestazioni e di acquisizione delle risorse adeguate a massimizzare la qualità, l’efficienza e l’efficacia dei processi di produzione dell’assistenza e orientate a garantire, altresì, l’assistenza primaria, la continuità delle cure e l’integrazione ospedale-territorioinformazioni. Per l’esercizio delle proprie competenzequeste ragioni, il Comitato di Distretto si avvale dell’Ufficio di Piano, struttura tecnico gestionale comune ad EELL ed AUSL, quale supporto tecnico ed organizzativo alle funzioni di programmazione, regolazione e controllo del sistema integrato dei servizi sociali, sociosanitari e sanitari più direttamente connessi con l’area dell’integrazione in ambito distrettuale. Per l'esercizio delle rispettive competenze nell'attuazione della programmazione di ambito distrettuale e nella gestione operativa delle azioni e degli interventi sociali a rilevanza sanitaria, sanitari a rilevanza sociale e sociosanitari ad elevata integrazione sanitaria, ivi delineati, gli EELL e l'AUSL, che concorrono alla definizione tema dell’interoperabilità risulta pertanto strategia cardine anche del presente attoappalto, individuano e scelgono la gestione associata quale forma e modalità adeguata alla piena e fattiva realizzazione dell'integrazione sociosanitaria. Ciò premesso, si conviene quanto segue:come meglio illustrato nel seguito.

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PREMESSA. L’integrazione sociosanitaria Il presente capitolato stabilisce norme, prescrizioni ed oneri generali e determina le condizioni per l’affidamento in concessione della gestione della Comunità Alloggio per Anziani sita in Senis. La Comunità Alloggio si configura come un servizio residenziale di ridotte dimensioni ed è rivolta a soddisfare bisogni destinata agli anziani residenti e non, nel Comune di salute che richiedono contestualmente prestazioni sanitarie ed azioni di protezione socialeSenis, anche di lungo periodo, sulla base di progetti personalizzati redatti sulla scorta di valutazioni multidimensionali. Sia a livello regionale che di ambito distrettuale sono stati sviluppati negli anni numerosi strumenti di programmazioneautosufficienti e non autosufficienti in modo lieve (compatibilmente alle caratteristiche della struttura), che devono necessariamente necessitano di una vita comunitaria e di reciproca solidarietà. Le accoglienze possono essere tra loro raccordati temporanee e a tempo prolungato. La Comunità alloggio fornisce agli ospiti prestazioni di tipo alberghiero, servizi specifici di carattere assistenziale, prestazioni di tipo culturale e ricreativo, nonché prestazioni dirette a mantenere, recuperare e migliorare l’autosufficienza. La Comunità garantisce il dignitoso soddisfacimento dei bisogni primari ed assistenziali degli ospiti, sopperendo alle difficoltà che sonol’ospite incontra nel provvedere con propria iniziativa. L’animazione della giornata deve essere tale da soddisfare il bisogno e stimolare la capacità di rapporto sociale e relazionale, favorire le possibilità di ricreazione, di sollecitazioni culturali e di creatività dei soggetti, organizzando momenti di interazione con il contesto sociale circostante, al fine di promuovere utili occasioni di partecipazione sociale. La Comunità Alloggio potrà altresì, essere sede di riferimento per gli anziani del paese che pur non essendo ospiti in regime residenziale della struttura, trovano in essa un'opportunità di incontro e socializzazione, nonché la disponibilità di servizi quali: • il Piano Sociale e Sanitario; • il Piano Regionale per servizio lavanderia, servizio mensa, segretariato sociale. Al concessionario verrà affidata la Prevenzione, • le linee annuali di programmazione e finanziamento gestione del SSR; • le linee di programmazione regionale integrata dei servizi pubblici del lavoro, sociali e sanitari, previste dalla L.R. n.14/2015. Si richiamaservizio da attuarsi, in appendicerelazione agli obiettivi di cui sopra, la normativa che delinea tale impianto programmatorio e l’assetto previsto per la sua attuazione, quale parte integrante della presente convenzione. Il presupposto su cui poggia la definizione di integrazione origina dalla considerazione che esistono situazioni peculiari della vita della persona che richiedono necessariamente un intervento finalizzato a soddisfare globalmente la contestuale esigenza del soggetto attraverso l’elaborazione di un bisogno sanitario e progetto presentato in sede di un bisogno sociale. Ai sensi della richiamata LR n. 2/2003: - i Comuni sono titolari delle funzioni amministrative e dei compiti di programmazione, progettazione e realizzazione del sistema locale dei servizi sociali a rete, dell'erogazione dei servizi e delle prestazioni sociali, nonché delle altre funzioni e compiti loro conferiti dalla legislazione statale e regionale; - l’Azienda USL assicura, attraverso le risorse finanziarie pubbliche, i livelli essenziali e uniformi di assistenza definiti dal Piano sanitario nazionale nel rispetto dei principi della dignità della persona umana, del bisogno di salute, dell’equità nell’accesso all’assistenza, della qualità delle cure e della loro appropriatezza riguardo alle specifiche esigenze nonché dell’economicità nell’impiego delle risorse; - le attività ad integrazione socio-sanitaria sono volte a soddisfare le esigenze di tutela della salute, di recupero e mantenimento delle autonomie personali, d'inserimento sociale e miglioramento delle condizioni di vita, anche mediante prestazioni a carattere prolungato e si distinguono in: a) prestazioni sanitarie a rilevanza sociale, comprensive di quelle connotate da elevata integrazione sanitaria, assicurate dalle Aziende unità sanitarie locali; b) prestazioni sociali a rilevanza sanitaria, assicurate dai Comuni; - i Comuni e le Aziende unità sanitarie locali individuano, nell'ambito degli accordi di integrazione socio-sanitaria, i modelli organizzativi e gestionali, fondati sull'integrazione professionale delle rispettive competenze, ed i relativi rapporti finanziari. L’integrazione sociosanitaria è valore primario e obiettivo strategico del sistema regionale di welfare. E’ fattore fondamentale di qualificazione dell’offerta dei servizi e delle prestazioni sociosanitarie in quanto consente di organizzare interventi di risposta ai bisogni fondati sul riconoscimento della persona nella sua globalità e rapportata al suo contesto di vita, generando una maggiore efficacia di cura e un uso più efficiente delle risorse. L’integrazione istituzionale ne costituisce la premessa, assicurando, in maniera unitaria, la funzione di governance del sistema di welfare nell’ambito della pianificazione e degli indirizzi regionali nonché del coordinamento di livello intermedio spettante alla Conferenza Territoriale Sociale e Sanitaria, secondo i principi ora delineati nel vigente Piano Sociale e Sanitario. Il governo del sistema di welfare locale e il coordinamento delle politiche sociali, sociosanitarie e sanitarie a livello territoriale, spettano, poi, al Comitato di Distretto che agisce il ruolo strategico di indirizzo, programmazione, governo delle risorse e regolazione dell’accesso al sistema sociosanitario integrato in ambito distrettuale attraverso gli strumenti del “Piano di Zona per la salute e il benessere sociale”, a valenza triennale, del “Programma Attuativo Annuale” a valenza annuale/biennale, del “Piano Annuale delle Attività per la Non Autosufficienza” e del “Piano integrato territoriale dei servizi pubblici del lavoro, sociali e sanitari” di cui alla LR 14/2015. Il Comitato di Distretto individua, con apposito regolamento, i propri meccanismi di funzionamento. All’esercizio delle funzioni di governo, spettanti al Comitato di Distretto, così come definite dalle Legge Regionali n. 19/1994 e n. 29/2004, partecipa il Direttore di Distretto che, coerentemente agli indirizzi di programmazione e nel rispetto dei vincoli economico- finanziari, collabora alla programmazione delle attività territoriali, definendo le caratteristiche quali-quantitative dei servizi offerti nel territorio, proponendo una committenza coerente con la domanda espressa dalla popolazione di riferimento, individuando forme di organizzazione dei servizi, di erogazione delle prestazioni e di acquisizione delle risorse adeguate a massimizzare la qualità, l’efficienza e l’efficacia dei processi di produzione dell’assistenza e orientate a garantire, altresì, l’assistenza primaria, la continuità delle cure e l’integrazione ospedale-territorio. Per l’esercizio delle proprie competenze, il Comitato di Distretto si avvale dell’Ufficio di Piano, struttura tecnico gestionale comune ad EELL ed AUSL, quale supporto tecnico ed organizzativo alle funzioni di programmazione, regolazione e controllo del sistema integrato dei servizi sociali, sociosanitari e sanitari più direttamente connessi con l’area dell’integrazione in ambito distrettuale. Per l'esercizio delle rispettive competenze nell'attuazione della programmazione di ambito distrettuale e nella gestione operativa delle azioni e degli interventi sociali a rilevanza sanitaria, sanitari a rilevanza sociale e sociosanitari ad elevata integrazione sanitaria, ivi delineati, gli EELL e l'AUSL, che concorrono alla definizione del presente atto, individuano e scelgono la gestione associata quale forma e modalità adeguata alla piena e fattiva realizzazione dell'integrazione sociosanitaria. Ciò premesso, si conviene quanto segue:gara.

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PREMESSA. L’integrazione sociosanitaria Il presente documento è rivolta a soddisfare bisogni di salute che richiedono contestualmente prestazioni sanitarie ed azioni di protezione sociale, anche di lungo periodo, redatto sulla base del framework E-CF (European Competence Framework)1 del Comitato Europeo di progetti personalizzati redatti sulla scorta Normazione (CEN) e del documento “Competenze Digitali”2 emesso da AgID nel dicembre 2019 e disponibile anche in Docs Italia. I profili inseriti, come indicato, fanno riferimento, per le competenze, ai profili di valutazioni multidimensionali. Sia a livello regionale che di ambito distrettuale seconda generazione (dei lavori del CEN) e ai profili professionali dedicati alla sicurezza informatica Per tutti i profili, conoscenze ed abilità sono stati sviluppati negli anni numerosi strumenti predisposti con l’obiettivo di programmazioneintegrare le professionalità “standard” al contesto della Cyber security come previsto dal Piano Triennale e dalla normativa di settore. Trattasi di requisiti minimi che dovranno evolversi nel contesto delle migliori professionalità presenti nel settore della Cyber security per sostenere la protezione dei perimetri di sicurezza delle PA, che devono necessariamente essere tra loro raccordati e che sono: • il Piano Sociale e Sanitario; • il Piano Regionale a tutela della protezione del Paese. Le figure professionali necessarie per la Prevenzione, • le linee annuali di programmazione e finanziamento del SSR; • le linee di programmazione regionale integrata lo svolgimento dei servizi pubblici del lavoro, sociali di Compliance e sanitari, previste dalla L.R. n.14/2015. Si richiama, in appendice, la normativa che delinea tale impianto programmatorio e l’assetto previsto per la sua attuazione, quale parte integrante della presente convenzionecontrollo dovranno aderire ai profili di seguito descritti. Il presupposto su cui poggia la definizione di integrazione origina dalla considerazione che esistono situazioni peculiari della vita della persona che richiedono necessariamente un intervento finalizzato a soddisfare globalmente la contestuale esigenza del soggetto di un bisogno sanitario e di un bisogno sociale. Ai sensi della richiamata LR n. 2/2003: - i Comuni sono titolari delle funzioni amministrative e dei compiti di programmazione, progettazione e realizzazione del sistema locale dei servizi sociali a rete, dell'erogazione dei servizi e delle prestazioni sociali, nonché delle altre funzioni e compiti loro conferiti dalla legislazione statale e regionale; - l’Azienda USL assicura, attraverso le risorse finanziarie pubbliche, i livelli essenziali e uniformi di assistenza definiti dal Piano sanitario nazionale nel rispetto dei principi della dignità della persona umana, del bisogno di salute, dell’equità nell’accesso all’assistenza, della qualità delle cure e della loro appropriatezza riguardo alle specifiche esigenze nonché dell’economicità nell’impiego delle risorse; - le attività ad integrazione socio-sanitaria sono volte a soddisfare presente documento considera le esigenze di tutela servizi in ambito Cyber security espresse sulla base del Codice dell’Amministrazione Digitale, del Piano Triennale per l’informatica nella Pubblica Amministrazione che sulla normativa relativa al perimetro di sicurezza nazionale cibernetica; pertanto ciascun profilo professionale si riferisce a risorse professionali con ampia esperienza, competenza funzionale e tecnica per l’ambito del lotto e non ad una singola persona. Tali competenze dovranno essere costantemente aggiornate all’evoluzione della salutetecnologia, normativa e organizzativa della Cyber security nonchè degli standard, delle linee guida e best practices applicabili. I curriculum vitae delle figure professionali da impiegare nei vari servizi dovranno essere resi disponibili alla Amministrazione secondo quanto previsto dalle Condizioni di recupero fornitura, rispettando lo schema di CV Europeo o diversi template indicati dall’Amministrazione. In ogni caso, dovranno essere particolarmente dettagliate le competenze/conoscenze/esperienze tecniche al fine di verificare la corrispondenza con i requisiti minimi, gli eventuali requisiti migliorativi offerti e mantenimento il contesto dell’Amministrazione. Nel presente documento, e laddove citati nelle Condizioni di fornitura e nell’Appendice 3, ogni riferimento ad attività o metodologie basate sull’adozione di prodotti e ogni riferimento a prodotti vanno intesi in relazione ai prodotti e/o ai componenti di tali prodotti che sono effettivamente adottati per i sistemi informatici gestiti dalla singola Amministrazione. Le competenze e conoscenze tecniche delle autonomie personalifigure che seguono non sono esaustive delle esigenze future. Infatti le competenze iniziali potranno variare in funzione dell’evoluzione tecnologica e in relazione a ulteriori tematiche, d'inserimento sociale prodotti, sistemi e miglioramento delle condizioni metodologie che emergeranno durante la validità dell’AQ e dei contratti attuativi. A tal fine, la presente appendice potrà essere aggiornata nel corso della vigenza dell’AQ e dei contratti esecutivi, in accordo tra le parti, su richiesta degli Organismi di vitacoordinamento e controllo, anche mediante prestazioni a carattere prolungato eventualmente sentita/e si distinguono inuna o più amministrazioni contraenti, e/o dei Fornitori. Si precisa che: a) prestazioni sanitarie a rilevanza sociale, comprensive 1 xxxx://xxx.xxxxxxxxxxxx.xx/xx-xxxxxxx/xxxxxxx/0000/00/Xxxxxxxx-x-Xxxxxxxxxx-Xxxxxxxxx-0.0_XX.xxx 2 xxxxx://xxx.xxxx.xxx.xx/xx/xxxxxxx/xxxxxxxxxx-xxxxxxxx • fatto salvo il possesso del diploma di quelle connotate da elevata integrazione sanitaria, assicurate dalle Aziende unità sanitarie locali; b) prestazioni sociali a rilevanza sanitaria, assicurate dai Comuni; - i Comuni e le Aziende unità sanitarie locali individuano, nell'ambito degli accordi di integrazione socio-sanitariascuola media superiore, i modelli organizzativi e gestionalirequisiti accademici richiesti per ogni figura (titoli di studio) possono essere utilmente soddisfatti attraverso il possesso di una cultura equivalente, fondati sull'integrazione professionale delle rispettive competenzematurata attraverso lo svolgimento di esperienze lavorativo-professionali, ed i relativi rapporti finanziari. L’integrazione sociosanitaria è valore primario e obiettivo strategico del sistema regionale di welfare. E’ fattore fondamentale di qualificazione dell’offerta dei servizi e delle prestazioni sociosanitarie in quanto consente di organizzare interventi di risposta ai bisogni fondati sul riconoscimento della persona nella sua globalità e rapportata al suo contesto di vita, generando una maggiore efficacia di cura e un uso più efficiente delle risorse. L’integrazione istituzionale ne costituisce la premessa, assicurando, in maniera unitaria, la funzione di governance del sistema di welfare nell’ambito della pianificazione e degli indirizzi regionali nonché del coordinamento di livello intermedio spettante alla Conferenza Territoriale Sociale e Sanitaria, secondo i principi ora delineati nel vigente Piano Sociale e Sanitario. Il governo del sistema di welfare locale e il coordinamento delle politiche sociali, sociosanitarie e sanitarie a livello territoriale, spettano, poi, al Comitato di Distretto che agisce il ruolo strategico di indirizzo, programmazione, governo delle risorse e regolazione dell’accesso al sistema sociosanitario integrato in ambito distrettuale attraverso gli strumenti del “Piano di Zona per la salute e il benessere sociale”, a valenza triennale, del “Programma Attuativo Annuale” a valenza annuale/biennale, del “Piano Annuale delle Attività per la Non Autosufficienza” e del “Piano integrato territoriale dei servizi pubblici del lavoro, sociali e sanitari” di cui alla LR 14/2015. Il Comitato di Distretto individua, con apposito regolamento, i propri meccanismi di funzionamento. All’esercizio delle funzioni di governo, spettanti al Comitato di Distretto, così come definite dalle Legge Regionali n. 19/1994 e n. 29/2004, partecipa il Direttore di Distretto che, coerentemente agli indirizzi di programmazione e nel rispetto dei vincoli economico- finanziari, collabora alla programmazione delle attività territoriali, definendo le caratteristiche quali-quantitative dei servizi offerti nel territorio, proponendo una committenza coerente con la domanda espressa dalla popolazione di riferimento, individuando forme di organizzazione dei servizi, di erogazione delle prestazioni e di acquisizione delle risorse adeguate a massimizzare la qualità, l’efficienza e l’efficacia dei processi di produzione dell’assistenza e orientate a garantire, altresì, l’assistenza primaria, la continuità delle cure e l’integrazione ospedale-territorio. Per l’esercizio delle proprie competenze, il Comitato di Distretto si avvale dell’Ufficio di Piano, struttura tecnico gestionale comune ad EELL ed AUSL, quale supporto tecnico ed organizzativo alle funzioni di programmazione, regolazione e controllo del sistema integrato dei servizi sociali, sociosanitari e sanitari più direttamente connessi con l’area dell’integrazione in ambito distrettuale. Per l'esercizio delle rispettive competenze nell'attuazione della programmazione di ambito distrettuale e nella gestione operativa delle azioni e degli interventi sociali a rilevanza sanitaria, sanitari a rilevanza sociale e sociosanitari ad elevata integrazione sanitaria, ivi delineati, gli EELL e l'AUSL, che concorrono alla definizione del presente atto, individuano e scelgono la gestione associata quale forma e modalità adeguata alla piena e fattiva realizzazione dell'integrazione sociosanitaria. Ciò premesso, si conviene quanto seguepari a:

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PREMESSA. L’integrazione sociosanitaria è rivolta Le Parti concordano di regolare l'assetto della contrattazione collettiva secondo i termini e le procedure specificamente indicati dal presente contratto e si impegnano ad intervenire perché a soddisfare bisogni tutti i livelli le relazioni sindacali si sviluppino secondo le regole definite nel presente contratto. Le Parti stipulanti condividono di salute che richiedono contestualmente prestazioni sanitarie ed azioni perseguire gli obiettivi definiti dai Vertici di protezione socialeLisbona e di Barcellona, secondo i quali dinamismo economico e giustizia sociale devono procedere di pari passo. In questo quadro, lo sviluppo economico e la crescita dell'occupazione nel Mezzogiorno rappresentano obiettivi prioritari da perseguire nell'ambito di un sistema avanzato di relazioni sindacali ai vari livelli, e sono in grado di contrastare, accompagnati da misure efficaci e di sostegno - anche di lungo periodocarattere legislativo il fenomeno dell'economia sommersa e delle forme irregolari di lavoro. A tal fine, sulla base le parti, concordano che il presente CCNL i deve essere considerato un complesso unitario e inscindibile che si inserisce nel contesto legislativo vigente quale trattamento nel suo insieme inderogabile. Si impegnano, pertanto, a sostenere la corretta applicazione del presente contratto collettivo nazionale di progetti personalizzati redatti sulla scorta lavoro in tutte le sedi istituzionali competenti anche al fine di valutazioni multidimensionaligarantire omogenee condizioni di concorrenza per tutte le imprese del settore. Sia a livello regionale che In questa ottica le Parti ribadiscono che, nel settore del Terziario della distribuzione e dei servizi, caratterizzato da una diffusa presenza di ambito distrettuale sono stati sviluppati negli anni numerosi strumenti imprese di programmazionepiccola dimensione, che devono necessariamente essere tra loro raccordati il contratto nazionale dovrà conservare una funzione di regolatore principale. Esso rappresenta lo strumento unitario capace di fornire alle parti sociali il complesso di norme e che sono: • regole necessarie. Le Parti, nel rispetto della piena autonomia imprenditoriale e ferme restando le rispettive responsabilità delle Organizzazioni Imprenditoriali e delle Organizzazioni Sindacali, consapevoli dell'importanza del ruolo delle relazioni sindacali per il Piano Sociale consolidamento e Sanitario; • il Piano Regionale per la Prevenzionelo sviluppo delle potenzialità del terziario, • le linee annuali di programmazione della distribuzione e finanziamento del SSR; • le linee di programmazione regionale integrata dei servizi pubblici del lavoroal mercato e alle imprese, sociali e sanitarisia sotto l'aspetto economico-produttivo, previste dalla L.R. n.14/2015. Si richiamasia con riferimento all'occupazione, in appendiceconvengono, la normativa che delinea tale impianto programmatorio e l’assetto previsto per la sua attuazionealtresì, quale parte integrante della presente convenzione. Il presupposto su cui poggia la definizione di integrazione origina dalla considerazione che esistono situazioni peculiari della vita della persona che richiedono necessariamente realizzare un intervento finalizzato a soddisfare globalmente la contestuale esigenza del soggetto sistema di un bisogno sanitario relazioni sindacali e di un bisogno sociale. Ai sensi della richiamata LR n. 2/2003: - i Comuni sono titolari informazioni coerente con le esigenze delle funzioni amministrative aziende e dei compiti di programmazione, progettazione lavoratori del settore e realizzazione funzionale all'individuazione e all'esaltazione degli aspetti innovativi espressi nelle diverse tipologie settoriali ed aziendali anche con riferimento ai riflessi sull'organizzazione del sistema locale dei servizi sociali a rete, dell'erogazione dei servizi lavoro e delle prestazioni sociali, nonché delle altre funzioni e compiti loro conferiti dalla legislazione statale e regionale; - l’Azienda USL assicura, attraverso le risorse finanziarie pubbliche, i livelli essenziali e uniformi di assistenza definiti dal Piano sanitario nazionale nel rispetto dei principi della dignità della persona umana, del bisogno di salute, dell’equità nell’accesso all’assistenza, della qualità delle cure e della loro appropriatezza riguardo alle specifiche esigenze nonché dell’economicità nell’impiego delle risorse; - le attività ad integrazione socio-sanitaria sono volte a soddisfare le esigenze di tutela della salute, di recupero e mantenimento delle autonomie personali, d'inserimento sociale e sul miglioramento delle condizioni di vitalavoro. A tal fine, le Organizzazioni firmatarie esprimono l'intenzione di favorire corretti e proficui rapporti, attraverso l'approfondimento delle conoscenze dei problemi dei settori e dei comparti e la pratica realizzazione di un più avanzato sistema di relazioni sindacali e di strumenti di gestione degli accordi, anche mediante prestazioni al fine di garantire il rispetto delle intese e, quindi, prevenire l'eventuale conflittualità tra le Parti. Tale funzione é svolta anche attraverso la raccolta e lo studio di dati ed informazioni utili a carattere prolungato e conoscere preventivamente le occasioni di sviluppo, realizzare le condizioni per favorirlo, individuare eventuali punti di debolezza per verificarne le possibilità di superamento. Le Parti concordano sulla necessità che il dialogo sociale europeo si distinguono in: a) prestazioni sanitarie a rilevanza sociale, comprensive evolva verso l'obiettivo di quelle connotate da elevata integrazione sanitaria, assicurate dalle Aziende unità sanitarie locali; b) prestazioni sociali a rilevanza sanitaria, assicurate dai Comuni; - i Comuni e le Aziende unità sanitarie locali individuano, nell'ambito degli accordi di integrazione socio-sanitaria, i modelli organizzativi e gestionali, fondati sull'integrazione professionale delle rispettive competenze, ed i relativi rapporti finanziari. L’integrazione sociosanitaria è valore primario e obiettivo strategico del sistema regionale di welfare. E’ fattore fondamentale di qualificazione dell’offerta dei servizi e delle prestazioni sociosanitarie in quanto consente di organizzare interventi di risposta ai bisogni fondati sul riconoscimento della persona nella sua globalità e rapportata al suo contesto di vita, generando una maggiore efficacia di cura e un uso più efficiente delle risorse. L’integrazione istituzionale ne costituisce la premessa, assicurando, in maniera unitaria, la funzione di governance del sistema di welfare nell’ambito della pianificazione e degli indirizzi regionali nonché del coordinamento di livello intermedio spettante alla Conferenza Territoriale Sociale e Sanitaria, secondo i principi ora delineati nel vigente Piano Sociale e Sanitario. Il governo del sistema di welfare locale e il coordinamento delle politiche sociali, sociosanitarie e sanitarie a livello territoriale, spettano, poi, al Comitato di Distretto che agisce il ruolo strategico di indirizzo, programmazione, governo delle risorse e regolazione dell’accesso al sistema sociosanitario integrato in ambito distrettuale attraverso gli strumenti del “Piano di Zona per la salute e il benessere sociale”, a valenza triennale, del “Programma Attuativo Annuale” a valenza annuale/biennale, del “Piano Annuale delle Attività per la Non Autosufficienza” e del “Piano integrato territoriale dei servizi pubblici del lavoro, avanzati diritti sociali e sanitari” migliori condizioni di cui alla LR 14/2015lavoro. Il Comitato Le Parti infine convengono di Distretto individua, con apposito regolamento, i propri meccanismi elaborare interventi congiunti nei confronti degli organi governativi interessati al fine di funzionamento. All’esercizio delle funzioni realizzare un quadro di governo, spettanti al Comitato di Distretto, così come definite dalle Legge Regionali n. 19/1994 e n. 29/2004, partecipa il Direttore di Distretto che, coerentemente riferimento economico ed istituzionale funzionale allo sviluppo del terziario ed in particolare per porre in essere condizioni normative omogenee rispetto agli indirizzi di programmazione e nel rispetto dei vincoli economico- finanziari, collabora alla programmazione delle attività territoriali, definendo le caratteristiche quali-quantitative dei servizi offerti nel territorio, proponendo una committenza coerente con la domanda espressa dalla popolazione di riferimento, individuando forme di organizzazione dei servizi, di erogazione delle prestazioni e di acquisizione delle risorse adeguate a massimizzare la qualità, l’efficienza e l’efficacia dei processi di produzione dell’assistenza e orientate a garantire, altresì, l’assistenza primaria, la continuità delle cure e l’integrazione ospedale-territorio. Per l’esercizio delle proprie competenze, il Comitato di Distretto si avvale dell’Ufficio di Piano, struttura tecnico gestionale comune ad EELL ed AUSL, quale supporto tecnico ed organizzativo alle funzioni di programmazione, regolazione e controllo del sistema integrato dei servizi sociali, sociosanitari e sanitari più direttamente connessi con l’area dell’integrazione in ambito distrettuale. Per l'esercizio delle rispettive competenze nell'attuazione della programmazione di ambito distrettuale e nella gestione operativa delle azioni e degli interventi sociali a rilevanza sanitaria, sanitari a rilevanza sociale e sociosanitari ad elevata integrazione sanitaria, ivi delineati, gli EELL e l'AUSL, che concorrono alla definizione del presente atto, individuano e scelgono la gestione associata quale forma e modalità adeguata alla piena e fattiva realizzazione dell'integrazione sociosanitaria. Ciò premesso, si conviene quanto segue:altri settori.

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Samples: Contratto Collettivo Nazionale Di Lavoro Per I Dipendenti Del Terziario, Commercio, Distribuzione E Servizi

PREMESSA. L’integrazione sociosanitaria è rivolta a soddisfare bisogni di salute che richiedono contestualmente prestazioni sanitarie ed azioni di protezione sociale, anche di lungo periodo, sulla base di progetti personalizzati redatti sulla scorta di valutazioni multidimensionali. Sia a livello regionale che di ambito distrettuale sono stati sviluppati negli anni numerosi strumenti di programmazione, che devono necessariamente essere tra loro raccordati L’aumento delle malattie croniche e che sono: • il Piano Sociale e Sanitario; • il Piano Regionale per la Prevenzione, • le linee annuali di programmazione e finanziamento del SSR; • le linee di programmazione regionale integrata dei servizi pubblici del lavoro, sociali e sanitari, previste dalla L.R. n.14/2015. Si richiama, in appendicedegenerative, la normativa che delinea tale impianto programmatorio e l’assetto previsto per la sua attuazione, quale parte integrante della presente convenzione. Il presupposto su cui poggia la definizione di integrazione origina dalla considerazione che esistono situazioni peculiari della vita della persona che richiedono necessariamente un intervento finalizzato a soddisfare globalmente la contestuale esigenza del soggetto di un bisogno sanitario e di un bisogno sociale. Ai sensi della richiamata LR n. 2/2003: - i Comuni sono titolari delle funzioni amministrative e dei compiti di programmazione, progettazione e realizzazione del sistema locale dei servizi sociali a rete, dell'erogazione frammentazione dei servizi e la complessità dei bisogni di cura rendono indispensabile non solo la riorganizzazione dell’offerta dei servizi, ma anche la strutturazione di un modello organizzativo del sistema di accesso che integri le diverse tipologie di servizi Sociali e Sanitari. L’eccessiva parcellizzazione dei servizi, infatti, unita alla complessità dei bisogni, che esigono risposte molteplici, articolate ed unitarie, rendono imprescindibile lo sviluppo di un sistema di ingresso ai servizi lineare che permetta al cittadino/utente di ricevere anche più risposte da un unico punto di accesso. Da questo presupposto nasce l’esigenza di tracciare delle linee d’indirizzo “per l’esecutività” di un modello organizzativo che regoli l’accesso unitario alla rete dei servizi Sociali e Sanitari3. La condivisione di protocolli comunicativi e di procedure d’immediata attuazione, per garantire l’omogeneità delle prassi e delle informazioni da fornire agli utenti sui servizi presenti nel territorio di riferimento, sono tra gli elementi essenziali del percorso di cambiamento da intraprendere. La finalità del sistema resta quella di facilitare l’accesso ai servizi da parte della fascia di popolazione definita “fragile”4; di favorire nei servizi risposte personalizzate ed individualizzate, di garantire la presa in carico globale dell’utente. È necessario, dunque, elaborare un prototipo operativo della Porta Unica d’Accesso (P.U.A.) che sia polivalente, in linea con le indicazioni del Ministero della Salute5, e che, partendo dalle singole unità settoriali già esistenti ed operanti, proceda con una programmazione unitaria del sistema Sociale e Sanitario attraverso un’analisi delle diverse risorse presenti sul territorio (mappatura dei servizi)6. La Porta Unica d’Accesso deve rappresentare per il cittadino un luogo privilegiato di informazione ed orientamento verso i servizi Sociali e/o Sanitari, che fornisca risposte immediate ai bisogni semplici o attivi servizi di valutazione competenti per i bisogni di natura complessa. Per raggiungere questo risultato è importante che il circuito dei diversi attori erogatori di servizi e prestazioni sociali, nonché delle altre sanitarie e socio-sanitarie attivino un sistema partecipato, integrato e reticolare, preferibilmente informatizzato. Le funzioni della Porta Unica d’Accesso si articolano su due livelli: il primo diretto ai cittadini (accoglienza, informazione, orientamento, valutazione di primo livello con risposta diretta alla domanda semplice attraverso l’accompagnamento verso i servizi competenti); il secondo diretto alla “rete territoriale dei servizi” (invio della 3 Piano Sanitario Regionale 2011-2013, pag. 72 “Per rispondere […] alla domanda formulata a livello territoriale, occorre definire modalità organizzative e compiti loro conferiti dalla legislazione statale strategie per intercettare la domanda e regionale; organizzare la risposta al bisogno. […] l’obiettivo è di promuovere un modello di integrazione dell’accesso ai servizi sociali e socio - l’Azienda USL sanitari per i cittadini […].” 4Art.1, comma 2, del X.xxx.000/00, Xxxxx per la razionalizzazione del Servizio sanitario nazionale, a norma dell'articolo 1 della legge 30 novembre 1998, n. 419”, “Il Servizio sanitario nazionale assicura, attraverso le risorse finanziarie pubbliche, […] i livelli essenziali e uniformi di assistenza definiti dal Piano sanitario nazionale nel rispetto dei principi della dignità della persona umana, del bisogno di salute, dell’equità nell’accesso all’assistenzadell'equità' nell'accesso all'assistenza, della qualità delle cure e della loro appropriatezza riguardo alle specifiche esigenze esigenze, nonché dell’economicità nell’impiego dell'economicità' nell'impiego delle risorse; - le attività ad integrazione socio-sanitaria sono volte a soddisfare le esigenze di tutela della salute, di recupero e mantenimento delle autonomie personali, d'inserimento sociale e miglioramento delle condizioni di vita, anche mediante prestazioni a carattere prolungato e si distinguono in: a) prestazioni sanitarie a rilevanza sociale, comprensive di quelle connotate da elevata integrazione sanitaria, assicurate dalle Aziende unità sanitarie locali; b) prestazioni sociali a rilevanza sanitaria, assicurate dai Comuni; - i Comuni e le Aziende unità sanitarie locali individuano, nell'ambito degli accordi di integrazione socio-sanitaria, i modelli organizzativi e gestionali, fondati sull'integrazione professionale delle rispettive competenze, ed i relativi rapporti finanziari. L’integrazione sociosanitaria è valore primario e obiettivo strategico del sistema regionale di welfare. E’ fattore fondamentale di qualificazione dell’offerta dei servizi e delle prestazioni sociosanitarie in quanto consente di organizzare interventi di risposta ai bisogni fondati sul riconoscimento della persona nella sua globalità e rapportata al suo contesto di vita, generando una maggiore efficacia di cura e un uso più efficiente delle risorse. L’integrazione istituzionale ne costituisce la premessa, assicurando, in maniera unitaria, la funzione di governance del sistema di welfare nell’ambito della pianificazione e degli indirizzi regionali nonché del coordinamento di livello intermedio spettante alla Conferenza Territoriale Sociale e Sanitaria, secondo i principi ora delineati nel vigente Piano Sociale e Sanitario. Il governo del sistema di welfare locale e il coordinamento delle politiche sociali, sociosanitarie e sanitarie a livello territoriale, spettano, poi, al Comitato di Distretto che agisce il ruolo strategico di indirizzo, programmazione, governo delle risorse e regolazione dell’accesso al sistema sociosanitario integrato in ambito distrettuale attraverso gli strumenti del “Piano di Zona per la salute e il benessere sociale., a valenza triennale, del “Programma Attuativo Annuale” a valenza annuale/biennale, del “Piano Annuale delle Attività per la Non Autosufficienza” e del “Piano integrato territoriale dei servizi pubblici del lavoro, sociali e sanitari” di cui alla LR 14/2015. Il Comitato di Distretto individua, con apposito regolamento, i propri meccanismi di funzionamento. All’esercizio delle funzioni di governo, spettanti al Comitato di Distretto, così come definite dalle Legge Regionali n. 19/1994 e n. 29/2004, partecipa il Direttore di Distretto che, coerentemente agli indirizzi di programmazione e nel rispetto dei vincoli economico- finanziari, collabora alla programmazione delle attività territoriali, definendo le caratteristiche quali-quantitative dei servizi offerti nel territorio, proponendo una committenza coerente con la domanda espressa dalla popolazione di riferimento, individuando forme di organizzazione dei servizi, di erogazione delle prestazioni e di acquisizione delle risorse adeguate a massimizzare la qualità, l’efficienza e l’efficacia dei processi di produzione dell’assistenza e orientate a garantire, altresì, l’assistenza primaria, la continuità delle cure e l’integrazione ospedale-territorio. Per l’esercizio delle proprie competenze, il Comitato di Distretto si avvale dell’Ufficio di Piano, struttura tecnico gestionale comune ad EELL ed AUSL, quale supporto tecnico ed organizzativo alle funzioni di programmazione, regolazione e controllo del sistema integrato dei servizi sociali, sociosanitari e sanitari più direttamente connessi con l’area dell’integrazione in ambito distrettuale. Per l'esercizio delle rispettive competenze nell'attuazione della programmazione di ambito distrettuale e nella gestione operativa delle azioni e degli interventi sociali a rilevanza sanitaria, sanitari a rilevanza sociale e sociosanitari ad elevata integrazione sanitaria, ivi delineati, gli EELL e l'AUSL, che concorrono alla definizione del presente atto, individuano e scelgono la gestione associata quale forma e modalità adeguata alla piena e fattiva realizzazione dell'integrazione sociosanitaria. Ciò premesso, si conviene quanto segue:

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Samples: sanita.formez.it

PREMESSA. L’integrazione sociosanitaria è rivolta a soddisfare bisogni Nell’ambito del processo di salute che richiedono contestualmente prestazioni sanitarie riforma del Ministero e della conseguente ristrutturazione degli uffici e dei servizi, il Contratto Integrativo di Amministrazione deve costituire lo strumento primario per contribuire in forma determinante alla realizzazione di un’Amministrazione della Difesa riorganizzata e riformata in coerenza con i principi di efficienza, efficacia ed azioni economicità dell’azione amministrativa. Per la realizzazione di protezione socialetali obiettivi, anche di lungo periodoper i quali non si può prescindere dal consolidamento del sistema delle relazioni sindacali tracciato nel CCNL, sulla base di progetti personalizzati redatti sulla scorta di valutazioni multidimensionali. Sia a livello regionale che di ambito distrettuale sono stati sviluppati negli anni numerosi strumenti di programmazionesi deve mirare, che devono necessariamente essere tra loro raccordati utilizzando tutti gli istituti contrattuali, alla valorizzazione del ruolo e che sono: • il Piano Sociale e Sanitario; • il Piano Regionale per la Prevenzionedella professionalità del personale civile, • le linee annuali di programmazione e finanziamento del SSR; • le linee di programmazione regionale integrata dei servizi pubblici alla ottimizzazione dell’organizzazione del lavoro, sociali alla puntuale individuazione delle esigenze dei servizi nonché alla conseguente predisposizione di organici funzionali a tali esigenze. Occorre inoltre procedere al recupero di adeguati livelli di economicità attraverso iniziative di razionalizzazione e sanitarimodernizzazione e di progressivo processo di civilizzazione anche al fine di pervenire al diretto assolvimento dei compiti d’istituto, previste dalla L.R. n.14/2015oggi in taluni settori tendenzialmente affidati all’esterno. Si richiamaIn tale quadro il nuovo sistema di classificazione del personale sarà orientato, conformemente all’evoluzione dei modelli organizzativi, al superamento delle rigidità che caratterizzavano il precedente ordinamento, nonché a favorire la crescita professionale dei dipendenti attraverso percorsi di sviluppo professionale sia tra le aree che all’interno delle stesse. In sede di individuazione dei nuovi profili professionali, occorrerà altresì procedere a specifici interventi sui diversi processi lavorativi per giungere alla ricomposizione e riqualificazione di attività attualmente svolte in appendicemodo parcellizzato e non funzionale alle esigenze dei servizi. Il Contratto Integrativo rappresenta inoltre lo strumento primario per regolare l’utilizzazione delle disponibilità economiche mirate al finanziamento degli obiettivi e dei progetti di incremento della produttività, la normativa con particolare riferimento ai recuperi di funzionalità di realtà lavorative coinvolte nei processi di ristrutturazione, tra le quali soprattutto quelle dell’area industriale. Per attuare questi indirizzi è necessario utilizzare in modo coerente il Fondo Unico di Amministrazione (FUA) partendo da una prioritaria e puntuale sua quantificazione e da una trasparente analisi delle varie voci che delinea tale impianto programmatorio e l’assetto previsto concorrono al relativo finanziamento per la sua attuazionecostituzione. La contrattazione integrativa, quale parte integrante con particolare riferimento alla gestione del FUA, deve inoltre perseguire il duplice obiettivo di consolidare e valorizzare le scelte della presente convenzionecontrattazione nelle realtà decentrate, sedi di costituzione di RSU, per una più mirata erogazione dei compensi incentivanti la produttività. Il presupposto su cui poggia A tale contrattazione di posto di lavoro è quindi destinato un “Fondo Unico di Sede (FUS)” di entità tale da consentire la definizione individuazione e la remunerazione di integrazione origina dalla considerazione che esistono situazioni peculiari della vita della persona che richiedono necessariamente un intervento finalizzato a soddisfare globalmente la contestuale esigenza del soggetto progetti di un bisogno sanitario produttività e di un bisogno sociale. Ai sensi della richiamata LR n. 2/2003: - i Comuni sono titolari delle funzioni amministrative e dei compiti eventuali specifiche “particolari posizioni di programmazione, progettazione e realizzazione del sistema locale dei servizi sociali a rete, dell'erogazione dei servizi e delle prestazioni sociali, nonché delle altre funzioni e compiti loro conferiti dalla legislazione statale e regionale; - l’Azienda USL assicura, attraverso le risorse finanziarie pubbliche, i livelli essenziali e uniformi di assistenza definiti dal Piano sanitario nazionale nel rispetto dei principi della dignità della persona umana, del bisogno di salute, dell’equità nell’accesso all’assistenza, della qualità delle cure e della loro appropriatezza riguardo alle specifiche esigenze nonché dell’economicità nell’impiego delle risorse; - le attività ad integrazione socio-sanitaria sono volte a soddisfare le esigenze di tutela della salute, di recupero e mantenimento delle autonomie personali, d'inserimento sociale e miglioramento delle condizioni di vita, anche mediante prestazioni a carattere prolungato e si distinguono in: a) prestazioni sanitarie a rilevanza sociale, comprensive di quelle connotate da elevata integrazione sanitaria, assicurate dalle Aziende unità sanitarie locali; b) prestazioni sociali a rilevanza sanitaria, assicurate dai Comuni; - i Comuni e le Aziende unità sanitarie locali individuano, nell'ambito degli accordi di integrazione socio-sanitaria, i modelli organizzativi e gestionali, fondati sull'integrazione professionale delle rispettive competenze, ed i relativi rapporti finanziari. L’integrazione sociosanitaria è valore primario e obiettivo strategico del sistema regionale di welfare. E’ fattore fondamentale di qualificazione dell’offerta dei servizi e delle prestazioni sociosanitarie in quanto consente di organizzare interventi di risposta ai bisogni fondati sul riconoscimento della persona nella sua globalità e rapportata al suo contesto di vita, generando una maggiore efficacia di cura e un uso più efficiente delle risorse. L’integrazione istituzionale ne costituisce la premessa, assicurando, in maniera unitaria, la funzione di governance del sistema di welfare nell’ambito della pianificazione e degli indirizzi regionali nonché del coordinamento di livello intermedio spettante alla Conferenza Territoriale Sociale e Sanitaria, secondo i principi ora delineati nel vigente Piano Sociale e Sanitario. Il governo del sistema di welfare locale e il coordinamento delle politiche sociali, sociosanitarie e sanitarie a livello territoriale, spettano, poi, al Comitato di Distretto che agisce il ruolo strategico di indirizzo, programmazione, governo delle risorse e regolazione dell’accesso al sistema sociosanitario integrato in ambito distrettuale attraverso gli strumenti del “Piano di Zona per la salute e il benessere socialelavoro”, a valenza triennalenon previste dalla contrattazione nazionale, del o di quant’altro definito in contrattazione locale. I fondi ulteriormente disponibili dovranno essere utilizzati per gestire gli effetti della riforma (ad esempio, prevedendo la remunerazione della mobilità attraverso il previsto Programma Attuativo Annuale” a valenza annuale/biennaleFondo di trasferimento”), del “Piano Annuale delle Attività per la Non Autosufficienza” e del “Piano integrato territoriale dei servizi pubblici del lavoro, sociali e sanitari” di cui alla LR 14/2015. Il Comitato di Distretto individua, con apposito regolamento, i propri meccanismi di funzionamento. All’esercizio delle funzioni di governo, spettanti al Comitato di Distretto, così come definite dalle Legge Regionali n. 19/1994 e n. 29/2004, partecipa il Direttore di Distretto che, coerentemente agli indirizzi di programmazione e nel rispetto dei vincoli economico- finanziari, collabora alla programmazione delle attività territoriali, definendo le caratteristiche quali-quantitative dei servizi offerti nel territorio, proponendo una committenza coerente con la domanda espressa dalla popolazione di riferimento, individuando forme di organizzazione dei servizi, di erogazione delle prestazioni e di acquisizione delle risorse adeguate a massimizzare la qualità, l’efficienza e l’efficacia dei sostenere processi di produzione dell’assistenza riorganizzazione e orientate a garantire, altresì, l’assistenza primaria, la continuità delle cure realizzare il nuovo ordinamento professionale secondo criteri concordati e l’integrazione ospedale-territorio. Per l’esercizio delle proprie competenze, il Comitato secondo una predeterminata scala di Distretto si avvale dell’Ufficio di Piano, struttura tecnico gestionale comune ad EELL ed AUSL, quale supporto tecnico ed organizzativo alle funzioni di programmazione, regolazione e controllo del sistema integrato dei servizi sociali, sociosanitari e sanitari più direttamente connessi con l’area dell’integrazione in ambito distrettuale. Per l'esercizio delle rispettive competenze nell'attuazione della programmazione di ambito distrettuale e nella gestione operativa delle azioni e degli interventi sociali a rilevanza sanitaria, sanitari a rilevanza sociale e sociosanitari ad elevata integrazione sanitaria, ivi delineati, gli EELL e l'AUSL, che concorrono alla definizione del presente atto, individuano e scelgono la gestione associata quale forma e modalità adeguata alla piena e fattiva realizzazione dell'integrazione sociosanitaria. Ciò premesso, si conviene quanto segue:priorità.

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Samples: Contratto Collettivo Nazionale Di Lavoro Sull'interpretazione Autentica Dell'

PREMESSA. L’integrazione sociosanitaria è rivolta Per lo svolgimento delle azioni volte a soddisfare bisogni contrastare la patologia e l’infezione del virus, sono state ricostruite, nei paragrafi seguenti, le singole aree di salute intervento che richiedono contestualmente prestazioni sanitarie risultano finanziate con risorse annuali provenienti dal bilancio del Ministero della salute, nei seguenti principali settori: - settore della comunicazione, informazione ed azioni educazione; - settore della prevenzione e dell’attività di protezione sociale, anche di lungo periodo, sulla base sorveglianza sanitaria; - settore dell’attuazione di progetti personalizzati redatti sulla scorta di valutazioni multidimensionaliricerca e dei programmi di costruzione, ristrutturazione di reparti di ricovero e laboratori di microbiologia, virologia e immunologia, realizzazione di ospedali diurni. Sia Al quadro appena esposto si affiancano ulteriori azioni a livello regionale che carico del Ssn, quali: la programmazione di ambito distrettuale sono stati sviluppati negli anni numerosi strumenti corsi di programmazioneaggiornamento e formazione per il personale addetto, che devono necessariamente essere tra loro raccordati l’assistenza domiciliare, nonché l’attività sanitaria e che sono: • il Piano Sociale socio-sanitaria delle persone affette dal virus comprensiva delle cure farmacologiche. Infine, lo svolgimento dell’attività del Comitato tecnico sanitario (Cts - settore formazione e Sanitario; • il Piano Regionale per la Prevenzione, • le linee annuali di programmazione e finanziamento del SSR; • le linee di programmazione regionale integrata dei servizi pubblici del lavoro, sociali e sanitari, previste dalla L.R. n.14/2015assistenza). Si richiama, in appendicealtresì, l’attenzione al programma di prevenzione e cura nei Paesi terzi; il Ministero della salute collabora, infatti, attivamente al gruppo costituito presso la normativa che delinea tale impianto programmatorio Direzione generale della cooperazione e l’assetto previsto sviluppo del Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale (Maeci), con il contributo dell'Istituto superiore di sanità, per progetti di investimento di risorse con il Fondo globale per la sua attuazionelotta all'Aids, quale alla tubercolosi ed alla malaria nei Paesi in via di sviluppo. L’impegno finanziario è a carico del Maeci. A seguito dell’istruttoria per la presente indagine, sono state trasmesse alla Sezione informazioni da parte integrante della presente convenzione. Il presupposto su cui poggia la definizione di integrazione origina dalla considerazione che esistono situazioni peculiari della vita della persona che richiedono necessariamente un intervento finalizzato a soddisfare globalmente la contestuale esigenza del soggetto di un bisogno sanitario e di un bisogno sociale. Ai sensi della richiamata LR n. 2/2003delle seguenti Amministrazioni: - i Comuni sono titolari delle funzioni amministrative e dei compiti di programmazione, progettazione e realizzazione del sistema locale dei servizi sociali a rete, dell'erogazione dei servizi e delle prestazioni sociali, nonché delle altre funzioni e compiti loro conferiti dalla legislazione statale e regionale; - l’Azienda USL assicurail Ministero della salute, attraverso le risorse finanziarie pubblichediverse direzioni generali competenti, i livelli essenziali e uniformi di assistenza definiti dal Piano sanitario nazionale nel rispetto dei principi della dignità della persona umana, del bisogno di salute, dell’equità nell’accesso all’assistenza, della qualità delle cure e della loro appropriatezza riguardo alle specifiche esigenze nonché dell’economicità nell’impiego delle risorse; - le attività ad integrazione socio-sanitaria sono volte a soddisfare le esigenze di in particolare: la Direzione generale degli organi collegiali per la tutela della salutesalute – Ufficio 4, di recupero la Direzione generale della prevenzione sanitaria - Ufficio V, la Direzione generale della comunicazione e mantenimento dei rapporti europei internazionali. La Direzione generale delle autonomie personali, d'inserimento sociale e miglioramento delle condizioni di vita, anche mediante prestazioni a carattere prolungato e si distinguono in: a) prestazioni professioni sanitarie a rilevanza sociale, comprensive di quelle connotate da elevata integrazione sanitaria, assicurate dalle Aziende unità sanitarie locali; b) prestazioni sociali a rilevanza sanitaria, assicurate dai Comuni; - i Comuni e le Aziende unità sanitarie locali individuano, nell'ambito degli accordi di integrazione socio-sanitaria, i modelli organizzativi e gestionali, fondati sull'integrazione professionale delle rispettive competenze, ed i relativi rapporti finanziari. L’integrazione sociosanitaria è valore primario e obiettivo strategico del sistema regionale di welfare. E’ fattore fondamentale di qualificazione dell’offerta dei servizi e delle prestazioni sociosanitarie in quanto consente di organizzare interventi di risposta ai bisogni fondati sul riconoscimento della persona nella sua globalità e rapportata al suo contesto di vita, generando una maggiore efficacia di cura e un uso più efficiente delle risorse. L’integrazione istituzionale ne costituisce la premessa, assicurandorisorse umane, in maniera unitariarelazione alle proprie attribuzioni, la funzione di governance del sistema di welfare nell’ambito della pianificazione e degli indirizzi regionali nonché del coordinamento di livello intermedio spettante alla Conferenza Territoriale Sociale e Sanitaria, secondo i principi ora delineati nel vigente Piano Sociale e Sanitario. Il governo del sistema di welfare locale e il coordinamento delle politiche sociali, sociosanitarie e sanitarie a livello territoriale, spettano, poi, al Comitato di Distretto che agisce il ruolo strategico di indirizzo, programmazione, governo ha comunicato che40 non ha titolo nella gestione delle risorse e regolazione dell’accesso al sistema sociosanitario integrato in ambito distrettuale attraverso gli strumenti del “Piano di Zona per la salute e il benessere sociale”, a valenza triennale, del “Programma Attuativo Annuale” a valenza annuale/biennale, del “Piano Annuale delle Attività per la Non Autosufficienza” e del “Piano integrato territoriale dei servizi pubblici del lavoro, sociali e sanitari” di cui alla LR 14/2015l. n. 135/1990; l’Organismo indipendente di valutazione, in merito all’indagine in oggetto, ha riferito che la sua struttura tecnica è stata coinvolta dall’Amministrazione solo con la trasmissione di lettere inviate “per conoscenza”; - Il Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale che, per il tramite della Direzione generale per la cooperazione allo sviluppo - Unità per la strategia, i processi globali e le organizzazioni internazionali – ha riferito per la parte di competenza. Il Comitato di Distretto individuaComplessivamente, si espongono gli esiti della programmazione, gestione e rendicontazione, con apposito regolamento, i propri meccanismi di funzionamento. All’esercizio delle funzioni di governo, spettanti riferimento al Comitato di Distretto, così come definite dalle Legge Regionali n. 19/1994 e n. 29/2004, partecipa il Direttore di Distretto che, coerentemente agli indirizzi di programmazione e nel rispetto dei vincoli economico- finanziari, collabora alla programmazione delle attività territoriali, definendo le caratteristiche qualiperiodo 2015-quantitative dei servizi offerti nel territorio, proponendo una committenza coerente con la domanda espressa dalla popolazione di riferimento, individuando forme di organizzazione dei servizi, di erogazione delle prestazioni e di acquisizione delle risorse adeguate a massimizzare la qualità, l’efficienza e l’efficacia dei processi di produzione dell’assistenza e orientate a garantire, altresì, l’assistenza primaria, la continuità delle cure e l’integrazione ospedale-territorio. Per l’esercizio delle proprie competenze, il Comitato di Distretto si avvale dell’Ufficio di Piano, struttura tecnico gestionale comune ad EELL 2018 ed AUSL, quale supporto tecnico ed organizzativo alle funzioni di programmazione, regolazione e controllo del sistema integrato dei servizi sociali, sociosanitari e sanitari più direttamente connessi con l’area dell’integrazione in ambito distrettuale. Per l'esercizio delle rispettive competenze nell'attuazione della programmazione di ambito distrettuale e nella gestione operativa delle azioni e degli interventi sociali a rilevanza sanitaria, sanitari a rilevanza sociale e sociosanitari ad elevata integrazione sanitaria, ivi delineati, gli EELL e l'AUSL, che concorrono alla definizione del presente atto, individuano e scelgono la gestione associata quale forma e modalità adeguata alla piena e fattiva realizzazione dell'integrazione sociosanitaria. Ciò premesso, si conviene quanto segue:accenni anche al 2019.

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Samples: www.quotidianosanita.it

PREMESSA. L’integrazione sociosanitaria è rivolta a soddisfare bisogni Il Quadro normativo in evoluzione in materia di salute che richiedono contestualmente prestazioni sanitarie ed azioni emergenza sanitaria Covid 19, nonché la proroga fino al 15 ottobre 2020 dello stato di emergenza in conseguenza del rischio sanitario connesso all'insorgenza di patologie derivanti da agenti virali trasmissibili di cui alla deliberazione del Consiglio dei Ministri del 29 luglio 2020, ha reso necessario prevedere misure, ad integrazione delle procedure di protezione socialee prevenzione esistenti, e modalità organizzative del lavoro, basate sull’evolversi della conoscenza scientifica in materia di Covid-19, delle caratteristiche degli edifici nonché delle mansioni svolte in rapporto alla prevista graduale ripresa delle attività da svolgersi in “presenza”. Le amministrazioni devono pertanto contemperare due diverse esigenze: garantire la progressiva riapertura negli uffici contenendo la presenza del personale al loro interno ed adottando misure idonee per la tutela della salute del personale stesso. Il ritorno graduale al lavoro del personale “in presenza” rende necessaria l’adozione di adeguate e idonee procedure di prevenzione e protezione, con l’obiettivo di garantire e massimizzare in ogni condizione la protezione della salute dei lavoratori. Si rende pertanto necessario programmare differenti misure e modalità organizzative degli spazi e dei layout degli ambienti lavorativi, con una chiara e precisa differenziazione in base alle caratteristiche e alla capienza delle strutture, oltre alle fondamentali azioni sistemiche, organiche e puntuali di formazione e informazione indirizzate al personale (sul funzionamento e sull’attuazione delle misure specifiche). Va tuttavia considerato che tale diversificazione delle modalità di organizzazione rispetto al recente passato può presentare inevitabili problemi nelle operazioni di gestione (es. attività con accesso programmato e non più libero del personale alla sede di lavoro, gestione del distanziamento, procedure formative e informative, segnaletica dei percorsi e accessi, igiene delle mani, dotazione di DPI adeguati, comportamenti da adottare in caso di positività, ecc.) con un impatto in termini di obblighi informativi e comportamentali anche di lungo periodo, sulla base di progetti personalizzati redatti sulla scorta di valutazioni multidimensionaliper il personale. Sia a livello regionale che di ambito distrettuale sono stati sviluppati negli anni numerosi strumenti di programmazioneCon il presente Protocollo, che devono necessariamente essere tra loro raccordati sostituisce il “protocollo di sicurezza” del 01.06.2020, si intendono pertanto individuare le misure che verranno gradualmente adottate, presso le sedi dell’INL, in materia organizzativa e che sono: • il Piano Sociale e Sanitario; • il Piano Regionale di sicurezza sui luoghi di lavoro, per contenere la diffusione del virus, in conformità del vigente quadro normativo ed in considerazione del Protocollo di accordo per la Prevenzioneprevenzione e la sicurezza dei dipendenti pubblici in ordine all’emergenza sanitaria da “Covid-19” sottoscritto in data 24 luglio 2020 tra il Ministro della Pubblica amministrazione e le XX.XX.. Il presente protocollo è oggetto di confronto ai sensi del Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro Funzioni Centrali, triennio 2016-2018, sottoscritto il 12 febbraio 2018 e, in particolare, dell’art. 7, comma 6 lettera k), laddove è previsto che sono oggetto di contrattazione integrativa nazionale o di sede unica “le linee annuali misure concernenti la salute e sicurezza sul lavoro”, nonché dell’art. 43, comma 1, lettera c), che include tra le materie oggetto di programmazione e finanziamento del SSR; • confronto “le linee di programmazione regionale integrata dei servizi pubblici del lavoro, sociali indirizzo e sanitari, previste dalla L.R. n.14/2015. Si richiama, in appendice, la normativa che delinea tale impianto programmatorio e l’assetto previsto criteri generali per la sua attuazione, quale parte integrante della presente convenzione. Il presupposto su cui poggia la definizione di integrazione origina dalla considerazione che esistono situazioni peculiari della vita della persona che richiedono necessariamente un intervento finalizzato a soddisfare globalmente la contestuale esigenza del soggetto di un bisogno sanitario e di un bisogno sociale. Ai sensi della richiamata LR n. 2/2003: - i Comuni sono titolari l’individuazione delle funzioni amministrative e dei compiti di programmazione, progettazione e realizzazione del sistema locale dei servizi sociali a rete, dell'erogazione dei servizi e delle prestazioni sociali, nonché delle altre funzioni e compiti loro conferiti dalla legislazione statale e regionale; - l’Azienda USL assicura, attraverso le risorse finanziarie pubbliche, i livelli essenziali e uniformi di assistenza definiti dal Piano sanitario nazionale nel rispetto dei principi della dignità della persona umana, del bisogno di salute, dell’equità nell’accesso all’assistenza, della qualità delle cure e della loro appropriatezza riguardo alle specifiche esigenze nonché dell’economicità nell’impiego delle risorse; - le attività ad integrazione socio-sanitaria sono volte a soddisfare le esigenze di tutela della salute, di recupero e mantenimento delle autonomie personali, d'inserimento sociale e miglioramento delle condizioni di vita, anche mediante prestazioni a carattere prolungato e si distinguono in: a) prestazioni sanitarie a rilevanza sociale, comprensive di quelle connotate da elevata integrazione sanitaria, assicurate dalle Aziende unità sanitarie locali; b) prestazioni sociali a rilevanza sanitaria, assicurate dai Comuni; - i Comuni e le Aziende unità sanitarie locali individuano, nell'ambito degli accordi di integrazione socio-sanitaria, i modelli organizzativi e gestionali, fondati sull'integrazione professionale delle rispettive competenze, ed i relativi rapporti finanziari. L’integrazione sociosanitaria è valore primario e obiettivo strategico del sistema regionale di welfare. E’ fattore fondamentale di qualificazione dell’offerta dei servizi e delle prestazioni sociosanitarie in quanto consente di organizzare interventi di risposta ai bisogni fondati sul riconoscimento della persona nella sua globalità e rapportata al suo contesto di vita, generando una maggiore efficacia di cura e un uso più efficiente delle risorse. L’integrazione istituzionale ne costituisce la premessa, assicurando, in maniera unitaria, la funzione di governance del sistema di welfare nell’ambito della pianificazione e degli indirizzi regionali nonché del coordinamento di livello intermedio spettante alla Conferenza Territoriale Sociale e Sanitaria, secondo i principi ora delineati nel vigente Piano Sociale e Sanitario. Il governo del sistema di welfare locale e il coordinamento delle politiche sociali, sociosanitarie e sanitarie a livello territoriale, spettano, poi, al Comitato di Distretto che agisce il ruolo strategico di indirizzo, programmazione, governo delle risorse e regolazione dell’accesso al sistema sociosanitario integrato in ambito distrettuale attraverso gli strumenti del “Piano di Zona per misure concernenti la salute e il benessere socialela sicurezza nei luoghi di lavoro. Le misure proposte nel documento saranno aggiornate in base alle ulteriori disposizioni normative e all’evoluzione della conoscenza tecnico-scientifica acquisita nel corso dell’emergenza epidemiologica –da COVID 19, a valenza triennale, del “Programma Attuativo Annuale” a valenza annuale/biennale, del “Piano Annuale delle Attività per la Non Autosufficienza” e del “Piano integrato territoriale dei servizi pubblici del lavoro, sociali sono strettamente legate all’ulteriore evolversi della situazione epidemiologica e sanitari” di cui alla LR 14/2015. Il Comitato di Distretto individua, con apposito regolamento, i propri meccanismi di funzionamento. All’esercizio delle funzioni di governo, spettanti al Comitato di Distretto, così come definite dalle Legge Regionali n. 19/1994 e n. 29/2004, partecipa il Direttore di Distretto che, coerentemente agli indirizzi di programmazione e nel rispetto dei vincoli economico- finanziari, collabora alla programmazione delle attività territoriali, definendo le caratteristiche quali-quantitative dei servizi offerti nel territorio, proponendo una committenza coerente con la domanda espressa dalla popolazione di riferimento, individuando forme di organizzazione dei servizi, di erogazione delle prestazioni e di acquisizione delle risorse adeguate a massimizzare la qualità, l’efficienza e l’efficacia dei processi di produzione dell’assistenza e orientate a garantire, altresì, l’assistenza primaria, la continuità delle cure e l’integrazione ospedale-territorio. Per l’esercizio delle proprie competenze, il Comitato di Distretto si avvale dell’Ufficio di Piano, struttura tecnico gestionale comune ad EELL ed AUSL, quale supporto tecnico ed organizzativo alle funzioni di programmazione, regolazione e controllo del sistema integrato dei servizi sociali, sociosanitari e sanitari più direttamente connessi con l’area dell’integrazione in ambito distrettuale. Per l'esercizio delle rispettive competenze nell'attuazione della programmazione di ambito distrettuale e nella gestione operativa delle azioni e degli interventi sociali a rilevanza sanitaria, sanitari a rilevanza sociale e sociosanitari ad elevata integrazione sanitaria, ivi delineati, gli EELL e l'AUSL, che concorrono alla definizione del presente atto, individuano e scelgono la gestione associata quale forma e modalità adeguata alla piena e fattiva realizzazione dell'integrazione sociosanitaria. Ciò premesso, si conviene quanto segue:dal suo continuo mutamento.

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Samples: www.ispettorato.gov.it

PREMESSA. L’integrazione sociosanitaria La Commissione Salute del 17 Novembre 2021, condividendo la preoccupazione della generalità delle Regioni e delle Provincie Autonome per le criticità che riguardano il fabbisogno di personale dipendente e convenzionato, per la gestione dei propri sistemi sanitari, ha ritenuto opportuno affrontare tale situazione in modo organico e complessivo. A tal fine, è rivolta stato deciso di procedere alla redazione di un unico documento riepilogativo delle criticità esistenti e delle soluzioni proposte in stretta collaborazione tra il Coordinamento interregionale dell’Area Risorse Umane, Formazione e Fabbisogni Formativi e il Coordinamento Tecnico dell’Assistenza Territoriale per fronteggiare la carenza di professionisti sanitari e migliorare la situazione, a soddisfare bisogni partire dalla richiesta di salute che richiedono contestualmente deroga rispetto ai vincoli di spesa e alle limitazioni delle assunzioni previste dalla normativa, tenuto conto delle esigenze connesse alla gestione della fase emergenziale, al recupero delle prestazioni sanitarie non erogate a causa della pandemia ed, in prospettiva, all’attuazione del PNRR. Il documento riepilogativo e propositivo, contenente la rilevazione delle suddette criticità, costituirà il riferimento per avviare un confronto urgente con il Governo. Le esigenze connesse alla gestione della pandemia, al recupero delle prestazioni sanitarie non erogate e, in prospettiva, all’attuazione degli obiettivi del PNRR, hanno fatto emergere diverse criticità, che rischiano di incidere in modo decisivo sulla capacità dei sistemi sanitari regionali di fronteggiare questa difficile fase. A seguito di interlocuzioni con i diversi soggetti istituzionali coinvolti ed azioni di protezione socialeimpegnati a garantire l’applicazione dei piani epidemici e la conseguente riorganizzazione dei servizi, anche di lungo periodo, sulla base di progetti personalizzati redatti sulla scorta di valutazioni multidimensionali. Sia a livello regionale che di ambito distrettuale sono stati sviluppati negli anni numerosi strumenti di programmazioneindividuati alcuni interventi ritenuti necessari ed urgenti per massimizzare l’utile impiego del personale sanitario e socio-sanitario ad oggi attivo e attivabile, che devono necessariamente essere tra loro raccordati e che sono: • il Piano Sociale e Sanitario; • il Piano Regionale per la Prevenzionemeglio specificati nel documento allegato. Si ritiene comunque opportuno, • le linee annuali di programmazione e finanziamento del SSR; • rispetto alle singole misure descritte in seguito nel documento, individuare le linee di programmazione regionale integrata azione che si ritengono prioritarie. La criticità che assume maggiore rilevanza è quella che deriva dalla assoluta inadeguatezza del livello di finanziamento statale del fabbisogno sanitario standard rispetto alle dinamiche di potenziamento degli organici di personale, anche con riguardo alle diverse tipologie contrattuali di lavoro flessibile, che si sono determinate per effetto delle esigenze organizzative prima richiamate. L’aumento del livello di finanziamento disposto dalla legge n. 234/2021 risulta del tutto insufficiente, considerato che la totalità delle risorse incrementali è a destinazione vincolata e non consente alle regioni di destinare le necessarie risorse alla realizzazione degli interventi finalizzati all’esigenza, imprescindibile, di mantenere strutturalmente i servizi sanitari regionali in continuità con le politiche avviate a partire dal 2020. A questo fine va rilevato che l’obiettivo dichiarato dalla legge di bilancio n. 234/2021, all’art. 1, comma 268, con riferimento alle politiche del personale, è invece quello di garantire un rafforzamento strutturale dei servizi pubblici sanitari regionali, anche al fine di finanziare le iniziative di stabilizzazione del lavoropersonale precario. Ciò premesso appare chiaro che il livello di finanziamento è incompatibile non solo con l’obiettivo dichiarato, sociali ma anche con il mero mantenimento dei livelli strutturali raggiunti. Si rappresenta pertanto l’esigenza di un incremento del Fondo sanitario nazionale più consistente di quella prevista dall’art. 1, comma 258, della legge n. 234/2021 e/o dai finanziamenti ad hoc disposti al di fuori del livello di finanziamento del fabbisogno sanitario standard a cui concorre lo Stato. Al tempo stesso, si rileva la necessità di integrare i finanziamenti specifici per fronteggiare il reclutamento straordinario Xxxxx e sanitarile esigenze della compagna vaccinale, considerato che quelli disposti per il 2021 si sono dimostrati del tutto inadeguati e che, come già rilevato, quelli previsti a decorrere dal 2022 sono a destinazione vincolata. Un altro tema di estrema rilevanza, e comunque strettamente collegato al punto precedente, è quello di garantire le condizioni di adeguatezza delle risorse per il finanziamento del trattamento economico accessorio del personale dipendente delle aziende ed enti del SSN, in coerenza con le dinamiche di potenziamento degli organici derivanti dalla pandemia e dall’attuazione del PNRR e alle condizioni di lavoro e di disagio in essere nelle aziende. Rispetto a questa esigenza si rilevano diverse criticità, in particolare: ✓ l’impossibilità de facto, non solo per le regioni che non riescono a garantire l’equilibrio finanziario, di attivare la clausola, comunque insufficiente, che consente di derogare al limite disposto dall’art. 23, comma 2, del D.lgs. 75/2017, al fine di mantenere l’invarianza del valore medio pro-capite delle risorse dei fondi contrattuali. ✓ l’inadeguatezza delle misure previste dalla L.R. n.14/2015. Si richiamalegge di bilancio n. 234/2021 al fine di dare attuazione agli impegni sottoscritti da Governo e parti sociali nel Patto sottoscritto il 10 marzo 2021, con l’obiettivo di incrementare i fondi da destinare alla contrattazione integrativa; si tratta infatti di misure previste in appendice, la normativa che delinea tale impianto programmatorio e l’assetto previsto modo omogeneo per la sua attuazionegeneralità delle pubbliche amministrazioni, quale parte integrante della presente convenzioneche non tengono in alcun modo conto dei forti elementi di specificità delle aziende ed enti del SSR. Il presupposto su In questa prospettiva emerge l’esigenza di superare gli attuali limiti legislativi relativi alle spese di personale, di cui poggia la al D.L. n. 35/2019, convertito con modifiche dalla legge n. 60/2019, nonché in materia di vincoli sulla consistenza complessiva dei fondi contrattuali, stabiliti dall’art. 23, comma 2, del D.Lgs. 75/2017. Altre proposte che si ritiene di evidenziare come prioritarie sono quelle dirette a prevedere maggiori forme di responsabilizzare delle regioni nella definizione di integrazione origina dalla considerazione che esistono situazioni peculiari della vita della persona che richiedono necessariamente un intervento finalizzato a soddisfare globalmente la contestuale esigenza del soggetto di un bisogno sanitario e di un bisogno sociale. Ai sensi della richiamata LR n. 2/2003: - i Comuni sono titolari delle funzioni amministrative risorse da destinare al trattamento accessorio e dei compiti criteri di programmazionefinalizzazione delle stesse, progettazione e realizzazione del sistema locale dei servizi sociali a reteprevedendo la possibilità di destinare risorse regionali aggiuntive sui fondi contrattuali in modo flessibile al fine di: ✓ perseguire finalità perequative, dell'erogazione dei servizi e delle prestazioni sociali, nonché delle altre funzioni e compiti loro conferiti dalla legislazione statale e regionale; - l’Azienda USL assicura, attraverso le risorse finanziarie pubbliche, i livelli essenziali e uniformi di assistenza definiti dal Piano sanitario nazionale nel rispetto dei principi della dignità della persona umana, del bisogno di salute, dell’equità nell’accesso all’assistenza, della qualità delle cure e della loro appropriatezza riguardo alle specifiche esigenze nonché dell’economicità nell’impiego delle risorse; - le attività ad integrazione socio-sanitaria sono volte a soddisfare favorire un percorso di allineamento delle consistenze medie dei fondi contrattuali tra le esigenze di tutela della salutediverse aziende ed enti del SSR, di recupero e mantenimento delle autonomie personali, d'inserimento sociale e miglioramento delle per migliorare le condizioni di vita, anche mediante prestazioni a carattere prolungato e si distinguono in: a) prestazioni sanitarie a rilevanza sociale, comprensive di quelle connotate da elevata integrazione sanitaria, assicurate dalle Aziende unità sanitarie locali; b) prestazioni sociali a rilevanza sanitaria, assicurate dai Comuni; - equilibrio nell’accesso agli istituti finanziati con i Comuni e fondi contrattuali ed attenuare le Aziende unità sanitarie locali individuano, nell'ambito degli accordi di integrazione socio-sanitaria, i modelli organizzativi e gestionali, fondati sull'integrazione professionale delle rispettive competenze, ed i relativi rapporti finanziari. L’integrazione sociosanitaria è valore primario e obiettivo strategico del sistema regionale di welfare. E’ fattore fondamentale di qualificazione dell’offerta dei servizi e delle prestazioni sociosanitarie in quanto consente di organizzare interventi di risposta ai bisogni fondati sul riconoscimento della persona nella sua globalità e rapportata al suo contesto di vita, generando una maggiore efficacia di cura e un uso più efficiente delle risorse. L’integrazione istituzionale ne costituisce la premessa, assicurando, in maniera unitaria, la funzione di governance del sistema di welfare nell’ambito della pianificazione e degli indirizzi regionali nonché del coordinamento di livello intermedio spettante alla Conferenza Territoriale Sociale e Sanitaria, secondo i principi ora delineati nel vigente Piano Sociale e Sanitario. Il governo del sistema di welfare locale e il coordinamento delle politiche sociali, sociosanitarie e sanitarie troppe marcate sperequazioni retributive tra professionisti presenti a livello territoriale; ✓ consentire alle regioni di finalizzare le risorse per progettualità ritenute strategiche e/o incentivare specifiche professionalità, spettanosedi o particolari esigenze. Rispetto alle regole stabilite dal legislatore statale in materia di vincoli alle spese di personale si manifesta pertanto l’esigenza che sia salvaguardata l’autonomia regionale in merito alle scelte di dettaglio relative all’organizzazione dei sistemi sanitari regionali, poi, al Comitato di Distretto che agisce il ruolo strategico di indirizzo, programmazione, governo delle risorse e regolazione dell’accesso al sistema sociosanitario integrato in ambito distrettuale attraverso gli strumenti del “Piano di Zona per la salute e il benessere sociale”, a valenza triennale, del “Programma Attuativo Annuale” a valenza annuale/biennale, del “Piano Annuale delle Attività per la Non Autosufficienza” e del “Piano integrato territoriale dei servizi pubblici del lavoro, sociali e sanitari” di cui alla LR 14/2015. Il Comitato di Distretto individua, anche con apposito regolamento, i propri meccanismi di funzionamento. All’esercizio delle funzioni di governo, spettanti al Comitato di Distretto, così come definite dalle Legge Regionali n. 19/1994 e n. 29/2004, partecipa il Direttore di Distretto che, coerentemente agli indirizzi di programmazione e nel rispetto dei vincoli economico- finanziari, collabora riferimento alla programmazione delle attività territorialidei fabbisogni di personale. Entro i limiti degli obiettivi di finanzia pubblica è necessario, definendo le caratteristiche quali-quantitative dei servizi offerti nel territorio, proponendo una committenza coerente con la domanda espressa dalla popolazione di riferimento, individuando forme di organizzazione dei servizi, di erogazione delle prestazioni e di acquisizione delle risorse adeguate a massimizzare la qualità, l’efficienza e l’efficacia dei processi di produzione dell’assistenza e orientate a garantire, altresì, l’assistenza primaria, la continuità delle cure e l’integrazione ospedale-territorio. Per l’esercizio delle proprie competenze, il Comitato di Distretto si avvale dell’Ufficio di Piano, struttura tecnico gestionale comune ad EELL ed AUSL, quale supporto tecnico ed organizzativo alle funzioni di programmazione, regolazione e controllo del sistema integrato dei servizi sociali, sociosanitari e sanitari più direttamente connessi con l’area dell’integrazione in ambito distrettuale. Per l'esercizio delle rispettive competenze nell'attuazione della programmazione di ambito distrettuale e nella gestione operativa delle azioni e degli interventi sociali a rilevanza sanitaria, sanitari a rilevanza sociale e sociosanitari ad elevata integrazione sanitaria, ivi delineati, gli EELL e l'AUSLpertanto, che concorrono il livello di governo statale non interferisca sulle scelte organizzative regionali (la legge di bilancio prevede una forma di approvazione centrale dei fabbisogni di personale dei SSR che rischia di paralizzare il sistema e farlo arretrare alla definizione del presente atto, individuano e scelgono la gestione associata quale forma e modalità adeguata alla piena e fattiva realizzazione dell'integrazione sociosanitaria. Ciò premesso, si conviene quanto segue:situazione ante aziendalizzazione).

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PREMESSA. L’integrazione sociosanitaria è rivolta a soddisfare bisogni Lo sviluppo della politica fiscale, nonché le linee generali e gli obiettivi della gestione tributaria sono basati sulle linee programmatiche dell’Atto di salute che richiedono contestualmente prestazioni sanitarie ed azioni indirizzo per la definizione delle priorità politiche per l’anno 2018, della Nota di protezione socialeaggiornamento del Documento di Economia e Finanza 2017 e dell’Atto di indirizzo del Ministro dell’economia e delle finanze per il conseguimento degli obiettivi di politica fiscale 2018-2020. Negli ultimi anni l’Agenzia delle Entrate (d’ora in poi, anche Agenzia), per gestire efficacemente la fiscalità e incrementare il livello di lungo periodotax compliance, ha posto in essere una serie di azioni tese a creare le migliori condizioni possibili affinché il contribuente possa assolvere spontaneamente i propri obblighi fiscali, ricorrendo alle tradizionali forme di controllo nei casi che presentano maggiori indici di rischio o dettati da vincoli normativi, con vantaggi per l’Amministrazione Finanziaria in termini di efficienza ed economicità dell’azione. Le politiche fiscali, pertanto, sono state concepite partendo dall’idea di capovolgere il rapporto tra l’Amministrazione finanziaria e i cittadini, puntando a rafforzare il dialogo, soprattutto preventivo, anche attraverso una sempre maggiore semplificazione e digitalizzazione degli adempimenti, al fine di instaurare una costante cooperazione tra le parti, basata sulla base di progetti personalizzati redatti trasparenza e sulla scorta di valutazioni multidimensionali. Sia a livello regionale che di ambito distrettuale sono stati sviluppati negli anni numerosi strumenti di programmazionefiducia reciproca, che devono necessariamente essere tra loro raccordati e che sono: • il Piano Sociale e Sanitario; • il Piano Regionale per la Prevenzione, • le linee annuali possa favorire reciproci comportamenti virtuosi. Scopo di programmazione e finanziamento del SSR; • le linee questo cambio di programmazione regionale integrata dei servizi pubblici del lavoro, sociali e sanitari, previste dalla L.R. n.14/2015. Si richiama, in appendice, la normativa che delinea tale impianto programmatorio e l’assetto previsto per la sua attuazione, quale parte integrante della presente convenzione. Il presupposto su cui poggia la definizione di integrazione origina dalla considerazione che esistono situazioni peculiari della vita della persona che richiedono necessariamente un intervento finalizzato a soddisfare globalmente la contestuale esigenza del soggetto di un bisogno sanitario e di un bisogno sociale. Ai sensi della richiamata LR n. 2/2003: - i Comuni sono titolari delle funzioni amministrative e dei compiti di programmazione, progettazione e realizzazione del sistema locale dei servizi sociali a rete, dell'erogazione dei servizi e delle prestazioni sociali, nonché delle altre funzioni e compiti loro conferiti dalla legislazione statale e regionale; - l’Azienda USL assicura, attraverso le risorse finanziarie pubbliche, i livelli essenziali e uniformi di assistenza definiti dal Piano sanitario nazionale nel rispetto dei principi della dignità della persona umana, del bisogno di salute, dell’equità nell’accesso all’assistenza, della qualità delle cure e della loro appropriatezza riguardo alle specifiche esigenze nonché dell’economicità nell’impiego delle risorse; - le attività ad integrazione socio-sanitaria sono volte a soddisfare le esigenze di tutela della salute, di recupero e mantenimento delle autonomie personali, d'inserimento sociale e miglioramento delle condizioni di vita, anche mediante prestazioni a carattere prolungato e si distinguono in: a) prestazioni sanitarie a rilevanza sociale, comprensive di quelle connotate da elevata integrazione sanitaria, assicurate dalle Aziende unità sanitarie locali; b) prestazioni sociali a rilevanza sanitaria, assicurate dai Comuni; - i Comuni e le Aziende unità sanitarie locali individuano, nell'ambito degli accordi di integrazione socio-sanitaria, i modelli organizzativi e gestionali, fondati sull'integrazione professionale delle rispettive competenze, ed i relativi rapporti finanziari. L’integrazione sociosanitaria è valore primario e obiettivo strategico del sistema regionale di welfare. E’ fattore fondamentale di qualificazione dell’offerta dei servizi e delle prestazioni sociosanitarie in quanto consente di organizzare interventi di risposta ai bisogni fondati sul riconoscimento della persona nella sua globalità e rapportata al suo contesto di vita, generando una maggiore efficacia di cura e un uso più efficiente delle risorse. L’integrazione istituzionale ne costituisce la premessa, assicurando, in maniera unitaria, la funzione di governance del sistema di welfare nell’ambito della pianificazione e degli indirizzi regionali nonché del coordinamento di livello intermedio spettante alla Conferenza Territoriale Sociale e Sanitaria, secondo i principi ora delineati nel vigente Piano Sociale e Sanitario. Il governo del sistema di welfare locale e il coordinamento delle politiche sociali, sociosanitarie e sanitarie a livello territoriale, spettano, poi, al Comitato di Distretto che agisce il ruolo strategico di indirizzo, programmazione, governo delle risorse e regolazione dell’accesso al sistema sociosanitario integrato in ambito distrettuale attraverso gli strumenti del “Piano di Zona per la salute e il benessere sociale”, a valenza triennale, del “Programma Attuativo Annuale” a valenza annuale/biennale, del “Piano Annuale delle Attività per la Non Autosufficienza” e del “Piano integrato territoriale dei servizi pubblici del lavoro, sociali e sanitari” di cui alla LR 14/2015. Il Comitato di Distretto individua, con apposito regolamento, i propri meccanismi di funzionamento. All’esercizio delle funzioni di governo, spettanti al Comitato di Distrettoprospettiva, così come definite dalle Legge Regionali n. 19/1994 raccomandato anche dai principali organismi internazionali (OCSE e n. 29/2004FMI), partecipa è quello di giungere a prevenire i possibili rischi di evasione e di elusione, evitarli grazie al confronto preventivo e limitare, quindi, azioni successive di repressione minimizzando di conseguenza il Direttore contenzioso con i contribuenti. In tale contesto, l’Agenzia deve essere in grado di Distretto cherappresentare nei confronti dei contribuenti una controparte credibile e affidabile, coerentemente agli indirizzi fornire istruzioni chiare, imparziali e tempestive e consulenze tecnicamente qualificate e dirigersi verso il maggiore alleggerimento possibile degli obblighi fiscali strumentali. A tal fine, l’Agenzia offre un’ampia gamma di programmazione servizi e nel rispetto di assistenza al contribuente per agevolarlo al massimo nell’assolvimento spontaneo degli obblighi fiscali e, al contempo, pone in essere una serie di attività per promuovere la tax compliance, al fine di diminuire il tax gap e ricondurre così l’evasione fiscale in Italia a livelli comparabili con quelli dei vincoli economico- finanziari, collabora alla programmazione partner europei più virtuosi. L’impatto dei servizi messi a disposizione dei contribuenti e del complesso delle attività territorialiposte in essere dall’Agenzia trova rappresentazione nel gettito versato spontaneamente dai contribuenti e relativo ai principali tributi gestiti dall’Agenzia (erariali e non erariali). Attraverso il sistema di versamento F24 gestito dall’Agenzia, definendo infatti, i contribuenti, possono pagare le caratteristiche quali-quantitative principali tipologie di tributi attraverso un unico strumento, utilizzando in compensazione eventuali crediti. Il servizio offerto garantisce un costante afflusso di entrate sia all’Xxxxxx che ad altri Enti pubblici, assicurando le coperture per lo svolgimento dei rispettivi compiti istituzionali così da consentire l’erogazione ai cittadini dei servizi offerti nel territoriopubblici. Le parole chiave per assicurare l’efficace riscossione spontanea dei tributi sono accessibilità, proponendo una committenza coerente con la domanda espressa dalla popolazione di riferimento, individuando forme di organizzazione dei servizi, di erogazione delle prestazioni tempestività e di acquisizione delle risorse adeguate a massimizzare la qualità, l’efficienza e l’efficacia dei processi di produzione dell’assistenza e orientate a garantire, altresì, l’assistenza primaria, la continuità delle cure e l’integrazione ospedale-territorio. Per l’esercizio delle proprie competenze, il Comitato di Distretto si avvale dell’Ufficio di Piano, struttura tecnico gestionale comune ad EELL ed AUSL, quale supporto tecnico ed organizzativo alle funzioni di programmazione, regolazione e controllo del sistema integrato trasparenza dei servizi socialiofferti, sociosanitari fattori di successo che da sempre l’Agenzia pone al centro della propria azione. Il gettito, naturalmente, è influenzato anche dall’azione degli altri attori della fiscalità, come Agenzia delle entrate – Riscossione, nonché da fattori esogeni quali, ad esempio, le evoluzioni congiunturali dell’economia italiana, le variazioni del Prodotto interno lordo e sanitari più direttamente connessi con l’area dell’integrazione in ambito distrettualegli interventi normativi. Per l'esercizio delle rispettive competenze nell'attuazione della programmazione di ambito distrettuale e nella gestione operativa Stima degli effetti ed impatti delle azioni 2018 2019 2020 Entrate complessive da adempimento spontaneo ERARIALI (€/MLD)* 382,5 392,0 399,1 Entrate complessive da adempimento spontaneo NON ERARIALI(€/MLD)** 34,0 34,0 34,0 Totale entrate da adempimento spontaneo (€/MLD) 416,5 426,0 433,1 Entrate complessive da attività di contrasto dell'evasione ERARIALI(€/MLD) 9,6 8,3 8,3 Agenzia delle Entrate - Riscossione 5,7 4,7 4,5 Entrate complessive da attività di contrasto dell'evasione NON ERARIALI(€/MLD)** 1,3 1,3 1,3 Agenzia delle Entrate - Riscossione 0,2 0,2 0,2 Totale entrate da attività di contrasto dell'evasione (€/MLD) 16,8 14,5 14,3 Totale entrate (€/MLD) 433,3 440,5 447,4 * Nelle entrate complessive da adempimento spontaneo sono contabilizzati i tributi riscossi tramite i canali F23 e degli interventi sociali F24, escludendo, pertanto, i tributi versati direttamente alla Banca d'Italia. Le stime 2018/2020 sono state effettuate sulla base delle variazioni delle entrate tributarie contenute nella nota di aggiornamento al DEF 2017 ** IRAP, addizionali IRPEF regionali e comunali Allo scopo di apprezzare l’efficienza complessiva dell’Agenzia può essere messa a rilevanza sanitaria, sanitari a rilevanza sociale e sociosanitari ad elevata integrazione sanitaria, ivi delineati, gli EELL e l'AUSLconfronto l’incidenza dei costi sostenuti per il proprio funzionamento con il totale delle entrate sopra evidenziate. La tabella seguente espone tendenza nell’arco del triennio 2018-2020 di tale indicatore, che concorrono alla definizione del presente atto, individuano ne mette in evidenza il trend decrescente e scelgono la gestione associata quale forma e modalità adeguata alla piena e fattiva realizzazione dell'integrazione sociosanitariache conferma i buoni progressi in termini di efficienza della struttura. Ciò premesso, si conviene quanto segue:ANNO 2018 ANNO 2019 ANNO 2020

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Samples: Convenzione Triennale Per Gli Esercizi 2018 2020

PREMESSA. L’integrazione sociosanitaria è rivolta Il presente CCNL nasce da uno studio di dati e di informazioni utili a soddisfare bisogni conoscere preventivamente le possibilità di sviluppo, onde realizzare le condizioni per favorirlo, individuando eventuali punti deboli per verificarne la possibilità di rafforzamento. Le Organizzazioni Sindacali e Datoriali firmatarie ritengono di aver dato con il contratto, una prima importante risposta alle esigenze da più parte rappresentate, per un cambiamento della contrattualistica nazionale in un’ottica di rilancio reale dell’occupazione, fattore indispensabile per un’espansione strutturale dell’economia e della produttività del Paese. Il contratto si muove nelle logiche dettate dall’Unione Europea finalizzata al miglioramento dei rapporti individuali e collettivi di lavoro alla crescita dei livelli occupazionali, alla protezione e sicurezza sindacale, per conoscere a formulare e rafforzare le regole di garanzia e di tutela dei processi lavorativi. I Governi dell’Unione Europea hanno indicato le materie su cui inciderà la politica sociale comunitaria per il conseguimento degli obiettivi delle loro azioni comuni; la sicurezza e la salute del lavoratore sul posto di lavoro, le migliori condizioni di lavoro, l’informazione e la consultazione dei lavoratori, le pari opportunità, la rappresentanza e la difesa collettiva degli interessi dei lavoratori e dei datori di lavoro ivi compresa la cogestione, gli aiuti finanziari alla promozione dell’occupazione e alla creazione dei posti di lavoro, la contrattazione collettiva europea. Per questi obiettivi, le Organizzazioni Sindacali e Datoriali svolgono una specifica funzione che richiedono contestualmente prestazioni sanitarie ed azioni di protezione esercitano nei confronti del legislatore comunitario, nonché una essenziale funzione negoziale nell’ambito del dialogo sociale. Le parti concordano, anche di lungo periodoaltresì, sulla necessità di affermare la parità funzione delle Organizzazioni Sindacali e Datoriali, sul piano del diritto al lavoro e all’esercizio dell’impresa privata in un contesto di riconosciuta libertà associativa. Sulla base di progetti personalizzati redatti sulla scorta tali principi le Organizzazioni Sindacali e Datoriali firmatarie affermano il loro ruolo di valutazioni multidimensionali. Sia a livello regionale che stimolo e di ambito distrettuale sono stati sviluppati negli anni numerosi strumenti di programmazione, che devono necessariamente essere tra loro raccordati controllo sulle politiche sociali e che sono: • il Piano Sociale e Sanitario; • il Piano Regionale per la Prevenzione, • le linee annuali di programmazione e finanziamento del SSR; • le linee di programmazione regionale integrata dei servizi pubblici del lavoro, nonché la loro essenziale funzione negoziale nell’ambito del confronto con gli Organismi istituzionali, governativi e legislativi del nostro Paese e della Comunità Europea. Le parti sociali firmatarie di questo contratto hanno stabilito di dare possibilità di manovra nell’intero territorio nazionale dei trattamenti retributivi alle strutture territoriali delle Organizzazioni Sindacali stipulanti il contratto medesimo, demandando alla contrattazione di secondo livello aziendale e sanitariterritoriale, previste dalla L.R. n.14/2015i livelli di retribuzione finali, conferendo all’Ente Bilaterale pariteticamente già costituito l’esame per eventuali modifiche in tutto o in parte, anche in via sperimentale e temporanea i singoli istituti economici e normativi disciplinati dal Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro. Si richiamaLe parti stipulanti, in appendiceoltre a dare valenza al duplice livello di contrattazione, la normativa che delinea tale impianto programmatorio produrrà positivi risultati, hanno ritenuto opportuno con il presente C.C.N.L. di mettere le aziende del settore del commercio e l’assetto previsto per la sua attuazione, quale parte integrante della presente convenzione. Il presupposto su cui poggia la definizione di integrazione origina dalla considerazione che esistono situazioni peculiari della vita della persona che richiedono necessariamente un intervento finalizzato a soddisfare globalmente la contestuale esigenza del soggetto di un bisogno sanitario e di un bisogno sociale. Ai sensi della richiamata LR n. 2/2003: - i Comuni sono titolari delle funzioni amministrative e dei compiti di programmazione, progettazione e realizzazione del sistema locale dei servizi sociali a rete, dell'erogazione dei servizi e delle prestazioni socialidei trasporti, nonché delle altre funzioni e compiti loro conferiti dalla legislazione statale e regionale; - l’Azienda USL assicura, attraverso le risorse finanziarie pubbliche, i livelli essenziali e uniformi di assistenza definiti dal Piano sanitario nazionale nel rispetto dei principi della dignità della persona umana, del bisogno di salute, dell’equità nell’accesso all’assistenza, della qualità delle cure e della loro appropriatezza riguardo alle specifiche esigenze nonché dell’economicità nell’impiego delle risorse; - le attività ad integrazione socio-sanitaria sono volte a soddisfare le esigenze di tutela della salute, di recupero e mantenimento delle autonomie personali, d'inserimento sociale e miglioramento delle nelle condizioni di vitapoter sostenere l’occupazione e lo sviluppo sia sotto il profilo economico produttivo, anche mediante prestazioni a carattere prolungato sia sotto l’aspetto puramente sociale. Si è ritenuto opportuno sottoporre alla stessa disciplina contrattuale tutte le categorie della piccola e si distinguono in: amedia impresa (PMI) prestazioni sanitarie a rilevanza socialedel commercio e assimilabili sotto l’aspetto normativo generale, comprensive di quelle connotate da elevata integrazione sanitaria, assicurate dalle Aziende unità sanitarie locali; b) prestazioni sociali a rilevanza sanitaria, assicurate dai Comuni; - i Comuni e le Aziende unità sanitarie locali individuano, nell'ambito degli accordi di integrazione socio-sanitaria, i modelli organizzativi e gestionali, fondati sull'integrazione professionale delle rispettive competenze, ed i relativi rapporti finanziari. L’integrazione sociosanitaria è valore primario e obiettivo strategico del sistema regionale di welfare. E’ fattore fondamentale di qualificazione dell’offerta dei servizi e delle prestazioni sociosanitarie in sia per quanto consente di organizzare interventi di risposta ai bisogni fondati sul riconoscimento attiene agli obblighi nei confronti della persona nella sua globalità e rapportata al suo contesto di vita, generando una maggiore efficacia di cura e un uso più efficiente delle risorse. L’integrazione istituzionale ne costituisce la premessa, assicurando, in maniera unitaria, la funzione di governance del sistema di welfare nell’ambito della pianificazione burocrazia e degli indirizzi regionali nonché del coordinamento enti competenti di livello intermedio spettante alla Conferenza Territoriale Sociale e Sanitariacui anche quelli previdenziali ed assistenziali per quanto attiene al rapporto con il personale dipendente. Le parti, secondo i principi ora delineati nel vigente Piano Sociale e Sanitario. Il governo del sistema infine si impegnano ad esercitare, con il massimo scrupolo, una azione di welfare locale e il coordinamento delle politiche socialicontrollo ed a denunciare eventuali posizioni e/o gestioni irregolari, sociosanitarie e sanitarie a livello territoriale, spettano, poi, specie in ordine al Comitato di Distretto che agisce il ruolo strategico di indirizzo, programmazione, governo delle risorse e regolazione dell’accesso al sistema sociosanitario integrato in ambito distrettuale attraverso gli strumenti del Piano di Zona per la salute e il benessere sociale”, a valenza triennale, del “Programma Attuativo Annuale” a valenza annuale/biennale, del “Piano Annuale delle Attività per la Non Autosufficienzalavoro nero” e allo sfruttamento del “Piano integrato territoriale dei servizi pubblici del lavoro, sociali e sanitari” di cui alla LR 14/2015. Il Comitato di Distretto individua, con apposito regolamento, i propri meccanismi di funzionamento. All’esercizio delle funzioni di governo, spettanti al Comitato di Distretto, così come definite dalle Legge Regionali n. 19/1994 e n. 29/2004, partecipa il Direttore di Distretto che, coerentemente agli indirizzi di programmazione e nel rispetto dei vincoli economico- finanziari, collabora alla programmazione delle attività territoriali, definendo le caratteristiche quali-quantitative dei servizi offerti nel territorio, proponendo una committenza coerente con la domanda espressa dalla popolazione di riferimento, individuando forme di organizzazione dei servizi, di erogazione delle prestazioni e di acquisizione delle risorse adeguate a massimizzare la qualità, l’efficienza e l’efficacia dei processi di produzione dell’assistenza e orientate a garantire, altresì, l’assistenza primaria, la continuità delle cure e l’integrazione ospedale-territorio. Per l’esercizio delle proprie competenze, il Comitato di Distretto si avvale dell’Ufficio di Piano, struttura tecnico gestionale comune ad EELL ed AUSL, quale supporto tecnico ed organizzativo alle funzioni di programmazione, regolazione e controllo del sistema integrato dei servizi sociali, sociosanitari e sanitari più direttamente connessi con l’area dell’integrazione in ambito distrettuale. Per l'esercizio delle rispettive competenze nell'attuazione della programmazione di ambito distrettuale e nella gestione operativa delle azioni e degli interventi sociali a rilevanza sanitaria, sanitari a rilevanza sociale e sociosanitari ad elevata integrazione sanitaria, ivi delineati, gli EELL e l'AUSLlavoro minorile, che concorrono alla definizione del presente atto, individuano degradano il rapporto di lavoro e scelgono disonorano la gestione associata quale forma e modalità adeguata alla piena e fattiva realizzazione dell'integrazione sociosanitaria. Ciò premesso, si conviene quanto segue:società civile.

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Samples: Contratto Collettivo Nazionale Di Lavoro

PREMESSA. L’integrazione sociosanitaria è rivolta a soddisfare bisogni L'Azienda Unità Sanitaria Locale di Latina (d'ora in poi ASL) ha posto come proprio obiettivo prioritario il potenziamento di modalità assistenziali che limitino il ricorso al ricovero ospedaliero attraverso una strategia di sviluppo della componente territoriale dell'assistenza che si fondi su un nuovo modello di cure territoriali. I termini di riferimento di tale nuovo modello, sono rappresentati dalla assunzione di responsabilità per l'insieme della comunità e dalla presa in carico attiva delle persone che presentano problemi di salute riconosciuti e rischi identificati di malattia. Si introduce pertanto e si richiede un approccio basato sul welfare di comunità, come sintesi teorica e pratica per un modello di cure domiciliari volto ad anticipare la presa in carico ed a ritardare il bisogno negli anziani fragili attraverso l'attivazione e la gestione di tutte le risorse disponibili nella comunità, siano esse di tipo formale che informale. Le nuove risposte assistenziali richiedono contestualmente prestazioni sanitarie infatti un forte incremento della flessibilità organizzativa e la ricerca di nuovi strumenti gestionali che assicurino l'appropriatezza degli interventi, la qualità professionale, il gradimento dei cittadini, la sostenibilità del modello e l'efficacia degli interventi. In questa prospettiva si intende ri-orientare il sistema di offerta dell'ASL da un atteggiamento passivo di risposta alle richieste e alle sollecitazioni dei cittadini ad un approccio attivo che identifichi il bisogno, ne prevenga l'evoluzione e le complicanze, orienti la domanda e - conseguentemente - ampli l'offerta. La strategia del cambiamento delle cure domiciliari è stata declinata già nel documento di piano triennale (2007-2009) per la riorganizzazione, la riqualificazione ed azioni di protezione socialeil potenziamento dei servizi assistenziali, anche di lungo periodo, sulla base di progetti personalizzati redatti sulla scorta di valutazioni multidimensionali. Sia a livello regionale che di ambito distrettuale sono stati sviluppati negli anni numerosi strumenti di programmazione, che devono necessariamente essere tra loro raccordati e che sono: • ripresa nei successivi documenti quali l'Atto Aziendale ed il Piano Sociale e Sanitario; • il Piano Regionale per la Prevenzione, • le linee annuali di programmazione e finanziamento del SSR; • le linee di programmazione regionale integrata dei servizi pubblici del lavoro, sociali e sanitari, previste dalla L.R. n.14/2015. Si richiama, in appendice, la normativa che delinea tale impianto programmatorio e l’assetto previsto per la sua attuazione, quale parte integrante della presente convenzione. Il presupposto su cui poggia la definizione di integrazione origina dalla considerazione che esistono situazioni peculiari della vita della persona che richiedono necessariamente un intervento finalizzato a soddisfare globalmente la contestuale esigenza del soggetto di un bisogno sanitario e di un bisogno sociale. Ai sensi della richiamata LR n. 2/2003: - i Comuni sono titolari delle funzioni amministrative e dei compiti di programmazione, progettazione e realizzazione del sistema locale dei servizi sociali a rete, dell'erogazione dei servizi e delle prestazioni sociali, nonché delle altre funzioni e compiti loro conferiti dalla legislazione statale e regionale; - l’Azienda USL assicura, attraverso le risorse finanziarie pubbliche, i livelli essenziali e uniformi di assistenza definiti dal Piano sanitario nazionale nel rispetto dei principi della dignità della persona umana, del bisogno di salute, dell’equità nell’accesso all’assistenza, della qualità delle cure e della loro appropriatezza riguardo alle specifiche esigenze nonché dell’economicità nell’impiego delle risorse; - le attività ad integrazione sociostrategico 2014-sanitaria sono volte a soddisfare le esigenze di tutela della salute, di recupero e mantenimento delle autonomie personali, d'inserimento sociale e miglioramento delle condizioni di vita, anche mediante prestazioni a carattere prolungato e si distinguono in: a) prestazioni sanitarie a rilevanza sociale, comprensive di quelle connotate da elevata integrazione sanitaria, assicurate dalle Aziende unità sanitarie locali; b) prestazioni sociali a rilevanza sanitaria, assicurate dai Comuni; - i Comuni e le Aziende unità sanitarie locali individuano, nell'ambito degli accordi di integrazione socio-sanitaria, i modelli organizzativi e gestionali, fondati sull'integrazione professionale delle rispettive competenze, ed i relativi rapporti finanziari. L’integrazione sociosanitaria è valore primario e obiettivo strategico del sistema regionale di welfare. E’ fattore fondamentale di qualificazione dell’offerta dei servizi e delle prestazioni sociosanitarie in quanto consente di organizzare interventi di risposta ai bisogni fondati sul riconoscimento della persona nella sua globalità e rapportata al suo contesto di vita, generando una maggiore efficacia di cura e un uso più efficiente delle risorse. L’integrazione istituzionale ne costituisce la premessa, assicurando, in maniera unitaria, la funzione di governance del sistema di welfare nell’ambito della pianificazione e degli indirizzi regionali nonché del coordinamento di livello intermedio spettante alla Conferenza Territoriale Sociale e Sanitaria2016, secondo i principi ora delineati nel vigente Piano Sociale seguenti indirizzi: - la realizzazione di forme di offerta attiva di assistenza dopo la dimissione soprattutto nei pazienti ad elevato rischio di ricovero ripetuto come quelli affetti da diabete mellito scompensato, cardiopatie croniche in fase di labile compenso e Sanitario. Il governo del broncopneumopatia cronica ostruttiva grave; - la organizzazione di un sistema di welfare locale integrato, ospedaliero, residenziale e il coordinamento delle politiche sociali, sociosanitarie e sanitarie a livello territoriale, spettanoper la postacuzie, poiil recupero funzionale e l'assistenza protratta; - la creazione delle Case della Salute e l'attivazione delle UCP all'interno delle strutture distrettuali - la valorizzazione del ruolo della medicina generale. Lo stesso documento, inoltre, propone di considerare con particolare attenzione le condizioni di fragilità individuale e sociale e le condizioni di marginalità che concorrono ad aumentare il rischio di malattia, tenendo in particolare conto delle nuove forme di marginalità legate all'immigrazione, al Comitato precariato e alle condizioni di Distretto che agisce il ruolo strategico disuguaglianza. Questa attenzione deve privilegiare forme sempre più avanzate di indirizzo, programmazione, governo delle risorse integrazione socio- sanitaria e regolazione dell’accesso al sistema sociosanitario integrato in ambito distrettuale attraverso gli strumenti del “Piano lo sviluppo di Zona per la salute programmi integrati con i comuni e il benessere sociale”, a valenza triennale, del “Programma Attuativo Annuale” a valenza annuale/biennale, del “Piano Annuale delle Attività per la Non Autosufficienza” e del “Piano integrato territoriale dei servizi pubblici del lavoro, sociali e sanitari” di cui alla LR 14/2015. Il Comitato di Distretto individua, con apposito regolamento, i propri meccanismi di funzionamento. All’esercizio delle funzioni di governo, spettanti al Comitato di Distretto, così come definite dalle Legge Regionali n. 19/1994 e n. 29/2004, partecipa il Direttore di Distretto che, coerentemente agli indirizzi di programmazione e nel rispetto dei vincoli economico- finanziari, collabora alla programmazione delle attività territoriali, definendo le caratteristiche quali-quantitative dei servizi offerti nel territorio, proponendo una committenza coerente con la domanda espressa dalla popolazione di riferimento, individuando forme di organizzazione dei servizi, di erogazione delle prestazioni e di acquisizione delle risorse adeguate a massimizzare la qualità, l’efficienza e l’efficacia dei processi di produzione dell’assistenza e orientate a garantire, altresì, l’assistenza primaria, la continuità delle cure e l’integrazione ospedale-territorio. Per l’esercizio delle proprie competenze, il Comitato di Distretto si avvale dell’Ufficio di Piano, struttura tecnico gestionale comune ad EELL ed AUSL, quale supporto tecnico ed organizzativo alle funzioni di programmazione, regolazione e controllo del sistema integrato dei servizi sociali, sociosanitari e sanitari più direttamente connessi con l’area dell’integrazione in ambito distrettuale. Per l'esercizio delle rispettive competenze nell'attuazione della programmazione di ambito distrettuale e nella gestione operativa delle azioni e degli interventi sociali a rilevanza sanitaria, sanitari a rilevanza sociale e sociosanitari ad elevata integrazione sanitaria, ivi delineati, gli EELL e l'AUSL, che concorrono alla definizione del presente atto, individuano e scelgono la gestione associata quale forma e modalità adeguata alla piena e fattiva realizzazione dell'integrazione sociosanitaria. Ciò premesso, si conviene quanto segue:amministrazioni locali.

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PREMESSA. L’integrazione sociosanitaria Il presente Capitolato è rivolta a soddisfare bisogni stato redatto con la consapevolezza che sia necessario introdurre nell’alimentazione scolastica l’uso dei prodotti di salute che richiedono contestualmente prestazioni sanitarie ed azioni qualità del territorio per rispondere ad esigenze di protezione sostenibilità economica, sociale, anche di lungo periodo, sulla base di progetti personalizzati redatti sulla scorta di valutazioni multidimensionali. Sia a livello regionale che di ambito distrettuale sono stati sviluppati negli anni numerosi strumenti di programmazione, che devono necessariamente essere tra loro raccordati ambientale e che sono: • il Piano Sociale e Sanitario; • il Piano Regionale per la Prevenzione, • le linee annuali di programmazione e finanziamento del SSR; • nutrizionale in coerenza con le linee di programmazione regionale integrata dei servizi pubblici del lavoro, sociali e sanitari, previste dalla L.R. n.14/2015. Si richiama, in appendice, la normativa che delinea tale impianto programmatorio e l’assetto previsto indirizzo nazionale per la sua attuazioneristorazione scolastica (Ministero della Salute, quale parte integrante conferenza unificata del 29 aprile 2010). La ristorazione scolastica rappresenta un settore della presente convenzioneristorazione collettiva in cui si concentrano peculiari valenze di tipo preventivo, educativo e nutrizionale, di garanzie igienico – sanitarie e di sicurezza nell’ambito di un percorso di qualità totale. Pasti sicuri sotto l’aspetto igienico – sanitario e coerenti sotto il profilo nutrizionale devono armonizzarsi con iniziative di educazione alimentare capaci di abituare i piccoli a nuove e varie esperienze gustative. Il presupposto su cui poggia Comune di Arborea con il presente affidamento intende migliorare la definizione sostenibilità ambientale, sociale ed economica della ristorazione scolastica per il territorio ed accrescere il grado di integrazione origina dalla considerazione soddisfacimento da parte degli utenti del servizio cercando di garantire la salute delle nuove generazioni. Il Comune di Arborea si propone il compito di fornire indicazioni concrete per tutti coloro che esistono situazioni peculiari della vita della persona hanno un ruolo nella acquisizione, nella preparazione e nella somministrazione di pasti nelle mense scolastiche affinché ciò avvenga nel rispetto di tutti gli aspetti che richiedono necessariamente un intervento finalizzato a soddisfare globalmente la contestuale esigenza del soggetto fanno di un bisogno sanitario pasto una fonte di salute e piacere, anche nel caso di diete destinate a persone soggette a restrizioni alimentari perché l’accettazione delle prescrizioni dietetiche non deve e non può essere disgiunta dagli aspetti organolettici che possono condizionare l’accettazione del pasto da parte del consumatore. L’alimentazione rappresenta un fattore vitale nella vita dell’essere umano e può diventare uno strumento importante che se, utilizzato consapevolmente può contribuire al mantenimento di una buona condizione di salute individuale, sociale ed ambientale”. (tratto da Det. ras n. 1567 /2016). L’Educazione Alimentare ha tra i propri fini il generale miglioramento dello stato di benessere degli individui, attraverso la promozione di adeguate abitudini alimentari, l’eliminazione dei comportamenti alimentari non soddisfacenti, l’utilizzazione di manipolazioni più igieniche di cibo e di acqua, un bisogno sociale. Ai sensi della richiamata LR n. 2/2003: - i Comuni sono titolari efficiente utilizzo delle funzioni amministrative e dei compiti di programmazione, progettazione e realizzazione del sistema locale dei servizi sociali a rete, dell'erogazione dei servizi e delle prestazioni sociali, nonché delle altre funzioni e compiti loro conferiti dalla legislazione statale e regionale; - l’Azienda USL assicura, attraverso le risorse finanziarie pubbliche, i livelli essenziali e uniformi di assistenza definiti dal Piano sanitario nazionale nel rispetto dei principi della dignità della persona umana, del bisogno di salute, dell’equità nell’accesso all’assistenza, della qualità delle cure e della loro appropriatezza riguardo alle specifiche esigenze nonché dell’economicità nell’impiego delle risorse; - le attività ad integrazione socio-sanitaria sono volte a soddisfare le esigenze di tutela della salute, di recupero e mantenimento delle autonomie personali, d'inserimento sociale e miglioramento delle condizioni di vita, anche mediante prestazioni a carattere prolungato e si distinguono in: a) prestazioni sanitarie a rilevanza sociale, comprensive di quelle connotate da elevata integrazione sanitaria, assicurate dalle Aziende unità sanitarie locali; b) prestazioni sociali a rilevanza sanitaria, assicurate dai Comuni; - i Comuni e le Aziende unità sanitarie locali individuano, nell'ambito degli accordi di integrazione socio-sanitaria, i modelli organizzativi e gestionali, fondati sull'integrazione professionale delle rispettive competenze, ed i relativi rapporti finanziari. L’integrazione sociosanitaria è valore primario e obiettivo strategico del sistema regionale di welfare. E’ fattore fondamentale di qualificazione dell’offerta dei servizi e delle prestazioni sociosanitarie in quanto consente di organizzare interventi di risposta ai bisogni fondati sul riconoscimento della persona nella sua globalità e rapportata al suo contesto di vita, generando una maggiore efficacia di cura alimentari e un uso più efficiente corretto delle risorsematerie prime. L’integrazione istituzionale ne costituisce Considerando che un’alimentazione sana non deve solo rispettare le necessità qualitative e quantitative dell’organismo, ma deve armonizzarsi con la premessa, assicurando, in maniera unitariasfera psicologica e di relazione dell’individuo, la funzione finalità dell’Educazione Alimentare si persegue con il raggiungimento di governance del sistema di welfare nell’ambito della pianificazione e degli indirizzi regionali nonché del coordinamento di livello intermedio spettante alla Conferenza Territoriale Sociale e Sanitaria, secondo i principi ora delineati nel vigente Piano Sociale e Sanitario. Il governo del sistema di welfare locale e il coordinamento delle politiche sociali, sociosanitarie e sanitarie a livello territoriale, spettano, poi, al Comitato di Distretto che agisce il ruolo strategico di indirizzo, programmazione, governo delle risorse e regolazione dell’accesso al sistema sociosanitario integrato in ambito distrettuale attraverso gli strumenti del “Piano di Zona alcuni obiettivi significativi per la salute e il benessere sociale”della popolazione scolastica, a valenza triennalegià nel breve e medio periodo. In particolare: • incentivare la consapevolezza dell’importanza del rapporto cibo-salute, così da sviluppare una coscienza alimentare personale e collettiva, secondo le indicazioni dei soggetti e delle Istituzioni preposte; • favorire l’adozione di sani comportamenti alimentari, adottando le metodologie didattiche più opportune e considerando con particolare attenzione la conoscenza delle produzioni agroalimentari di qualità, ottenute nel rispetto dell’ambiente, della legalità e dei principi etici, legate alla tradizione e cultura del “Programma Attuativo Annuale” a valenza annuale/biennaleterritorio; • promuovere la conoscenza del sistema agroalimentare, del “Piano Annuale mediante la comprensione delle Attività per relazioni esistenti tra sistemi produttivi e distributivi, in rapporto alle risorse alimentari, all’ambiente e alla società; • promuovere la Non Autosufficienza” e del “Piano integrato territoriale dei servizi pubblici del lavorotrasversalità dell’Educazione Alimentare, negli aspetti scientifici, storici, geografici, culturali, antropologici, ecologici, sociali e sanitari” psicologici legati al rapporto, personale e collettivo, con il cibo; • promuovere un concetto di cui alla LR 14/2015socialità complessiva del cibo, che partendo dalla sicurezza, incorpori aspetti valoriali relativi a sostenibilità, etica, legalità, intercultura, territorialità. Il Comitato di Distretto individuacibo è e deve essere gioia, con apposito regolamento, soprattutto per i propri meccanismi di funzionamento. All’esercizio delle funzioni di governo, spettanti al Comitato di Distretto, così come definite dalle Legge Regionali n. 19/1994 e n. 29/2004, partecipa il Direttore di Distretto che, coerentemente agli indirizzi di programmazione e nel rispetto dei vincoli economico- finanziari, collabora alla programmazione delle attività territoriali, definendo le caratteristiche quali-quantitative dei servizi offerti nel territorio, proponendo una committenza coerente con la domanda espressa dalla popolazione di riferimento, individuando forme di organizzazione dei servizi, di erogazione delle prestazioni e di acquisizione delle risorse adeguate a massimizzare la qualità, l’efficienza e l’efficacia dei processi di produzione dell’assistenza e orientate a garantire, altresì, l’assistenza primaria, la continuità delle cure e l’integrazione ospedale-territorio. Per l’esercizio delle proprie competenzepiù giovani, il Comitato cibo deve unire e non dividere. La Scuola, anche grazie alla passione dei docenti e all’entusiasmo degli studenti e delle loro famiglie, su questi temi deve e può fare molto. Il modello alimentare sostenuto nel presente documento mira ad ottenere un basso impatto ambientale e contribuisce alla sicurezza alimentare e ad uno stile di Distretto vita sano per le generazioni attuali e future. Un’alimentazione sostenibile rispetta la biodiversità e gli ecosistemi, è culturalmente accettabile e accessibile, economicamente sostenibile, adeguata dal punto di vista nutrizionale e contribuisce ad ottimizzare le risorse naturali e umane. In altre parole, una dieta sostenibile deve generare effetti positivi a lungo termine sulla salute, sull'ambiente, sulla società e sull'economia. E’ stato quindi elaborato il presente capitolato che comprende le diverse fasi di approvvigionamento dei prodotti, preparazione, confezionamento e somministrazione dei pasti, allestimento e pulizia dei locali, gestione dei rifiuti, oltre a percorsi di educazione alimentare e quant’altro necessario per lo svolgimento del servizio. L’attenzione al contesto ambientale in cui si avvale dell’Ufficio consuma il pasto va considerato un elemento concreto della qualità dell’offerta di Pianoristorazione ed è un ulteriore elemento di prospettiva di miglioramento del servizio della ristorazione scolastica stessa. Si rinvia, struttura tecnico gestionale comune ad EELL ed AUSLinoltre, quale supporto tecnico ed organizzativo alle funzioni a quanto stabilito nel Documento allegato al presente capitolato, denominato “La giornata alimentare del bambino in età scolare” redato dalla Asl di programmazioneOristano, regolazione dalla Provincia di Oristano e controllo del sistema integrato dei servizi sociali, sociosanitari e sanitari più direttamente connessi con l’area dell’integrazione in ambito distrettuale. Per l'esercizio delle rispettive competenze nell'attuazione dall’Ufficio provinciale della programmazione di ambito distrettuale e nella gestione operativa delle azioni e degli interventi sociali a rilevanza sanitaria, sanitari a rilevanza sociale e sociosanitari ad elevata integrazione sanitaria, ivi delineati, gli EELL e l'AUSL, che concorrono alla definizione del presente atto, individuano e scelgono la gestione associata quale forma e modalità adeguata alla piena e fattiva realizzazione dell'integrazione sociosanitaria. Ciò premesso, si conviene quanto segue:scuola.

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PREMESSA. L’integrazione sociosanitaria Il “Protocollo condiviso di regolazione delle misure per il contrasto e il contenimento della diffusione del virus Covid-19 negli ambienti di lavoro” sottoscritto il 14 marzo 2020, integrato in data 24 aprile, reca misure e soluzioni organizzative per la sicurezza dei lavoratori del settore privato che sono pienamente in linea con le indicazioni fornite alle pubbliche amministrazioni con le direttive n. 2/2020 e n. 3/2020 del Ministro per la Pubblica amministrazione e ne condividono l'impostazione di fondo, secondo cui la modalità di lavoro ordinaria è rivolta a soddisfare bisogni il lavoro agile. Visto anche quanto previsto dal DPCM 26 aprile 2020. La crisi epidemiologica da Covid-19 in corso ha imposto l’assunzione di salute che richiedono contestualmente prestazioni sanitarie ed azioni di protezione socialetempestive, anche di lungo periodo, sulla base di progetti personalizzati redatti sulla scorta di valutazioni multidimensionali. Sia a livello regionale che di ambito distrettuale sono stati sviluppati negli anni numerosi strumenti di programmazionedestinate ad avere efficacia sino al termine dello stato emergenziale, che devono necessariamente essere tra loro raccordati orientate alla massima uniformità e caratterizzate da coerenza di comportamenti. È necessario che sono: • il Piano Sociale ogni amministrazione garantisca la piena attuazione delle indicazioni fornite con le richiamate direttive n. 2 e Sanitario; • il Piano Regionale 3/2020 e con la circolare n. 2 del 1° aprile 2020 del Ministro per la PrevenzionePubblica Amministrazione, • le linee annuali di programmazione limitando al minimo indispensabile la presenza negli uffici e finanziamento del SSR; • le linee di programmazione regionale integrata dei servizi pubblici del lavoro, sociali e sanitari, previste dalla L.R. n.14/2015. Si richiama, in appendice, la normativa che delinea tale impianto programmatorio e l’assetto previsto adottando ogni idonea misura per la sua attuazionetutela della salute del proprio personale. In tale contesto, quale parte integrante della presente convenzione. Il presupposto su cui poggia partendo dall’assunto che tutte le pubbliche amministrazioni rappresentano insostituibile supporto vitale per l’organizzazione del Paese e per il rilancio economico dello stesso nonché uno strumento di equità e imparzialità per garantire a tutta la definizione di integrazione origina dalla considerazione che esistono situazioni peculiari della vita della persona che richiedono necessariamente un intervento finalizzato a soddisfare globalmente la contestuale esigenza nazione servizi efficienti e puntuali, vanno promosse rapidamente in tutte le realtà del soggetto di un bisogno sanitario e di un bisogno sociale. Ai sensi della richiamata LR n. 2/2003: - i Comuni sono titolari delle funzioni amministrative e dei compiti di programmazione, progettazione e realizzazione del sistema locale dei servizi sociali a rete, dell'erogazione dei servizi e delle prestazioni sociali, nonché delle altre funzioni e compiti loro conferiti dalla legislazione statale e regionale; - l’Azienda USL assicura, attraverso le risorse finanziarie pubbliche, i livelli essenziali e uniformi di assistenza definiti dal Piano sanitario nazionale nel rispetto dei principi della dignità della persona umana, del bisogno di salute, dell’equità nell’accesso all’assistenza, della qualità delle cure e della loro appropriatezza riguardo alle specifiche esigenze nonché dell’economicità nell’impiego delle risorse; - le attività lavoro pubblico misure volte ad integrazione socio-sanitaria sono volte a soddisfare evitare il contagio da Covid-19 contemperando le esigenze di tutela della salutesalute dei cittadini/utenti e cittadini/dipendenti, limitandone al massimo ogni spostamento e le occasioni di recupero assembramento, con la garanzia di erogazione dei servizi ritenuti essenziali e mantenimento indifferibili nell’attuale situazione di emergenza. Come stabilito dal DPCM 11 marzo 2020, integrato come sopra indicato, le pubbliche amministrazioni di cui all’articolo 1, comma 2, del decreto legislativo 30 marzo 2001 n. 165 assicurano lo svolgimento in via ordinaria delle autonomie personali, d'inserimento sociale e miglioramento delle condizioni di vitaprestazioni lavorative in forma agile del proprio personale dipendente, anche mediante prestazioni in deroga agli accordi individuali e agli obblighi informativi di cui agli articoli da 18 a carattere prolungato 23 della legge 22 maggio 2017, n. 81. Come stabilito dal DPCM 22 marzo 2020, e si distinguono in: a) prestazioni sanitarie a rilevanza socialesostanzialmente confermato dal DPCM 26 aprile 2020, comprensive le attività dell’amministrazione pubblica non differibili e che riguardano l'effettuazione di servizi pubblici essenziali non sono tra quelle connotate da elevata integrazione sanitaria, assicurate dalle Aziende unità sanitarie locali; b) prestazioni sociali a rilevanza sanitaria, assicurate dai Comuni; - i Comuni sospese. Il Ministro per la Pubblica Amministrazione e le Aziende unità sanitarie locali individuanoorganizzazioni sindacali CGIL, nell'ambito degli accordi CISL e UIL, maggiormente rappresentative nelle pubbliche amministrazioni ritengono fondamentale promuovere orientamenti comuni e condivisi per agevolare tutte le amministrazioni pubbliche, nell’estesa adozione di integrazione sociomodalità organizzative di lavoro agile e piani di sicurezza anti-sanitariacontagio sottoscrivendo il presente Protocollo, i modelli organizzativi per quanto non espressamente previsto dalla normativa vigente, dai CCNL dei comparti e gestionalidelle aree di contrattazione, fondati sull'integrazione professionale delle rispettive competenzenonché in coerenza con quanto previsto dalle direttive 2 e 3/2020 e dalla circolare n. 2/2020 del Ministro per la pubblica amministrazione, ed i relativi rapporti finanziari. L’integrazione sociosanitaria è valore primario dal DPCM 11 marzo 2020, dal DPCM 22 marzo 2020 e obiettivo strategico dal DPCM 26 aprile 2020, al fine di promuovere e agevolare il ricorso a misure necessarie a contenere la diffusione del sistema regionale contagio, mettere in sicurezza gli ambienti di welfare. E’ fattore fondamentale lavoro e di qualificazione dell’offerta accesso al pubblico e contestualmente garantire la continuità dei servizi e delle prestazioni sociosanitarie in quanto consente i livelli retributivi dei pubblici dipendenti che li prestano. In particolare, nei limiti di organizzare interventi di risposta ai bisogni fondati sul riconoscimento della persona nella sua globalità e rapportata al suo contesto di vita, generando una maggiore efficacia di cura e un uso più efficiente delle risorse. L’integrazione istituzionale ne costituisce la premessa, assicurando, in maniera unitaria, la funzione di governance del sistema di welfare nell’ambito della pianificazione e degli indirizzi regionali nonché del coordinamento di livello intermedio spettante alla Conferenza Territoriale Sociale e Sanitaria, secondo i principi ora delineati nel vigente Piano Sociale e Sanitario. Il governo del sistema di welfare locale e il coordinamento delle politiche sociali, sociosanitarie e sanitarie a livello territoriale, spettano, poi, al Comitato di Distretto che agisce il ruolo strategico di indirizzo, programmazione, governo delle risorse e regolazione dell’accesso al sistema sociosanitario integrato in ambito distrettuale attraverso gli strumenti del “Piano di Zona per la salute e il benessere sociale”, a valenza triennale, del “Programma Attuativo Annuale” a valenza annuale/biennale, del “Piano Annuale delle Attività per la Non Autosufficienza” e del “Piano integrato territoriale dei servizi pubblici del lavoro, sociali e sanitari” di cui alla LR 14/2015. Il Comitato di Distretto individua, con apposito regolamento, i propri meccanismi di funzionamento. All’esercizio delle funzioni di governo, spettanti al Comitato di Distretto, così come definite dalle Legge Regionali n. 19/1994 e n. 29/2004, partecipa il Direttore di Distretto che, coerentemente agli indirizzi di programmazione propria competenza e nel rispetto dei vincoli economico- finanziaridella normativa vigente, collabora alla programmazione delle attività territorialiin considerazione dell’attuale stato di emergenza, definendo le caratteristiche quali-quantitative dei servizi offerti nel territorio, proponendo una committenza coerente con la domanda espressa dalla popolazione parti convengono quanto di riferimento, individuando forme di organizzazione dei servizi, di erogazione delle prestazioni e di acquisizione delle risorse adeguate a massimizzare la qualità, l’efficienza e l’efficacia dei processi di produzione dell’assistenza e orientate a garantire, altresì, l’assistenza primaria, la continuità delle cure e l’integrazione ospedale-territorio. Per l’esercizio delle proprie competenze, il Comitato di Distretto si avvale dell’Ufficio di Piano, struttura tecnico gestionale comune ad EELL ed AUSL, quale supporto tecnico ed organizzativo alle funzioni di programmazione, regolazione e controllo del sistema integrato dei servizi sociali, sociosanitari e sanitari più direttamente connessi con l’area dell’integrazione in ambito distrettuale. Per l'esercizio delle rispettive competenze nell'attuazione della programmazione di ambito distrettuale e nella gestione operativa delle azioni e degli interventi sociali a rilevanza sanitaria, sanitari a rilevanza sociale e sociosanitari ad elevata integrazione sanitaria, ivi delineati, gli EELL e l'AUSL, che concorrono alla definizione del presente atto, individuano e scelgono la gestione associata quale forma e modalità adeguata alla piena e fattiva realizzazione dell'integrazione sociosanitaria. Ciò premesso, si conviene quanto segue:seguito esposto.

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PREMESSA. L’integrazione sociosanitaria è rivolta a soddisfare bisogni Il Piano Nazionale di Azioni per la Salute Mentale (PANSM), approvato dalla Conferenza Stato Regioni nella seduta del 24 gennaio 2013, fermo restando l’assetto dipartimentale dei servizi di salute che richiedono contestualmente prestazioni sanitarie ed azioni mentale, propone una riorganizzazione dei medesimi, funzionale all’adozione di protezione socialeuna metodologia fondata sulla necessità di lavorare per progetti di intervento, anche di lungo periodospecifici e differenziati, sulla base della valutazione dei bisogni delle persone e della implementazione di progetti personalizzati redatti sulla scorta percorsi di valutazioni multidimensionalicura; ciò implicando un approccio sistemico da parte delle equipe, rispetto a modalità di lavoro segmentali. Sia a livello regionale che di ambito distrettuale sono stati sviluppati negli anni numerosi strumenti di programmazione, che devono necessariamente essere tra loro raccordati Come suggerito dal PANSM: “I dati disponibili sulle attività dei DSM e che sono: • il Piano Sociale e Sanitario; • il Piano Regionale per la Prevenzione, • le linee annuali di programmazione e finanziamento del SSR; • le linee di programmazione regionale integrata dei servizi pubblici per i disturbi neuropsichici dell’infanzia e dell’adolescenza sembrano indicare una scarsa progettualità nei percorsi di assistenza. Tale situazione, riconducibile a una insufficiente differenziazione della domanda genera il pericolo di un utilizzo delle risorse non appropriato alla complessità dei bisogni presentati dagli utenti. In molti casi, gli utenti con disturbi gravi ricevono percorsi di assistenza simili agli utenti con disturbi comuni e viceversa”. A tal fine, il PANS individua tre modelli clinico-organizzativi atti a governare i processi di cura: Un tale modalità d’approccio deve informare principalmente le attività dei centri di salute mentale, sede organizzativa dell’équipe degli operatori del DSM e sede del coordinamento degli interventi di prevenzione, cura, riabilitazione e reinserimento sociale, a cui è affidata l’accoglienza, l’analisi della domanda, la valutazione diagnostica e del funzionamento personale e sociale dei pazienti. L’articolazione degli interventi per livelli di intensità terapeutico riabilitativa e assistenziale consente un utilizzo ottimale delle risorse strutturali e professionali. Il quadro di riferimento per realizzare quanto sopra è quello delle pratiche di miglioramento continuo della qualità (MCQ), con maggior riguardo alla qualità organizzativa e alla qualità dei processi. Già il Progetto obiettivo “Tutela Salute Mentale 1998-2000” poneva l’accento sull’esigenza di attivare programmi per il miglioramento continuo della qualità: ciascun DSM dovrebbe essere impegnato in almeno un progetto di MCQ relativo alla qualità manageriale, alla qualità professionale e alla qualità percepita (sia sulla soddisfazione di utenti e familiari, sia sulla soddisfazione degli operatori). A tal riguardo, particolare attenzione va posta al clima, alla cultura e al funzionamento organizzativi all’interno dei centri di salute mentale. Citando una ricerca sulla cultura organizzativa dei CSM1, bisogna puntare ad un’organizzazione orientata a curare massimamente le relazioni orizzontali fra gli tutti gli operatori, con una chiara individuazione dei ruoli e dei compiti. Un’organizzazione in cui: “sono considerati efficaci i tre ambiti del lavoro, sociali paritariamente: la relazione con il paziente, l’applicazione corretta di tecniche validate, il coinvolgimento dei familiari e sanitari, previste dalla L.R. n.14/2015. Si richiamadel contesto di vita del paziente, in appendiceuna visione articolata e unitaria della cura. La comunicazione appare come importante nella funzionalità del servizio; l’équipe di lavoro è vista come un fattore rilevante per perseguire la qualità del servizio, la normativa che delinea tale impianto programmatorio e l’assetto previsto per la sua attuazione, quale parte integrante della presente convenzionel’intera équipe si fa carico dei nuovi ingressi. Il presupposto su cui poggia la definizione di integrazione origina dalla considerazione che esistono situazioni peculiari della vita della persona che richiedono necessariamente un intervento finalizzato a soddisfare globalmente la contestuale esigenza L’utenza del soggetto di un bisogno sanitario CSM assume una forte rilevanza e di un bisogno sociale. Ai sensi della richiamata LR n. 2/2003: - i Comuni problemi caratterizzanti i pazienti del CSM sono titolari delle funzioni amministrative e dei compiti di programmazione, progettazione e realizzazione del sistema locale dei servizi sociali a rete, dell'erogazione dei servizi e delle prestazioni sociali, nonché delle altre funzioni e compiti loro conferiti dalla legislazione statale e regionale; - l’Azienda USL assicura, attraverso le risorse finanziarie pubbliche, i livelli essenziali e uniformi di assistenza definiti dal Piano sanitario nazionale nel rispetto dei principi della dignità della persona umana, del bisogno di salute, dell’equità nell’accesso all’assistenza, della qualità delle cure e della loro appropriatezza riguardo alle specifiche esigenze nonché dell’economicità nell’impiego delle risorse; - le attività ad integrazione socio-sanitaria sono volte a soddisfare le esigenze di tutela della salute, di recupero e mantenimento delle autonomie personali, d'inserimento sociale e miglioramento delle condizioni di vita, anche mediante prestazioni a carattere prolungato e si distinguono in: a) prestazioni sanitarie a rilevanza sociale, comprensive di quelle connotate da elevata integrazione sanitaria, assicurate dalle Aziende unità sanitarie locali; b) prestazioni sociali a rilevanza sanitaria, assicurate dai Comuni; - i Comuni e le Aziende unità sanitarie locali individuano, nell'ambito degli accordi di integrazione socio-sanitaria, i modelli organizzativi e gestionali, fondati sull'integrazione professionale delle rispettive competenze, ed i relativi rapporti finanziari. L’integrazione sociosanitaria è valore primario e obiettivo strategico del sistema regionale di welfareben differenziati”. E’ fattore fondamentale di qualificazione dell’offerta dei servizi e delle prestazioni sociosanitarie in quanto consente di organizzare interventi di risposta ai bisogni fondati sul riconoscimento della persona nella sua globalità e rapportata al suo questo il contesto di vita, generando una maggiore efficacia di cura e un uso più efficiente delle risorse. L’integrazione istituzionale ne costituisce la premessa, assicurando, in maniera unitaria, la funzione di governance del sistema di welfare nell’ambito della pianificazione e degli indirizzi regionali nonché del coordinamento di livello intermedio spettante alla Conferenza Territoriale Sociale e Sanitaria, secondo i principi ora delineati nel vigente Piano Sociale e Sanitario. Il governo del sistema di welfare locale e il coordinamento delle politiche sociali, sociosanitarie e sanitarie a livello territoriale, spettano, poi, al Comitato di Distretto che agisce il ruolo strategico di indirizzo, programmazione, governo delle risorse e regolazione dell’accesso al sistema sociosanitario integrato in ambito distrettuale attraverso gli strumenti del “Piano di Zona riferimento per la salute e il benessere sociale”, a valenza triennale, realizzazione degli obiettivi del “Programma Attuativo Annuale” a valenza annuale/biennale, del “Piano Annuale delle Attività per la Non Autosufficienza” e del “Piano integrato territoriale dei servizi pubblici del lavoro, sociali e sanitari” di cui alla LR 14/2015. Il Comitato di Distretto individua, con apposito regolamento, i propri meccanismi di funzionamento. All’esercizio delle funzioni di governo, spettanti al Comitato di Distretto, così come definite dalle Legge Regionali n. 19/1994 e n. 29/2004, partecipa il Direttore di Distretto che, coerentemente agli indirizzi di programmazione e nel rispetto dei vincoli economico- finanziari, collabora alla programmazione delle attività territoriali, definendo le caratteristiche quali-quantitative dei servizi offerti nel territorio, proponendo una committenza coerente con la domanda espressa dalla popolazione di riferimento, individuando forme di organizzazione dei servizi, di erogazione delle prestazioni e di acquisizione delle risorse adeguate a massimizzare la qualità, l’efficienza e l’efficacia dei processi di produzione dell’assistenza e orientate a garantire, altresì, l’assistenza primaria, la continuità delle cure e l’integrazione ospedale-territorio. Per l’esercizio delle proprie competenze, il Comitato di Distretto si avvale dell’Ufficio di Piano, struttura tecnico gestionale comune ad EELL ed AUSL, quale supporto tecnico ed organizzativo alle funzioni di programmazione, regolazione e controllo del sistema integrato dei servizi sociali, sociosanitari e sanitari più direttamente connessi con l’area dell’integrazione in ambito distrettuale. Per l'esercizio delle rispettive competenze nell'attuazione della programmazione di ambito distrettuale e nella gestione operativa delle azioni e degli interventi sociali a rilevanza sanitaria, sanitari a rilevanza sociale e sociosanitari ad elevata integrazione sanitaria, ivi delineati, gli EELL e l'AUSL, che concorrono alla definizione del presente atto, individuano e scelgono la gestione associata quale forma e modalità adeguata alla piena e fattiva realizzazione dell'integrazione sociosanitariaPANSM. Ciò premesso, il presente documento si conviene quanto seguepropone di approfondire alcuni obiettivi prioritari, indicati nel PANSM, dedicati all’individuazione di percorsi di cura relativamente ad alcuni raggruppamenti psicopatologici gravi: i disturbi schizofrenici, i disturbi dell’umore e i disturbi gravi di personalità. Ciò in ragione della complessità dei quadri clinici e delle compromissioni del funzionamento personale e sociale, con elevati livelli di disagio e di sofferenza individuale e familiare, il cui trattamento impegna circa due terzi delle risorse di budget dei servizi sanitari e sociosanitari. Si consideri, infatti, che, in base ai dati dell’epidemiologia dei servizi, gli utenti in carico per tali patologie superano il 50% della prevalenza trattata e rappresentano la quasi totalità dei ricoveri ospedalieri in SPDC. Come sviluppo di tali obiettivi, vengono declinati, per ciascun raggruppamento patologico, i relativi percorsi di cura, definiti sulla base delle evidenze scientifiche più aggiornate, al fine di garantire qualità ai processi e agli esiti. I percorsi di cura o percorsi diagnostico terapeutici assistenziali (PDTA) costituiscono, insieme alle Linee guida, strumenti del governo clinico che consentono di definire standard assistenziali e di verificare l’appropriatezza dell’assistenza erogata. I percorsi di cura sono costituiti da singoli processi assistenziali, che possono essere semplici o complessi, in relazione alla quantità di risorse umane e strutturali coinvolte. Possono, inoltre, definirsi come strumenti di gestione clinica finalizzati a fornire ai pazienti interventi di provata efficacia attraverso una sequenza logica di azioni in un tempo ottimale Tipicamente i percorsi di cura sono sviluppati per diagnosi frequenti, costose e connesse ad alti rischi per la salute del paziente; essi sono finalizzati ad un migliore uso delle risorse, a migliorare la qualità della cura e a ridurre il ritardo nell’erogazione di trattamenti efficaci. I principi chiave sono la centralità del paziente, l’integrazione multi professionale, la pratica basata sull’EBM ed il miglioramento continuo della qualità. Infine attraverso il percorso di cura otteniamo la contestualizzazione delle raccomandazioni delle linee Guida, relative ad una patologia o problematica clinica, all’interno di una specifica realtà organizzativa, tenute presenti le risorse ivi disponibili e le circostanze locali. A livello più generale, gli aspetti qualificanti dei percorsi di cura possono essere sintetizzati come di seguito:

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PREMESSA. L’integrazione sociosanitaria Nel corso degli oltre venti anni di funzionamento della bilateralità artigiana, si è rivolta assistito ad un progressivo ampliamento e consolidamento di tale esperienza, che le Parti sociali valutano positivamente. La bilateralità rappresenta il migliore strumento per dare risposte di sistema ad un comparto caratterizzato da una rilevante quantità di imprese con dimensioni contenute. La bilateralità offre le premesse per sviluppare iniziative tese ad allargare la rappresentatività e, attraverso essa, permettere la generalizzata applicazione degli accordi e dei contratti collettivi nazionali e regionali. Un moderno e più inclusivo sistema di "welfare contrattuale integrativo" non può prescindere dalla valorizzazione dall'esperienza della bilateralità, quale strumento della contrattazione finalizzato a soddisfare bisogni creare valore aggiunto a favore dei lavoratori e delle imprese. Le parti confermano dunque l'importanza che la bilateralità riveste nel sistema delle relazioni sindacali ai vari livelli e concordano sulla necessità di salute migliorare i criteri di funzionamento del sistema, al fine di garantire il massimo sviluppo e la più ampia diffusione e copertura delle prestazioni affidate agli Enti bilaterali. Nel quadro di relazioni sindacali coerenti sia con gli obiettivi di sviluppo e qualificazione produttiva e occupazionale delle imprese, sia con la struttura contrattuale presente, le Parti confermano l'attuale sistema di relazioni sindacali nonché il modello contrattuale che è disciplinato dai vigenti accordi interconfederali articolandosi su due livelli di contrattazione, rispettivamente Confederale e categoriale, precisando che la titolarità della contrattazione appartiene, per le rispettive competenze, al soggetto confederale nazionale e al soggetto di categoria, articolato, a loro volta a livello nazionale e regionale Premesso che con atto di indirizzo del 30/6/2010 e successivo recepimento nei CCNL di detta intesa, si è affermato il principio della contrattualizzazione della bilateralità al fine di rendere esigibile da parte dei lavoratori/trici anche le prestazioni di welfare contrattuale previste all’interno dei ccnl di categoria si constata che ciò ha permesso di conseguire risultati positivi anche per la qualità/quantità delle prestazioni offerte. Nella conferma di tale modello, occorre ora, in un'ottica di rafforzamento di questo patrimonio, delineare una fase di riorganizzazione, di rilancio ed innovazione del sistema bilaterale artigiano per favorire il passaggio ad una nuova stagione della bilateralità. L’evoluzione delle relazioni sindacali da un lato, la crisi economica, la riforma degli ammortizzatori sociali richiedono contestualmente nuovi indirizzi operativi e funzionali che possano perseguire obiettivi di efficacia, efficienza di sistema e trasparenza nella gestione degli strumenti bilaterali di origine confederale negoziale, ex lege e/o contrattuale in linea con le aspettative dei lavoratori e delle imprese. Le Parti considerano la bilateralità un’opportunità per le imprese e per i lavoratori e luogo di partecipazione e dialogo costruttivo; non sede di confronti negoziali. La bilateralità artigiana nelle sue varie forme e nei suoi due livelli -nazionale e regionale-è lo strumento attraverso il quale si erogano prestazioni sanitarie di welfare integrativo, a maggior ragione in relazione al progressivo arretramento dello stato sociale a sostegno di lavoratori ed azioni imprese. In questo quadro, assieme alla verifica dei raggiungimento dei fini istitutivi dei complessivi e singoli strumenti bilaterali, diviene essenziale promuovere meccanismi di protezione socialeresponsabilizzazione crescente nella gestione con la finalità di proteggere la ricchezza espressa da esperienze e da prestazioni del sistema, anche di lungo periodo, nonché gli stessi elementi patrimoniali valutando periodicamente gli andamenti operando sulla base di progetti personalizzati redatti sulla scorta un codice delle procedure ed una rendicontazione di valutazioni multidimensionalioneri/proventi dotata di sufficiente pubblicità, al fine di massimizzare le prestazioni per i lavoratori e le imprese. Sia Per le stesse ragioni, occorre perseguire l’obiettivo dell'efficienza massima degli strumenti bilaterali strettamente legata alla loro capacità di funzionare secondo criteri integrati e di sistema di buona gestione, coerenti con le risorse gestite e governati da adeguate professionalità. le Parti, nel valorizzare l’esperienza fin qui fatta e nel confermare l'impegno e l'obiettivo di avere un sistema complessivo di welfare integrativo efficace e soprattutto efficiente, in conformità ai principi di trasparenza, efficienza nel funzionamento e sostenibilità futura, - che la fonte della bilateralità artigiana sono gli accordi interconfederali nazionali e regionali con la possibile integrazione da parte dei contratti collettivi nazionali e regionali di categoria per le proprie competenze; e che da questi derivano la contrattualizzazione dei diritti per i lavoratori e le lavoratrici e la loro generalizzazione; - che la bilateralità deve essere lo strumento che, in conformità ai principi di buona gestione sopra richiamati, realizza un modello di welfare integrato e coordinato; - di sostenere il welfare contrattuale consolidato, anche alla luce delle necessarie masse critiche indispensabili alla sostenibilità futura di tale welfare; - di svolgere una azione di indirizzo e coordinamento sulle eventuali iniziative assunte, a livello regionale da strutture che si pongono anche come co-gestori di ambito distrettuale welfare locale ad integrazione di welfare contrattuale già esistente; - di realizzare una netta separazione tra indirizzo politico e operatività gestionale riaffermando il ruolo e la piena ed effettiva operatività prevista dagli Statuti dei singoli strumenti bilaterali fermo restando il ruolo di indirizzo generale in capo alle Parti Sociali istitutive; -che nello spirito bilaterale e paritetico, fermo restando l’individuazione della Presidenza quale “unicum” composto da Presidente e Vice Presidente, la carica di Legale rappresentante sia a rotazione alternativa tra la rappresentanza datoriale e quella Sindacale; - che le Parti sono stati sviluppati negli anni numerosi impegnate a dare corso alla scadenza di tutti gli organismi bilaterali alla separazione tra indirizzo politico ed attività gestionale rivolto a stabilire un criterio di incompatibilità tra i soggetti abilitati alla gestione degli organismi esecutivi degli strumenti bilaterali e i rappresentanti legali delle parti sociali che sottoscrivono gli accordi negoziali a questi strumenti bilaterali riferiti o riferibili; - che i designati dalle Parti sociali presenti in un organo di gestione delle politiche formative e gli incaricati anche in ruoli operativi di queste strutture non possano essere nominati in fondi deputati a realizzare analoghe prestazioni a livello nazionale, e non debbano avere interessi in attività connesse con l’erogazione delle prestazioni e dei servizi degli stessi Fondi; - che nella gestione degli Enti/Fondi/Associazioni si prosegua nell’adozione di sempre migliori criteri di trasparenza, efficienza e sostenibilità, visibili anche attraverso i bilanci/rendiconti, nei budget previsionali e nei documenti di programmazione, individuando il giusto equilibrio tra servizi/prestazioni forniti e costi; - che devono necessariamente essere tra le entrate siano comunque prevalentemente destinate a prestazioni/servizi per lavoratori e imprese, contenendo nella massima misura possibile i costi di gestione; - di mettere in sinergia a livello nazionale e regionale, l'utilizzo comune di sedi, sistemi operativi, dotazioni e reti informatiche, non soltanto per realizzare possibili economie di scala, ma anche per mettere a fattor comune elementi di conoscenza presenti all'interno degli strumenti bilaterali al fine di realizzare possibili interventi propositivi per lo sviluppo degli stessi; - che nell’ambito del processo di individuazione delle professionalità chiamate ad operare negli strumenti bilaterali sia indispensabile procedere mediante criteri oggettivi che rispondano ai bisogni effettivi della struttura e valorizzino esclusivamente le capacità e le competenze dei candidati. Infine, le Parti reputano necessario che in ottica di trasparenza ed evidenza dell'efficienza della gestione di sistema, tutti gli Enti Bilaterali Regionali, fermo restando la loro raccordati autonoma responsabilità civilistica redigano e trasmettano in modo tempestivo all'Ente Bilaterale nazionale i propri bilanci dopo l’approvazione degli stessi, e che sono: • il Piano Sociale e Sanitario; • il Piano Regionale per la Prevenzionei bilanci vengano predisposti secondo uno schema di bilancio tipo definito a livello nazionale. Le parti si impegnano a dare attuazione nei tempi stabiliti, • le linee annuali di programmazione e finanziamento del SSR; • le linee di programmazione regionale integrata dei servizi pubblici del lavoro, sociali e sanitari, previste dalla L.R. n.14/2015. Si richiama, in appendice, la normativa che delinea tale impianto programmatorio e l’assetto previsto per la sua attuazione, quale parte integrante ai contenuti della presente convenzione. Il presupposto su cui poggia la definizione di integrazione origina dalla considerazione che esistono situazioni peculiari della vita della persona che richiedono necessariamente un intervento finalizzato a soddisfare globalmente la contestuale esigenza del soggetto di un bisogno sanitario e di un bisogno sociale. Ai sensi della richiamata LR n. 2/2003: - i Comuni sono titolari delle funzioni amministrative e dei compiti di programmazione, progettazione e realizzazione intesa all'interno del sistema locale dei servizi sociali bilaterale dell'artigianato nei vari organismi bilaterali ed a rete, dell'erogazione dei servizi e delle prestazioni sociali, nonché delle altre funzioni e compiti loro conferiti dalla legislazione statale e regionale; - l’Azienda USL assicura, attraverso le risorse finanziarie pubbliche, tutti i livelli essenziali e uniformi di assistenza definiti dal Piano sanitario nazionale nel rispetto dei principi della dignità della persona umana. Roma, del bisogno di salutexx, dell’equità nell’accesso all’assistenzaluglio, della qualità delle cure e della loro appropriatezza riguardo alle specifiche esigenze nonché dell’economicità nell’impiego delle risorse; - le attività ad integrazione socio-sanitaria sono volte a soddisfare le esigenze di tutela della salute, di recupero e mantenimento delle autonomie personali, d'inserimento sociale e miglioramento delle condizioni di vita, anche mediante prestazioni a carattere prolungato e si distinguono in: a) prestazioni sanitarie a rilevanza sociale, comprensive di quelle connotate da elevata integrazione sanitaria, assicurate dalle Aziende unità sanitarie locali; b) prestazioni sociali a rilevanza sanitaria, assicurate dai Comuni; - i Comuni e le Aziende unità sanitarie locali individuano, nell'ambito degli accordi di integrazione socio-sanitaria, i modelli organizzativi e gestionali, fondati sull'integrazione professionale delle rispettive competenze, ed i relativi rapporti finanziari. L’integrazione sociosanitaria è valore primario e obiettivo strategico del sistema regionale di welfare. E’ fattore fondamentale di qualificazione dell’offerta dei servizi e delle prestazioni sociosanitarie in quanto consente di organizzare interventi di risposta ai bisogni fondati sul riconoscimento della persona nella sua globalità e rapportata al suo contesto di vita, generando una maggiore efficacia di cura e un uso più efficiente delle risorse. L’integrazione istituzionale ne costituisce la premessa, assicurando, in maniera unitaria, la funzione di governance del sistema di welfare nell’ambito della pianificazione e degli indirizzi regionali nonché del coordinamento di livello intermedio spettante alla Conferenza Territoriale Sociale e Sanitaria, secondo i principi ora delineati nel vigente Piano Sociale e Sanitario. Il governo del sistema di welfare locale e il coordinamento delle politiche sociali, sociosanitarie e sanitarie a livello territoriale, spettano, poi, al Comitato di Distretto che agisce il ruolo strategico di indirizzo, programmazione, governo delle risorse e regolazione dell’accesso al sistema sociosanitario integrato in ambito distrettuale attraverso gli strumenti del “Piano di Zona per la salute e il benessere sociale”, a valenza triennale, del “Programma Attuativo Annuale” a valenza annuale/biennale, del “Piano Annuale delle Attività per la Non Autosufficienza” e del “Piano integrato territoriale dei servizi pubblici del lavoro, sociali e sanitari” di cui alla LR 14/2015. Il Comitato di Distretto individua, con apposito regolamento, i propri meccanismi di funzionamento. All’esercizio delle funzioni di governo, spettanti al Comitato di Distretto, così come definite dalle Legge Regionali n. 19/1994 e n. 29/2004, partecipa il Direttore di Distretto che, coerentemente agli indirizzi di programmazione e nel rispetto dei vincoli economico- finanziari, collabora alla programmazione delle attività territoriali, definendo le caratteristiche quali-quantitative dei servizi offerti nel territorio, proponendo una committenza coerente con la domanda espressa dalla popolazione di riferimento, individuando forme di organizzazione dei servizi, di erogazione delle prestazioni e di acquisizione delle risorse adeguate a massimizzare la qualità, l’efficienza e l’efficacia dei processi di produzione dell’assistenza e orientate a garantire, altresì, l’assistenza primaria, la continuità delle cure e l’integrazione ospedale-territorio. Per l’esercizio delle proprie competenze, il Comitato di Distretto si avvale dell’Ufficio di Piano, struttura tecnico gestionale comune ad EELL ed AUSL, quale supporto tecnico ed organizzativo alle funzioni di programmazione, regolazione e controllo del sistema integrato dei servizi sociali, sociosanitari e sanitari più direttamente connessi con l’area dell’integrazione in ambito distrettuale. Per l'esercizio delle rispettive competenze nell'attuazione della programmazione di ambito distrettuale e nella gestione operativa delle azioni e degli interventi sociali a rilevanza sanitaria, sanitari a rilevanza sociale e sociosanitari ad elevata integrazione sanitaria, ivi delineati, gli EELL e l'AUSL, che concorrono alla definizione del presente atto, individuano e scelgono la gestione associata quale forma e modalità adeguata alla piena e fattiva realizzazione dell'integrazione sociosanitaria. Ciò premesso, si conviene quanto segue:2015 CONFARTIGIANATO IMPRESE CGIL CNA CISL CASARTIGIANI UIL

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Samples: Accordo Interconfederale Sulla Governance Della Bilateralita’ Artigiana

PREMESSA. L’integrazione sociosanitaria è rivolta Conservazione e miglioramento dell’ambiente e del territorio silvo-pastorale, equità sociale e possibilità di crescita economica sono i tre principali fattori che con- corrono a soddisfare bisogni definire uno sviluppo sostenibile che, in particolare per il territorio trentino, deve farsi carico di salute che richiedono contestualmente prestazioni sanitarie mantenere una gestione equilibrata delle risorse naturali per tra- sferire alle generazioni successive un ambiente salubre e vivibile. Gli indirizzi generali d’intervento per il settore forestale, definiti più nel dettaglio da apposite linee guida sono, pertanto, quelli di perseguire la conservazione, ed azioni di protezione socialeil mi- glioramento del territorio forestale e montano, nonché la promozione e la realizzazio- ne, anche di lungo periodoin via diretta della gestione forestale, sulla base scorta delle indicazioni derivanti dalla specifica pianificazione, improntata a criteri di progetti personalizzati redatti sulla scorta multifunzionalità e sostenibilità, con attenzione sia agli aspetti economici di valutazioni multidimensionalifiliera, sia agli aspetti di sicurezza del territorio. Sia a livello regionale che di ambito distrettuale sono stati sviluppati negli anni numerosi strumenti di programmazioneVanno, che devono necessariamente essere tra loro raccordati e che sono: • inoltre, assicurate la tutela della fauna, mediante il Piano Sociale e Sanitario; • il Piano Regionale per la Prevenzione, • le linee annuali di programmazione e finanziamento del SSR; • le linee di programmazione regionale integrata dei servizi pubblici del lavoro, sociali e sanitari, previste dalla L.R. n.14/2015. Si richiama, in appendicemonitoraggio delle consistenze, la normativa che delinea tale impianto programmatorio conservazione degli habitat e l’assetto previsto per la sua attuazionedella biodiversità, quale parte integrante della presente convenzionenonché il ruolo di edu- cazione e informazione delle aree protette e dell’ambiente in genere. Il presupposto su cui poggia la definizione La legge provinciale 23 maggio 2007, n. 11 in materia di integrazione origina dalla considerazione che esistono situazioni peculiari della vita della persona che richiedono necessariamente un intervento finalizzato a soddisfare globalmente la contestuale esigenza Governo del soggetto di un bisogno sanitario territorio forestale e di un bisogno sociale. Ai sensi della richiamata LR n. 2/2003: - i Comuni sono titolari delle funzioni amministrative e montano dei compiti di programmazione, progettazione e realizzazione del sistema locale dei servizi sociali a rete, dell'erogazione dei servizi corsi d’acqua e delle prestazioni socialiaree protette, nonché delle altre funzioni e compiti loro conferiti dalla legislazione statale e regionale; - l’Azienda USL assicura, attraverso la legge provincia- le risorse finanziarie pubbliche, sui Lavori Pubblici (LP 26/1993) sono i livelli essenziali e uniformi principali strumenti per contribuire efficace- mente al processo di assistenza definiti dal Piano sanitario nazionale nel rispetto dei principi della dignità della persona umana, del bisogno di salute, dell’equità nell’accesso all’assistenza, della qualità delle cure e della loro appropriatezza riguardo alle specifiche esigenze nonché dell’economicità nell’impiego delle risorse; - le attività ad integrazione socio-sanitaria sono volte a soddisfare le esigenze di tutela della salute, di recupero e mantenimento delle autonomie personali, d'inserimento sociale sviluppo e miglioramento delle condizioni aree forestali e montane trentine e permettono, inoltre, grazie alla possibilità di vitaassumere personale operaio applicando il contratto collettivo nazionale di lavoro per gli addetti ai lavori di sistemazione idrau- lico-forestale e i relativi contratti integrativi, anche mediante prestazioni a carattere prolungato di garantire occupazione di manodopera locale qualificata, mantenendo e si distinguono in: a) prestazioni sanitarie a rilevanza socialevalorizzando il territorio. La stessa possibilità è data dalla legge provinciale 27 novembre 1990, comprensive n. 32, per gli interventi provinciali per il ripristino e la valorizzazione ambientale. L’amministrazione concorda di quelle connotate da elevata integrazione sanitariadoversi impegnare in un processo di valorizzazio- ne del patrimonio di conoscenze e di professionalità del settore, assicurate dalle Aziende unità sanitarie locali; b) prestazioni sociali a rilevanza sanitaria, assicurate dai Comuni; - i Comuni e le Aziende unità sanitarie locali individuano, nell'ambito degli accordi favorendo forme di integrazione socio-sanitariatra filiere, i modelli organizzativi permettendo il consolidamento dei livelli occupazionali, al fine di garantire adeguato reddito e gestionali, fondati sull'integrazione professionale delle rispettive competenze, ed i relativi rapporti finanziari. L’integrazione sociosanitaria è valore primario e obiettivo strategico del sistema regionale di welfare. E’ fattore fondamentale di qualificazione dell’offerta dei servizi e delle prestazioni sociosanitarie favorire la permanenza della popolazione residente in quanto consente di organizzare interventi di risposta ai bisogni fondati sul riconoscimento della persona nella sua globalità e rapportata al suo contesto di vita, generando una maggiore efficacia di cura e un uso più efficiente delle risorse. L’integrazione istituzionale ne costituisce la premessa, assicurando, in maniera unitaria, la funzione di governance del sistema di welfare nell’ambito della pianificazione e degli indirizzi regionali nonché del coordinamento di livello intermedio spettante alla Conferenza Territoriale Sociale e Sanitaria, secondo i principi ora delineati nel vigente Piano Sociale e Sanitariomontagna. Il governo del sistema perseguimento degli obiettivi così delineati potrà essere ottenuto grazie ad un’attenta programmazione degli interventi che troverà supporto nei finanziamenti disposti sul bilancio provinciale, ma anche in quelli disposti dagli enti proprietari di welfare locale e il coordinamento delle politiche sociali, sociosanitarie e sanitarie boschi a livello territoriale, spettano, poi, al Comitato titolo di Distretto che agisce il ruolo strategico di indirizzo, programmazione, governo delle risorse e regolazione dell’accesso al sistema sociosanitario integrato in ambito distrettuale attraverso gli strumenti del “Piano di Zona per la salute e il benessere sociale”Migliorie Boschive, a valenza triennale, favore del “Programma Attuativo Annuale” a valenza annuale/biennale, del “Piano Annuale delle Attività per la Non Autosufficienza” e del “Piano integrato territoriale dei servizi pubblici del lavoro, sociali e sanitari” di cui alla LR 14/2015. Il Comitato di Distretto individua, con apposito regolamento, i propri meccanismi di funzionamento. All’esercizio delle funzioni di governo, spettanti al Comitato di Distretto, così come definite dalle Legge Regionali n. 19/1994 e n. 29/2004, partecipa il Direttore di Distretto che, coerentemente agli indirizzi di programmazione e nel rispetto dei vincoli economico- finanziari, collabora alla programmazione delle attività territoriali, definendo le caratteristiche qualiloro patrimonio silvo-quantitative dei servizi offerti nel territorio, proponendo una committenza coerente con la domanda espressa dalla popolazione di riferimento, individuando forme di organizzazione dei servizi, di erogazione delle prestazioni e di acquisizione delle risorse adeguate a massimizzare la qualità, l’efficienza e l’efficacia dei processi di produzione dell’assistenza e orientate a garantire, altresì, l’assistenza primaria, la continuità delle cure e l’integrazione ospedale-territorio. Per l’esercizio delle proprie competenze, il Comitato di Distretto si avvale dell’Ufficio di Piano, struttura tecnico gestionale comune ad EELL ed AUSL, quale supporto tecnico ed organizzativo alle funzioni di programmazione, regolazione e controllo del sistema integrato dei servizi sociali, sociosanitari e sanitari più direttamente connessi con l’area dell’integrazione in ambito distrettuale. Per l'esercizio delle rispettive competenze nell'attuazione della programmazione di ambito distrettuale e nella gestione operativa delle azioni e degli interventi sociali a rilevanza sanitaria, sanitari a rilevanza sociale e sociosanitari ad elevata integrazione sanitaria, ivi delineati, gli EELL e l'AUSL, che concorrono alla definizione del presente atto, individuano e scelgono la gestione associata quale forma e modalità adeguata alla piena e fattiva realizzazione dell'integrazione sociosanitaria. Ciò premesso, si conviene quanto segue:pastorale.

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Samples: Contratto Integrativo Provinciale Di Lavoro Per Gli Addetti Ai Lavori Di Sistemazione Idraulico Forestale E Idraulico Agraria

PREMESSA. L’integrazione sociosanitaria è rivolta In sede di stipula del Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro Uneba 2017 – 2019, L’UNEBA e le Organizzazioni Sindacali hanno concordato che la contrattazione si svolga su due livelli: al Primo livello (Nazionale), la contrattazione si svolge su tutti i titoli e le tematiche proprie del C.C.N.L.; al Secondo livello (Regionale o di Istituzione, fermo restando che della contrattazione regionale sono titolari l'Uneba e le XX.XX. firmatarie del C.C.N.L) si svolge sugli argomenti e le materie espressamente rinviatevi dal C.C.N.L. L’UNEBA e le Organizzazioni Sindacali riconoscono e riconfermano, altresì, l’importanza e la necessità di un sistema di relazioni sindacali a soddisfare bisogni livello territoriale inteso a favorire l’applicazione di salute che richiedono contestualmente prestazioni sanitarie quanto previsto dal CCNL, in ordine al continuo miglioramento della qualità dei servizi, delle competenze e della professionalità degli operatori, nonché dell’organizzazione del lavoro. Specificamente, UNEBA ed azioni Organizzazioni Sindacali individuano nella contrattazione di protezione 2° livello uno strumento indispensabile per migliorare la qualità dei servizi offerti dagli Enti ed Istituzioni UNEBA nel campo assistenziale, sociale, socio-sanitario ed educativo. Riconoscono e riconfermano inoltre, alle lavoratrici ed ai lavoratori del settore, operanti in tutte le realtà che applicano il CCNL UNEBA, il ruolo di soggetti determinanti in ordine alla qualità dei servizi erogati, alla soddisfazione dell’utenza, alla coerenza dei servizi erogati con gli standard normativi di riferimento nonché quelli, anche di lungo periodo, sulla base di progetti personalizzati redatti sulla scorta di valutazioni multidimensionali. Sia a livello regionale che di ambito distrettuale sono stati sviluppati negli anni numerosi strumenti di programmazionesuperiori, che devono necessariamente essere tra loro raccordati gli Enti del settore si prefiggono di erogare ed, in generale, in ordine al miglior sviluppo del sistema nel suo complesso. In particolare, le parti convengono di valorizzare la funzione della contrattazione di secondo livello quale strumento cardine non solo per favorire e perseguire la crescita professionale ed economica delle lavoratrici e dei lavoratori - crescita che sono: • rappresenta uno dei fattori attraverso i quali si raggiungono il Piano Sociale e Sanitario; • il Piano Regionale per la Prevenzione, • le linee annuali di programmazione e finanziamento del SSR; • le linee di programmazione regionale integrata miglioramento dei servizi pubblici e la soddisfazione dell’utenza – ma anche in ordine al perseguimento del lavoro, sociali e sanitari, previste dalla L.R. n.14/2015. Si richiama, in appendice, la normativa che delinea tale impianto programmatorio e l’assetto previsto per la sua attuazione, quale parte integrante miglioramento della presente convenzione. Il presupposto su cui poggia la definizione di integrazione origina dalla considerazione che esistono situazioni peculiari della vita della persona che richiedono necessariamente un intervento finalizzato a soddisfare globalmente la contestuale esigenza del soggetto di un bisogno sanitario e di un bisogno sociale. Ai sensi della richiamata LR n. 2/2003: - i Comuni sono titolari delle funzioni amministrative e dei compiti di programmazione, progettazione e realizzazione del sistema locale dei servizi sociali a rete, dell'erogazione qualità dei servizi e delle prestazioni socialicondizioni di lavoro, nonché delle di risposta normativa, al proprio livello di competenza, alle istanze del settore nel quale gli Enti operano. Il presente Contratto Integrativo Collettivo Regionale di Lavoro (il “CICRL”) si applica a tutte le dipendenti ed ai dipendenti di Associazioni, Fondazioni ed altre funzioni e compiti loro conferiti dalla legislazione statale e regionale; - l’Azienda USL assicuraIniziative Organizzate, attraverso operanti nel settore assistenziale, sociale, socio-sanitario, educativo nonché a tutte le risorse finanziarie pubbliche, i livelli essenziali e uniformi altre Istituzioni di assistenza definiti e beneficenza della Regione Piemonte che adottano il CCNL UNEBA, ivi comprese le ex IPAB. Il presente Contratto decorre dal Piano sanitario nazionale nel rispetto dei principi della dignità della persona umana, del bisogno 01.01.2022 al 31.12.2024. In materia di salute, dell’equità nell’accesso all’assistenza, della qualità delle cure decorrenza e della loro appropriatezza riguardo alle specifiche esigenze nonché dell’economicità nell’impiego delle risorse; - le attività ad integrazione socio-sanitaria sono volte a soddisfare le esigenze di tutela della salute, di recupero e mantenimento delle autonomie personali, d'inserimento sociale e miglioramento delle condizioni di vita, anche mediante prestazioni a carattere prolungato e si distinguono in: a) prestazioni sanitarie a rilevanza sociale, comprensive di quelle connotate da elevata integrazione sanitaria, assicurate dalle Aziende unità sanitarie locali; b) prestazioni sociali a rilevanza sanitaria, assicurate dai Comuni; - i Comuni e le Aziende unità sanitarie locali individuano, nell'ambito degli accordi di integrazione socio-sanitaria, i modelli organizzativi e gestionali, fondati sull'integrazione professionale delle rispettive competenze, ed i relativi rapporti finanziari. L’integrazione sociosanitaria è valore primario e obiettivo strategico del sistema regionale di welfare. E’ fattore fondamentale di qualificazione dell’offerta dei servizi e delle prestazioni sociosanitarie durata trova applicazione quanto previsto dal CCNL in quanto consente di organizzare interventi di risposta ai bisogni fondati sul riconoscimento della persona nella sua globalità e rapportata al suo contesto di vita, generando una maggiore efficacia di cura e un uso più efficiente delle risorse. L’integrazione istituzionale ne costituisce la premessa, assicurando, in maniera unitaria, la funzione di governance del sistema di welfare nell’ambito della pianificazione e degli indirizzi regionali nonché del coordinamento materia di livello intermedio spettante alla Conferenza Territoriale Sociale e Sanitaria, secondo i principi ora delineati nel vigente Piano Sociale e Sanitario. Il governo del sistema territoriale di welfare locale e il coordinamento delle politiche sociali, sociosanitarie e sanitarie a livello territoriale, spettano, poi, al Comitato di Distretto che agisce il ruolo strategico di indirizzo, programmazione, governo delle risorse e regolazione dell’accesso al sistema sociosanitario integrato in ambito distrettuale attraverso gli strumenti del “Piano di Zona per la salute e il benessere sociale”, a valenza triennale, del “Programma Attuativo Annuale” a valenza annuale/biennale, del “Piano Annuale delle Attività per la Non Autosufficienza” e del “Piano integrato territoriale dei servizi pubblici del lavoro, sociali e sanitari” di cui alla LR 14/2015. Il Comitato di Distretto individua, con apposito regolamento, i propri meccanismi di funzionamento. All’esercizio delle funzioni di governo, spettanti al Comitato di Distretto, così come definite dalle Legge Regionali n. 19/1994 e n. 29/2004, partecipa il Direttore di Distretto che, coerentemente agli indirizzi di programmazione e nel rispetto dei vincoli economico- finanziari, collabora alla programmazione delle attività territoriali, definendo le caratteristiche quali-quantitative dei servizi offerti nel territorio, proponendo una committenza coerente con la domanda espressa dalla popolazione di riferimento, individuando forme di organizzazione dei servizi, di erogazione delle prestazioni e di acquisizione delle risorse adeguate a massimizzare la qualità, l’efficienza e l’efficacia dei processi di produzione dell’assistenza e orientate a garantire, altresì, l’assistenza primaria, la continuità delle cure e l’integrazione ospedale-territorio. Per l’esercizio delle proprie competenze, il Comitato di Distretto si avvale dell’Ufficio di Piano, struttura tecnico gestionale comune ad EELL ed AUSL, quale supporto tecnico ed organizzativo alle funzioni di programmazione, regolazione e controllo del sistema integrato dei servizi sociali, sociosanitari e sanitari più direttamente connessi con l’area dell’integrazione in ambito distrettuale. Per l'esercizio delle rispettive competenze nell'attuazione della programmazione di ambito distrettuale e nella gestione operativa delle azioni e degli interventi sociali a rilevanza sanitaria, sanitari a rilevanza sociale e sociosanitari ad elevata integrazione sanitaria, ivi delineati, gli EELL e l'AUSL, che concorrono alla definizione del presente atto, individuano e scelgono la gestione associata quale forma e modalità adeguata alla piena e fattiva realizzazione dell'integrazione sociosanitaria. Ciò premesso, si conviene quanto segue:contrattazione.

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Samples: Contratto Integrativo Collettivo Regionale Di Lavoro

PREMESSA. L’integrazione sociosanitaria Le parti, nello stipulare il presente contratto collettivo di lavoro, hanno assunto come riferimento il “Protocollo sulla politica dei redditi e sull’occupazione, sugli assetti contrattuali, sulle politiche del lavoro e sul sostegno al sistema produttivo” del 23 luglio 1993, confermato l’1.2.1999, cui hanno inteso dare attuazione per le parti di loro competenza, con specifico riferimento all’assetto contrattuale e al metodo partecipativo, nonché alla rilevanza che le parti attribuiscono all’esigenza di utilizzare tutti gli strumenti atti a prevenire il conflitto. Le parti hanno altresì preso atto del gravissimo momento di crisi attraversato dal settore termale, sia in termini di volumi di fatturato che di remunerazione delle prestazioni fornite; l’esigenza primaria che le parti riconoscono è rivolta quella di salvaguardare la sopravvivenza delle Aziende e, di conseguenza, di creare le condizioni per il consolidamento ed il rilancio dell’occupazione nel settore. A questi fini - nel rispetto delle rispettive autonomie e delle diverse responsabilità e funzioni - si impegnano a soddisfare bisogni realizzare iniziative nei confronti della Pubblica Amministrazione al fine di salute favorire la salvaguardia ed il rilancio del settore, attraverso una adeguata politica nei confronti del termalismo, da considerare come un importante aspetto della politica sanitaria e da valutare per il consistente indotto che richiedono contestualmente prestazioni sanitarie produce in settori limitrofi, assumendo rilevanza cruciale per le realtà locali in cui le imprese termali insistono. In tale contesto le parti confermano la validità degli strumenti di relazioni industriali elaborati, che si articolano nell’Osservatorio nazionale e, nel suo ambito, nella Commissione pari opportunità, nonché negli istituti previsti dal sistema di informazione, e ritengono che questi vadano valorizzati, utilizzando le risultanze dell’attività dell’Osservatorio per valutare l’opportunità di iniziative, autonome o congiunte, tese al rilancio del settore ed azioni di protezione sociale, anche di lungo periodo, sulla base di progetti personalizzati redatti sulla scorta di valutazioni multidimensionalial superamento dei suoi problemi. Sia Tale valutazione potrà essere effettuata nell’ambito degli incontri previsti per l’informativa a livello regionale che di ambito distrettuale sono stati sviluppati negli anni numerosi strumenti di programmazione, che devono necessariamente essere tra loro raccordati e che sono: • il Piano Sociale e Sanitario; • il Piano Regionale per la Prevenzione, • le linee annuali di programmazione e finanziamento del SSR; • le linee di programmazione regionale integrata dei servizi pubblici del lavoro, sociali e sanitari, previste dalla L.R. n.14/2015nazionale. Si richiama, in appendice, la normativa che delinea tale impianto programmatorio e l’assetto previsto per la sua attuazione, quale parte integrante della presente convenzione. Il presupposto su cui poggia la definizione di integrazione origina dalla considerazione che esistono situazioni peculiari della vita della persona che richiedono necessariamente un intervento finalizzato a soddisfare globalmente la contestuale esigenza del soggetto di un bisogno sanitario e di un bisogno sociale. Ai sensi della richiamata LR n. 2/2003: - i Comuni sono titolari delle funzioni amministrative e dei compiti di programmazione, progettazione e realizzazione del sistema locale dei servizi sociali a rete, dell'erogazione dei servizi e delle prestazioni sociali, nonché delle altre funzioni e compiti loro conferiti dalla legislazione statale e regionale; - l’Azienda USL assicura, attraverso le risorse finanziarie pubbliche, i livelli essenziali e uniformi di assistenza definiti dal Piano sanitario nazionale nel rispetto dei principi della dignità della persona umana, del bisogno di salute, dell’equità nell’accesso all’assistenza, della qualità delle cure e della loro appropriatezza riguardo alle specifiche esigenze nonché dell’economicità nell’impiego delle risorse; - le attività ad integrazione socio-sanitaria sono volte a soddisfare le esigenze di tutela della salute, di recupero e mantenimento delle autonomie personali, d'inserimento sociale e miglioramento delle condizioni di vita, anche mediante prestazioni a carattere prolungato e si distinguono in: a) prestazioni sanitarie a rilevanza sociale, comprensive di quelle connotate da elevata integrazione sanitaria, assicurate dalle Aziende unità sanitarie locali; b) prestazioni sociali a rilevanza sanitaria, assicurate dai Comuni; - i Comuni e le Aziende unità sanitarie locali individuano, nell'ambito degli accordi di integrazione socio-sanitaria, i modelli organizzativi e gestionali, fondati sull'integrazione professionale delle rispettive competenze, ed i relativi rapporti finanziari. L’integrazione sociosanitaria è valore primario e obiettivo strategico del sistema regionale di welfare. E’ fattore fondamentale di qualificazione dell’offerta dei servizi e delle prestazioni sociosanitarie in quanto consente di organizzare interventi di risposta ai bisogni fondati sul riconoscimento della persona nella sua globalità e rapportata al suo contesto di vita, generando una maggiore efficacia di cura e un uso più efficiente delle risorse. L’integrazione istituzionale ne costituisce la premessa, assicurando, in maniera unitaria, la funzione di governance del sistema di welfare nell’ambito della pianificazione e degli indirizzi regionali nonché del coordinamento di livello intermedio spettante alla Conferenza Territoriale Sociale e Sanitaria, secondo i principi ora delineati nel vigente Piano Sociale e Sanitario. Il governo del sistema di welfare locale e il coordinamento delle politiche sociali, sociosanitarie e sanitarie a livello territoriale, spettano, poi, al Comitato di Distretto che agisce il ruolo strategico di indirizzo, programmazione, governo delle risorse e regolazione dell’accesso al sistema sociosanitario integrato in ambito distrettuale attraverso gli strumenti del “Piano di Zona per la salute e il benessere sociale”, a valenza triennale, del “Programma Attuativo Annuale” a valenza annuale/biennale, del “Piano Annuale delle Attività per la Non Autosufficienza” e del “Piano integrato territoriale dei servizi pubblici del lavoro, sociali e sanitari” di cui alla LR 14/2015. Il Comitato di Distretto individua, con apposito regolamento, i propri meccanismi di funzionamento. All’esercizio delle funzioni di governo, spettanti al Comitato di Distretto, così come definite dalle Legge Regionali n. 19/1994 e n. 29/2004, partecipa il Direttore di Distretto che, coerentemente agli indirizzi di programmazione e nel rispetto dei vincoli economico- finanziari, collabora alla programmazione delle attività territoriali, definendo le caratteristiche quali-quantitative dei servizi offerti nel territorio, proponendo una committenza coerente con la domanda espressa dalla popolazione di riferimento, individuando forme di organizzazione dei servizi, di erogazione delle prestazioni e di acquisizione delle risorse adeguate a massimizzare la qualità, l’efficienza e l’efficacia dei processi di produzione dell’assistenza e orientate a garantire, altresì, l’assistenza primaria, la continuità delle cure e l’integrazione ospedale-territorio. Per l’esercizio delle proprie competenze, il Comitato di Distretto si avvale dell’Ufficio di Piano, struttura tecnico gestionale comune ad EELL ed AUSL, quale supporto tecnico ed organizzativo alle funzioni di programmazione, regolazione e controllo del sistema integrato dei servizi sociali, sociosanitari e sanitari più direttamente connessi con l’area dell’integrazione in ambito distrettuale. Per l'esercizio delle rispettive competenze nell'attuazione della programmazione di ambito distrettuale e nella gestione operativa delle azioni e degli interventi sociali a rilevanza sanitaria, sanitari a rilevanza sociale e sociosanitari ad elevata integrazione sanitaria, ivi delineatiAnalogamente, gli EELL e l'AUSLincontri informativi previsti per gli altri livelli potranno dar luogo a specifici esami su problematiche critiche per il settore con riferimento al livello di competenza, che concorrono alla definizione del presente atto, individuano e scelgono la gestione associata quale forma e modalità adeguata alla piena e fattiva realizzazione dell'integrazione sociosanitaria. Ciò premesso, si conviene quanto segue:da cui potranno discendere le opportune iniziative.

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Samples: Contratto Collettivo Nazionale Di Lavoro Per I Lavoratori Dipendenti Dalle Aziende Termali

PREMESSA. L’integrazione sociosanitaria Il presente documento è rivolta redatto sulla base del framework E-CF (European Competence Framework) del Comitato Europeo di Normazione (CEN) e del documento “Competenze Digitali” emesso da AgID nel dicembre 2019 e disponibile anche in Docs Italia. I profili inseriti, come indicato, nella quasi totalità, fanno riferimento, per le competenze, ai profili di seconda generazione (dei lavori del CEN); alcuni profili rappresentano invece figure di terza generazione: es. Devops Expert, Cloud Application Architect. Per tutti i profili, conoscenze ed abilità sono stati predisposti con l’obiettivo di integrare le professionalità “standard” al contesto del Piano Triennale e alla digitalizzazione ed innovazione dei servizi applicativi per la Pubblica Amministrazione. Trattasi di requisiti minimi che dovranno evolversi nel contesto delle migliori professionalità della comunità del software per sostenere lo sforzo di efficientamento della PA, quale volano di crescita per il Paese. Le figure professionali necessarie per lo svolgimento dei servizi applicativi dovranno aderire ai profili di seguito descritti. Il presente documento deriva dall’aggregazione della domanda di servizi applicativi in ottica cloud sulla base del Piano Triennale per l’informatica nella Pubblica Amministrazione e pertanto ciascun profilo professionale si riferisce a soddisfare bisogni risorse professionali con ampia esperienza, competenze funzionali e tecniche per l’ambito del lotto e non ad una singola persona. Tali competenze dovranno essere costantemente aggiornate all’evoluzione della tecnologia, dei linguaggi, degli standard, delle linee guida e best practices applicabili. I curricula vitae delle figure professionali da impiegare nei vari servizi dovranno essere resi disponibili alla Amministrazione secondo quanto previsto dal Capitolato Tecnico Generale, rispettando lo schema di salute CV Europeo o diversi template indicati dall’Amministrazione. In ogni caso, dovranno essere particolarmente dettagliate le competenze/conoscenze/esperienze tecniche al fine di verificare la corrispondenza con i requisiti minimi, gli eventuali requisiti migliorativi offerti e il contesto dell’Amministrazione. Nel presente documento, e laddove citati nel Capitolato Tecnico Generale e Speciale, ogni riferimento ad attività (es. Disegno) o metodologie basate sull’adozione di prodotti e ogni riferimento a prodotti vanno intesi in relazione ai prodotti e/o ai componenti di tali prodotti che richiedono contestualmente prestazioni sanitarie ed azioni sono effettivamente adottati per i sistemi informatici gestiti dalla singola Amministrazione. Le competenze e conoscenze tecniche delle figure che seguono non sono esaustive delle esigenze future. Infatti le competenze iniziali potranno variare in funzione dell’evoluzione tecnologica e in relazione a ulteriori tematiche, prodotti, sistemi e metodologie che emergeranno durante la validità dell’AQ e dei contratti esecutivi. A tal fine, la presente appendice potrà essere aggiornata nel corso della vigenza dell’AQ e dei contratti esecutivi, in accordo tra le parti, su richiesta degli Organismi di protezione socialecoordinamento e controllo, anche di lungo periodoeventualmente sentita/e una o più amministrazioni contraenti, sulla base di progetti personalizzati redatti sulla scorta di valutazioni multidimensionalie/o dei Fornitori. Sia a livello regionale che di ambito distrettuale sono stati sviluppati negli anni numerosi strumenti di programmazione, che devono necessariamente essere tra loro raccordati e che sonoSi precisa che: • il Piano Sociale e Sanitarioper cultura equivalente si considerano generalmente 4 anni aggiuntivi di esperienza professionale nell’ambito dei servizi applicativi di cui almeno 2 aggiuntivi nel ruolo specifico; • il Piano Regionale per la Prevenzioneprogetti di grandi dimensioni, • le linee annuali si intendono progetti con almeno 10 risorse impiegate, mentre progetti di programmazione medie dimensioni sono considerati progetti con almeno 5 risorse impiegate e finanziamento del SSRprogetti con meno di 5 risorse impiegate sono da intendersi come piccoli; • le linee certificazioni possedute dalle risorse per ciascun ruolo dovranno essere mantenute aggiornate e in corso di programmazione regionale integrata validità per tutta la durata contrattuale e seguendo l’evoluzione del prodotto/tecnologia/linguaggio a cui si riferiscono; • una certificazione può, nei casi espressamente autorizzati dall’Amministrazione, essere sostituita da comprovate esperienze di almeno 4 anni sul prodotto/tecnologia oggetto della certificazione (resta fermo in ogni caso il possesso delle certificazioni espressamente offerte in AQ e in AS dal fornitore); • è ammessa la presentazione di certificazioni equivalenti o superiori rispetto a quelle espressamente indicate in corrispondenza di ciascuna figura professionale nell’ambito del presente documento, anche in caso di certificazioni previste ai fini dell’attribuzione dei servizi pubblici del lavoropunteggi tecnici di AQ e/o di AS. A tal fine, sociali ove non sia diversamente prescritto, per certificazione equivalente di intende una certificazione avente i medesimi obiettivi e sanitaricontenuti in termini di livello e ambito delle conoscenze/competenze/esperienze e afferenti allo specifico prodotto/tecnologia/linguaggio, previste dalla L.R. n.14/2015. Si richiama, in appendice, la normativa che delinea tale impianto programmatorio e l’assetto previsto per la sua attuazione, quale parte integrante della presente convenzione. Il presupposto su cui poggia la definizione di integrazione origina dalla considerazione che esistono situazioni peculiari della vita della persona che richiedono necessariamente un intervento finalizzato a soddisfare globalmente la contestuale esigenza del soggetto di un bisogno sanitario e di un bisogno sociale. Ai sensi della richiamata LR n. 2/2003: - i Comuni sono titolari delle funzioni amministrative e dei compiti di programmazione, progettazione e realizzazione del sistema locale dei servizi sociali a rete, dell'erogazione dei servizi e delle prestazioni sociali, nonché delle altre funzioni e compiti loro conferiti dalla legislazione statale e regionale; - l’Azienda USL assicura, attraverso le risorse finanziarie pubbliche, i livelli essenziali e uniformi di assistenza definiti dal Piano sanitario nazionale nel rispetto dei principi della dignità della persona umana, del bisogno di salute, dell’equità nell’accesso all’assistenzaove previsto, della qualità delle cure e della loro appropriatezza riguardo alle specifiche esigenze nonché dell’economicità nell’impiego delle risorse; - le attività ad integrazione socio-sanitaria sono volte a soddisfare le esigenze di tutela della salute, di recupero e mantenimento delle autonomie personali, d'inserimento sociale e miglioramento delle condizioni di vita, anche mediante prestazioni a carattere prolungato e si distinguono in: a) prestazioni sanitarie a rilevanza sociale, comprensive di quelle connotate da elevata integrazione sanitaria, assicurate dalle Aziende unità sanitarie locali; b) prestazioni sociali a rilevanza sanitaria, assicurate dai Comuni; - i Comuni e le Aziende unità sanitarie locali individuano, nell'ambito degli accordi di integrazione socio-sanitaria, i modelli organizzativi e gestionali, fondati sull'integrazione professionale delle rispettive competenze, ed i relativi rapporti finanziari. L’integrazione sociosanitaria è valore primario e obiettivo strategico del sistema regionale di welfare. E’ fattore fondamentale di qualificazione dell’offerta dei servizi e delle prestazioni sociosanitarie in quanto consente di organizzare interventi di risposta ai bisogni fondati sul riconoscimento della persona nella sua globalità e rapportata al suo contesto di vita, generando una maggiore efficacia di cura e un uso più efficiente delle risorse. L’integrazione istituzionale ne costituisce la premessa, assicurando, in maniera unitaria, la funzione di governance del sistema di welfare nell’ambito della pianificazione e degli indirizzi regionali nonché del coordinamento di livello intermedio spettante alla Conferenza Territoriale Sociale e Sanitaria, secondo i principi ora delineati nel vigente Piano Sociale e Sanitario. Il governo del sistema di welfare locale e il coordinamento delle politiche sociali, sociosanitarie e sanitarie a livello territoriale, spettano, poi, al Comitato di Distretto che agisce il ruolo strategico di indirizzo, programmazione, governo delle risorse e regolazione dell’accesso al sistema sociosanitario integrato in ambito distrettuale attraverso gli strumenti del “Piano di Zona per la salute e il benessere sociale”, a valenza triennale, del “Programma Attuativo Annuale” a valenza annuale/biennale, del “Piano Annuale delle Attività per la Non Autosufficienza” e del “Piano integrato territoriale dei servizi pubblici del lavoro, sociali e sanitari” di cui alla LR 14/2015. Il Comitato di Distretto individua, con apposito regolamento, i propri meccanismi di funzionamento. All’esercizio delle funzioni di governo, spettanti al Comitato di Distretto, così come definite dalle Legge Regionali n. 19/1994 e n. 29/2004, partecipa il Direttore di Distretto che, coerentemente agli indirizzi di programmazione e nel rispetto dei vincoli economico- finanziari, collabora alla programmazione delle attività territoriali, definendo le caratteristiche quali-quantitative dei servizi offerti nel territorio, proponendo una committenza coerente con la domanda espressa dalla popolazione di riferimento, individuando forme di organizzazione dei servizi, di erogazione delle prestazioni e di acquisizione delle risorse adeguate a massimizzare la qualità, l’efficienza e l’efficacia dei processi di produzione dell’assistenza e orientate a garantire, altresì, l’assistenza primaria, la continuità delle cure e l’integrazione ospedale-territorio. Per l’esercizio delle proprie competenze, il Comitato di Distretto si avvale dell’Ufficio di Piano, struttura tecnico gestionale comune ad EELL ed AUSL, quale supporto tecnico ed organizzativo alle funzioni di programmazione, regolazione e controllo del sistema integrato dei servizi sociali, sociosanitari e sanitari più direttamente connessi con l’area dell’integrazione in ambito distrettuale. Per l'esercizio delle rispettive competenze nell'attuazione della programmazione di ambito distrettuale e nella gestione operativa delle azioni e degli interventi sociali a rilevanza sanitaria, sanitari a rilevanza sociale e sociosanitari ad elevata integrazione sanitaria, ivi delineati, gli EELL e l'AUSL, che concorrono alla definizione del presente atto, individuano e scelgono la gestione associata quale forma e modalità adeguata alla piena e fattiva realizzazione dell'integrazione sociosanitaria. Ciò premesso, si conviene quanto segue:certificazione sostituita.

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Samples: Accordo Quadro Servizi Applicativi in Ottica Cloud Appendice 1 Al Capitolato Tecnico Speciale

PREMESSA. L’integrazione sociosanitaria Il documento allegato si propone di fornire delle chiavi di lettura del Piano del progetto nell’arco dei 15 anni dalla firma del Partenariato. Il quadro economico è rivolta a soddisfare bisogni stato articolato in una modalità activity based, cercando cioè di salute ricondurre il più possibile i costi e i ricavi ad attività che richiedono contestualmente prestazioni sanitarie ed azioni di protezione sociale, anche di lungo periodo, verranno svolte nell’ambito del progetto. Questa impostazione consente: • una maggiore intellegibilità del quadro economico sulla base di progetti personalizzati redatti sulla scorta di valutazioni multidimensionali. Sia a livello regionale che di ambito distrettuale sono stati sviluppati negli anni numerosi strumenti di programmazione, che devono necessariamente essere tra loro raccordati e che sono: • il Piano Sociale e Sanitariodello svolgimento del programma delle attività; • il Piano Regionale un’eventuale ricalibrazione delle attività sulla base dei risultati sociali, culturali ed economici raggiunti via via dal progetto, valutando l’efficacia sociale delle azioni rispetto alle risorse spese e, conseguentemente, valutando i ritorni sociali degli investimenti e spese operative sostenute; • una più facile interlocuzione con l‘Ospedale Niguarda nell’ambito dell’attività di governance e gestione del tavolo tecnico e nelle fasi successive di controllo dell’andamento del progetto. Oltre alle attività di carattere generale (che in larga misura generano costi fissi), le attività più legate alla produzione di risultati sociali, culturali ed economici sono quelle delle 4 azioni (cultura, laboratori, ristorazione, alberghiero). Ciascuna di queste azioni ha una struttura di costi e di ricavi differente, a seconda dei casi. Si segnala che le attività commerciali sono complementari alle attività culturali anche dal punto di vista economico, sono infatti fondamentali a sanare le piccole perdite di gestione caratteristica e a ripagare i costi indiretti e di gestione generale degli spazi della cultura. Le assunzioni di costo e di ricavo si basano su valutazioni prudenziali. In particolare, per quelle di costo, i riferimenti derivano dall’esperienza maturata nel corso degli anni nelle attività svolte dall’ organizzazione proponente, quali ad esempio costi del personale, costi di materie prime e semilavorati, costi per la Prevenzionegestione di spazi, etc.. Per quanto riguarda le linee annuali ipotesi di programmazione ricavi, queste si riferiscono allo storico e finanziamento del SSR; • le linee alle previste ricadute commerciali degli interventi di programmazione regionale integrata dei servizi pubblici del lavoro, sociali e sanitari, previste dalla L.R. n.14/2015miglioria. Si richiama, in appendice, la normativa che delinea tale impianto programmatorio e l’assetto previsto Dal confronto degli elementi raccolti si è proceduto alla redazione di un conto economico per la sua attuazione, quale parte integrante della presente convenzione. Il presupposto su cui poggia la definizione di integrazione origina dalla considerazione che esistono situazioni peculiari della vita della persona che richiedono necessariamente un intervento finalizzato a soddisfare globalmente la contestuale esigenza del soggetto di un bisogno sanitario e di un bisogno sociale. Ai sensi della richiamata LR n. 2/2003: - i Comuni sono titolari delle funzioni amministrative e dei compiti di programmazione, progettazione e realizzazione del sistema locale dei servizi sociali a rete, dell'erogazione dei servizi e delle prestazioni sociali, nonché delle altre funzioni e compiti loro conferiti dalla legislazione statale e regionale; - l’Azienda USL assicura, attraverso le risorse finanziarie pubbliche, i livelli essenziali e uniformi di assistenza definiti dal Piano sanitario nazionale nel rispetto dei principi della dignità della persona umana, del bisogno di salute, dell’equità nell’accesso all’assistenza, della qualità delle cure e della loro appropriatezza riguardo alle specifiche esigenze nonché dell’economicità nell’impiego delle risorse; - le attività ad integrazione socio-sanitaria sono volte a soddisfare le esigenze di tutela della salute, di recupero e mantenimento delle autonomie personali, d'inserimento sociale e miglioramento delle condizioni di vita, anche mediante prestazioni a carattere prolungato e si distinguono in: a) prestazioni sanitarie a rilevanza sociale, comprensive di quelle connotate da elevata integrazione sanitaria, assicurate dalle Aziende unità sanitarie locali; b) prestazioni sociali a rilevanza sanitaria, assicurate dai Comuni; - i Comuni e le Aziende unità sanitarie locali individuano, nell'ambito degli accordi di integrazione socio-sanitaria, i modelli organizzativi e gestionali, fondati sull'integrazione professionale delle rispettive competenze, ed i relativi rapporti finanziari. L’integrazione sociosanitaria è valore primario e obiettivo strategico del sistema regionale di welfare. E’ fattore fondamentale di qualificazione dell’offerta dei servizi e delle prestazioni sociosanitarie in quanto consente di organizzare interventi di risposta ai bisogni fondati sul riconoscimento della persona nella sua globalità e rapportata al suo contesto di vita, generando una maggiore efficacia di cura e un uso più efficiente delle risorse. L’integrazione istituzionale ne costituisce la premessa, assicurando, in maniera unitaria, la funzione di governance del sistema di welfare nell’ambito della pianificazione e degli indirizzi regionali nonché del coordinamento di livello intermedio spettante alla Conferenza Territoriale Sociale e Sanitaria, secondo i principi ora delineati nel vigente Piano Sociale e Sanitario. Il governo del sistema di welfare locale e il coordinamento delle politiche sociali, sociosanitarie e sanitarie a livello territoriale, spettano, poi, al Comitato di Distretto che agisce il ruolo strategico di indirizzo, programmazione, governo delle risorse e regolazione dell’accesso al sistema sociosanitario integrato in ambito distrettuale attraverso gli strumenti del “Piano di Zona per la salute e il benessere sociale”, a valenza triennale, del “Programma Attuativo Annuale” a valenza annuale/biennale, del “Piano Annuale delle Attività per la Non Autosufficienza” e del “Piano integrato territoriale dei servizi pubblici del lavoro, sociali e sanitari” di cui alla LR 14/2015. Il Comitato di Distretto individua, con apposito regolamento, i propri meccanismi di funzionamento. All’esercizio delle funzioni di governo, spettanti al Comitato di Distretto, così come definite dalle Legge Regionali n. 19/1994 e n. 29/2004, partecipa il Direttore di Distretto che, coerentemente agli indirizzi di programmazione e nel rispetto dei vincoli economico- finanziari, collabora alla programmazione gestione delle attività territoriali, definendo le caratteristiche quali-quantitative dei servizi offerti previste dettagliato nel territorio, proponendo una committenza coerente con la domanda espressa dalla popolazione di riferimento, individuando forme di organizzazione dei servizi, di erogazione delle prestazioni e di acquisizione delle risorse adeguate a massimizzare la qualità, l’efficienza e l’efficacia dei processi di produzione dell’assistenza e orientate a garantire, altresì, l’assistenza primaria, la continuità delle cure e l’integrazione ospedale-territorio. Per l’esercizio delle proprie competenze, il Comitato di Distretto si avvale dell’Ufficio di Piano, struttura tecnico gestionale comune ad EELL ed AUSL, quale supporto tecnico ed organizzativo alle funzioni di programmazione, regolazione e controllo del sistema integrato dei servizi sociali, sociosanitari e sanitari più direttamente connessi con l’area dell’integrazione in ambito distrettuale. Per l'esercizio delle rispettive competenze nell'attuazione della programmazione di ambito distrettuale e nella gestione operativa delle azioni e degli interventi sociali a rilevanza sanitaria, sanitari a rilevanza sociale e sociosanitari ad elevata integrazione sanitaria, ivi delineati, gli EELL e l'AUSL, testo che concorrono alla definizione del presente atto, individuano e scelgono la gestione associata quale forma e modalità adeguata alla piena e fattiva realizzazione dell'integrazione sociosanitaria. Ciò premesso, si conviene quanto segue:.

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Samples: www.ospedaleniguarda.it

PREMESSA. L’integrazione sociosanitaria è rivolta a soddisfare Il sistema informativo del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca (SIDI) deve evolvere sia per adottare e beneficiare delle novità e degli ultimi standard tecnologici disponibili, sia soprattutto per supportare e sostenere il processo di riforma dell’organizzazione interna del Ministero e le numerose riforme in ambito scolastico. Le nuove Direzioni Regionali si prefigurano come entità che esprimono forti bisogni di salute che richiedono contestualmente prestazioni sanitarie ed azioni servizi informatici, sia dal punto di protezione sociale, anche di lungo periodo, sulla base di progetti personalizzati redatti sulla scorta di valutazioni multidimensionali. Sia a livello regionale che di ambito distrettuale sono stati sviluppati negli anni numerosi strumenti di programmazione, che devono necessariamente essere tra loro raccordati e che sono: • il Piano Sociale e Sanitario; • il Piano Regionale per la Prevenzione, • le linee annuali di programmazione e finanziamento del SSR; • le linee di programmazione regionale integrata dei servizi pubblici del lavoro, sociali e sanitari, previste dalla L.R. n.14/2015. Si richiama, in appendice, la normativa che delinea tale impianto programmatorio e l’assetto previsto per la sua attuazione, quale parte integrante della presente convenzione. Il presupposto su cui poggia la definizione di integrazione origina dalla considerazione che esistono situazioni peculiari della vita della persona che richiedono necessariamente un intervento finalizzato a soddisfare globalmente la contestuale esigenza del soggetto di un bisogno sanitario e di un bisogno sociale. Ai sensi della richiamata LR n. 2/2003: - i Comuni sono titolari vista delle funzioni amministrative organizzative interne (office automation, groupware), sia dal punto di vista dell’esercizio delle competenze che sono state loro decentrate (funzioni istituzionali del SI), sia dal punto di vista della cooperazione e dei compiti dello scambio di programmazioneflussi di informazioni con gli enti locali. Queste esigenze devono essere coperte per una parte fondamentale dal Ministero, progettazione e realizzazione del sistema locale dei servizi sociali a rete, dell'erogazione dei servizi e delle prestazioni sociali, nonché delle altre funzioni e compiti loro conferiti dalla legislazione statale e regionale; - l’Azienda USL assicura, attraverso le risorse finanziarie pubbliche, i livelli essenziali e uniformi di assistenza definiti dal Piano sanitario nazionale nel rispetto dei principi della dignità della persona umana, del bisogno di salute, dell’equità nell’accesso all’assistenza, della qualità delle cure e della loro appropriatezza riguardo alle specifiche esigenze nonché dell’economicità nell’impiego delle risorse; - le attività ad integrazione socio-sanitaria sono volte a soddisfare le esigenze di tutela della salute, di recupero e mantenimento delle autonomie personali, d'inserimento sociale e miglioramento delle condizioni di vita, ma potranno essere coperte anche mediante prestazioni a carattere prolungato e si distinguono in: a) prestazioni sanitarie a rilevanza sociale, comprensive la capacità di quelle connotate da elevata integrazione sanitaria, assicurate dalle Aziende unità sanitarie locali; b) prestazioni sociali a rilevanza sanitaria, assicurate dai Comuni; - i Comuni e le Aziende unità sanitarie locali individuano, nell'ambito degli accordi di integrazione socio-sanitaria, i modelli organizzativi e gestionali, fondati sull'integrazione professionale delle rispettive competenze, ed i relativi rapporti finanziari. L’integrazione sociosanitaria è valore primario e obiettivo strategico integrare nel così detto “nucleo del sistema regionale di welfare. E’ fattore fondamentale di qualificazione dell’offerta dei servizi e delle prestazioni sociosanitarie in quanto consente di organizzare interventi di risposta ai bisogni fondati sul riconoscimento della persona nella sua globalità e rapportata al suo contesto di vita, generando una maggiore efficacia di cura e un uso più efficiente delle risorse. L’integrazione istituzionale ne costituisce la premessa, assicurando, in maniera unitaria, la funzione di governance del sistema di welfare nell’ambito della pianificazione e degli indirizzi regionali nonché del coordinamento di livello intermedio spettante alla Conferenza Territoriale Sociale e Sanitaria, secondo i principi ora delineati nel vigente Piano Sociale e Sanitario. Il governo del sistema di welfare locale e il coordinamento delle politiche sociali, sociosanitarie e sanitarie a livello territoriale, spettano, poi, al Comitato di Distretto che agisce il ruolo strategico di indirizzo, programmazione, governo delle risorse e regolazione dell’accesso al sistema sociosanitario integrato in ambito distrettuale attraverso gli strumenti del “Piano di Zona per la salute e il benessere socialeSIDI, a valenza triennale, del “Programma Attuativo Annuale” a valenza annuale/biennale, del “Piano Annuale delle Attività per la Non Autosufficienza” e del “Piano integrato territoriale dei servizi pubblici del lavoro, sociali e sanitari” di cui alla LR 14/2015. Il Comitato di Distretto individua, con apposito regolamento, i propri meccanismi di funzionamento. All’esercizio delle funzioni di governo, spettanti al Comitato di Distretto, così come definite dalle Legge Regionali n. 19/1994 definito in precedenza, applicazioni e n. 29/2004, partecipa il Direttore di Distretto che, coerentemente agli indirizzi di programmazione e nel rispetto dei vincoli economico- finanziari, collabora alla programmazione delle attività territoriali, definendo le caratteristiche quali-quantitative dei servizi offerti nel territorio, proponendo una committenza coerente sviluppati da terze parti in collaborazione con la domanda espressa dalla popolazione Direzione Regionale. (Come questo possa avvenire e attraverso quali standard dovrà essere specificato dal fornitore nel suo progetto). Il nucleo del SIDI quindi non coprirà tutte le esigenze in termini di riferimentosistema informativo degli uffici regionali, individuando forme ma solo quelle necessarie al funzionamento iniziale degli stessi e a garanzia del corretto aggiornamento dei dati che sono utilizzati nell’ambito di organizzazione dei servizi, procedure di erogazione delle prestazioni e di acquisizione delle risorse adeguate a massimizzare la qualità, l’efficienza e l’efficacia dei processi di produzione dell’assistenza e orientate a garantire, altresì, l’assistenza primaria, la continuità delle cure e l’integrazione ospedale-territoriointeresse nazionale. Per l’esercizio delle proprie competenzequesto scopo sarà messa a disposizione l’infrastruttura (server, pdl, lan, dispositivi di rete) per le applicazioni e l’assistenza agli utenti. Inoltre dovranno essere garantiti lo sviluppo e la Per quanto riguarda le scuole si continuerà a mettere a disposizione funzioni (dal centro o dalle direzioni regionali) e la conseguente assistenza all’uso, dismettendo però l’attuale infrastruttura fornita dal Ministero (secondo quanto specificato al paragrafo 2.2.5) Di fondamentale importanza risulta riorganizzare il Comitato nuovo sistema informativo su base regionale (a meno di Distretto procedimenti normativamente ancora previsti su base provinciale), in quanto tutta l’attuale impostazione si avvale dell’Ufficio poggia sul concetto di Pianopolo provinciale, struttura tecnico gestionale comune ad EELL ed AUSLsecondo la vecchia organizzazione. Tutti i requisiti espressi nel presente paragrafo dovranno essere recepiti dal fornitore e costituiranno la base per la redazione di un progetto, quale supporto tecnico ed organizzativo alle funzioni per l’implementazione di programmazione, regolazione e controllo del sistema integrato dei servizi sociali, sociosanitari e sanitari più direttamente connessi con l’area dell’integrazione in ambito distrettuale. Per l'esercizio delle rispettive competenze nell'attuazione della programmazione di ambito distrettuale e nella gestione operativa delle azioni e degli interventi sociali a rilevanza sanitaria, sanitari a rilevanza sociale e sociosanitari ad elevata integrazione sanitaria, ivi delineati, gli EELL e l'AUSLuna nuova architettura, che concorrono alla definizione dovrà essere predisposto nell’ambito dell’offerta. Tale progetto dovrà essere strutturato ed illustrato secondo le modalità ed il template definito nell’allegato al presente capitolato denominato “Progetto di reingegnerizzazione del presente atto, individuano SIDI”. Poiché è prevedibile che l’organizzazione del Ministero sia soggetta ad evoluzioni è necessario che il nuovo sistema informativo sia progettato in modo da poter essere flessibile e scelgono la gestione associata quale forma e modalità adeguata alla piena e fattiva realizzazione dell'integrazione sociosanitaria. Ciò premesso, si conviene quanto segue:poter evolvere insieme all’organizzazione che è chiamato a supportare.

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Samples: archivio.pubblica.istruzione.it