Common use of PREMESSA Clause in Contracts

PREMESSA. La lezione della crisi planetaria esplosa nell’agosto 2007, ha bocciato severamente alle fondamenta l’ideologia che ha consacrato il primato oligarchico dei grandi potentati economico-finanziari e, con loro, dei tanti che ne hanno favorito l’ascesa, la consacrazione e l’impunità. Il fallimento del paradigma liberista fondato sul primato della finanza sull’economia, dell’economia sulla politica, della speculazione sull’investimento, della rendita sul lavoro, dell’indebitamento sulla equità distributiva ci ritorna un monito severo ad intraprendere strade nuove, che archivino, definitivamente quella stagione. La speculazione tuttavia è insaziabile ed eticamente indifferente. La crisi progressivamente crescente e tendenzialmente destabilizzante dei debiti sovrani di Grecia, Portogallo, Irlanda, Spagna ed altri paesi sotto osservazione da parte delle istituzione europee ed internazionali è direttamente proporzionale alla feroce dinamica speculativa, che ne aggrava ulteriormente le condizioni. Nel contempo la nuova stagione regolativa europea si presenta attenuata nelle previsioni, che non scalfiscono il modello generativo della crisi, e attardata dalle mille pastoie burocratiche degli egoismi nazionali pari solamente, in termini di miopia, all’incapacità della politica di cogliere le implicazioni profonde di quanto è accaduto. Il sistema bancario italiano è stato meno colpito dagli effetti immediati della crisi finanziaria, anche grazie ad un miglior radicamento sul territorio integrato da fonti di ricavo più stabili ed alle politiche sindacali concertative, che hanno concorso a mitigare la “de materializzazione” delle banche italiane tradizionalmente intermediatrici, a favore del modello di banca finanziarizzata che negli Stati Uniti, ma anche in Europa (oltre 2.700 mld $) ha richiesto migliaia di miliardi di dollari di denaro pubblico per i salvataggi effettuati. Le banche di credito cooperativo sono rimaste complessivamente al riparo dalla finanza creativa ed hanno sostenuto l’economia reale svolgendo una funzione anticiclica e assumendone, almeno in parte, anche le difficoltà che hanno contribuito ad evidenziare dei limiti spesso antecedenti. A questi risultati hanno contribuito, insieme allo storico radicamento territoriale delle banche di credito cooperativo e ad una vigilanza prudenziale particolarmente rigorosa, le relazioni sindacali ed i Contratti di lavoro sottoscritti tra le Parti. Ora, per le BCC, è giunto il tempo delle scelte perché in occasione delle grandi discontinuità storiche l’immobilismo, o il dinamismo formale, corrispondono ad un inevitabile arretramento. Dovranno quindi attrezzarsi per superare i propri limiti strutturali sul fronte della Governance, dei controlli, del presidio dell’identità, della razionalizzazione dell’informatica, dell’adeguatezza manageriale, della creazione di strumenti di sistema e di servizio efficienti a partire dai vari livelli della federazione, dalle “fabbriche” e dalle stesse Banche di Credito Cooperativo nella direzione più volte indicata dalla Banca d’Italia, da queste stesse XX.XX e dalle regole approvate dal Comitato di Basilea 3. La Piattaforma di rinnovo del contratto nazionale delle Banche di Credito Cooperativo è perfettamente integrata in questo scenario ed esprime un profilo di sistema, intendendosi per tale l’ambizione di essere lo strumento di risposta alle giuste rivendicazioni degli oltre 36.000 dipendenti del settore e, al contempo, l’architrave di un sistema di relazioni industriali avanzate, che favorisca il superamento dei limiti e delle contraddizioni del sistema medesimo. E’ una proposta che parla alla qualità della vita, alle motivazioni del personale, all’identità cooperativa, alla professionalità, al coinvolgimento ed al giusto riconoscimento dei lavoratori. Ma parla anche alle comunità locali ed alla classe dirigente cooperativa più illuminata, che considera la cooperazione un valore non retorico e come tale incompatibile con l’autoreferenzialità, il paternalismo, il cooperativismo di maniera. Ci rivolgiamo anche a loro ed agli interessi diffusi del credito cooperativo, che deve guardare al lungo periodo con competenza e saggezza imprenditoriale per rappresentare e realizzare una reale, credibile e visibile alternativa al modello dominante di banca- finanziaria spersonalizzata e socialmente ed ambientalmente indifferente e irresponsabile. Il modello di banca che immaginiamo deve possedere queste caratteristiche e perciò deve realizzare una banca: più trasparente nei costi; più aperta e partecipata nella governance a partire dal coinvolgimento dei dipendenti in una logica di democrazia economica; inclusiva nella buona occupazione e nel welfare di sistema; refrattaria alle politiche commerciali aggressive ed alle politiche gestionali e premianti opache e disancorate da una visione di crescita sostenibile e responsabile; adeguata nelle competenze distintive senza importazioni inopportune da altre esperienze e con forti anticorpi contro i comportamenti devianti. E’ questa la banca che può essere realmente solida e integrata nella propria comunità, autonoma ma non autoreferenziale, solidaristica e sussidiaria.

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Samples: Contratto Collettivo Nazionale Di Lavoro Del Credito Cooperativo

PREMESSA. La lezione della crisi planetaria esplosa nell’agosto 2007Il Programma operativo per la gestione del Servizio Idrico Integrato nella Provincia di Como contiene il percorso, ha bocciato severamente alle fondamenta l’ideologia che ha consacrato il primato oligarchico dei grandi potentati economico-finanziari ele tempistiche e le azioni da attuare per giungere all’affidamento a Como Acqua s.r.l. del Servizio Idrico Integrato (SII). L’intento del documento non è quello di fornire ulteriori chiarimenti relativi al servizio idrico provinciale, con loroampiamente e dettagliatamente illustrati nel Piano d’Ambito, dei tanti che ne hanno favorito l’ascesabensì quello di fornire una guida operativa per i soggetti che, la consacrazione a vario titolo, sono coinvolti attivamente (Provincia, Comuni, Ufficio d’Ambito e l’impunitàSocietà di gestione, nel seguito SOT) per giungere all’affidamento del servizio entro i termini previsti dalla normativa vigente dando avvio ad una gestione unitaria, senza contraccolpi per l’utenza. Il fallimento Programma rispetta rigorosamente il modello gestionale definito dal Piano d’Ambito che prevede una fase transitoria dedicata all’avvio della gestione ed una fase a regime in cui opererà solo Como Acqua a conclusione del paradigma liberista fondato sul primato della finanza sull’economiaprocesso di aggregazione e fusione delle attuali Società pubbliche di gestione. Particolare attenzione è stata dedicata alle Gestioni in economia per le quali viene previsto da subito un graduale assorbimento da parte di Como Acqua anche attraverso il supporto operativo delle attuali Società. Per agevolare l’assorbimento delle gestioni in economia sarà imprescindibile l’attiva collaborazione delle SOT e dei Comuni. In particolare, dell’economia sulla politicanel cronoprogramma proposto, della speculazione sull’investimento, della rendita sul lavoro, dell’indebitamento sulla equità distributiva ci ritorna un monito severo ad intraprendere strade nuove, è prioritaria e fondamentale la fase di raccolta dei dati che archivino, definitivamente quella stagione. La speculazione tuttavia è insaziabile ed eticamente indifferente. La crisi progressivamente crescente dovrà vedere la partecipazione attiva e tendenzialmente destabilizzante dei debiti sovrani di Grecia, Portogallo, Irlanda, Spagna ed altri paesi sotto osservazione immediata da parte delle istituzione europee ed internazionali SOT e dei Comuni. Altra attività che riveste grande importanza è direttamente proporzionale alla feroce dinamica speculatival’analisi di dettaglio degli investimenti previsti nel Piano d’Xxxxxx approvato, che ne aggrava ulteriormente dovrà dare precedenza a quegli interventi che l’Ufficio d’Ambito ha indicato come “prioritari” per ottemperare agli obblighi comunitari e nazionali tesi a risolvere criticità ambientali. La puntuale pianificazione degli investimenti consentirà, altresì, di programmare le condizioniesigenze finanziarie e dare avvio alle procedure necessarie per attingere al credito bancario. Nel contempo la nuova stagione regolativa europea Non si presenta attenuata nelle previsionipuò non evidenziare che l’affidamento del servizio idrico avrà come effetto l’avvio di numerosi investimenti con una positiva ricaduta sul tessuto produttivo e sociale provinciale. Nei mesi che precederanno l’affidamento verrà, inoltre, avviato il percorso di aggregazione delle SOT, che non scalfiscono il modello generativo si fonderanno in Como Acqua. L’estrema frammentazione della crisigestione del servizio costituisce, infatti, l’elemento che da troppi anni condiziona negativamente la gestione provinciale e attardata ne causa diseconomie, inutili costi a carico dei Comuni e ritardo nell’avvio degli investimenti necessari. Per questo motivo Como Xxxxx dovrà governare con attenzione l'equilibrio economico-finanziario tra gestione e investimenti, aspetto peraltro sancito dalle mille pastoie burocratiche degli egoismi nazionali pari solamentenorme vigenti. Infatti, la tariffa che l’Ufficio d’Ambito sarà chiamato a sottoporre ad approvazione dell’AEEGSI e che Como Acqua dovrà applicare agli utenti, sarà la sintesi di una regola fondamentale del Servizio Idrico Integrato: migliore qualità del servizio possibile alla tariffa più bassa possibile. Siamo giunti, oggi, ad un momento cruciale del percorso, avviato con la costituzione di Como Acqua s.r.l. e con l’approvazione del Piano d’Ambito, in termini di miopia, all’incapacità della politica di cogliere le implicazioni profonde di quanto cui tutti i Soggetti sono chiamati a fare la propria parte; il tempo che la legge ci lascia non è accaduto. Il sistema bancario italiano molto e il lavoro che ci attende è stato meno colpito dagli effetti immediati della crisi finanziaria, anche grazie ad un miglior radicamento sul territorio integrato da fonti di ricavo più stabili ed alle politiche sindacali concertative, che hanno concorso a mitigare la “de materializzazione” delle banche italiane tradizionalmente intermediatrici, a favore del modello di banca finanziarizzata che negli Stati Uniticomplesso, ma possiamo contare sulle numerose professionalità presenti nelle Società e sulla cresciuta consapevolezza dei loro Amministratori circa la necessità che anche in Europa (oltre 2.700 mld $) ha richiesto migliaia la Provincia di miliardi di dollari di denaro pubblico per i salvataggi effettuati. Le banche di credito cooperativo sono rimaste complessivamente al riparo dalla finanza creativa ed hanno sostenuto l’economia reale svolgendo una funzione anticiclica e assumendone, almeno in parte, anche le difficoltà che hanno contribuito ad evidenziare dei limiti spesso antecedenti. A questi risultati hanno contribuito, insieme allo storico radicamento territoriale delle banche di credito cooperativo e ad una vigilanza prudenziale particolarmente rigorosa, le relazioni sindacali ed i Contratti di lavoro sottoscritti tra le Parti. Ora, per le BCC, è giunto il tempo delle scelte perché in occasione delle grandi discontinuità storiche l’immobilismo, o il dinamismo formale, corrispondono ad un inevitabile arretramento. Dovranno quindi attrezzarsi per superare i propri limiti strutturali sul fronte della Governance, dei controlli, del presidio dell’identità, della razionalizzazione dell’informatica, dell’adeguatezza manageriale, della creazione di strumenti di sistema e di servizio efficienti a partire dai vari livelli della federazione, dalle “fabbriche” e dalle stesse Banche di Credito Cooperativo nella direzione più volte indicata dalla Banca d’Italia, da queste stesse XX.XX e dalle regole approvate dal Comitato di Basilea 3. La Piattaforma di rinnovo del contratto nazionale delle Banche di Credito Cooperativo è perfettamente integrata in questo scenario ed esprime un profilo di sistema, intendendosi per tale l’ambizione di essere lo strumento di risposta alle giuste rivendicazioni degli oltre 36.000 dipendenti del settore e, al contempo, l’architrave Como si doti di un sistema di relazioni industriali avanzateGestore Unico del Servizio Idrico, che favorisca il superamento dei limiti e delle contraddizioni del sistema medesimo. E’ una proposta che parla alla qualità della vita, alle motivazioni del personale, all’identità cooperativa, alla professionalità, al coinvolgimento forte ed al giusto riconoscimento dei lavoratori. Ma parla anche alle comunità locali ed alla classe dirigente cooperativa più illuminata, che considera la cooperazione un valore non retorico e come tale incompatibile con l’autoreferenzialità, il paternalismo, il cooperativismo di maniera. Ci rivolgiamo anche a loro ed agli interessi diffusi del credito cooperativo, che deve guardare al lungo periodo con competenza e saggezza imprenditoriale per rappresentare e realizzare una reale, credibile e visibile alternativa al modello dominante di banca- finanziaria spersonalizzata e socialmente ed ambientalmente indifferente e irresponsabile. Il modello di banca che immaginiamo deve possedere queste caratteristiche e perciò deve realizzare una banca: più trasparente nei costi; più aperta e partecipata nella governance a partire dal coinvolgimento dei dipendenti in una logica di democrazia economica; inclusiva nella buona occupazione e nel welfare di sistema; refrattaria alle politiche commerciali aggressive ed alle politiche gestionali e premianti opache e disancorate da una visione di crescita sostenibile e responsabile; adeguata nelle competenze distintive senza importazioni inopportune da altre esperienze e con forti anticorpi contro i comportamenti devianti. E’ questa la banca che può essere realmente solida e integrata nella propria comunità, autonoma ma non autoreferenziale, solidaristica e sussidiariaefficiente.

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Samples: www.ato.como.it

PREMESSA. La lezione della crisi planetaria esplosa nell’agosto 2007, ha bocciato severamente alle fondamenta l’ideologia che ha consacrato il primato oligarchico dei grandi potentati economico-finanziari e, con loro, dei tanti che ne hanno favorito l’ascesa, la consacrazione e l’impunità. Il fallimento In conformità a quanto previsto dal Protocollo di intesa del paradigma liberista fondato 22 gennaio 1983 sul primato della finanza sull’economia, dell’economia sulla politica, della speculazione sull’investimento, della rendita sul costo del lavoro, dell’indebitamento sulla equità distributiva ci ritorna un monito severo ad intraprendere strade nuove, le parti si danno atto che archivino, definitivamente quella stagione. La speculazione tuttavia è insaziabile ed eticamente indifferente. La crisi progressivamente crescente - in particolare nell’attuale situazione che vede le Aziende interessate a profondi processi di risanamento e tendenzialmente destabilizzante dei debiti sovrani di Grecia, Portogallo, Irlanda, Spagna ed altri paesi sotto osservazione da parte delle istituzione europee ed internazionali è direttamente proporzionale alla feroce dinamica speculativa, che ne aggrava ulteriormente le condizioni. Nel contempo la nuova stagione regolativa europea si presenta attenuata nelle previsioni, che non scalfiscono il modello generativo della crisi, e attardata dalle mille pastoie burocratiche degli egoismi nazionali pari solamente, in termini di miopia, all’incapacità della politica di cogliere le implicazioni profonde di quanto è accaduto. Il sistema bancario italiano è stato meno colpito dagli effetti immediati della crisi finanziariaristrutturazione, anche grazie ad un miglior radicamento sul territorio integrato da fonti in relazione alle esigenze di ricavo più stabili recuperare competitività ed alle politiche sindacali concertative, che hanno concorso a mitigare la “de materializzazione” delle banche italiane tradizionalmente intermediatrici, a favore del modello di banca finanziarizzata che negli Stati Uniti, ma anche in Europa (oltre 2.700 mld $) ha richiesto migliaia di miliardi di dollari di denaro pubblico per i salvataggi effettuati. Le banche di credito cooperativo sono rimaste complessivamente al riparo dalla finanza creativa ed hanno sostenuto l’economia reale svolgendo una funzione anticiclica e assumendone, almeno in parte, anche le difficoltà che hanno contribuito ad evidenziare dei limiti spesso antecedenti. A questi risultati hanno contribuito, insieme allo storico radicamento territoriale delle banche di credito cooperativo e ad una vigilanza prudenziale particolarmente rigorosa, le relazioni sindacali ed i Contratti di lavoro sottoscritti tra le Parti. Ora, per le BCC, efficienza gestionale - è giunto il tempo delle scelte perché in occasione delle grandi discontinuità storiche l’immobilismo, o il dinamismo formale, corrispondono ad un inevitabile arretramento. Dovranno quindi attrezzarsi per superare i propri limiti strutturali sul fronte della Governance, dei controlli, del presidio dell’identità, della razionalizzazione dell’informatica, dell’adeguatezza manageriale, della creazione di strumenti di sistema e di servizio efficienti a partire dai vari livelli della federazione, dalle “fabbriche” e dalle stesse Banche di Credito Cooperativo nella direzione più volte indicata dalla Banca d’Italia, da queste stesse XX.XX e dalle regole approvate dal Comitato di Basilea 3. La Piattaforma di rinnovo del contratto nazionale delle Banche di Credito Cooperativo è perfettamente integrata in questo scenario ed esprime un profilo di sistema, intendendosi per tale l’ambizione di essere lo strumento di risposta alle giuste rivendicazioni degli oltre 36.000 dipendenti del settore e, al contempo, l’architrave di indispensabile consolidare un sistema di relazioni industriali avanzateidoneo a salvaguardare il normale svolgimento dell’attività aziendale e il perseguimento degli obiettivi prefissati. In relazione a ciò è comune impegno delle parti operare, che favorisca il superamento dei limiti ciascuna nel rispetto del proprio ruolo, per favorire una puntuale attuazione delle normative contrattuali esistenti e delle contraddizioni procedure di conciliazione delle controversie individuali e collettive. Le parti si danno altresì atto che la concreta applicazione del sistema medesimopunto 13 del citato Protocollo avverrà nelle sedi aziendali e nei termini indicati, nel senso che la contrattazione a livello aziendale, fermo restando quanto già previsto dalla vigente normativa contrattuale non potrà avere per oggetto materie già definite in altri livelli di contrattazione, e che allo scopo di contribuire alla rimozione delle cause di microconflittualità, verranno individuate procedure aziendali di definizione delle controversie ed eventualmente di arbitrato, collegati anche a pause di raffreddamento. E’ una proposta Le parti annettono al presente contratto un sostanziale valore qualificante, anche nell’ottica complessiva della competitività del settore del tabacco italiano, per la quale è componente indispensabile un approccio serio ed olistico alla sostenibilità in tutti i suoi aspetti, e ribadiscono l’impegno congiunto per il miglioramento continuo delle previsioni normative del CCNL in questa direzione e per tutte le azioni a difesa delle prospettive di continuità dell’attività del comparto. In questo quadro le parti confermano la volontà di collaborare, segnatamente: - nella lotta per il contrasto al caporalato nel settore agricolo e agroindustriale, secondo il dettato della Legge 29/10/2016 n° 199; - promuovendo l’adesione delle aziende tabacchicole fornitrici delle Aziende di trasformazione alla “Rete del Lavoro agricolo di qualità” di cui al D.L. 91/2014, convertito dalla Legge 11 agosto 2014, n. 116, per combattere il caporalato anche attraverso la certificazione etica delle aziende che parla rispettano le regole, istituita presso l’INPS al fine di selezionare imprese agricole che, rispondendo ai requisiti richiesti per l’iscrizione, si qualificano per il rispetto delle norme in materia di lavoro, legislazione sociale, imposte sui redditi e sul valore aggiunto; - promuovendo e cooperando con le Aziende della trasformazione del tabacco in foglia per l’elaborazione di Report di sostenibilità, secondo gli standard internazionali GRI - Global Reporting Initiative, mirate a valutare e comunicare le performance non finanziarie (ambientale, economica e sociale), in particolare per gli aspetti sociali legati allo sviluppo del capitale umano, agli indicatori del rispetto delle buone pratiche di lavoro e dei diritti umani e alla qualità salute e sicurezza sul lavoro; - collaborando, nel comune interesse della vitadifesa del settore, in particolare di fronte alle motivazioni Istituzioni nazionali e internazionali, anche tramite i rispettivi Organismi di rappresentanza di livello europeo, EFFAT (Federazione Sindacale Europea degli Addetti dell’Agricoltura, dell’Alimentazione e del personaleTurismo) e FETRATAB (Federazione Europea Trasformatori Tabacco), all’identità cooperativacon OIT (Organizzazione Interprofessionale Tabacco Italia), di cui APTI è membro e con ELTI (Organizzazione Interprofessionale europea del tabacco in foglia), cui APTI aderisce tramite FETRATAB, entrambe le quali hanno previsto nei rispettivi Statuti la partecipazione delle Organizzazioni di rappresentanza dei lavoratori ai lavori delle Assemblee in cui vengano trattati temi di comune interesse; - collaborando per la predisposizione e la presentazione al Mipaaf e alle altre Istituzioni competenti del Piano Tabacchicolo Nazionale 2017-2018, la cui pubblicazione è prevista entro l’estate 2017; - collaborando per la predisposizione e la presentazione al Mipaaf e alle altre Istituzioni competenti del Piano di strategia fitosanitaria nazionale per il tabacco 2017-2020, la cui pubblicazione è prevista entro l’estate 2017; promuovendo e collaborando in tutte le iniziative mirate allo sviluppo e miglioramento delle condizioni e dei livelli occupazionali e dell’efficienza economica del settore, anche avviando sperimentazioni relative ad attività agro- industriali complementari rispetto a quelle tradizionali. L’Associazione Professionale Trasformatori Tabacchi Italiani - APTI e la FLAI- CGIL, la FAI-CISL e la UILA-UIL, al fine di individuare scelte capaci di contribuire alle soluzioni dei problemi del settore, nonché di orientare l’azione dei propri rappresentati, convengono, alla professionalitàluce delle esperienze già realizzate, la costituzione della Commissione paritetica nazionale. La Commissione - ferme restando l’autonomia dell’attività imprenditoriale e le distinte responsabilità degli imprenditori e delle Organizzazioni sindacali FLAI-CGIL, FAI-CISL e UILA-UIL - ha compiti di analisi e di ricerca, nell’obiettivo di valutazioni convergenti sugli elementi oggettivi utili all’elaborazione di politiche settoriali e sulle questioni suscettibili di avere incidenza sulla situazione complessiva del settore tabacchicolo. La Commissione sarà composta da 12 membri di cui 6 designati dall’Associazione Professionale Trasformatori Tabacchi Italiani - APTI e 6 dalle Organizzazioni sindacali FLAI-CGIL, FAI-CISL e UILA-UIL, e si riunirà di norma due volte all’anno nei mesi di maggio e di ottobre o, comunque, su richiesta di una delle parti. In particolare saranno oggetto di esame: • gli obiettivi di politica industriale del comparto tabacchicolo, nel quadro dell’elaborazione e definizione del Piano Nazionale di settore; • le prospettive delle politiche nazionali, comunitarie e internazionali del settore; • l’andamento del mercato nazionale ed internazionale anche con riferimento alle importazioni ed alle esportazioni; • le linee di sostegno legislativo ai programmi di sviluppo del settore; • le tematiche dell’ecologia e dell’ambiente anche con riferimento ai rapporti con le Istituzioni; • le prevedibili ricadute occupazionali degli obiettivi sopraindicati; • gli investimenti globali sulla ricerca e sulla qualità del prodotto, sia essa applicata per il miglioramento del ciclo produttivo e di sviluppo sperimentale o volta al coinvolgimento risparmio di energia o di sperimentazioni sulle tipologie di prodotto; • lo sviluppo di ALIFOND, nel settore, in raccordo con la consulta delle parti fondatrici, con particolare riferimento all’incremento delle adesioni e alle eventuali azioni da intraprendere per favorire la capillare diffusione dell’iniziativa tra tutti i lavoratori; • il tema della qualità e della sicurezza riguardo il quale verrà costituita un’apposita sezione competente, i cui compiti specifici riguarderanno le materie della qualità e sicurezza dei prodotti, tracciabilità ed al giusto riconoscimento etichettatura, eticità delle produzioni, gli aspetti delle condizioni contrattuali e legislative applicate ai lavoratori; • le azioni positive per promuovere le pari opportunità. La Commissione potrà promuovere, sulla base dei lavoratori. Ma parla dati forniti dalle parti, uno specifico esame sulle tendenze evolutive del mercato, anche in rapporto all’attuazione delle politiche che regolano i mercati internazionali, con specifico riferimento alle comunità locali ed alla classe dirigente cooperativa più illuminatatrasformazioni degli assetti aziendali da queste indotte e ai conseguenti riflessi sui territori, che considera la cooperazione un valore non retorico e come tale incompatibile con l’autoreferenzialità, il paternalismo, il cooperativismo di maniera. Ci rivolgiamo anche a loro ed agli interessi diffusi del credito cooperativo, che deve guardare al lungo periodo con competenza e saggezza imprenditoriale per rappresentare e realizzare una reale, credibile e visibile alternativa al modello dominante di banca- finanziaria spersonalizzata e socialmente ed ambientalmente indifferente e irresponsabile. Il modello di banca che immaginiamo deve possedere queste caratteristiche e perciò deve realizzare una banca: più trasparente nei costi; più aperta e partecipata nella governance a partire dal coinvolgimento dei dipendenti in una logica di democrazia economica; inclusiva nella buona occupazione e nel welfare di sistema; refrattaria nonché alle politiche commerciali aggressive della formazione professionale, necessarie per rispondere alle nuove esigenze. Le parti ribadiscono l’impegno per la costituzione e il funzionamento della Commissione stessa in tempi brevi. Analoghe Commissioni paritetiche verranno istituite a livello regionale allo scopo di stimolare le istituzioni regionali nell’azione di sostegno della tabacchicoltura. In particolare, le Commissioni paritetiche regionali, costituiranno con il governo regionale organismi bilaterali con il compito di: • individuare e sostenere forme di sostegno alla tabacchicoltura nell’ambito delle risorse disponibili nei Piani di Sviluppo Rurale (PSR) ed altri analoghi strumenti; • progettare e finanziare una formazione specifica, variabile da regione a regione, in relazione alle politiche gestionali varietà coltivate e premianti opache e disancorate da una visione di crescita sostenibile e responsabile; adeguata nelle competenze distintive senza importazioni inopportune da altre esperienze e con forti anticorpi contro i comportamenti devianti. E’ questa la banca che può essere realmente solida e integrata nella propria comunità, autonoma ma non autoreferenziale, solidaristica e sussidiariacurate.

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Samples: Contratto Collettivo Nazionale Di Lavoro

PREMESSA. La lezione Il presente schema di Capitolato Speciale d’Appalto, in linea con le previsioni della crisi planetaria esplosa nell’agosto 2007Direttiva CEE n. 93/76 e del DPR n. 412/93, ha bocciato severamente alle fondamenta l’ideologia costituisce un contributo rivolto all’attenzione delle Amministrazioni delle ASL e delle Aziende Ospedaliere regionali. Esso definisce le condizioni per l’aggiudicazione di un appalto per l’erogazione del “servizio-energia” e la riqualificazione tecnologica degli impianti finalizzata al risparmio energetico, secondo l’opzione finanziaria costituita dal Finanziamento tramite Terzi. Nella sua valenza di modello adottabile in via sperimentale dalle Amministrazioni menzionate, che ha consacrato il primato oligarchico dei grandi potentati economicopotranno integrarne l’articolato secondo le rispettive esigenze, esso costituisce un documento pensato e costruito per un’utenza tipo ospedaliero-finanziari esanitaria che, a fronte di elevati consumi energetici e di una situazione di scarsa efficienza degli impianti, intenda terziarizzare i servizi di gestione, esercizio e manutenzione degli stessi, realizzando nel contempo un piano d’interventi di risparmio energetico senza sostenere oneri d’investimento, con lorogaranzia dei risultati tecnico-economici attesi e dei risparmi previsti sulla spesa energetica. Pertanto, al fine di proporre uno schema di Capitolato utilizzabile dalla maggior parte delle ASL e delle Aziende Ospedaliere regionali, si è fatto riferimento ad una configurazione tipo d’utenza costituita da un polo primario di consumi energetici (la sede del Presidio Ospedaliero), nonché da una serie di poli minori rappresentati dai Presidi Sanitari facenti capo alla medesima ASL. Per quanto attiene alla definizione dell’oggetto dell’appalto, si è fatto riferimento al “servizio-energia” sugli impianti di produzione e distribuzione dei tanti che ne hanno favorito l’ascesafluidi primari, così come definito dall’art. 1, comma 1, lett. p) del DPR n. 412/93, nonché alla realizzazione di un piano d’interventi di risparmio energetico, comprensivo dell’installazione di un impianto di cogenerazione, previa diagnosi energetica e verifica di fattibilità tecnico-economica (cfr. art. 26, L. 10/91), la consacrazione e l’impunitàcui elaborazione è lasciata alla capacità di proposta dell’impresa concorrente. Il fallimento L’indicazione riguardante la realizzazione di un impianto di cogenerazione, comunque subordinata agli esiti della preventiva verifica di fattibilità, nell’ambito del paradigma liberista fondato sul primato della finanza sull’economiaprogramma d’intervento che dovrà essere presentato dalle imprese concorrenti in sede d’offerta, dell’economia sulla politicasecondo la previsione del massimo risparmio energetico ottenibile in rapporto all’investimento, della speculazione sull’investimentonon è casuale. Essa, della rendita sul lavoroinfatti, dell’indebitamento sulla equità distributiva ci ritorna un monito severo ad intraprendere strade nuoverisponde non solo agli indirizzi contenuti nell’All. D del DPR n. 412/93, che archivino, definitivamente quella stagione. La speculazione tuttavia è insaziabile ed eticamente indifferente. La crisi progressivamente crescente e tendenzialmente destabilizzante dei debiti sovrani di Grecia, Portogallo, Irlanda, Spagna ed altri paesi sotto osservazione da parte secondo cui tale tecnologia risulta essere particolarmente efficace nel soddisfare le caratteristiche energetiche d’utenza delle istituzione europee ed internazionali è direttamente proporzionale alla feroce dinamica speculativa, che ne aggrava ulteriormente le condizioni. Nel contempo la nuova stagione regolativa europea si presenta attenuata nelle previsioni, che non scalfiscono il modello generativo della crisi, e attardata dalle mille pastoie burocratiche degli egoismi nazionali pari solamente, in termini di miopia, all’incapacità della politica di cogliere le implicazioni profonde di quanto è accaduto. Il sistema bancario italiano è stato meno colpito dagli effetti immediati della crisi finanziaria, anche grazie ad un miglior radicamento sul territorio integrato da fonti di ricavo più stabili ed alle politiche sindacali concertative, che hanno concorso a mitigare la “de materializzazione” delle banche italiane tradizionalmente intermediatrici, a favore del modello di banca finanziarizzata che negli Stati Unitistrutture ospedaliere, ma anche alle conclusioni a cui è pervenuto l’Assessorato regionale all’Energia nell’ambito di uno studio sulle possibilità di applicazione della cogenerazione nel comparto ospedaliero. In ogni modo, si tenga conto che i principi contenuti nel presente schema di Capitolato sono applicabili ai fini dell’installazione di qualsiasi altra tecnologia, diversa dalla cogenerazione, che in Europa ogni singolo caso, previa indicazione di un’analisi di fattibilità, dovesse rivelarsi più rispondente all’obiettivo di razionalizzazione energetica di una data utenza. Ciò detto, si fa presente che lo schema di Capitolato fa riferimento al Decreto Legislativo n. 157/95, ovvero all’espletamento di un appalto di servizi. Malgrado il contratto di cui trattasi sia di tipo misto, ovvero in esso siano rinvenibili aspetti relativi alla realizzazione di opere pubbliche (oltre 2.700 mld $gli interventi di risparmio energetico) ha richiesto migliaia e alla fornitura di miliardi beni e servizi, si assume che esso ricada nella sfera di dollari applicazione della normativa sugli appalti di denaro pubblico per i salvataggi effettuatiservizi. Le banche Infatti, secondo il principio della prevalenza si rileverà che, a fronte della durata pluriennale del contratto, il valore economico relativo all’erogazione di credito cooperativo sono rimaste complessivamente al riparo dalla finanza creativa ed hanno sostenuto l’economia reale svolgendo servizi (gestione, conduzione e manutenzione degli impianti) sarà superiore a quello relativo alla realizzazione delle opere necessarie a garantire una funzione anticiclica maggiore qualità degli stessi e assumendoneil risparmio energetico. Inoltre, almeno si precisa che lo schema di Capitolato in partequestione, anche in quanto attribuisce alle imprese concorrenti l’onere di progettare un piano d’interventi di efficienza energetica, secondo le difficoltà rispettive conoscenze e capacità, sulla base delle indicazioni non vincolanti di uno studio di fattibilità messo a disposizione dall’Azienda appaltante, si riferisce alla fattispecie dell’appalto-concorso, da aggiudicarsi con procedura ristretta, secondo la modalità dell’offerta economicamente più vantaggiosa. Il presente contributo rivolto all’attenzione delle ASL e delle Aziende Ospedaliere regionali, elaborato sotto forma di schema di Capitolato, riporta in grassetto gli articoli che hanno contribuito ad evidenziare dei limiti spesso antecedenti. A questi risultati hanno contribuito, insieme allo storico radicamento territoriale delle banche lo qualificano come capitolato di credito cooperativo Finanziamento tramite Terzi e ad una vigilanza prudenziale particolarmente rigorosa, le relazioni sindacali ed i Contratti di lavoro sottoscritti tra le Parti. Orain semplice corsivo, per le BCCcompletezza e migliore comprensione dello stesso, è giunto il tempo delle scelte perché in occasione delle grandi discontinuità storiche l’immobilismo, gli articoli che non presentano elementi di innovazione e/o il dinamismo formale, corrispondono ad un inevitabile arretramento. Dovranno quindi attrezzarsi per superare i propri limiti strutturali sul fronte della Governance, dei controlli, di stretta funzionalità rispetto alle finalità del presidio dell’identità, della razionalizzazione dell’informatica, dell’adeguatezza manageriale, della creazione di strumenti di sistema e di servizio efficienti a partire dai vari livelli della federazione, dalle “fabbriche” e dalle stesse Banche di Credito Cooperativo nella direzione più volte indicata dalla Banca d’Italia, da queste stesse XX.XX e dalle regole approvate dal Comitato di Basilea 3. La Piattaforma di rinnovo del contratto nazionale delle Banche di Credito Cooperativo è perfettamente integrata in questo scenario ed esprime un profilo di sistema, intendendosi per tale l’ambizione di essere lo strumento di risposta alle giuste rivendicazioni degli oltre 36.000 dipendenti del settore e, al contempo, l’architrave di un sistema di relazioni industriali avanzate, che favorisca il superamento dei limiti e delle contraddizioni del sistema medesimo. E’ una proposta che parla alla qualità della vita, alle motivazioni del personale, all’identità cooperativa, alla professionalità, al coinvolgimento ed al giusto riconoscimento dei lavoratori. Ma parla anche alle comunità locali ed alla classe dirigente cooperativa più illuminata, che considera la cooperazione un valore non retorico e come tale incompatibile con l’autoreferenzialità, il paternalismo, il cooperativismo di maniera. Ci rivolgiamo anche a loro ed agli interessi diffusi del credito cooperativo, che deve guardare al lungo periodo con competenza e saggezza imprenditoriale per rappresentare e realizzare una reale, credibile e visibile alternativa al modello dominante di banca- finanziaria spersonalizzata e socialmente ed ambientalmente indifferente e irresponsabile. Il modello di banca che immaginiamo deve possedere queste caratteristiche e perciò deve realizzare una banca: più trasparente nei costi; più aperta e partecipata nella governance a partire dal coinvolgimento dei dipendenti in una logica di democrazia economica; inclusiva nella buona occupazione e nel welfare di sistema; refrattaria alle politiche commerciali aggressive ed alle politiche gestionali e premianti opache e disancorate da una visione di crescita sostenibile e responsabile; adeguata nelle competenze distintive senza importazioni inopportune da altre esperienze e con forti anticorpi contro i comportamenti devianti. E’ questa la banca che può essere realmente solida e integrata nella propria comunità, autonoma ma non autoreferenziale, solidaristica e sussidiariadocumento.

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PREMESSA. La lezione della crisi planetaria esplosa nell’agosto 2007Nell’ambito dell’indagine, ha bocciato severamente alle fondamenta l’ideologia si è reso opportuno effettuare un richiamo ai principali documenti internazionali ed europei, al fine di offrire una breve panoramica dei modelli, certamente non esaustiva. Occorre, tuttavia, considerare sia la diversità dei sistemi di Welfare adottati dai singoli Paesi in materia di diritto allo studio universitario (DSU) che ha consacrato la complessità di raccolta delle informazioni e dei dati e delle conseguenti analisi e interpretazioni, peraltro mutata nel corso degli anni; per tale motivo, sono state estrapolate, dalle differenti fonti ufficiali, alcune elaborazioni ritenute significative, seppur con riferimento a diverse annualità. Il diritto all’istruzione trova riconoscimento e tutela in una serie di atti sottoscritti dagli Stati, a livello internazionale e sovranazionale, coincidenti con le garanzie previste dalla nostra Carta costituzionale (artt. 3, 33, 34). Ci si riferisce alla Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo del 1948, al Patto Internazionale sui diritti economici, sociali e culturali del 1966, alla Convenzione ONU sui Diritti dell’Infanzia, del 1989. In ambito europeo, non si può non effettuare un richiamo alla Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali (di seguito, CEDU), firmata a Roma il primato oligarchico dei grandi potentati economico-finanziari 4 novembre 1950 e, con loroalla Carta di Nizza sui diritti fondamentali dell’Unione europea del dicembre 2000. Corte dei conti | Sezione centrale di controllo sulla gestione delle Amministrazioni dello Stato | Delib. n. 16/2020/G In via generale, considerare l’istruzione un diritto fondamentale dell’uomo vuol dire non solo garantire ad ogni individuo la possibilità di sviluppare la propria personalità ma, anche, sostenerne l’influenza positiva nella costruzione del vivere in comune per la promozione della pace, per l’integrazione, per una migliore qualità di vita ed il rispetto dei tanti diritti umani e delle libertà fondamentali. Nel corso degli anni, tuttavia, in tutta l’area Ocse, la garanzia del diritto all’istruzione terziaria per studenti meritevoli ma privi di mezzi ha acceso riflessioni in merito all’introduzione di premi e incentivi per i buoni risultati piuttosto che erogazione di sussidi/aiuti di sostegno economico. Di conseguenza, sono state introdotte modifiche al modello e nella governance pubblica nel suo complesso1 , anche a causa della sostenibilità finanziaria degli interventi in materia. In alcuni Paesi si è favorito, ad esempio, lo strumento del prestito in ragione di due fattori: è economicamente sopportabile ed in maggior misura più motivante per gli studenti. Ne sono discese forme diverse di aiuto2 e sostegno indiretto (esenzioni e agevolazioni fiscali); diretto (borse di studio) oppure prestiti di somme di denaro da restituirsi una volta entrati nel mondo del lavoro; alcuni Paesi, ad esempio, hanno preferito non utilizzare lo strumento dell’esonero dalle tasse universitarie; altri, invece, hanno deciso che a pagarle siano solo gli studenti “fuori corso”. Il diritto allo studio, esplicitamente richiamato dalla nostra Carta costituzionale (art. 34) può essere ricompreso in una nozione più ampia di diritto sociale, laddove il raggiungimento dei gradi più alti degli studi si attua attraverso forme di aiuto economico per tutti coloro che hanno i requisiti di capacità e di merito anche se privi di mezzi economici. E’, altresì, compito della Repubblica rimuovere ciò che ostacola il pieno sviluppo della persona umana e che ne hanno favorito l’ascesalimita l’effettiva partecipazione alla vita del Paese (art. 3) e, la consacrazione quindi, per rendere effettiva l’uguaglianza e l’impunitàle pari opportunità a tutti i cittadini, sono state introdotte misure di sostegno pubblico di carattere compensativo. Il fallimento del paradigma liberista fondato sul primato della finanza sull’economiaPurtroppo, dell’economia sulla politicadopo un rapido incedere dei provvedimenti de quibus inerenti al sistema DSU intorno al 2009, della speculazione sull’investimentonel 2011, della rendita sul lavorosi è avuta una definitiva battuta di arresto che 1 Infatti, dell’indebitamento sulla equità distributiva ci ritorna un monito severo ad intraprendere strade nuovenel corso degli anni 90, che archivinoGermania, definitivamente quella stagione. La speculazione tuttavia è insaziabile ed eticamente indifferente. La crisi progressivamente crescente e tendenzialmente destabilizzante dei debiti sovrani di GreciaAustralia, Portogallo, Irlanda, Spagna ed altri paesi sotto osservazione da parte delle istituzione europee ed internazionali è direttamente proporzionale alla feroce dinamica speculativa, che ne aggrava ulteriormente le condizioni. Nel contempo la nuova stagione regolativa europea si presenta attenuata nelle previsioni, che non scalfiscono il modello generativo della crisi, e attardata dalle mille pastoie burocratiche degli egoismi nazionali pari solamente, in termini di miopia, all’incapacità della politica di cogliere le implicazioni profonde di quanto è accaduto. Il sistema bancario italiano è stato meno colpito dagli effetti immediati della crisi finanziaria, anche grazie ad un miglior radicamento sul territorio integrato da fonti di ricavo più stabili ed alle politiche sindacali concertative, che hanno concorso a mitigare la “de materializzazione” delle banche italiane tradizionalmente intermediatrici, a favore del modello di banca finanziarizzata che negli Stati Uniti, ma anche in Europa (oltre 2.700 mld $) ha richiesto migliaia Regno Unito e Paesi Bassi hanno riformato il sistema di miliardi di dollari di denaro pubblico per i salvataggi effettuati. Le banche di credito cooperativo sono rimaste complessivamente al riparo dalla finanza creativa ed hanno sostenuto l’economia reale svolgendo una funzione anticiclica e assumendone, almeno in parte, anche le difficoltà che hanno contribuito ad evidenziare dei limiti spesso antecedenti. A questi risultati hanno contribuito, insieme allo storico radicamento territoriale delle banche di credito cooperativo e ad una vigilanza prudenziale particolarmente rigorosa, le relazioni sindacali ed i Contratti di lavoro sottoscritti tra le Parti. Ora, per le BCC, è giunto il tempo delle scelte perché in occasione delle grandi discontinuità storiche l’immobilismo, o il dinamismo formale, corrispondono ad un inevitabile arretramento. Dovranno quindi attrezzarsi per superare i propri limiti strutturali sul fronte della Governance, dei controlli, del presidio dell’identità, della razionalizzazione dell’informatica, dell’adeguatezza manageriale, della creazione di strumenti di sistema e di servizio efficienti a partire dai vari livelli della federazione, dalle “fabbriche” e dalle stesse Banche di Credito Cooperativo nella direzione più volte indicata dalla Banca d’Italia, da queste stesse XX.XX e dalle regole approvate dal Comitato di Basilea 3. La Piattaforma di rinnovo del contratto nazionale delle Banche di Credito Cooperativo è perfettamente integrata in questo scenario ed esprime un profilo di sistema, intendendosi per tale l’ambizione di essere sostegno adottando lo strumento di risposta alle giuste rivendicazioni degli oltre 36.000 dipendenti del settore e, al contempo, l’architrave di un sistema di relazioni industriali avanzate, che favorisca il superamento dei limiti e delle contraddizioni del sistema medesimo. E’ una proposta che parla alla qualità della vita, alle motivazioni del personale, all’identità cooperativa, alla professionalità, al coinvolgimento ed al giusto riconoscimento dei lavoratori. Ma parla anche alle comunità locali ed alla classe dirigente cooperativa più illuminata, che considera la cooperazione un valore non retorico e come tale incompatibile con l’autoreferenzialità, il paternalismo, il cooperativismo di maniera. Ci rivolgiamo anche a loro ed agli interessi diffusi del credito cooperativo, che deve guardare al lungo periodo con competenza e saggezza imprenditoriale per rappresentare e realizzare una reale, credibile e visibile alternativa al modello dominante di banca- finanziaria spersonalizzata e socialmente ed ambientalmente indifferente e irresponsabile. Il modello di banca che immaginiamo deve possedere queste caratteristiche e perciò deve realizzare una banca: più trasparente nei costi; più aperta e partecipata nella governance a partire dal coinvolgimento dei dipendenti in una logica di democrazia economica; inclusiva nella buona occupazione e nel welfare di sistema; refrattaria alle politiche commerciali aggressive ed alle politiche gestionali e premianti opache e disancorate da una visione di crescita sostenibile e responsabile; adeguata nelle competenze distintive senza importazioni inopportune da altre esperienze e con forti anticorpi contro i comportamenti devianti. E’ questa la banca che può essere realmente solida e integrata nella propria comunità, autonoma ma non autoreferenziale, solidaristica e sussidiariaprestito.

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PREMESSA. La lezione L’Assoced nello stipulare il presente Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro ha inteso fornire al settore dei Centri Elaborazione Dati uno strumento normatore del rapporto di lavoro che consenta la crescita del settore dei servizi alle imprese di svilupparsi in quadro certo su quelli che sono gli obblighi connessi con il rapporto di lavoro. L’UGL Xxxxxxxxx nello stipulare il presente contratto Collettivo Nazionale di Lavoro ha voluto costituire uno strumento di controllo che assicuri, in un settore caratterizzato da grande mobilità e rapidità di evoluzione, il puntuale rispetto della crisi planetaria esplosa nell’agosto 2007normativa a tutela dei lavoratori dipendenti e la garanzia di una certezza di diritto per un settore del sistema produttivo del paese in rapida crescita. Le parti, nel rispetto delle reciproche responsabilità e funzioni, intendono il presente Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro per i dipendenti da Centri Elaborazione Dati come uno strumento unitario, globalmente migliorativo dei preesistenti contratti collettivi adottati. Le parti intendono, nelle rispettive aree di azione, adoperarsi per la tutela del presente corpo contrattuale e nella difesa della sua applicabilità al settore di riferimento. L’UGL ha bocciato severamente alle fondamenta l’ideologia che ha consacrato il primato oligarchico dei grandi potentati economico-finanziari etrasferito nel presente testo contrattuale tutte le determinazioni presenti negli Accordi Interconfederali inerenti la contrattazione collettiva e gli strumenti di rappresentanza sui luoghi di lavoro. In sede di prima applicazione le parti, con loroper la valutazione congiunta dello stato di applicazione del presente contratto collettivo, dei tanti che ne hanno favorito l’ascesa, la consacrazione e l’impunità. Il fallimento del paradigma liberista fondato sul primato si riuniranno trimestralmente per l’adozione di eventuali provvedimenti tesi alla tutela della finanza sull’economia, dell’economia sulla politicavalidità, della speculazione sull’investimentoapplicabilità, della rendita sul lavoro, dell’indebitamento sulla equità distributiva ci ritorna un monito severo ad intraprendere strade nuove, che archivino, definitivamente quella stagione. La speculazione tuttavia è insaziabile ed eticamente indifferente. La crisi progressivamente crescente legittimità e tendenzialmente destabilizzante dei debiti sovrani dello stato di Grecia, Portogallo, Irlanda, Spagna ed altri paesi sotto osservazione da parte delle istituzione europee ed internazionali è direttamente proporzionale alla feroce dinamica speculativa, che ne aggrava ulteriormente le condizioni. Nel contempo la nuova stagione regolativa europea si presenta attenuata nelle previsioni, che non scalfiscono il modello generativo della crisi, e attardata dalle mille pastoie burocratiche degli egoismi nazionali pari solamente, in termini di miopia, all’incapacità della politica di cogliere le implicazioni profonde di quanto è accaduto. Il sistema bancario italiano è stato meno colpito dagli effetti immediati della crisi finanziaria, anche grazie ad un miglior radicamento sul territorio integrato da fonti di ricavo più stabili ed alle politiche sindacali concertative, che hanno concorso a mitigare la “de materializzazione” delle banche italiane tradizionalmente intermediatrici, a favore del modello di banca finanziarizzata che negli Stati Uniti, ma anche in Europa (oltre 2.700 mld $) ha richiesto migliaia di miliardi di dollari di denaro pubblico per i salvataggi effettuati. Le banche di credito cooperativo sono rimaste complessivamente al riparo dalla finanza creativa ed hanno sostenuto l’economia reale svolgendo una funzione anticiclica e assumendone, almeno in parte, anche le difficoltà che hanno contribuito ad evidenziare dei limiti spesso antecedenti. A questi risultati hanno contribuito, insieme allo storico radicamento territoriale delle banche di credito cooperativo e ad una vigilanza prudenziale particolarmente rigorosa, le relazioni sindacali ed i Contratti di lavoro sottoscritti tra le Parti. Ora, per le BCC, è giunto il tempo delle scelte perché in occasione delle grandi discontinuità storiche l’immobilismo, o il dinamismo formale, corrispondono ad un inevitabile arretramento. Dovranno quindi attrezzarsi per superare i propri limiti strutturali sul fronte della Governance, dei controlli, del presidio dell’identità, della razionalizzazione dell’informatica, dell’adeguatezza manageriale, della creazione di strumenti di sistema e di servizio efficienti a partire dai vari livelli della federazione, dalle “fabbriche” e dalle stesse Banche di Credito Cooperativo nella direzione più volte indicata dalla Banca d’Italia, da queste stesse XX.XX e dalle regole approvate dal Comitato di Basilea 3. La Piattaforma di rinnovo attuazione del contratto nazionale delle Banche di Credito Cooperativo è perfettamente integrata in questo scenario ed esprime un profilo di sistema, intendendosi per tale l’ambizione di essere lo strumento di risposta alle giuste rivendicazioni degli oltre 36.000 dipendenti del settore e, al contempo, l’architrave di un sistema di relazioni industriali avanzate, che favorisca il superamento dei limiti e delle contraddizioni del sistema medesimo. E’ una proposta che parla alla qualità della vita, alle motivazioni del personale, all’identità cooperativa, alla professionalità, al coinvolgimento ed al giusto riconoscimento dei lavoratori. Ma parla anche alle comunità locali ed alla classe dirigente cooperativa più illuminata, che considera la cooperazione un valore non retorico e come tale incompatibile con l’autoreferenzialità, il paternalismo, il cooperativismo di maniera. Ci rivolgiamo anche a loro ed agli interessi diffusi del credito cooperativo, che deve guardare al lungo periodo con competenza e saggezza imprenditoriale per rappresentare e realizzare una reale, credibile e visibile alternativa al modello dominante di banca- finanziaria spersonalizzata e socialmente ed ambientalmente indifferente e irresponsabile. Il modello di banca che immaginiamo deve possedere queste caratteristiche e perciò deve realizzare una banca: più trasparente nei costi; più aperta e partecipata nella governance a partire dal coinvolgimento dei dipendenti in una logica di democrazia economica; inclusiva nella buona occupazione e nel welfare di sistema; refrattaria alle politiche commerciali aggressive ed alle politiche gestionali e premianti opache e disancorate da una visione di crescita sostenibile e responsabile; adeguata nelle competenze distintive senza importazioni inopportune da altre esperienze e con forti anticorpi contro i comportamenti devianti. E’ questa la banca che può essere realmente solida e integrata nella propria comunità, autonoma ma non autoreferenziale, solidaristica e sussidiariastesso.

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Samples: Contratto Collettivo Nazionale Di Lavoro Per I Dipendenti Da Centri Elaborazione Dati

PREMESSA. La lezione Le Parti firmatarie del presente Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro, di seguito nominato anche CCNL, intendono promuovere ogni utile iniziativa per favorire processi di semplificazione della crisi planetaria esplosa nell’agosto 2007rappresentanza con l‟obiettivo di garantire una maggiore capacità di rappresentare gli interessi reali delle imprese e dei lavoratori. A tal fine, in particolare, le Parti datoriali hanno convenuto di attivare azioni ed interventi delle rispettive organizzazioni nell‟ottica di una maggiore efficacia nel rispondere alle reali esigenze del mondo del lavoro e di tutti gli attori che ne fanno parte. Questo, a livello operativo, ha bocciato severamente portato alla nascita del “Forum delle organizzazioni di rappresentanza delle imprese e degli imprenditori Italiani” in sigla “FOR.ITALY”, quale confederazione nazionale con l‟obiettivo di tutelare gli interessi delle micro, piccole e medie imprese italiane. FOR.ITALY e CONFAMAR ritenendo di fondamentale importanza ai fini di una contrattazione nazionale di categoria efficace e capace di risp ondere concretamente alle fondamenta l’ideologia esigenze del mondo imprenditoriale e dei lavoratori rappresentati, hanno sottoscritto i seguenti accordi interconfederali sul modello di relazioni industriali, in materia di salute e sicurezza ex D. Lgs. n. 81/2008 e s.m.i ed in materia di detassazione. La cornice data da tali accordi e intese, insieme alla costituzione dell‟Organismo Paritetico in materia di salute e sicurezza OPAN, rappresenta il punto di riferimento per il presente contratto per dare risposte efficaci alle problematiche dei lavoratori e delle imprese. In questo quadro i predetti accordi e intese vengono integralmente recepiti nel presente CCNL costituendone parte integrante e sostanziale. Il presente CCNL è disciplinato secondo i principi civilistici in materia contrattuale e nell‟ambito degli assetti contrattuali previsti dall‟Accordo Quadro di riforma degli assetti contrattuali del 22 gennaio 2009. Il CCNL è di durata triennale tanto per la parte economica che normativa ed avrà la funzione di garantire la certezza dei trattamenti economici e normativi comuni per tutti i lavoratori del settore ovunque impiegati sul territorio nazionale e per la dinamica degli effetti economici si individuerà un indicatore della crescita dei prezzi al consumo assumendo per il triennio – in sostituzione del tasso di inflazione programmata l‟indice previsionale costruito sulla base dell‟IPCA. In questo contesto il presente CCNL deve essere considerato un complesso unitario ed inscindibile. Esso, infatti, affronta le problematiche del lavoro nelle sue diverse espressioni sia quello classico del lavoro dipendente, sia quello ormai consolidato del lavoro autonomo nonché dell‟apporto lavorativo dei datori di lavoro e dei suoi collaboratori anche famigliari. In tal senso le parti stipulanti il presente CCNL ribadiscono l‟importanza di una contrattazione articolata su due livelli:  il I° livello nazionale e di categoria  il II° livello alternativamente aziendale, territoriale, di rete, di filiera o di altra natura quale strumento necessario per rinforzare il sistema delle relazioni industriali e per ridurre quella notevole conflittualità che ha consacrato il primato oligarchico dei grandi potentati economico-finanziari e, con loro, dei tanti determinato storicamente una costante difficoltà nei rinnovi contrattuali generando situazioni di difficoltà e incertezza sia per le aziende che ne hanno favorito l’ascesa, per i lavoratori. Inoltre è impegno comune delle Parti sostenere l‟aggregazione tra imprese anche attraverso l‟introduzione nella contrattazione di II° livello di ogni utile strumento teso a favorire la consacrazione costituzione di reti di impresa e l’impunità. Il fallimento del paradigma liberista fondato sul primato della finanza sull’economia, dell’economia sulla politica, della speculazione sull’investimento, della rendita sul lavoro, dell’indebitamento sulla equità distributiva ci ritorna un monito severo ad intraprendere strade nuove, forme associate di impresa sia in ambito territoriale che archivino, definitivamente quella stagione. La speculazione tuttavia è insaziabile ed eticamente indifferente. La crisi progressivamente crescente e tendenzialmente destabilizzante dei debiti sovrani di Grecia, Portogallo, Irlanda, Spagna ed altri paesi sotto osservazione da parte delle istituzione europee ed internazionali è direttamente proporzionale alla feroce dinamica speculativa, che ne aggrava ulteriormente le condizioni. Nel contempo la nuova stagione regolativa europea si presenta attenuata nelle previsioni, che non scalfiscono il modello generativo della crisi, e attardata dalle mille pastoie burocratiche degli egoismi nazionali pari solamente, in termini di miopiafiliera produttiva. In linea con gli indirizzi provenienti dall‟Unione Europea e anche di concerto con le istituzioni, all’incapacità le Parti intendono sostenere gli interventi tesi a:  Migliorare la qualità dei servizi attraverso la liberalizzazione dei mercati;  Garantire la riduzione del costo del lavoro a favore delle aree deboli e del Mezzogiorno;  Sviluppare le aree a forte vocazione industriale;  Sperimentare nuovi modelli condivisi di politiche attive nel mercato del lavoro;  Potenziare la cultura d‟impresa unitamente alla diffusione della politica cultura della responsabilità sociale dell‟impresa. Le parti, con la presente regolazione contrattuale, riconoscono che, di cogliere norma, il rapporto lavorativo si affianca al rapporto sociale, e pertanto ribadiscono l‟importanza per le implicazioni profonde imprese di quanto è accadutodefinire ulteriori strumenti di regolazione del rapporto fra i soci imprenditori. Il sistema bancario italiano è stato meno colpito dagli effetti immediati della crisi finanziariaAttraverso il rapporto associativo, i soci concorrono in maniera diretta e secondo le norme statutarie e del regolamento interno alla gestione dell‟impresa, anche grazie ad un miglior radicamento sul territorio integrato da fonti di ricavo più stabili ed alle politiche sindacali concertative, che hanno concorso a mitigare la “de materializzazione” delle banche italiane tradizionalmente intermediatrici, a favore del modello di banca finanziarizzata che negli Stati Uniti, ma anche in Europa (oltre 2.700 mld $) ha richiesto migliaia di miliardi di dollari di denaro pubblico alla luce degli articoli 45 e 46 della Costituzione. Pertanto per i salvataggi effettuatilavoratori che siano anche soci dell‟impresa, le norme del presente contratto sono integrate da quelle dei regolamenti interni o dei patti sociali adottati fra i soci stessi. Le banche Parti, pertanto, con il presente CCNL si impegnano ad offrire una regolazione anche alle prestazioni dei soci coimprenditori che instaurino con l'azienda un rapporto di credito cooperativo sono rimaste complessivamente lavoro, in forma subordinata o autonoma o in qualsiasi altra forma, ivi compresi i rapporti di collaborazione coordinata non occasionale, con cui contribuiscono comunque al riparo raggiungimento degli scopi sociali. In modo particolare negli ultimi anni l‟aumento più che proporzionale del lavoro autonomo, spinto dall‟emergere delle cosiddette professioni non regolamentate, ha reso non sempre praticabili strumenti di regolazione di questi rapporti, facendo emergere nuovi problemi legati al rischio di contenziosi e nuove prospettive di tutela. La negoziazione, in tale prospettiva, rappresenta una prima concreta risposta a queste nuove problematiche, oltre che un deterrente alla concorrenza sleale fra datori di lavoro nell‟ottica di offrire alcune tutele minimali compatibili con la natura della prestazione svolta ed il contesto all‟interno della quale viene essa viene resa. Pertanto la platea dei destinatari della presente normativa contrattuale è composita riguardando oltre i lavoratori dipendenti anche:  I collaboratori coordinati e continuativi  I lavoratori autonomi tout court. Tale regolazione appare ancora più indispensabile a maggior ragione dopo le restrizioni alla stipula di collaborazioni operata dalla finanza creativa legge n. 92/2012, prima, e dalla legge n. 183/2014, dopo, oltre all‟incremento significativo del numero dei prestatori d‟opera. In tale ambito, un campo di sicuro interesse sia per le imprese che per i lavoratori autonomi - soci e non soci - è rappresentato dall‟accesso dei contraenti alla bilateralità in tutte le sue declinazioni (procedure di certificazione, strumenti di conciliazione, salute e sicurezza sul lavoro) ed in particolare con riguardo al tema del welfare contrattuale ed al sostegno al reddito. Per quanto attiene i settori di riferimento, questo è risultato fondamentale in questi anni nel dare un contributo per la creazione di ricchezza nazionale e per l‟incremento dell‟occupazione. Proprio per questo, ai fini della ripresa di tali settori regolamentati dal presente CCNL si rendono indispensabili adeguate politiche incentrate sulla competitività rivolte sia al sistema paese in generale che al sistema delle imprese. Le Parti firmatarie il presente CCNL a fronte della situazione di difficoltà che sta attraversando il Paese, animate da senso di responsabilità, hanno sostenuto l’economia reale svolgendo una funzione anticiclica convenuto, con il presente CCNL, sull‟obiettivo di promuovere strumenti e assumendone, almeno misure utili ad affrontare e superare la congiuntura sfavorevole in parteatto. A tal proposito le parti ribadiscono la volontà di promuovere ogni utile iniziativa, anche congiuntamente, nei confronti delle istituzioni pubbliche finalizzate alla ricerca di soluzioni da perseguire mediante politiche settoriali e di sistema in modo tale da consolidare il ruolo dei settori rappresentati quale fattore di primaria importanza del sistema produttivo nazionale, al quale destinare risorse congrue all‟apporto che il settore stesso dedica al paese in termini di creazione di ricchezza e di posti di lavoro. L‟adozione di tali politiche passa necessariamente attraverso la costituzione di tavoli di concertazione ai vari livelli incentrati sulle materie che attengono ai rapporti tra le difficoltà imprese e i lavoratori oltre che hanno contribuito ad evidenziare le politiche di sviluppo del settore di riferimento. In particolare le parti chiedono al Governo e alle altre istituzioni competenti di concentrare la loro attenzione sui seguenti temi di primaria importanza per il mondo delle imprese e dei limiti spesso antecedentilavoratori:  Riqualificazione degli ammortizzatori sociali ed integrazione con il sistema della bilateralità. A questi risultati hanno contribuitoAl fine di dotare il settore di un adeguato sistema di protezione sociale, insieme allo storico radicamento territoriale le parti richiedono che la disciplina degli ammortizzatori sociali riconosca pari dignità ed adeguate tutele alle diverse forme di lavoro previste dalla contrattazione oltre che dalla legislazione vigente. Nello specifico le parti richiedono che si realizzi una copertura effettiva del rischio di disoccupazione relativa a tutte le forme di impiego e a tutti i casi di disoccupazione non derivante da dimissioni, collegando le forme di integrazione del reddito a politiche attive del lavoro e alla partecipazione a percorsi formativi. Tali misure sarebbero funzionali ai fini del riconoscimento della indennità di disoccupazione anche nei casi in cui, in costanza di rapporto di lavoro, la prestazione lavorativa si svolga solo in alcuni periodi. Le parti, nel riconoscere il ruolo di primaria importanza che il sistema della bilateralità riveste sia per il mondo delle banche imprese che dei lavoratori, richiedono concordemente che, in caso di credito cooperativo sospensione del rapporto di lavoro, le misure di sostegno al reddito restino assicurate anche nei casi in cui il sistema della bilateralità non disponga di tutte le risorse necessarie per assicurare la relativa integrazione.  Enti bilaterali. Rilevato che il ruolo degli strumenti bilaterali è di fondamentale importanza ai fini della creazione e del consolidamento dell‟occupazione nel settore, le parti congiuntamente richiedono l‟adozione di una norma di interpretazione autentica al fine di chiarire che ai versamenti effettuati dalle aziende e dai lavoratori in favore di tali organismi si applica un regime tributario agevolato che tenga conto della finalità di tali versamenti. Per le stesse considerazioni di cui sopra, le parti congiuntamente richiedono la modifica della vigente normativa al fine di escludere dalla retribuzione imponibile ai fini fiscali e contributivi la contribuzione versata sia dalle imprese che dai lavoratori agli enti bilaterali.  Semplificazione amministrativa. Le procedure relative alla trasparenza del mercato del lavoro e alla normalizzazione delle condizioni di concorrenza tra le imprese richiedono necessariamente l‟adozione da parte del Ministero del Lavoro di provvedimenti che consentano alle imprese dei settori di adempiere agli obblighi amministrativi di ogni natura concernenti i rapporti di lavoro in forma semplificata eliminando i vincoli ingiustificati e riducendo i costi amministrativi che frenano la capacità di sviluppo del sistema.  Decontribuzione e detassazione. Le parti nel considerare la straordinaria importanza che entrambi gli strumenti rivestono soprattutto in un momento di crisi economica come quello attuale, richiedono che vengano destinate maggiori risorse per fare scattare in via strutturale una fiscalità premiale attraverso gli istituti della decontribuzione / detassazione.  Corrette relazioni industriali. Le parti stipulanti convengono sulla necessità di contrastare fenomeni di dumping contrattuale e a tal fine convengono che qualsiasi riduzione di oneri o qualsiasi trattamento di miglior favore che una delle parti stipulanti il presente contratto dovesse concedere posteriormente alla stipula del presente contratto ad una vigilanza prudenziale particolarmente rigorosa, le relazioni sindacali ed i Contratti di lavoro sottoscritti tra le Parti. Ora, per le BCCqualsiasi altra organizzazione, è giunto il tempo delle scelte perché in occasione delle grandi discontinuità storiche l’immobilismo, o il dinamismo formale, corrispondono ad un inevitabile arretramento. Dovranno quindi attrezzarsi per superare i propri limiti strutturali sul fronte della Governance, dei controlli, del presidio dell’identità, della razionalizzazione dell’informatica, dell’adeguatezza manageriale, della creazione di strumenti di sistema e di servizio efficienti a partire dai vari livelli della federazione, dalle “fabbriche” e dalle stesse Banche di Credito Cooperativo nella direzione più volte indicata dalla Banca d’Italia, da queste stesse XX.XX e dalle regole approvate dal Comitato di Basilea 3. La Piattaforma di rinnovo del contratto nazionale delle Banche di Credito Cooperativo è perfettamente integrata in questo scenario ed esprime un profilo di sistema, intendendosi per tale l’ambizione di essere lo strumento di risposta alle giuste rivendicazioni degli oltre 36.000 dipendenti del settore e, al contempo, l’architrave di un sistema di relazioni industriali avanzate, che favorisca il superamento dei limiti e delle contraddizioni del sistema medesimo. E’ una proposta che parla alla qualità della vita, alle motivazioni del personale, all’identità cooperativa, alla professionalità, al coinvolgimento ed al giusto riconoscimento dei lavoratori. Ma parla automaticamente esteso anche alle comunità locali ed alla classe dirigente cooperativa più illuminata, che considera la cooperazione un valore non retorico e come tale incompatibile con l’autoreferenzialità, parti stipulanti il paternalismo, il cooperativismo di maniera. Ci rivolgiamo anche a loro ed agli interessi diffusi del credito cooperativo, che deve guardare al lungo periodo con competenza e saggezza imprenditoriale per rappresentare e realizzare una reale, credibile e visibile alternativa al modello dominante di banca- finanziaria spersonalizzata e socialmente ed ambientalmente indifferente e irresponsabile. Il modello di banca che immaginiamo deve possedere queste caratteristiche e perciò deve realizzare una banca: più trasparente nei costi; più aperta e partecipata nella governance a partire dal coinvolgimento dei dipendenti in una logica di democrazia economica; inclusiva nella buona occupazione e nel welfare di sistema; refrattaria alle politiche commerciali aggressive ed alle politiche gestionali e premianti opache e disancorate da una visione di crescita sostenibile e responsabile; adeguata nelle competenze distintive senza importazioni inopportune da altre esperienze e con forti anticorpi contro i comportamenti devianti. E’ questa la banca che può essere realmente solida e integrata nella propria comunità, autonoma ma non autoreferenziale, solidaristica e sussidiariapresente CCNL.

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Samples: Contratto Collettivo Nazionale Di Lavoro Per Gli Addetti Delle Imprese

PREMESSA. La lezione della crisi planetaria esplosa nell’agosto 2007In data 24 gennaio 2004 è stata sottoscritta la prima Ipotesi di Accordo per il personale delle Agenzie Fiscali che, a decorrere dalla presente tornata negoziale 2002-2005, è ricompreso in uno specifico comparto di contrattazione, secondo quanto previsto dal CCNQ sulla composizione dei comparti del 18 dicembre 2002. Fino alla passata stagione contrattuale, infatti, i dipendenti in questione facevano par te del Compar to dei Ministeri, ma a seguito dei processi di riorganizzazione e trasf ormazione degli apparati centrali dello Stato, attuati con il D.Lgs. n 300/99, per quanto attiene alla materia delle politiche fiscali è stato attribuito al Ministero dell’Economia e delle Finanze solo il potere di indirizzo e vigilanza, mentre per gli aspetti operativi, sono state costituite particolari strutture a carattere tecnico, le Agenzie fiscali, con responsabilità di gestione diretta in relazione al conseguimento degli obiettivi nei settori di propria competenza. L’accentuata peculiarità istituzionale ed organizzativa delle Agenzie, di tipo marcatamente aziendalistico, ha bocciato severamente alle fondamenta l’ideologia comportato la necessità di istituire un compar to a sé stante rispetto al settore statale, al fine di individuare, pur nell’ambito di un quadro di coerenza con i principi generali della contrattazione pubblica, uno spazio negoziale che ha consacrato il primato oligarchico dei grandi potentati economico-finanziari potesse garantirne gli aspetti di specificità . L’ipotesi di Accordo in esame sicuramente risponde a tale esigenza: molti elementi innovativi sono orientati soprattutto a creare ulteriori flessibilità gestionali per gli istituti direttamente connessi alla particolare realtà lavorativa delle Agenzie e, con loro, dei tanti che ne hanno favorito l’ascesasotto tale profilo, la consacrazione specifica regolamentazione è finalizzata a dotare le amministrazioni di una più ampia e l’impunitàmirata strumentazione giuridica che consenta alle stesse di sostenere il processo di rinnovamento in corso, nonché di garantire sempre più elevati standards di qualità dei servizi. Nel quadro delle novità significative, sicuramente l’aspetto più qualificante del testo contrattuale è rappresentato dal nuovo modello di classificazione, che registra una positiva evoluzione della disciplina nell’ottica di una mag giore flessibilità del sistema. Sono state individuate, infatti, una vasta gamma di soluzioni applicativ e particolarmente idonee a coniugare le esigenze organizzativ e delle Agenzie con le aspettative di crescita professionale e retributiv a dei dipendenti, nel rispetto dei principi di imparzialità e buon andamento evidenziati nella Sentenza costituzionale n. 194 del 22 maggio 2002. Ulteriori interventi innovativi sono stati apportati in relazione ad alcuni istituti del trattamento economico nell’ottica di conseguire una migliore gestione dei processi lavorativi, attraverso la predisposizione di strumenti volti arannewsletter ad incentivare ulteriormente le prestazioni individuali e xxxxxxxxx e, nonché la perequazione retributiva nell’ambito del comparto. Per gli aspetti generali, l’Ipotesi in esame, costituendo il primo quadro contrattuale di riferimento, contiene tutte le disposizioni relative alla regolamentazione del rapporto di lavoro già disciplinate negli altri comparti del pubblico impiego, nell’ambito del processo di contrattualizzazione delle norme pubblicistiche, conclusosi, come previsto dal legislatore, nelle prime due tornate contrattuali. Sotto tale profilo il nuovo contratto ha garantito una linea di continuità con la preesistente disciplina del Comparto Ministeri, in sintonia con l’andamento complessivo delle trattative del settore pubblico: ciò si riscontra soprattutto per quanto attiene alle relazioni sindacali e agli istituti normativi ed economici che riguardano i diritti fondamentali del lavoratore. In taluni casi, l’attività contrattuale, in analogia con quanto già verificatosi per altri CCNL del quadriennio 2002-2005, ha operato inter venti di “manutenzione” degli istituti già priv atizzati, introducendo clausole di chiarimento in relazione alle esigenze manifestate nella fase di applicazione delle norme anche in altri comparti. In altri casi, come ad esempio per le norme disciplinari o per l’orario di lavoro, la rivisitazione delle norme si è resa necessaria per l’adeguamento, della regolamentazione contrattuale già esistente, alle leggi nel frattempo intervenute. Va, altresì, segnalato che, rispetto alla precedente normativa ministeriale, il nuovo testo ha l’indubbio vantaggio pratico di aver costituito l’occasione per unificare, nell’ambito di ogni singolo articolo, la regolamentazione di ciascun istituto che, nei contratti ministeriali, risulta frammentata in diversi testi a seguito di ripetuti molteplici interventi su talune materie, operati nelle successive fasi negoziali. La stessa operazione è stata effettuata per operare gli opportuni raccordi tra normativa di comparto ed Accordi quadro. Il fallimento risultato positivo è quello di aver definito una disciplina più organica, che, nel superare le precedenti duplicazioni e sovrapposizioni di norme e di riferimenti, consente anche una lettura più f acile delle norme nel loro complesso. Il nuovo articolato, inoltre, in analogia con quanto avv enuto in tutti gli altri CCNL dell’attuale quadriennio contrattuale, non ha tralasciato di affrontare anche tematiche di grande rilevanza politica e sociale, quali il mobbing e le molestie sessuali, sulle quali si è espresso anche il Parlamento europeo nell’ambito di recenti Risoluzioni indirizzate agli Stati membri dell’Unione. L’ipotesi di Accordo in questione si configura, pertanto, come un testo completo ed avanzato, che, ampliando gli spazi di flessibilità, costituisce un ulteriore passo avanti nel processo di omologazione delle reg ole del paradigma liberista fondato sul primato della finanza sull’economiarapporto di lavoro pubblico con quelle del lav oro privato. In tale ambito, dell’economia sulla politica, della speculazione sull’investimento, della rendita sul lavoro, dell’indebitamento sulla equità distributiva ci ritorna un monito severo ad intraprendere strade nuovel’autonomia collettiva si è indirizzata verso scelte che rappresentano la giusta mediazione tra la disciplina del codice civile e la salvaguardia dei principi pub blicistici fondamentali e costituzionalmente tutelati, che archivino, definitivamente quella stagione. La speculazione tuttavia è insaziabile ed eticamente indifferente. La crisi progressivamente crescente e tendenzialmente destabilizzante dei debiti sovrani di Grecia, Portogallo, Irlanda, Spagna ed altri paesi sotto osservazione da parte delle istituzione europee ed internazionali è direttamente proporzionale alla feroce dinamica speculativa, che ne aggrava ulteriormente le condizioni. Nel contempo devono costituire sempre la nuova stagione regolativa europea si presenta attenuata nelle previsioni, che non scalfiscono il modello generativo struttura portante della crisi, e attardata dalle mille pastoie burocratiche degli egoismi nazionali pari solamente, in termini di miopia, all’incapacità della politica di cogliere le implicazioni profonde di quanto è accaduto. Il sistema bancario italiano è stato meno colpito dagli effetti immediati della crisi finanziaria, anche grazie ad un miglior radicamento sul territorio integrato da fonti di ricavo più stabili ed alle politiche sindacali concertative, che hanno concorso a mitigare la “de materializzazione” delle banche italiane tradizionalmente intermediatrici, a favore del modello di banca finanziarizzata che negli Stati Uniti, ma anche in Europa (oltre 2.700 mld $) ha richiesto migliaia di miliardi di dollari di denaro pubblico per i salvataggi effettuati. Le banche di credito cooperativo sono rimaste complessivamente al riparo dalla finanza creativa ed hanno sostenuto l’economia reale svolgendo una funzione anticiclica e assumendone, almeno in parte, anche le difficoltà che hanno contribuito ad evidenziare dei limiti spesso antecedenti. A questi risultati hanno contribuito, insieme allo storico radicamento territoriale delle banche di credito cooperativo e ad una vigilanza prudenziale particolarmente rigorosa, le relazioni sindacali ed i Contratti di lavoro sottoscritti tra le Parti. Ora, per le BCC, è giunto il tempo delle scelte perché in occasione delle grandi discontinuità storiche l’immobilismo, o il dinamismo formale, corrispondono ad un inevitabile arretramento. Dovranno quindi attrezzarsi per superare i propri limiti strutturali sul fronte della Governance, dei controlli, del presidio dell’identità, della razionalizzazione dell’informatica, dell’adeguatezza manageriale, della creazione di strumenti di sistema e di servizio efficienti a partire dai vari livelli della federazione, dalle “fabbriche” e dalle stesse Banche di Credito Cooperativo nella direzione più volte indicata dalla Banca d’Italia, da queste stesse XX.XX e dalle regole approvate dal Comitato di Basilea 3. La Piattaforma di rinnovo del contratto nazionale delle Banche di Credito Cooperativo è perfettamente integrata in questo scenario ed esprime un profilo di sistema, intendendosi per tale l’ambizione di essere lo strumento di risposta alle giuste rivendicazioni degli oltre 36.000 dipendenti del settore e, al contempo, l’architrave di un sistema di relazioni industriali avanzate, che favorisca il superamento dei limiti e delle contraddizioni del sistema medesimo. E’ una proposta che parla alla qualità della vita, alle motivazioni del personale, all’identità cooperativa, alla professionalità, al coinvolgimento ed al giusto riconoscimento dei lavoratori. Ma parla anche alle comunità locali ed alla classe dirigente cooperativa più illuminata, che considera la cooperazione un valore non retorico e come tale incompatibile con l’autoreferenzialità, il paternalismo, il cooperativismo di maniera. Ci rivolgiamo anche a loro ed agli interessi diffusi del credito cooperativo, che deve guardare al lungo periodo con competenza e saggezza imprenditoriale per rappresentare e realizzare una reale, credibile e visibile alternativa al modello dominante di banca- finanziaria spersonalizzata e socialmente ed ambientalmente indifferente e irresponsabile. Il modello di banca che immaginiamo deve possedere queste caratteristiche e perciò deve realizzare una banca: più trasparente nei costi; più aperta e partecipata nella governance a partire dal coinvolgimento dei dipendenti in una logica di democrazia economica; inclusiva nella buona occupazione e nel welfare di sistema; refrattaria alle politiche commerciali aggressive ed alle politiche gestionali e premianti opache e disancorate da una visione di crescita sostenibile e responsabile; adeguata nelle competenze distintive senza importazioni inopportune da altre esperienze e con forti anticorpi contro i comportamenti devianti. E’ questa la banca che può essere realmente solida e integrata nella propria comunità, autonoma ma non autoreferenziale, solidaristica e sussidiariaregolamentazione contrattuale pubblica.

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PREMESSA. Il Regolamento d’Istituto, elaborato tenendo conto oltre che dell’esperienza e delle consuetudini affermatesi nell’Istituto Santa Xxxxx anche del complesso delle principali fonti normative, esplicita gli aspetti organizzativi comuni che consentono la realizzazione degli obiettivi e delle attività istituzionali. La lezione della crisi planetaria esplosa nell’agosto 2007, ha bocciato severamente alle fondamenta l’ideologia scuola è una comunità che ha consacrato lo scopo di istruire ed educare, promovendo la formazione umana, culturale e civile degli alunni. La serena convivenza nella comunità scolastica si realizza attraverso l’osservanza di regole di condotta, di norme democraticamente definite ed accettate che disciplinano i rapporti all’interno della scuola. Le norme contenute dal presente regolamento sono da considerarsi conformi alle disposizioni vigenti ed in particolare derivano da quanto disposto dal Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 7 giugno 1995. Doveri ed adempimenti del personale docente, amministrativo ed ausiliario sono regolati dalla legge e attraverso i vigenti contratti di lavoro. Tra tali doveri, vi è anche quello di osservare le norme di legge ed il primato oligarchico dei grandi potentati economico-finanziari eregolamento interno; pertanto ogni studente è tenuto ad accogliere e rispettare indicazioni e richiami di tutto il personale. All’atto dell’assunzione in servizio tutto il personale è tenuto a prendere visione delle disposizioni contenute nel presente documento, con loroalle quali dovrà attenersi nello svolgimento delle proprie funzioni. Tutte le componenti, dei tanti nell’ambito delle rispettive competenze, sono chiamate a collaborare per il raggiungimento degli scopi che ne hanno favorito l’ascesala scuola intende conseguire e per un suo miglioramento. Gli insegnanti e tutto il personale sono tenuti a collaborare per rispettare e far rispettare le presenti norme di comportamento, la consacrazione a prescindere dagli specifici rapporti di insegnamento e l’impunitàdi servizio. Il fallimento del paradigma liberista fondato sul primato della finanza sull’economiapresente regolamento è esposto all’albo degli insegnanti e nella bacheca degli studenti. In estratto viene consegnato ad ogni famiglia degli studenti e fatto sottoscrivere per accettazione all’atto dell’iscrizione. Per quanto non previsto nel presente regolamento, dell’economia sulla politica, della speculazione sull’investimento, della rendita sul lavoro, dell’indebitamento sulla equità distributiva ci ritorna un monito severo ad intraprendere strade nuove, che archivino, definitivamente quella stagione. La speculazione tuttavia è insaziabile ed eticamente indifferente. La crisi progressivamente crescente e tendenzialmente destabilizzante dei debiti sovrani di Grecia, Portogallo, Irlanda, Spagna ed altri paesi sotto osservazione da parte delle istituzione europee ed internazionali è direttamente proporzionale si fa riferimento alla feroce dinamica speculativa, che ne aggrava ulteriormente le condizioni. Nel contempo la nuova stagione regolativa europea si presenta attenuata nelle previsioni, che non scalfiscono il modello generativo della crisi, e attardata dalle mille pastoie burocratiche degli egoismi nazionali pari solamente, in termini di miopia, all’incapacità della politica di cogliere le implicazioni profonde di quanto è accadutonormativa vigente. Il sistema bancario italiano è stato meno colpito dagli effetti immediati della crisi finanziaria, anche grazie ad un miglior radicamento sul territorio integrato da fonti di ricavo più stabili ed alle politiche sindacali concertative, che hanno concorso a mitigare la “de materializzazione” delle banche italiane tradizionalmente intermediatrici, a favore del modello di banca finanziarizzata che negli Stati Uniti, ma anche in Europa (oltre 2.700 mld $) ha richiesto migliaia di miliardi di dollari di denaro pubblico per i salvataggi effettuati. Le banche di credito cooperativo sono rimaste complessivamente al riparo dalla finanza creativa ed hanno sostenuto l’economia reale svolgendo una funzione anticiclica e assumendone, almeno in parte, anche le difficoltà che hanno contribuito ad evidenziare dei limiti spesso antecedenti. A questi risultati hanno contribuito, insieme allo storico radicamento territoriale delle banche di credito cooperativo e ad una vigilanza prudenziale particolarmente rigorosa, le relazioni sindacali ed i Contratti di lavoro sottoscritti tra le Parti. Ora, per le BCC, è giunto il tempo delle scelte perché in occasione delle grandi discontinuità storiche l’immobilismo, o il dinamismo formale, corrispondono ad un inevitabile arretramento. Dovranno quindi attrezzarsi per superare i propri limiti strutturali sul fronte della Governance, dei controlli, del presidio dell’identità, della razionalizzazione dell’informatica, dell’adeguatezza manageriale, della creazione di strumenti di sistema e di servizio efficienti a partire dai vari livelli della federazione, dalle “fabbriche” e dalle stesse Banche di Credito Cooperativo nella direzione più volte indicata dalla Banca d’Italia, da queste stesse XX.XX e dalle regole approvate dal Comitato di Basilea 3. La Piattaforma di rinnovo del contratto nazionale delle Banche di Credito Cooperativo è perfettamente integrata in questo scenario ed esprime un profilo di sistema, intendendosi per tale l’ambizione di essere lo strumento di risposta alle giuste rivendicazioni degli oltre 36.000 dipendenti del settore e, al contempo, l’architrave di un sistema di relazioni industriali avanzate, che favorisca il superamento dei limiti e delle contraddizioni del sistema medesimo. E’ una proposta che parla alla qualità della vita, alle motivazioni del personale, all’identità cooperativa, alla professionalità, al coinvolgimento ed al giusto riconoscimento dei lavoratori. Ma parla anche alle comunità locali ed alla classe dirigente cooperativa più illuminata, che considera la cooperazione un valore non retorico e come tale incompatibile con l’autoreferenzialità, il paternalismo, il cooperativismo di maniera. Ci rivolgiamo anche a loro ed agli interessi diffusi del credito cooperativo, che deve guardare al lungo periodo con competenza e saggezza imprenditoriale per rappresentare e realizzare una reale, credibile e visibile alternativa al modello dominante di banca- finanziaria spersonalizzata e socialmente ed ambientalmente indifferente e irresponsabile. Il modello di banca che immaginiamo deve possedere queste caratteristiche e perciò deve realizzare una banca: più trasparente nei costi; più aperta e partecipata nella governance a partire dal coinvolgimento dei dipendenti in una logica di democrazia economica; inclusiva nella buona occupazione e nel welfare di sistema; refrattaria alle politiche commerciali aggressive ed alle politiche gestionali e premianti opache e disancorate da una visione di crescita sostenibile e responsabile; adeguata nelle competenze distintive senza importazioni inopportune da altre esperienze e con forti anticorpi contro i comportamenti devianti. E’ questa la banca che presente regolamento può essere realmente solida e integrata nella propria comunità, autonoma ma non autoreferenziale, solidaristica e sussidiariamodificato ogni volta che il Consiglio del Rettore lo ritenga necessario o opportuno.

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Samples: Regolamento Di Istituto

PREMESSA. La lezione della crisi planetaria esplosa nell’agosto 2007Le parti stipulanti il presente Accordo Economico Collettivo, ha bocciato severamente intendono realizza- re una disciplina normativa corrispondente alle fondamenta l’ideologia peculiarità del rapporto di agenzia, nonché alle caratteristiche delle imprese commerciali e dei servizi. Sotto questo profilo manifestano il comune interesse a sviluppare corrette relazioni sindacali e contrattuali, consapevoli dell'importanza del ruolo svolto dagli agenti e rappresentanti di commercio nell'economia del Paese e del ruolo svolto dagli agen- ti e rappresentanti di commercio, in un mercato distributivo reso ancora più com- plesso dalla difficile congiuntura economica quali collaboratori indispensabili delle aziende mandanti per loro caratteristiche funzionali e professionali. Le parti si danno atto che ha consacrato il primato oligarchico dei grandi potentati economico-finanziari e, con loro, dei tanti che ne hanno favorito l’ascesa, la consacrazione e l’impunità. Il fallimento del paradigma liberista fondato sul primato della finanza sull’economia, dell’economia sulla politica, della speculazione sull’investimento, della rendita sul lavoro, dell’indebitamento sulla equità distributiva ci ritorna un monito severo ad intraprendere strade nuovepresente Accordo Economico Collettivo, che archivinoper tutto il periodo della sua validità deve essere considerato un complesso normativo uni- tario e inscindibile, definitivamente quella stagionenel realizzare maggiori benefici per gli agenti e rappresentanti di commercio, è globalmente migliorativo e pertanto sostituisce ed assorbe ad ogni effetto le norme di tutti i precedenti Accordi Collettivi e accordi speciali riferiti alle medesime parti stipulanti. L'eventuale nullità o annullabilità di una qualunque delle clausole del presente Accordo Economico Collettivo, non comporterà la nullità o annullabilità dell'intero Accordo Economico Collettivo. Sono fatte salve le condizioni di miglior favore previste dalla Legge e dalla contrat- tazione integrativa. Per quanto non previsto dal presente Accordo valgono le disposizioni di Legge vi- genti in materia. La speculazione tuttavia è insaziabile ed eticamente indifferenteParti rappresentanti le aziende mandanti, nell'affermare la loro piena autonomia contrattuale, accolgono la richiesta di parte sindacale per incontri annuali a livello Nazionale con le XX.XX. La crisi progressivamente crescente e tendenzialmente destabilizzante dei debiti sovrani degli agenti stipulanti il presente Accordo Economico Col- lettivo, intesi ad esaminare lo stato del settore le sue prospettive nonché le situazioni di Grecia, Portogallo, Irlanda, Spagna ed altri paesi sotto osservazione da parte delle istituzione europee ed internazionali è direttamente proporzionale alla feroce dinamica speculativa, che ne aggrava ulteriormente le condizioni. Nel contempo la nuova stagione regolativa europea si presenta attenuata nelle previsioni, che non scalfiscono il modello generativo della crisi, e attardata dalle mille pastoie burocratiche degli egoismi nazionali pari solamente, in termini di miopia, all’incapacità della politica di cogliere le implicazioni profonde di quanto è accaduto. Il sistema bancario italiano è stato meno colpito dagli effetti immediati della crisi finanziaria, mercato anche grazie ad un miglior radicamento sul territorio integrato da fonti di ricavo più stabili ed alle politiche sindacali concertative, che hanno concorso a mitigare la “de materializzazione” delle banche italiane tradizionalmente intermediatrici, a favore del modello di banca finanziarizzata che negli Stati Uniti, ma anche in Europa (oltre 2.700 mld $) ha richiesto migliaia di miliardi di dollari di denaro pubblico per i salvataggi effettuatiriflessi che possono determinarsi sulle condizioni economi- che, sociali e professionali degli agenti. Le banche Su richiesta di credito cooperativo sono rimaste complessivamente al riparo dalla finanza creativa ed hanno sostenuto l’economia reale svolgendo una funzione anticiclica e assumendone, almeno in parte, delle parti tali incontri potranno avvenire anche le difficoltà che hanno contribuito ad evidenziare dei limiti spesso antecedenti. A questi risultati hanno contribuito, insieme allo storico radicamento territoriale delle banche di credito cooperativo e ad una vigilanza prudenziale particolarmente rigorosa, le relazioni sindacali ed i Contratti di lavoro sottoscritti tra le Parti. Ora, per le BCC, è giunto il tempo delle scelte perché in occasione delle grandi discontinuità storiche l’immobilismo, o il dinamismo formale, corrispondono ad un inevitabile arretramento. Dovranno quindi attrezzarsi per superare i propri limiti strutturali sul fronte della Governance, dei controlli, del presidio dell’identità, della razionalizzazione dell’informatica, dell’adeguatezza manageriale, della creazione di strumenti di sistema e di servizio efficienti a partire dai vari livelli della federazione, dalle “fabbriche” e dalle stesse Banche di Credito Cooperativo nella direzione più volte indicata dalla Banca d’Italia, da queste stesse XX.XX e dalle regole approvate dal Comitato di Basilea 3. La Piattaforma di rinnovo del contratto nazionale delle Banche di Credito Cooperativo è perfettamente integrata in questo scenario ed esprime un profilo di sistema, intendendosi per tale l’ambizione di essere lo strumento di risposta alle giuste rivendicazioni degli oltre 36.000 dipendenti del settore e, al contempo, l’architrave di un sistema di relazioni industriali avanzate, che favorisca il superamento dei limiti e delle contraddizioni del sistema medesimo. E’ una proposta che parla alla qualità della vita, alle motivazioni del personale, all’identità cooperativa, alla professionalità, al coinvolgimento ed al giusto riconoscimento dei lavoratori. Ma parla anche alle comunità locali ed alla classe dirigente cooperativa più illuminata, che considera la cooperazione un valore non retorico e come tale incompatibile con l’autoreferenzialità, il paternalismo, il cooperativismo di maniera. Ci rivolgiamo anche a loro ed agli interessi diffusi del credito cooperativo, che deve guardare al lungo periodo con competenza e saggezza imprenditoriale per rappresentare e realizzare una reale, credibile e visibile alternativa al modello dominante di banca- finanziaria spersonalizzata e socialmente ed ambientalmente indifferente e irresponsabile. Il modello di banca che immaginiamo deve possedere queste caratteristiche e perciò deve realizzare una banca: più trasparente nei costi; più aperta e partecipata nella governance a partire dal coinvolgimento dei dipendenti in una logica di democrazia economica; inclusiva nella buona occupazione e nel welfare di sistema; refrattaria alle politiche commerciali aggressive ed alle politiche gestionali e premianti opache e disancorate da una visione di crescita sostenibile e responsabile; adeguata nelle competenze distintive senza importazioni inopportune da altre esperienze e con forti anticorpi contro i comportamenti devianti. E’ questa la banca che può essere realmente solida e integrata nella propria comunità, autonoma ma non autoreferenziale, solidaristica e sussidiariasingoli settori merceologici.

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PREMESSA. La lezione Convenzione per la realizzazione del Progetto di gestione e riqualificazione del CST della crisi planetaria esplosa nell’agosto 2007Provincia di Lecco ha per oggetto l’affidamento in concessione, ha bocciato severamente alle fondamenta l’ideologia che ha consacrato tra l’altro, dell’analisi, progettazione e messa a punto di nuovi servizi. Ai sensi dell’art. 7 della Convenzione ed in conformità ai documenti progettuali offerti in sede di gara, il primato oligarchico processo di realizzazione di nuovi servizi trae origine da una relazione di analisi di fattibilità, composta dai seguenti elementi: analisi domanda/offerta; stima dei grandi potentati economico-finanziari e, con loro, costi di realizzazione e ipotesi di approvvigionamento; ipotesi di tariffazione (listini da proporre agli Enti) e di distribuzione dei tanti che ne hanno favorito l’ascesa, la consacrazione e l’impunitàricavi; cronoprogramma attività (in caso di esito positivo di fattibilità). Il fallimento del paradigma liberista fondato sul primato della finanza sull’economia, dell’economia sulla politica, della speculazione sull’investimento, della rendita sul lavoro, dell’indebitamento sulla equità distributiva ci ritorna un monito severo ad intraprendere strade nuove, che archivino, definitivamente quella stagione. La speculazione tuttavia è insaziabile ed eticamente indifferente. La crisi progressivamente crescente e tendenzialmente destabilizzante dei debiti sovrani di Grecia, Portogallo, Irlanda, Spagna ed altri paesi sotto osservazione da parte delle istituzione europee ed internazionali è direttamente proporzionale alla feroce dinamica speculativa, che ne aggrava ulteriormente le condizioni. Nel contempo la nuova stagione regolativa europea si presenta attenuata nelle previsioni, che non scalfiscono il modello generativo della crisi, e attardata dalle mille pastoie burocratiche degli egoismi nazionali pari solamenteIn particolare, in termini di miopia, all’incapacità della politica di cogliere le implicazioni profonde di quanto è accaduto. Il sistema bancario italiano è stato meno colpito dagli effetti immediati della crisi finanziaria, anche grazie ad un miglior radicamento sul territorio integrato da fonti di ricavo più stabili ed alle politiche sindacali concertative, che hanno concorso a mitigare la “de materializzazione” delle banche italiane tradizionalmente intermediatrici, a favore del modello di banca finanziarizzata che negli Stati Uniti, ma anche in Europa (oltre 2.700 mld $) ha richiesto migliaia di miliardi di dollari di denaro pubblico per i salvataggi effettuati. Le banche di credito cooperativo sono rimaste complessivamente al riparo dalla finanza creativa ed hanno sostenuto l’economia reale svolgendo una funzione anticiclica e assumendone, almeno in parte, anche le difficoltà che hanno contribuito ad evidenziare dei limiti spesso antecedenti. A questi risultati hanno contribuito, insieme allo storico radicamento territoriale delle banche di credito cooperativo e ad una vigilanza prudenziale particolarmente rigorosa, le relazioni sindacali ed i Contratti di lavoro sottoscritti virtù degli accordi intercorsi tra le Parti, 3PItalia ha avviato l’analisi di fattibilità per l’erogazione del servizio POS PagoPA, di seguito illustrato. Ora, A seguito della pubblicazione dell’obbligo per le BCCPubbliche Amministrazioni di attivare il canale pagoPA come ulteriore canale di pagamento che deve essere reso disponibile a cittadini e imprese, si è giunto assistito a un graduale aumento del volume di questa tipologia di pagamenti. La pervasività di questo canale richiede oggi una sufficiente varietà di metodologie di pagamento, al fine di garantire la corretta finalizzazione dello stesso, a fronte di una domanda che ha raggiunto una maturità rilevante. Per rispondere a questa esigenza numerose amministrazioni si stanno interessando a strumenti che consentano da un lato di rispettare l’obbligo di pagamento del pagoPA, dall’altro di permettere ai propri cittadini di pagare anche tramite tradizionali metodi di pagamento come le carte di debito e di credito. La sola modalità di pagamento online del dovuto, infatti, non è più sufficiente a garantire la copertura di servizio richiesta. Tra gli strumenti che vengono incontro a questa necessità ci sono i c.d. POS – Point of Sale, i quali consentono all’utenza di pagare mediante carta di credito o di debito dovuti pagoPA direttamente presso gli Uffici Pubblici. Questi dispositivi sono costituiti da una componente tecnologica e da una componente finanziaria, erogata e garantita dal Prestatore di Servizi di Pagamento (PSP) che nell’ambito del canale oggetto di interesse si interfaccia con il tempo delle scelte perché in occasione delle grandi discontinuità storiche l’immobilismonodo dei pagamenti pagoPA. Il POS gestisce, o il dinamismo formale, corrispondono ad un inevitabile arretramento. Dovranno quindi attrezzarsi per superare i propri limiti strutturali sul fronte della Governance, dei controlli, attraverso la fornitura del presidio dell’identità, della razionalizzazione dell’informatica, dell’adeguatezza manageriale, della creazione di strumenti di sistema e di servizio efficienti a partire dai vari livelli tutti i servizi necessari, l’intero processo di pagamento: dalla ricezione del codice IUV e dell’importo fino all’esecuzione del bonifico sul conto di Tesoreria, o Conto Corrente Postale, effettuato dal PSP. Tramite questa modalità l’operatore del Comune che deve effettuare l’incasso non deve digitare alcun importo sul POS perché lo strumento lavora in maniera totalmente autonoma leggendo il QR Code dell’avviso di pagamento PagoPA e avviando il processo di incasso su POS. Infatti, una volta letto il QR Code dell’avviso di pagamento PagoPA, l’importo che deve essere pagato compare sul display del POS e l’operatore comunale o dell’Istituto scolastico non deve far altro che far pagare il cittadino mediante carte di debito o credito inserendo o avvicinando la carta al POS. Terminata l’operazione il POS visualizza l’esito e stampa la ricevuta della federazionetransazione che, dalle “fabbriche” nel caso delle carte di credito, deve essere firmata dal cittadino e dalle stesse Banche conservata presso l’Ente/Istituto scolastico (si veda Figura 1). Al fine di Credito Cooperativo nella direzione più volte indicata dalla Banca d’Italiagarantire agli Enti territoriali locali interessati un’offerta ampia di POS, per rispondere alle diverse specifiche esigenze, si esplicita la disponibilità delle seguenti tipologia di dispositivi: • Terminale POS (da queste stesse XX.XX tavolo) con collegamento LAN e dalle regole approvate dal Comitato di Basilea lettore QR code; • Terminale POS (da tavolo) con collegamento 3G e lettore QR code; • Terminale POS (portatile) con collegamento LAN o connessione tramite scheda sim 3G e lettore QR code. Ai dispositivi da tavolo può essere opzionalmente associato un PinPad per agevolare l’inserimento del codice da parte dell’utente. La Piattaforma soluzione tecnologica è caratterizzata dai seguenti punti di rinnovo del contratto nazionale delle Banche forza: • Il pagamento avviene a favore di Credito Cooperativo è perfettamente integrata qualsiasi Ente; • È possibile pagare avvisi gestiti da qualsiasi Partner Tecnologico; • Non serve alcuna installazione di componenti software sui server dell’Ente; • Il terminale non deve essere collegato a nessun PC dell’Ente; • È possibile avere un terminale in questo scenario ed esprime un profilo condivisione su più sportelli; • Il pagamento avviene secondo il Modello 3 (PagoPA) e la rendicontazione dal Nodo avviene secondo lo standard pagoPA; • L’Ente non ha costi di sistema, intendendosi per tale l’ambizione di essere lo strumento di risposta alle giuste rivendicazioni degli oltre 36.000 dipendenti del settore e, al contempo, l’architrave di un sistema di relazioni industriali avanzate, che favorisca il superamento dei limiti e delle contraddizioni del sistema medesimo. E’ una proposta che parla alla qualità della vita, alle motivazioni del personale, all’identità cooperativa, alla professionalità, al coinvolgimento ed al giusto riconoscimento dei lavoratori. Ma parla anche alle comunità locali ed alla classe dirigente cooperativa più illuminata, che considera la cooperazione un valore non retorico e come tale incompatibile con l’autoreferenzialità, il paternalismo, il cooperativismo di maniera. Ci rivolgiamo anche a loro ed agli interessi diffusi del credito cooperativo, che deve guardare al lungo periodo con competenza e saggezza imprenditoriale per rappresentare e realizzare una reale, credibile e visibile alternativa al modello dominante di banca- finanziaria spersonalizzata e socialmente ed ambientalmente indifferente e irresponsabile. Il modello di banca che immaginiamo deve possedere queste caratteristiche e perciò deve realizzare una banca: più trasparente nei costi; più aperta e partecipata nella governance a partire dal coinvolgimento dei dipendenti in una logica di democrazia economica; inclusiva nella buona occupazione e nel welfare di sistema; refrattaria alle politiche commerciali aggressive ed alle politiche gestionali e premianti opache e disancorate da una visione di crescita sostenibile e responsabile; adeguata nelle competenze distintive senza importazioni inopportune da altre esperienze e con forti anticorpi contro i comportamenti devianti. E’ questa la banca che può essere realmente solida e integrata nella propria comunità, autonoma ma non autoreferenziale, solidaristica e sussidiariacommissione.

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PREMESSA. La lezione I dati di L.C.C. segnalati dal Fornitore costituiscono elemento vincolante sottoponibile a penalità/rimborsi nel caso di mancato rispetto dei valori dichiarati. Per i costi di mano d’opera si deve assumere il valore unificato di 35,00 Euro/ora per allineare il confronto delle offerte in caso di esecuzione della crisi planetaria esplosa nell’agosto 2007, ha bocciato severamente alle fondamenta l’ideologia che ha consacrato il primato oligarchico dei grandi potentati economico-finanziari e, con loro, dei tanti che ne hanno favorito l’ascesa, la consacrazione e l’impunitàmanutenzione a cura del Cliente. Il fallimento costo dei materiali sarà adeguato all’anno di riferimento ai sensi del paradigma liberista fondato sul primato §A1.2.3.1. Opzione di acquisto ricambi e del §A1.2.4.1. Clausola di revisione dei prezzi. Nel caso di acquisizione di servizi manutentivi da parte del Cliente si deve assumere il costo economico desumibile dall’offerta di manutenzione full service stilata secondo il modello della finanza sull’economiascheda 7.2.B/bis. I costi devono essere riportati al netto dell’IVA. Si raggruppano in questa classe:  gli interventi di controllo, dell’economia sulla politicaregistrazione, della speculazione sull’investimentosostituzione (anche di oli e refrigeranti), della rendita sul lavorolubrificazioni da eseguire a scadenza chilometrica oppure temporale prefissata, dell’indebitamento sulla equità distributiva ci ritorna un monito severo ad intraprendere strade nuovesecondo il piano di manutenzione previsto dal Fornitore;  le operazioni, essenzialmente di controllo visivo, che archivino, definitivamente quella stagionehanno come scopo la verifica del buono stato degli organi delle apparecchiature e dei differenti equipaggiamenti del veicolo in modo da garantirne il corretto funzionamento. Dette operazioni sono di norma effettuate in base a liste prestabilite. La speculazione tuttavia quantificazione di tali interventi è insaziabile ed eticamente indifferentefatta sulla base dei dati indicati dal Fornitore secondo l’ordine previsto nella La successione dei vari cicli di manutenzione programmata dovrà inoltre essere evidenziata nella scheda 7.3.2/b. A7.3.3. La crisi progressivamente crescente Dati di costo per sostituzione parti principali Per sostituzione parti principali si intendono interventi di ripristino (stacco e tendenzialmente destabilizzante dei debiti sovrani riattacco) su componenti di Grecia, Portogallo, Irlanda, Spagna ed altri paesi sotto osservazione da parte delle istituzione europee ed internazionali è direttamente proporzionale alla feroce dinamica speculativa, che ne aggrava ulteriormente le condizioni. Nel contempo la nuova stagione regolativa europea si presenta attenuata nelle previsioni, che non scalfiscono il modello generativo della crisi, e attardata dalle mille pastoie burocratiche degli egoismi nazionali pari solamenteelevata importanza economica, in termini sia di miopiafrequenza di sostituzione, all’incapacità della politica sia di cogliere le implicazioni profonde costo di quanto acquisizione. Una lista degli interventi è accadutoriportata nella Scheda 7.3.3 che riflette una configurazione standard dell’autobus. Il sistema bancario italiano Fornitore dovrà indicare le relative quantificazioni degli interventi, in base alle seguenti specificazioni:  periodicità: si intende la scadenza chilometrica o temporale minima garantita alla quale il componente in questione si prevede debba essere sostituito o revisionato, nelle condizioni di esercizio previste nel profilo di missione;  tempo di mano d’opera: si intendono le ore d’uomo complessive necessarie per eseguire l’intervento, esclusi i tempi per il posizionamento del veicolo sulla linea di lavorazione, incluso il tempo per la verifica di funzionalità prima della riabilitazione al servizio. Pertanto il tempo di mano d’opera include tutte le attività di smontaggio e rimontaggio delle parti da rimuovere per accedere alla parte da sostituire (es.: sostituzione guarnizioni frenanti comprende tempo di smontaggio - rimontaggio ruote);  costo dei materiali: si intende sempre e comunque il costo a nuovo anche per i componenti e sottoinsiemi riparabili e revisionabili. Il costo deve essere indicato con esplicito riferimento al listino ufficiale del Fornitore e/o del listino del ricambio originale in vigore alla data di presentazione dell’offerta. Si precisa che il costo dei materiali deve essere completo in relazione al numero dei componenti da sostituire (Campo Quantità “Q.TÀ (N°)” , es.: 4 ammortizzatori 2° asse a 250 Euro cadauno, il totale è stato meno colpito dagli effetti immediati 1.000 Euro). I tempi di manodopera MO esposti dal Fornitore, nella scheda 7.3.3, impegnano quest’ultimo a fornire, in caso non fossero conformi, per 18 anni, dal termine della crisi finanziariafornitura, anche grazie prestazioni manutentive con quei riferimenti di addebito. In questa classe si includono tutti gli interventi non compresi nei paragrafi precedenti, necessari per garantire ai veicoli l’esecuzione della manutenzione, esclusi i “fermi bonificati” di cui al §A5.3.1. Indice di indisponibilità. Il Fornitore dovrà quantificare il valore complessivo dei costi e riportarlo nella Scheda 7.2.B. Annualmente si procederà alla verifica complessiva del rispetto delle dichiarazioni effettuate dai Costruttori relativamente al costo del ciclo di vita dei veicoli offerti: in questa sede verrà effettuata una consuntivazione dei costi sostenuti e si procederà ad un miglior radicamento riscontro con quanto offerto in sede di gara relativamente al valore del costo al km. Mensilmente verrà inoltre effettuato una verifica sul territorio integrato livello di indisponibilità del lotto di veicoli oggetto della gara e, in caso di scostamento del valore reale da fonti quello dichiarato, il Cliente si riserva il diritto di ricavo più stabili ed alle politiche sindacali concertativeapplicare le penali contrattualmente previste nei modi previsti dal presente capitolato. Al termine di ogni mese verranno consuntivati anche i traini effettuati relativamente a veicoli oggetto della fornitura e verranno applicate le penali contrattualmente previste. Il Fornitore potrà per le attività manutentive che il Cliente effettuerà direttamente, procedere ad audit (controlli) di parte seconda (cioè controllo del Cliente da parte del Fornitore) o di parte terza (cioè per mezzo di un terzo soggetto estraneo sul Cliente) che riterrà opportuni. In tal caso il Fornitore dovrà comunicare al Cliente la loro effettuazione almeno 48 ore prima. Sulla base dei predetti audit (controlli) il Fornitore potrà contestare le modalità e/o i contenuti delle operazioni da parte del Cliente ma non potrà in alcun modo contestare la necessità delle operazioni manutentive effettuate dal Cliente. La cessione a terzi di veicoli coperti da vincoli contrattuali afferenti alla metodologia L.C.C., non modifica i vincoli contrattuali stessi, che hanno concorso continuano a mitigare persistere tra il Fornitore e il nuovo gestore per la “de materializzazione” durata residua del periodo di monitoraggio complessivo previsto. Rispetto ai veicoli eventualmente ceduti a terzi, affinché il Cliente abbia titolo per vantare il perdurare dell’applicazione delle banche italiane tradizionalmente intermediatricicondizioni contrattuali di L.C.C., a favore lo stesso Cliente dovrà garantire al Fornitore la possibilità di esercire il medesimo livello di controllo/ispezione/facoltà di gestione del modello contradittorio preventivo all’applicazione di banca finanziarizzata che negli Stati Uniti, ma anche in Europa (oltre 2.700 mld $) ha richiesto migliaia di miliardi di dollari di denaro pubblico per i salvataggi effettuati. Le banche di credito cooperativo sono rimaste complessivamente al riparo dalla finanza creativa ed hanno sostenuto l’economia reale svolgendo una funzione anticiclica e assumendone, almeno in parte, anche le difficoltà che hanno contribuito ad evidenziare dei limiti spesso antecedenti. A questi risultati hanno contribuito, insieme allo storico radicamento territoriale delle banche di credito cooperativo e ad una vigilanza prudenziale particolarmente rigorosa, le relazioni sindacali ed i Contratti di lavoro sottoscritti tra le Parti. Ora, per le BCC, è giunto il tempo delle scelte perché in occasione delle grandi discontinuità storiche l’immobilismo, o il dinamismo formale, corrispondono ad un inevitabile arretramento. Dovranno quindi attrezzarsi per superare i propri limiti strutturali sul fronte della Governance, dei controlli, del presidio dell’identità, della razionalizzazione dell’informatica, dell’adeguatezza manageriale, della creazione di strumenti di sistema e di servizio efficienti a partire dai vari livelli della federazione, dalle “fabbriche” e dalle stesse Banche di Credito Cooperativo nella direzione più volte indicata dalla Banca d’Italia, da queste stesse XX.XX e dalle regole approvate dal Comitato di Basilea 3. La Piattaforma di rinnovo del contratto nazionale delle Banche di Credito Cooperativo è perfettamente integrata in questo scenario ed esprime un profilo di sistema, intendendosi per tale l’ambizione di essere lo strumento di risposta alle giuste rivendicazioni degli oltre 36.000 dipendenti del settore e, al contempo, l’architrave di un sistema di relazioni industriali avanzatepenali, che favorisca il superamento dei limiti e delle contraddizioni normalmente viene attuato, nei termini del sistema medesimo. E’ una proposta capitolato, peri veicoli del lotto che parla alla qualità della vita, alle motivazioni siano di diretta proprietà del personale, all’identità cooperativa, alla professionalità, al coinvolgimento ed al giusto riconoscimento dei lavoratori. Ma parla anche alle comunità locali ed alla classe dirigente cooperativa più illuminata, che considera la cooperazione un valore non retorico e come tale incompatibile con l’autoreferenzialità, il paternalismo, il cooperativismo di maniera. Ci rivolgiamo anche a loro ed agli interessi diffusi del credito cooperativo, che deve guardare al lungo periodo con competenza e saggezza imprenditoriale per rappresentare e realizzare una reale, credibile e visibile alternativa al modello dominante di banca- finanziaria spersonalizzata e socialmente ed ambientalmente indifferente e irresponsabile. Il modello di banca che immaginiamo deve possedere queste caratteristiche e perciò deve realizzare una banca: più trasparente nei costi; più aperta e partecipata nella governance a partire dal coinvolgimento dei dipendenti in una logica di democrazia economica; inclusiva nella buona occupazione e nel welfare di sistema; refrattaria alle politiche commerciali aggressive ed alle politiche gestionali e premianti opache e disancorate da una visione di crescita sostenibile e responsabile; adeguata nelle competenze distintive senza importazioni inopportune da altre esperienze e con forti anticorpi contro i comportamenti devianti. E’ questa la banca che può essere realmente solida e integrata nella propria comunità, autonoma ma non autoreferenziale, solidaristica e sussidiariaCliente.

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PREMESSA. La lezione L’Agenzia Laore dispone di un ufficio tipografico che produce gran parte della crisi planetaria esplosa nell’agosto 2007documentazione necessaria per l’attuazione delle attività informative e divulgativa oltre alla modulistica interna. L’ufficio, ha bocciato severamente alle fondamenta l’ideologia incardinato nel Settore URP del Servizio Programmazione e controllo dispone di attrezzature specifiche per la produzione degli elaborati richiesti e di professionalità adeguate sia alla progettazione che ha consacrato il primato oligarchico dei grandi potentati economico-finanziari e, alla realizzazione degli elaborati necessari. L’attività della Tipografia dell’URP è di elevata rilevanza nel contesto delle attività dell’Agenzia in quanto consente di disporre degli elaborati tipografici di qualità con loro, dei tanti che ne hanno favorito l’ascesa, la consacrazione e l’impunità. Il fallimento del paradigma liberista fondato sul primato della finanza sull’economia, dell’economia sulla politica, della speculazione sull’investimento, della rendita sul lavoro, dell’indebitamento sulla equità distributiva ci ritorna un monito severo ad intraprendere strade nuove, che archivino, definitivamente quella stagione. La speculazione tuttavia è insaziabile ed eticamente indifferente. La crisi progressivamente crescente e tendenzialmente destabilizzante dei debiti sovrani di Grecia, Portogallo, Irlanda, Spagna ed altri paesi sotto osservazione da parte delle istituzione europee ed internazionali è direttamente proporzionale alla feroce dinamica speculativa, che ne aggrava ulteriormente le condizioni. Nel contempo la nuova stagione regolativa europea si presenta attenuata nelle previsioni, che non scalfiscono il modello generativo della crisi, e attardata dalle mille pastoie burocratiche degli egoismi nazionali pari solamente, in termini di miopia, all’incapacità della politica di cogliere le implicazioni profonde di quanto è accaduto. Il sistema bancario italiano è stato meno colpito caratteristiche richieste dagli effetti immediati della crisi finanziaria, anche grazie ad un miglior radicamento sul territorio integrato da fonti di ricavo più stabili ed alle politiche sindacali concertative, che hanno concorso a mitigare la “de materializzazione” delle banche italiane tradizionalmente intermediatriciutenti interni, a favore del modello costi decisamente inferiori a quelli di banca finanziarizzata mercato. Pare opportuno rilevare che negli Stati Unitil’interazione, ma anche ormai consolidata, tra l’URP, l’Area Specialistica delle Comunicazione e le Unità organizzative dirigenziali interessate consente altresì la disponibilità della documentazione in Europa (oltre 2.700 mld $) ha richiesto migliaia tempi congrui rispetto alle esigenze ed aderenti agli standard dell’Agenzia. L'obsolescenza delle attrezzature di miliardi di dollari di denaro pubblico per i salvataggi effettuati. Le banche di credito cooperativo sono rimaste complessivamente al riparo dalla finanza creativa cui si dispone ed hanno sostenuto l’economia reale svolgendo una funzione anticiclica e assumendone, almeno in parte, anche le il continuo progresso tecnologico provocano alcune difficoltà che hanno contribuito ad evidenziare dei limiti spesso antecedentirischiano, tra l’altro di portare a significative riduzioni della produttività se non al completo blocco della produzione. A questi risultati hanno contribuito, insieme allo storico radicamento territoriale Ciò giustifica l’avvio delle banche procedure di credito cooperativo e ad una vigilanza prudenziale particolarmente rigorosa, le relazioni sindacali ed i Contratti di lavoro sottoscritti tra le Parti. Ora, per le BCC, è giunto il tempo delle scelte perché in occasione delle grandi discontinuità storiche l’immobilismo, o il dinamismo formale, corrispondono ad un inevitabile arretramento. Dovranno quindi attrezzarsi per superare i propri limiti strutturali sul fronte della Governance, dei controlli, del presidio dell’identità, della razionalizzazione dell’informatica, dell’adeguatezza manageriale, della creazione di strumenti di sistema e di servizio efficienti a partire dai vari livelli della federazione, dalle “fabbriche” e dalle stesse Banche di Credito Cooperativo nella direzione più volte indicata dalla Banca d’Italia, da queste stesse XX.XX e dalle regole approvate dal Comitato di Basilea 3. La Piattaforma di rinnovo del contratto nazionale delle Banche di Credito Cooperativo è perfettamente integrata in questo scenario ed esprime un profilo di sistema, intendendosi per tale l’ambizione di essere lo strumento di risposta alle giuste rivendicazioni degli oltre 36.000 dipendenti del settore e, al contempo, l’architrave acquisizione di un sistema di relazioni industriali avanzatestampa più adeguato alle esigenze della struttura. Dati i riscontri qualitativi ottenuti con l’utilizzo delle attrezzature attuali (Minolta bizhub 5501), le competenze acquisite dal personale Laore in tale ambiente, l’affidabilità della marca in questione nella produzione ed assistenza di attrezzature di produzione tipografica, ci si è orientati su un modello che costituisce una evoluzione del precedente il modello Konica Minolta Accurio Press C3080, saranno prese in considerazioni anche modelli differenti purché con prestazioni equivalenti, meglio definite nella tabella di cui al paragrafo 3.7. Il presente Capitolato Tecnico contiene le prescrizioni finalizzate all’acquisizione del servizio di noleggio di un sistema per la stampa digitale di produzione, che favorisca il superamento dei limiti comprende:  fornitura, trasporto, e delle contraddizioni montaggio,  la messa in funzione e collaudo,  la manutenzione e assistenza, per tutta la durata del contratto;  la fornitura di materiali di consumo, per tutta la durata del contratto;  aggiornamento del Software ogniqualvolta venga rilasciata una nuova versione dello stesso  formazione e addestramento all’uso del sistema medesimo. E’ una proposta che parla alla qualità della vitadel personale addetto;  i servizi connessi e opzionali per la gestione del sistema per la stampa digitale di produzione, alle motivazioni del personale, all’identità cooperativa, alla professionalità, al coinvolgimento ed al giusto riconoscimento dei lavoratori. Ma parla anche alle comunità locali ed alla classe dirigente cooperativa più illuminata, che considera la cooperazione un valore non retorico e come tale incompatibile con l’autoreferenzialità, il paternalismo, il cooperativismo di maniera. Ci rivolgiamo anche a loro ed agli interessi diffusi del credito cooperativo, che deve guardare al lungo periodo con competenza e saggezza imprenditoriale per rappresentare e realizzare una reale, credibile e visibile alternativa al modello dominante di banca- finanziaria spersonalizzata e socialmente ed ambientalmente indifferente e irresponsabile. Il modello di banca che immaginiamo deve possedere queste caratteristiche e perciò deve realizzare una banca: più trasparente nei costi; più aperta e partecipata nella governance a partire dal coinvolgimento dei dipendenti in una logica di democrazia economica; inclusiva nella buona occupazione e nel welfare di sistema; refrattaria alle politiche commerciali aggressive termini ed alle politiche gestionali condizioni previste nel presente capitolato tecnico e premianti opache e disancorate da una visione nella documentazione di crescita sostenibile e responsabile; adeguata nelle competenze distintive senza importazioni inopportune da altre esperienze e con forti anticorpi contro i comportamenti devianti. E’ questa la banca che può essere realmente solida e integrata nella propria comunità, autonoma ma non autoreferenziale, solidaristica e sussidiariagara.

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PREMESSA. Con il piano strategico del Turismo in Puglia 2016-2025 la Regione Puglia ha avviato un importante percorso di valorizzazione, rafforzamento e promozione del brand Puglia. Sulla scia dell’ultimo decennio nel quale i flussi turistici hanno avuto un incremento a doppia cifra, l’azione di governo della Regione ha puntato ad analizzare approfonditamente quanto accaduto per identificarne i punti di forza, le criticità e la strategia di medio-lungo termine. Ne è emerso che l’elemento chiave della strategia è legato alla brand identity e più in generale alla prospettiva di commercializzazione, internazionalizzazione e promozione della Puglia nei prossimi anni. Decisiva in questo senso è l’opera di valorizzazione turistica realizzata con le tecnologie dei servizi digitali, per favorire l’engagement di nuove categorie di consumatori digitali e sfruttare la grande mole di dati a disposizione per fornire sempre più delle esperienze personalizzate. La lezione strategia digitale regionale in tema di Turismo e Cultura ha infatti il suo fulcro nell’Ecosistema Digitale Integrato del Turismo e della crisi planetaria esplosa nell’agosto 2007Cultura, ha bocciato severamente alle fondamenta l’ideologia che ha consacrato un’area di intervento settoriale e omogenea in cui si svolge l’azione del Dipartimento Turismo, Economia della Cultura e Valorizzazione del Territorio e in cui vengono erogati servizi a cittadini e imprese attraverso il primato oligarchico dei grandi potentati economico-finanziari edigitale, in conformità al “Modello strategico di evoluzione del sistema informativo della Pubblica Amministrazione” definito nel “Piano Triennale per l’informatica nella Pubblica Amministrazione”. Coerentemente con loroquesto modello, dei tanti che ne hanno favorito l’ascesal’Ecosistema Digitale Integrato del Turismo e della Cultura della Regione Puglia definisce servizi digitali per la valorizzazione del territorio e del patrimonio culturale, la consacrazione promozione del territorio e l’impunitàdelle attività turistiche e culturali, lo sviluppo delle economie culturali, il matching e gli incontri online, gli adempimenti amministrativi, l’aggiornamento delle competenze. Il fallimento del paradigma liberista fondato sul primato Gli Utenti accedono all’Ecosistema per adempiere, promuovere, gestire, promo-commercializzare, comunicare, partecipare, incontrare, informarsi, formarsi. Alla base di tutto il concetto di semplificazione: i cittadini, le imprese, le amministrazioni stesse devono poter accedere in maniera semplice ed immediata ai servizi della finanza sull’economiaPA, dell’economia sulla politicanon devono fornire più e più volte lo stesso dato, della speculazione sull’investimento, della rendita sul lavoro, dell’indebitamento sulla equità distributiva ci ritorna un monito severo ad intraprendere strade nuove, che archivino, definitivamente quella stagionedevono ottenere risposte chiare e veloci. La speculazione tuttavia è insaziabile ed eticamente indifferente. La crisi progressivamente crescente e tendenzialmente destabilizzante dei debiti sovrani di Grecia, Portogallo, Irlanda, Spagna ed altri paesi sotto osservazione da parte delle istituzione europee ed internazionali è direttamente proporzionale alla feroce dinamica speculativa, che ne aggrava ulteriormente le condizioni. Nel contempo la nuova stagione regolativa europea si presenta attenuata nelle previsioni, che non scalfiscono il modello generativo della crisi, e attardata dalle mille pastoie burocratiche degli egoismi nazionali pari solamente, in termini di miopia, all’incapacità della politica di cogliere le implicazioni profonde di quanto è accaduto. Il sistema bancario italiano L’Ecosistema è stato meno colpito dagli effetti immediati progettato con l’obiettivo di realizzare una piattaforma ovvero un insieme di componenti e servizi che costituiscono i bulding block “atomici” tramite i quali è possibile realizzare servizi e componenti sempre più complessi sino alla realizzazione di soluzioni verticali riferimento dell’intero ecosistema. I driver scelti per la progettazione della crisi finanziariaarchitettura applicativa dell’Ecosistema sono affiancati da requisiti non funzionali di scalabilità, anche grazie ad un miglior radicamento sul territorio integrato da fonti di ricavo più stabili ed alle politiche sindacali concertative, resilienza e flessibilità che hanno concorso portato alla realizzazione di una soluzione orientata ai μ-servizi, scalabile orizzontalmente by design che utilizza l’approccio a mitigare la “de materializzazione” delle banche italiane tradizionalmente intermediatricicontainer. Nei successivi capitoli sarà descritto il contesto, a favore del modello di banca finanziarizzata che negli Stati Uniti, ma anche in Europa (oltre 2.700 mld $) ha richiesto migliaia di miliardi di dollari di denaro pubblico per i salvataggi effettuati. Le banche di credito cooperativo sono rimaste complessivamente al riparo dalla finanza creativa ed hanno sostenuto l’economia reale svolgendo una funzione anticiclica l’oggetto e assumendone, almeno in parte, anche le difficoltà che hanno contribuito ad evidenziare caratteristiche complessive della fornitura con il dettaglio dei limiti spesso antecedenti. A questi risultati hanno contribuito, insieme allo storico radicamento territoriale delle banche di credito cooperativo e ad una vigilanza prudenziale particolarmente rigorosa, le relazioni sindacali servizi richiesti ed i Contratti di lavoro sottoscritti tra le Partirelativi livelli che ciascun il Fornitore aggiudicatario dovrà garantire. Ora, per le BCC, è giunto il tempo delle scelte perché in occasione delle grandi discontinuità storiche l’immobilismo, o il dinamismo formale, corrispondono ad un inevitabile arretramento. Dovranno quindi attrezzarsi per superare i propri limiti strutturali sul fronte della Governance, dei controlli, del presidio dell’identità, della razionalizzazione dell’informatica, dell’adeguatezza manageriale, della creazione di strumenti di sistema e di servizio efficienti a partire dai vari livelli della federazione, dalle “fabbriche” e dalle stesse Banche di Credito Cooperativo nella direzione più volte indicata dalla Banca d’Italia, da queste stesse XX.XX e dalle regole approvate dal Comitato di Basilea 3. La Piattaforma di rinnovo del contratto nazionale delle Banche di Credito Cooperativo è perfettamente integrata in questo scenario ed esprime un profilo di sistema, intendendosi per tale l’ambizione di essere lo strumento di risposta alle giuste rivendicazioni degli oltre 36.000 dipendenti del settore e, al contempo, l’architrave di un sistema di relazioni industriali avanzate, che favorisca il superamento dei limiti e delle contraddizioni del sistema medesimo. E’ una proposta che parla alla qualità della vita, alle motivazioni del personale, all’identità cooperativa, alla professionalità, al coinvolgimento ed al giusto riconoscimento dei lavoratori. Ma parla anche alle comunità locali ed alla classe dirigente cooperativa più illuminata, che considera la cooperazione un valore non retorico e come tale incompatibile con l’autoreferenzialitàIn particolare, il paternalismo, il cooperativismo di maniera. Ci rivolgiamo anche a loro ed agli interessi diffusi del credito cooperativo, che deve guardare al lungo periodo con competenza e saggezza imprenditoriale per rappresentare e realizzare una reale, credibile e visibile alternativa al modello dominante di banca- finanziaria spersonalizzata e socialmente ed ambientalmente indifferente e irresponsabile. Il modello di banca che immaginiamo deve possedere queste caratteristiche e perciò deve realizzare una banca: più trasparente nei costi; più aperta e partecipata nella governance a partire dal coinvolgimento dei dipendenti in una logica di democrazia economica; inclusiva nella buona occupazione e nel welfare di sistema; refrattaria alle politiche commerciali aggressive ed alle politiche gestionali e premianti opache e disancorate da una visione di crescita sostenibile e responsabile; adeguata nelle competenze distintive senza importazioni inopportune da altre esperienze e con forti anticorpi contro i comportamenti devianti. E’ questa la banca che può essere realmente solida e integrata nella propria comunità, autonoma ma non autoreferenziale, solidaristica e sussidiaria.documento si compone di:

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PREMESSA. La lezione Con il completamento del processo di contrattualizzazione del rapporto di lavoro dei dipendenti delle pubbliche amministrazioni, avvenuto con la stipulazione dei contratti del quadriennio 1998-2001, si è conclusa un importante fase della crisi planetaria esplosa nell’agosto 2007, ha bocciato severamente alle fondamenta l’ideologia che ha consacrato il primato oligarchico dei grandi potentati economico-finanziari e, con loro, dei tanti che ne hanno favorito l’ascesa, la consacrazione e l’impunità. Il fallimento riforma del paradigma liberista fondato sul primato della finanza sull’economia, dell’economia sulla politica, della speculazione sull’investimento, della rendita sul lavoro, dell’indebitamento sulla equità distributiva ci ritorna un monito severo ad intraprendere strade nuovepubblico impiego, che archivinoaveva individuato, definitivamente quella stagionenella fonte negoziale, lo strumento più idoneo per la sua attuazione. La speculazione tuttavia è insaziabile ed eticamente indifferente. La crisi progressivamente crescente e tendenzialmente destabilizzante dei debiti sovrani L’Ipotesi di Grecia, Portogallo, Irlanda, Spagna ed altri paesi sotto osservazione da parte delle istituzione europee ed internazionali è direttamente proporzionale alla feroce dinamica speculativaaccordo per il Comparto Ministeri sottoscritta il 28 febbraio 2003, che ne aggrava ulteriormente costituisce il primo testo contrattuale della tornata 2002-2005, si colloca pertanto in uno scenario diverso, ove, esaurito il compito di trasformazione degli istituti regolati da disposizioni pubblicistiche in norme pattizie, le condizioniparti hanno optato per interventi negoziali per lo più diretti alla manutenzione e all’aggiornamento del quadro normativo di riferimento, ormai definito. Nel contempo la nuova stagione regolativa europea si presenta attenuata nelle previsioni, che non scalfiscono il modello generativo della crisi, e attardata dalle mille pastoie burocratiche degli egoismi nazionali pari solamenteLo scopo è stato di apportare, in termini base all’esperienza maturata, quegli adattamenti ritenuti indispensabili per offrire alle amministrazioni una strumentazione giuridica quanto più possibile idonea a costituire un valido supporto tecnico per una ottimale ed efficace gestione delle risorse umane. Ma tale diversa missione dell’attività negoziale, tuttavia, non è meno delicata e complessa della precedente: il contratto realizzato prende in esame diverse tematiche (ad esempio, relazioni sindacali, sistema classificatorio, norme disciplinari, oltre al trattamento economico) con il preciso obiettivo di miopiadare una risposta a questioni emerse nella fase applicativa o di introdurre clausole di chiarimento. Ove si è ritenuto necessario, all’incapacità della politica si è operata una sorta di cogliere le implicazioni profonde raccordo tra la normativa di quanto è accadutoComparto e la disciplina degli Accordi Quadro o anche tra quelle disposizioni che pur riguardando i medesimi istituti, erano contenute in testi predisposti in diversi momenti contrattuali. Il sistema bancario italiano è stato meno colpito dagli effetti immediati della crisi finanziariaIn tale contesto di conferma dell’assetto normativo vigente non mancano, però, gli aspetti innovativi, anche grazie ad un miglior radicamento sul territorio integrato da fonti in relazione alla necessità di ricavo più stabili ed alle politiche sindacali concertativegarantire, attraverso lo strumento negoziale che hanno concorso a mitigare si contraddistingue per la “de materializzazione” delle banche italiane tradizionalmente intermediatricinotevole flessibilità, a favore del modello il costante adeguamento della regolamentazione pattizia all’accentuato dinamismo che contraddistingue la legislazione in materia di banca finanziarizzata che negli Stati Uniti, ma anche in Europa (oltre 2.700 mld $) ha richiesto migliaia di miliardi di dollari di denaro pubblico per i salvataggi effettuati. Le banche di credito cooperativo sono rimaste complessivamente al riparo dalla finanza creativa ed hanno sostenuto l’economia reale svolgendo una funzione anticiclica e assumendone, almeno in parte, anche le difficoltà che hanno contribuito ad evidenziare dei limiti spesso antecedenti. A questi risultati hanno contribuito, insieme allo storico radicamento territoriale delle banche di credito cooperativo e ad una vigilanza prudenziale particolarmente rigorosa, le relazioni sindacali ed i Contratti rapporto di lavoro sottoscritti tra le Partinel suo complesso, sia a livello nazionale che europeo. OraQuesto è il caso, ad esempio, delle norme disciplinari, per le BCCquali il contratto ha operato una rivisitazione della regolamentazione contrattuale già esistente al fine di adeguarla alla Legge arannewsletter n. 97/2001, nel frattempo intervenuta, la cui emanazione ha costituito l’occasione per attualizzare l’intero sistema già previsto nel CCNL 1994 -1997. Sul versante delle novità, vanno, altresì, segnalate talune tematiche di grande rilevanza politica e sociale, come il mobbing e le molestie sessuali, sulle quali si è giunto espresso anche il tempo delle scelte perché in occasione delle grandi discontinuità storiche l’immobilismo, o Parlamento europeo nell’ambito di recenti Risoluzioni indirizzate agli Stati membri e per le quali sono state previste alcune importanti iniziative volte a contrastarne la diffusione. In tema di molestie sessuali il dinamismo formale, corrispondono ad un inevitabile arretramento. Dovranno quindi attrezzarsi per superare i propri limiti strutturali sul fronte contratto allega anche lo schema-tipo del codice di condotta relativo ai provvedimenti da assumere nella lotta contro le molestie sessuali nei luoghi di lavoro come previsto dalla raccomandazione della Governance, dei controlli, Commissione europea del presidio dell’identità, della razionalizzazione dell’informatica, dell’adeguatezza manageriale, della creazione di strumenti di sistema e di servizio efficienti a partire dai vari livelli della federazione, dalle “fabbriche” e dalle stesse Banche di Credito Cooperativo nella direzione più volte indicata dalla Banca d’Italia, da queste stesse XX.XX e dalle regole approvate dal Comitato di Basilea 3. La Piattaforma di rinnovo del contratto nazionale delle Banche di Credito Cooperativo è perfettamente integrata in questo scenario ed esprime un profilo di sistema, intendendosi per tale l’ambizione di essere lo strumento di risposta alle giuste rivendicazioni degli oltre 36.000 dipendenti del settore e, al contempo, l’architrave di un sistema di relazioni industriali avanzate, che favorisca il superamento dei limiti e delle contraddizioni del sistema medesimo. E’ una proposta che parla alla qualità della vita, alle motivazioni del personale, all’identità cooperativa, alla professionalità, al coinvolgimento ed al giusto riconoscimento dei lavoratori. Ma parla anche alle comunità locali ed alla classe dirigente cooperativa più illuminata, che considera la cooperazione un valore non retorico e come tale incompatibile con l’autoreferenzialità, il paternalismo, il cooperativismo di maniera. Ci rivolgiamo anche a loro ed agli interessi diffusi del credito cooperativo, che deve guardare al lungo periodo con competenza e saggezza imprenditoriale per rappresentare e realizzare una reale, credibile e visibile alternativa al modello dominante di banca- finanziaria spersonalizzata e socialmente ed ambientalmente indifferente e irresponsabile. Il modello di banca che immaginiamo deve possedere queste caratteristiche e perciò deve realizzare una banca: più trasparente nei costi; più aperta e partecipata nella governance a partire dal coinvolgimento dei dipendenti in una logica di democrazia economica; inclusiva nella buona occupazione e nel welfare di sistema; refrattaria alle politiche commerciali aggressive ed alle politiche gestionali e premianti opache e disancorate da una visione di crescita sostenibile e responsabile; adeguata nelle competenze distintive senza importazioni inopportune da altre esperienze e con forti anticorpi contro i comportamenti devianti. E’ questa la banca che può essere realmente solida e integrata nella propria comunità, autonoma ma non autoreferenziale, solidaristica e sussidiaria27 novembre 1991.

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Samples: Contratto Ministeri: Aspetti Economici

PREMESSA. In data 23 febbraio 2018 è stata sottoscritta l’Ipotesi di contratto collettivo nazionale di lavoro per il comparto della Sanità, definito dall’art. 6 del CCNQ del 13 luglio 2016 sulla definizione dei comparti di contrattazione collettiva. La lezione firma di tale Ipotesi, avvenuta dopo molti mesi di trattativa, costituisce un risultato particolarmente importante per il settore, in quanto è il primo contratto che viene sottoscritto dopo un lungo periodo di sospensione dell’attività negoziale e, pertanto, rappresenta il segnale concreto dell’avvenuta ripresa della crisi planetaria esplosa nell’agosto 2007contrattazione collettiva. Il testo dell’articolato presenta degli aspetti di forte innovazione, perché ha bocciato severamente dovuto tener presente i numerosi interventi legislativi effettuati negli ultimi anni, che hanno indotto le parti ad apportare notevoli modifiche all’impianto contrattuale preesistente, nell’ottica di un suo adeguamento al mutato contesto legislativo. In tale ambito, particolarmente significativi sono i decreti legislativi n. 74 e n. 75 del 2017, che attuano la riforma Madia e che rappresentano un traguardo di particolare rilievo nel processo di innovazione della regolamentazione del lavoro pubblico. Non va trascurato, infatti che i suddetti decreti, insieme all’Accordo del 30 novembre del 2016 e agli stanziamenti delle risorse nelle leggi di bilancio, hanno costituito i presupposti di maggiore rilevanza ai fini della riattivazione del processo negoziale. Sotto tale profilo, la nuova disciplina ha assicurato il pieno rispetto delle suddette disposizioni legislative, nonché degli ambiti di competenza riservati alla fonte contrattuale, nell’ottica di garantire la piena attuazione dei principi della citata riforma. Oltre a ciò, nel quadro di una necessaria opera di manutenzione, diretta a superare anche le criticità emerse nella fase applicativa delle precedenti regole contrattuali, alcune clausole sono state aggiornate, superando quelle non più attuali ed è stato rivisitato quasi tutto l’intero articolato al fine di rendere il nuovo testo maggiormente organico e sistematico. Passando alle fondamenta l’ideologia tematiche trattate nell’Ipotesi, particolare rilievo assumono le relazioni sindacali, per le quali il contratto, nel rispetto dei ruoli della parte datoriale e delle organizzazioni sindacali, definisce nuove modalità relazionali, valorizzando gli aspetti legati alla partecipazione. Sul versante delle novità è, tra l’altro, stata prevista, a livello di singola Azienda ed Ente, l’istituzione di un nuovo Organismo paritetico (“Organismo paritetico per l’innovazione”) che ha consacrato il primato oligarchico compito di realizzare un dialogo proficuo e collaborativo tra parte datoriale e sindacati su aspetti organizzativi, tra cui il miglioramento dei grandi potentati economico-finanziari e, con loro, dei tanti che ne hanno favorito l’ascesaservizi, la consacrazione promozione della legalità, il benessere organizzativo, le politiche formative. L’azione di rinnovamento riguarda anche la contrattazione integrativa, di cui viene riconfermato il ruolo centrale nell’ambito del sistema di relazioni sindacali a livello di singola Azienda ed Ente. Di essa l’ipotesi fornisce una regolamentazione puntuale ed esaustiva circa i soggetti, i livelli, le materie, nonché sulla tempistica e l’impunitàsugli aspetti procedurali. Viene altresì confermato, seppure con una nuova apposita disposizione, il confronto/coordinamento regionale. Con riferimento alla parte normativa, è stata predisposta una disciplina comune per tutti gli aspetti relativi al rapporto di lavoro. I principali istituti, tra cui quelli relativi all’orario di lavoro, alle ferie, ai permessi e alle assenze per malattia sono stati aggiornati. Tra questi ultimi occorre citare quelli, del tutto nuovi, previsti per l’effettuazione di terapie, visite specialistiche ed esami diagnostici, cui viene dedicata una specifica regolamentazione. Sul piano delle novità, occorre anche segnalare l’istituto delle “ferie solidali”, che consente ai dipendenti con figli minori, che versano in gravi condizioni di salute tali da richiedere una particolare assistenza, di poter utilizzare le ferie cedute da altri lavoratori. Sempre sotto il profilo della rilevanza sociale va segnalata la disciplina per le donne vittime di violenza, per le quali sono previste specifiche tutele connesse al riconoscimento di appositi congedi retribuiti, nonché alla possibilità di ottenere il trasferimento ad altra sede in tempi rapidi e con procedure agevolate nonché, dopo il rientro al lavoro, l’esonero dai turni disagiati per un anno. Oltre a ciò, per espressa volontà delle parti, è stata prevista anche la possibilità di fruire di una speciale aspettativa per motivi personali per un ulteriore periodo di trenta giorni. Sotto l’aspetto normativo, sono anche state sostanzialmente confermate le discipline relative all’assegnazione temporanea e alla formazione. Il fallimento contratto ha inoltre recepito le nuove disposizioni sulle Unioni civili, prevedendo che tutti i benefici contrattuali riferiti al matrimonio riguardino anche ciascuna delle parti dell'unione civile. Per quanto riguarda le tematiche connesse alle tipologie di rapporto di lavoro flessibile, si segnalano modifiche significative soprattutto con riferimento al contratto di lavoro a tempo determinato, la cui disciplina è stata adeguata alle nuove regole del paradigma liberista fondato sul primato della finanza sull’economiad.lgs. n. 81 del 2015. Le innovazioni sono correlate principalmente all’osservanza del principio di non discriminazione, dell’economia sulla politicapiù volte enunciato a livello europeo ed affermato anche nell’ambito delle modifiche normative recentemente introdotte. A tal fine, della speculazione sull’investimentosono state estese ai dipendenti a tempo determinato alcune garanzie (ad esempio, della rendita sul lavoroin materia di ferie, dell’indebitamento sulla equità distributiva ci ritorna di diritto allo studio, di riconoscimento del servizio prestato, ecc.). In linea con il citato decreto, è stato inoltre stabilito un monito severo ad intraprendere strade nuove, che archivino, definitivamente quella stagione. La speculazione tuttavia è insaziabile ed eticamente indifferente. La crisi progressivamente crescente e tendenzialmente destabilizzante dei debiti sovrani tetto complessivo per i rapporti di Grecia, Portogallo, Irlanda, Spagna ed altri paesi sotto osservazione da parte delle istituzione europee ed internazionali è direttamente proporzionale alla feroce dinamica speculativa, che ne aggrava ulteriormente le condizioni. Nel contempo la nuova stagione regolativa europea si presenta attenuata nelle previsionilavoro a termine, che non scalfiscono dovrà superare la percentuale del 20% da calcolare sul numero del personale a tempo indeterminato. In tale ambito, va segnalata la previsione di uno specifico articolo dedicato al contratto di somministrazione che, com’è noto, nel pubblico impiego si applica solo a tempo determinato. Anche per quanto riguarda il modello generativo della crisi, e attardata dalle mille pastoie burocratiche degli egoismi nazionali pari solamenterapporto di lavoro a tempo parziale sono stati apportati gli opportuni aggiornamenti alle precedenti disposizioni, in termini coerenza con le indicazioni provenienti dal citato d.lgs. n. 81 del 2015. Altra tematica di miopia, all’incapacità della politica di cogliere le implicazioni profonde di quanto rilievo è accaduto. Il sistema bancario italiano è stato meno colpito dagli effetti immediati della crisi finanziaria, anche grazie ad un miglior radicamento sul territorio integrato da fonti di ricavo più stabili ed alle politiche sindacali concertative, che hanno concorso a mitigare la “de materializzazione” quella delle banche italiane tradizionalmente intermediatrici, a favore del modello di banca finanziarizzata che negli Stati Uniti, ma anche in Europa (oltre 2.700 mld $) ha richiesto migliaia di miliardi di dollari di denaro pubblico per i salvataggi effettuati. Le banche di credito cooperativo sono rimaste complessivamente al riparo dalla finanza creativa ed hanno sostenuto l’economia reale svolgendo una funzione anticiclica e assumendone, almeno in parte, anche le difficoltà che hanno contribuito ad evidenziare dei limiti spesso antecedenti. A questi risultati hanno contribuito, insieme allo storico radicamento territoriale delle banche di credito cooperativo e ad una vigilanza prudenziale particolarmente rigorosa, le relazioni sindacali ed i Contratti di lavoro sottoscritti tra le Parti. Orasanzioni disciplinari, per le BCCquali si è proceduto ad adeguare la precedente regolamentazione alla citata riforma Madia. Anche in questo caso, è giunto per evidenziare le novità più qualificanti, sono introdotte specifiche sanzioni per i casi di assenze ingiustificate in prossimità dei giorni festivi e per le ipotesi di ingiustificate assenze collettive, mentre sotto il tempo delle scelte perché in occasione delle grandi discontinuità storiche l’immobilismoprofilo procedurale viene prevista la possibilità di pervenire alla determinazione concordata della sanzione. Alla luce dei recenti interventi legislativi, o il dinamismo formale, corrispondono ad un inevitabile arretramento. Dovranno quindi attrezzarsi anche sul piano economico sono stati introdotti appositi strumenti per superare i propri limiti strutturali sul fronte della Governance, consentire la piena attuazione dei controlli, del presidio dell’identità, della razionalizzazione dell’informatica, dell’adeguatezza manageriale, della creazione principi di strumenti di sistema meritocrazia e di selettività dei compensi. A tale riguardo è stato individuato un nuovo meccanismo per l’attribuzione degli incentivi economici al personale, che ha l’obiettivo di riconoscere premi aggiuntivi a coloro che abbiano ottenuto le valutazioni più elevate. Il contratto ha infine creato le basi per promuovere un nuovo modello di “welfare contrattuale”, che consenta di sviluppare e diffondere sistemi analoghi a quelli già presenti nel settore privato. E’ stata prevista la possibilità di riconoscere ai dipendenti prestazioni integrative nei seguenti ambiti: sostegno al reddito della famiglia (sussidi e rimborsi), supporto all’istruzione e promozione del merito dei figli (ad esempio borse di studio), contributi a favore di attività culturali, ricreative e con finalità sociale; prestiti a favore di dipendenti in difficoltà ad accedere ai canali ordinari del credito bancario o che si trovino nella necessità di affrontare spese non differibili; polizze sanitarie integrative delle prestazioni erogate dal servizio efficienti a partire dai vari livelli della federazione, dalle “fabbriche” e dalle stesse Banche di Credito Cooperativo nella direzione più volte indicata dalla Banca d’Italia, da queste stesse XX.XX e dalle regole approvate sanitario nazionale. Le disposizioni dell’Ipotesi in esame sono state elaborate con riferimento alle indicazioni fornite dal Comitato di Basilea 3. La Piattaforma settore nell’Atto di rinnovo indirizzo del contratto nazionale delle Banche di Credito Cooperativo è perfettamente integrata in questo scenario ed esprime un profilo di sistema, intendendosi per tale l’ambizione di essere lo strumento di risposta alle giuste rivendicazioni degli oltre 36.000 dipendenti del settore e, al contempo, l’architrave di un sistema di relazioni industriali avanzate, che favorisca 27 luglio 2017 come successivamente integrato il superamento dei limiti e delle contraddizioni del sistema medesimo. E’ una proposta che parla alla qualità della vita, alle motivazioni del personale, all’identità cooperativa, alla professionalità, al coinvolgimento ed al giusto riconoscimento dei lavoratori. Ma parla anche alle comunità locali ed alla classe dirigente cooperativa più illuminata, che considera la cooperazione un valore non retorico e come tale incompatibile con l’autoreferenzialità14 febbraio 2018, il paternalismo, 19 febbraio 2018 e il cooperativismo di maniera. Ci rivolgiamo anche a loro ed agli interessi diffusi del credito cooperativo, che deve guardare al lungo periodo con competenza e saggezza imprenditoriale per rappresentare e realizzare una reale, credibile e visibile alternativa al modello dominante di banca- finanziaria spersonalizzata e socialmente ed ambientalmente indifferente e irresponsabile. Il modello di banca che immaginiamo deve possedere queste caratteristiche e perciò deve realizzare una banca: più trasparente nei costi; più aperta e partecipata nella governance a partire dal coinvolgimento dei dipendenti in una logica di democrazia economica; inclusiva nella buona occupazione e nel welfare di sistema; refrattaria alle politiche commerciali aggressive ed alle politiche gestionali e premianti opache e disancorate da una visione di crescita sostenibile e responsabile; adeguata nelle competenze distintive senza importazioni inopportune da altre esperienze e con forti anticorpi contro i comportamenti devianti. E’ questa la banca che può essere realmente solida e integrata nella propria comunità, autonoma ma non autoreferenziale, solidaristica e sussidiaria22 febbraio 2018.

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PREMESSA. La lezione della crisi planetaria esplosa nell’agosto 2007, ha bocciato severamente alle fondamenta l’ideologia che ha consacrato il primato oligarchico E’ richiesta la conversione dell’applicazione e la migrazione dei grandi potentati economico-finanziari e, con loro, dei tanti che ne hanno favorito l’ascesadati del modulo “Sala Operativa” da piattaforma IBM Risc 6K a piattaforma x86 di Questura; la conversione, la consacrazione migrazione dei dati e l’impunità. Il fallimento la centralizzazione, presso il CEN della Polizia di Stato di Napoli, delle altre componenti applicative del paradigma liberista fondato sul primato della finanza sull’economia, dell’economia sulla politica, della speculazione sull’investimento, della rendita sul lavoro, dell’indebitamento sulla equità distributiva ci ritorna un monito severo ad intraprendere strade nuove, che archivino, definitivamente quella stagione. La speculazione tuttavia è insaziabile ed eticamente indifferente. La crisi progressivamente crescente e tendenzialmente destabilizzante dei debiti sovrani di Grecia, Portogallo, Irlanda, Spagna ed altri paesi sotto osservazione da parte delle istituzione europee ed internazionali è direttamente proporzionale alla feroce dinamica speculativa, che ne aggrava ulteriormente le condizioni. Nel contempo la nuova stagione regolativa europea si presenta attenuata nelle previsioni, che non scalfiscono il modello generativo della crisi, e attardata dalle mille pastoie burocratiche degli egoismi nazionali pari solamente, in termini di miopia, all’incapacità della politica di cogliere le implicazioni profonde di quanto è accadutosistema SCT su piattaforma x86. Il sistema bancario italiano è stato meno colpito dagli effetti immediati deve essere realizzato in modo tale che il modulo “Sala Operativa” sia operativo ed eseguito al CEN di Napoli in caso di guasto “bloccante” del server di Questura. Il processo deve lasciare inalterati i requisiti di carattere funzionale dell’applicativo e l’interfaccia utente in modo che gli operatori di sala possano continuare a svolgere le proprie funzioni riducendo al minimo gli impatti sull'utilizzo del sistema. L’Amministrazione ha una propria rete VPN per la connessione di tutte le Questure alla sede del CEN di Napoli. La configurazione della crisi finanziaria, anche grazie ad un miglior radicamento sul territorio integrato da fonti di ricavo più stabili ed alle politiche sindacali concertative, che hanno concorso a mitigare la “de materializzazione” delle banche italiane tradizionalmente intermediatrici, a favore del modello di banca finanziarizzata che negli Stati Uniti, ma anche in Europa (oltre 2.700 mld $) ha richiesto migliaia di miliardi di dollari di denaro pubblico per i salvataggi effettuati. Le banche di credito cooperativo sono rimaste complessivamente al riparo dalla finanza creativa ed hanno sostenuto l’economia reale svolgendo una funzione anticiclica e assumendone, almeno in parte, anche le difficoltà che hanno contribuito ad evidenziare dei limiti spesso antecedenti. A questi risultati hanno contribuito, insieme allo storico radicamento territoriale delle banche di credito cooperativo e ad una vigilanza prudenziale particolarmente rigorosa, le relazioni sindacali ed i Contratti di lavoro sottoscritti tra le Parti. Ora, stessa per le BCCesigenze del presente progetto, saranno a carico di qualificato personale dell’Amministrazione. L’architettura modulare dell’applicazione SCT permette la distribuzione dei moduli parte sul sistema locale della Questura e parte al Centro presso il CEN di Napoli. In particolare il modulo “Sala Operativa” dovrà continuare ad operare in Questura a servizio degli utenti per le loro attività operative, con possibilità di lavorare in modalità disconnessa dal Centro, mentre tutti gli altri moduli dovranno essere portati al Centro presso il CEN di Napoli e accessibili dagli operatori di tutte le Questure se autorizzati. Il modulo “Sala Operativa” è giunto il tempo delle scelte perché particolarmente critico pertanto deve essere garantita sempre la sua disponibilità. Il server che lo ospita deve essere pertanto in occasione delle grandi discontinuità storiche l’immobilismo, o il dinamismo formale, corrispondono ad un inevitabile arretramento. Dovranno quindi attrezzarsi per superare i propri limiti strutturali sul fronte della Governance, dei controlli, del presidio dell’identità, della razionalizzazione dell’informatica, dell’adeguatezza manageriale, della creazione di strumenti di sistema alta affidabilità e di servizio efficienti a partire dai vari livelli della federazione, dalle “fabbriche” e dalle stesse Banche di Credito Cooperativo nella direzione più volte indicata dalla Banca d’Italia, da queste stesse XX.XX e dalle regole approvate dal Comitato di Basilea 3le risorse che utilizza devono essere ridondate. La Piattaforma di rinnovo del contratto nazionale delle Banche di Credito Cooperativo è perfettamente integrata in questo scenario ed esprime un profilo di sistemabase dati applicativa su cui opera, intendendosi per tale l’ambizione di presso ogni Questura, deve essere lo strumento di risposta alle giuste rivendicazioni degli oltre 36.000 dipendenti del settore ereplicata, sincronizzando periodicamente i dati, al contempo, l’architrave Centro presso il CEN di un sistema di relazioni industriali avanzate, che favorisca il superamento dei limiti e delle contraddizioni del sistema medesimoNapoli. E’ una proposta ' richiesto inoltre che parla alla qualità della vitasi possa governare in modalità automatica e centralizzata presso il CEN di Napoli la distribuzione e gli eventuali aggiornamenti del software di base e applicativo sui sistemi di ciascuna Questura sia client che server. In considerazione dei requisiti precedenti, alle motivazioni del personaledeve essere possibile ricostruire l’applicazione sala operativa, all’identità cooperativacomprensiva dei dati, alla professionalità, al coinvolgimento ed al giusto riconoscimento utilizzando le immagini e le repliche dei lavoratori. Ma parla anche alle comunità locali ed alla classe dirigente cooperativa più illuminata, che considera la cooperazione un valore non retorico e come tale incompatibile con l’autoreferenzialità, dati presenti presso il paternalismo, il cooperativismo CEN di maniera. Ci rivolgiamo anche a loro ed agli interessi diffusi del credito cooperativo, che deve guardare al lungo periodo con competenza e saggezza imprenditoriale per rappresentare e realizzare una reale, credibile e visibile alternativa al modello dominante di banca- finanziaria spersonalizzata e socialmente ed ambientalmente indifferente e irresponsabile. Il modello di banca che immaginiamo deve possedere queste caratteristiche e perciò deve realizzare una banca: più trasparente nei costi; più aperta e partecipata nella governance a partire dal coinvolgimento dei dipendenti in una logica di democrazia economica; inclusiva nella buona occupazione e nel welfare di sistema; refrattaria alle politiche commerciali aggressive ed alle politiche gestionali e premianti opache e disancorate da una visione di crescita sostenibile e responsabile; adeguata nelle competenze distintive senza importazioni inopportune da altre esperienze e con forti anticorpi contro i comportamenti devianti. E’ questa la banca che può essere realmente solida e integrata nella propria comunità, autonoma ma non autoreferenziale, solidaristica e sussidiariaNapoli.

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PREMESSA. La lezione Carta dei Servizi (di seguito Carta) è uno strumento operativo voluto da una direttiva della crisi planetaria esplosa nell’agosto 2007Presidenza del Consiglio dei Ministri del 27 gennaio 1994 che fissa i principi ai quali deve uniformarsi l'erogazione dei servizi pubblici. A tale scopo l’art. 2 comma 461 della Legge Finanziaria anno 2008 ha stabilito che gli Enti locali, ha bocciato severamente alle fondamenta l’ideologia che ha consacrato il primato oligarchico dei grandi potentati economico-finanziari e, con loro, dei tanti che ne hanno favorito l’ascesaper garantire l’universalità, la consacrazione qualità e l’impunitàl’economicità dei servizi, sono tenuti a definire una “carta della qualità dei servizi” d’intesa con le organizzazioni dei consumatori. Nella carta vanno precisati gli standard delle prestazioni erogate, le modalità di accesso alle informazioni, quelle per fare reclamo e l’accesso alle procedure conciliative e giudiziarie. A tal proposito per riferimento si rimanda alle “Linee Guida” pubblicate dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri sulla G.U. n. 72 del 2013. Il fallimento del paradigma liberista fondato sul primato della finanza sull’economia, dell’economia sulla politica, della speculazione sull’investimento, della rendita sul lavoro, dell’indebitamento sulla equità distributiva ci ritorna un monito severo ad intraprendere strade nuove, che archivino, definitivamente quella stagioneconfronto con le associazioni dei consumatori deve essere costante. La speculazione tuttavia è insaziabile Carta ha la finalità di qualificare il livello dei servizi offerto nei riguardi non solo del committente del servizio, ma soprattutto nei riguardi dei singoli utilizzatori dello stesso, garantendo il controllo delle attività svolte, il colloquio continuo con l’utenza e l’intervento per l’attuazione ed eticamente indifferenteil rispetto dei principi della “Carta”. La crisi progressivamente crescente Carta rappresenta quindi l’impegno dell’ATI (Associazione Temporanea d’Imprese) ad assicurare la qualità nei confronti dei clienti e tendenzialmente destabilizzante dei debiti sovrani fruitori dei servizi in genere, entro gli standard stabiliti nel documento ed agisce sulla chiarezza del rapporto e sulle strategie di Grecia, Portogallo, Irlanda, Spagna ed altri paesi sotto osservazione da parte delle istituzione europee ed internazionali è direttamente proporzionale alla feroce dinamica speculativa, che ne aggrava ulteriormente le condizioni. Nel contempo la nuova stagione regolativa europea si presenta attenuata nelle previsioni, che non scalfiscono il modello generativo della crisi, e attardata dalle mille pastoie burocratiche degli egoismi nazionali pari solamente, in termini di miopia, all’incapacità della politica di cogliere le implicazioni profonde di quanto è accaduto. Il sistema bancario italiano è stato meno colpito dagli effetti immediati della crisi finanziaria, anche grazie ad un miglior radicamento sul territorio integrato da fonti di ricavo più stabili ed alle politiche sindacali concertative, che hanno concorso a mitigare la “de materializzazione” delle banche italiane tradizionalmente intermediatrici, a favore miglioramento continuo del modello di banca finanziarizzata che negli Stati Uniti, ma anche in Europa (oltre 2.700 mld $) ha richiesto migliaia di miliardi di dollari di denaro pubblico per i salvataggi effettuati. Le banche di credito cooperativo sono rimaste complessivamente al riparo dalla finanza creativa ed hanno sostenuto l’economia reale svolgendo una funzione anticiclica e assumendone, almeno in parte, anche le difficoltà che hanno contribuito ad evidenziare dei limiti spesso antecedenti. A questi risultati hanno contribuito, insieme allo storico radicamento territoriale delle banche di credito cooperativo e ad una vigilanza prudenziale particolarmente rigorosa, le relazioni sindacali ed i Contratti di lavoro sottoscritti tra le Parti. Ora, per le BCC, è giunto il tempo delle scelte perché in occasione delle grandi discontinuità storiche l’immobilismo, o il dinamismo formale, corrispondono ad un inevitabile arretramento. Dovranno quindi attrezzarsi per superare i propri limiti strutturali sul fronte della Governance, dei controlli, del presidio dell’identità, della razionalizzazione dell’informatica, dell’adeguatezza manageriale, della creazione di strumenti di sistema e di servizio efficienti a partire dai vari livelli della federazione, dalle “fabbriche” e dalle stesse Banche di Credito Cooperativo nella direzione più volte indicata dalla Banca d’Italia, da queste stesse XX.XX e dalle regole approvate dal Comitato di Basilea 3prodotto servizio. La Piattaforma Carta si applica alle seguenti attività: • Raccolta e trasporto rifiuti solidi urbani, urbani ingombranti, speciali assimilati agli urbani, urbani pericolosi. • Raccolta differenziata • Pulizia stradale sia meccanizzata che manuale • Gestione centro di rinnovo del contratto nazionale delle Banche di Credito Cooperativo è perfettamente integrata in questo scenario ed esprime un profilo di sistemaraccolta • Smaltimento rifiuti solidi urbani indifferenziati, intendendosi per tale l’ambizione di essere lo strumento di risposta alle giuste rivendicazioni degli oltre 36.000 dipendenti del settore erifiuti solidi urbani differenziati, al contempourbani ingombranti, l’architrave di un sistema di relazioni industriali avanzatespeciali assimilati agli urbani, che favorisca il superamento dei limiti e delle contraddizioni del sistema medesimo. E’ una proposta che parla alla qualità della vita, alle motivazioni del personale, all’identità cooperativa, alla professionalità, al coinvolgimento ed al giusto riconoscimento dei lavoratori. Ma parla anche alle comunità locali ed alla classe dirigente cooperativa più illuminata, che considera la cooperazione un valore non retorico e come tale incompatibile con l’autoreferenzialità, il paternalismo, il cooperativismo di maniera. Ci rivolgiamo anche a loro ed agli interessi diffusi del credito cooperativo, che deve guardare al lungo periodo con competenza e saggezza imprenditoriale per rappresentare e realizzare una reale, credibile e visibile alternativa al modello dominante di banca- finanziaria spersonalizzata e socialmente ed ambientalmente indifferente e irresponsabile. Il modello di banca che immaginiamo deve possedere queste caratteristiche e perciò deve realizzare una banca: più trasparente nei costi; più aperta e partecipata nella governance a partire dal coinvolgimento dei dipendenti in una logica di democrazia economica; inclusiva nella buona occupazione e nel welfare di sistema; refrattaria alle politiche commerciali aggressive ed alle politiche gestionali e premianti opache e disancorate da una visione di crescita sostenibile e responsabile; adeguata nelle competenze distintive senza importazioni inopportune da altre esperienze e con forti anticorpi contro i comportamenti devianti. E’ questa la banca che può essere realmente solida e integrata nella propria comunità, autonoma ma non autoreferenziale, solidaristica e sussidiaria.urbani pericolosi

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Samples: comune.viterbo.it

PREMESSA. La lezione manutenzione della crisi planetaria esplosa nell’agosto 2007segnaletica svolge un ruolo importante nel mantenimento nel tempo degli standard prestazionali. L’attività manutentiva comprende tutte le misure atte a conservare e/o stabilire le funzioni operative del sistema segnaletica, ha bocciato severamente alle fondamenta l’ideologia che ha consacrato attraverso attività di ripristino e adeguamento. Una buona segnaletica, visibile e duratura, permette infatti una corretta percezione dell’andamento plano-altimetrico di un’infrastruttura, sia essa stradale o adibita al transito aeromobili, abbassando notevolmente il primato oligarchico dei grandi potentati economico-finanziari elivello di rischio incidenti durante le operazioni. Focalizzandosi sulle aree Airside dell’Aeroporto, in accordo con il Manuale di Aeroporto sono presenti periodiche attività di ispezione e controllo della segnaletica sulla base di un programma ben definito, con lorola finalità di valutare le condizioni operative della segnaletica ed acquisire tutti gli elementi necessari per pianificare e programmare gli interventi di adeguamento necessari. La segnaletica deve rispettare la standardizzazione definita dai riferimenti normativi nazionali e internazionali di riferimento. Possibili configurazioni di segnaletiche differenti, dei tanti che ne hanno favorito l’ascesain merito a forme, dimensioni, colori e criteri di tracciamento personalizzati, possono incidere sull'interpretazione corretta del loro significato, contribuendo al verificarsi di inconvenienti o incidenti. La segnaletica, infatti, contribuisce a fornire ai piloti guida e informazioni, motivo per il quale tutti i segnali devono essere evidenti e chiari, e dovranno essere ridipinti, puliti o rimpiazzati non appena la loro visibilità appare compromessa. In riferimento alle aree Landside dell’Aeroporto, in accordo con il Codice della Strada, la consacrazione segnaletica stradale comprende i segnali verticali, i segnali orizzontali, i segnali luminosi e l’impunità. Il fallimento del paradigma liberista fondato sul primato della finanza sull’economia, dell’economia sulla politica, della speculazione sull’investimento, della rendita sul lavoro, dell’indebitamento sulla equità distributiva ci ritorna un monito severo ad intraprendere strade nuove, che archivino, definitivamente quella stagionei segnali ed attrezzature complementari. La speculazione tuttavia è insaziabile ed eticamente indifferente. La crisi progressivamente crescente e tendenzialmente destabilizzante dei debiti sovrani di Grecia, Portogallo, Irlanda, Spagna ed altri paesi sotto osservazione segnaletica stradale deve essere sempre mantenuta in perfetta efficienza da parte delle istituzione europee ed internazionali è direttamente proporzionale degli enti o esercenti, i quali sono obbligati non solo alla feroce dinamica speculativa, che ne aggrava ulteriormente le condizioni. Nel contempo la nuova stagione regolativa europea si presenta attenuata nelle previsioni, che non scalfiscono il modello generativo della crisi, e attardata dalle mille pastoie burocratiche degli egoismi nazionali pari solamente, sua posa in termini di miopia, all’incapacità della politica di cogliere le implicazioni profonde di quanto è accaduto. Il sistema bancario italiano è stato meno colpito dagli effetti immediati della crisi finanziaria, anche grazie ad un miglior radicamento sul territorio integrato da fonti di ricavo più stabili ed alle politiche sindacali concertative, che hanno concorso a mitigare la “de materializzazione” delle banche italiane tradizionalmente intermediatrici, a favore del modello di banca finanziarizzata che negli Stati Unitiopera, ma anche in Europa (oltre 2.700 mld $) ha richiesto migliaia di miliardi di dollari di denaro pubblico alla sua sostituzione, reintegrazione o rimozione quando essa risulta essere anche parzialmente inefficiente o non rispondente allo scopo per i salvataggi effettuati. Le banche di credito cooperativo sono rimaste complessivamente al riparo dalla finanza creativa ed hanno sostenuto l’economia reale svolgendo una funzione anticiclica e assumendone, almeno in parte, anche le difficoltà che hanno contribuito ad evidenziare dei limiti spesso antecedenti. A questi risultati hanno contribuito, insieme allo storico radicamento territoriale delle banche di credito cooperativo e ad una vigilanza prudenziale particolarmente rigorosa, le relazioni sindacali ed i Contratti di lavoro sottoscritti tra le Parti. Ora, per le BCC, il quale è giunto il tempo delle scelte perché in occasione delle grandi discontinuità storiche l’immobilismo, o il dinamismo formale, corrispondono ad un inevitabile arretramento. Dovranno quindi attrezzarsi per superare i propri limiti strutturali sul fronte della Governance, dei controlli, del presidio dell’identità, della razionalizzazione dell’informatica, dell’adeguatezza manageriale, della creazione di strumenti di sistema e di servizio efficienti a partire dai vari livelli della federazione, dalle “fabbriche” e dalle stesse Banche di Credito Cooperativo nella direzione più volte indicata dalla Banca d’Italia, da queste stesse XX.XX e dalle regole approvate dal Comitato di Basilea 3stata collocata. La Piattaforma collocazione della segnaletica stradale deve rispondere a criteri di rinnovo uniformità sul territorio nazionale, fissati con il decreto del contratto nazionale delle Banche Ministro dei lavori pubblici nel rispetto della normativa comunitaria e internazionale vigente. La segnaletica stradale è infatti quello strumento che garantisce chiarezza e sicurezza sulle infrastrutture pubbliche e private e l’importanza di Credito Cooperativo essa si deduce anche nell’art. 38 del Codice della Strada, in quanto gli utenti della strada devono rispettare le prescrizioni rese note a mezzo della segnaletica ancorché in difformità con le altre regole di circolazione. In tale contesto, il presente appalto riguarda la manutenzione ordinaria della riqualifica segnaletica Airside e Landside dell’Aeroporto Fontanarossa di Catania. Sono comprese nell'oggetto dell'appalto tutte le opere inerenti alla manutenzione ordinaria, nonché eventuali opere di modifica rese necessarie per interventi migliorativi ordinati dal Committente. Il luogo dello svolgimento dell’appalto è perfettamente integrata in questo scenario ed esprime un profilo l’Aeroporto di sistema, intendendosi per tale l’ambizione Catania e comprende le aree relative alle infrastrutture di essere lo strumento di risposta alle giuste rivendicazioni degli oltre 36.000 dipendenti del settore e, al contempo, l’architrave di un sistema di relazioni industriali avanzate, che favorisca il superamento dei limiti e delle contraddizioni del sistema medesimo. E’ una proposta che parla alla qualità della vita, alle motivazioni del personale, all’identità cooperativavolo, alla professionalitàviabilità Airside e alla viabilità Landside. Tutti gli interventi oggetto dell’appalto saranno individuati dalla Stazione Appaltante, al coinvolgimento in base alle necessità ed al giusto riconoscimento dei lavoratoriesigenze, nel corso dello svolgimento del contratto. Ma parla anche alle comunità locali ed alla classe dirigente cooperativa più illuminata, che considera la cooperazione un valore non retorico L’esecuzione degli interventi è sempre comunque da effettuarsi nel pieno rispetto delle leggi e come tale incompatibile con l’autoreferenzialità, il paternalismo, il cooperativismo di maniera. Ci rivolgiamo anche a loro ed agli interessi diffusi del credito cooperativo, che deve guardare al lungo periodo con competenza e saggezza imprenditoriale per rappresentare e realizzare una reale, credibile e visibile alternativa al modello dominante di banca- finanziaria spersonalizzata e socialmente ed ambientalmente indifferente e irresponsabile. Il modello di banca che immaginiamo deve possedere queste caratteristiche e perciò deve realizzare una banca: più trasparente nei costi; più aperta e partecipata nella governance a partire dal coinvolgimento dei dipendenti in una logica di democrazia economica; inclusiva nella buona occupazione e nel welfare di sistema; refrattaria alle politiche commerciali aggressive ed alle politiche gestionali e premianti opache e disancorate da una visione di crescita sostenibile e responsabile; adeguata nelle competenze distintive senza importazioni inopportune da altre esperienze e con forti anticorpi contro i comportamenti devianti. E’ questa la banca che può essere realmente solida e integrata nella propria comunità, autonoma ma non autoreferenziale, solidaristica e sussidiarianormative vigenti.

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PREMESSA. La lezione Il presente protocollo d’accordo tra la Società della crisi planetaria esplosa nell’agosto 2007Salute e l’Amministrazione Provinciale di Firenze si fonda sulla necessità di dare certezza e stabilità agli interventi nei confronti dei detenuti ed ex detenuti dell’area fiorentina: l’ottica di una progettazione triennale delle attività di risocializzazione intende infatti dare credibilità e continuità alla programmazione proposta, ha bocciato severamente permettendo di studiarne l’efficacia in un arco di tempo più significativo. Va rilevato che le problematiche di più difficile soluzione per i detenuti e gli ex detenuti in condizione di marginalità sociale, continuano ad essere il problema abitativo e quello formativo/lavorativo. Consapevoli che, senza una risoluzione positiva di questi due problemi, si vanifica ogni ipotesi concreta di reinserimento sociale, le due Amministrazioni firmatarie, ciascuna nell’ambito delle proprie competenze, s’impegnano ad affrontare i problemi succitati, anche in collaborazione con il privato sociale e nell’ambito di sperimentazioni innovative, allo scopo di trovare soluzioni e ulteriori risorse per la loro risoluzione. Oltre alle fondamenta l’ideologia che ha consacrato iniziative di socializzazione, di competenza comune dei due Enti, sulla base di quest’analisi si concorda che, in base alle competenze di legge, alla Provincia di Firenze competano in particolare le iniziative inerenti la formazione professionale e l’avvio al lavoro, mentre al Comune di Firenze il primato oligarchico dei grandi potentati economicosostegno sociale al reinserimento. I due enti attueranno forme di collaborazione e sinergie in ogni ambito previsto dal presente atto d’accordo e nell’ambito del Comitato di Gestione di cui all’ art 5 del “Protocollo sul reinserimento socio-finanziari e, con loro, dei tanti che ne hanno favorito l’ascesa, la consacrazione e l’impunitàlavorativo della popolazione detenuta ed in esecuzione penale esterna”. Il fallimento Comune di Firenze, nell’ottica di favorire l’accesso dei detenuti ai permessi premio ed alle misure alternative alla detenzione, nonché di sostenerne l’avvio del paradigma liberista fondato sul primato della finanza sull’economiapercorso di reinserimento sociale, dell’economia sulla politica, della speculazione sull’investimento, della rendita sul lavoro, dell’indebitamento sulla equità distributiva ci ritorna un monito severo ad intraprendere strade nuove, che archivino, definitivamente quella stagioneoltre alle azioni indicate nel presente accordo gestisce l’accoglienza ed il sostegno abitativo anche attraverso accordi e convenzioni con il Terzo Settore. La speculazione tuttavia è insaziabile Provincia di Firenze, nell’ambito delle proprie competenze ed eticamente indifferente. La crisi progressivamente crescente in collaborazione anche con il privato sociale, oltre alle azioni indicate nel presente accordo organizza e tendenzialmente destabilizzante dei debiti sovrani gestisce le attività di Greciaformazione professionale all’interno ed all’esterno delle carceri fiorentine, Portogallo, Irlanda, Spagna ed altri paesi sotto osservazione da parte delle istituzione europee ed internazionali è direttamente proporzionale alla feroce dinamica speculativa, che ne aggrava ulteriormente nonché le condizioni. Nel contempo la nuova stagione regolativa europea si presenta attenuata nelle previsioni, che non scalfiscono il modello generativo della crisi, e attardata dalle mille pastoie burocratiche degli egoismi nazionali pari solamente, in termini iniziative di miopia, all’incapacità della politica di cogliere le implicazioni profonde di quanto è accaduto. Il sistema bancario italiano è stato meno colpito dagli effetti immediati della crisi finanziaria, anche grazie ad un miglior radicamento sul territorio integrato da fonti di ricavo più stabili ed alle politiche sindacali concertative, che hanno concorso a mitigare la “de materializzazione” delle banche italiane tradizionalmente intermediatrici, a favore del modello di banca finanziarizzata che negli Stati Uniti, ma anche in Europa (oltre 2.700 mld $) ha richiesto migliaia di miliardi di dollari di denaro pubblico per i salvataggi effettuati. Le banche di credito cooperativo sono rimaste complessivamente al riparo dalla finanza creativa ed hanno sostenuto l’economia reale svolgendo una funzione anticiclica e assumendone, almeno in parte, anche le difficoltà che hanno contribuito ad evidenziare dei limiti spesso antecedenti. A questi risultati hanno contribuito, insieme allo storico radicamento territoriale delle banche di credito cooperativo e ad una vigilanza prudenziale particolarmente rigorosa, le relazioni sindacali ed i Contratti di lavoro sottoscritti tra le Parti. Ora, per le BCC, è giunto il tempo delle scelte perché in occasione delle grandi discontinuità storiche l’immobilismo, o il dinamismo formale, corrispondono ad un inevitabile arretramento. Dovranno quindi attrezzarsi per superare i propri limiti strutturali sul fronte della Governance, dei controlli, del presidio dell’identità, della razionalizzazione dell’informatica, dell’adeguatezza manageriale, della creazione di strumenti di sistema orientamento e di servizio efficienti a partire dai vari livelli della federazione, dalle “fabbriche” e dalle stesse Banche di Credito Cooperativo nella direzione più volte indicata dalla Banca d’Italia, da queste stesse XX.XX e dalle regole approvate dal Comitato di Basilea 3. La Piattaforma di rinnovo del contratto nazionale delle Banche di Credito Cooperativo è perfettamente integrata in questo scenario ed esprime un profilo di sistema, intendendosi per tale l’ambizione di essere lo strumento di risposta alle giuste rivendicazioni degli oltre 36.000 dipendenti del settore e, avvio al contempo, l’architrave di un sistema di relazioni industriali avanzate, che favorisca il superamento dei limiti e delle contraddizioni del sistema medesimo. E’ una proposta che parla alla qualità della vita, alle motivazioni del personale, all’identità cooperativa, alla professionalità, al coinvolgimento ed al giusto riconoscimento dei lavoratori. Ma parla anche alle comunità locali ed alla classe dirigente cooperativa più illuminata, che considera la cooperazione un valore non retorico e come tale incompatibile con l’autoreferenzialità, il paternalismo, il cooperativismo di maniera. Ci rivolgiamo anche a loro ed agli interessi diffusi del credito cooperativo, che deve guardare al lungo periodo con competenza e saggezza imprenditoriale per rappresentare e realizzare una reale, credibile e visibile alternativa al modello dominante di banca- finanziaria spersonalizzata e socialmente ed ambientalmente indifferente e irresponsabile. Il modello di banca che immaginiamo deve possedere queste caratteristiche e perciò deve realizzare una banca: più trasparente nei costi; più aperta e partecipata nella governance a partire dal coinvolgimento dei dipendenti in una logica di democrazia economica; inclusiva nella buona occupazione e nel welfare di sistema; refrattaria alle politiche commerciali aggressive ed alle politiche gestionali e premianti opache e disancorate da una visione di crescita sostenibile e responsabile; adeguata nelle competenze distintive senza importazioni inopportune da altre esperienze e con forti anticorpi contro i comportamenti devianti. E’ questa la banca che può essere realmente solida e integrata nella propria comunità, autonoma ma non autoreferenziale, solidaristica e sussidiarialavoro.

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PREMESSA. Con l’approvazione del Decreto Legislativo 3 aprile 2006, n. 152 (cosiddetto Codice dell’Ambiente) la materia della gestione dei rifiuti ha subito una profonda rivisitazione. Le novità introdotte da tale normativa hanno riguardato tutti gli aspetti connessi al problema della raccolta e dello smaltimento dei rifiuti. Tra i vari profili, il Codice dell’Ambiente ha rivolto attenzione alla copertura e al finanziamento dei costi di gestione del servizio. Tale sistema, come noto, è finalizzato a garantire una maggiore equità nel riparto dei costi che tenga conto, per quanto attualmente possibile, della effettiva produzione di rifiuti dei singoli utenti. La lezione della crisi planetaria esplosa nell’agosto 2007gestione del servizio rifiuti è dall’anno 2006 in carico alla Serio Servizi Ambientali srl, ha bocciato severamente alle fondamenta l’ideologia la quale opera parzialmente mediante risorse interne e parzialmente mediante l’appalto di alcuni servizi che ha consacrato di seguito vengono dettagliati:  gestisce con proprio personale l’organizzazione del servizio nel suo complesso, l’assistenza all’utenza per aspetti amministrativi e tariffari, l’attività di controllo per gli aspetti ecologici e tariffari;  gestisce mediante convenzione con l’Associazione Gruppo Terzo Mondo Onlus di Pradalunga il primato oligarchico dei grandi potentati economico-finanziari ecentro di raccolta di Via Serio, nonché le raccolte porta a porta di carta, materiali ferrosi, vetro, stracci;  gestisce, con loroappalto a ditte esterne, dei tanti che ne hanno favorito l’ascesai servizi di raccolta, trasporto e smaltimento rifiuti, spazzamento strade; Il quadro normativo nazionale e regionale di riferimento indirizza verso una gestione unitaria del servizio nel suo complesso, assegnando al soggetto gestore del servizio anche il compito di emettere e riscuotere la consacrazione tariffa. Sulla base di queste considerazioni e l’impunità. Il fallimento al fine della razionalizzazione del paradigma liberista fondato sul primato della finanza sull’economiaservizio, dell’economia sulla politica, della speculazione sull’investimento, della rendita sul lavoro, dell’indebitamento sulla equità distributiva ci ritorna un monito severo ad intraprendere strade nuove, che archivino, definitivamente quella stagione. La speculazione tuttavia è insaziabile ed eticamente indifferente. La crisi progressivamente crescente e tendenzialmente destabilizzante dei debiti sovrani nella prospettiva di Grecia, Portogallo, Irlanda, Spagna ed altri paesi sotto osservazione da parte delle istituzione europee ed internazionali è direttamente proporzionale alla feroce dinamica speculativa, che ne aggrava ulteriormente le condizioni. Nel contempo la nuova stagione regolativa europea si presenta attenuata nelle previsioni, che non scalfiscono il modello generativo della crisi, e attardata dalle mille pastoie burocratiche degli egoismi nazionali pari solamente, in termini di miopia, all’incapacità della politica di cogliere le implicazioni profonde di quanto è accaduto. Il sistema bancario italiano è stato meno colpito dagli effetti immediati della crisi finanziaria, anche grazie ricondurre ad un miglior radicamento sul territorio integrato da fonti di ricavo più stabili ed alle politiche sindacali concertative, che hanno concorso a mitigare solo soggetto la “de materializzazione” delle banche italiane tradizionalmente intermediatrici, a favore gestione del modello di banca finanziarizzata che negli Stati Uniti, ma anche in Europa (oltre 2.700 mld $) ha richiesto migliaia di miliardi di dollari di denaro pubblico per i salvataggi effettuati. Le banche di credito cooperativo sono rimaste complessivamente al riparo dalla finanza creativa ed hanno sostenuto l’economia reale svolgendo una funzione anticiclica e assumendone, almeno in parte, anche le difficoltà che hanno contribuito ad evidenziare dei limiti spesso antecedenti. A questi risultati hanno contribuito, insieme allo storico radicamento territoriale delle banche di credito cooperativo e ad una vigilanza prudenziale particolarmente rigorosa, le relazioni sindacali ed i Contratti di lavoro sottoscritti tra le Parti. Ora, per le BCC, è giunto il tempo delle scelte perché in occasione delle grandi discontinuità storiche l’immobilismo, o il dinamismo formale, corrispondono ad un inevitabile arretramento. Dovranno quindi attrezzarsi per superare i propri limiti strutturali sul fronte della Governance, dei controlli, del presidio dell’identità, della razionalizzazione dell’informatica, dell’adeguatezza manageriale, della creazione di strumenti di sistema e di servizio efficienti a partire dai vari livelli della federazione, dalle “fabbriche” e dalle stesse Banche di Credito Cooperativo nella direzione più volte indicata dalla Banca d’Italia, da queste stesse XX.XX e dalle regole approvate dal Comitato di Basilea 3. La Piattaforma di rinnovo del contratto nazionale delle Banche di Credito Cooperativo è perfettamente integrata in questo scenario ed esprime un profilo di sistema, intendendosi per tale l’ambizione di essere lo strumento di risposta alle giuste rivendicazioni degli oltre 36.000 dipendenti del settore e, al contempo, l’architrave di un sistema di relazioni industriali avanzate, che favorisca il superamento dei limiti e delle contraddizioni del sistema medesimo. E’ una proposta che parla alla qualità della vita, alle motivazioni del personale, all’identità cooperativa, alla professionalità, al coinvolgimento ed al giusto riconoscimento dei lavoratori. Ma parla anche alle comunità locali ed alla classe dirigente cooperativa più illuminata, che considera la cooperazione un valore non retorico e come tale incompatibile con l’autoreferenzialitànel suo complesso, il paternalismoComune di Pradalunga ha deciso di continuare con l’esternalizzazione della gestione dell’intero ciclo dei rifiuti, il cooperativismo di maniera. Ci rivolgiamo anche a loro ed agli interessi diffusi del credito cooperativo, che deve guardare al lungo periodo con competenza compresa quindi la gestione e saggezza imprenditoriale per rappresentare e realizzare una reale, credibile e visibile alternativa al modello dominante di banca- finanziaria spersonalizzata e socialmente ed ambientalmente indifferente e irresponsabile. Il modello di banca che immaginiamo deve possedere queste caratteristiche e perciò deve realizzare una banca: più trasparente nei costi; più aperta e partecipata nella governance a partire dal coinvolgimento dei dipendenti in una logica di democrazia economica; inclusiva nella buona occupazione e nel welfare di sistema; refrattaria alle politiche commerciali aggressive ed alle politiche gestionali e premianti opache e disancorate da una visione di crescita sostenibile e responsabile; adeguata nelle competenze distintive senza importazioni inopportune da altre esperienze e con forti anticorpi contro i comportamenti devianti. E’ questa la banca che può essere realmente solida e integrata nella propria comunità, autonoma ma non autoreferenziale, solidaristica e sussidiariariscossione della tariffa.

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Samples: Contratto Di Servizio Per L’affidamento Della Gestione Del Servizio Di Raccolta, Trasporto E Smaltimento Dei Rifiuti Urbani

PREMESSA. La lezione della crisi planetaria esplosa nell’agosto 2007Il presente Capitolo si propone di analizzare il sistema francese di lotta contro le clausole abusive inaugurato dalla Legge Xxxxxxxxx del 1978. Come già si è avuto modo di sottolineare, ha bocciato severamente alle fondamenta l’ideologia che ha consacrato il primato oligarchico dei grandi potentati economico-finanziari e, con loro, dei tanti che ne hanno favorito l’ascesa, la consacrazione e l’impunità. Il fallimento del paradigma liberista fondato sul primato della finanza sull’economia, dell’economia sulla politica, della speculazione sull’investimento, della rendita sul lavoro, dell’indebitamento sulla equità distributiva ci ritorna un monito severo legislatore francese è fra i primi ad intraprendere strade nuove, che archivino, definitivamente quella stagione. La speculazione tuttavia è insaziabile ed eticamente indifferente. La crisi progressivamente crescente e tendenzialmente destabilizzante dei debiti sovrani di Grecia, Portogallo, Irlanda, Spagna ed altri paesi sotto osservazione da parte delle istituzione europee ed internazionali è direttamente proporzionale alla feroce dinamica speculativa, che ne aggrava ulteriormente le condizioni. Nel contempo la nuova stagione regolativa europea si presenta attenuata nelle previsioni, che non scalfiscono il modello generativo della crisi, e attardata dalle mille pastoie burocratiche degli egoismi nazionali pari solamente, in termini di miopia, all’incapacità della politica di cogliere le implicazioni profonde di quanto è accaduto. Il sistema bancario italiano è stato meno colpito dagli effetti immediati della crisi finanziaria, anche grazie ad un miglior radicamento sul territorio integrato da fonti di ricavo più stabili ed alle politiche sindacali concertative, che hanno concorso a mitigare la “de materializzazione” delle banche italiane tradizionalmente intermediatrici, a favore del modello di banca finanziarizzata che negli Stati Uniti, ma anche in Europa (oltre 2.700 mld $) ha richiesto migliaia di miliardi di dollari di denaro pubblico per i salvataggi effettuati. Le banche di credito cooperativo sono rimaste complessivamente al riparo dalla finanza creativa ed hanno sostenuto l’economia reale svolgendo una funzione anticiclica e assumendone, almeno in parte, anche le difficoltà che hanno contribuito ad evidenziare dei limiti spesso antecedenti. A questi risultati hanno contribuito, insieme allo storico radicamento territoriale delle banche di credito cooperativo e ad una vigilanza prudenziale particolarmente rigorosa, le relazioni sindacali ed i Contratti di lavoro sottoscritti tra le Parti. Ora, per le BCC, è giunto il tempo delle scelte perché in occasione delle grandi discontinuità storiche l’immobilismo, o il dinamismo formale, corrispondono ad un inevitabile arretramento. Dovranno quindi attrezzarsi per superare i propri limiti strutturali sul fronte della Governance, dei controlli, del presidio dell’identità, della razionalizzazione dell’informatica, dell’adeguatezza manageriale, della creazione di strumenti di sistema e di servizio efficienti a partire dai vari livelli della federazione, dalle “fabbriche” e dalle stesse Banche di Credito Cooperativo nella direzione più volte indicata dalla Banca d’Italia, da queste stesse XX.XX e dalle regole approvate dal Comitato di Basilea 3. La Piattaforma di rinnovo del contratto nazionale delle Banche di Credito Cooperativo è perfettamente integrata in questo scenario ed esprime un profilo di sistema, intendendosi per tale l’ambizione di essere lo strumento di risposta alle giuste rivendicazioni degli oltre 36.000 dipendenti del settore e, al contempo, l’architrave di aver elaborato un sistema di relazioni industriali avanzatecontrollo dei contratti dei consumatori di tipo amministrativo-preventivo, diretto ad impedire la diffusione nel mercato di modelli contrattuali iniqui. Il fulcro della normativa francese è rappresentato dall’elaborazione di decreti di interdizione delle clausole abusive da parte del Consiglio di Stato e dall’istituzione di una Commissione tecnica, denominata Commission des La Legge Xxxxxxxxx ha attribuito alla Commissione ministeriale un ampio potere di raccomandazione nei confronti delle imprese attraverso il quale, nel corso degli anni, la stessa ha contribuito in modo significativo alla lotta contro la spregiudicata prassi di inserzione delle clausole abusive nei contratti dei consumatori. Il controllo giudiziale successivo, se pur contemplato dalla normativa, viene collocato dall’ordinamento francese in secondo piano rispetto all’impianto dei rimedi di tipo amministrativo-preventivo. Il parlamento francese si è mosso dunque in assoluta controtendenza rispetto al legislatore italiano che, soltanto a fronte del fallimento delle tecniche di controllo giudiziale successivo, nonché sotto la pressione del legislatore comunitario, attende gli anni Novanta per introdurre strumenti di controllo amministrativo dei contratti dei consumatori. In relazione all’esigenza di individuare la natura giuridica delle attribuzioni conferite alla Commissioni di Regolazione istituite presso le Camere di Commercio italiane e degli atti dalle stesse emanati, è sicuramente interessante lo studio della dottrina e della giurisprudenza francese che favorisca si sono occupate nel corso degli anni delle problematiche connesse alle Raccomandazioni emanate dalla Commission des Clauses Abusives. Pertanto, all’esito di una breve introduzione sulle origini, la struttura, il superamento dei limiti funzionamento e le attribuzioni della Commission des Clauses Abusives, l’attenzione sarà rivolta prevalentemente allo studio della letteratura giuridica e delle contraddizioni del sistema medesimo. E’ una proposta pronunce giurisprudenziali che parla alla qualità della vita, alle motivazioni del personale, all’identità cooperativa, alla professionalità, al coinvolgimento ed al giusto riconoscimento dei lavoratori. Ma parla anche alle comunità locali ed alla classe dirigente cooperativa più illuminata, che considera la cooperazione un valore non retorico si sono occupate dell’inquadramento delle attribuzioni e come tale incompatibile con l’autoreferenzialità, il paternalismo, il cooperativismo degli atti emanati dalla Commissione di maniera. Ci rivolgiamo anche a loro ed agli interessi diffusi del credito cooperativo, che deve guardare al lungo periodo con competenza e saggezza imprenditoriale per rappresentare e realizzare una reale, credibile e visibile alternativa al modello dominante di banca- finanziaria spersonalizzata e socialmente ed ambientalmente indifferente e irresponsabile. Il modello di banca che immaginiamo deve possedere queste caratteristiche e perciò deve realizzare una banca: più trasparente nei costi; più aperta e partecipata nella governance a partire dal coinvolgimento dei dipendenti in una logica di democrazia economica; inclusiva nella buona occupazione e nel welfare di sistema; refrattaria alle politiche commerciali aggressive ed alle politiche gestionali e premianti opache e disancorate da una visione di crescita sostenibile e responsabile; adeguata nelle competenze distintive senza importazioni inopportune da altre esperienze e con forti anticorpi contro i comportamenti devianti. E’ questa la banca che può essere realmente solida e integrata nella propria comunità, autonoma ma non autoreferenziale, solidaristica e sussidiariacontrollo francese.

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Samples: dspace.unive.it

PREMESSA. La lezione della crisi planetaria esplosa nell’agosto 2007Le parti, ha bocciato severamente alle fondamenta l’ideologia che ha consacrato nello stipulare il primato oligarchico presente contratto collettivo di lavoro, hanno assunto come riferimento il “Protocollo sulla politica dei grandi potentati economico-finanziari eredditi e sull’occupazione, sugli assetti contrattuali, sulle politiche del lavoro e sul sostegno al sistema produttivo” del 23 luglio 1993, confermato l’1.2.1999, cui hanno inteso continuare a dare attuazione per le parti di loro compe- tenza, con lorospecifico riferimento all’assetto contrattuale e al metodo parte- cipativo, dei tanti nonché alla rilevanza che ne le parti attribuiscono all’esigenza di utilizzare tutti gli strumenti atti a prevenire il conflitto. Le parti hanno favorito l’ascesaaltresì preso atto del gravissimo momento di crisi attraversato dal settore termale, la consacrazione e l’impunità. Il fallimento del paradigma liberista fondato sul primato della finanza sull’economia, dell’economia sulla politica, della speculazione sull’investimento, della rendita sul lavoro, dell’indebitamento sulla equità distributiva ci ritorna un monito severo ad intraprendere strade nuove, che archivino, definitivamente quella stagione. La speculazione tuttavia è insaziabile ed eticamente indifferente. La crisi progressivamente crescente e tendenzialmente destabilizzante dei debiti sovrani di Grecia, Portogallo, Irlanda, Spagna ed altri paesi sotto osservazione da parte delle istituzione europee ed internazionali è direttamente proporzionale alla feroce dinamica speculativa, che ne aggrava ulteriormente le condizioni. Nel contempo la nuova stagione regolativa europea si presenta attenuata nelle previsioni, che non scalfiscono il modello generativo della crisi, e attardata dalle mille pastoie burocratiche degli egoismi nazionali pari solamente, sia in termini di miopiavolumi di fatturato che di remunerazione delle prestazioni fornite; l’esigenza primaria che le parti riconoscono è quella di salvaguardare la sopravvivenza delle Aziende e, all’incapacità della politica di cogliere conseguenza, di creare le implicazioni profonde di quanto è accaduto. Il sistema bancario italiano è stato meno colpito dagli effetti immediati della crisi finanziaria, anche grazie ad un miglior radicamento sul territorio integrato da fonti di ricavo più stabili condizioni per il consolidamento ed alle politiche sindacali concertative, che hanno concorso a mitigare la “de materializzazione” delle banche italiane tradizionalmente intermediatrici, a favore del modello di banca finanziarizzata che negli Stati Uniti, ma anche in Europa (oltre 2.700 mld $) ha richiesto migliaia di miliardi di dollari di denaro pubblico per i salvataggi effettuati. Le banche di credito cooperativo sono rimaste complessivamente al riparo dalla finanza creativa ed hanno sostenuto l’economia reale svolgendo una funzione anticiclica e assumendone, almeno in parte, anche le difficoltà che hanno contribuito ad evidenziare dei limiti spesso antecedentiil rilancio dell’occupazione nel settore. A questi risultati hanno contribuitofini - nel rispetto delle rispettive autonomie e delle diverse responsabilità e funzioni - si impegnano a realizzare iniziative nei con- fronti della Pubblica Amministrazione al fine di favorire la salvaguardia ed il rilancio del settore, insieme allo storico radicamento territoriale delle banche di credito cooperativo attraverso un’adeguata politica nei confronti del termalismo, da considerare come un importante aspetto della politica sanitaria e ad una vigilanza prudenziale particolarmente rigorosada valutare per il consistente indotto che produce in settori limitrofi, le relazioni sindacali ed i Contratti di lavoro sottoscritti tra le Parti. Ora, assumendo rilevanza cruciale per le BCC, è giunto il tempo delle scelte perché realtà locali in occasione delle grandi discontinuità storiche l’immobilismo, o il dinamismo formale, corrispondono ad un inevitabile arretramentocui le impre- se termali insistono. Dovranno quindi attrezzarsi per superare i propri limiti strutturali sul fronte della Governance, dei controlli, del presidio dell’identità, della razionalizzazione dell’informatica, dell’adeguatezza manageriale, della creazione di In tale contesto le parti confermano la validità degli strumenti di sistema e di servizio efficienti a partire dai vari livelli della federazione, dalle “fabbriche” e dalle stesse Banche di Credito Cooperativo nella direzione più volte indicata dalla Banca d’Italia, da queste stesse XX.XX e dalle regole approvate dal Comitato di Basilea 3. La Piattaforma di rinnovo del contratto nazionale delle Banche di Credito Cooperativo è perfettamente integrata in questo scenario ed esprime un profilo di sistema, intendendosi per tale l’ambizione di essere lo strumento di risposta alle giuste rivendicazioni degli oltre 36.000 dipendenti del settore e, al contempo, l’architrave di un sistema di relazioni industriali avanzateelaborati, che favorisca il si articolano nell’Osservatorio naziona- le e, nel suo ambito, nella Commissione pari opportunità, nell’Ente Bila- terale Nazionale Terme (EBITERME), nonché negli istituti previsti dal sistema di informazione, e ritengono che questi vadano valorizzati, utiliz- zando le risultanze dell’attività dell’Osservatorio per valutare l’opportuni- tà di iniziative, autonome o congiunte, tese al rilancio del settore ed al superamento dei limiti e delle contraddizioni del sistema medesimosuoi problemi. E’ una proposta che parla alla qualità della vitaTale valutazione potrà essere effettuata nell’ambito degli incontri previsti per l’informativa a livello nazionale. Analogamente, alle motivazioni del personalegli incontri informativi previsti per gli altri livelli potranno dar luogo a specifici esami su problematiche critiche per il settore con riferimento al livello di com- petenza, all’identità cooperativa, alla professionalità, al coinvolgimento ed al giusto riconoscimento dei lavoratori. Ma parla anche alle comunità locali ed alla classe dirigente cooperativa più illuminata, che considera la cooperazione un valore non retorico e come tale incompatibile con l’autoreferenzialità, il paternalismo, il cooperativismo di maniera. Ci rivolgiamo anche a loro ed agli interessi diffusi del credito cooperativo, che deve guardare al lungo periodo con competenza e saggezza imprenditoriale per rappresentare e realizzare una reale, credibile e visibile alternativa al modello dominante di banca- finanziaria spersonalizzata e socialmente ed ambientalmente indifferente e irresponsabile. Il modello di banca che immaginiamo deve possedere queste caratteristiche e perciò deve realizzare una banca: più trasparente nei costi; più aperta e partecipata nella governance a partire dal coinvolgimento dei dipendenti in una logica di democrazia economica; inclusiva nella buona occupazione e nel welfare di sistema; refrattaria alle politiche commerciali aggressive ed alle politiche gestionali e premianti opache e disancorate da una visione di crescita sostenibile e responsabile; adeguata nelle competenze distintive senza importazioni inopportune da altre esperienze e con forti anticorpi contro i comportamenti devianti. E’ questa la banca che può essere realmente solida e integrata nella propria comunità, autonoma ma non autoreferenziale, solidaristica e sussidiariacui potranno discendere le opportune iniziative.

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Samples: Contratto Collettivo Nazionale Di Lavoro

PREMESSA. La lezione della crisi planetaria esplosa nell’agosto 2007Regione Puglia al fine di delineare la propria strategia di sviluppo culturale e, quindi, le azioni di valorizzazione, innovazione e promozione dell’intero sistema cultura, nonché le priorità di intervento, ha bocciato severamente alle fondamenta l’ideologia che ha consacrato il primato oligarchico dei grandi potentati economicoelaborato un piano strategico della cultura per la Puglia 2017-finanziari e2025: PIIIL - prodotto, identità, innovazione, impresa, lavoro. In coerenza con loro, dei tanti che ne hanno favorito l’ascesaquanto è emerso dallo stesso documento, la consacrazione Regione Puglia e l’impunitàil TPP collaborano al fine di valorizzare, rilanciare e promuovere il sistema delle attività culturali e di spettacolo dal vivo, offrendo agli operatori gli strumenti per potenziare e qualificare la domanda culturale e per qualificare la propria offerta, migliorare le competenze artistiche e professionali coinvolte, la capacità di presenza sul mercato nazionale e internazionale e quindi la loro competitività. Un complesso di attività per la promozione del “sistema cultura” e quindi del patrimonio materiale e immateriale regionale. Nell’ambito del progetto Puglia Sounds, interamente dedicato allo sviluppo del sistema musicale regionale, sono stati definiti una serie di interventi, tra i quali Puglia Sounds Plus, finalizzati a proseguire le azioni per l'ampliamento, il consolidamento e la distribuzione dell'offerta, nonché per lo sviluppo di imprese operanti nel settore musicale, pratiche gestionali, conoscenze, relazioni ed esperienze fondamentali per potenziare la capacità di presenza nei mercati nazionali ed esteri del “Sistema Musicale Puglia” nonché per consolidare la competitività, anche in questo momento di crisi complessiva del sistema. Tali “Azioni di Valorizzazione della Cultura e della Creatività territoriale” sono realizzate a valere sulle risorse FSC Puglia 2014 – 2020 – Patto per la Puglia, Area di Intervento IV “Turismo, cultura e valorizzazione delle risorse naturali”. Il fallimento progetto Puglia Sounds, interamente dedicato allo sviluppo del paradigma liberista fondato sul primato sistema musicale regionale, intende sviluppare la propria progettualità interessando l’intera filiera della finanza sull’economiamusica (dall’artista/interprete al management/edizione musicale al booking, dell’economia sulla politicaall’etichetta, della speculazione sull’investimentoalla distribuzione, della rendita sul lavoroalla comunicazione, dell’indebitamento sulla equità distributiva ci ritorna un monito severo ad intraprendere strade nuoveal consumo) attraverso strumenti specifici tra cui l’intervento Puglia Sounds Record che mira, che archivino, definitivamente quella stagione. La speculazione tuttavia è insaziabile ed eticamente indifferente. La crisi progressivamente crescente e tendenzialmente destabilizzante dei debiti sovrani di Grecia, Portogallo, Irlanda, Spagna ed tra gli altri paesi sotto osservazione da parte delle istituzione europee ed internazionali è direttamente proporzionale alla feroce dinamica speculativa, che ne aggrava ulteriormente le condizioni. Nel contempo la nuova stagione regolativa europea si presenta attenuata nelle previsioni, che non scalfiscono il modello generativo della crisi, e attardata dalle mille pastoie burocratiche degli egoismi nazionali pari solamente, in termini di miopia, all’incapacità della politica di cogliere le implicazioni profonde di quanto è accaduto. Il sistema bancario italiano è stato meno colpito dagli effetti immediati della crisi finanziaria, anche grazie ad un miglior radicamento sul territorio integrato da fonti di ricavo più stabili ed alle politiche sindacali concertative, che hanno concorso a mitigare la “de materializzazione” delle banche italiane tradizionalmente intermediatriciobiettivi, a favore del modello di banca finanziarizzata che negli Stati Uniti, ma anche in Europa (oltre 2.700 mld $) ha richiesto migliaia di miliardi di dollari di denaro pubblico per i salvataggi effettuati. Le banche di credito cooperativo sono rimaste complessivamente al riparo dalla finanza creativa favorire la commercializzazione e la distribuzione sul mercato Nazionale ed hanno sostenuto l’economia reale svolgendo una funzione anticiclica e assumendone, almeno in parte, anche le difficoltà che hanno contribuito ad evidenziare dei limiti spesso antecedenti. A questi risultati hanno contribuito, insieme allo storico radicamento territoriale Internazionale delle banche di credito cooperativo e ad una vigilanza prudenziale particolarmente rigorosa, le relazioni sindacali ed i Contratti di lavoro sottoscritti tra le Parti. Ora, per le BCC, è giunto il tempo delle scelte perché in occasione delle grandi discontinuità storiche l’immobilismo, o il dinamismo formale, corrispondono ad un inevitabile arretramento. Dovranno quindi attrezzarsi per superare i propri limiti strutturali sul fronte della Governance, dei controlli, del presidio dell’identità, della razionalizzazione dell’informatica, dell’adeguatezza manageriale, della creazione di strumenti di sistema e di servizio efficienti a partire dai vari livelli della federazione, dalle “fabbriche” e dalle stesse Banche di Credito Cooperativo nella direzione più volte indicata dalla Banca d’Italia, da queste stesse XX.XX e dalle regole approvate dal Comitato di Basilea 3. La Piattaforma di rinnovo del contratto nazionale delle Banche di Credito Cooperativo è perfettamente integrata in questo scenario ed esprime un profilo di sistema, intendendosi per tale l’ambizione di essere lo strumento di risposta alle giuste rivendicazioni degli oltre 36.000 dipendenti del settore e, al contempo, l’architrave di un sistema di relazioni industriali avanzate, che favorisca il superamento dei limiti e delle contraddizioni del sistema medesimo. E’ una proposta che parla alla qualità della vita, alle motivazioni del personale, all’identità cooperativa, alla professionalità, al coinvolgimento ed al giusto riconoscimento dei lavoratori. Ma parla anche alle comunità locali ed alla classe dirigente cooperativa più illuminata, che considera la cooperazione un valore non retorico e come tale incompatibile con l’autoreferenzialità, il paternalismo, il cooperativismo di maniera. Ci rivolgiamo anche a loro ed agli interessi diffusi del credito cooperativo, che deve guardare al lungo periodo con competenza e saggezza imprenditoriale per rappresentare e realizzare una reale, credibile e visibile alternativa al modello dominante di banca- finanziaria spersonalizzata e socialmente ed ambientalmente indifferente e irresponsabile. Il modello di banca che immaginiamo deve possedere queste caratteristiche e perciò deve realizzare una banca: più trasparente nei costi; più aperta e partecipata nella governance a partire dal coinvolgimento dei dipendenti in una logica di democrazia economica; inclusiva nella buona occupazione e nel welfare di sistema; refrattaria alle politiche commerciali aggressive ed alle politiche gestionali e premianti opache e disancorate da una visione di crescita sostenibile e responsabile; adeguata nelle competenze distintive senza importazioni inopportune da altre esperienze e con forti anticorpi contro i comportamenti devianti. E’ questa la banca che può essere realmente solida e integrata nella propria comunità, autonoma ma non autoreferenziale, solidaristica e sussidiarianuove produzioni discografiche Pugliesi.

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Samples: www.pugliasounds.it

PREMESSA. L’inquinamento atmosferico é definito dalla normativa italiana come “ogni modificazione della normale composizione o stato fisico dell’aria atmosferica,dovuta alla presenza nella stessa di una o più sostanze con qualità e caratteristiche tali da alterare le normali condizioni ambientali di salubrità dell’aria;da costituire pericolo,ovvero pregiudizio diretto o indiretto per la saluta dell’uomo; da compromettere le attività ricreative e gli altri usi legittimi dell’ambiente;da alterare le risorse biologiche ed i beni materiali pubblici e privati.” Le cause dell’inquinamento atmosferico sono da individuare nelle emissioni determinate,in via prioritaria,dalle attività umane,quali la produzione di energia,di beni o il trasporto di persone o merci. Durante gli ultimi decenni in Italia il quadro degli inquinanti che caratterizzano il cattivo stato di qualità dell’aria ambiente si é modificato in misura significativa . Dalla presenza di inquinanti connessi all’utilizzo di derivati del petrolio e di carbone con alte quantità di zolfo od alla presenza di piombo nelle benzine,quelli che oggi presentano maggiori elementi di criticità sono il particolato (PM da particulate matter,in particolare quello inferiore a 10 micrometri – milionesimi di metro- detto PM10), l’ozono,il biossido di azoto e lo smog fotochimico. In generale si osserva una tendenza alla riduzione dei livelli di concentrazione con riferimento al monossido do carbonio ed la benzene. La lezione riduzione dello stato di qualità dell’aria ambiente interessa oggi in modo prioritario le aree urbane,le aree prossime alle grandi infrastrutture stradali ed ai poli industriali. Le informazioni sull’inquinamento atmosferico sono acquisite mediante misurazione delle ,concentrazioni in aria delle specie inquinanti. I rilievi sono effettuati attraverso stazioni delle reti di monitoraggio della crisi planetaria esplosa nell’agosto 2007, ha bocciato severamente qualità dell’aria e con l’ausilio della modellistica di dispersione e trasformazione degli inquinanti in atmosfera. Lo stato di qualità dell’aria viene determinato mediante misure delle concentrazioni degli inquinanti.tramite una rete di monitoraggio della qualità dell’aria dislocata sul territorio. Con riferimento al Piano regionale per il risanamento e la tutela della qualità dell’aria il territorio regionale viene assegnato a tre zone alle fondamenta l’ideologia che ha consacrato il primato oligarchico dei grandi potentati economico-finanziari e, con loro, dei tanti che ne hanno favorito l’ascesa, la consacrazione e l’impunitàquali corrisponderanno anche livelli di controllo diversificato. Il fallimento territorio del paradigma liberista fondato sul primato comune di Barge é stato assegnato alla Zona 3.che comprende tutti i comuni della finanza sull’economia, dell’economia sulla politica, della speculazione sull’investimento, della rendita sul lavoro, dell’indebitamento sulla equità distributiva ci ritorna un monito severo ad intraprendere strade nuove, Regione Piemonte nei quali si stima che archivino, definitivamente quella stagione. La speculazione tuttavia è insaziabile ed eticamente indifferente. La crisi progressivamente crescente e tendenzialmente destabilizzante dei debiti sovrani di Grecia, Portogallo, Irlanda, Spagna ed altri paesi sotto osservazione da parte delle istituzione europee ed internazionali è direttamente proporzionale alla feroce dinamica speculativa, che ne aggrava ulteriormente le condizionii livelli degli inquinanti siano inferiori ai limiti. Nel contempo la nuova stagione regolativa europea si presenta attenuata nelle previsioni, comune di Barge é presente uno stabilimento che non scalfiscono il modello generativo rientra nell’applicazione del D.Lgs 334/99 e s.m.i.( Attuazione della crisi, e attardata dalle mille pastoie burocratiche degli egoismi nazionali pari solamente, direttiva 96/82/CE relativa al controllo dei pericoli di incidenti rilevanti connessi con determinate sostanze pericolose) ed é in termini particolare sottoposto agli adempimenti di miopia, all’incapacità della politica di cogliere le implicazioni profonde di quanto è accaduto. Il sistema bancario italiano è stato meno colpito dagli effetti immediati della crisi finanziaria, anche grazie ad un miglior radicamento sul territorio integrato da fonti di ricavo più stabili ed alle politiche sindacali concertative, che hanno concorso a mitigare la “de materializzazione” delle banche italiane tradizionalmente intermediatrici, a favore cui all’art.5 del modello di banca finanziarizzata che negli Stati Uniti, ma anche in Europa (oltre 2.700 mld $) ha richiesto migliaia di miliardi di dollari di denaro pubblico per i salvataggi effettuati. Le banche di credito cooperativo sono rimaste complessivamente al riparo dalla finanza creativa ed hanno sostenuto l’economia reale svolgendo una funzione anticiclica e assumendone, almeno in parte, anche le difficoltà che hanno contribuito ad evidenziare dei limiti spesso antecedentisuddetto decreto. A questi risultati hanno contribuito, insieme allo storico radicamento territoriale delle banche questo proposito nel Rapporto Ambientale verranno definite le linee guida per le necessarie condizioni di credito cooperativo sicurezza e ad una vigilanza prudenziale particolarmente rigorosa, le relazioni sindacali ed i Contratti di lavoro sottoscritti distanze tra le Partiaree produttive e le altre destinazioni d’uso del territorio. Ora, • interventi finalizzati alla razionalizzazione ,fluidificazione e decongestionamento del traffico veicolare; • interventi normativi per le BCC, è giunto incentivare l’efficienza energetica degli edifici ed il tempo contenimento del consumo energetico; • analisi delle scelte perché criticità (accostamenti tra aree produttive caratterizzate da emissioni in occasione delle grandi discontinuità storiche l’immobilismo, o il dinamismo formale, corrispondono ad un inevitabile arretramento. Dovranno quindi attrezzarsi per superare i propri limiti strutturali sul fronte della Governance, dei controlli, del presidio dell’identità, della razionalizzazione dell’informatica, dell’adeguatezza manageriale, della creazione di strumenti di sistema atmosfera e di servizio efficienti a partire dai vari livelli della federazione, dalle “fabbriche” e dalle stesse Banche di Credito Cooperativo nella direzione più volte indicata dalla Banca d’Italia, da queste stesse XX.XX e dalle regole approvate dal Comitato di Basilea 3. La Piattaforma di rinnovo del contratto nazionale delle Banche di Credito Cooperativo è perfettamente integrata in questo scenario ed esprime un profilo di sistema, intendendosi per tale l’ambizione di essere lo strumento di risposta alle giuste rivendicazioni degli oltre 36.000 dipendenti del settore e, al contempo, l’architrave di un sistema di relazioni industriali avanzate, che favorisca il superamento dei limiti e delle contraddizioni del sistema medesimo. E’ una proposta che parla alla qualità della vita, alle motivazioni del personale, all’identità cooperativa, alla professionalità, al coinvolgimento ed al giusto riconoscimento dei lavoratori. Ma parla anche alle comunità locali ed alla classe dirigente cooperativa più illuminata, che considera la cooperazione un valore non retorico e come tale incompatibile zone con l’autoreferenzialità, il paternalismo, il cooperativismo di maniera. Ci rivolgiamo anche a loro ed agli interessi diffusi del credito cooperativo, che deve guardare al lungo periodo con competenza e saggezza imprenditoriale per rappresentare e realizzare una reale, credibile e visibile alternativa al modello dominante di banca- finanziaria spersonalizzata e socialmente ed ambientalmente indifferente e irresponsabile. Il modello di banca che immaginiamo deve possedere queste caratteristiche e perciò deve realizzare una banca: più trasparente nei costi; più aperta e partecipata nella governance a partire dal coinvolgimento dei dipendenti in una logica di democrazia economica; inclusiva nella buona occupazione e nel welfare di sistema; refrattaria alle politiche commerciali aggressive ed alle politiche gestionali e premianti opache e disancorate da una visione di crescita sostenibile e responsabile; adeguata nelle competenze distintive senza importazioni inopportune da altre esperienze e con forti anticorpi contro i comportamenti devianti. E’ questa la banca che può essere realmente solida e integrata nella propria comunità, autonoma ma non autoreferenziale, solidaristica e sussidiaria.altra destinazione);

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Samples: Convenzione Di Vienna Per La Protezione Dello Strato Di Ozono

PREMESSA. La lezione Le Organizzazioni Sindacali UNCI e CONFSAL firmatarie, presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri dell’Accordo Quadro di Riforma degli Assetti Contrattuali sottoscritto in data 22/01/2009, ritengono che il presente CCNL, disciplinato secondo i principi civilistici in materia contrattuale e vincolante esclusivamente per gli aderenti alle medesime XX.XX., rispetti i contenuti dell’accordo quadro in parola. Infatti il CCNL è di durata triennale tanto per la parte economica che normativa ed avrà la funzione di garantire la certezza dei trattamenti economici e normativi comuni per tutti i lavoratori del settore ovunque impiegati sul territorio nazionale e per la dinamica degli effetti economici si individuerà un indicatore della crisi planetaria esplosa nell’agosto 2007crescita dei prezzi al consumo assumendo per il triennio –in sostituzione del tasso di inflazione programmata- l’indice previsionale costruito sulla base dell’IPCA. Le XX.XX. firmatarie intendono dare con il presente articolato una risposta alle esigenze per un cambiamento della contrattualistica nazionale in un’ottica di rilancio reale dell’occupazione, fattore indispensabile per una espansione strutturale dell’economia e della produttività del Paese e ribadiscono che il CCNL deve essere considerato un complesso unitario ed inscindibile. Esse ritengono che, in un ordinamento pluralista e democratico, la contrattazione collettiva costituisca la paritaria funzione sul piano del diritto al lavoro ed all'esercizio dell'impresa privata in un contesto di riconosciute libertà associative. Il presente Contratto, inoltre, si muove nelle logiche dettate dalla Unione Europea finalizzate al miglioramento dei rapporti individuali e collettivi di lavoro, alla crescita dei livelli occupazionali, alla protezione e sicurezza sociale, per concorrere a formulare e rafforzare le regole di garanzia e di tutela dei processi lavorativi. Sulla base di tali principi le Organizzazioni Sindacali dei Datori di Lavoro e dei Lavoratori firmatarie affermano il loro ruolo di stimolo e di controllo sulle politiche sociali e del lavoro, nonché la loro essenziale funzione negoziale nell'ambito del confronto con gli organismi istituzionali, governativi e legislativi del nostro Paese e della Comunità Europea. Con spirito improntato alla massima solidarietà tra lavoro e capitale, la stipula di questo contratto, tra le ulteriori ed originali soluzioni introdotte, ha bocciato severamente alle fondamenta l’ideologia opportunamente esplicitato innovazioni anche sulla metodologia contrattuale, prevedendo in modo consapevole un duplice livello di contrattazione:  di livello nazionale;  di livello aziendale. Le parti ritengono anche che ha consacrato per il primato oligarchico rilancio dell’occupazione, in un’ottica di mercato sociale del lavoro stabilizzato tendente alla piena occupazione, avrà un ruolo centrale l’affiancamento alla azienda di tipo tradizionale quella cooperativa caratterizzata dalla figura del socio coimprenditore, cioè del lavoratore imprenditore di se stesso. Tale centralità riservata al socio coimprenditore, infatti, garantirà un adeguamento dell’azione produttiva ai cicli dell’economia, superando gli influssi negativi che i periodi di stagnazione economica producono sull’occupazione. Se è vero che “nella cooperativa, il lavoratore non produce per altri ma per se stesso, e ciò libera enormi capacità di lavoro scrupoloso e di più alto livello, che il capitalismo comprime” (Xxxxxxxx) è dunque conseguente che il socio coimprenditore non deve essere equiparato al lavoratore subordinato non socio. La prestazione svolta dal socio coimprenditore dà luogo ad un conferimento reso in virtù del contratto sociale e trova dunque fondamento in un vincolo associativo, prima che in un rapporto negoziale di scambio. Il trattamento economico del socio coimprenditore è costituito dalla rendita d’impresa. Secondo l’art. 1, comma 3, della l. n. 142/2001, la attività lavorativa svolta dal socio coimprenditore — nell’ambito di rapporti mutualistici e sulla base di previsioni di regolamento della cooperativa volte a definire la organizzazione del lavoro dei grandi potentati economico-finanziari esoci coimprenditori— può comportare la instaurazione di un rapporto di lavoro «in forma autonoma o subordinata, o in qualsiasi altra forma, ivi compresi i rapporti di collaborazione coordinata non occasionale, con lorocui contribuisce comunque al raggiungimento degli scopi sociali». Considerato che nel regime giuridico previgente veniva esclusa dalla giurisprudenza e dalla dottrina prevalenti la riconducibilità del lavoro del socio coimprenditore a una forma di lavoro subordinato o autonomo, dei tanti si tratta di una importante conferma della circostanza che ne hanno favorito l’ascesaqualunque attività umana può essere resa in ragione di un diverso titolo giuridico, in relazione sia alle intese contrattuali raggiunte tra le parti, sia alle modalità concrete di esecuzione della prestazione lavorativa. Nel riconoscere che la consacrazione prestazione di lavoro del socio coimprenditore di cooperativa, oltre che in forma autonoma o subordinata, può essere resa «in qualsiasi altra forma», il Legislatore pare riconoscere la possibilità di inquadrare il lavoro umano in schemi contrattuali diversi da quelli determinati dal legislatore stesso, in virtù del principio di autonomia negoziale sancito dall’articolo 1322, secondo comma, cod. civ, in base al quale «le parti possono anche concludere contratti che non appartengono ai tipi aventi una disciplina particolare, purché siano diretti a realizzare interessi meritevoli di tutela secondo l’ordinamento giuridico». La legge n.142/2001 chiarisce nettamente l’esistenza di due rapporti tra socio coimprenditore e l’impunità. Il fallimento del paradigma liberista fondato sul primato della finanza sull’economiacooperativa: il rapporto associativo, dell’economia sulla politicada una parte, della speculazione sull’investimento, della rendita sul e il rapporto di lavoro, dell’indebitamento sulla equità distributiva ci ritorna un monito severo ad intraprendere strade nuove, che archivino, definitivamente quella stagionedall’altra. La speculazione tuttavia è insaziabile ed eticamente indifferente. La crisi progressivamente crescente e tendenzialmente destabilizzante dei debiti sovrani di Grecia, Portogallo, Irlanda, Spagna ed altri paesi sotto osservazione da parte delle istituzione europee ed internazionali è direttamente proporzionale alla feroce dinamica speculativa, che ne aggrava ulteriormente le condizioni. Nel contempo la nuova stagione regolativa europea si presenta attenuata nelle previsioni, che non scalfiscono In particolare il modello generativo della crisi, e attardata dalle mille pastoie burocratiche degli egoismi nazionali pari solamente, in termini di miopia, all’incapacità della politica di cogliere le implicazioni profonde di quanto è accaduto. Il sistema bancario italiano è stato meno colpito dagli effetti immediati della crisi finanziaria, anche grazie ad un miglior radicamento sul territorio integrato da fonti di ricavo più stabili ed alle politiche sindacali concertative, che hanno concorso a mitigare la “de materializzazione” delle banche italiane tradizionalmente intermediatrici, a favore del modello di banca finanziarizzata che negli Stati Uniti, ma anche in Europa (oltre 2.700 mld $) ha richiesto migliaia di miliardi di dollari di denaro pubblico per i salvataggi effettuati. Le banche di credito cooperativo sono rimaste complessivamente al riparo dalla finanza creativa ed hanno sostenuto l’economia reale svolgendo una funzione anticiclica e assumendone, almeno in parte, anche le difficoltà che hanno contribuito ad evidenziare dei limiti spesso antecedenti. A questi risultati hanno contribuito, insieme allo storico radicamento territoriale delle banche di credito cooperativo e ad una vigilanza prudenziale particolarmente rigorosa, le relazioni sindacali ed i Contratti rapporto di lavoro sottoscritti tra le Parti. Ora, per le BCC, è giunto il tempo delle scelte perché in occasione delle grandi discontinuità storiche l’immobilismo, o il dinamismo formale, corrispondono ad un inevitabile arretramento. Dovranno quindi attrezzarsi per superare i propri limiti strutturali sul fronte della Governance, dei controlli, del presidio dell’identità, della razionalizzazione dell’informatica, dell’adeguatezza manageriale, della creazione di strumenti di sistema e di servizio efficienti a partire dai vari livelli della federazione, dalle “fabbriche” e dalle stesse Banche di Credito Cooperativo nella direzione più volte indicata dalla Banca d’Italia, da queste stesse XX.XX e dalle regole approvate dal Comitato di Basilea 3. La Piattaforma di rinnovo del contratto nazionale delle Banche di Credito Cooperativo è perfettamente integrata in questo scenario ed esprime un profilo di sistema, intendendosi per tale l’ambizione di essere lo strumento di risposta alle giuste rivendicazioni degli oltre 36.000 dipendenti del settore e, al contempo, l’architrave di un sistema di relazioni industriali avanzate, che favorisca il superamento dei limiti e delle contraddizioni del sistema medesimo. E’ una proposta che parla alla qualità della vita, alle motivazioni del personale, all’identità cooperativa, alla professionalità, al coinvolgimento ed al giusto riconoscimento dei lavoratori. Ma parla anche alle comunità locali ed alla classe dirigente cooperativa più illuminata, che considera la cooperazione un valore non retorico e come tale incompatibile con l’autoreferenzialità, il paternalismo, il cooperativismo di maniera. Ci rivolgiamo anche a loro ed agli interessi diffusi del credito cooperativo, che deve guardare al lungo periodo con competenza e saggezza imprenditoriale per rappresentare e realizzare una reale, credibile e visibile alternativa al modello dominante di banca- finanziaria spersonalizzata e socialmente ed ambientalmente indifferente e irresponsabile. Il modello di banca che immaginiamo deve possedere queste caratteristiche e perciò deve realizzare una banca: più trasparente nei costi; più aperta e partecipata nella governance a partire dal coinvolgimento dei dipendenti in una logica di democrazia economica; inclusiva nella buona occupazione e nel welfare di sistema; refrattaria alle politiche commerciali aggressive ed alle politiche gestionali e premianti opache e disancorate da una visione di crescita sostenibile e responsabile; adeguata nelle competenze distintive senza importazioni inopportune da altre esperienze e con forti anticorpi contro i comportamenti devianti. E’ questa la banca che può essere realmente solida e integrata nella propria comunità, autonoma ma non autoreferenziale, solidaristica e sussidiaria.era inizialmente indicato come

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Samples: Contratto Collettivo Nazionale Di Lavoro

PREMESSA. La lezione Tutti i materiali dovranno essere di ottima qualità e corrispondere a quanto richiesto nel presente Capitolato Speciale. Attualmente essi dovranno rispondere alle norme di cui al Regolamento di attuazione della crisi planetaria esplosa nell’agosto 2007direttiva 89/106/CEE recepite con d.P.R. nr. 246 del 21/04/1993. Per quanto non espressamente previsto dal presente Capitolato Speciale si stabilisce tra le parti che si farà riferimento nell’ ordine, ha bocciato severamente alle fondamenta l’ideologia Norme U.N.I, alle Norme C.E.I. e a quelle del C.N.R. In riferimento ai materiali che ha consacrato il primato oligarchico dei grandi potentati economico-finanziari esaranno adoperati dall’ appaltatore dovrà essere preteso che gli stessi, con loroprima di essere approvigionati in cantiere, dei tanti che ne hanno favorito l’ascesadebbano essere approvati dalla Direzione Lavori, la consacrazione quale ha la facoltà di richiedere la presentazione di varie campionature L’ Amministrazione Appaltante può chiedere all’ appaltatore, a spese di quest’ultimo, tutte le prove che ritenga utili a comprovare e l’impunitàstabilire composizione e caratteristiche dei singoli elementi costituenti le miscele che si intendono adoperare quali ad esempio quelle per i conglomeraiti bituminosi e cementizi. Il fallimento del paradigma liberista fondato sul primato della finanza sull’economiaUna volta accettati dal Direttore dei Lavori i materiali, dell’economia sulla politica, della speculazione sull’investimento, della rendita sul lavoro, dell’indebitamento sulla equità distributiva ci ritorna un monito severo ad intraprendere strade nuove, che archivino, definitivamente quella stagionesarà redatto apposito verbale attestante l’idoneità all’uso degli stessi. Se i materiali invece non saranno riconosciuti idonei dovranno essere allontanati a cura e spese dell’appaltatore. La speculazione tuttavia è insaziabile ed eticamente indifferenteditta appaltatrice dovrà essere in regola e farsi carico degli oneri per attenersi a tutte le disposizioni a norma di legge vigente in materia di trasporto materiali di rifiuto provenienti dai cantieri stradali. Nella realizzazione di opere provvisionali, l’impresa dovrà adottare il sistema e tecnica che riterrà più opportuno, in base alla capacità statica, di sicurezza e alla sua convenienza. Inoltre dovranno essere eseguite delle particolari cautele e tutti gli accorgimenti costruttivi per rispettare le norme, i vincoli che fossero imposti dagli Enti competenti sul territorio per il rispetto di impianti e manufatti particolari esistenti nella zona dei lavori che in qualche modo venissero ad interferire con essi compreso strade e camminamenti quali marciapiedi ad uso pedonale. La crisi progressivamente crescente e tendenzialmente destabilizzante Direzione Lavori si riserva di disporre a suo insindacabile giudizio l’impiego dei debiti sovrani materiali di Greciarecupero, Portogallonel rispetto della normativa vigente in materia, Irlandaper l’esecuzione dei lavori appaltati, Spagna ed altri paesi sotto osservazione da parte delle istituzione europee ed internazionali è direttamente proporzionale alla feroce dinamica speculativa, che ne aggrava ulteriormente le condizionivalutarsi con i prezzi ad essi attribuiti in Elenco Prezzi. Nel contempo la nuova stagione regolativa europea si presenta attenuata nelle previsioni, che I materiali non scalfiscono il modello generativo della crisiutilizzabili provenienti dalle demolizioni dovranno sempre, e attardata dalle mille pastoie burocratiche degli egoismi nazionali pari solamenteal più presto, venire trasportati, a cura dell’appaltatore, in termini rifiuto alle pubbliche discariche e comunque fuori la sede dei lavori con le norme e cautele disposte per gli analoghi scarichi in rifiuto di miopia, all’incapacità della politica di cogliere le implicazioni profonde di quanto è accaduto. Il sistema bancario italiano è stato meno colpito dagli effetti immediati della crisi finanziaria, anche grazie ad un miglior radicamento sul territorio integrato da fonti di ricavo più stabili ed alle politiche sindacali concertative, che hanno concorso a mitigare la “de materializzazione” delle banche italiane tradizionalmente intermediatrici, a favore del modello di banca finanziarizzata che negli Stati Uniti, ma anche materie come per gli scavi in Europa (oltre 2.700 mld $) ha richiesto migliaia di miliardi di dollari di denaro pubblico per i salvataggi effettuati. Le banche di credito cooperativo sono rimaste complessivamente al riparo dalla finanza creativa ed hanno sostenuto l’economia reale svolgendo una funzione anticiclica e assumendone, almeno in parte, anche le difficoltà che hanno contribuito ad evidenziare dei limiti spesso antecedenti. A questi risultati hanno contribuito, insieme allo storico radicamento territoriale delle banche di credito cooperativo e ad una vigilanza prudenziale particolarmente rigorosa, le relazioni sindacali ed i Contratti di lavoro sottoscritti tra le Parti. Ora, per le BCC, è giunto il tempo delle scelte perché in occasione delle grandi discontinuità storiche l’immobilismo, o il dinamismo formale, corrispondono ad un inevitabile arretramento. Dovranno quindi attrezzarsi per superare i propri limiti strutturali sul fronte della Governance, dei controlli, del presidio dell’identità, della razionalizzazione dell’informatica, dell’adeguatezza manageriale, della creazione di strumenti di sistema e di servizio efficienti a partire dai vari livelli della federazione, dalle “fabbriche” e dalle stesse Banche di Credito Cooperativo nella direzione più volte indicata dalla Banca d’Italia, da queste stesse XX.XX e dalle regole approvate dal Comitato di Basilea 3. La Piattaforma di rinnovo del contratto nazionale delle Banche di Credito Cooperativo è perfettamente integrata in questo scenario ed esprime un profilo di sistema, intendendosi per tale l’ambizione di essere lo strumento di risposta alle giuste rivendicazioni degli oltre 36.000 dipendenti del settore e, al contempo, l’architrave di un sistema di relazioni industriali avanzate, che favorisca il superamento dei limiti e delle contraddizioni del sistema medesimo. E’ una proposta che parla alla qualità della vita, alle motivazioni del personale, all’identità cooperativa, alla professionalità, al coinvolgimento ed al giusto riconoscimento dei lavoratori. Ma parla anche alle comunità locali ed alla classe dirigente cooperativa più illuminata, che considera la cooperazione un valore non retorico e come tale incompatibile con l’autoreferenzialità, il paternalismo, il cooperativismo di maniera. Ci rivolgiamo anche a loro ed agli interessi diffusi del credito cooperativo, che deve guardare al lungo periodo con competenza e saggezza imprenditoriale per rappresentare e realizzare una reale, credibile e visibile alternativa al modello dominante di banca- finanziaria spersonalizzata e socialmente ed ambientalmente indifferente e irresponsabile. Il modello di banca che immaginiamo deve possedere queste caratteristiche e perciò deve realizzare una banca: più trasparente nei costi; più aperta e partecipata nella governance a partire dal coinvolgimento dei dipendenti in una logica di democrazia economica; inclusiva nella buona occupazione e nel welfare di sistema; refrattaria alle politiche commerciali aggressive ed alle politiche gestionali e premianti opache e disancorate da una visione di crescita sostenibile e responsabile; adeguata nelle competenze distintive senza importazioni inopportune da altre esperienze e con forti anticorpi contro i comportamenti devianti. E’ questa la banca che può essere realmente solida e integrata nella propria comunità, autonoma ma non autoreferenziale, solidaristica e sussidiariagenere.

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Samples: www.comune.sommacampagna.vr.it

PREMESSA. La lezione Premessa all’accordo 21 dicembre 2004 è sostituita dalla seguente: Le Parti ribadiscono la valenza strategica del ruolo manageriale quale fattore di ac- crescimento competitivo per affrontare le sfide della crisi planetaria esplosa nell’agosto 2007concorrenza e del mercato, ha bocciato severamente nonché di crescita attenta ai valori dell’etica e della responsabilità sociale dell’impresa, in parti- colare nell’attuale fase evolutiva delle imprese dei servizi pubblici. Le Parti confermano pertanto l’esigenza di promuovere un modello di relazioni in- dustriali coerente con il ruolo strategico del Dirigente e di favorire la diffusione di modelli gestionali e retributivi che valorizzino le risorse dirigenziali, dando effettiva attuazione alle fondamenta l’ideologia che ha consacrato previsioni contrattuali in materia di retribuzione variabile incentivante. Nell’ambito dell’affermazione di tale modello innovativo di relazioni industriali, in ordine alle politiche retributive e ai sistemi retributivi incentivanti e premianti, ai piani azien- dali di formazione continua anche con il primato oligarchico dei grandi potentati economico-finanziari finanziamento di Fondirigenti e, più in generale, alle strategie e agli assetti organizzativi aziendali, le imprese, sempre nel rispetto dei re- ciproci ruoli e prerogative, consulteranno la rappresentanza aziendale o territoriale dei dirigenti nelle forme e modalità che verranno ritenute più idonee. Le Parti affidano all’Osservatorio bilaterale permanente il compito di monitorare il livello di presenza e funzionamento delle forme di retribuzione variabile sulla base di quanto stabilito dall’apposita disposizione contrattuale, nonché di adottare iniziative for- mative congiunte per promuovere l’applicazione di tali sistemi nelle realtà in cui non sono presenti, favorendo la diffusione di “buone pratiche” di attuazione dei modelli di cui sopra, riservando particolare attenzione alle iniziative rivolte al sistema delle piccole e medie im- prese, anche attraverso appositi progetti sperimentali in ambito di Fondirigenti. Le Parti concordano inoltre di promuovere riunioni annuali delle Delegazioni plena- rie per riferire circa i risultati dell’attività dell’Osservatorio onde assumere ogni conseguente determinazione per il raggiungimento degli obiettivi condivisi. All’art. 3, II paragrafo, comma 2, il secondo ed il terzo capoverso sono sostituiti dai seguenti tre capoversi: Il “trattamento minimo complessivo di garanzia” da assumere come parametro al 31 dicembre 2010, a valere dall’anno 2010, è stabilito: • in 57.000,00 (cinquantasettemila/00) euro con lororiferimento ai dirigenti con an- zianità di servizio nell’azienda con la qualifica di dirigente, dei tanti che ne hanno favorito l’ascesafino a 6 (sei) anni; • in 72.000,00 (settantaduemila/00) euro con riferimento ai dirigenti con anzianità di servizio nell’azienda con la qualifica di dirigente, la consacrazione e l’impunitàsuperiore ai 6 (sei) anni com- piuti. Il fallimento del paradigma liberista fondato sul primato della finanza sull’economia“trattamento minimo complessivo di garanzia” da assumere come parametro al 31 dicembre 2012, dell’economia sulla politicaa valere dall’anno 2012, della speculazione sull’investimentoè stabilito: • in 61.000,00 (sessantunomila/00) euro con riferimento ai dirigenti con anzianità di servizio nell’azienda con la qualifica di dirigente, della rendita sul lavorofino a 6 (sei) anni; • in 76.000,00 (settantaseimila/00) euro con riferimento ai dirigenti con anzianità di servizio nell’azienda con la qualifica di dirigente, dell’indebitamento sulla equità distributiva ci ritorna un monito severo ad intraprendere strade nuove, che archivino, definitivamente quella stagione. La speculazione tuttavia è insaziabile ed eticamente indifferente. La crisi progressivamente crescente e tendenzialmente destabilizzante dei debiti sovrani di Grecia, Portogallo, Irlanda, Spagna ed altri paesi sotto osservazione da parte delle istituzione europee ed internazionali è direttamente proporzionale alla feroce dinamica speculativa, che ne aggrava ulteriormente le condizioni. Nel contempo la nuova stagione regolativa europea si presenta attenuata nelle previsioni, che non scalfiscono il modello generativo della crisi, e attardata dalle mille pastoie burocratiche degli egoismi nazionali pari solamente, in termini di miopia, all’incapacità della politica di cogliere le implicazioni profonde di quanto è accadutosuperiore ai 6 (sei) anni com- piuti. Il sistema bancario italiano è stato meno colpito dagli effetti immediati della crisi finanziaria, anche grazie ad un miglior radicamento sul territorio integrato “trattamento minimo complessivo di garanzia” da fonti di ricavo più stabili ed alle politiche sindacali concertative, che hanno concorso a mitigare la “de materializzazione” delle banche italiane tradizionalmente intermediatriciassumere come parametro al 31 dicembre 2013, a favore del modello di banca finanziarizzata che negli Stati Uniti, ma anche in Europa (oltre 2.700 mld $) ha richiesto migliaia di miliardi di dollari di denaro pubblico per i salvataggi effettuati. Le banche di credito cooperativo sono rimaste complessivamente al riparo dalla finanza creativa ed hanno sostenuto l’economia reale svolgendo una funzione anticiclica e assumendone, almeno in parte, anche le difficoltà che hanno contribuito ad evidenziare dei limiti spesso antecedenti. A questi risultati hanno contribuito, insieme allo storico radicamento territoriale delle banche di credito cooperativo e ad una vigilanza prudenziale particolarmente rigorosa, le relazioni sindacali ed i Contratti di lavoro sottoscritti tra le Parti. Ora, per le BCCvalere dall’anno 2013, è giunto il tempo delle scelte perché in occasione delle grandi discontinuità storiche l’immobilismo, o il dinamismo formale, corrispondono ad un inevitabile arretramento. Dovranno quindi attrezzarsi per superare i propri limiti strutturali sul fronte della Governance, dei controlli, del presidio dell’identità, della razionalizzazione dell’informatica, dell’adeguatezza manageriale, della creazione di strumenti di sistema e di servizio efficienti a partire dai vari livelli della federazione, dalle “fabbriche” e dalle stesse Banche di Credito Cooperativo nella direzione più volte indicata dalla Banca d’Italia, da queste stesse XX.XX e dalle regole approvate dal Comitato di Basilea 3. La Piattaforma di rinnovo del contratto nazionale delle Banche di Credito Cooperativo è perfettamente integrata in questo scenario ed esprime un profilo di sistema, intendendosi per tale l’ambizione di essere lo strumento di risposta alle giuste rivendicazioni degli oltre 36.000 dipendenti del settore e, al contempo, l’architrave di un sistema di relazioni industriali avanzate, che favorisca il superamento dei limiti e delle contraddizioni del sistema medesimo. E’ una proposta che parla alla qualità della vita, alle motivazioni del personale, all’identità cooperativa, alla professionalità, al coinvolgimento ed al giusto riconoscimento dei lavoratori. Ma parla anche alle comunità locali ed alla classe dirigente cooperativa più illuminata, che considera la cooperazione un valore non retorico e come tale incompatibile con l’autoreferenzialità, il paternalismo, il cooperativismo di maniera. Ci rivolgiamo anche a loro ed agli interessi diffusi del credito cooperativo, che deve guardare al lungo periodo con competenza e saggezza imprenditoriale per rappresentare e realizzare una reale, credibile e visibile alternativa al modello dominante di banca- finanziaria spersonalizzata e socialmente ed ambientalmente indifferente e irresponsabile. Il modello di banca che immaginiamo deve possedere queste caratteristiche e perciò deve realizzare una banca: più trasparente nei costi; più aperta e partecipata nella governance a partire dal coinvolgimento dei dipendenti in una logica di democrazia economica; inclusiva nella buona occupazione e nel welfare di sistema; refrattaria alle politiche commerciali aggressive ed alle politiche gestionali e premianti opache e disancorate da una visione di crescita sostenibile e responsabile; adeguata nelle competenze distintive senza importazioni inopportune da altre esperienze e con forti anticorpi contro i comportamenti devianti. E’ questa la banca che può essere realmente solida e integrata nella propria comunità, autonoma ma non autoreferenziale, solidaristica e sussidiaria.stabilito:

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Samples: Contratto Collettivo Nazionale Di Lavoro Per I

PREMESSA. La lezione della crisi planetaria esplosa nell’agosto 2007, ha bocciato severamente alle fondamenta l’ideologia che ha consacrato il primato oligarchico dei grandi potentati economico-finanziari e, con loro, dei tanti che ne hanno favorito l’ascesa, la consacrazione e l’impunità. Il fallimento In conformità a quanto previsto dal Protocollo di intesa del paradigma liberista fondato 22 gennaio 1983 sul primato della finanza sull’economia, dell’economia sulla politica, della speculazione sull’investimento, della rendita sul costo del lavoro, dell’indebitamento sulla equità distributiva ci ritorna un monito severo ad intraprendere strade nuove, le parti si danno atto che archivino, definitivamente quella stagione. La speculazione tuttavia è insaziabile ed eticamente indifferente. La crisi progressivamente crescente - in particolare nell’attuale situazione che vede le Aziende interessate a profondi processi di risanamento e tendenzialmente destabilizzante dei debiti sovrani di Grecia, Portogallo, Irlanda, Spagna ed altri paesi sotto osservazione da parte delle istituzione europee ed internazionali è direttamente proporzionale alla feroce dinamica speculativa, che ne aggrava ulteriormente le condizioni. Nel contempo la nuova stagione regolativa europea si presenta attenuata nelle previsioni, che non scalfiscono il modello generativo della crisi, e attardata dalle mille pastoie burocratiche degli egoismi nazionali pari solamente, in termini di miopia, all’incapacità della politica di cogliere le implicazioni profonde di quanto è accaduto. Il sistema bancario italiano è stato meno colpito dagli effetti immediati della crisi finanziariaristrutturazione, anche grazie ad un miglior radicamento sul territorio integrato da fonti in relazione alle esigenze di ricavo più stabili recuperare competitività ed alle politiche sindacali concertative, che hanno concorso a mitigare la “de materializzazione” delle banche italiane tradizionalmente intermediatrici, a favore del modello di banca finanziarizzata che negli Stati Uniti, ma anche in Europa (oltre 2.700 mld $) ha richiesto migliaia di miliardi di dollari di denaro pubblico per i salvataggi effettuati. Le banche di credito cooperativo sono rimaste complessivamente al riparo dalla finanza creativa ed hanno sostenuto l’economia reale svolgendo una funzione anticiclica e assumendone, almeno in parte, anche le difficoltà che hanno contribuito ad evidenziare dei limiti spesso antecedenti. A questi risultati hanno contribuito, insieme allo storico radicamento territoriale delle banche di credito cooperativo e ad una vigilanza prudenziale particolarmente rigorosa, le relazioni sindacali ed i Contratti di lavoro sottoscritti tra le Parti. Ora, per le BCC, efficienza gestionale - è giunto il tempo delle scelte perché in occasione delle grandi discontinuità storiche l’immobilismo, o il dinamismo formale, corrispondono ad un inevitabile arretramento. Dovranno quindi attrezzarsi per superare i propri limiti strutturali sul fronte della Governance, dei controlli, del presidio dell’identità, della razionalizzazione dell’informatica, dell’adeguatezza manageriale, della creazione di strumenti di sistema e di servizio efficienti a partire dai vari livelli della federazione, dalle “fabbriche” e dalle stesse Banche di Credito Cooperativo nella direzione più volte indicata dalla Banca d’Italia, da queste stesse XX.XX e dalle regole approvate dal Comitato di Basilea 3. La Piattaforma di rinnovo del contratto nazionale delle Banche di Credito Cooperativo è perfettamente integrata in questo scenario ed esprime un profilo di sistema, intendendosi per tale l’ambizione di essere lo strumento di risposta alle giuste rivendicazioni degli oltre 36.000 dipendenti del settore e, al contempo, l’architrave di indispensabile consolidare un sistema di relazioni industriali avanzateidoneo a salvaguardare il normale svolgimento dell’attività aziendale e il perseguimento degli obiettivi prefissati. In relazione a ciò è comune impegno delle parti operare, che favorisca il superamento dei limiti ciascuna nel rispetto del proprio ruolo, per favorire una puntuale attuazione delle normative contrattuali esistenti e delle contraddizioni procedure di conciliazione delle controversie individuali e collettive. Le parti si danno altresì atto che la concreta applicazione del sistema medesimopunto 13 del citato Protocollo avverrà nelle sedi aziendali e nei termini indicati, nel senso che la contrattazione a livello aziendale, fermo restando quanto già previsto dalla vigente normativa contrattuale non potrà avere per oggetto materie già definite in altri livelli di contrattazione, e che allo scopo di contribuire alla rimozione delle cause di microconflittualità, verranno individuate procedure aziendali di definizione delle controversie ed eventualmente di arbitrato, collegati anche a pause di raffreddamento. E’ una proposta Le parti annettono al presente contratto un sostanziale valore qualificante, anche nell’ottica complessiva della competitività del settore del tabacco italiano, per la quale è componente indispensabile un approccio serio ed olistico alla sostenibilità in tutti i suoi aspetti, e ribadiscono l’impegno congiunto per il miglioramento continuo delle previsioni normative del CCNL in questa direzione e per tutte le azioni a difesa delle prospettive di continuità dell’attività del comparto. In questo quadro le parti confermano la volontà di collaborare, segnatamente: - nella lotta per il contrasto al caporalato nel settore agricolo e agroindustriale, secondo il dettato della Legge 29/10/2016 n° 199; - promuovendo l’adesione delle aziende tabacchicole fornitrici delle Aziende di trasformazione alla “Rete del Lavoro agricolo di qualità” di cui al D.L. 91/2014, convertito dalla Legge 11 agosto 2014, n. 116, per combattere il caporalato anche attraverso la certificazione etica delle aziende che parla rispettano le regole, istituita presso l’INPS al fine di selezionare imprese agricole che, rispondendo ai requisiti richiesti per l’iscrizione, si qualificano per il rispetto delle norme in materia di lavoro, legislazione sociale, imposte sui redditi e sul valore aggiunto; - promuovendo e cooperando con le Aziende della trasformazione del tabacco in foglia per l’elaborazione di Report di sostenibilità, secondo gli standard internazionali GRI - Global Reporting Initiative, mirate a valutare e comunicare le performance non finanziarie (ambientale, economica e sociale), in particolare per gli aspetti sociali legati allo sviluppo del capitale umano, agli indicatori del rispetto delle buone pratiche di lavoro e dei diritti umani e alla qualità salute e sicurezza sul lavoro; - collaborando, nel comune interesse della vitadifesa del settore, in particolare di fronte alle motivazioni Istituzioni nazionali e internazionali, anche tramite i rispettivi Organismi di rappresentanza di livello europeo, EFFAT (Federazione Sindacale Europea degli Addetti dell’Agricoltura, dell’Alimentazione e del personaleTurismo) e FETRATAB (Federazione Europea Trasformatori Tabacco), all’identità cooperativacon OIT (Organizzazione Interprofessionale Tabacco Italia), di cui APTI è membro e con ELTI (Organizzazione Interprofessionale europea del tabacco in foglia), cui APTI aderisce tramite FETRATAB, entrambe le quali hanno previsto nei rispettivi Statuti la partecipazione delle Organizzazioni di rappresentanza dei lavoratori ai lavori delle Assemblee in cui vengano trattati temi di comune interesse; - collaborando per la predisposizione e la presentazione al Mipaaf e alle altre Istituzioni competenti del Piano Tabacchicolo Nazionale 2017-2018, la cui pubblicazione è prevista entro l’estate 2017; - collaborando per la predisposizione e la presentazione al Mipaaf e alle altre Istituzioni competenti del Piano di strategia fitosanitaria nazionale per il tabacco 2017-2020, la cui pubblicazione è prevista entro l’estate 2017; promuovendo e collaborando in tutte le iniziative mirate allo sviluppo e miglioramento delle condizioni e dei livelli occupazionali e dell’efficienza economica del settore, anche avviando sperimentazioni relative ad attività agro- industriali complementari rispetto a quelle tradizionali. L’Associazione Professionale Trasformatori Tabacchi Italiani - APTI e la FLAI- CGIL, la FAI-CISL e la UILA-UIL, al fine di individuare scelte capaci di contribuire alle soluzioni dei problemi del settore, nonché di orientare l’azione dei propri rappresentati, convengono, alla professionalitàluce delle esperienze già realizzate, la costituzione della Commissione paritetica nazionale. La Commissione - ferme restando l’autonomia dell’attività imprenditoriale e le distinte responsabilità degli imprenditori e delle Organizzazioni sindacali FLAI-CGIL, FAI-CISL e UILA-UIL - ha compiti di analisi e di ricerca, nell’obiettivo di valutazioni convergenti sugli elementi oggettivi utili all’elaborazione di politiche settoriali e sulle questioni suscettibili di avere incidenza sulla situazione complessiva del settore tabacchicolo. La Commissione sarà composta da 12 membri di cui 6 designati dall’Associazione Professionale Trasformatori Tabacchi Italiani - APTI e 6 dalle Organizzazioni sindacali FLAI-CGIL, FAI-CISL e UILA-UIL, e si riunirà di norma due volte all’anno nei mesi di maggio e di ottobre o, comunque, su richiesta di una delle parti. In particolare saranno oggetto di esame:  gli obiettivi di politica industriale del comparto tabacchicolo, nel quadro dell’elaborazione e definizione del Piano Nazionale di settore;  le prospettive delle politiche nazionali, comunitarie e internazionali del settore;  l’andamento del mercato nazionale ed internazionale anche con riferimento alle importazioni ed alle esportazioni;  le linee di sostegno legislativo ai programmi di sviluppo del settore;  le tematiche dell’ecologia e dell’ambiente anche con riferimento ai rapporti con le Istituzioni;  le prevedibili ricadute occupazionali degli obiettivi sopraindicati;  gli investimenti globali sulla ricerca e sulla qualità del prodotto, sia essa applicata per il miglioramento del ciclo produttivo e di sviluppo sperimentale o volta al coinvolgimento risparmio di energia o di sperimentazioni sulle tipologie di prodotto;  lo sviluppo di ALIFOND, nel settore, in raccordo con la consulta delle parti fondatrici, con particolare riferimento all’incremento delle adesioni e alle eventuali azioni da intraprendere per favorire la capillare diffusione dell’iniziativa tra tutti i lavoratori;  il tema della qualità e della sicurezza riguardo il quale verrà costituita un’apposita sezione competente, i cui compiti specifici riguarderanno le materie della qualità e sicurezza dei prodotti, tracciabilità ed al giusto riconoscimento etichettatura, eticità delle produzioni, gli aspetti delle condizioni contrattuali e legislative applicate ai lavoratori;  le azioni positive per promuovere le pari opportunità. La Commissione potrà promuovere, sulla base dei lavoratori. Ma parla dati forniti dalle parti, uno specifico esame sulle tendenze evolutive del mercato, anche in rapporto all’attuazione delle politiche che regolano i mercati internazionali, con specifico riferimento alle comunità locali ed alla classe dirigente cooperativa più illuminatatrasformazioni degli assetti aziendali da queste indotte e ai conseguenti riflessi sui territori, che considera la cooperazione un valore non retorico e come tale incompatibile con l’autoreferenzialità, il paternalismo, il cooperativismo di maniera. Ci rivolgiamo anche a loro ed agli interessi diffusi del credito cooperativo, che deve guardare al lungo periodo con competenza e saggezza imprenditoriale per rappresentare e realizzare una reale, credibile e visibile alternativa al modello dominante di banca- finanziaria spersonalizzata e socialmente ed ambientalmente indifferente e irresponsabile. Il modello di banca che immaginiamo deve possedere queste caratteristiche e perciò deve realizzare una banca: più trasparente nei costi; più aperta e partecipata nella governance a partire dal coinvolgimento dei dipendenti in una logica di democrazia economica; inclusiva nella buona occupazione e nel welfare di sistema; refrattaria nonché alle politiche commerciali aggressive della formazione professionale, necessarie per rispondere alle nuove esigenze. Le parti ribadiscono l’impegno per la costituzione e il funzionamento della Commissione stessa in tempi brevi. Analoghe Commissioni paritetiche verranno istituite a livello regionale allo scopo di stimolare le istituzioni regionali nell’azione di sostegno della tabacchicoltura. In particolare, le Commissioni paritetiche regionali, costituiranno con il governo regionale organismi bilaterali con il compito di:  individuare e sostenere forme di sostegno alla tabacchicoltura nell’ambito delle risorse disponibili nei Piani di Sviluppo Rurale (PSR) ed altri analoghi strumenti;  progettare e finanziare una formazione specifica, variabile da regione a regione, in relazione alle politiche gestionali varietà coltivate e premianti opache e disancorate da una visione di crescita sostenibile e responsabile; adeguata nelle competenze distintive senza importazioni inopportune da altre esperienze e con forti anticorpi contro i comportamenti devianti. E’ questa la banca che può essere realmente solida e integrata nella propria comunità, autonoma ma non autoreferenziale, solidaristica e sussidiariacurate.

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Samples: Contratto Collettivo Nazionale Di Lavoro

PREMESSA. La lezione Le presenti Condizioni di Assicurazione disciplinano l’Assicurazione Temporanea per il caso di morte a capitale e a premio annuo costanti, di seguito Assicurazione Temporanea. Se scelta dall’Aderente, tale Assicurazione Temporanea riconosce - in caso di decesso nel corso della crisi planetaria esplosa nell’agosto 2007, ha bocciato severamente alle fondamenta l’ideologia che ha consacrato il primato oligarchico dei grandi potentati economico-finanziari e, con loro, dei tanti che ne hanno favorito l’ascesa, la consacrazione e l’impunitàfase di accumulo - una prestazione assicurativa accessoria alla prestazione previdenziale prevista da Xxxxxx Xxxxxx. Il fallimento del paradigma liberista fondato sul primato della finanza sull’economia, dell’economia sulla politica, della speculazione sull’investimento, della rendita sul lavoro, dell’indebitamento sulla equità distributiva ci ritorna un monito severo ad intraprendere strade nuove, che archivino, definitivamente quella stagioneL’adesione a tale Assicurazione Temporanea è facoltativa. La speculazione tuttavia è insaziabile ed eticamente indifferente. La crisi progressivamente crescente e tendenzialmente destabilizzante dei debiti sovrani L’Aderente può attivarla soltanto in fase di Grecia, Portogallo, Irlanda, Spagna ed altri paesi sotto osservazione da parte delle istituzione europee ed internazionali è direttamente proporzionale alla feroce dinamica speculativa, che ne aggrava ulteriormente le condizioni. Nel contempo la nuova stagione regolativa europea si presenta attenuata nelle previsioni, che non scalfiscono il modello generativo della crisi, e attardata dalle mille pastoie burocratiche degli egoismi nazionali pari solamente, in termini di miopia, all’incapacità della politica di cogliere le implicazioni profonde di quanto è accaduto. Il sistema bancario italiano è stato meno colpito dagli effetti immediati della crisi finanziaria, anche grazie ad un miglior radicamento sul territorio integrato da fonti di ricavo più stabili ed alle politiche sindacali concertative, che hanno concorso adesione a mitigare la “de materializzazione” delle banche italiane tradizionalmente intermediatrici, a favore del modello di banca finanziarizzata che negli Stati Uniti, ma anche in Europa (oltre 2.700 mld $) ha richiesto migliaia di miliardi di dollari di denaro pubblico per i salvataggi effettuatiLibero Domani. Le banche presenti Condizioni di credito cooperativo Assicurazione, allegate alla Condizioni di Assicurazione della prestazione previdenziale, normano esclusivamente le caratteristiche dell’Assicurazione Temporanea. Per le norme comuni - quali Entrata in vigore e conclusione del contratto, Revoca dell’adesione e diritto di recesso, Cessione - pegno, Beneficiario, Tasse e imposte, Foro competente e Legge applicabile al contratto - si rimanda alle Condizioni di Assicurazione di Libero Domani. Le informazioni relative alla modalità di pagamento sono rimaste complessivamente al riparo dettagliate all’Art.7 delle Condizioni di Assicurazione di Di seguito per contratto si intende l’insieme nelle norme che regolano la prestazione assicurativa accessoria garantita dalla finanza creativa ed hanno sostenuto l’economia reale svolgendo una funzione anticiclica e assumendone, almeno in parte, anche le difficoltà che hanno contribuito ad evidenziare dei limiti spesso antecedenti. A questi risultati hanno contribuito, insieme allo storico radicamento territoriale delle banche di credito cooperativo e ad una vigilanza prudenziale particolarmente rigorosa, le relazioni sindacali ed i Contratti di lavoro sottoscritti tra le Parti. Ora, per le BCC, è giunto il tempo delle scelte perché in occasione delle grandi discontinuità storiche l’immobilismo, o il dinamismo formale, corrispondono ad un inevitabile arretramento. Dovranno quindi attrezzarsi per superare i propri limiti strutturali sul fronte della Governance, dei controlli, del presidio dell’identità, della razionalizzazione dell’informatica, dell’adeguatezza manageriale, della creazione di strumenti di sistema e di servizio efficienti a partire dai vari livelli della federazione, dalle “fabbriche” e dalle stesse Banche di Credito Cooperativo nella direzione più volte indicata dalla Banca d’Italia, da queste stesse XX.XX e dalle regole approvate dal Comitato di Basilea 3. La Piattaforma di rinnovo del contratto nazionale delle Banche di Credito Cooperativo è perfettamente integrata in questo scenario ed esprime un profilo di sistema, intendendosi per tale l’ambizione di essere lo strumento di risposta alle giuste rivendicazioni degli oltre 36.000 dipendenti del settore e, al contempo, l’architrave di un sistema di relazioni industriali avanzate, che favorisca il superamento dei limiti e delle contraddizioni del sistema medesimo. E’ una proposta che parla alla qualità della vita, alle motivazioni del personale, all’identità cooperativa, alla professionalità, al coinvolgimento ed al giusto riconoscimento dei lavoratori. Ma parla anche alle comunità locali ed alla classe dirigente cooperativa più illuminata, che considera la cooperazione un valore non retorico e come tale incompatibile con l’autoreferenzialità, il paternalismo, il cooperativismo di maniera. Ci rivolgiamo anche a loro ed agli interessi diffusi del credito cooperativo, che deve guardare al lungo periodo con competenza e saggezza imprenditoriale per rappresentare e realizzare una reale, credibile e visibile alternativa al modello dominante di banca- finanziaria spersonalizzata e socialmente ed ambientalmente indifferente e irresponsabile. Il modello di banca che immaginiamo deve possedere queste caratteristiche e perciò deve realizzare una banca: più trasparente nei costi; più aperta e partecipata nella governance a partire dal coinvolgimento dei dipendenti in una logica di democrazia economica; inclusiva nella buona occupazione e nel welfare di sistema; refrattaria alle politiche commerciali aggressive ed alle politiche gestionali e premianti opache e disancorate da una visione di crescita sostenibile e responsabile; adeguata nelle competenze distintive senza importazioni inopportune da altre esperienze e con forti anticorpi contro i comportamenti devianti. E’ questa la banca che può essere realmente solida e integrata nella propria comunità, autonoma ma non autoreferenziale, solidaristica e sussidiariapresente Assicurazione Temporanea.

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Samples: Assicurazione Temporanea Per Il Caso Di Morte a Capitale E a Premio Annuo Costanti

PREMESSA. La lezione complessa – e controversa – disciplina giuridica del software, unita all’assenza di specifiche disposizioni normative che regolino i relativi contratti, danno origine a svariate difficoltà applicative per le imprese che operano nel settore, o che comunque hanno necessità di acquisire programmi per elaboratore per la loro attività imprenditoriale. La prassi contrattuale del settore, infatti, è caratterizzata dall’ampia libertà consentita dall’ordinamento alle parti nel disciplinare i loro rapporti ed è spesso influenzata dai modelli angloamericani, tutt’oggi dominanti nel settore del software e dell’information technology: ne consegue un ampio ventaglio di comportamenti e modelli contrattuali, che spesso riportano clausole e formule divenute consuete nella prassi, ma che sono retaggio di contesti e ordinamenti diversi da quello italiano. Da qui la difficoltà di individuare e tipizzare modelli contrattuali organici, coerenti con il nostro ordinamento. L’elevata complessità e delicatezza di tali contratti si riscontra tanto nella fase propedeutica e preparatoria al contratto (dove il fornitore dovrebbe assistere l’utilizzatore nell’accurata analisi delle proprie esigenze e delle soluzioni che è in grado di offrire) quanto nella fase della crisi planetaria esplosa nell’agosto 2007redazione della disciplina contrattuale, quanto, infine, nella fase dell’esecuzione del contratto medesimo. Proprio per questo motivo si rende tanto più utile l’opera di analisi, l’individuazione e il commento delle migliori prassi contrattuali del territorio relative ai contratti di software, al fine di cristallizzare e diffondere le clausole che più spesso possono essere utilizzate proficuamente dalle imprese. Di qui sorgono le motivazioni del lavoro svolto in questo ambito dalla Camera di Commercio di Torino: dopo l’accertamento degli Usi della Provincia di Torino nel mercato dell’informatica, la programmazione di numerosi seminari, svoltisi nel biennio 2009/2010, dedicati all’analisi degli aspetti più problematici della negoziazione e redazione dei contratti a oggetto informatico e la redazione del documento relativo agli usi ed alle clausole commentate del contratto di sviluppo software, la Camera di Commercio dedica il presente lavoro agli usi e alle clausole commentate di uno dei più diffusi contratti a oggetto informatico, il contratto di manutenzione del software. Le clausole che vengono qui presentate riguardano alcuni tra i più rilevanti aspetti del rapporto contrattuale, relativo alla manutenzione del software e trovano la loro collocazione nell’ambito di un testo contrattuale completo. Nonostante non vi sia un vero e proprio obbligo di legge in tal senso, infatti, vista la natura e la complessità del rapporto, facilmente suscettibile di generare contenziosi tra le parti, è necessario che il contratto di manutenzione sia disciplinato e redatto per iscritto. L’utilizzo delle clausole proposte dovrà, pertanto, ogni volta essere attentamente coordinato con il testo contrattuale nel quale queste vengono inserite. La redazione e l’interpretazione del contratto sono attività che devono essere condotte con estrema attenzione: spesso aspetti che paiono trascurabili si rilevano determinanti al momento dell’esecuzione del contratto. La predisposizione accurata del testo contrattuale consente di chiarire e risolvere preventivamente molte situazioni che, diversamente, in assenza di una chiara ed esplicita previsione contrattuale, condurrebbero inevitabilmente a un conflitto e un contenzioso. Per questo, prima di passare all’analisi delle clausole e del contesto normativo rilevante nel quale esse sono chiamate a produrre i propri effetti, ci pare indispensabile richiamare l’attenzione degli operatori su una serie di elementi essenziali che devono improntare il rapporto tra le parti per il successo dell’attività negoziale e della redazione del testo contrattuale: facciamo riferimento, in particolare, a diligenza, professionalità, buona fede e correttezza reciproca. Aspetti che, si noti, non sono soltanto di “etica” professionale, ma che sono “giuridicizzati” dall’ordinamento nell’ambito della disciplina generale dei contratti, tanto che la loro violazione è suscettibile di comportare la diretta responsabilità della parte che se ne rende colpevole. L’art. 1337 del Codice civile, infatti, dedicato alle trattative e responsabilità precontrattuale, prevede che «le parti, nello svolgimento delle trattative e nella formazione del contratto, devono comportarsi secondo buona fede». La violazione di tale obbligo è fonte di responsabilità precontrattuale, che può essere invocata anche nel caso in cui sia stato concluso un valido contratto, qualora, ad esempio, si provi che le condizioni o il contenuto del contratto si rivelino più gravosi per una parte di quello che sarebbero stati se l’altra parte avesse esplicitato le informazioni che avrebbe dovuto fornire in sede di conclusione del contratto: informazioni, ad esempio, relative all’effettiva utilità e funzioni di un servizio di manutenzione straordinaria che il prestatore di servizi sapeva non essere di interesse del Committente ma che, ciò nonostante, ha bocciato severamente indotto quest’ultimo ad acquistare. Analogo discorso va fatto per quanto riguarda la diligenza nell’adempimento: l’articolo 1176 del Codice civile prevede, infatti, che «nell’adempiere l’obbligazione il debitore deve usare la diligenza del buon padre di famiglia. Nell’adempimento delle obbligazioni inerenti all’esercizio di un’attività professionale la diligenza deve valutarsi con riguardo alla natura dell’attività esercitata». In ogni caso, date le finalità del presente documento destinato primariamente alle fondamenta l’ideologia imprese, si farà in modo di limitare per quanto possibile i riferimenti e gli approfondimenti strettamente normativi, che rimangono comunque fonte di discussioni e dibattiti aperti tra i giuristi, per concentrarsi sugli aspetti applicativi e operativi di interesse immediato per gli operatori. Le clausole possono trovare la collocazione sia in contratti completi, dotati di tutti gli elementi necessari – dunque anche quelli economici – per la conclusione del rapporto contrattuale; sia in documenti che costituiscono condizioni generali di contratto o accordi quadro, destinati a disciplinare un numero indeterminato di rapporti, con una generalità indefinita di clienti, che devono poi essere integrati con gli elementi commerciali relativi allo specifico contratto. Le clausole presentate sono accompagnate da sintetici commenti che danno conto dell’esistenza di eventuali alternative alle clausole proposte ed esplicitano presupposti e condizioni per un migliore e più consapevole utilizzo delle medesime: una sorta di “istruzioni per l’uso” del presente documento dedicato agli operatori, che potranno renderne più agevole la fruizione. È bene, in ogni caso, ricordare che la redazione di tali contratti, specie quando sono di importanza rilevante per l’azienda che li stipula, deve essere affidata alla supervisione di un professionista esperto del settore. Giova anzitutto premettere alcuni brevi cenni in merito alla disciplina del software prevista dal nostro ordinamento. Sulla scorta della normativa comunitaria che regola la materia, nel diritto italiano il software (insieme di programmi, procedure, regole, documenti, pertinenti all’utilizzo di un sistema informatico) è disciplinato dalla legge 22 aprile 1941, n. 633 (Protezione del diritto d’autore e di diritti connessi al suo esercizio, come integrata dal d.lgs. 29 dicembre 1992, n. 518 (e successive modifiche), che ha consacrato dato attuazione in Italia alla direttiva comunitaria 90/250/CEE in materia di tutela giuridica dei programmi per elaboratore. Il software, pertanto, è tutelato alla stregua di un’opera dell’ingegno di carattere creativo, quali sono quelle che appartengono alla letteratura, alla musica, alle arti figurative, all’architettura e alla cinematografia, disciplinate dalla legge sul diritto d’autore. All’autore titolare del diritto d’autore sul programma spettano, di conseguenza, tanto i diritti esclusivi di sfruttamento economico (artt. 64 bis, 64ter e 64 quater legge 633/1941) quanto i diritti morali di cui agli artt. 20 e ss. legge 633/1941. Contro la violazione dei diritti esclusivi sul software la legge prevede stringenti disposizioni, tra le quali sanzioni anche di natura penale. Pur non potendo in questa sede affrontare l’argomento in modo approfondito, va, tuttavia, dato quanto meno atto del fatto che, oltre alla tutela del software quale opera dell’ingegno di carattere creativo (tutela che protegge il primato oligarchico modo in cui il programma è estrinsecato, in qualunque sua forma, codice oggetto o sorgente che sia) spesso le imprese che sviluppano software cercano di tutelare le operazioni, i concetti, le idee che stanno alla base del funzionamento di un programma per elaboratore, richiedendone la brevettazione (e pur tenendo conto dell’esplicito divieto di brevettabilità dei grandi potentati economico-finanziari eprogrammi per elaboratore in sé e per sé considerati). La legge non contiene, invece, specifiche disposizioni che definiscono e regolamentano i contratti che hanno a oggetto la creazione, l’uso, la cessione, la modifica – né tanto meno la manutenzione – del software. Il legislatore ha regolato unicamente l’ipotesi del software creato dal lavoratore subordinato nell’ambito delle mansioni assegnategli o su istruzioni impartitegli dal datore di lavoro (art. 12 bis legge 633/1941) stabilendo che a quest’ultimo spetta la titolarità del diritto esclusivo di utilizzazione economica del programma realizzato dal proprio dipendente, salvo diverso accordo tra le parti. Con l’espressione “contratto di manutenzione software” si fa riferimento a un accordo di durata prolungata nel tempo (solitamente annuale, con lororinnovo che può essere spesso automatico qualora una delle parti non dia disdetta) che riguarda la fase successiva a quella dello sviluppo del software, o comunque all’acquisizione da parte di un’impresa del diritto di utilizzare il programma, solitamente attraverso una licenza d’uso. Attraverso i servizi di manutenzione l’utilizzatore del software mira ad assicurarsi un costante aggiornamento del programma, la correzione degli errori (spesso le licenze d’uso sono molto restrittive in merito alle garanzie di funzionamento dei tanti programmi) e un’assistenza al corretto utilizzo del medesimo. I software di utilizzo professionale, infatti, richiedono spesso un aggiornamento costante che, per determinati prodotti, ne condiziona imprescindibilmente l’utilizzabilità: pensiamo, ad esempio, ai programmi utilizzati per la tenuta della contabilità o l’elaborazione di paghe e contributi, che necessitano del costante adeguamento alle disposizioni normative e regolamentari del settore. L’adeguamento può anche consistere semplicemente nell’aggiornamento di tabelle di configurazione che riportano ad esempio le aliquote da usare nei calcoli, ma senza questi adeguamenti l’utilità del programma è sostanzialmente nulla. In tali casi, dovrebbe essere lo stesso contratto di licenza a prevedere le prestazioni di manutenzione e aggiornamento perché la concessione del diritto di utilizzare il software dovrebbe andare di pari passo con il suo costante aggiornamento e manutenzione. In altri casi, le prestazioni del software sono di natura tecnica (ad esempio software che controllano il funzionamento di macchinari) e l’esigenza della manutenzione del software o dell’upgrade a funzioni più evolute o perfezionate non è necessariamente legata alla licenza d’uso: l’utilizzatore può anche decidere di utilizzare il software acquistato in licenza senza usufruire del servizio di manutenzione. Va detto, però, che l’uso di questi software richiede spesso l’assistenza da parte della casa produttrice, piuttosto che un servizio di manutenzione correttiva volto a surrogare le ridotte garanzie spesso connesse alla licenza d’uso del software. Le imprese informatiche, pertanto, strutturano spesso le loro offerte in modo tale da rendere estremamente opportuno, se non di fatto necessario, concludere un contratto di manutenzione del software acquisito, in modo da consolidare il rapporto commerciale con il cliente e monitorare il livello di soddisfazione, evitando che questo ceda a offerte della concorrenza. I contratti di manutenzione dei programmi per elaboratore devono adattarsi a un’ampia varietà di situazioni e rapporti, sia con riferimento all’oggetto sia con riferimento alle parti del contratto. Il contratto, infatti, e la sua relativa disciplina variano a seconda che le parti (sia il prestatore dei servizi di manutenzione, sia il soggetto che ne hanno favorito l’ascesausufruisce) siano professionisti o ditte individuali, la consacrazione e l’impunitàpiccole o grandi imprese; così come in funzione dell’oggetto, a seconda che si tratti di software standard (c.d. Il fallimento del paradigma liberista fondato sul primato della finanza sull’economia“da banco”, dell’economia sulla politicaovvero off the shelf o “pacchettizzato”), della speculazione sull’investimentoovvero di software sviluppato appositamente per il committente (c.d. custom made, della rendita sul lavoroo “customizzato”), dell’indebitamento sulla equità distributiva ci ritorna un monito severo ad intraprendere strade nuove, che archivino, definitivamente quella stagione. La speculazione tuttavia è insaziabile ed eticamente indifferente. La crisi progressivamente crescente e tendenzialmente destabilizzante dei debiti sovrani di Grecia, Portogallo, Irlanda, Spagna ed altri paesi sotto osservazione da parte delle istituzione europee ed internazionali è direttamente proporzionale alla feroce dinamica speculativa, che ne aggrava ulteriormente le condizioni. Nel contempo la nuova stagione regolativa europea si presenta attenuata nelle previsioni, che non scalfiscono il modello generativo della crisi, e attardata dalle mille pastoie burocratiche degli egoismi nazionali pari solamentecui quest’ultimo ha acquisito, in termini di miopia, all’incapacità della politica di cogliere le implicazioni profonde di quanto è accaduto. Il sistema bancario italiano è stato meno colpito dagli effetti immediati della crisi finanziaria, anche grazie ad un miglior radicamento sul territorio integrato da fonti di ricavo più stabili ed alle politiche sindacali concertative, che hanno concorso a mitigare la “de materializzazione” delle banche italiane tradizionalmente intermediatrici, a favore del modello di banca finanziarizzata che negli Stati Uniti, ma anche in Europa (oltre 2.700 mld $) ha richiesto migliaia di miliardi di dollari di denaro pubblico per i salvataggi effettuati. Le banche di credito cooperativo sono rimaste complessivamente al riparo dalla finanza creativa ed hanno sostenuto l’economia reale svolgendo una funzione anticiclica e assumendone, almeno tutto o in parte, anche la proprietà, ovvero di software costituito (in tutto o in parte) da programmi open source. Data l’estrema varietà dei rapporti contrattuali che ne scaturiscono, è necessario individuare alcuni elementi di base cui fare riferimento e ancorare le difficoltà che hanno contribuito ad evidenziare clausole contrattuali qui proposte. Pertanto, sulla base dell’analisi dei limiti spesso antecedenti. A questi risultati hanno contribuito, insieme allo storico radicamento territoriale delle banche di credito cooperativo rapporti più ricorrenti e ad una vigilanza prudenziale particolarmente rigorosa, le relazioni sindacali ed i Contratti di lavoro sottoscritti consolidati nel – pur vario – panorama degli usi attestati nella provincia tra le Parti. Ora, per le BCC, è giunto il tempo delle scelte perché in occasione delle grandi discontinuità storiche l’immobilismo, o il dinamismo formale, corrispondono ad un inevitabile arretramento. Dovranno quindi attrezzarsi per superare i propri limiti strutturali sul fronte della Governance, dei controlli, imprese del presidio dell’identità, della razionalizzazione dell’informatica, dell’adeguatezza manageriale, della creazione di strumenti di sistema e di servizio efficienti a partire dai vari livelli della federazione, dalle “fabbriche” e dalle stesse Banche di Credito Cooperativo nella direzione più volte indicata dalla Banca d’Italia, da queste stesse XX.XX e dalle regole approvate dal Comitato di Basilea 3. La Piattaforma di rinnovo del contratto nazionale delle Banche di Credito Cooperativo è perfettamente integrata in questo scenario ed esprime un profilo di sistema, intendendosi per tale l’ambizione di essere lo strumento di risposta alle giuste rivendicazioni degli oltre 36.000 dipendenti del settore e, al contempo, l’architrave di un sistema di relazioni industriali avanzate, che favorisca il superamento dei limiti e delle contraddizioni del sistema medesimo. E’ una proposta che parla alla qualità della vita, alle motivazioni del personale, all’identità cooperativa, alla professionalità, al coinvolgimento ed al giusto riconoscimento dei lavoratori. Ma parla anche alle comunità locali ed alla classe dirigente cooperativa più illuminata, che considera la cooperazione un valore non retorico e come tale incompatibile con l’autoreferenzialitàsettore, il paternalismo, il cooperativismo tipo di maniera. Ci rivolgiamo anche a loro ed agli interessi diffusi del credito cooperativo, che deve guardare al lungo periodo con competenza e saggezza imprenditoriale per rappresentare e realizzare una reale, credibile e visibile alternativa al modello dominante contratto di banca- finanziaria spersonalizzata e socialmente ed ambientalmente indifferente e irresponsabile. Il modello di banca che immaginiamo deve possedere queste caratteristiche e perciò deve realizzare una banca: più trasparente nei costi; più aperta e partecipata nella governance a partire dal coinvolgimento dei dipendenti in una logica di democrazia economica; inclusiva nella buona occupazione e nel welfare di sistema; refrattaria alle politiche commerciali aggressive ed alle politiche gestionali e premianti opache e disancorate da una visione di crescita sostenibile e responsabile; adeguata nelle competenze distintive senza importazioni inopportune da altre esperienze e con forti anticorpi contro i comportamenti devianti. E’ questa la banca che può essere realmente solida e integrata nella propria comunità, autonoma ma non autoreferenziale, solidaristica e sussidiariamanutenzione cui si fa qui riferimento è caratterizzato dai seguenti aspetti.

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Samples: regolazionemercato.camcom.it

PREMESSA. La lezione Il percorso di rinnovo del Contratto Collettivo Nazionale, in tutte le sue fasi, si è svolto in un contesto economico caratterizzato da un lungo periodo di recessione e di deflazione che solo negli ultimi mesi ha lasciato spazio a prospettive più ottimistiche, legate ad una visione di maggiore solidità degli indicatori macroeconomici fondamentali. Tale difficile quadro non ha mancato di caratterizzare, marcatamente, l’intero settore della crisi planetaria esplosa nell’agosto 2007riscossione che, oltre alla perdurante fase di incertezza dei suddetti indici economici, ha bocciato severamente alle fondamenta l’ideologia dovuto fronteggiare le forti criticità generate dalle norme che, modificando il sistema remunerativo dell’aggio e depotenziando l’incisività delle misure per il recupero dei crediti da riscossione, hanno consistentemente ridotto nel tempo i margini di remunerazione aziendale. In aggiunta a quanto sopra, lo scenario, già sufficientemente critico, è stato ulteriormente complicato dall’emanazione dei noti provvedimenti di legge di contenimento della spesa pubblica - rinnovati nel corso degli anni - che, includendo l’allora esistente Gruppo Equitalia nel novero delle amministrazioni pubbliche inserite nel conto economico consolidato della pubblica amministrazione, hanno comportato un generale “blocco” delle dinamiche retributive in coincidenza con la scadenza contrattuale del CCNL determinando, oltre l’impossibilità di procedere al rinnovo della parte economica del medesimo, significative limitazioni su tutti gli aspetti della gestione dei rapporti di lavoro che potessero comportare incrementi di fatto della retribuzione individuale. In tale prospettiva, l’articolato e complesso percorso di rinnovo ha dovuto tenere conto e rendere pienamente compatibili i livelli di incremento complessivo degli oneri derivanti dal mutamento delle condizioni economiche e normative del CCNL anche mediante un riequilibrio complessivo delle voci di spesa, non solo del fattore lavoro, perseguendo costantemente l’obiettivo di migliorare il rapporto con i contribuenti, investendo con la massima efficacia le risorse disponibili in prodotti/servizi a questi offerti caratterizzati da maggiore innovatività, con l’ulteriore scopo di valorizzare la professionalità delle risorse umane. Altro elemento, infine, che ha consacrato caratterizzato il primato oligarchico dei grandi potentati economico-finanziari epercorso di rinnovo del CCNL, con lorosotto il profilo del riassetto organizzativo del sistema della riscossione in Italia è l’entrata in vigore, dei tanti che ne hanno favorito l’ascesa, la consacrazione e l’impunità. Il fallimento del paradigma liberista fondato sul primato della finanza sull’economia, dell’economia sulla politicaa far data dal 1° luglio 2017, della speculazione sull’investimentoLegge n. 225/2016 di riforma del Settore della Riscossione che, attraverso il superamento del precedente Gruppo Equitalia e la creazione dell’Ente Pubblico Economico Agenzia delle entrate-Riscossione e anche grazie allo sviluppo di forti sinergie con l’Agenzia delle Entrate, ha impresso una forte accelerazione alla definitiva unificazione del governo dei processi organizzativi e produttivi e l’integrazione delle politiche delle risorse umane e materiali allocate sul territorio Nazionale. È nata pertanto da tali premesse l’esigenza di improntare e modellare l’intero negoziato e l’impalcatura contrattuale ad una maggiore aderenza alle mutate esigenze dell’organizzazione aziendale; vale la pena a tal fine riconoscere l’impegno degli attori sociali che hanno contribuito, nel rispetto dei ruoli e con professionalità, a consolidare il contenuto valoriale della rendita sul lavoromissione dell’Ente, dell’indebitamento sulla equità distributiva ci ritorna un monito severo impegnandosi reciprocamente ad intraprendere strade nuove, che archivino, definitivamente quella stagioneincrementare quotidianamente l’efficacia e la qualità dei servizi ai cittadini ed ai contribuenti. La speculazione tuttavia è insaziabile ed eticamente indifferente. La crisi progressivamente crescente e tendenzialmente destabilizzante dei debiti sovrani di Grecia, Portogallo, Irlanda, Spagna ed altri paesi sotto osservazione da parte In tale ottica devono intendersi gli sforzi comuni profusi nella valorizzazione delle istituzione europee ed internazionali è direttamente proporzionale alla feroce dinamica speculativa, che ne aggrava ulteriormente le condizioni. Nel contempo la nuova stagione regolativa europea si presenta attenuata nelle previsioni, misure che non scalfiscono il modello generativo solo tutelano sia le retribuzioni che gli aspetti normativi, ma incentivano altresì la conciliazione dei tempi di vita e lavoro nonché l’accesso al lavoro delle generazioni più giovani. Le Parti intendono confermare la centralità del Contratto Nazionale e salvaguardare i principi della crisicontrattazione di secondo livello, e attardata dalle mille pastoie burocratiche degli egoismi nazionali pari solamente, in termini nell’ambito dei demandi della contrattazione di miopia, all’incapacità della politica di cogliere le implicazioni profonde di quanto è accadutoprimo livello. Il sistema bancario italiano delle relazioni industriali dovrà rispondere ancora più efficacemente all’esigenza di divenire spazio per consultazione ed approfondimento delle scelte delle politiche aziendali, stanza di compensazione per la prevenzione dei conflitti nonché strumento di coinvolgimento delle risorse sui mezzi da adottare nel servizio ai cittadini. Le Parti al fine di regolare l’assetto della contrattazione collettiva, assumono come proprio lo spirito dell’Accordo Quadro del 22 gennaio 2009, dell’Accordo Interconfederale del 28 giugno 2011 e del Protocollo Interconfederale del 9 marzo 2018. Il presente CCNL per i quadri direttivi e le aree professionali (dalla 1ª alla 3ª) – che costituisce una normazione unitaria ed inscindibile – è stato meno colpito dagli effetti immediati strutturato in una parte generale, comune alle diverse componenti professionali, ed in due distinte discipline dedicate alle rispettive specificità. Il rapporto di lavoro disciplinato dal presente contratto è a tempo indeterminato ed è soggetto alle norme del D.Lgs. 13 aprile 1999, n. 112 e del D. Lgs. 26 febbraio 1999, n. 46, così come integrate e modificate dall’art. 3 del D.L. 30 settembre 2005, n. 203 convertito nella Legge 2 dicembre 2005, n. 248 che attribuisce la titolarità della crisi finanziariariscossione nazionale all'Agenzia delle entrate, anche grazie ad un miglior radicamento sul territorio integrato da fonti di ricavo più stabili ed alle politiche sindacali concertative, che hanno concorso a mitigare la “de materializzazione” delle banche italiane tradizionalmente intermediatricile cui funzioni sono svolte, a favore far data dal 1° luglio 2017 dall'Ente pubblico economico strumentale, denominato “Agenzia delle entrate – Riscossione” (AdeR), istituito ai sensi dell’art. 1 del modello di banca finanziarizzata che negli Stati UnitiDecreto legge 22 ottobre 2016, ma anche in Europa (oltre 2.700 mld $) ha richiesto migliaia di miliardi di dollari di denaro pubblico per i salvataggi effettuaticonvertito con modificazioni dalla Legge 1° dicembre 2016 n. 225, Ente sottoposto all'indirizzo e alla vigilanza del Ministro dell'Economia e delle Finanze. Le banche Organizzazioni sindacali firmatarie del presente CCNL ammesse alla contrattazione, accogliendo lo spirito dell’Accordo Interconfederale del 28 giugno 2011 e ai sensi del successivo Protocollo nazionale di credito cooperativo sono rimaste complessivamente Settore sulle agibilità sindacali dell’11 febbraio 2016, presentano singolarmente una rappresentatività superiore al riparo dalla finanza creativa ed hanno sostenuto l’economia reale svolgendo una funzione anticiclica e assumendone5% dei lavoratori iscritti, almeno verificata alla data del 31 maggio 2016, in parte, anche le difficoltà che hanno contribuito ad evidenziare dei limiti spesso antecedenti. A questi risultati hanno contribuito, insieme allo storico radicamento territoriale delle banche di credito cooperativo e ad una vigilanza prudenziale particolarmente rigorosa, le relazioni sindacali ed i Contratti di lavoro sottoscritti tra le Parti. Ora, per le BCC, è giunto il tempo delle scelte perché base alla clausola in occasione delle grandi discontinuità storiche l’immobilismo, o il dinamismo formale, corrispondono ad un inevitabile arretramento. Dovranno quindi attrezzarsi per superare i propri limiti strutturali sul fronte della Governance, dei controlli, del presidio dell’identità, della razionalizzazione dell’informatica, dell’adeguatezza manageriale, della creazione di strumenti di sistema e di servizio efficienti a partire dai vari livelli della federazione, dalle “fabbriche” e dalle stesse Banche di Credito Cooperativo nella direzione più volte indicata dalla Banca d’Italia, da queste stesse XX.XX e dalle regole approvate dal Comitato di Basilea 3. La Piattaforma di rinnovo del contratto nazionale delle Banche di Credito Cooperativo è perfettamente integrata in questo scenario ed esprime un profilo di sistema, intendendosi per tale l’ambizione di essere lo strumento di risposta alle giuste rivendicazioni degli oltre 36.000 dipendenti del settore e, calce al contempo, l’architrave di un sistema di relazioni industriali avanzate, che favorisca il superamento dei limiti e delle contraddizioni del sistema medesimo. E’ una proposta che parla alla qualità della vita, alle motivazioni del personale, all’identità cooperativa, alla professionalità, al coinvolgimento ed al giusto riconoscimento dei lavoratori. Ma parla anche alle comunità locali ed alla classe dirigente cooperativa più illuminata, che considera la cooperazione un valore non retorico e come tale incompatibile con l’autoreferenzialità, il paternalismo, il cooperativismo di maniera. Ci rivolgiamo anche a loro ed agli interessi diffusi del credito cooperativo, che deve guardare al lungo periodo con competenza e saggezza imprenditoriale per rappresentare e realizzare una reale, credibile e visibile alternativa al modello dominante di banca- finanziaria spersonalizzata e socialmente ed ambientalmente indifferente e irresponsabile. Il modello di banca che immaginiamo deve possedere queste caratteristiche e perciò deve realizzare una banca: più trasparente nei costi; più aperta e partecipata nella governance a partire dal coinvolgimento dei dipendenti in una logica di democrazia economica; inclusiva nella buona occupazione e nel welfare di sistema; refrattaria alle politiche commerciali aggressive ed alle politiche gestionali e premianti opache e disancorate da una visione di crescita sostenibile e responsabile; adeguata nelle competenze distintive senza importazioni inopportune da altre esperienze e con forti anticorpi contro i comportamenti devianti. E’ questa la banca che può essere realmente solida e integrata nella propria comunità, autonoma ma non autoreferenziale, solidaristica e sussidiariacitato Protocollo.

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Samples: Contratto Collettivo Nazionale Di Lavoro

PREMESSA. La lezione Il quadriennio che l’Azienda si lascia alle spalle è forse uno dei più delicati che abbiano contraddistinto la storia recente di questa realtà imprenditoriale. Il mercato italiano infatti risente ancora di un lungo periodo di crisi economica, che ha determinato una trasformazione radicale anche nelle scelte di consumo delle famiglie italiane. Le abitudini dei “nuovi consumatori”, modellate dal boom dei social media e dall’espansione dei canali digitali d’acquisto, hanno posto nuove sfide alle aziende del settore quali una filiera considerata sicura perché a km0, il richiamo a prodotti che si considerano naturali perché caratterizzati dal “senza” (zuccheri, grassi, glutine, ecc.), una maggiore attenzione alla sostenibilità ambientale. Alcune di queste tendenze si sono rivelate delle mode del mercato mentre altre invece, nate come novità del momento, hanno davvero influenzato la predisposizione all’acquisto dei nuovi nuclei familiari. In questo contesto Ferrero ha deciso di continuare a percorrere la sua strada, senza rinnegare, in favore di un ritorno economico di breve periodo, una storia fatta di profonda attenzione per la Qualità in tutte le fasi del suo processo produttivo. Sul fronte occupazionale è stato toccato uno dei punti più bassi della crisi planetaria esplosa nell’agosto 2007partecipazione al mondo del lavoro da parte dei più giovani: questo fenomeno è stato indirettamente enfatizzato dal protrarsi della vita lavorativa che, sul versante opposto, ha bocciato severamente alle fondamenta l’ideologia bloccato un ricambio generazionale più dinamico. Infine il quadro di instabilità politica ed economica non ha fatto che rallentare ulteriormente la ripresa del sistema Paese, alimentando un clima di scarsa fiducia e di precarietà che si ripercuote nelle decisioni di spesa dei consumatori e nella propensione agli investimenti delle aziende. D’altro lato l’Azienda ha affrontato una riorganizzazione societaria necessaria ad assicurare una sempre maggiore efficienza operativa e una lettura dei risultati economici più efficace e coerente, presentata al Coordinamento Nazionale delle RSU che ha consacrato contribuito alla divulgazione dei principi ispiratori con tutti i dipendenti dei siti produttivi e dell’area commerciale. Questa nuova configurazione ha permesso di guardare al mercato con una reattività maggiore, in una logica di governance orientata a conferire un focus specifico nella gestione del business delle diverse strutture aziendali. In un difficile contesto come quello sopra enunciato, Ferrero, coerente con la sua filosofia, ha dovuto difendere le proprie quote di mercato, rinunciando a conquiste facili ma di breve durata. In un’ottica di affermazione della qualità “premium” dei propri prodotti nel lungo periodo, Ferrero continua a puntare su questo valore come fattore distintivo nei confronti dei propri competitors. L’Azienda, ha infine messo in campo una strategia internazionale di acquisizioni e nuove partnership nel comparto allargato del “fuori pasto dolce” che puntano a consolidare nuove vie di crescita per Ferrero, anche attraverso l’arricchimento di nuove competenze e ulteriori leve commerciali che queste realtà possono apportare. Pertanto continuando a percorrere con decisione il primato oligarchico sentiero dei grandi potentati economico-finanziari emercati tradizionalmente conosciuti, con lorol’Azienda attraverso il consolidamento delle nuove realtà sopra descritte, dei tanti che ne hanno favorito l’ascesaavrà l’opportunità di rafforzare la propria presenza all’interno di nuovi segmenti e mercati di prodotto. In uno scenario così complesso, costantemente segnato dalla mancanza di certezze per le scelte industriali nazionali, l’Azienda ha perseguito ed attuato un piano di investimenti volto a conferire stabilità agli assetti occupazionali, rilanciando la consacrazione capacità produttiva degli stabilimenti italiani e l’impunitàutilizzando le leve dell’innovazione di prodotto e di processo. Il fallimento del paradigma liberista fondato sul primato della finanza sull’economia, dell’economia sulla politica, della speculazione sull’investimento, della rendita sul lavoro, dell’indebitamento sulla equità distributiva ci ritorna un monito severo ad intraprendere strade nuove, che archivino, definitivamente quella stagione. La speculazione tuttavia è insaziabile ed eticamente indifferente. La crisi progressivamente crescente e tendenzialmente destabilizzante dei debiti sovrani superamento di Grecia, Portogallo, Irlanda, Spagna ed altri paesi sotto osservazione da parte delle istituzione europee ed internazionali è direttamente proporzionale alla feroce dinamica speculativa, che ne aggrava ulteriormente le condizioni. Nel contempo la nuova stagione regolativa europea si presenta attenuata nelle previsioni, che non scalfiscono il modello generativo della crisi, e attardata dalle mille pastoie burocratiche degli egoismi nazionali pari solamente, in termini di miopia, all’incapacità della politica di cogliere le implicazioni profonde di quanto è accaduto. Il sistema bancario italiano è stato meno colpito dagli effetti immediati della crisi finanziaria, anche questa difficile congiuntura economica sarà possibile solo grazie ad un miglior radicamento sul territorio integrato da fonti livello di ricavo più stabili ed alle politiche sindacali concertativerelazioni industriali maturo, che hanno concorso a mitigare la “de materializzazione” delle banche italiane tradizionalmente intermediatrici, a favore consapevole e aperto alla ricerca sempre costruttiva di nuove forme di risposta ai fabbisogni del modello di banca finanziarizzata che negli Stati Uniti, ma anche in Europa (oltre 2.700 mld $) ha richiesto migliaia di miliardi di dollari di denaro pubblico per i salvataggi effettuatimercato. Le banche di credito cooperativo sono rimaste complessivamente Parti guardano pertanto al riparo dalla finanza creativa ed hanno sostenuto l’economia reale svolgendo una funzione anticiclica e assumendonefuturo con questa maturità, almeno in parte, anche le difficoltà consapevoli che hanno contribuito ad evidenziare dei limiti spesso antecedenti. A questi risultati hanno contribuito, insieme allo storico radicamento territoriale la centralità delle banche di credito cooperativo e ad una vigilanza prudenziale particolarmente rigorosapersone, le relazioni sindacali ed i Contratti scelte di lavoro sottoscritti tra le Parti. Ora, per le BCC, è giunto il tempo delle scelte perché in occasione delle grandi discontinuità storiche l’immobilismo, o il dinamismo formale, corrispondono ad un inevitabile arretramento. Dovranno quindi attrezzarsi per superare i propri limiti strutturali sul fronte della Governance, dei controlli, del presidio dell’identità, della razionalizzazione dell’informatica, dell’adeguatezza manageriale, della creazione di strumenti di sistema innovazione tecnologica e di servizio efficienti a partire dai vari livelli della federazione, dalle “fabbriche” produttiva e dalle stesse Banche di Credito Cooperativo nella direzione più volte indicata dalla Banca d’Italia, da queste stesse XX.XX e dalle regole approvate dal Comitato di Basilea 3. La Piattaforma di rinnovo del contratto nazionale delle Banche di Credito Cooperativo è perfettamente integrata in questo scenario ed esprime un profilo di sistema, intendendosi per tale l’ambizione di essere lo strumento di risposta alle giuste rivendicazioni degli oltre 36.000 dipendenti del settore e, al contempo, l’architrave di un sistema di relazioni industriali avanzate, che favorisca il superamento dei limiti e delle contraddizioni del sistema medesimo. E’ una proposta che parla alla qualità della vita, alle motivazioni del personale, all’identità cooperativa, alla professionalità, al coinvolgimento ed al giusto riconoscimento dei lavoratori. Ma parla anche alle comunità locali ed alla classe dirigente cooperativa più illuminata, che considera la cooperazione un valore non retorico e come tale incompatibile con l’autoreferenzialità, il paternalismo, il cooperativismo di maniera. Ci rivolgiamo anche a responsabile guideranno le loro ed agli interessi diffusi del credito cooperativo, che deve guardare al lungo periodo con competenza e saggezza imprenditoriale per rappresentare e realizzare una reale, credibile e visibile alternativa al modello dominante di banca- finanziaria spersonalizzata e socialmente ed ambientalmente indifferente e irresponsabile. Il modello di banca che immaginiamo deve possedere queste caratteristiche e perciò deve realizzare una banca: più trasparente nei costi; più aperta e partecipata nella governance a partire dal coinvolgimento dei dipendenti in una logica di democrazia economica; inclusiva nella buona occupazione e nel welfare di sistema; refrattaria alle politiche commerciali aggressive ed alle politiche gestionali e premianti opache e disancorate da una visione di crescita sostenibile e responsabile; adeguata nelle competenze distintive senza importazioni inopportune da altre esperienze e con forti anticorpi contro i comportamenti devianti. E’ questa la banca che può essere realmente solida e integrata nella propria comunità, autonoma ma non autoreferenziale, solidaristica e sussidiariariflessioni.

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Samples: Ipotesi Di Accordo

PREMESSA. La lezione SiedER è la piattaforma sviluppata da Regione Xxxxxx-Romagna per la presentazione telematica delle pratiche di trasformazione edilizia, da parte dei cittadini e delle imprese del territorio dell’Xxxxxx-Romagna, alle Pubbliche Amministrazioni competenti. SiedER è una componente importante dei processi di semplificazione amministrativa in corso di attuazione da parte della crisi planetaria esplosa nell’agosto 2007Pubblica Amministrazione e previsti dall’Agenda Digitale dell’Xxxxxx-Romagna, ha bocciato severamente alle fondamenta l’ideologia che ha consacrato il primato oligarchico dei grandi potentati economico-finanziari e, in coerenza con loro, dei tanti che ne hanno favorito l’ascesa, la consacrazione e l’impunità. Il fallimento del paradigma liberista fondato sul primato della finanza sull’economia, dell’economia sulla politica, della speculazione sull’investimento, della rendita sul lavoro, dell’indebitamento sulla equità distributiva ci ritorna un monito severo ad intraprendere strade nuove, che archivino, definitivamente quella stagionenazionale ed europea. La speculazione tuttavia è insaziabile ed eticamente indifferente. La crisi progressivamente crescente piattaforma permette la compilazione online e tendenzialmente destabilizzante l’invio della richiesta dei debiti sovrani di Grecia, Portogallo, Irlanda, Spagna ed altri paesi sotto osservazione titoli edilizi da parte dei professionisti e favorisce l’azione amministrativa dei Comuni nella gestione delle istituzione europee ed internazionali è direttamente proporzionale alla feroce dinamica speculativaistanze e la costruzione di banche dati certificate sui fabbricati e più in generale sui temi legati all’edilizia. In particolare SiedER permette: la dematerializzazione delle istanze edilizie attraverso l'utilizzo delle piattaforme informatiche; l’omogeneizzazione dei criteri e delle regole per la presentazione delle istanze nel territorio regionale, che ne aggrava ulteriormente le condizioni. Nel contempo attraverso l'utilizzo della modulistica regionale unificata; la nuova stagione regolativa europea si presenta attenuata nelle previsioni, che non scalfiscono il modello generativo della crisi, e attardata dalle mille pastoie burocratiche degli egoismi nazionali pari solamente, in termini di miopia, all’incapacità della politica di cogliere le implicazioni profonde di quanto è accaduto. Il sistema bancario italiano è stato meno colpito dagli effetti immediati della crisi finanziaria, anche grazie ad un miglior radicamento sul territorio integrato da fonti di ricavo più stabili ed alle politiche sindacali concertative, che hanno concorso a mitigare la “de materializzazione” delle banche italiane tradizionalmente intermediatrici, a favore del modello di banca finanziarizzata che negli Stati Uniti, ma anche in Europa (oltre 2.700 mld $) ha richiesto migliaia di miliardi di dollari di denaro pubblico per i salvataggi effettuati. Le banche di credito cooperativo sono rimaste complessivamente al riparo dalla finanza creativa ed hanno sostenuto l’economia reale svolgendo una funzione anticiclica e assumendone, almeno in parte, anche le difficoltà che hanno contribuito ad evidenziare dei limiti spesso antecedenti. A questi risultati hanno contribuito, insieme allo storico radicamento territoriale delle banche di credito cooperativo e ad una vigilanza prudenziale particolarmente rigorosa, le relazioni sindacali ed i Contratti di lavoro sottoscritti tra le Parti. Ora, per le BCC, è giunto il tempo delle scelte perché in occasione delle grandi discontinuità storiche l’immobilismo, o il dinamismo formale, corrispondono ad un inevitabile arretramento. Dovranno quindi attrezzarsi per superare i propri limiti strutturali sul fronte della Governance, dei controlli, del presidio dell’identità, della razionalizzazione dell’informatica, dell’adeguatezza manageriale, della creazione di strumenti di sistema e di servizio efficienti a partire dai vari livelli della federazione, dalle “fabbriche” e dalle stesse Banche di Credito Cooperativo nella direzione più volte indicata dalla Banca d’Italia, da queste stesse XX.XX e dalle regole approvate dal Comitato di Basilea 3. La Piattaforma di rinnovo del contratto nazionale delle Banche di Credito Cooperativo è perfettamente integrata in questo scenario ed esprime un profilo di sistema, intendendosi per tale l’ambizione di essere lo strumento di risposta alle giuste rivendicazioni degli oltre 36.000 dipendenti del settore e, al contempo, l’architrave realizzazione di un sistema informativo informatico strutturato affinché ogni soggetto coinvolto possa accedere alle informazioni di relazioni industriali avanzatepertinenza ed in grado di interagire con altri sistemi informativi della PA; il collegamento con le Anagrafi Comunali degli Immobili (ACI) che consente di collegare l'intervento all'oggetto edilizio e aggiornare le banche dati degli immobili e la riduzione della complessità e dei costi diretti ed indiretti connessi ai procedimenti edilizi. SiedER permette la gestione telematica del front office delle pratiche edilizie, erogato come servizio, basato su modulistica unica di valenza regionale e procedimenti degli Enti, integrata con ACI, ed è oggetto di evoluzione, integrazioni e unificazione anche nell’ambito della piattaforma unica per i servizi alle imprese prevista dall’Agenda Digitale dell’Xxxxxx-Romagna. Inoltre XxxxXX prevede l’integrazione con i sistemi di back office per l’edilizia utilizzati dagli Enti rendendo possibile, tra le altre, comunicare gli stati di avanzamento della pratica al professionista dal sistema di back office edilizia dell’Ente tramite SiedER. La Regione Xxxxxx-Romagna ha affidato a LepidaSpA a fine 2015 la gestione, l’esercizio, la manutenzione e l’evoluzione della piattaforma SiedER oltre a specifiche azioni che favorisca il superamento dei limiti mirano a diffondere l’utilizzo della piattaforma attraverso l’integrazione con i sistemi e delle contraddizioni del sistema medesimo. E’ una proposta che parla alla qualità della vita, alle motivazioni del personale, all’identità cooperativa, alla professionalità, al coinvolgimento gli applicativi degli Enti ed al giusto riconoscimento dei lavoratori. Ma parla anche alle comunità locali ed alla classe dirigente cooperativa più illuminata, che considera la cooperazione un valore non retorico e come tale incompatibile con l’autoreferenzialità, il paternalismo, il cooperativismo di maniera. Ci rivolgiamo anche a loro ed agli interessi diffusi del credito cooperativo, che deve guardare al lungo periodo con competenza e saggezza imprenditoriale per rappresentare e realizzare una reale, credibile e visibile alternativa al modello dominante di banca- finanziaria spersonalizzata e socialmente ed ambientalmente indifferente e irresponsabile. Il modello di banca che immaginiamo deve possedere queste caratteristiche e perciò deve realizzare una banca: più trasparente nei costi; più aperta e partecipata nella governance a partire dal coinvolgimento dei dipendenti in una logica di democrazia economica; inclusiva nella buona occupazione e nel welfare di sistema; refrattaria alle politiche commerciali aggressive ed alle politiche gestionali e premianti opache e disancorate da una visione di crescita sostenibile e responsabile; adeguata nelle competenze distintive senza importazioni inopportune da altre esperienze e con forti anticorpi contro i comportamenti devianti. E’ questa la banca che può essere realmente solida e integrata nella propria comunità, autonoma ma non autoreferenziale, solidaristica e sussidiariainiziative informative sul territorio.

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Samples: Richiesta Di Offerta Per Servizi a Consumo Di Supporto All’esercizio, Alla Manutenzione E Alla Evoluzione Di Sieder

PREMESSA. L’obiettivo di favorire nella popolazione corretti stili di vita è prioritario a livello internazionale. In alcuni documenti, infatti, quali la “Convenzione dei diritti dell’infanzia”, adottata dall’ONU nel 1989, è sancito il diritto dei bambini ad avere un’alimentazione sana ed adeguata al raggiungimento del massimo della salute ottenibile e nella revisione della “European Social Charter” del 1996 si afferma che “ogni individuo ha il diritto di beneficiare di qualunque misura che possa renderlo in grado di raggiungere il miglior livello di salute ottenibile”. Particolare attenzione è stata posta in Italia sull’alimentazione di bambini ed anziani, individuando l’errato consumo degli alimenti e bevande e il sovrappeso e l’obesità come fattori di rischio così come indicato nel Libro bianco 2011 “La lezione salute dei bambini: Stato di salute e qualità dell’assistenza della crisi planetaria esplosa nell’agosto 2007popolazione in età pediatrica nelle regioni italiane” e nel Libro Bianco 2012 “La salute dell’anziano e l’invecchiamento in buona salute: Stato di salute, ha bocciato severamente alle fondamenta l’ideologia opportunità e qualità dell’assistenza nelle regioni italiane”. Pertanto la ristorazione collettiva è stata individuata come strumento prioritario per promuovere salute ed educare ad una corretta alimentazione, facendo nascere nella gestione della ristorazione collettiva la consapevolezza che ha consacrato sia necessario introdurre nell’alimentazione l’uso dei prodotti di qualità del territorio per rispondere ad esigenze di sostenibilità economica, sociale e ambientale. L’attenzione al contesto ambientale in cui si consuma il primato oligarchico pasto va considerato un elemento concreto della qualità dell’offerta di ristorazione ed è un ulteriore elemento di prospettiva di miglioramento del servizio della ristorazione stessa. Il servizio deve comprendere le diverse fasi di approvvigionamento dei grandi potentati economico-finanziari eprodotti, con loropreparazione, confezionamento, trasporto, consegna e somministrazione dei tanti pasti, allestimento e pulizia dei locali, gestione dei rifiuti, oltre a percorsi di educazione alimentare e quant’altro necessario per lo svolgimento dell’attività, secondo le previsioni del capitolato d’appalto. In effetti, l’oggetto della ristorazione non è solo il “cibo”, ma il pasto, cioè quel servizio complessivo che ne hanno favorito l’ascesanon si limita agli alimenti consumati, ma comprende la situazione ambientale, la consacrazione qualità del servizio e l’impunitàl’attenzione alle esigenze dell’utenza. Il fallimento Infatti, solo considerando il pasto nella sua complessità di aspetti nutrizionali, culturali, gastronomici e psicologici potrà essere raggiunto l’obiettivo fondamentale di salute e di benessere della persona, seguito da altri importanti obiettivi quali la sostenibilità ambientale, sociale ed economica. In tale prospettiva il Comune di Cuglieri intende gestire il servizio di ristorazione scolastica e mensa e pasti a domicilio con l’approccio degli “Acquisti Verdi” o “GPP” (Green Public Procurement) definito dalla Commissione europea come “[...] l’approccio in base al quale le Amministrazioni Pubbliche integrano i criteri ambientali in tutte le fasi del paradigma liberista fondato sul primato della finanza sull’economiaprocesso di acquisto, dell’economia sulla politicaincoraggiando la diffusione di tecnologie ambientali e lo sviluppo di prodotti validi sotto il profilo ambientale, della speculazione sull’investimento, della rendita sul lavoro, dell’indebitamento sulla equità distributiva ci ritorna un monito severo ad intraprendere strade nuove, che archivino, definitivamente quella stagione. La speculazione tuttavia è insaziabile ed eticamente indifferente. La crisi progressivamente crescente attraverso la ricerca e tendenzialmente destabilizzante la scelta dei debiti sovrani di Grecia, Portogallo, Irlanda, Spagna ed altri paesi sotto osservazione da parte risultati e delle istituzione europee ed internazionali è direttamente proporzionale alla feroce dinamica speculativa, che ne aggrava ulteriormente le condizioni. Nel contempo la nuova stagione regolativa europea si presenta attenuata nelle previsioni, che non scalfiscono il modello generativo della crisi, e attardata dalle mille pastoie burocratiche degli egoismi nazionali pari solamente, in termini di miopia, all’incapacità della politica di cogliere le implicazioni profonde di quanto è accaduto. Il sistema bancario italiano è stato meno colpito dagli effetti immediati della crisi finanziaria, anche grazie ad un miglior radicamento sul territorio integrato da fonti di ricavo più stabili ed alle politiche sindacali concertative, soluzioni che hanno concorso il minore impatto possibile sull’ambiente lungo l’intero ciclo di vita”. Si tratta di uno strumento di politica ambientale volontario che intende favorire lo sviluppo di un mercato di prodotti e servizi a mitigare ridotto impatto ambientale attraverso la “de materializzazione” delle banche italiane tradizionalmente intermediatrici, a favore del modello di banca finanziarizzata che negli Stati Uniti, ma anche in Europa (oltre 2.700 mld $) ha richiesto migliaia di miliardi di dollari di denaro pubblico per i salvataggi effettuatileva della domanda pubblica. Le banche autorità pubbliche che intraprendono azioni di credito cooperativo sono rimaste complessivamente al riparo dalla finanza creativa GPP si impegnano sia a razionalizzare acquisti e consumi che ad incrementare la qualità ambientale delle proprie forniture ed hanno sostenuto l’economia reale svolgendo una funzione anticiclica e assumendone, almeno in parte, anche le difficoltà che hanno contribuito ad evidenziare dei limiti spesso antecedentiaffidamenti. A questi risultati hanno contribuito, insieme allo storico radicamento territoriale delle banche di credito cooperativo e ad una vigilanza prudenziale particolarmente rigorosa, le relazioni sindacali ed i Contratti di lavoro sottoscritti tra le Parti. Ora, per le BCC, In tal senso il capitolato d’appalto è giunto il tempo delle scelte perché in occasione delle grandi discontinuità storiche l’immobilismo, o il dinamismo formale, corrispondono ad un inevitabile arretramento. Dovranno quindi attrezzarsi per superare i propri limiti strutturali sul fronte della Governance, dei controlli, del presidio dell’identità, della razionalizzazione dell’informatica, dell’adeguatezza manageriale, della creazione di strumenti di sistema e di servizio efficienti a partire dai vari livelli della federazione, dalle “fabbriche” e dalle stesse Banche di Credito Cooperativo nella direzione più volte indicata dalla Banca d’Italia, da queste stesse XX.XX e dalle regole approvate dal Comitato di Basilea 3. La Piattaforma di rinnovo del contratto nazionale delle Banche di Credito Cooperativo è perfettamente integrata in questo scenario ed esprime un profilo di sistema, intendendosi per tale l’ambizione di essere lo importante strumento di risposta alle giuste rivendicazioni degli oltre 36.000 dipendenti del settore e, al contempo, l’architrave di un sistema di relazioni industriali avanzate, che favorisca il superamento dei limiti e delle contraddizioni del sistema medesimo. E’ una proposta che parla alla qualità della vita, alle motivazioni del personale, all’identità cooperativa, alla professionalità, al coinvolgimento ed al giusto riconoscimento dei lavoratori. Ma parla anche alle comunità locali ed alla classe dirigente cooperativa più illuminata, che considera la cooperazione un valore non retorico e come tale incompatibile con l’autoreferenzialità, il paternalismo, il cooperativismo di maniera. Ci rivolgiamo anche a loro ed agli interessi diffusi del credito cooperativo, che deve guardare al lungo periodo con competenza e saggezza imprenditoriale per rappresentare e realizzare una reale, credibile e visibile alternativa al modello dominante di banca- finanziaria spersonalizzata e socialmente ed ambientalmente indifferente e irresponsabile. Il modello di banca che immaginiamo deve possedere queste caratteristiche e perciò deve realizzare una banca: più trasparente nei costi; più aperta e partecipata nella governance a partire dal coinvolgimento dei dipendenti in una logica di democrazia economica; inclusiva nella buona occupazione e nel welfare di sistema; refrattaria alle politiche commerciali aggressive ed alle politiche gestionali e premianti opache e disancorate da una visione di crescita sostenibile e responsabile; adeguata nelle competenze distintive senza importazioni inopportune da altre esperienze e con forti anticorpi contro i comportamenti devianti. E’ questa la banca progettazione che può essere realmente solida e integrata nella propria comunità, autonoma ma non autoreferenziale, solidaristica e sussidiariaconsentire di controllare gli effetti ambientali dei servizi erogati.

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Samples: www.regione.sardegna.it

PREMESSA. La lezione L’esigenza di dare sostanza e ratio alle pattuizioni di natura collettiva contenute nell’Accordo in epigrafe, matura soprattutto dalle varianti innovative dovute alla grande modificazione dello scenario del mercato del lavoro autonomo e para autonomo (innovative normative comunitarie, giurisprudenza a margine, effetti delle norme antitrust e dei processi di costante e continua apertura dei mercati, a garanzia della crisi planetaria esplosa nell’agosto 2007libera concorrenza, ha bocciato severamente effetti dei cd. processi di liberalizzazione). Inoltre, il mercato del lavoro autonomo, non diversamente da quanto in lavoro subordinato, deve necessariamente fare i conti con i fenomeni dovuti alle fondamenta l’ideologia modificazioni dettate dalla logica perversa del reddito post conversione lira/euro, nonché dalle nuove dinamiche generalizzate poste dal welfare state del terzo millennio (previdenza e previdenza integrativa, assistenza e dualismo previdenza/assistenza, rigore delle gestioni degli enti di previdenza e capacità di adattamento e riadattamento ai fenomeni sociali e lavorativi in evoluzione). Le Parti convengono che ha consacrato le disposizioni che seguono abbiano medesima decorrenza e durata dell’accordo economico collettivo stipulato in pari data, ne siano l’unica, fedele e originale fonte interpretativa e ne riflettano lo spirito, l’impegno profuso dalla Parti medesime nel tentativo di favorire la crescita, il primato oligarchico dei grandi potentati economico-finanziari erafforzamento e lo sviluppo della capacità produttiva delle rispettive Componenti economiche, con in sinergia tra di loro. Al primo comma, dei tanti le Parti hanno voluto sottolineare l’importanza della necessità di utilizzare unicamente la definizione giuridica (nomen iuris) dell’agente rappresentante di commercio, ai fini contrattuali per salvaguardarne l’identità professionale. Dal comma 6 in poi si precisano i compiti del ruolo e del minimo garantito dell’agente impegnato in regime di monomandato. Le parti prendono atto che ne hanno favorito l’ascesadi tale figura è stato fatto, nel tempo, un ampio uso ed abuso, proponendola in svariati modi, a seconda delle esigenze di flessibilità delle ditte. D’altro canto, la consacrazione figura dell’Agente Rappresentante di Commercio è e l’impunità. Il fallimento del paradigma liberista fondato sul primato della finanza sull’economia, dell’economia sulla politica, della speculazione sull’investimento, della rendita sul lavoro, dell’indebitamento sulla equità distributiva ci ritorna un monito severo ad intraprendere strade nuove, che archivino, definitivamente quella stagione. La speculazione tuttavia è insaziabile ed eticamente indifferente. La crisi progressivamente crescente e tendenzialmente destabilizzante dei debiti sovrani di Grecia, Portogallo, Irlanda, Spagna ed altri paesi sotto osservazione da parte delle istituzione europee ed internazionali è direttamente proporzionale alla feroce dinamica speculativa, che ne aggrava ulteriormente le condizioni. Nel contempo la nuova stagione regolativa europea si presenta attenuata nelle previsioni, che non scalfiscono il modello generativo della crisi, e attardata dalle mille pastoie burocratiche degli egoismi nazionali pari solamente, in termini di miopia, all’incapacità della politica di cogliere le implicazioni profonde di quanto è accaduto. Il sistema bancario italiano è stato meno colpito dagli effetti immediati della crisi finanziaria, anche grazie ad un miglior radicamento sul territorio integrato da fonti di ricavo più stabili ed alle politiche sindacali concertative, che hanno concorso a mitigare la “de materializzazione” delle banche italiane tradizionalmente intermediatrici, a favore del modello di banca finanziarizzata che negli Stati Uniti, ma anche in Europa (oltre 2.700 mld $) ha richiesto migliaia di miliardi di dollari di denaro pubblico per i salvataggi effettuati. Le banche di credito cooperativo sono rimaste complessivamente rimane fondamentalmente una fattispecie afferente al riparo dalla finanza creativa ed hanno sostenuto l’economia reale svolgendo una funzione anticiclica e assumendone, almeno in parte, anche le difficoltà che hanno contribuito ad evidenziare dei limiti spesso antecedenti. A questi risultati hanno contribuito, insieme allo storico radicamento territoriale delle banche di credito cooperativo e ad una vigilanza prudenziale particolarmente rigorosa, le relazioni sindacali ed i Contratti di lavoro sottoscritti tra le Parti. Ora, per le BCC, è giunto il tempo delle scelte perché in occasione delle grandi discontinuità storiche l’immobilismo, o il dinamismo formale, corrispondono ad un inevitabile arretramento. Dovranno quindi attrezzarsi per superare i propri limiti strutturali sul fronte della Governance, dei controlli, del presidio dell’identità, della razionalizzazione dell’informatica, dell’adeguatezza manageriale, della creazione di strumenti di sistema e di servizio efficienti a partire dai vari livelli della federazione, dalle “fabbriche” e dalle stesse Banche di Credito Cooperativo nella direzione più volte indicata dalla Banca d’Italia, da queste stesse XX.XX e dalle regole approvate dal Comitato di Basilea 3. La Piattaforma di rinnovo del contratto nazionale delle Banche di Credito Cooperativo è perfettamente integrata in questo scenario ed esprime un profilo di sistema, intendendosi per tale l’ambizione di essere lo strumento di risposta alle giuste rivendicazioni degli oltre 36.000 dipendenti del settore e, al contempo, l’architrave di un sistema di relazioni industriali avanzate, che favorisca il superamento dei limiti e delle contraddizioni del sistema medesimo. E’ una proposta che parla alla qualità della vita, alle motivazioni del personale, all’identità cooperativa, alla professionalità, al coinvolgimento ed al giusto riconoscimento dei lavoratori. Ma parla anche alle comunità locali ed alla classe dirigente cooperativa più illuminata, che considera la cooperazione un valore non retorico autonomo e come tale incompatibile con l’autoreferenzialitàribadita vieppiù dalle normative comunitarie. In quanto tale, il paternalismol’Agente Rappresentante Commerciale è fattispecie tipicamente plurimandataria, il cooperativismo mentre del tutto accidentale ed eccezionalmente derogatoria finisce per risultare la fattispecie monomandataria, non espressamente, per questo, presente nella proposizione codicistica. Dovendo rispondere, quest’ultima, ad una esigenza di manierasurroga ad un compito tipicamente di natura parasubordinata, la previsione di una maggiore garanzia retributiva e contributiva è sembrata dovuta e doverosa, proprio in un’ottica di nuovo scenario socio-lavorativo. Ci rivolgiamo anche a loro ed agli interessi diffusi del credito cooperativo, che deve guardare al lungo periodo con competenza e saggezza imprenditoriale per rappresentare e realizzare una reale, credibile e visibile alternativa al modello dominante di banca- finanziaria spersonalizzata e socialmente ed ambientalmente indifferente e irresponsabile. Il modello di banca che immaginiamo deve possedere queste caratteristiche e perciò deve realizzare una banca: Pertanto si è inteso affrontarla in termini nuovi configurandola in modo più trasparente nei costi; più aperta e partecipata nella governance a partire dal coinvolgimento dei dipendenti in una logica di democrazia economica; inclusiva nella buona occupazione e nel welfare di sistema; refrattaria alle politiche commerciali aggressive ed alle politiche gestionali e premianti opache e disancorate da una visione di crescita sostenibile e responsabile; adeguata nelle competenze distintive senza importazioni inopportune da altre esperienze e con forti anticorpi contro i comportamenti devianti. E’ questa la banca che può essere realmente solida e integrata nella propria comunità, autonoma ma non autoreferenziale, solidaristica e sussidiariapreciso.

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Samples: Accordo Economico Collettivo Per La Disciplina Del Rapporto Di Agenzia E Rappresentanza Commerciale

PREMESSA. La lezione della crisi planetaria esplosa nell’agosto 2007, ha bocciato severamente alle fondamenta l’ideologia che ha consacrato il primato oligarchico dei grandi potentati economico-finanziari e, con loro, dei tanti che ne hanno favorito l’ascesa, la consacrazione e l’impunità. Il fallimento del paradigma liberista fondato sul primato della finanza sull’economia, dell’economia sulla politica, della speculazione sull’investimento, della rendita sul lavoro, dell’indebitamento sulla equità distributiva ci ritorna un monito severo ad intraprendere strade nuove, che archivino, definitivamente quella stagione. La speculazione tuttavia è insaziabile ed eticamente indifferente. La crisi progressivamente crescente e tendenzialmente destabilizzante dei debiti sovrani di Grecia, Portogallo, Irlanda, Spagna ed altri paesi sotto osservazione da parte turismo costituisce una delle istituzione europee ed internazionali è direttamente proporzionale alla feroce dinamica speculativa, che ne aggrava ulteriormente le condizioni. Nel contempo la nuova stagione regolativa europea si presenta attenuata nelle previsioni, che non scalfiscono il modello generativo della crisi, e attardata dalle mille pastoie burocratiche degli egoismi nazionali pari solamente, in termini di miopia, all’incapacità della politica di cogliere le implicazioni profonde di quanto è accaduto. Il sistema bancario italiano è stato meno colpito dagli effetti immediati della crisi finanziaria, anche grazie ad un miglior radicamento sul territorio integrato da fonti di ricavo industrie più stabili ed alle politiche sindacali concertative, che hanno concorso a mitigare la “de materializzazione” delle banche italiane tradizionalmente intermediatrici, a favore del modello di banca finanziarizzata che negli Stati Unitiimportanti per l’intero Paese, ma anche e soprattutto per la Campania che ha assunto, tra i propri obiettivi di politica economica, il mantenimento di una forte posizione competitiva rispetto ai principali concorrenti e il conseguimento di nuovi obiettivi di crescita e sviluppo anche al fine di contrastare la caduta di immagine conseguente al protrarsi della “crisi rifiuti”. La Campania è stata oggetto di turismo “organizzato” sin dagli albori del turismo moderno. La Campania, con il suo patrimonio artistico, culturale ed ambientale, possiede potenzialità che la dovrebbero collocare ai vertici dell’attrattività turistica proprio per la capacità di unire turismo culturale a turismo di svago. Oggi, tuttavia, la Campania presenta caratteristiche tipiche dei mercati maturi, con una forte concentrazione dei flussi turistici dal punto di vista della destinazione e della stagionalità. Dato il contesto competitivo globale, caratterizzato da bruschi e repentini cambiamenti delle tendenze di spesa e da un crescente grado di complessità sia dal lato della domanda turistica (bisogni sempre più sofisticati, mutevoli e variegati, resistenza all’acquisto di proposte inscatolate “o prendere o lasciare”), sia da quello dell’offerta (necessità di maggiore professionalità, collaborazioni interaziendali sia in Europa (oltre 2.700 mld $) ha richiesto migliaia senso verticale, tra fornitori e clienti, sia in senso orizzontale, tra concorrenti, capacità di miliardi offrire prodotti orientati alla domanda e c.d. “pacchetti dinamici” per contrastare la perdita di dollari posizioni competitive la Regione intende mettere in campo strategie in grado di denaro pubblico per i salvataggi effettuatirispondere con celerità agli stimoli di un mercato sempre più sensibile ai cambiamenti. Le banche di credito cooperativo sono rimaste complessivamente al riparo dalla finanza creativa ed hanno sostenuto l’economia reale svolgendo una funzione anticiclica e assumendone, almeno in parte, anche le difficoltà che hanno contribuito ad evidenziare dei limiti spesso antecedenti. A questi risultati hanno contribuito, insieme allo storico radicamento territoriale Nell’ambito delle banche di credito cooperativo e ad una vigilanza prudenziale particolarmente rigorosaazioni promozionali, le relazioni sindacali alleanze di co-marketing rappresentano una leva fondamentale per la formulazione e l’implementazione di strategie competitive proattive, necessarie per la valorizzazione degli elementi che sono alla base del vantaggio competitivo. Difatti, attraverso il co-marketing si mette in moto quel processo mediante il quale due o più operatori, pubblici e/o privati, svolgono in partnership una serie di iniziative nell’ambito analitico, strategico ed i Contratti operativo del marketing al fine di lavoro sottoscritti raggiungere obiettivi, comuni o autonomi ma tra loro compatibili. Realizzare un co-marketing promozionale permette ai partner di conseguire una maggiore visibilità sui diversi media e/o sfruttare le Parti. Ora, reciproche competenze/risorse per le BCC, è giunto il tempo delle scelte perché in occasione delle grandi discontinuità storiche l’immobilismo, o il dinamismo formale, corrispondono ad un inevitabile arretramento. Dovranno quindi attrezzarsi per superare i propri limiti strutturali sul fronte della Governance, dei controlli, del presidio dell’identità, della razionalizzazione dell’informatica, dell’adeguatezza manageriale, della creazione di strumenti di sistema e di servizio efficienti a partire dai vari livelli della federazione, dalle “fabbriche” e dalle stesse Banche di Credito Cooperativo nella direzione più volte indicata dalla Banca d’Italia, da queste stesse XX.XX e dalle regole approvate dal Comitato di Basilea 3rendere maggiormente attrattiva una specifica attività promozionale ed uno specifico territorio. La Piattaforma Regione pertanto, avvalendosi delle competenze detenute dai tour operator italiani e stranieri intende realizzazione specifiche azioni di rinnovo del contratto nazionale delle Banche di Credito Cooperativo è perfettamente integrata in questo scenario ed esprime un profilo di sistema, intendendosi co-marketing per tale l’ambizione di essere lo strumento di risposta alle giuste rivendicazioni stimolare l’incoming turistico verso la Campania dai mercati internazionali tenendo conto della dimensione specifica degli oltre 36.000 dipendenti del settore e, al contempo, l’architrave di un sistema di relazioni industriali avanzate, che favorisca il superamento dei limiti stessi e delle contraddizioni del sistema medesimo. E’ una proposta che parla alla qualità della vita, alle motivazioni del personale, all’identità cooperativa, alla professionalità, al coinvolgimento ed al giusto riconoscimento dei lavoratori. Ma parla anche alle comunità locali ed alla classe dirigente cooperativa più illuminata, che considera la cooperazione un valore non retorico domanda turistica attuale e come tale incompatibile con l’autoreferenzialità, il paternalismo, il cooperativismo di maniera. Ci rivolgiamo anche a loro ed agli interessi diffusi del credito cooperativo, che deve guardare al lungo periodo con competenza e saggezza imprenditoriale per rappresentare e realizzare una reale, credibile e visibile alternativa al modello dominante di banca- finanziaria spersonalizzata e socialmente ed ambientalmente indifferente e irresponsabile. Il modello di banca che immaginiamo deve possedere queste caratteristiche e perciò deve realizzare una banca: più trasparente nei costi; più aperta e partecipata nella governance a partire dal coinvolgimento dei dipendenti in una logica di democrazia economica; inclusiva nella buona occupazione e nel welfare di sistema; refrattaria alle politiche commerciali aggressive ed alle politiche gestionali e premianti opache e disancorate da una visione di crescita sostenibile e responsabile; adeguata nelle competenze distintive senza importazioni inopportune da altre esperienze e con forti anticorpi contro i comportamenti devianti. E’ questa la banca che può essere realmente solida e integrata nella propria comunità, autonoma ma non autoreferenziale, solidaristica e sussidiariapotenziale.

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Samples: Bando Di Gara

PREMESSA. La lezione sottoscrizione di CCNL rappresenta per le Parti firmatarie motivo di orgoglio e responsabilità: un impegno basato sulla reciprocità delle prestazioni e sulla bilateralità delle intese affinché ne venga a giovare la qualità e produttività del lavoro attraverso la promozione del confronto paritetico e l’efficienza prestazionale per sviluppare la corretta applicazione del contratto nazionale e degli accordi territoriali in completa e rigorosa osservanza delle reciproche competenze e peculiarità quali XX.XX. di datori e lavoratori comparativamente più rappresentative. La corretta e costante applicazione delle statuizioni sancite nel presente articolato costituisce un solido baluardo contro la crisi produttiva, il lavoro sommerso e la stagnazione economica. Le parti si impegnano ad esercitare una funzione di controllo sempre vigile volta a denunciare eventuali fattispecie caratterizzate dal lavoro sommerso. Le parti convengono che strumenti appropriati di partecipazione dei lavoratori possono rappresentare un efficace incentivo al raggiungimento dei risultati di produttività in termini quantitativi e soprattutto qualitativi; in linea con quanto previsto dall’ art. 46 della crisi planetaria esplosa nell’agosto 2007, ha bocciato severamente alle fondamenta l’ideologia che ha consacrato il primato oligarchico dei grandi potentati economico-finanziari e, Costituzione Italiana: “Ai fini della elevazione economica e sociale del lavoro in armonia con loro, dei tanti che ne hanno favorito l’ascesale esigenze della produzione, la consacrazione Repubblica riconosce il diritto dei lavoratori a collaborare, nei modi e l’impunitànei limiti stabiliti dalle leggi, alla gestione delle Aziende”, le parti si impegnano reciprocamente a valutare, su richiesta di uno dei contraenti, modelli di partecipazione dei lavoratori alla gestione delle imprese. Il fallimento del paradigma liberista fondato sul primato della finanza sull’economiapresente articolato costituisce un complesso normativo unitario e inscindibile, dell’economia sulla politicapertanto non applicabile parzialmente, della speculazione sull’investimento, della rendita sul lavoro, dell’indebitamento sulla equità distributiva ci ritorna un monito severo ed assorbe ad intraprendere strade nuove, che archivino, definitivamente quella stagione. La speculazione tuttavia è insaziabile ed eticamente indifferente. La crisi progressivamente crescente ogni effetto le norme di tutti i precedenti contratti collettivi e tendenzialmente destabilizzante dei debiti sovrani di Grecia, Portogallo, Irlanda, Spagna ed altri paesi sotto osservazione da parte delle istituzione europee ed internazionali è direttamente proporzionale alla feroce dinamica speculativa, che ne aggrava ulteriormente le condizioni. Nel contempo la nuova stagione regolativa europea si presenta attenuata nelle previsioni, che non scalfiscono il modello generativo della crisi, e attardata dalle mille pastoie burocratiche degli egoismi nazionali pari solamente, in termini di miopia, all’incapacità della politica di cogliere le implicazioni profonde di quanto è accaduto. Il sistema bancario italiano è stato meno colpito dagli effetti immediati della crisi finanziaria, anche grazie ad un miglior radicamento sul territorio integrato da fonti di ricavo più stabili ed alle politiche sindacali concertative, che hanno concorso a mitigare la “de materializzazione” delle banche italiane tradizionalmente intermediatrici, a favore del modello di banca finanziarizzata che negli Stati Uniti, ma anche in Europa (oltre 2.700 mld $) ha richiesto migliaia di miliardi di dollari di denaro pubblico per i salvataggi effettuati. Le banche di credito cooperativo sono rimaste complessivamente al riparo dalla finanza creativa ed hanno sostenuto l’economia reale svolgendo una funzione anticiclica e assumendone, almeno in parte, anche le difficoltà che hanno contribuito ad evidenziare dei limiti spesso antecedenti. A questi risultati hanno contribuito, insieme allo storico radicamento territoriale delle banche di credito cooperativo e ad una vigilanza prudenziale particolarmente rigorosa, le relazioni sindacali ed i Contratti di lavoro accordi speciali eventualmente sottoscritti tra le Partimedesime Parti firmatarie che si possano riferire agli stessi settori occupazionali disciplinati dal presente CCNL con salvezza delle condizioni di miglior favore previste dalla legge e dalla contrattazione integrativa già praticate al lavoratore in forza prima della data di stipula del presente articolato. OraDette condizioni non devono ritenersi in alcun modo sostituite ma restano assegnate al lavoratore "ad personam" e sono suscettibili di futuri assorbimenti, per le BCC, è giunto il tempo delle scelte perché in occasione delle grandi discontinuità storiche l’immobilismo, o il dinamismo formale, corrispondono fino ad un inevitabile arretramentomassimo del 50% dell’importo iniziale, esclusivamente nel caso di aumenti derivanti da avanzamenti di carriera. Dovranno quindi attrezzarsi Le Parti ribadiscono l’impegno a sostenere la corretta applicazione del contratto nazionale e degli eventuali accordi territoriali stipulati in base ai criteri da esso previsti in ossequio alla legislazione vigente. A tal fine, le Parti firmatarie, nel rispetto della piena autonomia imprenditoriale e ferme restando le rispettive responsabilità in qualità di Organizzazioni Sindacali di datori e lavoratori comparativamente più rappresentative, riconoscono l’esigenza di bilanciare e garantire gli interessi e le esigenze di entrambe le figure protagoniste del mercato del lavoro rappresentate anche attraverso un consolidamento del ruolo della Bilateralità e dell’offerta formativa quale strumento indispensabile per superare i propri limiti strutturali sul fronte della Governancel’ingresso e la permanenza nel mondo del lavoro. Le Organizzazioni firmatarie esprimono l’intenzione di favorire corretti e proficui rapporti, attraverso l’approfondimento delle conoscenze dei controlli, del presidio dell’identità, della razionalizzazione dell’informatica, dell’adeguatezza manageriale, della creazione problemi dei settori e dei comparti e la pratica realizzazione di un più avanzato sistema di relazioni sindacali e di strumenti di sistema gestione degli accordi, anche al fine di garantire il rispetto delle intese e, quindi, prevenire eventuali motivi di conflitto. Tale funzione é svolta anche attraverso la raccolta e lo studio di dati ed informazioni utili a conoscere preventivamente le occasioni di sviluppo, a realizzare le condizioni per favorirlo, a individuare eventuali punti di debolezza per verificarne le possibilità di superamento. Le parti pur riconoscendo che la forma tipica di contrattazione è soltanto quella subordinata espressa a tempo pieno ed indeterminato riconoscono la necessità di dover stipulare rapporti di lavoro cc.dd. “atipici” volte a colmare lacune di natura produttivo/organizzative o più specificamente tese a soddisfare esigenze temporanee che per varia natura possono palesarsi nel percorso lavorativo della cooperativa. In ogni caso il ricorso a tipologie di contrattazioni atipiche ha carattere temporaneo o d’ingresso finalizzate anche a garantire un percorso di affiancamento formativo e di servizio efficienti natura prettamente stagionale. Le parti stipulanti il presente CCNL considerano la riforma del modello contrattuale di importanza strategica per il futuro delle relazioni sindacali e si impegnano a partire dai vari livelli partecipare al confronto con la finalità di individuare soluzioni coerenti con le esigenze, le peculiarità e le prospettive di sviluppo dei lavoratori e delle imprese dei settori rappresentati. Proprio a soddisfazione di suddetta esigenza, anche al fine di modellare uno schema contrattuale agile che riesca a garantire da un lato un livello della federazioneprestazione efficiente e competitivo e dall’altro la possibilità di avvicinarsi alle esigenze dei lavoratori, dalle “fabbriche” e dalle stesse Banche di Credito Cooperativo nella direzione più volte indicata dalla Banca d’Italia, da queste stesse XX.XX e dalle regole approvate dal Comitato di Basilea 3. La Piattaforma di rinnovo le parti pur riconoscendo come principale la figura del contratto nazionale di lavoro a tempo indeterminato quale unica tipologia contrattuale in grado di garantire la stabilità del mercato del lavoro tuttavia prevedono la possibilità di stipulare anche accordi di lavoro di durata predeterminata al fine di agevolare l’incontro tra domanda ed offerta lavorativa garantendo una maggiore flessibilità della forza lavoro in rapporto ai flussi di attività riuscendo nel contempo a soddisfare le esigenze di flessibilità delle Banche imprese conciliandole con le particolari esigenze dei lavoratori. Le disposizioni del presente contratto sono correlate ed inscindibili tra loro e pertanto non ne è ammessa la loro parziale applicazione, salvo che per le eventuali deroghe consentite, attuate dalla contrattazione di Credito Cooperativo secondo livello. Per effetto dell’inscindibilità delle norme costituenti l'impianto contrattuale, la corretta applicazione del CCNL di categoria comporta l'obbligo a carico della azienda o della cooperativa di dare attuazione a tutti gli istituti ed Enti contrattuali previsti laddove costituiti, ivi compresi: l’Ente Bilaterale, l’Assistenza Sanitaria, la Solidarietà e la Previdenza Complementare. Alle odierne firmatarie è perfettamente integrata riconosciuta l’esclusività a tutti gli effetti del presente CCNL del quale, altresì, è vietata, senza preventiva autorizzazione, la riproduzione anche parziale. In caso di controversia e/o contraddittorio su specifici punti del corpus contrattuale, si farà riferimento ai testi originali in questo scenario ed esprime un profilo possesso delle Organizzazioni stipulanti. Infine le Parti richiamano, nell’interpretazione e applicazione del presente articolato, l’accordo quadro di sistemariforma degli assetti contrattuali del 22 gennaio 2009, intendendosi per tale l’ambizione di essere lo strumento di risposta alle giuste rivendicazioni degli oltre 36.000 dipendenti la legge n. 183 del settore e04 novembre 2010, al contempoil c.d. collegato lavoro, l’architrave di un sistema di relazioni industriali avanzatela legge 28 giugno 2012, che favorisca il superamento dei limiti n. 92, come modificata dal D.L. 28 giugno 2013, n. 76, convertito, con modificazioni, dalla L. 9 agosto 2013, n. 99, dal D.L. 31 agosto 2013, n. 102, convertito, con modificazioni, dalla L. 28 ottobre 2013, n. 124 e delle contraddizioni dal D.L. 12 settembre 2013, n. 104, convertito, con modificazioni, dalla L. 8 novembre 2013, n. 128 e la legge n. 98 del sistema medesimo09 agosto 2013 e dal D.L. n.34/2014 convertito dalla legge n.78/2014. E’ proprio per tale ottemperanza che l’articolato ha durata triennale tanto per la parte economica che normativa al fine della certezza e garanzia dei trattamenti applicati. Conseguentemente viene individuato un indicatore della crescita dei prezzi al consumo assumendo per suddetto triennio di vigenza l’indice previsionale costruito sulla base dell’IPCA - Indice dei Prezzi al Consumo Armonizzato per i paesi dell’Unione - in vece del tasso di inflazione programmata. Le parti tendono alla piena valorizzazione della cooperazione anche in virtù dell’agilità strutturale e societaria che riesce ad adattarsi in modo funzionale alle fluttuazioni del mercato e ad assorbirne gli urti anche attraverso un duplice livello di contrattazione nazionale e aziendale per le quali le firmatarie hanno previsto una proposta specifica indennità di mancata contrattazione di secondo livello. Le parti ribadiscono la priorità di un’attenta valutazione delle politiche aziendali e degli obiettivi da conseguire in tutti gli ambiti territoriali affinchè possano risultare migliorate sia le condizioni ambientali e sia di sicurezza nei luoghi di lavoro. Le parti si impegnano ad esercitare una funzione di controllo sempre vigile volta a denunciare eventuali fattispecie caratterizzate dal lavoro sommerso. Xxxxx restando i principi, costituzionalmente garantiti, della libertà di associazione e di tutela delle retribuzioni di fatto per i rapporti di lavoro in essere, le Parti intendono ribadire come il giudizio sui contenuti economici del presente strumento contrattuale debba essere il frutto di un complessivo calcolo che parla alla qualità della vitasommi le retribuzioni contrattuali, alle motivazioni i servizi erogati dall’Ente Bilaterale, le indennità contrattuali e la contrattazione di secondo livello, che seppur non obbligatoria è fortemente incentivata. Le Associazioni firmatarie, intendono, altresì ribadire il deciso sostegno allo sviluppo di una nuova, diffusa, sostenibile ed incentivante contrattazione di secondo livello. Le Parti contraenti trasmetteranno, con i mezzi più appropriati, copia del personale, all’identità cooperativa, alla professionalitàpresente CCNL al CNEL, al coinvolgimento ed al giusto riconoscimento dei lavoratori. Ma parla anche alle comunità locali ed alla classe dirigente cooperativa più illuminata, che considera la cooperazione un valore non retorico e come tale incompatibile con l’autoreferenzialità, il paternalismo, il cooperativismo di maniera. Ci rivolgiamo anche a loro Ministero del Lavoro ed agli interessi diffusi del credito cooperativoEnti Previdenziali ed Assistenziali interessati, che deve guardare in ossequio a quanto previsto dalla prassi della contrattazione collettiva nonché nel rispetto delle vigenti norme di legge. Qualsiasi modifica relativa alla costituzione delle parti di cui al lungo periodo presente CCNL, o qualsiasi estensione, pattuita con competenza e saggezza imprenditoriale per rappresentare e realizzare una realele altre parti diverse da quelle stipulanti, credibile e visibile alternativa al modello dominante non può avvenire se non con il consenso espresso dalle medesime parti. Per quanto non espressamente previsto dal presente CCNL valgono le disposizioni di banca- finanziaria spersonalizzata e socialmente ed ambientalmente indifferente e irresponsabile. Il modello legge vigenti in materia di banca che immaginiamo deve possedere queste caratteristiche e perciò deve realizzare una banca: più trasparente nei costi; più aperta e partecipata nella governance a partire dal coinvolgimento dei dipendenti in una logica di democrazia economica; inclusiva nella buona occupazione e nel welfare di sistema; refrattaria alle politiche commerciali aggressive ed alle politiche gestionali e premianti opache e disancorate da una visione di crescita sostenibile e responsabile; adeguata nelle competenze distintive senza importazioni inopportune da altre esperienze e con forti anticorpi contro i comportamenti devianti. E’ questa la banca che può essere realmente solida e integrata nella propria comunità, autonoma ma non autoreferenziale, solidaristica e sussidiarialavoro.

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Samples: Contratto Collettivo Nazionale Di Lavoro

PREMESSA. La lezione della crisi planetaria esplosa nell’agosto 2007Alla luce degli obiettivi individuati dal Piano, il Mipaaf ha bocciato severamente alle fondamenta l’ideologia avviato progetti di ricerca, sperimentazione ed innovazione al fine di diffondere presso le realtà produttive il bagaglio conoscitivo derivante dall’attività di ricerca in agricoltura biologica. L’amministrazione ha attuato le attività sia tramite affidamento diretto ai due enti vigilati, Ismea e Crea, ai quali ha chiesto di presentare specifiche proposte progettuali, sia tramite la pubblicazione di bandi di ricerca. Su richiesta di questa Sezione, il Mipaaf ha specificato che ha consacrato la collaborazione con gli enti vigilati è disciplinata da apposita convenzione, ai sensi dell’art. 15 l. n. 241/1990, in materia di accordi pubblici. Come visto nei precedenti capitoli del presente rapporto, il primato oligarchico Piano si articola in azioni, da realizzarsi tramite progetti. Le tabelle che seguono rappresentano lo stato di avanzamento dei grandi potentati economicoprogetti relativi agli esercizi 2016-finanziari e2022, con loroaggiornato ad aprile 2022. Corte dei conti | Sezione centrale di controllo sulla gestione delle Amministrazioni dello Stato | Delib. n. 8/2022/G Tabella 9 - Progetti iniziati nell’anno 2016 Nome del progetto Descrizione del progetto Data programmata di inizio e fine Costo totale del progetto Stato di avanzamento Stato di avanzamento finanziario Chiarimenti forniti dall’amm. da avviare in corso concluso anticipo % acconto saldo RISOBIO SYSTEMS Valutazione aggregata e condivisa degli elementi di maggiore criticità dell’attuale modello produttivo dominante dei sistemi colturali sostenibili per la risicoltura biologica, dei tanti che ne hanno favorito l’ascesa, la consacrazione elaborazione di strumenti ed indicazioni utili allo sviluppo di sistemi agricoli resilienti e l’impunitàgarantiti per produzioni risicole sostenibili e certificate. Il fallimento 19 dicembre 2016 10 agosto 2020 560.000 SI 336.000 60% - - Da liquidare - in corso di verifica delle spese RETIBIO Realizzazione di attività di ricerca e supporto tecnico-scientifico nel settore dell’agricoltura biologica finalizzate all’esecuzione di quanto previsto dal “Piano strategico nazionale per lo sviluppo del paradigma liberista fondato sul primato della finanza sull’economia, dell’economia sulla politica, della speculazione sull’investimento, della rendita sul lavoro, dell’indebitamento sulla equità distributiva ci ritorna un monito severo ad intraprendere strade nuove, che archivino, definitivamente quella stagionesistema biologico”. La speculazione tuttavia realizzazione di tali azioni è insaziabile ed eticamente indifferentefinalizzata al raggiungimento dei seguenti obiettivi principali: rafforzamento delle filiere delle produzioni del grano duro, delle produzioni avicole, delle produzioni frutticole con particolare riferimento alle drupacee. La crisi progressivamente crescente e tendenzialmente destabilizzante dei debiti sovrani Inoltre, assicurare attività di Grecia, Portogallo, Irlanda, Spagna ed altri paesi sotto osservazione da parte delle istituzione europee ed internazionali è direttamente proporzionale alla feroce dinamica speculativa, che ne aggrava ulteriormente le condizioni. Nel contempo la nuova stagione regolativa europea si presenta attenuata nelle previsioni, che non scalfiscono il modello generativo della crisi, e attardata dalle mille pastoie burocratiche degli egoismi nazionali pari solamente, in termini di miopia, all’incapacità della politica di cogliere le implicazioni profonde di quanto è accaduto. Il sistema bancario italiano è stato meno colpito dagli effetti immediati della crisi finanziaria, anche grazie ad un miglior radicamento sul territorio integrato da fonti di ricavo più stabili ed alle politiche sindacali concertative, che hanno concorso a mitigare la “de materializzazione” delle banche italiane tradizionalmente intermediatrici, a favore supporto nel settore dell’agricoltura biologica per l’attuazione del modello di banca finanziarizzata che negli Stati Uniti, ma anche in Europa (oltre 2.700 mld $) ha richiesto migliaia di miliardi di dollari di denaro pubblico Piano strategico nazionale per i salvataggi effettuati. Le banche di credito cooperativo sono rimaste complessivamente al riparo dalla finanza creativa ed hanno sostenuto l’economia reale svolgendo una funzione anticiclica e assumendone, almeno in parte, anche le difficoltà che hanno contribuito ad evidenziare dei limiti spesso antecedenti. A questi risultati hanno contribuito, insieme allo storico radicamento territoriale delle banche di credito cooperativo e ad una vigilanza prudenziale particolarmente rigorosa, le relazioni sindacali ed i Contratti di lavoro sottoscritti tra le Parti. Ora, per le BCC, è giunto il tempo delle scelte perché in occasione delle grandi discontinuità storiche l’immobilismo, o il dinamismo formale, corrispondono ad un inevitabile arretramento. Dovranno quindi attrezzarsi per superare i propri limiti strutturali sul fronte della Governance, dei controlli, del presidio dell’identità, della razionalizzazione dell’informatica, dell’adeguatezza manageriale, della creazione di strumenti di sistema e di servizio efficienti a partire dai vari livelli della federazione, dalle “fabbriche” e dalle stesse Banche di Credito Cooperativo nella direzione più volte indicata dalla Banca d’Italia, da queste stesse XX.XX e dalle regole approvate dal Comitato di Basilea 3. La Piattaforma di rinnovo del contratto nazionale delle Banche di Credito Cooperativo è perfettamente integrata in questo scenario ed esprime un profilo di sistema, intendendosi per tale l’ambizione di essere lo strumento di risposta alle giuste rivendicazioni degli oltre 36.000 dipendenti del settore e, al contempo, l’architrave di un sistema di relazioni industriali avanzate, che favorisca il superamento dei limiti e delle contraddizioni sviluppo del sistema medesimobiologico, attraverso personale specializzato con riconosciuta esperienza di natura tecnica e legislativa nel settore delle produzioni biologiche. E’ una proposta che parla alla qualità della vita, alle motivazioni del personale, all’identità cooperativa, alla professionalità, al coinvolgimento ed al giusto riconoscimento dei lavoratori. Ma parla anche alle comunità locali ed alla classe dirigente cooperativa più illuminata, che considera la cooperazione un valore non retorico e come tale incompatibile con l’autoreferenzialità, 20 dicembre 2016 25 gennaio 2020 1.945.821 € SI 1.167.493 60% Convenzione Mipaaf Crea termine 31.12.2021 BIODU RUM 20 dicembre 2016 31 dicembre 2020 Rendicontazi one entro il paternalismo, il cooperativismo di maniera. Ci rivolgiamo anche a loro ed agli interessi diffusi del credito cooperativo, che deve guardare al lungo periodo con competenza e saggezza imprenditoriale per rappresentare e realizzare una reale, credibile e visibile alternativa al modello dominante di banca- finanziaria spersonalizzata e socialmente ed ambientalmente indifferente e irresponsabile. Il modello di banca che immaginiamo deve possedere queste caratteristiche e perciò deve realizzare una banca: più trasparente nei costi; più aperta e partecipata nella governance a partire dal coinvolgimento dei dipendenti in una logica di democrazia economica; inclusiva nella buona occupazione e nel welfare di sistema; refrattaria alle politiche commerciali aggressive ed alle politiche gestionali e premianti opache e disancorate da una visione di crescita sostenibile e responsabile; adeguata nelle competenze distintive senza importazioni inopportune da altre esperienze e con forti anticorpi contro i comportamenti devianti. E’ questa la banca che può essere realmente solida e integrata nella propria comunità, autonoma ma non autoreferenziale, solidaristica e sussidiaria.30 giugno 2022 TIPIBIO 20 dicembre 2016 31 dicembre 2020 BIOPAC 20 dicembre 2016 31 dicembre 2020

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PREMESSA. La lezione Questo secondo rapporto sulla contrattazione territoriale in Toscana ha per oggetto gli accordi di contrattazione territoriale siglati dalle delegazioni sindacali da un lato (Confederazione, Sindacato dei Pensionati o altre categorie, e interlocutori istitu- zionali dall’altro (prevalentemente enti locali in forma singola o associata, comuni, unioni di comuni, ma anche Società della Salute, Asl e Regione). L’anno di riferimento è il 2012, che abbiamo potuto raffrontare con gli accordi e la documentazione raccolta relativa al triennio 2009-2011. Si tratta di un arco temporale caratterizzato dalla crisi che ha investito il nostro paese e che è al centro della totalità degli accordi da noi analizzati. Il perdurare della crisi planetaria esplosa nell’agosto 2007fa pensare che si vada incontro ad un passaggio ben più radicale, ha bocciato severamente ad un cam- biamento sistemico che segni la fine di questo sistema economico finanziario e che richieda un ripensamento ben più radicale rispetto a quello di aggiustamento delle aliquote o se si vuole del contributo al buon governo amministrativo entro margini ristretti. La continuità di una situazione di emergenza è caratterizzata dalla messa progressiva in discussione di tutte le istituzioni del welfare state, da un impoverimento generale, dalla riduzione dei posti di lavoro e dal ridotto margine di manovra degli attori locali e regionali con cui il sindacato si confronta. Nonostante l’acuirsi e il perdurare della crisi la contrattazione sociale resiste e in taluni territori toscani si intensifica, grazie alle fondamenta l’ideologia risorse e agli strumenti (dal tempo, risorsa preziosa e fondamentale per la partecipazione, alla competenza sia nei con- tenuti che ha consacrato nel metodo) che il primato oligarchico sindacato dei grandi potentati economico-finanziari e, pensionati e la confederazione mettono a disposizione della difesa degli interessi collettivi. Dagli accordi da noi analizzati emerge da parte degli attori sindacali la volontà di mantenere e intensificare il confronto con le amministrazioni comunali. Dal canto loro, dei tanti molti amministratori locali si rivolgono spesso ai sindacati anche per avere con- ferma delle scelte che ne hanno favorito l’ascesa, la consacrazione questi debbono fare e l’impunità. Il fallimento del paradigma liberista fondato sul primato della finanza sull’economia, dell’economia sulla politica, della speculazione sull’investimento, della rendita sul lavoro, dell’indebitamento sulla equità distributiva ci ritorna un monito severo ad intraprendere strade nuove, che archivino, definitivamente quella stagione. La speculazione tuttavia è insaziabile ed eticamente indifferenteper attivare competenze. La crisi progressivamente crescente aiuta paradossalmente a mettere a fuoco le priorità, in una situazione di scarsità di risorse e tendenzialmente destabilizzante di stretta delle tasse da parte dei debiti sovrani governi. Sono considerati priorità i più colpiti dalla crisi, i più deboli, a partire da coloro che si trovano in una situazione di Greciadisoccupazione, Portogalloanziani con pensioni molto basse, Irlandacoloro che si trovano in una situazione di povertà, Spagna ed di non-autosufficienza. La crisi in qualche modo conferisce una maggiore lucidità, favorisce l’attivazione, anche grazie al sindacato, di una rete di solidarietà che permette al nostro paese di resistere forse meglio di altri paesi sotto osservazione da parte delle istituzione europee ed internazionali europei. I sindacati dei pensionati mettono in gioco anche un’esperienza che risale all’epoca della seconda guerra mondiale e della ricostruzione aiutando a riscoprire valori che aiutano ad orientarsi in una situazione di difficoltà e forse a mettere le fondamenta per una nuova organizzazione della società. I sindacati e gli accordi oltre ad aiutare ad individuare priorità nella spesa, pro- pongono anche modalità di reperimento di risorse, ponendosi quindi in un’ottica di responsabilità. La lotta all’evasione fiscale è direttamente proporzionale alla feroce dinamica speculativanata proprio nell’alveo sindacale e della contrattazione sociale. Le prime proposte si rintracciano sin dal 2009 per poi affinarsi nell’arco di questo quadriennio proprio sul campo tramite sistemi di controllo incrociato sempre più efficaci. In qualche modo la contrattazione sociale si rivela come pionieristica rispetto ad alcuni temi, proponendo soluzioni, piccole ma significative, che ne aggrava ulteriormente vengono poi ripresi e divengono centrali anche a livello nazionale (dagli strumenti coordinati per la lotta all’evasione fiscale, con sistemi sempre più affinati di rilevazione del reddito, alle proposte e alle sovvenzione per lo sviluppo di energie rinnovabili, sino alle proposte di pubblicizzare gli utili di società partecipate comunali). Le novità non si trovano solo nei contenuti ma anche nelle modalità. La contratta- zione sociale ripropone modalità di partecipazione al contempo vecchie e nuove. Come osservato nel corso in una delle verifiche sulla contrattazione che sono state fatte sul territorio aretino, la contrattazione sociale viene a colmare anche un vuoto di partecipazione, dovuto all’incapacità dei partiti tradizionali di esprimere le condizioni. Nel contempo la nuova stagione regolativa europea si presenta attenuata nelle previsioniistan- ze provenienti dalla società, e di essere presenti nel territorio, che si trasforma poi anche in una carenza di democrazia (più evidente se raffrontiamo i sistemi europei con quelli statunitensi), un vuoto che trova conferma anche nella nascita di movimenti antipartitici e una nuova modalità di governance. Di fronte a questa carenza di partecipazione tradizionale e all’indebolimento del tradizionale raccordo tra partiti e società civile, si sente l’esigenza di intensificare la contrattazione non scalfiscono solo a livello comunale, provinciale e regionale, ma anche a livello nazionale e a livello europeo. Ancor di più questa abilità che il modello generativo della crisi, e attardata dalle mille pastoie burocratiche degli egoismi nazionali pari solamentesindacato ha sviluppato nel corso di un secolo è importante a livello europeo dove il deficit democratico, in termini di miopiarappresentativi- tà degli interessi collettivi, all’incapacità della politica è altrettanto evidente. A fronte di cogliere le implicazioni profonde un Parlamento Europeo con scarsi poteri legislativi e di quanto una Commissione Europea che è accadutoun organo non elettivo ma con poteri legislativi è fondamentale la capacità di contrattazione e di lobby. Nella dinamica tra interessi di pochi e interessi di molti, lobby economiche e interessi collettivi, il ruolo del sindacato è fondamentale nel difendere quegli interessi collettivi che sono sicuramente sottorappresentati sia a livello locale, che nazionale che europeo. In questa nuova modalità di partecipazione, di rapporto tra cittadini e istituzioni a più livelli il sindacato porta con sé ed offre alla collettività una tradizione di con- trattazione messa in pratica proprio sul terreno locale, sviluppando competenze sui contenuti e sulle modalità di trattare, e una risorsa fondamentale che è il tempo. Nella dialettica tra interessi di pochi soggetti forti versus interessi di molti, spesso hanno prevalso i primi poiché hanno strumenti, risorse e tempo a disposizione. Il sistema bancario italiano sindacato è stato uno dei pochi soggetti che ha risorse in termini di strumenti, compe- tenze e dedica tempo per rappresentare quegli interessi collettivi che sono oggi sottorappresentati. È questa la nuova sfida che da qualche anno si impone al sindacato. Le soluzioni che troviamo a livello locale devono essere inserite in un contesto di riflessione più ampio che veda una collaborazione e un intreccio a più livelli, locale, regionale, na- zionale, europeo e transnazionale volta a porre le basi per individuare nuove strade per affrontare quella che sembra sempre meno colpito dagli effetti immediati della una crisi finanziaria, anche grazie ad e sempre più un miglior radicamento sul territorio integrato passaggio sistemico ed epocale. Ovviamente la contrattazione sociale non è esente da fonti di ricavo più stabili ed alle politiche sindacali concertativelimiti e rischi, che toccano la rappresentatività e la legittimità, l’efficacia degli accordi. Il limite principale è costituito dall’asimmetria nei rapporti tra i due contraenti. Ovvia- mente l’attore istituzionale e quello sindacale non hanno concorso gli stessi poteri, non sono alla pari. L’attore istituzionale non è tenuto formalmente a mitigare confrontarsi con il sinda- cato, non si tratta di diritto ma di opportunità. Non a caso Xxxxxxx Xxxxxxx parlava di “rifeudalizzazione” del diritto. E complessivamente tutto il concetto di governance, che ha dominato dibattiti scientifici e politici, ovvero la “de materializzazione” delle banche italiane tradizionalmente intermediatricimodalità di governare attra- verso i network, rischia di essere una grossa mistificazione che comprende al suo interno il passaggio dall’hard law alla soft law, dai diritti alle concessioni. È per questo motivo che la contrattazione deve essere vista come strumento di tutela degli interessi collettivi volto a favore del modello di banca finanziarizzata creare nuovi diritti e strumenti che negli Stati Unitivincolino decisori e attori più forti verso i più deboli. Per passare nuovamente a livello locale, ma anche in Europa (oltre 2.700 mld $) ha richiesto migliaia di miliardi di dollari di denaro pubblico per i salvataggi effettuati. Le banche di credito cooperativo sono rimaste complessivamente italiano ed europeo da concessioni a diritti, da primato della finanza al riparo dalla finanza creativa ed hanno sostenuto l’economia reale svolgendo una funzione anticiclica e assumendone, almeno in parte, anche le difficoltà che hanno contribuito ad evidenziare dei limiti spesso antecedenti. A questi risultati hanno contribuito, insieme allo storico radicamento territoriale delle banche di credito cooperativo e ad una vigilanza prudenziale particolarmente rigorosa, le relazioni sindacali ed i Contratti di lavoro sottoscritti tra le Parti. Ora, per le BCC, è giunto il tempo delle scelte perché in occasione delle grandi discontinuità storiche l’immobilismo, o il dinamismo formale, corrispondono ad un inevitabile arretramento. Dovranno quindi attrezzarsi per superare i propri limiti strutturali sul fronte primato della Governance, dei controllipolitica, del presidio dell’identità, della razionalizzazione dell’informatica, dell’adeguatezza manageriale, della creazione di strumenti di sistema diritto e di servizio efficienti a partire dai vari livelli della federazione, dalle “fabbriche” e dalle stesse Banche di Credito Cooperativo nella direzione più volte indicata dalla Banca d’Italia, da queste stesse XX.XX e dalle regole approvate dal Comitato di Basilea 3del lavoro. La Piattaforma di rinnovo del contratto nazionale delle Banche di Credito Cooperativo è perfettamente integrata in questo scenario ed esprime un profilo di sistema, intendendosi per tale l’ambizione di essere lo strumento di risposta alle giuste rivendicazioni degli oltre 36.000 dipendenti del settore e, al contempo, l’architrave di un sistema di relazioni industriali avanzate, che favorisca il superamento dei limiti e delle contraddizioni del sistema medesimo. E’ una proposta che parla alla qualità della vita, alle motivazioni del personale, all’identità cooperativa, alla professionalità, al coinvolgimento ed al giusto riconoscimento dei lavoratori. Ma parla anche alle comunità locali ed alla classe dirigente cooperativa più illuminata, che considera la cooperazione un valore non retorico e come tale incompatibile con l’autoreferenzialità, il paternalismo, il cooperativismo di maniera. Ci rivolgiamo anche a loro ed agli interessi diffusi del credito cooperativo, che deve guardare al lungo periodo con competenza e saggezza imprenditoriale per rappresentare e realizzare una reale, credibile e visibile alternativa al modello dominante di banca- finanziaria spersonalizzata e socialmente ed ambientalmente indifferente e irresponsabile. Il modello di banca che immaginiamo deve possedere queste caratteristiche e perciò deve realizzare una banca: più trasparente nei costi; più aperta e partecipata nella governance a partire dal coinvolgimento dei dipendenti in una logica di democrazia economica; inclusiva nella buona occupazione e nel welfare di sistema; refrattaria alle politiche commerciali aggressive ed alle politiche gestionali e premianti opache e disancorate da una visione di crescita sostenibile e responsabile; adeguata nelle competenze distintive senza importazioni inopportune da altre esperienze e con forti anticorpi contro i comportamenti devianti. E’ questa la banca che può essere realmente solida e integrata nella propria comunità, autonoma ma non autoreferenziale, solidaristica e sussidiaria.1METODOLOGIA

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PREMESSA. La lezione della crisi planetaria esplosa nell’agosto 2007Il presente documento è stato redatto ai sensi dell’art. 26 comma 3 del D. Lgs. 81/2008 e contiene le misure adottate per eliminare i rischi derivanti da interferenze tra le attività del Committente e quelle affidate all’Impresa Appaltatrice. Il documento è stato redatto preventivamente alla fase di appalto in ottemperanza al dettato dell’art. 26 comma 2 del D. Lgs. 81/2008 per promuovere: ⮚ la cooperazione all'attuazione delle misure di prevenzione e protezione dai rischi sul lavoro incidenti sull'attività lavorativa oggetto dell'appalto; ⮚ il coordinamento degli interventi di protezione e prevenzione dai rischi cui sono esposti i lavoratori, ha bocciato severamente informandosi reciprocamente anche al fine di eliminare rischi dovuti alle fondamenta l’ideologia interferenze tra i lavori delle diverse Imprese coinvolte nell'esecuzione dell'opera complessiva. Tale documento è allegato al contratto di appalto o di opera e va adeguato in funzione dell’evoluzione dei lavori, servizi e forniture. Con il presente documento preventivo (Rev.0) vengono fornite all’Impresa Appaltatrice, già in fase di gara d’appalto, informazioni sui rischi di carattere generale esistenti sui luoghi di lavoro oggetto dell’appalto, e sui rischi derivanti da possibili interferenze nell’ambiente/i in cui è destinata ad operare nell’espletamento dell’appalto in oggetto, e sulle misure di sicurezza proposte in relazione alle interferenze. Ad avvenuta aggiudicazione dell’appalto, e successivamente agli incontri di coordinamento con l’Impresa Appaltatrice e con i RSPP (per i quali dovrà essere redatto apposito verbale), il Committente provvederà a fornire all’Impresa Aggiudicataria il documento di valutazione dei rischi interferenze “Effettivo” e definitivo (Rev.1) che ha consacrato il primato oligarchico sarà costituito da una revisione del presente documento da integrarsi con le eventuali informazioni integrative relative alle singole strutture oggetto dell’appalto. L’Appaltatore dovrà preventivamente prendere visione delle planimetrie dei grandi potentati economico-finanziari e, locali con loro, dei tanti che ne hanno favorito l’ascesal’indicazione delle vie di fuga, la consacrazione localizzazione dei presidi di emergenza (in particolare antincendio e l’impunitàdi pronto soccorso) e la posizione degli interruttori atti a disattivare le alimentazioni idriche, elettriche e del gas. Il fallimento L’Impresa Appaltatrice che fornirà il servizio dovrà, inoltre, essere informata sui responsabili per la gestione delle emergenze, nominati ai sensi dell’art. 17 e 18 del paradigma liberista fondato sul primato della finanza sull’economiaD. Lgs. 81/2008 e s.m.i. delle sedi oggetto di appalto. Per quanto riguarda la sussistenza o meno di interferenze, dell’economia sulla politicaa mero titolo esemplificativo si possono considerare interferenti i seguenti rischi: ⮚ derivanti da sovrapposizioni di più attività svolte da operatori di Appaltatori diversi (es. ristorazione, della speculazione sull’investimentopulizie, della rendita sul lavoromanutenzione impianti, dell’indebitamento sulla equità distributiva ci ritorna un monito severo ad intraprendere strade nuovefacchinaggio, trasporto documentazione, approvvigionamenti, ecc.); ⮚ immessi nel luogo di lavoro del Committente dalle lavorazioni dell’Appaltatore; ⮚ esistenti nel luogo di lavoro del Committente, ove è previsto che archivinodebba operare l’Appaltatore, definitivamente quella stagioneulteriori rispetto a quelli specifici dell’attività propria dell’Appaltatore; ⮚ derivanti da modalità di esecuzione particolari richieste esplicitamente dal Committente (che comportino pericoli aggiuntivi rispetto a quelli specifici dell’attività appaltata). L’Impresa Aggiudicataria, nella redazione del documento di valutazione dei rischi connessi alla propria attività, potrà presentare proposte di integrazione al Documento di Valutazione Rischi Interferenti fornito dal Committente, ove ritenga di poter meglio garantire la sicurezza dei servizi e dei lavori attinenti all’appalto. La speculazione tuttavia circolare del Ministero del Lavoro e della Previdenza Sociale n. 24 del 14 novembre 2007 ha chiarito che il Documento Unico di Valutazione Rischi Interferenze (DUVRI) è insaziabile ed eticamente indifferente. La crisi progressivamente crescente e tendenzialmente destabilizzante dei debiti sovrani un documento “dinamico”, per cui, l’aggiornamento del documento deve essere effettuato in caso di Greciamodifiche di carattere tecnico, Portogallo, Irlanda, Spagna ed altri paesi sotto osservazione da parte delle istituzione europee ed internazionali è direttamente proporzionale alla feroce dinamica speculativa, che ne aggrava ulteriormente le condizioni. Nel contempo la nuova stagione regolativa europea si presenta attenuata nelle previsioni, che non scalfiscono il modello generativo della crisi, e attardata dalle mille pastoie burocratiche degli egoismi nazionali pari solamentelogistico o organizzativo resesi necessarie nel corso dell’esecuzione dell’appalto o allorché, in termini fase di miopiaesecuzione del contratto, all’incapacità emerga la necessità di un aggiornamento del documento. Con la sottoscrizione del presente documento si ritiene di aver ottemperato a quanto previsto dall’art. 26 del D.Lgs. 81/08 e s.m.i. in merito alla cooperazione tra le parti contrattuali. L’Impresa Aggiudicataria dichiara di impegnarsi a rispettare le condizioni indicate nel presente documento. L’Impresa Aggiudicataria dichiara di essere stata edotta su ogni aspetto inerente l’attività che verrà svolta, di disporre di mezzi, attrezzature e dispositivi di protezione idonei per lo svolgimento della politica stessa, di cogliere conoscere e rispettare le implicazioni profonde di quanto è accaduto. Il sistema bancario italiano è stato meno colpito dagli effetti immediati della crisi finanziaria, anche grazie ad un miglior radicamento sul territorio integrato da fonti di ricavo più stabili ed alle politiche sindacali concertative, che hanno concorso a mitigare la “de materializzazione” delle banche italiane tradizionalmente intermediatrici, a favore del modello di banca finanziarizzata che negli Stati Uniti, ma anche in Europa (oltre 2.700 mld $) ha richiesto migliaia di miliardi di dollari di denaro pubblico per i salvataggi effettuati. Le banche di credito cooperativo sono rimaste complessivamente al riparo dalla finanza creativa ed hanno sostenuto l’economia reale svolgendo una funzione anticiclica e assumendone, almeno in parte, anche le difficoltà che hanno contribuito ad evidenziare dei limiti spesso antecedenti. A questi risultati hanno contribuito, insieme allo storico radicamento territoriale delle banche di credito cooperativo e ad una vigilanza prudenziale particolarmente rigorosa, le relazioni sindacali ed i Contratti regole comportamentali vigenti nei luoghi di lavoro sottoscritti tra le Parti. Ora, per le BCC, è giunto il tempo delle scelte perché in occasione delle grandi discontinuità storiche l’immobilismo, o il dinamismo formale, corrispondono ad un inevitabile arretramento. Dovranno quindi attrezzarsi per superare i propri limiti strutturali sul fronte della Governance, dei controlli, del presidio dell’identità, della razionalizzazione dell’informatica, dell’adeguatezza manageriale, della creazione di strumenti di sistema e di servizio efficienti a partire dai vari livelli della federazione, dalle “fabbriche” e dalle stesse Banche di Credito Cooperativo nella direzione più volte indicata dalla Banca d’Italia, da queste stesse XX.XX e dalle regole approvate dal Comitato di Basilea 3. La Piattaforma di rinnovo del contratto nazionale delle Banche di Credito Cooperativo è perfettamente integrata in questo scenario ed esprime un profilo di sistema, intendendosi per tale l’ambizione di essere lo strumento di risposta alle giuste rivendicazioni degli oltre 36.000 dipendenti del settore e, al contempo, l’architrave di un sistema di relazioni industriali avanzate, che favorisca il superamento dei limiti e delle contraddizioni del sistema medesimo. E’ una proposta che parla alla qualità della vita, alle motivazioni del personale, all’identità cooperativa, alla professionalità, al coinvolgimento ed al giusto riconoscimento dei lavoratori. Ma parla anche alle comunità locali ed alla classe dirigente cooperativa più illuminata, che considera la cooperazione un valore non retorico e come tale incompatibile con l’autoreferenzialità, il paternalismo, il cooperativismo di maniera. Ci rivolgiamo anche a loro ed agli interessi diffusi del credito cooperativo, che deve guardare al lungo periodo con competenza e saggezza imprenditoriale per rappresentare e realizzare una reale, credibile e visibile alternativa al modello dominante di banca- finanziaria spersonalizzata e socialmente ed ambientalmente indifferente e irresponsabile. Il modello di banca che immaginiamo deve possedere queste caratteristiche e perciò deve realizzare una banca: più trasparente nei costi; più aperta e partecipata nella governance a partire dal coinvolgimento dei dipendenti in una logica di democrazia economica; inclusiva nella buona occupazione e nel welfare di sistema; refrattaria alle politiche commerciali aggressive ed alle politiche gestionali e premianti opache e disancorate da una visione di crescita sostenibile e responsabile; adeguata nelle competenze distintive senza importazioni inopportune da altre esperienze e con forti anticorpi contro i comportamenti devianti. E’ questa la banca che può essere realmente solida e integrata nella propria comunità, autonoma ma non autoreferenziale, solidaristica e sussidiariaCommittente.

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PREMESSA. La lezione della crisi planetaria esplosa nell’agosto 2007Guida per l’attività di vigilanza (“Guida”) delinea le modalità del processo di revisione e valutazione prudenziale (SREP) secondo uno schema di riferimento unitario per gli addetti alla vigilanza, ha bocciato severamente alle fondamenta l’ideologia a distanza e ispettiva, delle strutture centrali e periferiche dell’Istituto. Considerata la complessità e l’articolazione che ha consacrato il primato oligarchico dei grandi potentati economico-finanziari e, con loro, dei tanti che ne hanno favorito l’ascesaassume l’attività di vigilanza sugli intermediari e la molteplicità delle strutture e degli addetti ad essa preposti, la consacrazione Guida costituisce un punto di riferimento organico atto a garantire la coerenza dei comportamenti. Sono disciplinate tutte le attività di controllo sugli intermediari, ad eccezione della fase costitutiva. Coerentemente con il quadro normativo generale, l’attività di valutazione e l’impunità. Il fallimento del paradigma liberista fondato sul primato controllo ha quale obiettivo principale la verifica delle condizioni di sana e prudente gestione dei soggetti vigilati nonché dell’osservanza della finanza sull’economia, dell’economia sulla politica, della speculazione sull’investimento, della rendita sul lavoro, dell’indebitamento sulla equità distributiva ci ritorna un monito severo ad intraprendere strade nuove, che archivino, definitivamente quella stagionenormativa1. La speculazione tuttavia è insaziabile Guida si propone di assicurare che tale obiettivo sia perseguito con efficacia ed eticamente indifferenteefficienza, nel rispetto del principio di trasparenza. A tale scopo, le procedure descritte nella Guida seguono un approccio: - consolidato, volto a cogliere rischi e presidi complessivi degli intermediari, indipendentemente dall’articolazione organizzativa e societaria prescelta; - focalizzato sui rischi (“risk-based”), finalizzato a valutare tutti i rischi rilevanti e i corrispondenti presidi organizzativi con l’applicazione di schemi di analisi uniformi agli intermediari che operano nei medesimi ambiti di attività, anche se iscritti ad albi diversi; - proporzionale, indirizzato a graduare i controlli in proporzione alla dimensione, alla rilevanza sistemica e alla problematicità degli intermediari. La crisi progressivamente crescente proceduralizzazione dell’attività di vigilanza, concernente le fasi e tendenzialmente destabilizzante dei debiti sovrani di Greciale verifiche fondamentali, Portogallo, Irlanda, Spagna ed altri paesi sotto osservazione da parte delle istituzione europee ed internazionali non esaurisce gli approfondimenti che è direttamente proporzionale alla feroce dinamica speculativa, che ne aggrava ulteriormente le condizioni. Nel contempo la nuova stagione regolativa europea si presenta attenuata nelle previsioni, che non scalfiscono il modello generativo della crisi, e attardata dalle mille pastoie burocratiche possibile effettuare per avere una piena conoscenza degli egoismi nazionali pari solamente, in termini di miopia, all’incapacità della politica di cogliere le implicazioni profonde di quanto è accaduto. Il sistema bancario italiano è stato meno colpito dagli effetti immediati della crisi finanziaria, anche grazie ad un miglior radicamento sul territorio integrato da fonti di ricavo più stabili ed alle politiche sindacali concertative, che hanno concorso a mitigare la “de materializzazione” delle banche italiane tradizionalmente intermediatrici, a favore del modello di banca finanziarizzata che negli Stati Uniti, ma anche in Europa (oltre 2.700 mld $) ha richiesto migliaia di miliardi di dollari di denaro pubblico per i salvataggi effettuati. Le banche di credito cooperativo sono rimaste complessivamente al riparo dalla finanza creativa ed hanno sostenuto l’economia reale svolgendo una funzione anticiclica e assumendone, almeno in parte, anche le difficoltà che hanno contribuito ad evidenziare dei limiti spesso antecedenti. A questi risultati hanno contribuito, insieme allo storico radicamento territoriale delle banche di credito cooperativo e ad una vigilanza prudenziale particolarmente rigorosa, le relazioni sindacali ed i Contratti di lavoro sottoscritti tra le Parti. Ora, per le BCC, è giunto il tempo delle scelte perché in occasione delle grandi discontinuità storiche l’immobilismo, o il dinamismo formale, corrispondono ad un inevitabile arretramento. Dovranno quindi attrezzarsi per superare i propri limiti strutturali sul fronte della Governance, dei controlli, del presidio dell’identità, della razionalizzazione dell’informatica, dell’adeguatezza manageriale, della creazione di strumenti di sistema e di servizio efficienti a partire dai vari livelli della federazione, dalle “fabbriche” e dalle stesse Banche di Credito Cooperativo nella direzione più volte indicata dalla Banca d’Italia, da queste stesse XX.XX e dalle regole approvate dal Comitato di Basilea 3. La Piattaforma di rinnovo del contratto nazionale delle Banche di Credito Cooperativo è perfettamente integrata in questo scenario ed esprime un profilo di sistema, intendendosi per tale l’ambizione di essere lo strumento di risposta alle giuste rivendicazioni degli oltre 36.000 dipendenti del settore e, al contempo, l’architrave di un sistema di relazioni industriali avanzate, che favorisca il superamento dei limiti e delle contraddizioni del sistema medesimo. E’ una proposta che parla alla qualità della vita, alle motivazioni del personale, all’identità cooperativa, alla professionalità, al coinvolgimento ed al giusto riconoscimento dei lavoratori. Ma parla anche alle comunità locali ed alla classe dirigente cooperativa più illuminata, che considera la cooperazione un valore non retorico e come tale incompatibile con l’autoreferenzialità, il paternalismo, il cooperativismo di maniera. Ci rivolgiamo anche a loro ed agli interessi diffusi del credito cooperativo, che deve guardare al lungo periodo con competenza e saggezza imprenditoriale per rappresentare e realizzare una reale, credibile e visibile alternativa al modello dominante di banca- finanziaria spersonalizzata e socialmente ed ambientalmente indifferente e irresponsabile. Il modello di banca che immaginiamo deve possedere queste caratteristiche e perciò deve realizzare una banca: più trasparente nei costi; più aperta e partecipata nella governance a partire dal coinvolgimento dei dipendenti in una logica di democrazia economica; inclusiva nella buona occupazione e nel welfare di sistema; refrattaria alle politiche commerciali aggressive ed alle politiche gestionali e premianti opache e disancorate da una visione di crescita sostenibile e responsabile; adeguata nelle competenze distintive senza importazioni inopportune da altre esperienze e con forti anticorpi contro i comportamenti devianti. E’ questa la banca che può essere realmente solida e integrata nella propria comunità, autonoma ma non autoreferenziale, solidaristica e sussidiariaintermediari.

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PREMESSA. La lezione della crisi planetaria esplosa nell’agosto 2007Inserire una persona svantaggiata al lavoro sottintende un’idea che se opportunamente affiancata, ha bocciato severamente alle fondamenta l’ideologia che ha consacrato il primato oligarchico dei grandi potentati economico-finanziari potrà essere formata ed avviata al lavoro operando in situazione produttiva organizzata con criteri d’impresa. Il contesto lavorativo diviene così un’importante occasione educativa e riabilitativa, di socializzazione ed acquisizione di status e, con loronello stesso tempo, dei tanti che ne hanno favorito l’ascesaluogo di apprendimento di abilità relazionali, tecniche e professionali specifiche e adeguate. Questo favorisce la consacrazione costruzione di una identità sociale riconosciuta dal soggetto e l’impunità. Il fallimento del paradigma liberista fondato sul primato della finanza sull’economia, dell’economia sulla politica, della speculazione sull’investimento, della rendita sul lavoro, dell’indebitamento sulla equità distributiva ci ritorna un monito severo ad intraprendere strade nuove, che archivino, definitivamente quella stagioneda chi gli sta intorno. La speculazione tuttavia è insaziabile ed eticamente indifferente. La crisi progressivamente crescente e tendenzialmente destabilizzante dei debiti sovrani tenuta nel tempo di Grecia“un progetto per la gestione del servizio che abbia come fine l’inserimento lavorativo delle persone svantaggiate”, Portogallo, Irlanda, Spagna ed altri paesi sotto osservazione da parte delle istituzione europee ed internazionali è deve pertanto integrare le esigenze di efficacia del servizio con la finalità di un’autentica fruizione del diritto al lavoro per le persone svantaggiate; diritto esigibile in maniera direttamente proporzionale alla feroce dinamica speculativacrescita nella cittadinanza della cultura e dell’etica dell’integrazione. Alla CADORE S.C.S. compete la realizzazione di un progetto che faciliti tale incontro, disegnando processi in grado di far fronte ad una doppia complessità. Da un lato la complessità di un mercato del lavoro problematico e turbolento, dall’altro la complessità collegata alle caratteristiche soggettive e alle storie cliniche e sociali di ciascuna persona svantaggiata di cui intende farsi carico. Ogni persona svantaggiata è caratterizzata da sofferenza, difficoltà relazionali ed affettive, limitazioni organiche e funzionali che ne aggrava ulteriormente la spingono verso l’esclusione; il tutto si traduce spesso in bassa spendibilità sul mercato del lavoro. La precondizione per fronteggiare tale complessità è aprire un’area di mediazione1 che riesca a collegare le condizioniesigenze/bisogni/aspettative della persona svantaggiata con il sistema produttivo, realizzando un legame tra persone svantaggiate, sistema formativo e sistema produttivo. Nel contempo Pertanto, è impegno della CADORE S.C.S. mantenere e sviluppare la nuova stagione regolativa europea si presenta attenuata nelle previsioni, che non scalfiscono propria presenza nell’area della mediazione per dare il modello generativo della crisi, e attardata dalle mille pastoie burocratiche degli egoismi nazionali pari solamente, in termini di miopia, all’incapacità della politica di cogliere le implicazioni profonde di quanto è accaduto. Il sistema bancario italiano è stato meno colpito dagli effetti immediati della crisi finanziaria, anche grazie ad un miglior radicamento sul territorio integrato da fonti di ricavo più stabili ed proprio contributo alle politiche sindacali concertative, che hanno concorso attive del lavoro in favore delle persone svantaggiate nel territorio in cui opera. Questo comporta per la CADORE S.C.S.: ▪ la messa a mitigare la “de materializzazione” delle banche italiane tradizionalmente intermediatrici, a favore del modello di banca finanziarizzata che negli Stati Uniti, ma anche in Europa (oltre 2.700 mld $) ha richiesto migliaia di miliardi di dollari di denaro pubblico per i salvataggi effettuati. Le banche di credito cooperativo sono rimaste complessivamente al riparo dalla finanza creativa ed hanno sostenuto l’economia reale svolgendo una funzione anticiclica e assumendone, almeno in parte, anche le difficoltà che hanno contribuito ad evidenziare dei limiti spesso antecedenti. A questi risultati hanno contribuito, insieme allo storico radicamento territoriale delle banche di credito cooperativo e ad una vigilanza prudenziale particolarmente rigorosa, le relazioni sindacali ed i Contratti di lavoro sottoscritti tra le Parti. Ora, per le BCC, è giunto il tempo delle scelte perché in occasione delle grandi discontinuità storiche l’immobilismo, o il dinamismo formale, corrispondono ad un inevitabile arretramento. Dovranno quindi attrezzarsi per superare i propri limiti strutturali sul fronte della Governance, dei controlli, del presidio dell’identità, della razionalizzazione dell’informatica, dell’adeguatezza manageriale, della creazione di strumenti di sistema e di servizio efficienti a partire dai vari livelli della federazione, dalle “fabbriche” e dalle stesse Banche di Credito Cooperativo nella direzione più volte indicata dalla Banca d’Italia, da queste stesse XX.XX e dalle regole approvate dal Comitato di Basilea 3. La Piattaforma di rinnovo del contratto nazionale delle Banche di Credito Cooperativo è perfettamente integrata in questo scenario ed esprime un profilo di sistema, intendendosi per tale l’ambizione di essere lo strumento di risposta alle giuste rivendicazioni degli oltre 36.000 dipendenti del settore e, al contempo, l’architrave punto di un sistema di relazioni industriali avanzategestione dei processi interni che prevedano una reale controllo delle interconnessioni fra il processo di inserimento lavorativo e i cosiddetti “processi produttivi” attuati dalla Cooperativa CADORE S.C.S.. Questa integrazione dovrà estendersi e dedicare risorse e impegno nei confronti dei processi dello “spazio pubblico” in cui operano gli altri attori della mediazione sociale e mirare ad una sinergia di intenti e finalità per permetterle di diventare un partner affidabile ed efficiente per i servizi territoriali; ▪ la capacità di prevedere nei propri processi sistemi di autocontrollo e di monitoraggio, per garantire nel tempo quelle condizioni che favorisca il superamento dei limiti e delle contraddizioni fanno del sistema medesimo. E’ una proposta che parla alla qualità della vitalavoro, alle motivazioni del personalequalora si connoti come esperienza positiva, all’identità cooperativa, alla professionalità, al coinvolgimento ed al giusto riconoscimento dei lavoratori. Ma parla anche alle comunità locali ed alla classe dirigente cooperativa più illuminata, che considera la cooperazione un valore non retorico e come tale incompatibile con l’autoreferenzialità, il paternalismo, il cooperativismo di maniera. Ci rivolgiamo anche a loro ed agli interessi diffusi del credito cooperativo, che deve guardare al lungo periodo con competenza e saggezza imprenditoriale per rappresentare e realizzare una reale, credibile e visibile alternativa al modello dominante di banca- finanziaria spersonalizzata e socialmente ed ambientalmente indifferente e irresponsabile. Il modello di banca che immaginiamo deve possedere queste caratteristiche e perciò deve realizzare una banca: più trasparente nei costi; più aperta e partecipata nella governance a partire dal coinvolgimento dei dipendenti in una logica di democrazia economica; inclusiva nella buona occupazione e nel welfare di sistema; refrattaria alle politiche commerciali aggressive ed alle politiche gestionali e premianti opache e disancorate da una visione di crescita sostenibile e responsabile; adeguata nelle competenze distintive senza importazioni inopportune da altre esperienze e con forti anticorpi contro i comportamenti devianti. E’ questa la banca che può essere realmente solida e integrata nella propria comunità, autonoma ma non autoreferenziale, solidaristica e sussidiaria.un’importante occasione di

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Samples: Convenzione Per L’affidamento Diretto Ai Sensi Della Legge 381\91 E Della l.r. 23\2006 Alla Cooperativa Sociale Cadore s.c.s. Dei Servizi

PREMESSA. La lezione Le ipotesi di contratto collettivo decentrato integrativo 2006/2009 e di accordo economico per l’anno 2009, che si trasmettono per le opportune valutazioni di codesto Collegio, sono state definite nell’ambito delle direttive formalizzate dal Sindaco alla Delegazione Trattante di Parte Pubblica con nota n. 9200 del 20/10/2009, tendenti alla incentivazione del personale comunale attraverso l’effettuazione di progressioni economiche orizzontali destinate a circa il 25% del personale di tutte le categorie, da effettuare con procedure di tipo selettivo, all’introduzione di nuovi compensi incentivanti, nonchè alla rivisitazione dei budget assegnati al Corpo di P.M. in funzione di una puntuale riorganizzazione dei servizi. In seno alle direttive del Sindaco è stato, altresì, richiesto di effettuare l’incremento del fondo delle risorse decentrate, relativamente al salario accessorio del personale ex L.S.U. stabilizzato ed immesso in servizio, a valere sui fondi statali a destinazione vincolata. L’obiettivo della crisi planetaria esplosa nell’agosto 2007parte pubblica, ha bocciato severamente alle fondamenta l’ideologia condiviso dalle XX.XX., è stato quello di costruire un impianto contrattuale che, diversamente dagli anni pregressi, permetta da un lato, a completamento della manovra di stabilizzazione dell’ex personale L.S.U. (e del relativo incremento delle risorse decentrate) di stabilizzare la spesa relativamente a poste che, storicamente, hanno creato degli sforamenti (turnazione del Corpo di P.M.), dall’altro di far si che ha consacrato le risorse assegnate a ciascun istituto contrattuale siano spese interamente nell’anno di riferimento, senza generare ulteriori economie di risorse stabili e variabili. Si è pertanto provveduto ad una puntuale verifica dei vari budget assegnati annualmente, dimensionando ciascun istituto contrattuale in relazione alla effettiva spesa annua e dirottando, in sede di accordo decentrato, le eventuale eccedenze a favore di altri istituti. In questo modo, ad esempio, nell’ambito delle risorse stabili, è stato possibile prevedere progressioni orizzontali per un congruo numero di unità (circa 1400), utilizzando sia risorse stabili che risultavano annualmente assegnate, ma non utilizzate, all’istituto, sia ulteriori risorse stabili assegnate in eccedenza ad altri istituti contrattuali (es. indennità di comparto). Il risultato finale è quello di un contratto che rispecchia fedelmente, nell’ambito delle poste ascritte a ciascun istituto, il primato oligarchico dei grandi potentati economico-finanziari ereale utilizzo annuo, con loro, dei tanti che ne hanno favorito l’ascesa, l’obiettivo di strutturare la consacrazione e l’impunità. Il fallimento del paradigma liberista fondato sul primato della finanza sull’economia, dell’economia sulla politica, della speculazione sull’investimento, della rendita sul lavoro, dell’indebitamento sulla equità distributiva ci ritorna un monito severo ad intraprendere strade nuove, che archivino, definitivamente quella stagione. La speculazione tuttavia è insaziabile ed eticamente indifferente. La crisi progressivamente crescente e tendenzialmente destabilizzante dei debiti sovrani di Grecia, Portogallo, Irlanda, Spagna ed altri paesi sotto osservazione da parte delle istituzione europee ed internazionali è direttamente proporzionale alla feroce dinamica speculativa, che ne aggrava ulteriormente le condizioni. Nel contempo la nuova stagione regolativa europea si presenta attenuata nelle previsioni, che non scalfiscono il modello generativo della crisispesa a regime anche per i prossimi anni, e attardata dalle mille pastoie burocratiche degli egoismi nazionali pari solamenteche, in termini caso di miopiaeventuali economie, all’incapacità prevede la possibilità che le stesse vengano comunque spese entro l’anno successivo per finanziare ulteriori istituti variabili. Quanto sopra verrà meglio specificato nell’ambito della politica di cogliere le implicazioni profonde di quanto è accaduto. Il sistema bancario italiano è stato meno colpito dagli effetti immediati della crisi presente relazione tecnico-finanziaria, anche grazie ad un miglior radicamento sul territorio integrato da fonti di ricavo più stabili ed alle politiche sindacali concertative, che hanno concorso a mitigare la “de materializzazione” delle banche italiane tradizionalmente intermediatrici, a favore del modello di banca finanziarizzata che negli Stati Uniti, ma anche in Europa (oltre 2.700 mld $) ha richiesto migliaia di miliardi di dollari di denaro pubblico per i salvataggi effettuati. Le banche di credito cooperativo sono rimaste complessivamente al riparo dalla finanza creativa ed hanno sostenuto l’economia reale svolgendo una funzione anticiclica e assumendone, almeno in parte, anche le difficoltà che hanno contribuito ad evidenziare dei limiti spesso antecedenti. A questi risultati hanno contribuito, insieme allo storico radicamento territoriale delle banche di credito cooperativo e ad una vigilanza prudenziale particolarmente rigorosa, le relazioni sindacali ed i Contratti di lavoro sottoscritti tra le Parti. Ora, per le BCC, è giunto il tempo delle scelte perché in occasione delle grandi discontinuità storiche l’immobilismo, o il dinamismo formale, corrispondono ad un inevitabile arretramento. Dovranno quindi attrezzarsi per superare i propri limiti strutturali sul fronte della Governance, dei controlli, del presidio dell’identità, della razionalizzazione dell’informatica, dell’adeguatezza manageriale, della creazione di strumenti di sistema e di servizio efficienti a partire dai vari livelli della federazione, dalle “fabbriche” e dalle stesse Banche di Credito Cooperativo nella direzione più volte indicata dalla Banca d’Italia, da queste stesse XX.XX e dalle regole approvate dal Comitato di Basilea 3. La Piattaforma di rinnovo del contratto nazionale delle Banche di Credito Cooperativo è perfettamente integrata in questo scenario ed esprime un profilo di sistema, intendendosi per tale l’ambizione di essere lo strumento di risposta alle giuste rivendicazioni degli oltre 36.000 dipendenti del settore e, al contempo, l’architrave di un sistema di relazioni industriali avanzate, che favorisca il superamento dei limiti e delle contraddizioni del sistema medesimo. E’ una proposta che parla alla qualità della vita, alle motivazioni del personale, all’identità cooperativa, alla professionalità, al coinvolgimento ed al giusto riconoscimento dei lavoratori. Ma parla anche alle comunità locali ed alla classe dirigente cooperativa più illuminata, che considera la cooperazione un valore non retorico e come tale incompatibile con l’autoreferenzialità, il paternalismo, il cooperativismo di maniera. Ci rivolgiamo anche a loro ed agli interessi diffusi del credito cooperativo, che deve guardare al lungo periodo con competenza e saggezza imprenditoriale per rappresentare e realizzare una reale, credibile e visibile alternativa al modello dominante di banca- finanziaria spersonalizzata e socialmente ed ambientalmente indifferente e irresponsabile. Il modello di banca che immaginiamo deve possedere queste caratteristiche e perciò deve realizzare una banca: più trasparente nei costi; più aperta e partecipata nella governance a partire dal coinvolgimento dei dipendenti in una logica di democrazia economica; inclusiva nella buona occupazione e nel welfare di sistema; refrattaria alle politiche commerciali aggressive ed alle politiche gestionali e premianti opache e disancorate da una visione di crescita sostenibile e responsabile; adeguata nelle competenze distintive senza importazioni inopportune da altre esperienze e con forti anticorpi contro i comportamenti devianti. E’ questa la banca che può essere realmente solida e integrata nella propria comunità, autonoma ma non autoreferenziale, solidaristica e sussidiaria.

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PREMESSA. Con il presente progetto per l’organizzazione dei servizi di igiene urbana si vuole rispondere in modo tecnicamente ed economicamente valido e pienamente rispondente alle norme legislative in materia ed alle norme di buona tecnica, proponendo, nel contempo, soluzioni tecnicamente avanzate ed in grado di migliorare il servizio in essere, in linea con le nuove disposizioni di legge in materia igienico sanitaria ed in applicazione con il T.U. D.lgs. 152/2006 e s.m.i., per ciò che riguarda la riduzione del conferimento dei R.S.U. e speciali assimilati. Il progetto proposto, nella sua interezza, si compone, oltre che dalla presente Relazione tecnica di progetto, dal Bando di gara, dal Disciplinare Tecnico, del Capitolato Speciale di Appalto, dei parametri prestazionali del servizio KPI (altrimenti detti Key Performance Indicator KPI), del documento D.U.V.R.I. e degli schemi necessari per la partecipazione alla gara (DGUE - Documento di Gara Unico Europeo). Sarà, inoltre, obbligo dell’affidatario osservare le finalità indicate nel Regolamento per la Gestione dei Rifiuti Urbani ed assimilati, approvato con delibera del Consiglio Comunale di Morlupo n° 2 del 19.04.2012 e ss.mm.ii. Il tema della gestione dei rifiuti sta divenendo sempre più significativo. L’aumento dei consumi e la crescente urbanizzazione hanno determinato sia un diffuso incremento della produzione dei rifiuti sia una riduzione delle aree in cui depositare gli stessi. Le normative europee e nazionali indicano tutte la necessità di un approccio integrato al ciclo dei rifiuti; Ogni cittadino/utente, aziende e istituzioni può e deve collaborare e fornire il giusto contributo. La lezione della crisi planetaria esplosa nell’agosto 2007strategia delle cosiddette “4 ERRE” Ridurre, ha bocciato severamente alle fondamenta l’ideologia Recuperare, Riusare, Riciclare, identifica le quattro azioni più importanti che ha consacrato ognuno di noi può fare per contribuire al rispetto dell’ambiente: • Recuperare la gran parte degli oggetti che noi buttiamo ogni giorno utilizzandoli come materiali per produrre nuovi oggetti; • Separare correttamente le diverse tipologie di rifiuto per poterle riutilizzare in nuovi processi produttivi; • Utilizzare prodotti realizzati con materie prime provenienti dalla raccolta differenziata: carta riciclata, arredi urbani e per giardini, giochi per bambini, maglie di pile ecc; • Recuperare e riutilizzare vetro, metalli, plastica, legno e carta per ridurre il primato oligarchico dei grandi potentati economico-finanziari econsumo di materie prime vergini. Solo in tal modo si creano economie nello sfruttamento delle discariche con la finalità di produrre meno rifiuti meno territorio è occupato con i rifiuti stessi. Fatta questa debita premessa nel presente elaborato sono indicati i servizi minimali ai quali dovranno attenersi i concorrenti interessati al presente appalto che, con lorola presa d’atto della presente Relazione Elettrica, si intendono accettati. Saranno inoltre messi a disposizione dei concorrenti le planimetrie del territorio ed ulteriori dati di progetto che saranno visibili nel corso dei necessari ed obbligatori sopralluoghi che dovranno essere effettuati a cura dei concorrenti stessi, nonché gli atti propedeutici alla presentazione del progetto consistenti nei modelli necessari per la partecipazione alla gara e lo schema dell’offerta economica. Il comune di Morlupo concorre a disciplinare la gestione dei rifiuti urbani ed assimilabili agli urbani con appositi regolamenti che, nel rispetto dei principi di trasparenza, efficienza, efficacia ed economicità, ed in coerenza con le proprie competenze di cui all’art. 198 del D. Lgs. 152/06, comma 3, stabiliscono in particolare: Le misure per assicurare la tutela igienico-sanitaria in tutte le fasi della gestione dei rifiuti urbani; Le modalità del servizio di raccolta e trasporto dei rifiuti urbani e speciali assimilati; Le modalità del conferimento della raccolta differenziata e del trasporto dei rifiuti urbani ed assimilati al fine di garantire una distinta gestione delle diverse frazioni di rifiuti e promuovere il recupero degli stessi; Le norme atte a garantire una distinta ed adeguata gestione dei rifiuti urbani pericolosi; Le misure necessarie ad ottimizzare le forme di conferimento, raccolta e trasporto dei rifiuti primari di imballaggio in sinergia con altre frazioni merceologiche, fissando standard minimi da rispettare; Le modalità di esecuzione della pesata dei rifiuti urbani prima di inviarli al recupero e allo smaltimento; L’assimilazione, per qualità e quantità, dei tanti rifiuti speciali non pericolosi ai rifiuti urbani, secondo i criteri di cui all’articolo 195, comma 2, lettera e), ferme restando le definizioni di cui all’articolo 184, comma 2, lettere c) e d) del D.Lgs. 152/2006 e s.m.i., così come indicato nel già citato Regolamento per la Gestione dei Rifiuti Urbani ed assimilati, approvato con Deliberazione del Consiglio Comunale n. 2 del 19 aprile 2012 e ss.mm.ii. Il presente elaborato, che ne hanno favorito l’ascesasi intende parte integrante del Capitolato Speciale di Appalto e degli altri documenti che costituiscono il progetto posto a base di gara, deve intendersi, come detto, come una linea guida per i concorrenti ben considerando che l’attività oggetto della presente gara di appalto non può non ispirarsi ai “Principi sull’erogazione dei servizi pubblici” contenuti nelle recenti Direttive Italiane e Comunitarie. È necessario, quindi, per non essere impreparati ai nuovi impegni che l’evoluzione normativa impone ormai quotidianamente, progettare i nuovi servizi e la relativa struttura di controllo, ispirandosi ai principi fondamentali ed adottando gli strumenti che le richiamate disposizioni legislative individuano. Coerentemente con quanto esposto nella presente Relazione, nell’ambito dell’organizzazione dei servizi, verranno illustrate quelle azioni minimali previste per assicurare l’applicazione dei principi fondamentali dei provvedimenti emanati fin dalla Direttiva del Presidente del Consiglio dei Ministri del 27/01/1994 e s.m.i. a cui i concorrenti dovranno attenersi. La progettazione esecutiva che i concorrenti proporranno con il loro progetto-offerta, svolta nel modo corretto ed approfondito, oltre che rispettare le linee guida della presente relazione, dovrà essere basata sull’attenta analisi di molteplici fattori: Situazione demografica, economica e culturale del territorio per stimare l’evoluzione qualitativa e quantitativa dei rifiuti prodotti nel corso dell’Appalto, valutando il possibile grado di collaborazione dell’utenza e la capacità della stessa di recepire innovazioni tecnologiche e/o metodologiche; Situazione urbanistica del territorio e delle relative tendenze evolutive, per determinare le modalità di esecuzione dei servizi e la qualità dei medesimi più rispondenti ai problemi di viabilità, ma anche alle necessità storiche ed architettoniche del territorio servito, nel rispetto del principio generale di uguaglianza e di imparzialità rispetto all’utenza; Dettagliata analisi dell’andamento dei rifiuti prodotti. Inoltre, in considerazione della vicinanza dal Comune di Roma ed una considerevole presenza di “seconde case” presenti sul territorio, la consacrazione e l’impunità. Il fallimento del paradigma liberista fondato sul primato della finanza sull’economiaprogettazione esecutiva proposta dai concorrenti dovrà necessariamente tener conto di questi fattori onde dimensionare, dell’economia sulla politica, della speculazione sull’investimento, della rendita sul lavoro, dell’indebitamento sulla equità distributiva ci ritorna un monito severo ad intraprendere strade nuove, che archivino, definitivamente quella stagione. La speculazione tuttavia è insaziabile ed eticamente indifferente. La crisi progressivamente crescente e tendenzialmente destabilizzante dei debiti sovrani di Grecia, Portogallo, Irlanda, Spagna ed altri paesi sotto osservazione da parte delle istituzione europee ed internazionali è direttamente proporzionale alla feroce dinamica speculativa, che ne aggrava ulteriormente le condizioni. Nel contempo la nuova stagione regolativa europea si presenta attenuata nelle previsioni, che non scalfiscono il modello generativo della crisi, e attardata dalle mille pastoie burocratiche degli egoismi nazionali pari solamente, sia in termini di miopiaimpiego di personale che di mezzi ed attrezzature, all’incapacità della politica il servizio in corso ed evidenziare i punti di cogliere forza e di debolezza, confrontandoli con le implicazioni profonde aspettative dell’Amministrazione e degli utenti, per determinare le eventuali necessità di adeguamento anche in funzione delle prescrizioni legislative in materia. Sviluppo delle nuove tecnologie finalizzate all’impiego di mezzi ed attrezzature all’avanguardia per l’esecuzione dei servizi oggetto del presente appalto. Nel rispetto di quanto è accadutoesposto, lo sviluppo della presente relazione tecnica illustrerà, in maniera sintetica, i servizi oggetto della presente gara già contemplati nel Capitolato Speciale di Appalto, in maniera da poter indirizzare i concorrenti sullo sviluppo dei singoli argomenti da affrontare. Il sistema bancario italiano è stato meno colpito dagli effetti immediati della crisi Non sono contemplati tra i rifiuti urbani, e quindi non rientrano nei servizi oggetto dell’appalto, le seguenti tipologie di: Rifiuti solidi ospedalieri non assimilati agli urbani; Rifiuti solidi prodotti da attività commerciali, industriali, artigianali e di servizi presenti nel tessuto urbano ma non assimilabili agli urbani, ai sensi delle norme vigenti (es. scarti di lavanderia, residui di laboratori di analisi, etc. ) e non rientranti nella categoria degli imballaggi; I macchinari e le apparecchiature deteriorate e obsoleti provenienti da utenze commerciali; I veicoli a motore, rimorchi e simili fuori uso e loro parti; I rifiuti pericolosi di origine non domestica. I concorrenti dovranno predisporre un progetto tecnico che dovrà essere completato da un’analisi finanziaria, anche grazie ad un miglior radicamento sul territorio integrato da fonti inserire nel plico Economico, dal quale scaturirà il canone annuo omnicomprensivo proposto dai concorrenti che non potrà essere superiore all’importo posto a base di ricavo più stabili ed alle politiche sindacali concertative, che hanno concorso a mitigare la “de materializzazione” delle banche italiane tradizionalmente intermediatrici, a favore del modello di banca finanziarizzata che negli Stati Uniti, ma anche in Europa (oltre 2.700 mld $) ha richiesto migliaia di miliardi di dollari di denaro pubblico per i salvataggi effettuati. Le banche di credito cooperativo sono rimaste complessivamente al riparo dalla finanza creativa ed hanno sostenuto l’economia reale svolgendo una funzione anticiclica e assumendone, almeno in parte, anche le difficoltà che hanno contribuito ad evidenziare dei limiti spesso antecedenti. A questi risultati hanno contribuito, insieme allo storico radicamento territoriale delle banche di credito cooperativo e ad una vigilanza prudenziale particolarmente rigorosa, le relazioni sindacali ed i Contratti di lavoro sottoscritti tra le Parti. Ora, per le BCC, è giunto il tempo delle scelte perché in occasione delle grandi discontinuità storiche l’immobilismo, o il dinamismo formale, corrispondono ad un inevitabile arretramento. Dovranno quindi attrezzarsi per superare i propri limiti strutturali sul fronte della Governance, dei controlli, del presidio dell’identità, della razionalizzazione dell’informatica, dell’adeguatezza manageriale, della creazione di strumenti di sistema e di servizio efficienti a partire dai vari livelli della federazione, dalle “fabbriche” e dalle stesse Banche di Credito Cooperativo nella direzione più volte indicata dalla Banca d’Italia, da queste stesse XX.XX e dalle regole approvate dal Comitato di Basilea 3. La Piattaforma di rinnovo del contratto nazionale delle Banche di Credito Cooperativo è perfettamente integrata in questo scenario ed esprime un profilo di sistema, intendendosi per tale l’ambizione di essere lo strumento di risposta alle giuste rivendicazioni degli oltre 36.000 dipendenti del settore e, al contempo, l’architrave di un sistema di relazioni industriali avanzate, che favorisca il superamento dei limiti e delle contraddizioni del sistema medesimo. E’ una proposta che parla alla qualità della vita, alle motivazioni del personale, all’identità cooperativa, alla professionalità, al coinvolgimento ed al giusto riconoscimento dei lavoratori. Ma parla anche alle comunità locali ed alla classe dirigente cooperativa più illuminata, che considera la cooperazione un valore non retorico e come tale incompatibile con l’autoreferenzialità, il paternalismo, il cooperativismo di maniera. Ci rivolgiamo anche a loro ed agli interessi diffusi del credito cooperativo, che deve guardare al lungo periodo con competenza e saggezza imprenditoriale per rappresentare e realizzare una reale, credibile e visibile alternativa al modello dominante di banca- finanziaria spersonalizzata e socialmente ed ambientalmente indifferente e irresponsabile. Il modello di banca che immaginiamo deve possedere queste caratteristiche e perciò deve realizzare una banca: più trasparente nei costi; più aperta e partecipata nella governance a partire dal coinvolgimento dei dipendenti in una logica di democrazia economica; inclusiva nella buona occupazione e nel welfare di sistema; refrattaria alle politiche commerciali aggressive ed alle politiche gestionali e premianti opache e disancorate da una visione di crescita sostenibile e responsabile; adeguata nelle competenze distintive senza importazioni inopportune da altre esperienze e con forti anticorpi contro i comportamenti devianti. E’ questa la banca che può essere realmente solida e integrata nella propria comunità, autonoma ma non autoreferenziale, solidaristica e sussidiariagara.

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PREMESSA. Considerando che la Legge Regionale promuove lo svolgimento in forma associata della funzione di polizia locale e il coordinamento tra i servizi. Che le gestioni associate costituiscono un importante strumento per garantire l’applicazione dei principi di sussidiarietà, adeguatezza e differenziazione nella gestione delle funzioni e per dare una risposta migliore sul piano dell’efficienza, dell’efficacia ed economicità della gestione dei servizi e che: La lezione gestione unificata del servizio di polizia locale comporta il trattamento di dati personali come definiti all’art. 4 del Regolamento (UE) 679-2016. Il servizio utilizza per la gestione dei dati un sistema informativo e un impianto di gestione della crisi planetaria esplosa nell’agosto 2007video sorveglianza in cui i dati sono trattai dal Servizio Intercomunale di Polizia Locale La titolarità del dato non è riconducibile ad un singolo ente, ha bocciato severamente alle fondamenta l’ideologia per i motivi sopra esposti. Gli enti che ha consacrato hanno costituito il primato oligarchico servizio intercomunale di polizia locale determinano congiuntamente le finalità e la modalità di gestione dei grandi potentati economico-finanziari edati degli utenti, come stabilito nella convenzione sottoscritta tra le parti. Che ai sensi dell’art 26 del RUE 679/2016 allorché due o più titolari del trattamento determinano congiuntamente le finalità e i mezzi del trattamento, essi sono contitolari del trattamento. Gli stessi determinano in modo trasparente, mediante un accordo interno, le rispettive responsabilità in merito all’osservanza degli obblighi derivanti dal presente regolamento, con loro, particolare riguardo all’esercizio dei tanti che ne hanno favorito l’ascesa, la consacrazione e l’impunità. Il fallimento del paradigma liberista fondato sul primato della finanza sull’economia, dell’economia sulla politica, della speculazione sull’investimento, della rendita sul lavoro, dell’indebitamento sulla equità distributiva ci ritorna un monito severo ad intraprendere strade nuove, che archivino, definitivamente quella stagione. La speculazione tuttavia è insaziabile ed eticamente indifferente. La crisi progressivamente crescente e tendenzialmente destabilizzante dei debiti sovrani di Grecia, Portogallo, Irlanda, Spagna ed altri paesi sotto osservazione da parte delle istituzione europee ed internazionali è direttamente proporzionale alla feroce dinamica speculativa, che ne aggrava ulteriormente le condizioni. Nel contempo la nuova stagione regolativa europea si presenta attenuata nelle previsioni, che non scalfiscono il modello generativo della crisidiritti dell’interessato, e attardata dalle mille pastoie burocratiche degli egoismi nazionali pari solamentele rispettive funzioni di comunicazione delle informazioni di cui agli articoli 13 e 14, nella misura in termini cui le rispettive responsabilità siano determinate dal diritto dell’Unione o dello Stato membro cui i titolari del trattamento sono soggetti. Nell’ambito delle rispettive responsabilità, i Contitolari dovranno adempiere ai propri obblighi conformemente ai contenuti del presente accordo e ai dettami delle normative in materia di miopia, all’incapacità della politica di cogliere le implicazioni profonde di quanto è accadutotrattamento dei dati personali ed ai dettami delle autorità garanti. Il sistema bancario italiano è stato meno colpito dagli effetti immediati della crisi finanziaria, anche grazie ad un miglior radicamento sul territorio integrato da fonti di ricavo più stabili ed alle politiche sindacali concertative, che hanno concorso a mitigare la “de materializzazione” delle banche italiane tradizionalmente intermediatrici, a favore del modello di banca finanziarizzata che negli Stati Uniti, ma anche L’accordo in Europa (oltre 2.700 mld $) ha richiesto migliaia di miliardi di dollari di denaro pubblico per oggetto riflette adeguatamente i salvataggi effettuati. Le banche di credito cooperativo sono rimaste complessivamente al riparo dalla finanza creativa ed hanno sostenuto l’economia reale svolgendo una funzione anticiclica rispettivi ruoli e assumendone, almeno in parte, anche le difficoltà che hanno contribuito ad evidenziare i rapporti dei limiti spesso antecedenti. A questi risultati hanno contribuito, insieme allo storico radicamento territoriale delle banche di credito cooperativo e ad una vigilanza prudenziale particolarmente rigorosa, le relazioni sindacali ed i Contratti di lavoro sottoscritti tra le Parti. Ora, per le BCC, è giunto il tempo delle scelte perché in occasione delle grandi discontinuità storiche l’immobilismo, o il dinamismo formale, corrispondono ad un inevitabile arretramento. Dovranno quindi attrezzarsi per superare i propri limiti strutturali sul fronte della Governance, dei controlli, del presidio dell’identità, della razionalizzazione dell’informatica, dell’adeguatezza manageriale, della creazione di strumenti di sistema e di servizio efficienti a partire dai vari livelli della federazione, dalle “fabbriche” e dalle stesse Banche di Credito Cooperativo nella direzione più volte indicata dalla Banca d’Italia, da queste stesse XX.XX e dalle regole approvate dal Comitato di Basilea 3. La Piattaforma di rinnovo del contratto nazionale delle Banche di Credito Cooperativo è perfettamente integrata in questo scenario ed esprime un profilo di sistema, intendendosi per tale l’ambizione di essere lo strumento di risposta alle giuste rivendicazioni degli oltre 36.000 dipendenti del settore e, al contempo, l’architrave di un sistema di relazioni industriali avanzate, che favorisca il superamento dei limiti e delle contraddizioni del sistema medesimo. E’ una proposta che parla alla qualità della vita, alle motivazioni del personale, all’identità cooperativa, alla professionalità, al coinvolgimento ed al giusto riconoscimento dei lavoratori. Ma parla anche alle comunità locali ed alla classe dirigente cooperativa più illuminata, che considera la cooperazione un valore non retorico e come tale incompatibile contitolari con l’autoreferenzialità, il paternalismo, il cooperativismo di maniera. Ci rivolgiamo anche a loro ed agli interessi diffusi del credito cooperativo, che deve guardare al lungo periodo con competenza e saggezza imprenditoriale per rappresentare e realizzare una reale, credibile e visibile alternativa al modello dominante di banca- finanziaria spersonalizzata e socialmente ed ambientalmente indifferente e irresponsabile. Il modello di banca che immaginiamo deve possedere queste caratteristiche e perciò deve realizzare una banca: più trasparente nei costi; più aperta e partecipata nella governance a partire dal coinvolgimento dei dipendenti in una logica di democrazia economica; inclusiva nella buona occupazione e nel welfare di sistema; refrattaria alle politiche commerciali aggressive ed alle politiche gestionali e premianti opache e disancorate da una visione di crescita sostenibile e responsabile; adeguata nelle competenze distintive senza importazioni inopportune da altre esperienze e con forti anticorpi contro i comportamenti devianti. E’ questa la banca che può essere realmente solida e integrata nella propria comunità, autonoma ma non autoreferenziale, solidaristica e sussidiariagli interessati.

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Samples: Accordo Di Contitolarità Del Trattamento Dati Personali Per La Gestione in Forma Associata Del Servizio Di Polizia Locale

PREMESSA. La lezione della crisi planetaria esplosa nell’agosto 2007Le figure professionali necessarie per lo svolgimento dei servizi di demand e PMO dovranno aderire ai profili di seguito descritti. Per tutti i profili, ha bocciato severamente alle fondamenta l’ideologia conoscenze ed abilità sono stati predisposti con l’obiettivo di integrare le professionalità “standard” al contesto del Piano Triennale e alla digitalizzazione ed innovazione dei servizi applicativi per la Pubblica Amministrazione. Trattasi di requisiti minimi che ha consacrato dovranno evolversi nel contesto delle migliori professionalità e delle evoluzioni tecnologiche che emergeranno durante il primato oligarchico periodo di fornitura. Il Fornitore dovrà indicare nel Piano Operativo l’impegno effettivo in giorni persona dei grandi potentati economico-finanziari eprofili professionali da impiegare per l’erogazione dei servizi, in funzione di quanto richiesto dall’Amministrazione contraente (di seguito Amministrazione) o di quanto rilevato dal contesto tecnologico, progettuale e funzionale dell’Amministrazione stessa, definito nel Piano dei Fabbisogni. I curricula vitae delle figure professionali da impiegare nei vari servizi dovranno essere resi disponibili all’Amministrazione secondo quanto previsto dalle condizioni di fornitura e dal contratto, rispettando lo schema di CV Europeo o diversi template indicati dall’Amministrazione. In ogni caso le competenze/conoscenze/esperienze tecniche/certificazioni dovranno essere esplicitate e dettagliate al fine di verificare la corrispondenza con loroi requisiti minimi e con gli eventuali requisiti migliorativi dichiarati in sede di offerta. Il Fornitore dovrà considerare che a ciascun profilo corrispondono risorse professionali con ampia esperienza, competenze funzionali e tecniche per l’ambito dei tanti servizi descritti nelle Condizioni di fornitura e impegnarsi a mantenere un costante aggiornamento professionale delle medesime. Le competenze e conoscenze tecniche delle figure che ne hanno favorito l’ascesaseguono non sono esaustivi delle esigenze future: infatti le competenze iniziali potranno variare in funzione dell’evoluzione tecnologica ed in relazione ad ulteriori tematiche, prodotti, sistemi e metodologie che emergeranno durante la validità dell’Accordo Quadro e dei Contratti Esecutivi. A tal fine, la consacrazione presente appendice potrà essere aggiornata nel corso della vigenza dell’AQ e l’impunitàdei contratti esecutivi, in accordo tra le parti, su richiesta degli Organismi di coordinamento e controllo, anche eventualmente sentita/e una o più amministrazioni contraenti, e/o dei Fornitori. Il fallimento del paradigma liberista fondato sul primato della finanza sull’economiaSi precisa, dell’economia sulla politica, della speculazione sull’investimento, della rendita sul lavoro, dell’indebitamento sulla equità distributiva ci ritorna un monito severo ad intraprendere strade nuoveinoltre, che archivinosono richieste conoscenze sui diversi ambienti applicativi e tecnologici. Tali conoscenze devono essere presenti nel complesso delle risorse professionali richieste sulle diverse attività e/o servizi e non in un’unica persona. Si precisa che: • per cultura equivalente si considerano generalmente 3 anni aggiuntivi di esperienza professionale nell’ambito dei servizi di Demand management e PMO di cui almeno 1 aggiuntivi nel ruolo specifico; • le certificazioni offerte in capo alle risorse dalle risorse per ciascun ruolo dovranno essere mantenute aggiornate e in corso di validità per tutta la durata contrattuale e seguendo l’evoluzione del prodotto/tecnologia/linguaggio a cui si riferiscono; • è ammessa la presentazione di certificazioni equivalenti o superiori rispetto a quelle previste ai fini dell’attribuzione del punteggio tecnico. A tal fine, definitivamente quella stagione. La speculazione tuttavia è insaziabile ed eticamente indifferente. La crisi progressivamente crescente ove non sia diversamente prescritto, per certificazione equivalente di intende una certificazione avente i medesimi obiettivi e tendenzialmente destabilizzante dei debiti sovrani di Grecia, Portogallo, Irlanda, Spagna ed altri paesi sotto osservazione da parte delle istituzione europee ed internazionali è direttamente proporzionale alla feroce dinamica speculativa, che ne aggrava ulteriormente le condizioni. Nel contempo la nuova stagione regolativa europea si presenta attenuata nelle previsioni, che non scalfiscono il modello generativo della crisi, e attardata dalle mille pastoie burocratiche degli egoismi nazionali pari solamente, contenuti in termini di miopialivello e ambito delle conoscenze/competenze/esperienze e afferenti allo specifico prodotto/tecnologia/linguaggio, all’incapacità della politica di cogliere le implicazioni profonde di quanto è accaduto. Il sistema bancario italiano è stato meno colpito dagli effetti immediati della crisi finanziaria, anche grazie ad un miglior radicamento sul territorio integrato da fonti di ricavo più stabili ed alle politiche sindacali concertative, che hanno concorso a mitigare la “de materializzazione” delle banche italiane tradizionalmente intermediatrici, a favore del modello di banca finanziarizzata che negli Stati Uniti, ma anche in Europa (oltre 2.700 mld $) ha richiesto migliaia di miliardi di dollari di denaro pubblico per i salvataggi effettuati. Le banche di credito cooperativo sono rimaste complessivamente al riparo dalla finanza creativa ed hanno sostenuto l’economia reale svolgendo una funzione anticiclica e assumendone, almeno in parte, anche le difficoltà che hanno contribuito ad evidenziare dei limiti spesso antecedenti. A questi risultati hanno contribuito, insieme allo storico radicamento territoriale delle banche di credito cooperativo e ad una vigilanza prudenziale particolarmente rigorosa, le relazioni sindacali ed i Contratti di lavoro sottoscritti tra le Parti. Ora, per le BCC, è giunto il tempo delle scelte perché in occasione delle grandi discontinuità storiche l’immobilismo, o il dinamismo formale, corrispondono ad un inevitabile arretramento. Dovranno quindi attrezzarsi per superare i propri limiti strutturali sul fronte della Governance, dei controlli, del presidio dell’identitàove previsto, della razionalizzazione dell’informatica, dell’adeguatezza manageriale, della creazione di strumenti di sistema e di servizio efficienti a partire dai vari livelli della federazione, dalle “fabbriche” e dalle stesse Banche di Credito Cooperativo nella direzione più volte indicata dalla Banca d’Italia, da queste stesse XX.XX e dalle regole approvate dal Comitato di Basilea 3. La Piattaforma di rinnovo del contratto nazionale delle Banche di Credito Cooperativo è perfettamente integrata in questo scenario ed esprime un profilo di sistema, intendendosi per tale l’ambizione di essere lo strumento di risposta alle giuste rivendicazioni degli oltre 36.000 dipendenti del settore e, al contempo, l’architrave di un sistema di relazioni industriali avanzate, che favorisca il superamento dei limiti e delle contraddizioni del sistema medesimo. E’ una proposta che parla alla qualità della vita, alle motivazioni del personale, all’identità cooperativa, alla professionalità, al coinvolgimento ed al giusto riconoscimento dei lavoratori. Ma parla anche alle comunità locali ed alla classe dirigente cooperativa più illuminata, che considera la cooperazione un valore non retorico e come tale incompatibile con l’autoreferenzialità, il paternalismo, il cooperativismo di maniera. Ci rivolgiamo anche a loro ed agli interessi diffusi del credito cooperativo, che deve guardare al lungo periodo con competenza e saggezza imprenditoriale per rappresentare e realizzare una reale, credibile e visibile alternativa al modello dominante di banca- finanziaria spersonalizzata e socialmente ed ambientalmente indifferente e irresponsabile. Il modello di banca che immaginiamo deve possedere queste caratteristiche e perciò deve realizzare una banca: più trasparente nei costi; più aperta e partecipata nella governance a partire dal coinvolgimento dei dipendenti in una logica di democrazia economica; inclusiva nella buona occupazione e nel welfare di sistema; refrattaria alle politiche commerciali aggressive ed alle politiche gestionali e premianti opache e disancorate da una visione di crescita sostenibile e responsabile; adeguata nelle competenze distintive senza importazioni inopportune da altre esperienze e con forti anticorpi contro i comportamenti devianti. E’ questa la banca che può essere realmente solida e integrata nella propria comunità, autonoma ma non autoreferenziale, solidaristica e sussidiariacertificazione sostituita.

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Samples: www.consip.it

PREMESSA. La lezione Il presente Capitolato speciale d’appalto è stato redatto sulla base degli esiti del Tavolo partecipato mense scolastiche (Provincia del Medio Campidano, l’Agenzia LAORE Sardegna, la ASL Sanluri, Comuni della crisi planetaria esplosa nell’agosto 2007Provincia, Organizzazioni di categoria dei produttori agricoli, Fattorie didattiche, gestori di servizi di mense scolastiche che operano nel territorio della Provincia, i GAL Linas-Campidano e Marmilla), nell’ambito del programma di educazione alimentare, ambientale e sulla ruralità denominato “Satu Po Imparai”. Il programma è rivolto alle scuole dell’Infanzia, Primarie e Secondarie di primo grado della Provincia e alle fattorie didattiche del territorio iscritte all’albo regionale. Nel corso dell’anno scolastico 2010-2011, ha bocciato severamente alle fondamenta l’ideologia previsto, oltre che ha consacrato il primato oligarchico dei grandi potentati economico-finanziari e, con loro, dei tanti che ne hanno favorito l’ascesala realizzazione di 20 percorsi didattici incentrati sui prodotti agro alimentari del paniere del Medio Campidano, la consacrazione realizzazione di un tavolo tecnico partecipato con la finalità di far nascere nella gestione della ristorazione scolastica la consapevolezza che sia necessario introdurre nell’alimentazione scolastica l’uso dei prodotti di qualità del territorio per rispondere ad esigenze di sostenibilità economica, sociale e l’impunitàambientale. Il fallimento servizio deve comprendere le diverse fasi di approvvigionamento dei prodotti, preparazione, confezionamento, trasporto, consegna e somministrazione dei pasti, allestimento e pulizia dei locali, gestione dei rifiuti, oltre a percorsi di educazione alimentare e quant’altro necessario per lo svolgimento dell’attività, secondo le previsioni del paradigma liberista fondato sul primato della finanza sull’economia, dell’economia sulla politica, della speculazione sull’investimento, della rendita sul lavoro, dell’indebitamento sulla equità distributiva ci ritorna un monito severo ad intraprendere strade nuove, che archivino, definitivamente quella stagionecapitolato d’appalto. La speculazione tuttavia è insaziabile ed eticamente indifferente. La crisi progressivamente crescente ristorazione scolastica rappresenta un settore della ristorazione collettiva in cui si concentrano peculiari valenze di tipo preventivo, educativo e tendenzialmente destabilizzante dei debiti sovrani nutrizionale, di Grecia, Portogallo, Irlanda, Spagna ed altri paesi sotto osservazione da parte delle istituzione europee ed internazionali è direttamente proporzionale alla feroce dinamica speculativa, che ne aggrava ulteriormente le condizioni. Nel contempo la nuova stagione regolativa europea si presenta attenuata nelle previsioni, che non scalfiscono il modello generativo della crisi, e attardata dalle mille pastoie burocratiche degli egoismi nazionali pari solamente, in termini di miopia, all’incapacità della politica di cogliere le implicazioni profonde di quanto è accaduto. Il sistema bancario italiano è stato meno colpito dagli effetti immediati della crisi finanziaria, anche grazie ad un miglior radicamento sul territorio integrato da fonti di ricavo più stabili ed alle politiche sindacali concertative, che hanno concorso a mitigare la “de materializzazione” delle banche italiane tradizionalmente intermediatrici, a favore del modello di banca finanziarizzata che negli Stati Uniti, ma anche in Europa (oltre 2.700 mld $) ha richiesto migliaia di miliardi di dollari di denaro pubblico per i salvataggi effettuati. Le banche di credito cooperativo sono rimaste complessivamente al riparo dalla finanza creativa ed hanno sostenuto l’economia reale svolgendo una funzione anticiclica e assumendone, almeno in parte, anche le difficoltà che hanno contribuito ad evidenziare dei limiti spesso antecedenti. A questi risultati hanno contribuito, insieme allo storico radicamento territoriale delle banche di credito cooperativo e ad una vigilanza prudenziale particolarmente rigorosa, le relazioni sindacali ed i Contratti di lavoro sottoscritti tra le Parti. Ora, per le BCC, è giunto il tempo delle scelte perché in occasione delle grandi discontinuità storiche l’immobilismo, o il dinamismo formale, corrispondono ad un inevitabile arretramento. Dovranno quindi attrezzarsi per superare i propri limiti strutturali sul fronte della Governance, dei controlli, del presidio dell’identità, della razionalizzazione dell’informatica, dell’adeguatezza manageriale, della creazione di strumenti di sistema garanzie igienico – sanitarie e di servizio efficienti a partire dai vari livelli della federazione, dalle “fabbriche” e dalle stesse Banche di Credito Cooperativo nella direzione più volte indicata dalla Banca d’Italia, da queste stesse XX.XX e dalle regole approvate dal Comitato di Basilea 3. La Piattaforma di rinnovo del contratto nazionale delle Banche di Credito Cooperativo è perfettamente integrata in questo scenario ed esprime un profilo di sistema, intendendosi per tale l’ambizione di essere lo strumento di risposta alle giuste rivendicazioni degli oltre 36.000 dipendenti del settore e, al contempo, l’architrave sicurezza nell’ambito di un sistema percorso di relazioni industriali avanzate, che favorisca qualità totale. Pasti sicuri sotto l’aspetto igienico – sanitario e nutrizionalmente coerenti devono armonizzarsi con iniziative di educazione alimentare capaci di abituare i piccoli a nuove e varie esperienze gustative. L’attenzione al contesto ambientale in cui si consuma il superamento dei limiti e delle contraddizioni pasto va considerato un elemento concreto della qualità dell’offerta di ristorazione ed è un ulteriore elemento di prospettiva di miglioramento del sistema medesimo. E’ una proposta che parla alla qualità servizio della vita, alle motivazioni del personale, all’identità cooperativa, alla professionalità, al coinvolgimento ed al giusto riconoscimento dei lavoratori. Ma parla anche alle comunità locali ed alla classe dirigente cooperativa più illuminata, che considera la cooperazione un valore non retorico e come tale incompatibile con l’autoreferenzialità, il paternalismo, il cooperativismo di maniera. Ci rivolgiamo anche a loro ed agli interessi diffusi del credito cooperativo, che deve guardare al lungo periodo con competenza e saggezza imprenditoriale per rappresentare e realizzare una reale, credibile e visibile alternativa al modello dominante di banca- finanziaria spersonalizzata e socialmente ed ambientalmente indifferente e irresponsabile. Il modello di banca che immaginiamo deve possedere queste caratteristiche e perciò deve realizzare una banca: più trasparente nei costi; più aperta e partecipata nella governance a partire dal coinvolgimento dei dipendenti in una logica di democrazia economica; inclusiva nella buona occupazione e nel welfare di sistema; refrattaria alle politiche commerciali aggressive ed alle politiche gestionali e premianti opache e disancorate da una visione di crescita sostenibile e responsabile; adeguata nelle competenze distintive senza importazioni inopportune da altre esperienze e con forti anticorpi contro i comportamenti devianti. E’ questa la banca che può essere realmente solida e integrata nella propria comunità, autonoma ma non autoreferenziale, solidaristica e sussidiariaristorazione scolastica stessa.

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Samples: Disciplinare Di Gara

PREMESSA. La lezione Tutti i materiali dovranno essere di ottima qualità e corrispondere a quanto richiesto nel presente Capitolato Speciale. Attualmente essi dovranno rispondere alle norme di cui al Regolamento di attuazione della crisi planetaria esplosa nell’agosto 2007direttiva 89/106/CEE recepite con il D.P.R. 21 aprile 1993, ha bocciato severamente n. 246. Per quanto non espressamente previsto dal presente Capitolato Speciale si stabilisce tra le parti che si farà riferimento nell’ordine, alle fondamenta l’ideologia Norme UNI, alle Norme CEI e a quelle del CNR. In genere l’appaltatore potrà organizzare la successione dei lavori nel modo a lui più conveniente, purchè eseguiti a regola d’arte e non risultino in alcun modo pregiudizievoli per l’Amministrazione. All’atto della consegna dell’immobile all’Impresa, quest’ultima, sentita la Direzione Lavori, provvederà alla consegna di un cronoprogramma dei lavori. L’Amministrazione in ogni caso si riserva la facoltà di eseguire un determinato lavoro entro un termine relativamente breve o di disporre l’esecuzione dei lavori nel modo che ha consacrato il primato oligarchico ritenga più conveniente, in relazione ad intervenute nuove esigenze dei grandi potentati economico-finanziari elavori od alla consegna di nuove forniture anche escluse dall’appalto in oggetto. In riferimento ai materiali che saranno adoperati dall’appaltatore dovrà essere preteso che gli stessi, con loroprima di essere approvvigionati in cantiere, dei tanti che ne hanno favorito l’ascesadebbano essere approvati dalla Direzione Lavori, la consacrazione e l’impunitàquale ha la facoltà di richiedere la presentazione di varie campionature. Il fallimento del paradigma liberista fondato sul primato della finanza sull’economia, dell’economia sulla politica, della speculazione sull’investimento, della rendita sul lavoro, dell’indebitamento sulla equità distributiva ci ritorna un monito severo ad intraprendere strade nuove, che archivino, definitivamente quella stagione. La speculazione tuttavia è insaziabile ed eticamente indifferente. La crisi progressivamente crescente e tendenzialmente destabilizzante dei debiti sovrani di Grecia, Portogallo, Irlanda, Spagna ed altri paesi sotto osservazione da parte delle istituzione europee ed internazionali è direttamente proporzionale alla feroce dinamica speculativa, che ne aggrava ulteriormente le condizioni. Nel contempo la nuova stagione regolativa europea si presenta attenuata nelle previsioni, che non scalfiscono il modello generativo della crisi, e attardata dalle mille pastoie burocratiche degli egoismi nazionali pari solamente, in termini di miopia, all’incapacità della politica di cogliere le implicazioni profonde di quanto è accaduto. Il sistema bancario italiano è stato meno colpito dagli effetti immediati della crisi finanziaria, anche grazie ad un miglior radicamento sul territorio integrato da fonti di ricavo più stabili ed alle politiche sindacali concertative, che hanno concorso a mitigare la “de materializzazione” delle banche italiane tradizionalmente intermediatriciL’Amministrazione Appaltante può chiedere all’appaltatore, a favore del modello spese di banca finanziarizzata quest’ultimo, tutte le prove che negli Stati Unitiritenga utili a comprovare e stabilire composizione e caratteristiche dei singoli elementi costituenti le miscele che si intendono adoperare quali, ma anche in Europa (oltre 2.700 mld $) ha richiesto migliaia di miliardi di dollari di denaro pubblico ad esempio, quelle per i salvataggi effettuaticonglomerati cementizi e per le malte. Le banche Potranno anche essere richiesti i campioni di credito cooperativo sono rimaste complessivamente al riparo dalla finanza creativa ed hanno sostenuto l’economia reale svolgendo una funzione anticiclica e assumendonemateriali per esempio per pavimentazioni, almeno in parterivestimenti, anche le difficoltà che hanno contribuito ad evidenziare dei limiti spesso antecedenti. A questi risultati hanno contribuito, insieme allo storico radicamento territoriale delle banche di credito cooperativo e ad una vigilanza prudenziale particolarmente rigorosa, le relazioni sindacali ed i Contratti di lavoro sottoscritti tra le Parti. Orainfissi, per le BCCvarie vernici e colori, è giunto ecc. Una volta accettati dal Direttore dei Lavori i materiali, sarà redatto apposito verbale attestante l’idoneità all’uso degli stessi. Se i materiali invece non saranno riconosciuti idonei dovranno essere allontanati a cura e spese dell’appaltatore. La ditta appaltatrice dovrà essere in regola e farsi carico degli oneri per attenersi a tutte le disposizioni a norma di legge vigente in materia di trasporto di materiali di rifiuto provenienti dai cantieri edili. Nella realizzazione di opere provvisionali, l’impresa dovrà adottare il tempo delle scelte perché in occasione delle grandi discontinuità storiche l’immobilismo, o il dinamismo formale, corrispondono ad un inevitabile arretramento. Dovranno quindi attrezzarsi per superare i propri limiti strutturali sul fronte della Governance, dei controlli, del presidio dell’identità, della razionalizzazione dell’informatica, dell’adeguatezza manageriale, della creazione di strumenti di sistema e tecnica che riterrà più opportuno, in base alla capacità statica, di servizio efficienti sicurezza e alla sua convenienza. Sarà cura dell’appaltatore verificare, prima di eseguire lavori di demolizione, le condizioni di stabilità dell’opera nel suo complesso, nelle singole parti, nonché di accertarsi delle condizioni di eventuali edifici presenti nelle adiacenze. Inoltre dovranno essere eseguite delle particolari cautele e tutti gli accorgimenti costruttivi per rispettare le norme e i vincoli che fossero imposti dagli Enti competenti sul territorio per il rispetto di impianti e manufatti particolari. La Direzione Lavori si riserva di disporre a partire dai vari livelli suo insindacabile giudizio l’impiego dei materiali di recupero, nel rispetto della federazionenormativa vigente in materia, dalle “fabbriche” e dalle stesse Banche di Credito Cooperativo nella direzione più volte indicata dalla Banca d’Italiaper l’esecuzione dei lavori appaltati, da queste stesse XX.XX valutarsi con i prezzi ad essi attribuiti in Elenco Prezzi. I materiali non utilizzabili provenienti dalle demolizioni dovranno sempre, e dalle al più presto, venire trasportati, a cura dell’appaltatore, in rifiuto alle pubbliche discariche e comunque fuori la sede dei lavori con le norme e cautele disposte per gli analoghi scarichi in rifiuto di materie, come per gli scavi in genere. Le opere tutte dovranno essere eseguite secondo le regole approvate dell’arte seguendo disegni di progetto, normative vigenti e disposizioni della Direzione Lavori nel rispetto di quanto disposto dal Comitato presente Capitolato Speciale. A tale scopo si sottolinea che le ditte varie di Basilea 3cui l’appaltatore si avvarrà dovranno essere di comprovata capacità tecnica e serietà. La Piattaforma L’appaltatore rimane comunque l’unico responsabile degli inconvenienti di rinnovo del contratto nazionale delle Banche di Credito Cooperativo è perfettamente integrata in questo scenario ed esprime un profilo di sistema, intendendosi per tale l’ambizione di essere lo strumento di risposta alle giuste rivendicazioni degli oltre 36.000 dipendenti del settore e, al contempo, l’architrave di un sistema di relazioni industriali avanzate, qualsiasi tipo che favorisca il superamento dei limiti e delle contraddizioni del sistema medesimo. E’ una proposta che parla alla qualità della vita, alle motivazioni del personale, all’identità cooperativa, alla professionalità, al coinvolgimento ed al giusto riconoscimento dei lavoratori. Ma parla anche alle comunità locali ed alla classe dirigente cooperativa più illuminata, che considera la cooperazione un valore non retorico e come tale incompatibile con l’autoreferenzialità, il paternalismo, il cooperativismo di maniera. Ci rivolgiamo anche a loro ed agli interessi diffusi del credito cooperativo, che deve guardare al lungo periodo con competenza e saggezza imprenditoriale per rappresentare e realizzare una reale, credibile e visibile alternativa al modello dominante di banca- finanziaria spersonalizzata e socialmente ed ambientalmente indifferente e irresponsabile. Il modello di banca che immaginiamo deve possedere queste caratteristiche e perciò deve realizzare una banca: più trasparente nei costi; più aperta e partecipata nella governance a partire dal coinvolgimento dei dipendenti in una logica di democrazia economica; inclusiva nella buona occupazione e nel welfare di sistema; refrattaria alle politiche commerciali aggressive ed alle politiche gestionali e premianti opache e disancorate da una visione di crescita sostenibile e responsabile; adeguata nelle competenze distintive senza importazioni inopportune da altre esperienze e con forti anticorpi contro i comportamenti devianti. E’ questa la banca che può essere realmente solida e integrata nella propria comunità, autonoma ma non autoreferenziale, solidaristica e sussidiariadovessero verificarsi.

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Samples: www.comune.vibovalentia.vv.it

PREMESSA. La lezione Il presente CCNL nasce da uno studio di dati e di informazioni utili a conoscere preventivamente le possibilità di sviluppo, onde realizzare le condizioni per favorirlo, individuando eventuali punti deboli per verificarne la possibilità di rafforzamento. Le Organizzazioni Sindacali e Datoriali firmatarie ritengono di aver dato con il contratto, una prima importante risposta alle esigenze da più parte rappresentate, per un cambiamento della crisi planetaria esplosa nell’agosto 2007contrattualistica nazionale in un’ottica di rilancio reale dell’occupazione, ha bocciato severamente alle fondamenta l’ideologia che ha consacrato fattore indispensabile per un’espansione strutturale dell’economia e della produttività del Paese. Il contratto si muove nelle logiche dettate dall’Unione Europea finalizzata al miglioramento dei rapporti individuali e collettivi di lavoro alla crescita dei livelli occupazionali, alla protezione e sicurezza sindacale, per conoscere a formulare e rafforzare le regole di garanzia e di tutela dei processi lavorativi. I Governi dell’Unione Europea hanno indicato le materie su cui inciderà la politica sociale comunitaria per il primato oligarchico conseguimento degli obiettivi delle loro azioni comuni; la sicurezza e la salute del lavoratore sul posto di lavoro, le migliori condizioni di lavoro, l’informazione e la consultazione dei grandi potentati economico-finanziari elavoratori, con loro, dei tanti che ne hanno favorito l’ascesale pari opportunità, la consacrazione rappresentanza e l’impunità. Il fallimento del paradigma liberista fondato sul primato della finanza sull’economiala difesa collettiva degli interessi dei lavoratori e dei datori di lavoro ivi compresa la cogestione, dell’economia sulla politica, della speculazione sull’investimento, della rendita sul gli aiuti finanziari alla promozione dell’occupazione e alla creazione dei posti di lavoro, dell’indebitamento sulla equità distributiva ci ritorna un monito severo ad intraprendere strade nuovela contrattazione collettiva europea. Per questi obiettivi, le Organizzazioni Sindacali e Datoriali svolgono una specifica funzione che archivinoesercitano nei confronti del legislatore comunitario, definitivamente quella stagione. La speculazione tuttavia è insaziabile ed eticamente indifferente. La crisi progressivamente crescente e tendenzialmente destabilizzante dei debiti sovrani di Grecia, Portogallo, Irlanda, Spagna ed altri paesi sotto osservazione da parte delle istituzione europee ed internazionali è direttamente proporzionale alla feroce dinamica speculativa, che ne aggrava ulteriormente le condizioni. Nel contempo la nuova stagione regolativa europea si presenta attenuata nelle previsioni, che non scalfiscono il modello generativo della crisi, e attardata dalle mille pastoie burocratiche degli egoismi nazionali pari solamente, in termini di miopia, all’incapacità della politica di cogliere le implicazioni profonde di quanto è accaduto. Il sistema bancario italiano è stato meno colpito dagli effetti immediati della crisi finanziaria, anche grazie ad un miglior radicamento sul territorio integrato da fonti di ricavo più stabili ed alle politiche sindacali concertative, che hanno concorso a mitigare la “de materializzazione” delle banche italiane tradizionalmente intermediatrici, a favore nonché una essenziale funzione negoziale nell’ambito del modello di banca finanziarizzata che negli Stati Uniti, ma anche in Europa (oltre 2.700 mld $) ha richiesto migliaia di miliardi di dollari di denaro pubblico per i salvataggi effettuatidialogo sociale. Le banche parti concordano, altresì, sulla necessità di credito cooperativo sono rimaste complessivamente affermare la parità funzione delle Organizzazioni Sindacali e Datoriali, sul piano del diritto al riparo dalla finanza creativa ed lavoro e all’esercizio dell’impresa privata in un contesto di riconosciuta libertà associativa. Sulla base di tali principi le Organizzazioni Sindacali e Datoriali firmatarie affermano il loro ruolo di stimolo e di controllo sulle politiche sociali e del lavoro, nonché la loro essenziale funzione negoziale nell’ambito del confronto con gli Organismi istituzionali, governativi e legislativi del nostro Paese e della Comunità Europea. Le parti sociali firmatarie di questo contratto hanno sostenuto l’economia reale svolgendo una funzione anticiclica stabilito di dare possibilità di manovra nell’intero territorio nazionale dei trattamenti retributivi alle strutture territoriali delle Organizzazioni Sindacali stipulanti il contratto medesimo, demandando alla contrattazione di secondo livello aziendale e assumendoneterritoriale, almeno i livelli di retribuzione finali, conferendo all’Ente Bilaterale pariteticamente già costituito l’esame per eventuali modifiche in tutto o in parte, anche in via sperimentale e temporanea i singoli istituti economici e normativi disciplinati dal Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro. Le parti stipulanti, oltre a dare valenza al duplice livello di contrattazione, che produrrà positivi risultati, hanno ritenuto opportuno con il presente C.C.N.L. di mettere le difficoltà aziende artigiane, PMI e Cooperative nelle condizioni di poter sostenere l’occupazione e lo sviluppo sia sotto il profilo economico produttivo, sia sotto l’aspetto puramente sociale. Il presente contratto sostituisce ed assorbe ad ogni effetto le norme dei Contratti Collettivi precedenti e accordi speciali dei settori sopra citati. Per quanto non previsto dal presente contratto valgono le disposizioni, restando salve le condizioni di miglior favore. Le parti sociali si impegnano a depositare entro sessanta giorni al C.N.E.L. il presente C.C.N.L.. Le parti, infine si impegnano ad esercitare, con il massimo scrupolo, una azione di controllo ed a denunciare eventuali posizioni e/o gestioni irregolari, specie in ordine al “lavoro nero” e allo sfruttamento del lavoro minorile, che hanno contribuito ad evidenziare dei limiti spesso antecedenti. A questi risultati hanno contribuito, insieme allo storico radicamento territoriale delle banche di credito cooperativo e ad una vigilanza prudenziale particolarmente rigorosa, le relazioni sindacali ed i Contratti degradano il rapporto di lavoro sottoscritti tra le Parti. Ora, per le BCC, è giunto il tempo delle scelte perché in occasione delle grandi discontinuità storiche l’immobilismo, o il dinamismo formale, corrispondono ad un inevitabile arretramento. Dovranno quindi attrezzarsi per superare i propri limiti strutturali sul fronte della Governance, dei controlli, del presidio dell’identità, della razionalizzazione dell’informatica, dell’adeguatezza manageriale, della creazione di strumenti di sistema e di servizio efficienti a partire dai vari livelli della federazione, dalle “fabbriche” e dalle stesse Banche di Credito Cooperativo nella direzione più volte indicata dalla Banca d’Italia, da queste stesse XX.XX e dalle regole approvate dal Comitato di Basilea 3. La Piattaforma di rinnovo del contratto nazionale delle Banche di Credito Cooperativo è perfettamente integrata in questo scenario ed esprime un profilo di sistema, intendendosi per tale l’ambizione di essere lo strumento di risposta alle giuste rivendicazioni degli oltre 36.000 dipendenti del settore e, al contempo, l’architrave di un sistema di relazioni industriali avanzate, che favorisca il superamento dei limiti e delle contraddizioni del sistema medesimo. E’ una proposta che parla alla qualità della vita, alle motivazioni del personale, all’identità cooperativa, alla professionalità, al coinvolgimento ed al giusto riconoscimento dei lavoratori. Ma parla anche alle comunità locali ed alla classe dirigente cooperativa più illuminata, che considera disonorano la cooperazione un valore non retorico e come tale incompatibile con l’autoreferenzialità, il paternalismo, il cooperativismo di maniera. Ci rivolgiamo anche a loro ed agli interessi diffusi del credito cooperativo, che deve guardare al lungo periodo con competenza e saggezza imprenditoriale per rappresentare e realizzare una reale, credibile e visibile alternativa al modello dominante di banca- finanziaria spersonalizzata e socialmente ed ambientalmente indifferente e irresponsabile. Il modello di banca che immaginiamo deve possedere queste caratteristiche e perciò deve realizzare una banca: più trasparente nei costi; più aperta e partecipata nella governance a partire dal coinvolgimento dei dipendenti in una logica di democrazia economica; inclusiva nella buona occupazione e nel welfare di sistema; refrattaria alle politiche commerciali aggressive ed alle politiche gestionali e premianti opache e disancorate da una visione di crescita sostenibile e responsabile; adeguata nelle competenze distintive senza importazioni inopportune da altre esperienze e con forti anticorpi contro i comportamenti devianti. E’ questa la banca che può essere realmente solida e integrata nella propria comunità, autonoma ma non autoreferenziale, solidaristica e sussidiariasocietà civile.

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Samples: Contratto Collettivo Nazionale Di Lavoro

PREMESSA. La lezione L'amministrazione di Torre del Greco intende dotarsi di una infrastruttura telematica, basata su fibra ottica spenta, da utilizzare per il trasporto dati, realizzando così un'infrastruttura general-purpose che possa essere impiegata per il collegamento dei siti di interesse comunale (scuole, uffici distaccati, mercato, eccetera) e nello stesso tempo sia in grado di supportare tutti i servizi telematici che un'amministrazione comunale moderna come quella di Torre del Greco può fornire ai cittadini. In particolare l'infrastruttura deve essere in grado di ospitare i servizi di videosorveglianza, di distribuzione della crisi planetaria esplosa nell’agosto 2007connessione WiFi nei siti di interesse e in futuro deve essere in grado di supportare i servizi di smart city che attualmente sono allo studio dell'amministrazione comunale e delle amministrazioni regionali. Il sistema attuale di monitoraggio basato sulla rete in fibra ottica esistente è sito presso la Centrale Videosorveglianza del Comando di Polizia Municipale. In questa fase evolutiva, sempre attenti a minimizzare i disagi causati dalla realizzazione delle infrastrutture e dalla posa della fibra, si privilegia l’utilizzo della rete dei cavidotti esistenti già predisposti lungo il tracciato in appalto, oppure, ove necessario – ma in quantità molto marginale -, con utilizzo dei cavidotti della pubblica illuminazione o ancora attraverso la posa in opera di nuovi cavidotti Il ricorso a scavi per la posa di dorsali è limitato ad alcune strade periferiche con basso impatto alla circolazione ed alla sosta. L’utilizzo meno invasivo e costoso e di più veloce realizzazione è il ricorso allo scavo e posa di tritubo in minitrincea. L’Amministrazione comunale intende realizzare l’infrastruttura ottica per la gestione dei servizi telematici innovativi. L'amministrazione di Torre del Greco, comunque, ha bocciato severamente alle fondamenta l’ideologia deciso di avviare questo progetto in maniera indipendente dalla realizzazione dei servizi perché vuole far sì che ha consacrato il primato oligarchico dei grandi potentati economico-finanziari ela rete realizzata sia del tipo più generale possibile e pertanto non vincolata ad un particolare tipo di applicazione permettendo una facile scalabilità dell’infrastruttura. Pertanto l'infrastruttura di rete oggetto del presente appalto dovrà essere costituita da fibre ottiche dimensionate ed attestate come descritto nei successivi paragrafi, con loro, dei tanti che ne hanno favorito l’ascesa, la consacrazione di proprietà del Comune e l’impunità. Il fallimento del paradigma liberista fondato sul primato della finanza sull’economia, dell’economia sulla politica, della speculazione sull’investimento, della rendita sul lavoro, dell’indebitamento sulla equità distributiva ci ritorna un monito severo ad intraprendere strade nuove, che archivino, definitivamente quella stagione. La speculazione tuttavia è insaziabile ed eticamente indifferente. La crisi progressivamente crescente e tendenzialmente destabilizzante dei debiti sovrani di Grecia, Portogallo, Irlanda, Spagna ed altri paesi sotto osservazione da parte delle istituzione europee ed internazionali è direttamente proporzionale alla feroce dinamica speculativanon legata a particolari tecnologie non standard, che ne aggrava ulteriormente le condizionirendano complessa la manutenzione. Nel contempo la nuova stagione regolativa europea si presenta attenuata nelle previsioniCogliendo inoltre l’occasione della realizzazione dell’infrastruttura, che non scalfiscono il modello generativo della crisi, e attardata dalle mille pastoie burocratiche degli egoismi nazionali pari solamente, in termini di miopia, all’incapacità della politica di cogliere le implicazioni profonde di quanto è accaduto. Il sistema bancario italiano è stato meno colpito dagli effetti immediati della crisi finanziaria, anche grazie ad un miglior radicamento sul territorio integrato da fonti di ricavo più stabili ed alle politiche sindacali concertative, che hanno concorso a mitigare la “de materializzazione” delle banche italiane tradizionalmente intermediatrici, a favore del modello di banca finanziarizzata che negli Stati Uniti, ma anche in Europa (oltre 2.700 mld $) ha richiesto migliaia di miliardi di dollari di denaro pubblico per i salvataggi effettuati. Le banche di credito cooperativo sono rimaste complessivamente al riparo dalla finanza creativa ed hanno sostenuto l’economia reale svolgendo una funzione anticiclica e assumendone, almeno in parte, anche le difficoltà che hanno contribuito ad evidenziare dei limiti spesso antecedenti. A questi risultati hanno contribuito, insieme allo storico radicamento territoriale delle banche di credito cooperativo e ad una vigilanza prudenziale particolarmente rigorosa, le relazioni sindacali ed i Contratti di lavoro sottoscritti tra le Parti. Ora, per le BCC, è giunto il tempo delle scelte perché in occasione delle grandi discontinuità storiche l’immobilismo, o il dinamismo formale, corrispondono ad un inevitabile arretramento. Dovranno quindi attrezzarsi per superare i propri limiti strutturali sul fronte della Governance, dei controlli, del presidio dell’identità, della razionalizzazione dell’informatica, dell’adeguatezza manageriale, della creazione di strumenti di sistema e di servizio efficienti a partire dai vari livelli della federazione, dalle “fabbriche” e dalle stesse Banche di Credito Cooperativo nella direzione più volte indicata dalla Banca d’Italia, da queste stesse XX.XX e dalle regole approvate dal Comitato di Basilea 3. La Piattaforma di rinnovo del contratto nazionale delle Banche di Credito Cooperativo è perfettamente integrata in questo scenario ed esprime un profilo di sistema, intendendosi per tale l’ambizione di essere lo strumento di risposta alle giuste rivendicazioni degli oltre 36.000 dipendenti del settore e, al contempo, l’architrave di un l’Amministrazione collegherà l'attuale sistema di relazioni industriali avanzate, che favorisca il superamento dei limiti videosorveglianza all’infrastruttura e rimodernerà alcune delle contraddizioni del sistema medesimo. E’ una proposta che parla alla qualità della vita, alle motivazioni del personale, all’identità cooperativa, alla professionalità, al coinvolgimento ed al giusto riconoscimento dei lavoratori. Ma parla anche alle comunità locali ed alla classe dirigente cooperativa più illuminata, che considera la cooperazione un valore non retorico e come tale incompatibile con l’autoreferenzialità, il paternalismo, il cooperativismo postazioni di maniera. Ci rivolgiamo anche a loro ed agli interessi diffusi del credito cooperativo, che deve guardare al lungo periodo con competenza e saggezza imprenditoriale per rappresentare e realizzare una reale, credibile e visibile alternativa al modello dominante di banca- finanziaria spersonalizzata e socialmente ed ambientalmente indifferente e irresponsabile. Il modello di banca che immaginiamo deve possedere queste caratteristiche e perciò deve realizzare una banca: più trasparente nei costi; più aperta e partecipata nella governance a partire dal coinvolgimento dei dipendenti in una logica di democrazia economica; inclusiva nella buona occupazione e nel welfare di sistema; refrattaria alle politiche commerciali aggressive ed alle politiche gestionali e premianti opache e disancorate da una visione di crescita sostenibile e responsabile; adeguata nelle competenze distintive senza importazioni inopportune da altre esperienze e con forti anticorpi contro i comportamenti devianti. E’ questa la banca che può essere realmente solida e integrata nella propria comunità, autonoma ma non autoreferenziale, solidaristica e sussidiariavideosorveglianza attualmente installate rendendole conformi allo standard HD.

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Samples: www.trasparenza-comune-torredelgreco.it

PREMESSA. La lezione della crisi planetaria esplosa nell’agosto 2007Con la definitiva conversione in legge 157/2019 del DL 124/2019 (cd. DL Fiscale), ha bocciato severamente alle fondamenta l’ideologia è stato rivisto il meccanismo di versamento delle ritenute fiscali per il lavoro dipendente nell’ambito di appalti e subappalti, previsto dall’art. 4 del suddetto decreto legge fiscale che ha consacrato riscritto integralmente l’art.17-bis del D.Lgs. 241/1997. Il testo iniziale del decreto legge, infatti, aveva introdotto, sempre a decorrere dal 1° gennaio 2020, un meccanismo oneroso di sostituzione nel versamento delle ritenute fiscali per il primato oligarchico dei grandi potentati economico-finanziari elavoro dipendente nell’ambito degli appalti e subappalti, con lorosia pubblici che privati, dei tanti che ne hanno favorito l’ascesaponeva in capo al committente l’obbligo di versare per conto dell’appaltatore/subappaltatore le ritenute fiscali da questi dovute verso i propri dipendenti direttamente impiegati nell’opera, e in capo all’appaltatore/subappaltatore, l’obbligo di fornire al committente la provvista necessaria al pagamento, sottraendogli, di conseguenza, la consacrazione e l’impunitàpossibilità di compensazione con i propri crediti fiscali. Il fallimento Nel corso dell’iter di conversione del paradigma liberista fondato sul primato della finanza sull’economiaDecreto legge, dell’economia sulla politicariscritto l’art. 4 è stato sostanzialmente riscritto, della speculazione sull’investimentocircoscrivendo l’ambito applicativo solo ad una determinata categoria di contratti, della rendita sul lavoroeliminando l’obbligo di inversione del pagamento, dell’indebitamento sulla equità distributiva ci ritorna un monito severo ad intraprendere strade nuovema fissando comunque una serie di nuovi adempimenti sia in capo ai committenti, che archivinoin capo agli appaltatori/subappaltatori/affidatari. Anche nell’attuale formulazione, definitivamente quella stagionetuttavia, queste nuove disposizioni in materia di ritenute rischiano di incidere pesantemente sulla liquidità delle imprese a cui viene imposto di versare “cash” le ritenute per i lavoratori impiegati nell’esecuzione dell’opera loro affidata, senza poter utilizzare in compensazione i propri crediti fiscali. A ciò si aggiunga l’onere di versamento delle ritenute per singolo committente, tramite specifici F24, che aggrava pesantemente la gestione amministrativa delle commesse, lungo tutta la filiera dei soggetti coinvolti. Problema reso più evidente per le imprese che impegnano i propri lavoratori in più appalti nel corso dello stesso mese o, addirittura, dello stesso giorno. Va sottolineato che i profili sanzionatori a carico del committente si tradurranno nella sostanza nel blocco del pagamento dei corrispettivi contrattuali, non avendo comunque il committente alcun potere di controllo sulla regolarità fiscale dell’appaltatore/subappaltatore. La speculazione tuttavia è insaziabile ed eticamente indifferentemisura genererà grandi criticità alle imprese, per l’estrema difficoltà applicativa, per l’onerosità degli adempimenti trasferiti, per l’irragionevolezza di addossare responsabilità e sanzioni ad imprese in regola per fenomeni dei quali non hanno alcun controllo, nonché per l’inefficacia di tali disposizioni sul piano della lotta all’evasione fiscale. La crisi progressivamente crescente e tendenzialmente destabilizzante dei debiti sovrani di GreciaSembra, Portogallotra l’altro, Irlanda, Spagna ed altri paesi sotto osservazione da parte delle istituzione europee ed internazionali è direttamente proporzionale alla feroce dinamica speculativa, che ne aggrava ulteriormente le condizioni. Nel contempo la nuova stagione regolativa europea si presenta attenuata nelle previsioni, che non scalfiscono il modello generativo della crisi, e attardata dalle mille pastoie burocratiche degli egoismi nazionali pari solamentesia stato del tutto ignorato l'impatto, in termini di miopia, all’incapacità della politica di cogliere le implicazioni profonde di quanto è accaduto. Il sistema bancario italiano è stato meno colpito dagli effetti immediati della crisi finanziaria, anche grazie ad un miglior radicamento sul territorio integrato da fonti di ricavo più stabili ed alle politiche sindacali concertativeadattamento dei processi gestionali, che hanno concorso a mitigare la “de materializzazione” delle banche italiane tradizionalmente intermediatricile nuove disposizioni, a favore del modello di banca finanziarizzata che negli Stati Unitiapplicabili anche ai contratti in essere, ma anche in Europa (oltre 2.700 mld $) ha richiesto migliaia di miliardi di dollari di denaro pubblico generano sulle imprese. È necessario, quindi, intervenire nuovamente sulla disposizione, quantomeno per eliminarne i salvataggi effettuati. Le banche di credito cooperativo sono rimaste complessivamente al riparo dalla finanza creativa ed hanno sostenuto l’economia reale svolgendo una funzione anticiclica gravi effetti finanziari e assumendoneburocratici sulle imprese e per renderla applicabile ai soli nuovi contratti, almeno in partestipulati dal 1° gennaio 2020, anche le difficoltà che hanno contribuito ad evidenziare dei limiti spesso antecedenti. A questi risultati hanno contribuito, insieme allo storico radicamento territoriale delle banche di credito cooperativo e ad una vigilanza prudenziale particolarmente rigorosa, le relazioni sindacali ed i Contratti di lavoro sottoscritti tra le Parti. Ora, per le BCC, è giunto il tempo delle scelte perché in occasione delle grandi discontinuità storiche l’immobilismo, o il dinamismo formale, corrispondono ad un inevitabile arretramento. Dovranno quindi attrezzarsi per superare i propri limiti strutturali sul fronte della Governance, dei controlli, del presidio dell’identità, della razionalizzazione dell’informatica, dell’adeguatezza manageriale, della creazione di strumenti di sistema e di servizio efficienti a partire dai vari livelli della federazione, dalle “fabbriche” e dalle stesse Banche di Credito Cooperativo nella direzione più volte indicata dalla Banca d’Italia, da queste stesse XX.XX e dalle regole approvate dal Comitato di Basilea 3. La Piattaforma di rinnovo del contratto nazionale delle Banche di Credito Cooperativo è perfettamente integrata in questo scenario ed esprime un profilo di sistema, intendendosi per tale l’ambizione di essere lo strumento di risposta alle giuste rivendicazioni degli oltre 36.000 dipendenti del settore e, al contempo, l’architrave di un sistema di relazioni industriali avanzate, che favorisca il superamento dei limiti e delle contraddizioni del sistema medesimo. E’ una proposta che parla alla qualità della vita, alle motivazioni del personale, all’identità cooperativa, alla professionalità, al coinvolgimento ed al giusto riconoscimento dei lavoratori. Ma parla anche alle comunità locali ed alla classe dirigente cooperativa più illuminata, che considera la cooperazione un valore non retorico e come tale incompatibile con l’autoreferenzialità, il paternalismo, il cooperativismo di maniera. Ci rivolgiamo anche a loro ed agli interessi diffusi del credito cooperativo, che deve guardare al lungo periodo con competenza e saggezza imprenditoriale per rappresentare e realizzare una reale, credibile e visibile alternativa al modello dominante di banca- finanziaria spersonalizzata e socialmente ed ambientalmente indifferente e irresponsabile. Il modello di banca che immaginiamo deve possedere queste caratteristiche e perciò deve realizzare una banca: più trasparente nei costi; più aperta e partecipata nella governance a partire dal coinvolgimento dei dipendenti in una logica di democrazia economica; inclusiva nella buona occupazione e nel welfare di sistema; refrattaria alle politiche commerciali aggressive ed alle politiche gestionali e premianti opache e disancorate da una visione di crescita sostenibile e responsabile; adeguata nelle competenze distintive senza importazioni inopportune da altre esperienze e con forti anticorpi contro i comportamenti deviantiriferimento ai versamenti effettuati dal secondo semestre 2020. E’ questa In questo senso, l’ANCE ad oggi continua la banca che può essere realmente solida e integrata nella propria comunità, autonoma ma non autoreferenziale, solidaristica e sussidiaria.sua azione sotto il profilo della modifica normativa affinché:

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Samples: Contratto Con I Requisiti Di Cui All’art.17 Bis, Co.1 d.lgs. 241/1997

PREMESSA. L’arbitrato nelle controversie dei consumatori appare come “un’anatra zoppa”, nel senso che in questo contesto non può dispiegare appieno le sue potenzialità. Da un lato, infatti, secondo una diffusa opinione la clausola compromissoria inserita nei contratti con il consumatore sarebbe potenzialmente una clausola abusiva, come tale inefficace poiché colpita dalla c.d. nullità di protezione che presidia l’asimmetria sostanziale della posizione contrattuale del consumatore rispetto a quella del professionista. Da altro lato, la previsione di una clausola compromissoria nella materia considerata configgerebbe con il c.d. principio di libertà che presidia il diritto di adire la giurisdizione competente per la risoluzione della controversia, garantito senza eccezioni dall’art. 6 CEDU. L’opzione arbitrale sarebbe percorribile soltanto qualora il consumatore la accetti esplicitamente, in piena conoscenza di causa ed in una fase posteriore all’insorgere della controversia. Da ciò consegue che la stipulazione di un compromesso arbitrale per la risoluzione di una controversia tra un professionista ed un consumatore sarebbe tendenzialmente ammissibile (ma l’ipotesi si avvicina di più al caso di scuola che all’esperienza reale), mentre l’operatività di una clausola compromissoria è assai problematica. Queste prime constatazioni sono sufficienti a dare conto delle difficoltà operative in cui si colloca il fenomeno dell’arbitrato nel diritto dei consumatori. La lezione della crisi planetaria esplosa nell’agosto 2007difficoltà di utilizzare lo strumento arbitrale per la risoluzione delle controversie dei consumatori è una constatazione apparentemente sorprendente. Il ricorso a strumenti alternativi alla giurisdizione ordinaria per la gestione delle controversie dei consumatori, ha bocciato severamente alle fondamenta l’ideologia infatti, sembrerebbe essere la soluzione più appropriata, in quanto i costi e soprattutto la durata del processo civile ordinario costituiscono in molti ordinamenti (e certamente nel nostro, secondo unanime opinione) un serio ostacolo ad una efficace tutela delle ragioni del consumatore. Ma i pur innegabili vantaggi che ha consacrato il primato oligarchico ricorso a procedure di arbitrato per la risoluzione delle controversie dei grandi potentati economico-finanziari econsumatori tenderebbe ad assicurare devono essere attentamente riconsiderati alla luce dell’innegabile squilibrio delle posizioni in conflitto, essendo evidente che consentire al soggetto economicamente più forte (il professionista) di imporre negozialmente al consumatore il ricorso a procedure di arbitrato, con esclusione dell’accesso alla giustizia ordinaria, potrebbe comportare un significativo e non auspicabile vantaggio per il contraente più forte. Per le ragioni sinteticamente enunciate in precedenza i legislatori hanno avvertito la necessità di un approccio molto cauto alla materia dell’arbitrabilità delle controversie tra professionisti e consumatori, giungendo in talune esperienze a negarla ed in altre a regolamentarla in una prospettiva di adeguata tutela degli interessi della parte economicamente più debole. Il difficile contemperamento degli interessi in gioco ha comportato l’adozione di soluzioni assai diverse tra loro, dei tanti che ne hanno favorito l’ascesa, la consacrazione e l’impunitàtutte connotate peraltro da una particolare attenzione alla peculiarità del rapporto possibile oggetto di arbitrato. Il fallimento del paradigma liberista fondato sul primato punto nodale è costituito, evidentemente, dalla vincolatività (o meno) della finanza sull’economia, dell’economia sulla politica, della speculazione sull’investimento, della rendita sul lavoro, dell’indebitamento sulla equità distributiva ci ritorna un monito severo ad intraprendere strade nuove, che archivino, definitivamente quella stagioneclausola compromissoria introdotta dal professionista nei contratti standard sottoscritti per adesione dai consumatori. La speculazione tuttavia è insaziabile ed eticamente indifferente. La crisi progressivamente crescente e tendenzialmente destabilizzante dei debiti sovrani di Grecia, Portogallo, Irlanda, Spagna ed altri paesi sotto osservazione da parte delle istituzione europee ed internazionali è direttamente proporzionale alla feroce dinamica speculativa, che ne aggrava ulteriormente le condizioni. Nel contempo la nuova stagione regolativa europea si presenta attenuata nelle previsioni, che non scalfiscono il modello generativo della crisi, e attardata dalle mille pastoie burocratiche degli egoismi nazionali pari solamente, in termini di miopia, all’incapacità della politica di cogliere le implicazioni profonde di quanto è accaduto. Il sistema bancario italiano è stato meno colpito dagli effetti immediati della crisi finanziaria, anche grazie ad un miglior radicamento sul territorio integrato da fonti di ricavo più stabili ed alle politiche sindacali concertative, che hanno concorso a mitigare la “de materializzazione” delle banche italiane tradizionalmente intermediatriciSoltanto nell’esperienza statunitense, a favore del modello quanto consta, l’introduzione di banca finanziarizzata clausole compromissorie nei contratti standard con i consumatori è ritenuta ammissibile senza l’adozione di particolari cautele, diverse da quelle previste per gli ordinari contratti commerciali (questa è peraltro la posizione della Corte Suprema Federale, riferita quindi a rapporti che negli Stati Unitipresentino caratteristiche di inter statualità, ma anche in Europa (oltre 2.700 mld $) ha richiesto migliaia di miliardi di dollari di denaro pubblico per i salvataggi effettuati. Le banche di credito cooperativo sono rimaste complessivamente al riparo dalla finanza creativa ed hanno sostenuto l’economia reale svolgendo una funzione anticiclica e assumendone, almeno in parte, anche le difficoltà che hanno contribuito ad evidenziare mentre il panorama dei limiti spesso antecedenti. A questi risultati hanno contribuito, insieme allo storico radicamento territoriale delle banche di credito cooperativo e ad una vigilanza prudenziale particolarmente rigorosa, le relazioni sindacali ed i Contratti di lavoro sottoscritti tra le Parti. Ora, per le BCC, è giunto il tempo delle scelte perché in occasione delle grandi discontinuità storiche l’immobilismo, o il dinamismo formale, corrispondono ad un inevitabile arretramento. Dovranno quindi attrezzarsi per superare i propri limiti strutturali sul fronte della Governance, dei controlli, del presidio dell’identità, della razionalizzazione dell’informatica, dell’adeguatezza manageriale, della creazione di strumenti di sistema e di servizio efficienti a partire dai vari livelli della federazione, dalle “fabbriche” e dalle stesse Banche di Credito Cooperativo nella direzione più volte indicata dalla Banca d’Italia, da queste stesse XX.XX e dalle regole approvate dal Comitato di Basilea 3. La Piattaforma di rinnovo del contratto nazionale delle Banche di Credito Cooperativo è perfettamente integrata in questo scenario ed esprime un profilo di sistema, intendendosi per tale l’ambizione di singoli ordinamenti statali sembrerebbe essere lo strumento di risposta alle giuste rivendicazioni degli oltre 36.000 dipendenti del settore e, al contempo, l’architrave di un sistema di relazioni industriali avanzate, che favorisca il superamento dei limiti e delle contraddizioni del sistema medesimo. E’ una proposta che parla alla qualità della vita, alle motivazioni del personale, all’identità cooperativa, alla professionalità, al coinvolgimento ed al giusto riconoscimento dei lavoratori. Ma parla anche alle comunità locali ed alla classe dirigente cooperativa più illuminata, che considera la cooperazione un valore non retorico e come tale incompatibile con l’autoreferenzialità, il paternalismo, il cooperativismo di maniera. Ci rivolgiamo anche a loro ed agli interessi diffusi del credito cooperativo, che deve guardare al lungo periodo con competenza e saggezza imprenditoriale per rappresentare e realizzare una reale, credibile e visibile alternativa al modello dominante di banca- finanziaria spersonalizzata e socialmente ed ambientalmente indifferente e irresponsabile. Il modello di banca che immaginiamo deve possedere queste caratteristiche e perciò deve realizzare una banca: più trasparente nei costi; più aperta e partecipata nella governance a partire dal coinvolgimento dei dipendenti in una logica di democrazia economica; inclusiva nella buona occupazione e nel welfare di sistema; refrattaria alle politiche commerciali aggressive ed alle politiche gestionali e premianti opache e disancorate da una visione di crescita sostenibile e responsabile; adeguata nelle competenze distintive senza importazioni inopportune da altre esperienze e con forti anticorpi contro i comportamenti devianti. E’ questa la banca che può essere realmente solida e integrata nella propria comunità, autonoma ma non autoreferenziale, solidaristica e sussidiariapiuttosto variegato)1.

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Samples: gallettoeassociati.it

PREMESSA. La lezione Una Conferenza di revisione tenutasi sotto gli auspici della crisi planetaria esplosa nell’agosto 2007Commissione Economica per l’Europa delle Nazioni Unite (CEE-ONU) nel novembre 1975 ha elaborato la Convenzione TIR del 1975, ha bocciato severamente alle fondamenta l’ideologia che ha consacrato il primato oligarchico dei grandi potentati economico-finanziari e, con loro, dei tanti che ne hanno favorito l’ascesaentrata in vigore nel 1978. Da allora, la consacrazione Convenzione TIR si è rivelata una delle più produttive convenzioni internazionali sui trasporti ed, infatti, è a tutt’oggi l’unico regime di transito doganale universale esistente. L’idea alla base della Convenzione e l’impunità. Il fallimento del paradigma liberista fondato sul primato della finanza sull’economiasuo regime di transito si fonda su molti regimi di transito regionali ed ha, dell’economia sulla politicaperciò, della speculazione sull’investimentocontribuito direttamente ed indirettamente ad agevolare i trasporti internazionali, della rendita sul lavorospecie quelli su strada, dell’indebitamento sulla equità distributiva ci ritorna un monito severo ad intraprendere strade nuove, che archivino, definitivamente quella stagione. La speculazione tuttavia è insaziabile ed eticamente indifferente. La crisi progressivamente crescente non solo in Europa e tendenzialmente destabilizzante dei debiti sovrani di Grecia, Portogallo, Irlanda, Spagna ed altri paesi sotto osservazione da parte delle istituzione europee ed internazionali è direttamente proporzionale alla feroce dinamica speculativa, che ne aggrava ulteriormente le condizioni. Nel contempo la nuova stagione regolativa europea si presenta attenuata nelle previsioni, che non scalfiscono il modello generativo della crisi, e attardata dalle mille pastoie burocratiche degli egoismi nazionali pari solamente, in termini di miopia, all’incapacità della politica di cogliere le implicazioni profonde di quanto è accaduto. Il sistema bancario italiano è stato meno colpito dagli effetti immediati della crisi finanziaria, anche grazie ad un miglior radicamento sul territorio integrato da fonti di ricavo più stabili ed alle politiche sindacali concertative, che hanno concorso a mitigare la “de materializzazione” delle banche italiane tradizionalmente intermediatrici, a favore del modello di banca finanziarizzata che negli Stati Unitinel Medio Oriente, ma anche in Europa (oltre 2.700 mld $) ha richiesto altre zone del mondo quali l’Africa e l’America Latina. Chiunque abbia viaggiato sulle strade europee riconoscerà la nota targa TIR, blu e bianca, apposta su migliaia di miliardi camion e semirimorchi che si avvalgono del regime doganale di dollari transito TIR. Per il conducente, il trasportatore e lo speditore, questa targa indica un trasporto internazionale su strada veloce ed efficiente. I lavori sul regime di denaro pubblico transito TIR iniziarono immediatamente dopo la Seconda Guerra Mondiale, sotto l’egida della Commissione Economica per l’Europa delle Nazioni Unite (CEE-ONU). Il primo Accordo TIR fu siglato nel 1949 fra un piccolo numero di Paesi europei, ma il suo successo portò alla negoziazione di una Convenzione TIR che fu adottata nel 1959 dal Comitato per il Trasporto Interno della CEE-ONU ed entrò in vigore nel 1960. Questa prima Convenzione fu poi riesaminata nel 1975 per inserirvi i salvataggi effettuati. Le banche di credito cooperativo sono rimaste complessivamente al riparo dalla finanza creativa frutti dell’esperienza pratica del funzionamento del regime e per dare effetto ai progressi tecnici ed hanno sostenuto l’economia reale svolgendo una funzione anticiclica e assumendone, almeno in parte, anche le difficoltà che hanno contribuito ad evidenziare dei limiti spesso antecedenti. A questi risultati hanno contribuito, insieme allo storico radicamento territoriale delle banche di credito cooperativo e ad una vigilanza prudenziale particolarmente rigorosa, le relazioni sindacali ed i Contratti di lavoro sottoscritti tra le Parti. Ora, per le BCC, è giunto il tempo delle scelte perché in occasione delle grandi discontinuità storiche l’immobilismo, o il dinamismo formale, corrispondono ad un inevitabile arretramento. Dovranno quindi attrezzarsi per superare i propri limiti strutturali sul fronte della Governance, dei controlli, del presidio dell’identità, della razionalizzazione dell’informatica, dell’adeguatezza manageriale, della creazione di strumenti di sistema alle mutate esigenze doganali e di servizio efficienti trasporto. L’esperienza ottenuta nei primi 10-15 anni di funzionamento del regime servì quindi a partire dai vari livelli della federazionerendere il regime TIR più efficiente e meno complesso, pur garantendo la sicurezza doganale. Un’altra ragione che portò alla modifica del regime TIR fu l’introduzione di una nuova tecnica di trasporto agli inizi degli anni ’60: il container marittimo, cui seguirono il container nazionale usato dalle “fabbriche” ferrovie europee e dalle stesse Banche dall’introduzione di Credito Cooperativo nella direzione una carrozzeria convertibile per il miglioramento dell’efficienza del trasporto stradale e ferroviario. Queste nuove tecniche di trasporto, combinate e multimodali, richiedevano che, in alcune circostanze, il container fosse un’unità di carico doganale sicura. Ciò implicava che il regime TIR non riguardava più volte indicata dalla Banca d’Italiasolo il trasporto su strada, da queste stesse XX.XX e dalle regole approvate dal Comitato di Basilea 3. La Piattaforma di rinnovo del contratto nazionale delle Banche di Credito Cooperativo è perfettamente integrata in questo scenario ed esprime un profilo di sistema, intendendosi per tale l’ambizione di essere lo strumento di risposta alle giuste rivendicazioni degli oltre 36.000 dipendenti del settore e, al contempo, l’architrave di un sistema di relazioni industriali avanzate, che favorisca il superamento dei limiti e delle contraddizioni del sistema medesimo. E’ una proposta che parla alla qualità della vita, alle motivazioni del personale, all’identità cooperativa, alla professionalità, al coinvolgimento ed al giusto riconoscimento dei lavoratori. Ma parla ma si estendeva anche alle comunità locali ed ferrovie, ai corsi d’acqua interni e persino al trasporto marittimo, sebbene almeno una parte del tragitto totale dovesse avvenire su strada. Con la sua entrata in vigore, la nuova Convenzione concluse e sostituì la vecchia Convenzione del 1959 che, tuttavia, rimane ancora in vigore per alcune ragioni, fra cui quella che una delle Parti contraenti della vecchia Convenzione (il Giappone) non ha ancora aderito alla classe dirigente cooperativa più illuminata, che considera la cooperazione un valore non retorico e come tale incompatibile con l’autoreferenzialità, il paternalismo, il cooperativismo di maniera. Ci rivolgiamo anche a loro ed agli interessi diffusi Convenzione TIR del credito cooperativo, che deve guardare al lungo periodo con competenza e saggezza imprenditoriale per rappresentare e realizzare una reale, credibile e visibile alternativa al modello dominante di banca- finanziaria spersonalizzata e socialmente ed ambientalmente indifferente e irresponsabile. Il modello di banca che immaginiamo deve possedere queste caratteristiche e perciò deve realizzare una banca: più trasparente nei costi; più aperta e partecipata nella governance a partire dal coinvolgimento dei dipendenti in una logica di democrazia economica; inclusiva nella buona occupazione e nel welfare di sistema; refrattaria alle politiche commerciali aggressive ed alle politiche gestionali e premianti opache e disancorate da una visione di crescita sostenibile e responsabile; adeguata nelle competenze distintive senza importazioni inopportune da altre esperienze e con forti anticorpi contro i comportamenti devianti. E’ questa la banca che può essere realmente solida e integrata nella propria comunità, autonoma ma non autoreferenziale, solidaristica e sussidiaria1975.

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Samples: Convenzione Doganale Relativa Al Trasporto Internazionale Delle Merci Accompagnate Da Carnet Tir

PREMESSA. La lezione sottoscrizione di CCNL rappresenta per le Parti firmatarie motivo di orgoglio e responsabilità: un impegno basato sulla reciprocità delle prestazioni e sulla bilateralità delle intese affinché ne venga a giovare la qualità e produttività del lavoro attraverso la promozione del confronto paritetico e l’efficienza prestazionale per sviluppare la corretta applicazione del contratto nazionale e degli accordi territoriali in completa e rigorosa osservanza delle reciproche competenze e peculiarità quali XX.XX. di datori e lavoratori comparativamente più rappresentative. La corretta e costante applicazione delle statuizioni sancite nel presente articolato costituisce un solido baluardo contro la crisi produttiva, il lavoro sommerso e la stagnazione economica. Le parti si impegnano ad esercitare una funzione di controllo sempre vigile volta a denunciare eventuali fattispecie caratterizzate dal lavoro sommerso. Le parti convengono che strumenti appropriati di partecipazione dei lavoratori possono rappresentare un efficace incentivo al raggiungimento dei risultati di produttività in termini quantitativi e soprattutto qualitativi; in linea con quanto previsto dall’ art. 46 della crisi planetaria esplosa nell’agosto 2007, ha bocciato severamente alle fondamenta l’ideologia che ha consacrato il primato oligarchico dei grandi potentati economico-finanziari e, Costituzione Italiana: “Ai fini della elevazione economica e sociale del lavoro in armonia con loro, dei tanti che ne hanno favorito l’ascesale esigenze della produzione, la consacrazione Repubblica riconosce il diritto dei lavoratori a collaborare, nei modi e l’impunitànei limiti stabiliti dalle leggi, alla gestione delle Aziende”, le parti si impegnano reciprocamente a valutare, su richiesta di uno dei contraenti, modelli di partecipazione dei lavoratori alla gestione delle imprese. Il fallimento del paradigma liberista fondato sul primato della finanza sull’economiapresente articolato costituisce un complesso normativo unitario e inscindibile, dell’economia sulla politicapertanto non applicabile parzialmente, della speculazione sull’investimento, della rendita sul lavoro, dell’indebitamento sulla equità distributiva ci ritorna un monito severo ed assorbe ad intraprendere strade nuove, che archivino, definitivamente quella stagione. La speculazione tuttavia è insaziabile ed eticamente indifferente. La crisi progressivamente crescente ogni effetto le norme di tutti i precedenti contratti collettivi e tendenzialmente destabilizzante dei debiti sovrani di Grecia, Portogallo, Irlanda, Spagna ed altri paesi sotto osservazione da parte delle istituzione europee ed internazionali è direttamente proporzionale alla feroce dinamica speculativa, che ne aggrava ulteriormente le condizioni. Nel contempo la nuova stagione regolativa europea si presenta attenuata nelle previsioni, che non scalfiscono il modello generativo della crisi, e attardata dalle mille pastoie burocratiche degli egoismi nazionali pari solamente, in termini di miopia, all’incapacità della politica di cogliere le implicazioni profonde di quanto è accaduto. Il sistema bancario italiano è stato meno colpito dagli effetti immediati della crisi finanziaria, anche grazie ad un miglior radicamento sul territorio integrato da fonti di ricavo più stabili ed alle politiche sindacali concertative, che hanno concorso a mitigare la “de materializzazione” delle banche italiane tradizionalmente intermediatrici, a favore del modello di banca finanziarizzata che negli Stati Uniti, ma anche in Europa (oltre 2.700 mld $) ha richiesto migliaia di miliardi di dollari di denaro pubblico per i salvataggi effettuati. Le banche di credito cooperativo sono rimaste complessivamente al riparo dalla finanza creativa ed hanno sostenuto l’economia reale svolgendo una funzione anticiclica e assumendone, almeno in parte, anche le difficoltà che hanno contribuito ad evidenziare dei limiti spesso antecedenti. A questi risultati hanno contribuito, insieme allo storico radicamento territoriale delle banche di credito cooperativo e ad una vigilanza prudenziale particolarmente rigorosa, le relazioni sindacali ed i Contratti di lavoro accordi speciali eventualmente sottoscritti tra le Partimedesime Parti firmatarie che si possano riferire agli stessi settori occupazionali disciplinati dal presente CCNL con salvezza delle condizioni di miglior favore previste dalla legge e dalla contrattazione integrativa già praticate al lavoratore in forza prima della data di stipula del presente articolato. OraDette condizioni non devono ritenersi in alcun modo sostituite ma restano assegnate al lavoratore "ad personam" e sono suscettibili di futuri assorbimenti, per le BCC, è giunto il tempo delle scelte perché in occasione delle grandi discontinuità storiche l’immobilismo, o il dinamismo formale, corrispondono fino ad un inevitabile arretramentomassimo del 50% dell’importo iniziale, esclusivamente nel caso di aumenti derivanti da avanzamenti di carriera. Dovranno quindi attrezzarsi Le Parti ribadiscono l’impegno a sostenere la corretta applicazione del contratto nazionale e degli eventuali accordi territoriali stipulati in base ai criteri da esso previsti in ossequio alla legislazione vigente. A tal fine, le Parti firmatarie, nel rispetto della piena autonomia imprenditoriale e ferme restando le rispettive responsabilità in qualità di Organizzazioni Sindacali di datori e lavoratori comparativamente più rappresentative, riconoscono l’esigenza di bilanciare e garantire gli interessi e le esigenze di entrambe le figure protagoniste del mercato del lavoro rappresentate anche attraverso un consolidamento del ruolo della Bilateralità e dell’offerta formativa quale strumento indispensabile per superare i propri limiti strutturali sul fronte della Governancel’ingresso e la permanenza nel mondo del lavoro. Le Organizzazioni firmatarie esprimono l’intenzione di favorire corretti e proficui rapporti, attraverso l’approfondimento delle conoscenze dei controlli, del presidio dell’identità, della razionalizzazione dell’informatica, dell’adeguatezza manageriale, della creazione problemi dei settori e dei comparti e la pratica realizzazione di un più avanzato sistema di relazioni sindacali e di strumenti di sistema gestione degli accordi, anche al fine di garantire il rispetto delle intese e, quindi, prevenire eventuali motivi di conflitto. Tale funzione é svolta anche attraverso la raccolta e lo studio di dati ed informazioni utili a conoscere preventivamente le occasioni di sviluppo, a realizzare le condizioni per favorirlo, a individuare eventuali punti di debolezza per verificarne le possibilità di superamento. Le parti pur riconoscendo che la forma tipica di contrattazione è soltanto quella subordinata espressa a tempo pieno ed indeterminato riconoscono la necessità di dover stipulare rapporti di lavoro cc.dd. “atipici” volte a colmare lacune di natura produttivo/organizzative o più specificamente tese a soddisfare esigenze temporanee che per varia natura possono palesarsi nel percorso lavorativo della cooperativa. In ogni caso il ricorso a tipologie di contrattazioni atipiche ha carattere temporaneo o d’ingresso finalizzate anche a garantire un percorso di affiancamento formativo e di servizio efficienti natura prettamente stagionale. Le parti stipulanti il presente CCNL considerano la riforma del modello contrattuale di importanza strategica per il futuro delle relazioni sindacali e si impegnano a partire dai vari livelli partecipare al confronto con la finalità di individuare soluzioni coerenti con le esigenze, le peculiarità e le prospettive di sviluppo dei lavoratori e delle imprese dei settori rappresentati. Proprio a soddisfazione di suddetta esigenza, anche al fine di modellare uno schema contrattuale agile che riesca a garantire da un lato un livello della federazioneprestazione efficiente e competitivo e dall’altro la possibilità di avvicinarsi alle esigenze dei lavoratori, dalle “fabbriche” e dalle stesse Banche di Credito Cooperativo nella direzione più volte indicata dalla Banca d’Italia, da queste stesse XX.XX e dalle regole approvate dal Comitato di Basilea 3. La Piattaforma di rinnovo le parti pur riconoscendo come principale la figura del contratto nazionale di lavoro a tempo indeterminato quale unica tipologia contrattuale in grado di garantire la stabilità del mercato del lavoro tuttavia prevedono la possibilità di stipulare anche accordi di lavoro di durata predeterminata al fine di agevolare l’incontro tra domanda ed offerta lavorativa garantendo una maggiore flessibilità della forza lavoro in rapporto ai flussi di attività riuscendo nel contempo a soddisfare le esigenze di flessibilità delle Banche imprese conciliandole con le particolari esigenze dei lavoratori. Le disposizioni del presente contratto sono correlate ed inscindibili tra loro e pertanto non ne è ammessa la loro parziale applicazione, salvo che per le eventuali deroghe consentite, attuate dalla contrattazione di Credito Cooperativo secondo livello. Per effetto dell’inscindibilità delle norme costituenti l'impianto contrattuale, la corretta applicazione del CCNL di categoria comporta l'obbligo a carico dell’azienda o della cooperativa di dare attuazione a tutti gli istituti ed Enti contrattuali previsti laddove costituiti, ivi compresi: l’Ente Bilaterale, l’Assistenza Sanitaria, la Solidarietà e la Previdenza Complementare. Alle odierne firmatarie è perfettamente integrata riconosciuta l’esclusività a tutti gli effetti del presente CCNL del quale, altresì, è vietata, senza preventiva autorizzazione, la riproduzione anche parziale. In caso di controversia e/o contraddittorio su specifici punti del corpus contrattuale, si farà riferimento ai testi originali in questo scenario ed esprime un profilo possesso delle Organizzazioni stipulanti. Infine le Parti richiamano, nell’interpretazione e applicazione del presente articolato, l’accordo quadro di sistemariforma degli assetti contrattuali del 22 gennaio 2009, intendendosi per tale l’ambizione di essere lo strumento di risposta alle giuste rivendicazioni degli oltre 36.000 dipendenti la legge n. 183 del settore e04 novembre 2010, al contempoil c.d. collegato lavoro, l’architrave di un sistema di relazioni industriali avanzatela legge 28 giugno 2012, che favorisca il superamento dei limiti n. 92, come modificata dal D.L. 28 giugno 2013, n. 76, convertito, con modificazioni, dalla L. 9 agosto 2013, n. 99, dal D.L. 31 agosto 2013, n. 102, convertito, con modificazioni, dalla L. 28 ottobre 2013, n. 124 e delle contraddizioni dal D.L. 12 settembre 2013, n. 104, convertito, con modificazioni, dalla L. 8 novembre 2013, n. 128 e la legge n. 98 del sistema medesimo09 agosto 2013 e dal D.L. n.34/2014 convertito dalla legge n.78/2014. E’ proprio per tale ottemperanza che l’articolato ha durata triennale tanto per la parte economica che normativa al fine della certezza e garanzia dei trattamenti applicati. Conseguentemente viene individuato un indicatore della crescita dei prezzi al consumo assumendo per suddetto triennio di vigenza l’indice previsionale costruito sulla base dell’IPCA - Indice dei Prezzi al Consumo Armonizzato per i paesi dell’Unione - in vece del tasso di inflazione programmata. Le parti tendono alla piena valorizzazione della cooperazione anche in virtù dell’agilità strutturale e societaria che riesce ad adattarsi in modo funzionale alle fluttuazioni del mercato e ad assorbirne gli urti anche attraverso un duplice livello di contrattazione nazionale e aziendale per le quali le firmatarie hanno previsto una proposta specifica indennità di mancata contrattazione di secondo livello. Le parti ribadiscono la priorità di un’attenta valutazione delle politiche aziendali e degli obiettivi da conseguire in tutti gli ambiti territoriali affinchè possano risultare migliorate sia le condizioni ambientali e sia di sicurezza nei luoghi di lavoro. Le parti si impegnano ad esercitare una funzione di controllo sempre vigile volta a denunciare eventuali fattispecie caratterizzate dal lavoro sommerso. Xxxxx restando i principi, costituzionalmente garantiti, della libertà di associazione e di tutela delle retribuzioni di fatto per i rapporti di lavoro in essere, le Parti intendono ribadire come il giudizio sui contenuti economici del presente strumento contrattuale debba essere il frutto di un complessivo calcolo che parla alla qualità della vitasommi le retribuzioni contrattuali, alle motivazioni i servizi erogati dall’Ente Bilaterale, le indennità contrattuali e la contrattazione di secondo livello, che seppur non obbligatoria è fortemente incentivata. Le Associazioni firmatarie, intendono, altresì ribadire il deciso sostegno allo sviluppo di una nuova, diffusa, sostenibile ed incentivante contrattazione di secondo livello. Le Parti contraenti trasmetteranno, con i mezzi più appropriati, copia del personale, all’identità cooperativa, alla professionalitàpresente CCNL al CNEL, al coinvolgimento ed al giusto riconoscimento dei lavoratori. Ma parla anche alle comunità locali ed alla classe dirigente cooperativa più illuminata, che considera la cooperazione un valore non retorico e come tale incompatibile con l’autoreferenzialità, il paternalismo, il cooperativismo di maniera. Ci rivolgiamo anche a loro Ministero del Lavoro ed agli interessi diffusi del credito cooperativoEnti Previdenziali ed Assistenziali interessati, che deve guardare in ossequio a quanto previsto dalla prassi della contrattazione collettiva nonché nel rispetto delle vigenti norme di legge. Qualsiasi modifica relativa alla costituzione delle parti di cui al lungo periodo presente CCNL, o qualsiasi estensione, pattuita con competenza e saggezza imprenditoriale per rappresentare e realizzare una realele altre parti diverse da quelle stipulanti, credibile e visibile alternativa al modello dominante non può avvenire se non con il consenso espresso dalle medesime parti. Per quanto non espressamente previsto dal presente CCNL valgono le disposizioni di banca- finanziaria spersonalizzata e socialmente ed ambientalmente indifferente e irresponsabile. Il modello legge vigenti in materia di banca che immaginiamo deve possedere queste caratteristiche e perciò deve realizzare una banca: più trasparente nei costi; più aperta e partecipata nella governance a partire dal coinvolgimento dei dipendenti in una logica di democrazia economica; inclusiva nella buona occupazione e nel welfare di sistema; refrattaria alle politiche commerciali aggressive ed alle politiche gestionali e premianti opache e disancorate da una visione di crescita sostenibile e responsabile; adeguata nelle competenze distintive senza importazioni inopportune da altre esperienze e con forti anticorpi contro i comportamenti devianti. E’ questa la banca che può essere realmente solida e integrata nella propria comunità, autonoma ma non autoreferenziale, solidaristica e sussidiarialavoro.

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Samples: Contratto Collettivo Nazionale Di Lavoro Per I Lavoratori Dipendenti Delle Imprese, Anche Cooperative, Operanti Nel Settore

PREMESSA. La lezione della crisi planetaria esplosa nell’agosto 2007, ha bocciato severamente alle fondamenta l’ideologia che ha consacrato il primato oligarchico dei grandi potentati economicoPer alternanza scuola-finanziari e, con loro, dei tanti che ne hanno favorito l’ascesa, la consacrazione e l’impunità. Il fallimento del paradigma liberista fondato sul primato della finanza sull’economia, dell’economia sulla politica, della speculazione sull’investimento, della rendita sul lavoro, dell’indebitamento si intende una metodologia didattica che consente agli studenti che frequentano gli istituti di istruzione superiore di svolgere una parte del proprio percorso formativo presso un’impresa o un ente. Essa consiste nella realizzazione di percorsi progettati, attuati, verificati e valutati, sotto la responsabilità dell'istituzione scolastica o formativa, sulla equità distributiva ci ritorna un monito severo base di apposite convenzioni con le imprese, o con le rispettive associazioni di rappresentanza, o con le camere di commercio, industria, artigianato e agricoltura, o con enti pubblici e privati, ivi inclusi quelli del terzo settore, disponibili ad intraprendere strade nuoveaccogliere gli studenti, che archivinodi età compresa tra i 15 e i 18 anni, definitivamente quella stagione. La speculazione tuttavia è insaziabile ed eticamente indifferente. La crisi progressivamente crescente e tendenzialmente destabilizzante dei debiti sovrani per periodi di Grecia, Portogallo, Irlanda, Spagna ed altri paesi sotto osservazione da parte delle istituzione europee ed internazionali è direttamente proporzionale alla feroce dinamica speculativa, che ne aggrava ulteriormente le condizioni. Nel contempo la nuova stagione regolativa europea si presenta attenuata nelle previsioniapprendimento in situazione lavorativa, che non scalfiscono costituiscono rapporto individuale di lavoro1. L’alternanza scuola lavoro si basa su una concezione integrata del processo educativo in cui il modello generativo della crisimomento formativo, attuato mediante lo studio teorico d’aula, e attardata dalle mille pastoie burocratiche il momento applicativo, attuato mediante esperienze assistite sul posto di lavoro, si fondono. Con legge 13 luglio 2015, n.1072, l’alternanza scuola lavoro è stata organicamente inserita nell’offerta formativa di tutti gli indirizzi di studio della scuola secondaria di secondo grado, quale parte integrante dei percorsi di istruzione3, al fine di incrementare le opportunità di lavoro e le capacità di orientamento degli egoismi nazionali pari solamentestudenti4. Ciò premesso, stante l’evoluzione normativa che ha coinvolto il mondo della scuola, si rende necessario, anche all’esito delle interlocuzioni intercorse sul tema con il Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca, fornire istruzioni in merito al regime assicurativo e alla trattazione degli eventi lesivi occorsi agli studenti impegnati in attività di alternanza scuola-lavoro. Si ribadisce che, in termini linea generale, in presenza dei requisiti oggettivo e soggettivo previsti dall’art. 1, n. 28 e dall’art. 4, n. 5 del Decreto del Presidente della Repubblica 30 giugno 1965, n. 1124 (T.U.), gli studenti delle scuole o istituti di miopia, all’incapacità della politica istruzione di cogliere le implicazioni profonde di quanto è accaduto. Il sistema bancario italiano è stato meno colpito dagli effetti immediati della crisi finanziariaqualsiasi ordine e grado, anche grazie ad un miglior radicamento privati, comprese le Università, sono assicurati obbligatoriamente presso l’Inail contro gli infortuni sul territorio integrato lavoro e le malattie professionali. In particolare, gli studenti sono assicurati soltanto se svolgono5: 1 Cfr art.1 d.lgs. 15 aprile 2005, n.77. 2 Cfr art.3, commi da fonti di ricavo più stabili ed alle politiche sindacali concertative33 a 43 legge 13 luglio 2015, che hanno concorso a mitigare la “de materializzazione” delle banche italiane tradizionalmente intermediatrici, a favore del modello di banca finanziarizzata che negli Stati Uniti, ma anche in Europa (oltre 2.700 mld $) ha richiesto migliaia di miliardi di dollari di denaro pubblico per i salvataggi effettuati. Le banche di credito cooperativo sono rimaste complessivamente al riparo dalla finanza creativa ed hanno sostenuto l’economia reale svolgendo una funzione anticiclica e assumendone, almeno in parte, anche le difficoltà che hanno contribuito ad evidenziare dei limiti spesso antecedenti. A questi risultati hanno contribuito, insieme allo storico radicamento territoriale delle banche di credito cooperativo e ad una vigilanza prudenziale particolarmente rigorosa, le relazioni sindacali ed i Contratti di lavoro sottoscritti tra le Parti. Ora, per le BCC, è giunto il tempo delle scelte perché in occasione delle grandi discontinuità storiche l’immobilismo, o il dinamismo formale, corrispondono ad un inevitabile arretramento. Dovranno quindi attrezzarsi per superare i propri limiti strutturali sul fronte della Governance, dei controlli, del presidio dell’identità, della razionalizzazione dell’informatica, dell’adeguatezza manageriale, della creazione di strumenti di sistema e di servizio efficienti a partire dai vari livelli della federazione, dalle “fabbriche” e dalle stesse Banche di Credito Cooperativo nella direzione più volte indicata dalla Banca d’Italia, da queste stesse XX.XX e dalle regole approvate dal Comitato di Basilea 3. La Piattaforma di rinnovo del contratto nazionale delle Banche di Credito Cooperativo è perfettamente integrata in questo scenario ed esprime un profilo di sistema, intendendosi per tale l’ambizione di essere lo strumento di risposta alle giuste rivendicazioni degli oltre 36.000 dipendenti del settore e, al contempo, l’architrave di un sistema di relazioni industriali avanzate, che favorisca il superamento dei limiti e delle contraddizioni del sistema medesimo. E’ una proposta che parla alla qualità della vita, alle motivazioni del personale, all’identità cooperativa, alla professionalità, al coinvolgimento ed al giusto riconoscimento dei lavoratori. Ma parla anche alle comunità locali ed alla classe dirigente cooperativa più illuminata, che considera la cooperazione un valore non retorico e come tale incompatibile con l’autoreferenzialità, il paternalismo, il cooperativismo di maniera. Ci rivolgiamo anche a loro ed agli interessi diffusi del credito cooperativo, che deve guardare al lungo periodo con competenza e saggezza imprenditoriale per rappresentare e realizzare una reale, credibile e visibile alternativa al modello dominante di banca- finanziaria spersonalizzata e socialmente ed ambientalmente indifferente e irresponsabile. Il modello di banca che immaginiamo deve possedere queste caratteristiche e perciò deve realizzare una banca: più trasparente nei costi; più aperta e partecipata nella governance a partire dal coinvolgimento dei dipendenti in una logica di democrazia economica; inclusiva nella buona occupazione e nel welfare di sistema; refrattaria alle politiche commerciali aggressive ed alle politiche gestionali e premianti opache e disancorate da una visione di crescita sostenibile e responsabile; adeguata nelle competenze distintive senza importazioni inopportune da altre esperienze e con forti anticorpi contro i comportamenti devianti. E’ questa la banca che può essere realmente solida e integrata nella propria comunità, autonoma ma non autoreferenziale, solidaristica e sussidiarian.107.

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Samples: www.polobianciardigrosseto.edu.it

PREMESSA. La lezione Il presente lavoro di ricerca prende le mosse da una premessa di ordine economico. Il fenomeno delle reti di impresa, infatti, nasce dalla realtà economica dei mercati. In tale contesto non può prescindere dal delineare un quadro della crisi planetaria esplosa nell’agosto 2007, ha bocciato severamente alle fondamenta l’ideologia situazione- anche di crisi- congiunturale che ha consacrato visto coinvolte specialmente le imprese italiane. In tale prospettiva, si è reso necessario indagare il primato oligarchico dei grandi potentati economico-finanziari efenomeno della globalizzazione, con lororiferimento alle sue origini, dei tanti che ne hanno favorito l’ascesacaratteristiche e conseguenze. Si è imposta un’analisi delle fonti, anche giuridico- economiche, sul punto. Chiarificatrice si è comunque rivelata la lettura del fondamentale testo di Xxxxxxx “ Il commercio. Saggi di economia del diritto”. Tra i fenomeni connessi alla globalizzazione si è inteso con particolare approfondire il ruolo dell’evoluzione tecnologia sui mutamenti economici, la consacrazione globalizzazione finanziaria e l’impunitàfinanziarizzazione dell’economia, nonché il fondamentale ruolo dell’informazione nell’attività di impresa. Il fallimento D’altra parte, si è resa necessaria una ricostruzione in chiave analitica del paradigma liberista fondato sul primato fenomeno della finanza sull’economiadelocalizzazione della produzione e del decentramento della produzione, dell’economia sulla politica, per i rilevanti nessi con la parte della speculazione sull’investimento, ricerca in cui si approfondisce il ruolo del collegamento contrattuale nella fase produttiva e distributiva. L’ultima caratteristica di marcato rilevante ai fini della rendita sul lavoro, dell’indebitamento sulla equità distributiva ci ritorna un monito severo ad intraprendere strade nuovericerca, che archivinoha costituito oggetto di analisi, definitivamente quella stagioneè l’ internazionalizzazione dei mercati stessi, alla base della nascita e dello sviluppo delle reti transnazionali. La speculazione tuttavia Tali reti, presentando elementi di estraneità, necessitano di una disciplina di diritto internazionale privato. Sul punto, si è insaziabile ed eticamente indifferenterivelato d’obbligo il richiamo alla lex mercatoria. La crisi progressivamente crescente Di fronte ad una realtà economica di tal sorta, peculiare importanza rivestono i rapporti di fiducia che legano gli imprenditori e tendenzialmente destabilizzante dei debiti sovrani si fanno collante delle aggregazioni di Greciacui sopra, Portogalloanche in prospettiva della trattazione finale dell’aspetto della responsabilità della rete. In tale ottica si è inteso approfondire la tematica delle risorse di fiducia dell’imprenditore al servizio della rete. Tra di queste, Irlandanell’ottica del mercato italiano, Spagna ed altri paesi sotto osservazione da parte primaria importanza assume la questione del made in Italy, anche con riferimento alla tematica delle istituzione europee ed internazionali è direttamente proporzionale alla feroce dinamica speculativa, che ne aggrava ulteriormente le condizioni. Nel contempo la nuova stagione regolativa europea si presenta attenuata nelle previsioni, che non scalfiscono il modello generativo della crisi, e attardata dalle mille pastoie burocratiche degli egoismi nazionali pari solamentepratiche commerciali scorrette, in termini particolare sotto il profilo della ingannevolezza. Dopo un’opportuna quanto necessaria premessa di miopia, all’incapacità della politica di cogliere le implicazioni profonde di quanto è accaduto. Il sistema bancario italiano è stato meno colpito dagli effetti immediati della crisi finanziaria, anche grazie ad un miglior radicamento sul territorio integrato da fonti di ricavo più stabili ed alle politiche sindacali concertative, che hanno concorso a mitigare la “de materializzazione” delle banche italiane tradizionalmente intermediatrici, a favore del modello di banca finanziarizzata che negli Stati Uniti, ma anche in Europa (oltre 2.700 mld $) ha richiesto migliaia di miliardi di dollari di denaro pubblico per i salvataggi effettuati. Le banche di credito cooperativo sono rimaste complessivamente al riparo dalla finanza creativa ed hanno sostenuto l’economia reale svolgendo una funzione anticiclica e assumendone, almeno in parte, anche le difficoltà che hanno contribuito ad evidenziare dei limiti spesso antecedenti. A questi risultati hanno contribuito, insieme allo storico radicamento territoriale delle banche di credito cooperativo e ad una vigilanza prudenziale particolarmente rigorosacarattere economico, le relazioni sindacali ed i Contratti di lavoro sottoscritti tra le Parti. Ora, per le BCC, è giunto reti vengono analizzate dunque sotto il tempo delle scelte perché in occasione delle grandi discontinuità storiche l’immobilismo, o il dinamismo formale, corrispondono ad un inevitabile arretramento. Dovranno quindi attrezzarsi per superare i propri limiti strutturali sul fronte della Governance, dei controlli, del presidio dell’identità, della razionalizzazione dell’informatica, dell’adeguatezza manageriale, della creazione di strumenti di sistema e di servizio efficienti a partire dai vari livelli della federazione, dalle “fabbriche” e dalle stesse Banche di Credito Cooperativo nella direzione più volte indicata dalla Banca d’Italia, da queste stesse XX.XX e dalle regole approvate dal Comitato di Basilea 3. La Piattaforma di rinnovo del contratto nazionale delle Banche di Credito Cooperativo è perfettamente integrata in questo scenario ed esprime un profilo di sistema, intendendosi per tale l’ambizione di essere lo strumento di risposta alle giuste rivendicazioni degli oltre 36.000 dipendenti del settore e, al contempo, l’architrave di un sistema di relazioni industriali avanzate, che favorisca il superamento dei limiti e delle contraddizioni del sistema medesimo. E’ una proposta che parla alla qualità della vita, alle motivazioni del personale, all’identità cooperativa, alla professionalità, al coinvolgimento ed al giusto riconoscimento dei lavoratori. Ma parla anche alle comunità locali ed alla classe dirigente cooperativa più illuminata, che considera la cooperazione un valore non retorico e come tale incompatibile con l’autoreferenzialità, il paternalismo, il cooperativismo di maniera. Ci rivolgiamo anche a loro ed agli interessi diffusi del credito cooperativo, che deve guardare al lungo periodo con competenza e saggezza imprenditoriale per rappresentare e realizzare una reale, credibile e visibile alternativa al modello dominante di banca- finanziaria spersonalizzata e socialmente ed ambientalmente indifferente e irresponsabile. Il modello di banca che immaginiamo deve possedere queste caratteristiche e perciò deve realizzare una banca: più trasparente nei costi; più aperta e partecipata nella governance a partire dal coinvolgimento dei dipendenti in una logica di democrazia economica; inclusiva nella buona occupazione e nel welfare di sistema; refrattaria alle politiche commerciali aggressive ed alle politiche gestionali e premianti opache e disancorate da una visione di crescita sostenibile e responsabile; adeguata nelle competenze distintive senza importazioni inopportune da altre esperienze e con forti anticorpi contro i comportamenti devianti. E’ questa la banca che può essere realmente solida e integrata nella propria comunità, autonoma ma non autoreferenziale, solidaristica e sussidiarianormativo.

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Samples: amsdottorato.unibo.it

PREMESSA. La lezione della crisi planetaria esplosa nell’agosto 2007Il Cluster Nazionale Foresta-Legno Italiano è un nuovo soggetto concepito per catalizzare l'attenzione sull'importanza del settore, ha bocciato severamente alle fondamenta l’ideologia diffondere e coordinare le progettualità delle diverse realtà territoriali, regionali e nazionali, che ha consacrato il primato oligarchico dei grandi potentati economico-finanziari eoperano per lo sviluppo del comparto, al fine di valorizzarle e porle a sistema, con lorol'obiettivo di rafforzarle a livello nazionale ed europeo affinché possano svilupparsi modelli socioeconomici della filiera foresta-legno sempre più resilienti, sostenibili ed innovativi. Un “cluster dei tanti cluster”, in grado di promuovere l’interazione e il coinvolgimento dei territori coinvolti nel settore foresta-legno, in un’ottica di costante dialogo e sinergia tra enti pubblici e privati, allo scopo di valorizzare il patrimonio forestale nazionale e le sue materie prime, favorire la crescita di un economia del legno sempre più performante, interagire con il tessuto imprenditoriale e le realtà associative già attive nelle diverse Regioni, secondo il mandato ricevuto dalla Strategia Forestale Nazionale, Azione Strumentale 5. Quest’ultima, in particolare, evidenzia che ne hanno favorito l’ascesanel contesto nazionale la frammentazione delle filiere produttive legate al settore foresta-legno richiede la necessità di promuovere e sostenere iniziative di networking e di cooperazione tra il mondo forestale e il mondo della prima e seconda trasformazione, al fine di concordare politiche di filiera, incentivare politiche di comunicazione per la consacrazione promozione del settore, aumentare la trasparenza del mercato interno con la condivisione di dati su produzioni, prezzi, fabbisogni, standard, con l’obiettivo di incrementare la produttività del patrimonio boschivo nazionale nelle zone vocate e l’impunità. Il fallimento la valorizzazione dei territori e del paradigma liberista fondato sul primato della finanza sull’economiasistema produttivo, dell’economia sulla politica, della speculazione sull’investimento, della rendita sul lavoro, dell’indebitamento sulla equità distributiva ci ritorna un monito severo ad intraprendere strade nuove, che archivino, definitivamente quella stagionenonché per supportare i processi di innovazione tecnologica e di internazionalizzazione. La speculazione tuttavia costituzione di un Cluster Nazionale Foresta-Legno Italiano è, pertanto, un obiettivo urgente da realizzarsi nel breve periodo, per rispondere alle principali sfide che il settore foresta-legno è insaziabile ed eticamente indifferente. La crisi progressivamente crescente chiamato ad affrontare a fronte della veloce mutevolezza degli scenari in cui opera, in un’ottica di rafforzamento e tendenzialmente destabilizzante dei debiti sovrani di Grecia, Portogallo, Irlanda, Spagna ed altri paesi sotto osservazione da parte riposizionamento del sistema nazionale all'interno delle istituzione dinamiche europee ed internazionali è direttamente proporzionale alla feroce dinamica speculativae, che ne aggrava ulteriormente nel contempo, contribuire al raggiungimento degli obiettivi indicati dall’Unione europea con il New green deal e i relativi strumenti attuativi. Come sottolineato dalla Sotto-Azione strumentale 5.1 della Strategia Forestale Nazionale, il Cluster Nazionale deve proporsi per incoraggiare e rafforzare i legami tra imprese, istituzioni territoriali ed enti di ricerca, per sostenere il trasferimento tecnologico al fine di mettere a sistema e promuovere le condizioni. Nel contempo la nuova stagione regolativa europea si presenta attenuata realtà di aggregazione le reti di impresa già presenti in ambito locale, regionale e sovra-regionale in materia di valorizzazione dei prodotti legnosi e delle multifunzionalità legate agli ecosistemi forestali, per creare sinergie nei processi di innovazione tecnologica, nelle previsioniattività di marketing, che non scalfiscono il modello generativo della crisinell’acquisizione di finanziamenti esterni, nelle attività di normazione e attardata dalle mille pastoie burocratiche degli egoismi nazionali pari solamentecertificazione nelle funzioni di rappresentanza, in termini particolare in sede europea e internazionale, nonché di miopia, all’incapacità della politica sviluppo di cogliere le implicazioni profonde nuovi modelli formativi in grado di quanto è accadutorispondere ai mutati scenari legati alla gestione delle foreste e del legno. Il sistema bancario italiano è stato meno colpito dagli effetti immediati della crisi finanziariaCluster Nazionale Foresta-Legno Italiano dovrebbe, anche grazie ad un miglior radicamento sul territorio integrato da fonti quindi, operare sui seguenti specifici campi di ricavo più stabili ed alle politiche sindacali concertative, che hanno concorso a mitigare la “de materializzazione” delle banche italiane tradizionalmente intermediatrici, a favore del modello di banca finanziarizzata che negli Stati Uniti, ma anche in Europa (oltre 2.700 mld $) ha richiesto migliaia di miliardi di dollari di denaro pubblico per i salvataggi effettuati. Le banche di credito cooperativo sono rimaste complessivamente al riparo dalla finanza creativa ed hanno sostenuto l’economia reale svolgendo una funzione anticiclica e assumendone, almeno in parte, anche le difficoltà che hanno contribuito ad evidenziare dei limiti spesso antecedenti. A questi risultati hanno contribuito, insieme allo storico radicamento territoriale delle banche di credito cooperativo e ad una vigilanza prudenziale particolarmente rigorosa, le relazioni sindacali ed i Contratti di lavoro sottoscritti tra le Parti. Ora, per le BCC, è giunto il tempo delle scelte perché in occasione delle grandi discontinuità storiche l’immobilismo, o il dinamismo formale, corrispondono ad un inevitabile arretramento. Dovranno quindi attrezzarsi per superare i propri limiti strutturali sul fronte della Governance, dei controlli, del presidio dell’identità, della razionalizzazione dell’informatica, dell’adeguatezza manageriale, della creazione di strumenti di sistema e di servizio efficienti a partire dai vari livelli della federazione, dalle “fabbriche” e dalle stesse Banche di Credito Cooperativo nella direzione più volte indicata dalla Banca d’Italia, da queste stesse XX.XX e dalle regole approvate dal Comitato di Basilea 3. La Piattaforma di rinnovo del contratto nazionale delle Banche di Credito Cooperativo è perfettamente integrata in questo scenario ed esprime un profilo di sistema, intendendosi per tale l’ambizione di essere lo strumento di risposta alle giuste rivendicazioni degli oltre 36.000 dipendenti del settore e, al contempo, l’architrave di un sistema di relazioni industriali avanzate, che favorisca il superamento dei limiti e delle contraddizioni del sistema medesimo. E’ una proposta che parla alla qualità della vita, alle motivazioni del personale, all’identità cooperativa, alla professionalità, al coinvolgimento ed al giusto riconoscimento dei lavoratori. Ma parla anche alle comunità locali ed alla classe dirigente cooperativa più illuminata, che considera la cooperazione un valore non retorico e come tale incompatibile con l’autoreferenzialità, il paternalismo, il cooperativismo di maniera. Ci rivolgiamo anche a loro ed agli interessi diffusi del credito cooperativo, che deve guardare al lungo periodo con competenza e saggezza imprenditoriale per rappresentare e realizzare una reale, credibile e visibile alternativa al modello dominante di banca- finanziaria spersonalizzata e socialmente ed ambientalmente indifferente e irresponsabile. Il modello di banca che immaginiamo deve possedere queste caratteristiche e perciò deve realizzare una banca: più trasparente nei costi; più aperta e partecipata nella governance a partire dal coinvolgimento dei dipendenti in una logica di democrazia economica; inclusiva nella buona occupazione e nel welfare di sistema; refrattaria alle politiche commerciali aggressive ed alle politiche gestionali e premianti opache e disancorate da una visione di crescita sostenibile e responsabile; adeguata nelle competenze distintive senza importazioni inopportune da altre esperienze e con forti anticorpi contro i comportamenti devianti. E’ questa la banca che può essere realmente solida e integrata nella propria comunità, autonoma ma non autoreferenziale, solidaristica e sussidiaria.intervento:

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PREMESSA. La lezione Su tutto il territorio nazionale si registra una forte carenza di medici, in ragione dell’incremento dei collocamenti in quiescenza nel periodo pandemico, del ridotto numero di laureati in medicina e della crisi planetaria esplosa nell’agosto 2007creazione di servizi aggiuntivi per la pandemia (USCA, vaccinazioni, tracciamenti, tamponi ecc.) che hanno “assorbito” buona parte dei medici potenzialmente disponibili. Inoltre, il notevole ampliamento del numero di posti nel bando di accesso alle Scuole di specializzazione, triplicato rispetto agli anni precedenti, ha bocciato severamente alle fondamenta l’ideologia che ha consacrato permesso a molti medici di orientare il primato oligarchico dei grandi potentati economico-finanziari eloro percorso verso la specialistica, con loro, dei tanti che ne hanno favorito l’ascesa, aggravando ulteriormente la consacrazione e l’impunità. Il fallimento del paradigma liberista fondato sul primato della finanza sull’economia, dell’economia sulla politica, della speculazione sull’investimento, della rendita sul lavoro, dell’indebitamento sulla equità distributiva ci ritorna un monito severo ad intraprendere strade nuove, che archivino, definitivamente quella stagione. La speculazione tuttavia è insaziabile ed eticamente indifferente. La crisi progressivamente crescente e tendenzialmente destabilizzante dei debiti sovrani di Grecia, Portogallo, Irlanda, Spagna ed altri paesi sotto osservazione da parte delle istituzione europee ed internazionali è direttamente proporzionale alla feroce dinamica speculativa, che ne aggrava ulteriormente le condizioni. Nel contempo la nuova stagione regolativa europea si presenta attenuata carenza nelle previsioniCure primarie, che non scalfiscono si risolverà con il modello generativo cessare dello stato di emergenza ma richiederà qualche anno per avviarsi a soluzione. Il combinato disposto della crisicarenza di medici, delle remunerazioni più vantaggiose garantite ai medici USCA rispetto al compenso orario per i medici di continuità assistenziale e attardata dalle mille pastoie burocratiche degli egoismi nazionali pari solamentedel sovraccarico di lavoro per i medici che si trovano a coprire contemporaneamente più postazioni, ha determinato la minore appetibilità per i medici della copertura di turni di guardia e la manifestazione di numerose rinunce ad incarichi già in corso di svolgimento, mettendo in crisi la tenuta del servizio. A ciò si aggiungono i limiti imposti dalla normativa nazionale in termini di miopia, all’incapacità della politica incompatibilità connesse alla partecipazione al corso di cogliere le implicazioni profonde formazione in medicina generale ed all’assunzione di incarichi di medico di medicina generale da parte dei partecipanti al corso di formazione. In conseguenza di quanto sopra esposto, nel contesto regionale si sono registrate molteplici difficoltà a garantire la copertura dei turni di continuità assistenziale, documentate da ASUR Marche che ha in carico l’organizzazione del servizio, con una concreta prospettiva di peggioramento e ulteriori scoperture di turni anche in sedi relative ad ambiti territoriali estesi e densamente popolati. Si rende quindi necessario individuare una soluzione temporanea che consenta di garantire i livelli essenziali del servizio, frenando le rinunce e favorendo la conferma delle disponibilità dei medici di continuità assistenziale finora assicurate. Tale soluzione mira a riconoscere anche la collaborazione che i medici garantiscono alla tenuta del sistema con il proprio impegno, con evidenti carichi di lavoro aggiuntivi. Si intende quindi perseguire tale obiettivo mediante la negoziazione regionale, nelle more della reingegnerizzazione del servizio che sarà avviata a valle dell’entrata in vigore del nuovo Accordo Collettivo Nazionale. Nel presente accordo viene prevista anche la possibilità di avviare forme sperimentali di ciò che è accadutogià previsto e concordato all’interno dell’Accordo Collettivo Nazionale in corso di formalizzazione. Ciò, anche al fine di realizzare concretamente, in tempi brevi, quanto è stato previsto dallo stesso ACN individuando concretamente il percorso per l’attuazione del nuovo Accordo Integrativo Regionale. Il sistema bancario italiano presente accordo è stato meno colpito dagli effetti immediati della crisi finanziaria, anche grazie ad un miglior radicamento sul territorio integrato da fonti di ricavo più stabili ed alle politiche sindacali concertative, che hanno concorso a mitigare la “de materializzazione” delle banche italiane tradizionalmente intermediatrici, a favore del modello di banca finanziarizzata che negli Stati Uniti, ma anche in Europa (oltre 2.700 mld $) ha richiesto migliaia di miliardi di dollari di denaro pubblico per i salvataggi effettuati. Le banche di credito cooperativo sono rimaste complessivamente al riparo dalla finanza creativa ed hanno sostenuto l’economia reale svolgendo una funzione anticiclica e assumendone, almeno in parte, anche le difficoltà che hanno contribuito ad evidenziare dei limiti spesso antecedenti. A questi risultati hanno contribuito, insieme allo storico radicamento territoriale delle banche di credito cooperativo e ad una vigilanza prudenziale particolarmente rigorosa, le relazioni sindacali ed i Contratti di lavoro sottoscritti tra le Parti. Ora, per le BCC, è giunto il tempo delle scelte perché in occasione delle grandi discontinuità storiche l’immobilismo, o il dinamismo formale, corrispondono ad un inevitabile arretramento. Dovranno quindi attrezzarsi per superare i propri limiti strutturali sul fronte della Governance, dei controlli, del presidio dell’identità, della razionalizzazione dell’informatica, dell’adeguatezza manageriale, della creazione di strumenti di sistema e di servizio efficienti a partire dai vari livelli della federazione, dalle “fabbriche” e dalle stesse Banche di Credito Cooperativo nella direzione più volte indicata dalla Banca d’Italia, da queste stesse XX.XX e dalle regole approvate dal Comitato di Basilea 3. La Piattaforma di rinnovo del contratto nazionale delle Banche di Credito Cooperativo è perfettamente integrata in questo scenario ed esprime un profilo di sistema, intendendosi per tale l’ambizione di essere lo strumento di risposta alle giuste rivendicazioni degli oltre 36.000 dipendenti del settore e, al contempo, l’architrave di un sistema di relazioni industriali avanzate, che favorisca il superamento dei limiti e delle contraddizioni del sistema medesimo. E’ una proposta che parla alla qualità della vita, alle motivazioni del personale, all’identità cooperativa, alla professionalità, al coinvolgimento ed al giusto riconoscimento dei lavoratori. Ma parla anche alle comunità locali ed alla classe dirigente cooperativa più illuminata, che considera la cooperazione un valore non retorico e come tale incompatibile con l’autoreferenzialità, il paternalismo, il cooperativismo di maniera. Ci rivolgiamo anche a loro ed agli interessi diffusi del credito cooperativo, che deve guardare al lungo periodo con competenza e saggezza imprenditoriale per rappresentare e realizzare una reale, credibile e visibile alternativa al modello dominante di banca- finanziaria spersonalizzata e socialmente ed ambientalmente indifferente e irresponsabile. Il modello di banca che immaginiamo deve possedere queste caratteristiche e perciò deve realizzare una banca: più trasparente articolato nei costi; più aperta e partecipata nella governance a partire dal coinvolgimento dei dipendenti in una logica di democrazia economica; inclusiva nella buona occupazione e nel welfare di sistema; refrattaria alle politiche commerciali aggressive ed alle politiche gestionali e premianti opache e disancorate da una visione di crescita sostenibile e responsabile; adeguata nelle competenze distintive senza importazioni inopportune da altre esperienze e con forti anticorpi contro i comportamenti devianti. E’ questa la banca che può essere realmente solida e integrata nella propria comunità, autonoma ma non autoreferenziale, solidaristica e sussidiaria.seguenti moduli:

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PREMESSA. La lezione sicurezza dei nostri clienti, oltre ad essere una priorità, è ormai sinonimo di comfort e benessere, da cui non possiamo prescindere. Oltre alla pulizia e alla manutenzione ordinarie, sono stati inseriti nuovi standard di sicurezza Questo protocollo, redatto in data 17 Maggio 2020, tiene conto delle disposizioni e delle informazioni disponibili alla data di redazione e potrà subire le modifiche necessarie con l’evolversi della crisi planetaria esplosa nell’agosto 2007situazione. Le misure di Igiene e Sicurezza adottate dall’ hotel hanno l’obiettivo di garantire sicurezza e comfort agli ospiti e allo staff, ha bocciato severamente nel pieno rispetto delle normative vigenti, delle raccomandazioni e disposizioni delle autorità sanitarie e delle associazioni di settore del turismo. Per la redazione del presente documento ci siamo basati:  sulle “Linee Guida per la Gestione dell'Emergenza Covid-19 nel settore ricettivo” emesse il 31 marzo 2020 dall’Organizzazione Mondiale della Sanità;  sulle Linee guida per la riapertura delle attività economiche e produttive della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome del 16 maggio 2020  sul Rapporto ISS COVID-19 n. 19/2020 “Raccomandazioni ad interim sui disinfettanti nell’attuale emergenza COVID-19: presidi medico chirurgici e biocidi” Questo protocollo, soggetto a eventuali e future integrazioni, si aggiunge alle fondamenta l’ideologia che ha consacrato disposizione Ministeriali sulle misure per il primato oligarchico dei grandi potentati economico-finanziari e, con loro, dei tanti che ne hanno favorito l’ascesa, la consacrazione e l’impunità. Il fallimento contrasto ed il contenimento della diffusione del paradigma liberista fondato sul primato della finanza sull’economia, dell’economia sulla politica, della speculazione sull’investimento, della rendita sul virus COVID-19 negli ambienti di lavoro, dell’indebitamento sulla equità distributiva ci ritorna un monito severo ad intraprendere strade nuoveal DPCM del 26 Aprile 2020 ed al DPCM del 17 maggio 2020, che archivino, definitivamente quella stagioneed a specifiche Ordinanze Regionali alle quali gli hotel fanno riferimento per quanto non espressamente indicato nel protocollo stesso. La speculazione tuttavia è insaziabile ed eticamente indifferente. La crisi progressivamente crescente È necessario comunicare in forma chiara e tendenzialmente destabilizzante dei debiti sovrani di Grecia, Portogallo, Irlanda, Spagna ed altri paesi sotto osservazione da parte delle istituzione europee ed internazionali è direttamente proporzionale alla feroce dinamica speculativa, che ne aggrava ulteriormente le condizioni. Nel contempo la nuova stagione regolativa europea si presenta attenuata nelle previsioni, che non scalfiscono il modello generativo della crisi, e attardata dalle mille pastoie burocratiche degli egoismi nazionali pari solamentesemplice queste azioni, in termini modo che i clienti percepiscano che l’hotel ha a cuore la sicurezza di miopiatutti, all’incapacità dallo staff ai clienti. In base alle disposizioni le operazioni di sanificazione richiedono l’uso di disinfettanti registrati presso il Ministero della politica Salute come Presidio Medico Chirurgico a base di cogliere le implicazioni profonde ipoclorito di quanto è accaduto. Il sistema bancario italiano è stato meno colpito dagli effetti immediati della crisi finanziariasodio diluito allo 0,1% (o con una concentrazione più alta, anche grazie ad un miglior radicamento sul territorio integrato da fonti di ricavo più stabili ed alle politiche sindacali concertativefino allo 0,5%, che hanno concorso a mitigare la “de materializzazione” delle banche italiane tradizionalmente intermediatrici, a favore del modello di banca finanziarizzata che negli Stati Uniti, ma anche in Europa (oltre 2.700 mld $) ha richiesto migliaia di miliardi di dollari di denaro pubblico per i salvataggi effettuati. Le banche bagni) oppure, quando l'uso dell’ipoclorito di credito cooperativo sono rimaste complessivamente al riparo dalla finanza creativa ed hanno sostenuto l’economia reale svolgendo una funzione anticiclica e assumendonesodio non è adatto (es: telefoni, almeno in partetelecomandi, anche le difficoltà che hanno contribuito ad evidenziare dei limiti spesso antecedenti. A questi risultati hanno contribuitomaniglie delle porte, insieme allo storico radicamento territoriale delle banche di credito cooperativo e ad una vigilanza prudenziale particolarmente rigorosapulsanti nell'ascensore, le relazioni sindacali ed i Contratti di lavoro sottoscritti tra le Parti. Ora, per le BCCecc.), è giunto il tempo delle scelte perché in occasione delle grandi discontinuità storiche l’immobilismopossibile utilizzare l’alcol al 70% di concentrazione, o il dinamismo formale, corrispondono ad un inevitabile arretramento. Dovranno quindi attrezzarsi per superare i propri limiti strutturali sul fronte della Governance, dei controlli, del presidio dell’identità, della razionalizzazione dell’informatica, dell’adeguatezza manageriale, della creazione perossido di strumenti idrogeno e miscele di sistema e di servizio efficienti a partire dai vari livelli della federazione, dalle “fabbriche” e dalle stesse Banche di Credito Cooperativo nella direzione più volte indicata dalla Banca d’Italia, da queste stesse XX.XX e dalle regole approvate dal Comitato di Basilea 3. La Piattaforma di rinnovo del contratto nazionale delle Banche di Credito Cooperativo è perfettamente integrata in questo scenario ed esprime un profilo di sistema, intendendosi per tale l’ambizione di essere lo strumento di risposta alle giuste rivendicazioni degli oltre 36.000 dipendenti del settore e, al contempo, l’architrave di un sistema di relazioni industriali avanzate, che favorisca il superamento dei limiti e delle contraddizioni del sistema medesimo. E’ una proposta che parla alla qualità della vita, alle motivazioni del personale, all’identità cooperativa, alla professionalità, al coinvolgimento ed al giusto riconoscimento dei lavoratori. Ma parla anche alle comunità locali ed alla classe dirigente cooperativa più illuminata, che considera la cooperazione un valore non retorico e come tale incompatibile con l’autoreferenzialità, il paternalismo, il cooperativismo di maniera. Ci rivolgiamo anche a loro ed agli interessi diffusi del credito cooperativo, che deve guardare al lungo periodo con competenza e saggezza imprenditoriale per rappresentare e realizzare una reale, credibile e visibile alternativa al modello dominante di banca- finanziaria spersonalizzata e socialmente ed ambientalmente indifferente e irresponsabile. Il modello di banca che immaginiamo deve possedere queste caratteristiche e perciò deve realizzare una banca: più trasparente nei costi; più aperta e partecipata nella governance a partire dal coinvolgimento dei dipendenti in una logica di democrazia economica; inclusiva nella buona occupazione e nel welfare di sistema; refrattaria alle politiche commerciali aggressive ed alle politiche gestionali e premianti opache e disancorate da una visione di crescita sostenibile e responsabile; adeguata nelle competenze distintive senza importazioni inopportune da altre esperienze e con forti anticorpi contro i comportamenti devianti. E’ questa la banca che può essere realmente solida e integrata nella propria comunità, autonoma ma non autoreferenziale, solidaristica e sussidiariaammoni quaternari.

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PREMESSA. La lezione della crisi planetaria esplosa nell’agosto 2007Regione Puglia al fine di delineare la propria strategia di sviluppo culturale e, quindi, le azioni di valorizzazione, innovazione e promozione dell’intero sistema cultura, nonché le priorità di intervento, ha bocciato severamente alle fondamenta l’ideologia che ha consacrato il primato oligarchico dei grandi potentati economicoelaborato un piano strategico della cultura per la Puglia 2017-finanziari e2025: PIIIL - prodotto, identità, innovazione, impresa, lavoro. In coerenza con loro, dei tanti che ne hanno favorito l’ascesaquanto è emerso dallo stesso documento, la consacrazione Regione Puglia e l’impunitàil TPP collaborano al fine di valorizzare, rilanciare e promuovere il sistema delle attività culturali e di spettacolo dal vivo, offrendo agli operatori gli strumenti per potenziare e qualificare la domanda culturale e per qualificare la propria offerta, migliorare le competenze artistiche e professionali coinvolte, la capacità di presenza sul mercato nazionale e internazionale e quindi la loro competitività. Un complesso di attività per la promozione del “sistema cultura” e quindi del patrimonio materiale e immateriale regionale. Nell’ambito del progetto Puglia Sounds, interamente dedicato allo sviluppo del sistema musicale regionale, sono stati definiti una serie di interventi, tra i quali Puglia Sounds Plus, finalizzati a proseguire le azioni per l'ampliamento, il consolidamento e la distribuzione dell'offerta, nonché per lo sviluppo di imprese operanti nel settore musicale, pratiche gestionali, conoscenze, relazioni ed esperienze fondamentali per potenziare la capacità di presenza nei mercati nazionali ed esteri del “Sistema Musicale Puglia” nonché per consolidare la competitività, anche in questo momento di crisi complessiva del sistema. Tali “Azioni di Valorizzazione della cultura e della creatività territoriale” sono realizzate a valere sulle risorse FSC Puglia 2014 – 2020 – Patto per la Puglia, Area di Intervento IV “Interventi per la tutela e valorizzazione dei beni culturali e per la promozione del patrimonio immateriale”. Il fallimento progetto Puglia Sounds, interamente dedicato allo sviluppo del paradigma liberista fondato sul primato sistema musicale regionale, intende sviluppare la propria progettualità interessando l'intera filiera della finanza sull’economiamusica (dall’artista/interprete al management/edizione musicale al booking, dell’economia sulla politicaall'etichetta, della speculazione sull’investimentoalla distribuzione, della rendita sul lavoro, dell’indebitamento sulla equità distributiva ci ritorna un monito severo ad intraprendere strade nuove, che archivino, definitivamente quella stagione. La speculazione tuttavia è insaziabile ed eticamente indifferente. La crisi progressivamente crescente e tendenzialmente destabilizzante dei debiti sovrani di Grecia, Portogallo, Irlanda, Spagna ed altri paesi sotto osservazione da parte delle istituzione europee ed internazionali è direttamente proporzionale alla feroce dinamica speculativa, che ne aggrava ulteriormente le condizioni. Nel contempo la nuova stagione regolativa europea si presenta attenuata nelle previsioni, che non scalfiscono il modello generativo della crisi, e attardata dalle mille pastoie burocratiche degli egoismi nazionali pari solamente, in termini di miopia, all’incapacità della politica di cogliere le implicazioni profonde di quanto è accaduto. Il sistema bancario italiano è stato meno colpito dagli effetti immediati della crisi finanziaria, anche grazie ad un miglior radicamento sul territorio integrato da fonti di ricavo più stabili ed alle politiche sindacali concertative, che hanno concorso a mitigare la “de materializzazione” delle banche italiane tradizionalmente intermediatrici, a favore del modello di banca finanziarizzata che negli Stati Uniti, ma anche in Europa (oltre 2.700 mld $) ha richiesto migliaia di miliardi di dollari di denaro pubblico per i salvataggi effettuati. Le banche di credito cooperativo sono rimaste complessivamente al riparo dalla finanza creativa ed hanno sostenuto l’economia reale svolgendo una funzione anticiclica e assumendone, almeno in parte, anche le difficoltà che hanno contribuito ad evidenziare dei limiti spesso antecedenti. A questi risultati hanno contribuito, insieme allo storico radicamento territoriale delle banche di credito cooperativo e ad una vigilanza prudenziale particolarmente rigorosa, le relazioni sindacali ed i Contratti di lavoro sottoscritti tra le Parti. Ora, per le BCC, è giunto il tempo delle scelte perché in occasione delle grandi discontinuità storiche l’immobilismo, o il dinamismo formale, corrispondono ad un inevitabile arretramento. Dovranno quindi attrezzarsi per superare i propri limiti strutturali sul fronte della Governance, dei controlli, del presidio dell’identità, della razionalizzazione dell’informatica, dell’adeguatezza manageriale, della creazione di strumenti di sistema e di servizio efficienti a partire dai vari livelli della federazione, dalle “fabbriche” e dalle stesse Banche di Credito Cooperativo nella direzione più volte indicata dalla Banca d’Italia, da queste stesse XX.XX e dalle regole approvate dal Comitato di Basilea 3. La Piattaforma di rinnovo del contratto nazionale delle Banche di Credito Cooperativo è perfettamente integrata in questo scenario ed esprime un profilo di sistema, intendendosi per tale l’ambizione di essere lo strumento di risposta alle giuste rivendicazioni degli oltre 36.000 dipendenti del settore ecomunicazione, al contempoconsumo) attraverso strumenti specifici tra cui “Programmazione TOUR ITALIA 2023” volto a sostenere la produzione e la promozione dello spettacolo dal vivo in territorio nazionale, l’architrave di un sistema di relazioni industriali avanzateincluso quello regionale, che favorisca il superamento dei limiti promuovendo un’offerta musicale qualificata e delle contraddizioni del sistema medesimo. E’ una proposta che parla alla qualità della vitasostenibile, alle motivazioni del personale, all’identità cooperativa, alla professionalità, al coinvolgimento ed al giusto riconoscimento dei lavoratori. Ma parla anche alle comunità locali ed alla classe dirigente cooperativa più illuminata, che considera la cooperazione un valore non retorico verde e come tale incompatibile con l’autoreferenzialità, il paternalismo, il cooperativismo di maniera. Ci rivolgiamo anche a loro ed agli interessi diffusi del credito cooperativo, che deve guardare al lungo periodo con competenza e saggezza imprenditoriale per rappresentare e realizzare una reale, credibile e visibile alternativa al modello dominante di banca- finanziaria spersonalizzata e socialmente ed ambientalmente indifferente e irresponsabile. Il modello di banca che immaginiamo deve possedere queste caratteristiche e perciò deve realizzare una banca: più trasparente nei costi; più aperta e partecipata nella governance a partire dal coinvolgimento dei dipendenti in una logica di democrazia economica; inclusiva nella buona occupazione e nel welfare di sistema; refrattaria alle politiche commerciali aggressive ed alle politiche gestionali e premianti opache e disancorate da una visione di crescita sostenibile e responsabile; adeguata nelle competenze distintive senza importazioni inopportune da altre esperienze e con forti anticorpi contro i comportamenti devianti. E’ questa la banca che può essere realmente solida e integrata nella propria comunità, autonoma ma non autoreferenziale, solidaristica e sussidiariaaccessibile.

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PREMESSA. La lezione della crisi planetaria esplosa nell’agosto 2007Partendo dalla premessa del precedente Contratto Integrativo Aziendale che delineava la nascita e la storia di Coop Reno quale presidio di punti vendita Coop che sarebbero stati dimessi, oggi si ha bocciato severamente alle fondamenta l’ideologia che Coop Reno rappresenta una realtà importante nel panorama delle cooperative di consumo e registra una sempre maggiore affermazione nel territorio ferrarese. Coop. Reno – Area Ferrarese infatti è riuscita ad affermarsi in un contesto difficile, fortemente concorrenziale, caratterizzato da un calo di consumi e da una diversificazione degli stessi che ha consacrato il primato oligarchico dei grandi potentati economico-finanziari emesso in difficoltà molti settori della distribuzione commerciale. Malgrado le sempre maggiori difficoltà del settore, Coop. Xxxx, con lorol’importante e fondamentale apporto nell’attività quotidiana dei suoi dipendenti, è diventata nel territorio di Ferrara una realtà riconosciuta e portatrice dei tanti che ne hanno favorito l’ascesavalori della cooperazione, quali l’attenzione al consumatore, la consacrazione e l’impunità. Il fallimento del paradigma liberista fondato sul primato della finanza sull’economiafidelizzazione dello stesso, dell’economia sulla politica, della speculazione sull’investimento, della rendita sul lavoro, dell’indebitamento sulla equità distributiva ci ritorna un monito severo ad intraprendere strade nuove, che archivino, definitivamente quella stagionela stabilità occupazionale. La speculazione tuttavia scelta strategica di Coop Reno è insaziabile ed eticamente indifferentestata quella di rilanciare i presidi commerciali nelle piccole ma significative realtà provinciali, con un investimento importante di risorse per consolidare e sviluppare la presenza sul territorio oltre che interventi di ristrutturazione e riqualificazione dei presidi stessi. La crisi progressivamente crescente Strategica si è dimostrata inoltre la scelta di Xxxx. Reno di impostare, con i dipendenti e tendenzialmente destabilizzante le organizzazioni sindacali, un confronto e un coinvolgimento effettivo nella gestione dei debiti sovrani punti vendita, scelta che le parti hanno inteso rilanciare e rafforzare con questo rinnovo contrattuale. Con la contrattazione integrativa si sono trovati e consolidati quei meccanismi di Greciagrande equilibrio che hanno omogeneizzato e portato a regime i vari negozi di Coop. Reno - Area Ferrarese; esito non scontato visto la diversa provenienza degli stessi e le diversità di trattamento economico preesistenti. Alla luce del miglioramento complessivo nella gestione dei punti vendita e della tenuta dell’andamento delle vendite e dei consumi, Portogallose pur in una situazione di mercato difficile e complesso, Irlandale parti hanno inteso valorizzare tali scelte e strategie della cooperativa, Spagna ed altri paesi sotto osservazione da parte delle istituzione europee ed internazionali è direttamente proporzionale alla feroce dinamica speculativa, oltre che ne aggrava ulteriormente le condizioni. Nel contempo la nuova stagione regolativa europea si presenta attenuata nelle previsioni, che non scalfiscono il modello generativo della crisi, e attardata dalle mille pastoie burocratiche degli egoismi nazionali pari solamente, in termini collaborazione fattiva dei dipendenti; pertanto l’obiettivo di miopia, all’incapacità della politica di cogliere le implicazioni profonde di quanto è accaduto. Il sistema bancario italiano questo rinnovo contrattuale è stato meno colpito dagli effetti immediati della crisi finanziaria, anche grazie ad un miglior radicamento sul territorio integrato da fonti di ricavo più stabili ed alle politiche sindacali concertative, che hanno concorso a mitigare la “de materializzazione” delle banche italiane tradizionalmente intermediatrici, a favore del modello di banca finanziarizzata che negli Stati Uniti, ma anche in Europa (oltre 2.700 mld $) ha richiesto migliaia di miliardi di dollari di denaro pubblico per i salvataggi effettuati. Le banche di credito cooperativo sono rimaste complessivamente al riparo dalla finanza creativa ed hanno sostenuto l’economia reale svolgendo una funzione anticiclica e assumendone, almeno in parte, anche le difficoltà che hanno contribuito ad evidenziare dei limiti spesso antecedenti. A questi risultati hanno contribuito, insieme allo storico radicamento territoriale delle banche di credito cooperativo e ad una vigilanza prudenziale particolarmente rigorosa, le relazioni sindacali ed i Contratti di lavoro sottoscritti tra le Parti. Ora, per le BCC, è giunto il tempo delle scelte perché in occasione delle grandi discontinuità storiche l’immobilismo, o il dinamismo formale, corrispondono ad un inevitabile arretramento. Dovranno quindi attrezzarsi per superare i propri limiti strutturali sul fronte della Governance, dei controlli, del presidio dell’identità, della razionalizzazione dell’informatica, dell’adeguatezza manageriale, della creazione di strumenti di sistema e di servizio efficienti a partire dai vari livelli della federazione, dalle “fabbriche” e dalle stesse Banche di Credito Cooperativo nella direzione più volte indicata dalla Banca d’Italia, da queste stesse XX.XX e dalle regole approvate dal Comitato di Basilea 3. La Piattaforma di rinnovo del contratto nazionale delle Banche di Credito Cooperativo è perfettamente integrata in questo scenario ed esprime un profilo di sistema, intendendosi per tale l’ambizione di essere lo strumento di risposta alle giuste rivendicazioni degli oltre 36.000 dipendenti del settore e, al contempo, l’architrave di un sistema di relazioni industriali avanzate, che favorisca il superamento dei limiti e delle contraddizioni del sistema medesimo. E’ una proposta che parla alla qualità della vita, alle motivazioni del personale, all’identità cooperativa, alla professionalità, al coinvolgimento ed al giusto riconoscimento dei ai lavoratori. Ma parla anche alle comunità locali ed , attraverso l’introduzione di norme atte alla classe dirigente cooperativa più illuminata, che considera la cooperazione un valore non retorico e come tale incompatibile con l’autoreferenzialitàstabilizzazione e/o all’incremento occupazionale, il paternalismomiglioramento della qualità del lavoro anche attraverso interventi economici, il cooperativismo di maniera. Ci rivolgiamo anche a loro ed agli interessi diffusi del credito cooperativo, che deve guardare sempre con la giusta attenzione rivolta al lungo periodo con competenza e saggezza imprenditoriale per rappresentare e realizzare una reale, credibile e visibile alternativa al modello dominante di banca- finanziaria spersonalizzata e socialmente ed ambientalmente indifferente e irresponsabile. Il modello di banca che immaginiamo deve possedere queste caratteristiche e perciò deve realizzare una banca: più trasparente nei costi; più aperta e partecipata nella governance a partire dal coinvolgimento dei dipendenti in una logica di democrazia economica; inclusiva nella buona occupazione e nel welfare di sistema; refrattaria alle politiche commerciali aggressive ed alle politiche gestionali e premianti opache e disancorate da una visione di crescita sostenibile e responsabile; adeguata nelle competenze distintive senza importazioni inopportune da altre esperienze e con forti anticorpi contro i comportamenti devianti. E’ questa la banca che può essere realmente solida e integrata nella propria comunità, autonoma ma non autoreferenziale, solidaristica e sussidiariamercato.

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Samples: Contratto Integrativo Aziendale

PREMESSA. La lezione Il presente CCNL nasce da uno studio di dati e di informazioni utili a conoscere preventivamente le possibilità di sviluppo, onde realizzare le condizioni per favorirlo, individuando eventuali punti deboli per verificarne la possibilità di rafforzamento. Le Organizzazioni Sindacali e Datoriali firmatarie ritengono di aver dato con il contratto, una prima importante risposta alle esigenze da più parte rappresentate, per un cambiamento della crisi planetaria esplosa nell’agosto 2007contrattualistica nazionale in un’ottica di rilancio reale dell’occupazione, ha bocciato severamente alle fondamenta l’ideologia che ha consacrato fattore indispensabile per un’espansione strutturale dell’economia e della produttività del Paese. Il contratto si muove nelle logiche dettate dall’Unione Europea finalizzata al miglioramento dei rapporti individuali e collettivi di lavoro alla crescita dei livelli occupazionali, alla protezione e sicurezza sindacale, per conoscere a formulare e rafforzare le regole di garanzia e di tutela dei processi lavorativi. I Governi dell’Unione Europea hanno indicato le materie su cui inciderà la politica sociale comunitaria per il primato oligarchico conseguimento degli obiettivi delle loro azioni comuni; la sicurezza e la salute del lavoratore sul posto di lavoro, le migliori condizioni di lavoro, l’informazione e la consultazione dei grandi potentati economico-finanziari elavoratori, con loro, dei tanti che ne hanno favorito l’ascesale pari opportunità, la consacrazione rappresentanza e l’impunità. Il fallimento del paradigma liberista fondato sul primato della finanza sull’economiala difesa collettiva degli interessi dei lavoratori e dei datori di lavoro ivi compresa la cogestione, dell’economia sulla politica, della speculazione sull’investimento, della rendita sul gli aiuti finanziari alla promozione dell’occupazione e alla creazione dei posti di lavoro, dell’indebitamento sulla equità distributiva ci ritorna un monito severo ad intraprendere strade nuovela contrattazione collettiva europea. Per questi obiettivi, le Organizzazioni Sindacali e Datoriali svolgono una specifica funzione che archivinoesercitano nei confronti del legislatore comunitario, definitivamente quella stagione. La speculazione tuttavia è insaziabile ed eticamente indifferente. La crisi progressivamente crescente e tendenzialmente destabilizzante dei debiti sovrani di Grecia, Portogallo, Irlanda, Spagna ed altri paesi sotto osservazione da parte delle istituzione europee ed internazionali è direttamente proporzionale alla feroce dinamica speculativa, che ne aggrava ulteriormente le condizioni. Nel contempo la nuova stagione regolativa europea si presenta attenuata nelle previsioni, che non scalfiscono il modello generativo della crisi, e attardata dalle mille pastoie burocratiche degli egoismi nazionali pari solamente, in termini di miopia, all’incapacità della politica di cogliere le implicazioni profonde di quanto è accaduto. Il sistema bancario italiano è stato meno colpito dagli effetti immediati della crisi finanziaria, anche grazie ad un miglior radicamento sul territorio integrato da fonti di ricavo più stabili ed alle politiche sindacali concertative, che hanno concorso a mitigare la “de materializzazione” delle banche italiane tradizionalmente intermediatrici, a favore nonché una essenziale funzione negoziale nell’ambito del modello di banca finanziarizzata che negli Stati Uniti, ma anche in Europa (oltre 2.700 mld $) ha richiesto migliaia di miliardi di dollari di denaro pubblico per i salvataggi effettuatidialogo sociale. Le banche parti concordano, altresì, sulla necessità di credito cooperativo sono rimaste complessivamente affermare la parità funzione delle Organizzazioni Sindacali e Datoriali, sul piano del diritto al riparo dalla finanza creativa ed lavoro e all’esercizio dell’impresa privata in un contesto di riconosciuta libertà associativa. Sulla base di tali principi le Organizzazioni Sindacali e Datoriali firmatarie affermano il loro ruolo di stimolo e di controllo sulle politiche sociali e del lavoro, nonché la loro essenziale funzione negoziale nell’ambito del confronto con gli Organismi istituzionali, governativi e legislativi del nostro Paese e della Comunità Europea. Le parti sociali firmatarie di questo contratto hanno sostenuto l’economia reale svolgendo una funzione anticiclica stabilito di dare possibilità di manovra nell’intero territorio nazionale dei trattamenti retributivi alle strutture territoriali delle Organizzazioni Sindacali stipulanti il contratto medesimo, demandando alla contrattazione di secondo livello aziendale e assumendoneterritoriale, almeno i livelli di retribuzione finali, conferendo all’Ente Bilaterale pariteticamente costituito l’esame per eventuali modifiche in tutto o in parte, anche in via sperimentale e temporanea i singoli istituti economici e normativi disciplinati dal Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro. Le parti stipulanti, oltre a dare valenza al duplice livello di contrattazione, che produrrà positivi risultati, hanno ritenuto opportuno con il presente C.C.N.L. di mettere le difficoltà aziende artigiane di parrucchieri, xxxxxxxx ed estetisti nelle condizioni di poter sostenere l’occupazione e lo sviluppo sia sotto il profilo economico produttivo, sia sotto l’aspetto puramente sociale. Il presente contratto sostituisce ed assorbe ad ogni effetto le norme dei Contratti Collettivi precedenti e accordi speciali dei settori dell’acconciatura e dell’estetica. Per quanto non previsto dal presente contratto valgono le disposizioni, restando salve le condizioni di miglior favore. Le parti sociali si impegnano a depositare entro sessanta giorni al C.N.E.L. il presente C.C.N.L.. Le parti, infine si impegnano ad esercitare, con il massimo scrupolo, una azione di controllo ed a denunciare eventuali posizioni e/o gestioni irregolari, specie in ordine al “lavoro nero” e allo sfruttamento del lavoro minorile, che hanno contribuito ad evidenziare dei limiti spesso antecedenti. A questi risultati hanno contribuito, insieme allo storico radicamento territoriale delle banche di credito cooperativo e ad una vigilanza prudenziale particolarmente rigorosa, le relazioni sindacali ed i Contratti degradano il rapporto di lavoro sottoscritti tra le Parti. Ora, per le BCC, è giunto il tempo delle scelte perché in occasione delle grandi discontinuità storiche l’immobilismo, o il dinamismo formale, corrispondono ad un inevitabile arretramento. Dovranno quindi attrezzarsi per superare i propri limiti strutturali sul fronte della Governance, dei controlli, del presidio dell’identità, della razionalizzazione dell’informatica, dell’adeguatezza manageriale, della creazione di strumenti di sistema e di servizio efficienti a partire dai vari livelli della federazione, dalle “fabbriche” e dalle stesse Banche di Credito Cooperativo nella direzione più volte indicata dalla Banca d’Italia, da queste stesse XX.XX e dalle regole approvate dal Comitato di Basilea 3. La Piattaforma di rinnovo del contratto nazionale delle Banche di Credito Cooperativo è perfettamente integrata in questo scenario ed esprime un profilo di sistema, intendendosi per tale l’ambizione di essere lo strumento di risposta alle giuste rivendicazioni degli oltre 36.000 dipendenti del settore e, al contempo, l’architrave di un sistema di relazioni industriali avanzate, che favorisca il superamento dei limiti e delle contraddizioni del sistema medesimo. E’ una proposta che parla alla qualità della vita, alle motivazioni del personale, all’identità cooperativa, alla professionalità, al coinvolgimento ed al giusto riconoscimento dei lavoratori. Ma parla anche alle comunità locali ed alla classe dirigente cooperativa più illuminata, che considera disonorano la cooperazione un valore non retorico e come tale incompatibile con l’autoreferenzialità, il paternalismo, il cooperativismo di maniera. Ci rivolgiamo anche a loro ed agli interessi diffusi del credito cooperativo, che deve guardare al lungo periodo con competenza e saggezza imprenditoriale per rappresentare e realizzare una reale, credibile e visibile alternativa al modello dominante di banca- finanziaria spersonalizzata e socialmente ed ambientalmente indifferente e irresponsabile. Il modello di banca che immaginiamo deve possedere queste caratteristiche e perciò deve realizzare una banca: più trasparente nei costi; più aperta e partecipata nella governance a partire dal coinvolgimento dei dipendenti in una logica di democrazia economica; inclusiva nella buona occupazione e nel welfare di sistema; refrattaria alle politiche commerciali aggressive ed alle politiche gestionali e premianti opache e disancorate da una visione di crescita sostenibile e responsabile; adeguata nelle competenze distintive senza importazioni inopportune da altre esperienze e con forti anticorpi contro i comportamenti devianti. E’ questa la banca che può essere realmente solida e integrata nella propria comunità, autonoma ma non autoreferenziale, solidaristica e sussidiariasocietà civile.

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Samples: Contratto Collettivo Nazionale Di Lavoro

PREMESSA. Il presente documento definisce le linee guida del Piano di Sicurezza e Coordinamento finalizzato all’allargamento e messa in sicurezza della SP 24 – in particolare il tratto che dalla località “Aidu Entu” (Km 12) porta verso Torpè. La lezione della crisi planetaria esplosa nell’agosto 2007redazione completa e dettagliata del Piano di Sicurezza e Coordinamento, ha bocciato severamente alle fondamenta l’ideologia che ha consacrato il primato oligarchico dei grandi potentati economico-finanziari eavverrà prima dell’apertura del cantiere, e la stesura si predisporrà in accordo con loro, dei tanti che ne hanno favorito l’ascesal’impresa appaltatrice, la consacrazione quale potrà fornire le proprie indicazioni per un’efficiente e l’impunitàsicura organizzazione del cantiere di lavoro. Il fallimento piano di sicurezza e coordinamento dovrà essere redatto in conformità a quanto previsto dall’art. 100 del paradigma liberista fondato sul primato D. Lgs. 81/08 e quindi dall'Allegato XV; il fascicolo dell'opera secondo l'Allegato XVI allo stesso Decreto. Nel seguito viene quindi fornita un’analisi preliminare del rischio mediante l’evidenziazione dei rischi specifici per ogni singola lavorazione, al fine di garantire il rispetto delle norme per la prevenzione infortuni e la tutela della finanza sull’economia, dell’economia sulla politica, salute dei lavoratori e degli utenti. I contenuti del presente documento dovranno essere ampliati ed integrati nell’ambito della speculazione sull’investimento, della rendita sul redazione del progetto esecutivo. Tutti i soggetti interessati dal lavoro, dell’indebitamento sulla equità distributiva ci ritorna un monito severo ad intraprendere strade nuovemaestranze e figure responsabili, che archivino, definitivamente quella stagione. La speculazione tuttavia è insaziabile ed eticamente indifferente. La crisi progressivamente crescente dovranno essere resi edotti sui rischi specifici e tendenzialmente destabilizzante dei debiti sovrani sulle misure di Grecia, Portogallo, Irlanda, Spagna ed altri paesi sotto osservazione da parte delle istituzione europee ed internazionali è direttamente proporzionale alla feroce dinamica speculativa, che ne aggrava ulteriormente le condizioni. Nel contempo la nuova stagione regolativa europea si presenta attenuata nelle previsioni, che non scalfiscono il modello generativo della crisi, e attardata dalle mille pastoie burocratiche degli egoismi nazionali pari solamente, in termini di miopia, all’incapacità della politica di cogliere le implicazioni profonde di quanto è accadutosicurezza previste. Il sistema bancario italiano è stato meno colpito dagli effetti immediati della crisi finanziariapiano di sicurezza subirà l’evoluzione necessaria all’adattamento alle esigenze reali e concrete del cantiere, anche grazie ad un miglior radicamento sul territorio integrato da fonti tenendo conto dell’utilizzo comune di ricavo più stabili ed alle politiche sindacali concertativeimpianti, che hanno concorso a mitigare la “de materializzazione” delle banche italiane tradizionalmente intermediatriciattrezzature, a favore del modello di banca finanziarizzata che negli Stati Uniti, ma anche in Europa (oltre 2.700 mld $) ha richiesto migliaia di miliardi di dollari di denaro pubblico per i salvataggi effettuati. Le banche di credito cooperativo sono rimaste complessivamente al riparo dalla finanza creativa ed hanno sostenuto l’economia reale svolgendo una funzione anticiclica e assumendone, almeno in parte, anche le difficoltà che hanno contribuito ad evidenziare dei limiti spesso antecedenti. A questi risultati hanno contribuito, insieme allo storico radicamento territoriale delle banche di credito cooperativo e ad una vigilanza prudenziale particolarmente rigorosa, le relazioni sindacali ed i Contratti di lavoro sottoscritti tra le Parti. Ora, per le BCC, è giunto il tempo delle scelte perché in occasione delle grandi discontinuità storiche l’immobilismo, o il dinamismo formale, corrispondono ad un inevitabile arretramento. Dovranno quindi attrezzarsi per superare i propri limiti strutturali sul fronte della Governance, dei controlli, del presidio dell’identità, della razionalizzazione dell’informatica, dell’adeguatezza manageriale, della creazione di strumenti di sistema mezzi logistici e di servizio efficienti a partire dai vari livelli della federazione, dalle “fabbriche” e dalle stesse Banche di Credito Cooperativo nella direzione più volte indicata dalla Banca d’Italia, da queste stesse XX.XX e dalle regole approvate dal Comitato di Basilea 3. La Piattaforma di rinnovo del contratto nazionale delle Banche di Credito Cooperativo è perfettamente integrata in questo scenario ed esprime un profilo di sistema, intendendosi per tale l’ambizione di essere lo strumento di risposta alle giuste rivendicazioni degli oltre 36.000 dipendenti del settore e, al contempo, l’architrave di un sistema di relazioni industriali avanzate, che favorisca il superamento dei limiti e delle contraddizioni del sistema medesimo. E’ una proposta che parla alla qualità della vita, alle motivazioni del personale, all’identità cooperativa, alla professionalità, al coinvolgimento ed al giusto riconoscimento dei lavoratori. Ma parla anche alle comunità locali ed alla classe dirigente cooperativa più illuminata, che considera la cooperazione un valore non retorico e come tale incompatibile con l’autoreferenzialità, il paternalismo, il cooperativismo di maniera. Ci rivolgiamo anche a loro ed agli interessi diffusi del credito cooperativo, che deve guardare al lungo periodo con competenza e saggezza imprenditoriale per rappresentare e realizzare una reale, credibile e visibile alternativa al modello dominante di banca- finanziaria spersonalizzata e socialmente ed ambientalmente indifferente e irresponsabileprotezione collettiva. Il modello Piano di banca Sicurezza che immaginiamo deve possedere queste caratteristiche sarà sviluppato in seguito prenderà in considerazione ed approfondirà la salvaguardia dell'incolumità delle maestranze addette ai lavori. Naturalmente tutte le problematiche comuni e perciò deve realizzare una banca: più trasparente generali di cantiere dovranno essere tenute in debita considerazione nella redazione del Piano di Sicurezza. Tutte le scelte di natura logistica, annoverate nel normale andamento dei lavori in cantiere, saranno prese in accordo con il Settore Infrastrutture della Provincia di Nuoro e riportate nel piano di sicurezza o nei costi; più aperta e partecipata nella governance a partire dal coinvolgimento dei dipendenti in una logica di democrazia economica; inclusiva nella buona occupazione e nel welfare di sistema; refrattaria alle politiche commerciali aggressive ed alle politiche gestionali e premianti opache e disancorate da una visione di crescita sostenibile e responsabile; adeguata nelle competenze distintive senza importazioni inopportune da altre esperienze e con forti anticorpi contro i comportamenti devianti. E’ questa la banca che può essere realmente solida e integrata nella propria comunità, autonoma ma non autoreferenziale, solidaristica e sussidiariasuccessivi aggiornamenti operativi.

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Samples: provincia.nuoro.it

PREMESSA. La lezione Il Codice dei contratti prevede delle deroghe al generale principio che vede nell’evidenza pubblica la strada maestra per scegliere i contraenti con la pubblica amministrazione. Gli articoli 56 “Procedura negoziata previa pubblicazione di un bando di gara”, 57 “Procedura negoziata senza previa pubblicazione di un bando di gara”, nonché l’art. 125 “Lavori, servizi e forniture in economia” sono lì a testimoniare che a volte l’interesse pubblico, garantito dai principi di libera concorrenza, parità di trattamento, non discriminazione, trasparenza, può recedere dinnanzi ad un interesse pubblico preminente, teso a tutelare l’incolumità di persone o beni; oppure il recesso è connesso all’evidente inutilità di un procedimento ad evidenza pubblica, quando il mercato opera in regime di oligopolio; oppure, ancora, per gli eccessivi costi e tempi della crisi planetaria esplosa nell’agosto 2007procedura rispetto alla modestia dell’importo oggetto di affidamento. L’argomento che in particolare interessa la presente trattazione è quello delle acquisizioni in economia di lavori, ha bocciato severamente alle fondamenta l’ideologia servizi e forniture. Per tutte le tre tipologie di acquisizioni il legislatore introduce due limiti: il primo di carattere quantitativo, cioè di importi a base di appalto da non superare, ed il secondo con riferimento all’oggetto della prestazione. Sia il primo che ha consacrato il primato oligarchico secondo limite trovano, poi, una netta differenziazione tra lavori, da una parte e servizi e forniture dall’altra. Per quanto concerne il primo limite sono ammessi lavori in economia per importi non superiori a 200.000,00 euro; dal 1° gennaio 2012 sono ammessi servizi e forniture in economia per importi non superiori a 200.000,00 euro, registrandosi, per quest’ultimi appalti, una coincidenza temporale tra il limite stabilito per i lavori ed il limite sancito per servizi e forniture, pari alla soglia dettata dall’art. 28 del Codice dei grandi potentati economico-finanziari econtratti. Per il secondo limite, con lororelativo all’oggetto, dei tanti che ne hanno favorito l’ascesal’art. 125, comma 6, prevede, per i lavori, la consacrazione e l’impunità. Il fallimento del paradigma liberista fondato sul primato della finanza sull’economiapossibilità di affidarli in economia, dell’economia sulla politica, della speculazione sull’investimento, della rendita sul lavoro, dell’indebitamento sulla equità distributiva ci ritorna un monito severo ad intraprendere strade nuove, limitatamente all’ambito delle categorie generali che archivino, definitivamente quella stagione. La speculazione tuttavia è insaziabile ed eticamente indifferente. La crisi progressivamente crescente e tendenzialmente destabilizzante dei debiti sovrani di Grecia, Portogallo, Irlanda, Spagna ed altri paesi sotto osservazione da parte delle istituzione europee ed internazionali è direttamente proporzionale alla feroce dinamica speculativa, che ne aggrava ulteriormente le condizioni. Nel contempo la nuova stagione regolativa europea si presenta attenuata nelle previsioni, che non scalfiscono il modello generativo della crisi, e attardata dalle mille pastoie burocratiche degli egoismi nazionali pari solamente, in termini di miopia, all’incapacità della politica di cogliere le implicazioni profonde di quanto è accaduto. Il sistema bancario italiano è stato meno colpito dagli effetti immediati della crisi finanziaria, anche grazie ad un miglior radicamento sul territorio integrato da fonti di ricavo più stabili ed alle politiche sindacali concertative, che hanno concorso a mitigare la “de materializzazione” delle banche italiane tradizionalmente intermediatrici, a favore del modello di banca finanziarizzata che negli Stati Uniti, ma anche in Europa (oltre 2.700 mld $) ha richiesto migliaia di miliardi di dollari di denaro pubblico per i salvataggi effettuati. Le banche di credito cooperativo sono rimaste complessivamente al riparo dalla finanza creativa ed hanno sostenuto l’economia reale svolgendo una funzione anticiclica e assumendone, almeno in parte, anche le difficoltà che hanno contribuito ad evidenziare dei limiti spesso antecedenti. A questi risultati hanno contribuito, insieme allo storico radicamento territoriale delle banche di credito cooperativo e ad una vigilanza prudenziale particolarmente rigorosa, le relazioni sindacali ed i Contratti di lavoro sottoscritti tra le Parti. Ora, per le BCC, è giunto il tempo delle scelte perché in occasione delle grandi discontinuità storiche l’immobilismo, o il dinamismo formale, corrispondono ad un inevitabile arretramento. Dovranno quindi attrezzarsi per superare i propri limiti strutturali sul fronte della Governance, dei controlli, del presidio dell’identità, della razionalizzazione dell’informatica, dell’adeguatezza manageriale, della creazione di strumenti di sistema e di servizio efficienti a partire dai vari livelli della federazione, dalle “fabbriche” e dalle stesse Banche di Credito Cooperativo nella direzione più volte indicata dalla Banca d’Italia, da queste stesse XX.XX e dalle regole approvate dal Comitato di Basilea 3. La Piattaforma di rinnovo del contratto nazionale delle Banche di Credito Cooperativo è perfettamente integrata in questo scenario ed esprime un profilo di sistema, intendendosi per tale l’ambizione di essere lo strumento di risposta alle giuste rivendicazioni degli oltre 36.000 dipendenti del settore e, al contempo, l’architrave di un sistema di relazioni industriali avanzate, che favorisca il superamento dei limiti e delle contraddizioni del sistema medesimo. E’ una proposta che parla alla qualità della vita, alle motivazioni del personale, all’identità cooperativa, alla professionalità, al coinvolgimento ed al giusto riconoscimento dei lavoratori. Ma parla anche alle comunità locali ed alla classe dirigente cooperativa più illuminata, che considera la cooperazione un valore non retorico e come tale incompatibile con l’autoreferenzialità, il paternalismo, il cooperativismo di maniera. Ci rivolgiamo anche a loro ed agli interessi diffusi del credito cooperativo, che deve guardare al lungo periodo con competenza e saggezza imprenditoriale per rappresentare e realizzare una reale, credibile e visibile alternativa al modello dominante di banca- finanziaria spersonalizzata e socialmente ed ambientalmente indifferente e irresponsabile. Il modello di banca che immaginiamo deve possedere queste caratteristiche e perciò deve realizzare una banca: più trasparente nei costi; più aperta e partecipata nella governance a partire dal coinvolgimento dei dipendenti in una logica di democrazia economica; inclusiva nella buona occupazione e nel welfare di sistema; refrattaria alle politiche commerciali aggressive ed alle politiche gestionali e premianti opache e disancorate da una visione di crescita sostenibile e responsabile; adeguata nelle competenze distintive senza importazioni inopportune da altre esperienze e con forti anticorpi contro i comportamenti devianti. E’ questa la banca che può essere realmente solida e integrata nella propria comunità, autonoma ma non autoreferenziale, solidaristica e sussidiaria.seguono:

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Samples: www.odcec.torino.it

PREMESSA. La lezione della crisi planetaria esplosa nell’agosto 2007Nel rispetto dello spirito del Protocollo del 23 Luglio 1993 sulla politica dei redditi e dell’occupazione, ha bocciato severamente alle fondamenta l’ideologia che ha consacrato il primato oligarchico dei grandi potentati economico-finanziari ee sugli assetti contrattuali del Protocollo 5 Aprile 1990 e dell’accordo 21 Dicembre 1998, le parti, con lorola definizione del presente contatto hanno inteso confermare la volontà per un rafforzamento delle relazioni sindacali e per lo sviluppo ad ogni livello di confronti corretti e costruttivi. Le parti quindi, auspicando che le future relazioni sindacali siano improntate alla comprensione delle rispettive esigenze, riconfermano l’intendimento di rimuovere ogni ostacolo che si frapponga al necessario sviluppo del settore attraverso una politica di conoscenza e di interventi anche congiunti. In tale prospettiva pongono l’esigenza di una corretta e realistica visione del ruolo della vigilanza privata e della individuazione delle problematiche che la riguardano, con particolare riferimento al rilascio delle licenze, ai ritardi nelle concessioni e nei rinnovi dei tanti che ne hanno favorito l’ascesadecreti, la consacrazione nonché al fenomeno emergente di indebite occupazioni di consistenti quote del mercato della vigilanza da parte di anomale tipologie di servizi e l’impunitàdi figure imprenditoriali estranee al settore, e quindi a forme di attività concorrenziali incentrate sul dato meramente economico anziché su quello tecnico e qualitativo. Il fallimento del paradigma liberista fondato sul primato della finanza sull’economiaLe parti auspicano all’uopo, dell’economia sulla political’intervento di una disciplina legale adeguata ed omogenea su tutto il territorio nazionale, della speculazione sull’investimento, della rendita sul lavoro, dell’indebitamento sulla equità distributiva ci ritorna un monito severo ad intraprendere strade nuove, che archivino, definitivamente quella stagione. La speculazione tuttavia è insaziabile ed eticamente indifferente. La crisi progressivamente crescente e tendenzialmente destabilizzante dei debiti sovrani di Grecia, Portogallo, Irlanda, Spagna ed altri paesi sotto osservazione nonché l’impegno da parte delle istituzione europee ed internazionali è direttamente proporzionale alla feroce dinamica speculativa, che ne aggrava ulteriormente le condizioni. Nel contempo la nuova stagione regolativa europea si presenta attenuata nelle previsioni, che non scalfiscono il modello generativo della crisi, e attardata dalle mille pastoie burocratiche degli egoismi nazionali pari solamente, in termini di miopia, all’incapacità della politica di cogliere le implicazioni profonde di quanto è accaduto. Il sistema bancario italiano è stato meno colpito dagli effetti immediati della crisi finanziaria, anche grazie competenti Autorità ad un miglior radicamento sul territorio integrato da fonti di ricavo controllo sempre più stabili ed alle politiche sindacali concertative, attento. Ritengono inoltre necessario individuare iniziative comuni tese a definire una specifica collocazione del settore della vigilanza privata sia ai fini della normativa legislativa antitrust che hanno concorso a mitigare per la “de materializzazione” delle banche italiane tradizionalmente intermediatrici, a favore riforma del modello di banca finanziarizzata che negli Stati Uniti, ma anche in Europa (oltre 2.700 mld $) ha richiesto migliaia di miliardi di dollari di denaro pubblico per i salvataggi effettuatisettore. Le banche parti convengono sulla opportunità dell’attivazione di credito cooperativo sono rimaste complessivamente al riparo dalla finanza creativa tutti gli strumenti contrattuali allo scopo di fornire adeguate e tempestive risposte alle succitate esigenze del settore che consentano il naturale evolversi del rapporto di lavoro. Riconoscono che presupposto necessario per realizzare quanto sopra delineato, sia il rispetto di tutte le norme del contratto nazionale e degli integrativi territoriali ed hanno sostenuto l’economia reale svolgendo una funzione anticiclica e assumendonein tal senso ne recepiscono l’applicazione automatica nei confronti di tutti i propri aderenti con il reciproco impegno ad attivare ogni iniziativa finalizzata all’applicazione generalizzata a tutto il settore. Xxxxxxxxx, almeno in parteinfine, anche le difficoltà l’opportunità che hanno contribuito ad evidenziare dei limiti spesso antecedenti. A questi risultati hanno contribuito, insieme allo storico radicamento territoriale delle banche di credito cooperativo e ad una vigilanza prudenziale particolarmente rigorosa, le relazioni sindacali ed debbano essere esercitate in tutto il contesto territoriale nazionale anche con l’impegno a sollecitare l’autorità prefettizia a promuovere momenti istituzionali di confronto con i Contratti di lavoro sottoscritti tra le Parti. Orarappresentanti territoriali delle parti sociali firmatarie del presente contratto, sulle problematiche della vigilanza privata nel territorio, per evitare interferenze improprie nella gestione dei contratti e per valutare preventivamente le BCCprescrizioni delle autorità preposte. Convengono che gli impegni e gli orientamenti oggetto della presente premesse siano coordinati e gestiti dall’Ente Bilaterale Nazionale attraverso appropriate iniziative. In tale ambito le parti assegnano allo stesso E.B.N. la funzione di promuovere indagini, è giunto il tempo delle scelte perché in occasione delle grandi discontinuità storiche l’immobilismostudi, o il dinamismo formalericerche prodromiche a proposte possibilmente condivise, corrispondono ad un inevitabile arretramentofinalizzate all’aggiornamento dell’assetto legislativo del settore. Dovranno quindi attrezzarsi per superare i propri limiti strutturali sul fronte Tutto ciò con l’obiettivo di migliorare la qualità del servizio all’utenza con una più adeguata riqualificazione professionale della Governance, dei controlli, del presidio dell’identità, della razionalizzazione dell’informatica, dell’adeguatezza manageriale, della creazione di strumenti di sistema gestione aziendale e di servizio efficienti a partire dai vari livelli della federazione, dalle “fabbriche” e dalle stesse Banche di Credito Cooperativo nella direzione più volte indicata dalla Banca d’Italia, da queste stesse XX.XX e dalle regole approvate dal Comitato di Basilea 3. La Piattaforma di rinnovo del contratto nazionale delle Banche di Credito Cooperativo è perfettamente integrata in questo scenario ed esprime un profilo di sistema, intendendosi per tale l’ambizione di essere lo strumento di risposta alle giuste rivendicazioni degli oltre 36.000 dipendenti del settore e, al contempo, l’architrave di un sistema di relazioni industriali avanzate, che favorisca il superamento dei limiti e delle contraddizioni del sistema medesimo. E’ una proposta che parla alla qualità della vita, alle motivazioni del personale, all’identità cooperativa, alla professionalità, al coinvolgimento ed al giusto riconoscimento dei lavoratori. Ma parla anche alle comunità locali ed alla classe dirigente cooperativa più illuminata, che considera la cooperazione un valore non retorico e come tale incompatibile con l’autoreferenzialità, il paternalismo, il cooperativismo di maniera. Ci rivolgiamo anche a loro ed agli interessi diffusi del credito cooperativo, che deve guardare al lungo periodo con competenza e saggezza imprenditoriale per rappresentare e realizzare una reale, credibile e visibile alternativa al modello dominante di banca- finanziaria spersonalizzata e socialmente ed ambientalmente indifferente e irresponsabile. Il modello di banca che immaginiamo deve possedere queste caratteristiche e perciò deve realizzare una banca: più trasparente nei costi; più aperta e partecipata nella governance a partire dal coinvolgimento dei dipendenti in una logica di democrazia economica; inclusiva nella buona occupazione e nel welfare di sistema; refrattaria alle politiche commerciali aggressive ed alle politiche gestionali e premianti opache e disancorate da una visione di crescita sostenibile e responsabile; adeguata nelle competenze distintive senza importazioni inopportune da altre esperienze e con forti anticorpi contro i comportamenti devianti. E’ questa la banca che può essere realmente solida e integrata nella propria comunità, autonoma ma non autoreferenziale, solidaristica e sussidiariaattraverso appropriate iniziative formative.

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Samples: Contratto Collettivo Nazionale Di Lavoro Per I Dipendenti Da Istituti Di Vigilanza Privata

PREMESSA. La lezione della crisi planetaria esplosa nell’agosto 2007Il contesto in cui si procede a rinnovare il Ccnl di categoria è radicalmente diverso rispetto al passato. L’avvento delle privatizzazioni e le conseguenti riorganizzazioni societarie intervenute, ha bocciato severamente alle fondamenta l’ideologia che ha consacrato il primato oligarchico dei grandi potentati economico-finanziari ehanno modificato sostanzialmente l’ambito di riferimento del settore, con loro, dei tanti società che ne hanno favorito l’ascesa, la consacrazione e l’impunitàsi sono diversificate ampliando il raggio di intervento a settori non più legati ad attività svolte in concessione. Il fallimento del paradigma liberista fondato sul primato della finanza sull’economia, dell’economia sulla politica, della speculazione sull’investimento, della rendita sul lavoro, dell’indebitamento sulla equità distributiva ci ritorna un monito severo ad intraprendere strade nuoveOltre a ciò l’affermarsi di processi finanziari anche in questo comparto ha determinato l’emergere di soggetti diversi, che archivino, definitivamente quella stagione. La speculazione tuttavia è insaziabile ed eticamente indifferente. La crisi progressivamente crescente e tendenzialmente destabilizzante dei debiti sovrani tendono a strutturarsi a livello di Grecia, Portogallo, Irlanda, Spagna ed altri paesi sotto osservazione da parte delle istituzione europee ed internazionali è direttamente proporzionale alla feroce dinamica speculativa, che ne aggrava ulteriormente le condizioni. Nel contempo la nuova stagione regolativa europea si presenta attenuata nelle previsioni, che non scalfiscono il modello generativo della crisi, e attardata dalle mille pastoie burocratiche degli egoismi nazionali pari solamente, in termini di miopia, all’incapacità della politica di cogliere le implicazioni profonde di quanto è accaduto. Il sistema bancario italiano è stato meno colpito dagli effetti immediati della crisi finanziaria, anche grazie ad un miglior radicamento sul territorio integrato da fonti di ricavo più stabili ed alle politiche sindacali concertativegruppo cui fanno capo varie società, che hanno concorso sviluppato nuovi processi di societarizzazione con conferimenti delle concessioni e scorpori di parte delle attività, modificando l’evoluzione del settore e richiedendo approcci completamente diversi dal passato. Inoltre, la profonda riforma dell’ente concedente, ANAS S.p.A., che ha rilanciato progetti di costruzione di nuove autostrade e messa a mitigare pedaggio di importanti arterie del Paese con la “de materializzazione” previsione di una partecipazione diretta dell’Anas stesso, modificherà radicalmente lo scenario delle banche italiane tradizionalmente intermediatrici, a favore del modello di banca finanziarizzata che negli Stati Uniti, ma anche in Europa (oltre 2.700 mld $) ha richiesto migliaia di miliardi di dollari di denaro pubblico per i salvataggi effettuati. Le banche di credito cooperativo sono rimaste complessivamente al riparo dalla finanza creativa ed hanno sostenuto l’economia reale svolgendo una funzione anticiclica e assumendone, almeno in parte, anche le difficoltà che hanno contribuito ad evidenziare dei limiti spesso antecedenticoncessionarie oggi conosciuto. A questi risultati hanno contribuitofattori si sono aggiunte profonde rivisitazioni normative che attengono gli orari ed il mercato del lavoro, insieme allo storico radicamento territoriale delle banche che rischiano di credito cooperativo e peggiorare le condizioni ed i diritti dei lavoratori, oltre ad una vigilanza prudenziale particolarmente rigorosaderegolamentazione che crea pericoli attraverso la semplificazione delle procedure per le cessioni di azienda o di parte della stessa. A ciò deve aggiungersi l’attenzione e l’accompagnamento del progressivo mutamento della natura stessa del lavoro nelle stazioni autostradali, che da compiti di pura esazione del pedaggio si avviano ad un ruolo di maggiore servizio, di conseguente maggiore professionalità, come momento di gestione dello scambio fra la viabilità autostradale e quella ordinaria ed urbana. Rispetto a tale processo viene richiesto uno sforzo di riequilibrio tra la figura dell’esattore e le relazioni sindacali altre realtà lavorative aziendali, nel convincimento che occorra permettere processi di riqualificazione e di mobilità orizzontale anche attraverso strumenti di equilibrio e garanzia del reddito. Ovvio che tali elementi impongono al sindacato una nuova sfida! Diventa, infatti, necessario prevedere una implementazione dello strumento offerto dal Ccnl, in modo che garantisca un ruolo primario alle XX.XX nella gestione delle riorganizzazioni. Va disciplinata la materia per salvaguardare il perimetro delle attività autostradali con particolare attenzione alle cessioni di ramo d’azienda ed i Contratti processi di esternalizzazione e va estesa la coperture contrattuale all’insieme delle attività svolte sulle reti autostradali italiane, valorizzando il legame che esiste tra lavoro sottoscritti tra generato e concessione che lo ha reso possibile, convinti che ciò che produce occasione di imprenditorialità e profitto deve parimenti garantire e incrementare occupazione e reddito dei lavoratori. Pertanto diventa imprescindibile che alla scadenza delle concessioni, la successiva gara di assegnazione fornisca adeguate garanzie di stabilità occupazionale e contrattuale. Passo necessario ad accompagnare tali scenari diventa individuare un ambito contrattuale che renda possibile la sua applicazione ai nuovi servizi ed anche alle aziende non più operanti in concessione ma le Particui attività sono svolte nell’ambito della rete autostradale. Ora, Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro per le BCC, è giunto il tempo delle scelte perché in occasione delle grandi discontinuità storiche l’immobilismo, o il dinamismo formale, corrispondono ad un inevitabile arretramento. Dovranno quindi attrezzarsi per superare i propri limiti strutturali sul fronte della Governance, dei controlli, del presidio dell’identità, della razionalizzazione dell’informatica, dell’adeguatezza manageriale, della creazione di strumenti di sistema personale dipendente da Società che operano nella viabilità e di servizio efficienti a partire dai vari livelli della federazione, dalle “fabbriche” e dalle stesse Banche di Credito Cooperativo nella direzione più volte indicata dalla Banca d’Italia, da queste stesse XX.XX e dalle regole approvate dal Comitato di Basilea 3. La Piattaforma di rinnovo del contratto nazionale delle Banche di Credito Cooperativo è perfettamente integrata in questo scenario ed esprime un profilo di sistema, intendendosi per tale l’ambizione di essere lo strumento di risposta alle giuste rivendicazioni degli oltre 36.000 dipendenti del settore e, al contempo, l’architrave di un sistema di relazioni industriali avanzate, che favorisca il superamento dei limiti e delle contraddizioni del sistema medesimonei servizi collegati. E’ una proposta che parla alla necessario intervenire sulle normative dei rapporti di lavoro ed orario, migliorando l’equilibrio raggiunto nel precedente rinnovo tra flessibilità e qualità della vita, alle motivazioni prevedendo una adeguata disciplina delle causali e modalità che dovranno regolamentare il ricorso al lavoro atipico. Fondamentale, comunque, risulta trovare soluzioni che diano prospettive occupazionali stabili e certe al personale utilizzato nel corso degli ultimi anni con contratti a tempo determinato, riconfermando a quest’ultimo il diritto di prelazione attraverso uno strumento che regoli le precedenze d’ingresso. Infine, le recenti tensioni sociali intervenute nel Paese hanno evidenziato la problematica relativa alla perdita del personale, all’identità cooperativa, alla professionalità, potere di acquisto dei salari. Pertanto vanno introdotti correttivi che siano in grado da un lato di garantire la tenuta delle retribuzione e dall’altro di ridistribuire parte degli imponenti utili realizzati dalle aziende del settore con i processi di efficentamento concretizzati grazie al coinvolgimento ed contributo e al giusto riconoscimento sacrificio dei lavoratori. Ma parla anche alle comunità locali ed alla classe dirigente cooperativa più illuminataSi avverte, a questo punto, l’esigenza di porre al centro di questo rinnovo contrattuale un nuovo modello di sviluppo delle aziende del settore, eticamente e socialmente responsabile, che considera la cooperazione persegua l’obiettivo, condiviso dalle parti, di definire a livelli adeguati il livello minimo degli standard del servizio da erogare agli utenti. Nel concreto il rinnovo contrattuale dovrà imprimere una significativa inversione di tendenza sulle strategie sino ad ora perseguite dalle imprese, passando da progettualità di breve periodo, finalizzate unicamente alla creazione di utili per gli azionisti, a gestioni che sviluppino soluzioni per le richieste di mobilità del Paese anche con riferimento alla qualità del servizio erogato nell’ambito di un valore non retorico e come tale incompatibile con l’autoreferenzialità, il paternalismo, il cooperativismo sistema concessorio che regola l’utilizzo di maniera. Ci rivolgiamo anche a loro ed agli interessi diffusi del credito cooperativo, che deve guardare al lungo periodo con competenza e saggezza imprenditoriale per rappresentare e realizzare una reale, credibile e visibile alternativa al modello dominante di banca- finanziaria spersonalizzata e socialmente ed ambientalmente indifferente e irresponsabile. Il modello di banca che immaginiamo deve possedere queste caratteristiche e perciò deve realizzare una banca: più trasparente nei costi; più aperta e partecipata nella governance a partire dal coinvolgimento dei dipendenti in una logica di democrazia economica; inclusiva nella buona occupazione e nel welfare di sistema; refrattaria alle politiche commerciali aggressive ed alle politiche gestionali e premianti opache e disancorate da una visione di crescita sostenibile e responsabile; adeguata nelle competenze distintive senza importazioni inopportune da altre esperienze e con forti anticorpi contro i comportamenti devianti. E’ questa la banca che può essere realmente solida e integrata nella propria comunità, autonoma ma non autoreferenziale, solidaristica e sussidiariaun bene pubblico.

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PREMESSA. La lezione della crisi planetaria esplosa nell’agosto 2007Le Parti si danno atto che il presente contratto nazionale di rinnovo del ccnl 12 febbraio 2005, ha bocciato severamente alle fondamenta l’ideologia viene stipulato al termine di un articolato iter negoziale che ha consacrato visto la definizione delle seguenti intese: Verbale di riunione del 20 giugno 2007 sul tema dell’occupazione e per il primato oligarchico rilancio del Fondo di solidarietà del settore (in appendice n. 11). Verbale di accordo dell’11 luglio 2007 - Contributo straordinario a favore di Enbicredito (in appendice n. 3). Il contratto nazionale si pone nei solco di una tradizione di relazioni sindacali concertative che hanno dato un contributo al rinnovamento e al rilancio del sistema bancario nell’ultimo decennio: sono, infatti, trascorsi 10 anni dalla stipula del Protocollo del 4 giugno 1997, che segnò una svolta nel sistema di relazioni sindacali del settore bancario. Durante questo periodo sono stati raggiunti importanti accordi a livello nazionale, tra cui di rilievo il Protocollo 16 giugno 2004 sullo sviluppo sostenibile e compatibile del sistema bancario. Tali accordi hanno contribuito al riposizionamento strategico ed al riequilibrio competitivo del sistema bancario italiano rispetto ai competitors europei, ed, in particolare, alle ristrutturazioni e alle riorganizzazioni, ai processi di concentrazione nei gruppi bancari e di privatizzazione degli assetti proprietari, alle innovazioni dei grandi potentati economico-finanziari e, con loroprocessi produttivi, dei tanti che ne hanno favorito l’ascesaprodotti e dei canali distributivi, anche tramite il contenimento dei costi, l’introduzione di nuove flessibilità normative, la consacrazione modernizzazione delle relazioni sindacali e l’impunità. Il fallimento del paradigma liberista fondato sul primato della finanza sull’economia, dell’economia sulla politica, della speculazione sull’investimento, della rendita sul lavoro, dell’indebitamento sulla equità distributiva ci ritorna un monito severo ad intraprendere strade nuove, che archivino, definitivamente quella stagione. La speculazione tuttavia è insaziabile ed eticamente indifferente. La crisi progressivamente crescente e tendenzialmente destabilizzante dei debiti sovrani l’individuazione di Grecia, Portogallo, Irlanda, Spagna ed altri paesi sotto osservazione strumenti idonei per la gestione dette risorse umane da parte delle istituzione europee ed internazionali è direttamente proporzionale alla feroce dinamica speculativaimprese, che ne aggrava ulteriormente le condizioni. Nel contempo la nuova stagione regolativa europea si presenta attenuata nelle previsioni, che non scalfiscono il modello generativo della crisi, e attardata dalle mille pastoie burocratiche degli egoismi nazionali pari solamenteal governo, in termini condizioni di miopiaequilibrio sociale, all’incapacità della politica delle tensioni occupazionali, anche per mezzo del Fondo di cogliere le implicazioni profonde solidarietà di quanto è accadutosettore. Il sistema bancario italiano è stato meno colpito dagli effetti immediati della crisi finanziaria, anche grazie ad un miglior radicamento sul territorio integrato da fonti presente contratto collettivo nazionale di ricavo più stabili ed alle politiche sindacali concertative, che hanno concorso a mitigare la “de materializzazione” delle banche italiane tradizionalmente intermediatrici, a favore del modello di banca finanziarizzata che negli Stati Uniti, ma anche in Europa (oltre 2.700 mld $) ha richiesto migliaia di miliardi di dollari di denaro pubblico lavoro per i salvataggi effettuatiquadri direttivi e le aree professionali - che costituisce una normazione unitaria e inscindibile - è strutturato in una parte generale, comune alle diverse componenti professionali, ed in due distinte discipline dedicate alle rispettive specificità. Le banche di credito cooperativo imprese cui si applica il presente contratto sono rimaste complessivamente al riparo dalla finanza creativa ed hanno sostenuto l’economia reale svolgendo una funzione anticiclica e assumendone, almeno in parte, anche le difficoltà che hanno contribuito ad evidenziare dei limiti spesso antecedentiquelle indicate nell’elenco allegato (all. A questi risultati hanno contribuito, insieme allo storico radicamento territoriale n. 1). L’ABI si impegna a fornire alle organizzazioni sindacali stipulanti l’elenco aggiornato delle banche di credito cooperativo e ad una vigilanza prudenziale particolarmente rigorosa, le relazioni sindacali ed i Contratti di lavoro sottoscritti tra le Parti. Ora, per le BCC, è giunto il tempo delle scelte perché in occasione delle grandi discontinuità storiche l’immobilismo, o il dinamismo formale, corrispondono ad un inevitabile arretramento. Dovranno quindi attrezzarsi per superare i propri limiti strutturali sul fronte della Governance, dei controlli, del presidio dell’identità, della razionalizzazione dell’informatica, dell’adeguatezza manageriale, della creazione di strumenti di sistema e di servizio efficienti a partire dai vari livelli della federazione, dalle “fabbriche” e dalle stesse Banche di Credito Cooperativo nella direzione più volte indicata dalla Banca d’Italia, da queste stesse XX.XX e dalle regole approvate dal Comitato di Basilea 3. La Piattaforma di rinnovo imprese destinatarie del contratto nazionale delle Banche di Credito Cooperativo è perfettamente integrata in questo scenario ed esprime un profilo di sistemastesso, intendendosi per tale l’ambizione di essere lo strumento di risposta alle giuste rivendicazioni degli oltre 36.000 dipendenti del settore e, al contempo, l’architrave di un sistema di relazioni industriali avanzate, che favorisca il superamento dei limiti e delle contraddizioni del sistema medesimo. E’ una proposta che parla alla qualità della vita, alle motivazioni del personale, all’identità cooperativa, alla professionalità, al coinvolgimento ed al giusto riconoscimento dei lavoratori. Ma parla anche alle comunità locali ed alla classe dirigente cooperativa più illuminata, che considera la cooperazione un valore non retorico e come tale incompatibile con l’autoreferenzialità, il paternalismo, il cooperativismo di maniera. Ci rivolgiamo anche a loro ed agli interessi diffusi del credito cooperativo, che deve guardare al lungo periodo con competenza e saggezza imprenditoriale per rappresentare e realizzare una reale, credibile e visibile alternativa al modello dominante di banca- finanziaria spersonalizzata e socialmente ed ambientalmente indifferente e irresponsabile. Il modello di banca che immaginiamo deve possedere queste caratteristiche e perciò deve realizzare una banca: più trasparente nei costi; più aperta e partecipata nella governance a partire dal coinvolgimento dei dipendenti in una logica di democrazia economica; inclusiva nella buona occupazione e nel welfare di sistema; refrattaria alle politiche commerciali aggressive ed alle politiche gestionali e premianti opache e disancorate da una visione di crescita sostenibile e responsabile; adeguata nelle competenze distintive senza importazioni inopportune da altre esperienze e con forti anticorpi contro i comportamenti devianti. E’ questa la banca che può essere realmente solida e integrata nella propria comunità, autonoma ma non autoreferenziale, solidaristica e sussidiarianonché le successive variazioni.

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Samples: Contratto Collettivo Nazionale Di Lavoro Per I Quadri Direttivi E Per Il Personale Delle Aree Professionali Dipendenti Dalle Imprese Creditizie, Finanziarie E Strumentali

PREMESSA. La lezione della crisi planetaria esplosa nell’agosto 2007Le parti stipulanti il presente Accordo Economico Collettivo, ha bocciato severamente intendono realizzare una disciplina normativa corrispondente alle fondamenta l’ideologia peculiarità del rapporto di agenzia, nonché alle caratteristiche delle imprese commerciali e dei servizi. Sotto questo profilo manifestano il comune interesse a sviluppare corrette relazioni sindacali e contrattuali, consapevoli dell’importanza del ruolo svolto dagli agenti e rappresentanti di commercio nell’economia del Paese e del ruolo svolto dagli agenti e rappresentanti di commercio, in un mercato distributivo reso ancora più complesso dalla difficile congiuntura economica quali collaboratori indispensabili delle aziende mandanti per loro caratteristiche funzionali e professionali. Le parti si danno atto che ha consacrato il primato oligarchico dei grandi potentati economico-finanziari e, con loro, dei tanti che ne hanno favorito l’ascesa, la consacrazione e l’impunità. Il fallimento del paradigma liberista fondato sul primato della finanza sull’economia, dell’economia sulla politica, della speculazione sull’investimento, della rendita sul lavoro, dell’indebitamento sulla equità distributiva ci ritorna un monito severo ad intraprendere strade nuovepresente Accordo Economico Collettivo, che archivinoper tutto il periodo della sua validità deve essere considerato un complesso normativo unitario e inscindibile, definitivamente quella stagionenel realizzare maggiori benefici per gli agenti e rappresentanti di commercio, è globalmente migliorativo e pertanto sostituisce ed assorbe ad ogni effetto le norme di tutti i precedenti Accordi Collettivi e accordi speciali riferiti alle medesime parti stipulanti. L’eventuale nullità o annullabilità di una qualunque delle clausole del presente Accordo Economico Collettivo, non comporterà la nullità o annullabilità dell’intero Accordo Economico Collettivo. Sono fatte salve le condizioni di miglior favore previste dalla Legge e dalla contrattazione integrativa. Per quanto non previsto dal presente Accordo valgono le disposizioni di Legge vigenti in materia. La speculazione tuttavia è insaziabile ed eticamente indifferenteParti rappresentanti le aziende mandanti, nell’affermare la loro piena autonomia contrattuale, accolgono la richiesta di parte sindacale per incontri annuali a livello Nazionale con le XX.XX. La crisi progressivamente crescente e tendenzialmente destabilizzante dei debiti sovrani degli agenti stipulanti il presente Accordo Economico Collettivo, intesi ad esaminare lo stato del settore le sue prospettive nonché le situazioni di Grecia, Portogallo, Irlanda, Spagna ed altri paesi sotto osservazione da parte delle istituzione europee ed internazionali è direttamente proporzionale alla feroce dinamica speculativa, che ne aggrava ulteriormente le condizioni. Nel contempo la nuova stagione regolativa europea si presenta attenuata nelle previsioni, che non scalfiscono il modello generativo della crisi, e attardata dalle mille pastoie burocratiche degli egoismi nazionali pari solamente, in termini di miopia, all’incapacità della politica di cogliere le implicazioni profonde di quanto è accaduto. Il sistema bancario italiano è stato meno colpito dagli effetti immediati della crisi finanziaria, mercato anche grazie ad un miglior radicamento sul territorio integrato da fonti di ricavo più stabili ed alle politiche sindacali concertative, che hanno concorso a mitigare la “de materializzazione” delle banche italiane tradizionalmente intermediatrici, a favore del modello di banca finanziarizzata che negli Stati Uniti, ma anche in Europa (oltre 2.700 mld $) ha richiesto migliaia di miliardi di dollari di denaro pubblico per i salvataggi effettuatiriflessi che possono determinarsi sulle condizioni economiche, sociali e professionali degli agenti. Le banche Su richiesta di credito cooperativo sono rimaste complessivamente al riparo dalla finanza creativa ed hanno sostenuto l’economia reale svolgendo una funzione anticiclica e assumendone, almeno in parte, delle parti tali incontri potranno avvenire anche le difficoltà che hanno contribuito ad evidenziare dei limiti spesso antecedenti. A questi risultati hanno contribuito, insieme allo storico radicamento territoriale delle banche di credito cooperativo e ad una vigilanza prudenziale particolarmente rigorosa, le relazioni sindacali ed i Contratti di lavoro sottoscritti tra le Parti. Ora, per le BCC, è giunto il tempo delle scelte perché in occasione delle grandi discontinuità storiche l’immobilismo, o il dinamismo formale, corrispondono ad un inevitabile arretramento. Dovranno quindi attrezzarsi per superare i propri limiti strutturali sul fronte della Governance, dei controlli, del presidio dell’identità, della razionalizzazione dell’informatica, dell’adeguatezza manageriale, della creazione di strumenti di sistema e di servizio efficienti a partire dai vari livelli della federazione, dalle “fabbriche” e dalle stesse Banche di Credito Cooperativo nella direzione più volte indicata dalla Banca d’Italia, da queste stesse XX.XX e dalle regole approvate dal Comitato di Basilea 3. La Piattaforma di rinnovo del contratto nazionale delle Banche di Credito Cooperativo è perfettamente integrata in questo scenario ed esprime un profilo di sistema, intendendosi per tale l’ambizione di essere lo strumento di risposta alle giuste rivendicazioni degli oltre 36.000 dipendenti del settore e, al contempo, l’architrave di un sistema di relazioni industriali avanzate, che favorisca il superamento dei limiti e delle contraddizioni del sistema medesimo. E’ una proposta che parla alla qualità della vita, alle motivazioni del personale, all’identità cooperativa, alla professionalità, al coinvolgimento ed al giusto riconoscimento dei lavoratori. Ma parla anche alle comunità locali ed alla classe dirigente cooperativa più illuminata, che considera la cooperazione un valore non retorico e come tale incompatibile con l’autoreferenzialità, il paternalismo, il cooperativismo di maniera. Ci rivolgiamo anche a loro ed agli interessi diffusi del credito cooperativo, che deve guardare al lungo periodo con competenza e saggezza imprenditoriale per rappresentare e realizzare una reale, credibile e visibile alternativa al modello dominante di banca- finanziaria spersonalizzata e socialmente ed ambientalmente indifferente e irresponsabile. Il modello di banca che immaginiamo deve possedere queste caratteristiche e perciò deve realizzare una banca: più trasparente nei costi; più aperta e partecipata nella governance a partire dal coinvolgimento dei dipendenti in una logica di democrazia economica; inclusiva nella buona occupazione e nel welfare di sistema; refrattaria alle politiche commerciali aggressive ed alle politiche gestionali e premianti opache e disancorate da una visione di crescita sostenibile e responsabile; adeguata nelle competenze distintive senza importazioni inopportune da altre esperienze e con forti anticorpi contro i comportamenti devianti. E’ questa la banca che può essere realmente solida e integrata nella propria comunità, autonoma ma non autoreferenziale, solidaristica e sussidiariasingoli settori merceologici.

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Samples: Accordo Economico Collettivo

PREMESSA. La lezione A seguito della crisi planetaria esplosa nell’agosto 2007fusione avvenuta tra i gruppi Holcim e Lafarge, ha bocciato severamente alle fondamenta l’ideologia che ha consacrato i due organi di rappresentanza a livello europeo, vale a dire il primato oligarchico dei grandi potentati economico-finanziari eComitato aziendale europeo (CAE) della Lafarge e il Forum europeo (FE) della Holcim, con lorohanno convenuto di porre le basi per il dialogo sociale del nuovo gruppo LafargeHolcim, dei tanti che ne hanno favorito l’ascesa, la consacrazione e l’impunitànel quadro della direttiva 2009/38/CE. Il fallimento Comitato aziendale europeo LafargeHolcim (in appresso denominato CAE LH o CAE) svolge un ruolo distinto e complementare rispetto al dialogo sociale degli organi nazionali di rappresentanza dei lavoratori per il fatto di non sostituirsi alle strutture esistenti nei paesi rientranti nel presente accordo, e di non rimettere in discussione le prerogative dei rappresentanti dei lavoratori in materia d’informazione e di consultazione a livello nazionale. Il Comitato aziendale europeo consente di sviluppare il dialogo sociale al livello previsto per realizzare le priorità e le prospettive del paradigma liberista fondato sul primato della finanza sull’economiaGruppo e rende possibile il coinvolgimento effettivo dei rappresentanti dei lavoratori, dell’economia sulla politicaallo scopo di soddisfare l’esigenza di anticipazione e di gestione del cambiamento. Tutti i firmatari concordano nel riconoscere che il dialogo sociale è una leva di performance e che le discussioni condotte in seno a tale organo offriranno vantaggi concreti al Gruppo e ai suoi dipendenti, della speculazione sull’investimento, della rendita sul grazie a decisioni e ad un approccio comuni negli ambiti che riguardano sia il funzionamento del Gruppo che le condizioni di lavoro, dell’indebitamento sulla equità distributiva ci ritorna un monito severo ad intraprendere strade nuove, che archivino, definitivamente quella stagione. La speculazione tuttavia è insaziabile ed eticamente indifferentedirezione e i rappresentanti dei lavoratori del gruppo LafargeHolcim (in appresso denominato il Gruppo LH), insieme alla Federazione europea dei Lavoratori dell’Edilizia e del Legno (FETBB) dichiarano il loro impegno a sviluppare un quadro di dialogo sociale che faccia parte integrante della cultura dell’organizzazione. Essi esprimono inoltre la loro convinzione che il CAE LH costituisca un elemento fondamentale per promuovere la partecipazione e la collaborazione dei lavoratori alle attività dell’azienda, essendo necessarie per realizzare la missione e gli obiettivi della stessa. La crisi progressivamente crescente direzione della LH riconosce l’importanza del ruolo svolto dai rappresentanti dei lavoratori e tendenzialmente destabilizzante dei debiti sovrani dai sindacati per consolidare il dialogo sociale nelle aziende che rientrano nell’ambito di Grecia, Portogallo, Irlanda, Spagna ed altri paesi sotto osservazione da parte delle istituzione europee ed internazionali è direttamente proporzionale alla feroce dinamica speculativa, che ne aggrava ulteriormente le condizioni. Nel contempo la nuova stagione regolativa europea si presenta attenuata nelle previsioni, che non scalfiscono il modello generativo della crisi, e attardata dalle mille pastoie burocratiche degli egoismi nazionali pari solamente, applicazione del presente accordo del Comitato aziendale europeo (in termini di miopia, all’incapacità della politica di cogliere le implicazioni profonde di quanto è accaduto. Il sistema bancario italiano è stato meno colpito dagli effetti immediati della crisi finanziaria, anche grazie ad un miglior radicamento sul territorio integrato da fonti di ricavo più stabili ed alle politiche sindacali concertative, che hanno concorso a mitigare la “de materializzazione” delle banche italiane tradizionalmente intermediatrici, a favore del modello di banca finanziarizzata che negli Stati Uniti, ma anche in Europa (oltre 2.700 mld $) ha richiesto migliaia di miliardi di dollari di denaro pubblico per i salvataggi effettuati. Le banche di credito cooperativo sono rimaste complessivamente al riparo dalla finanza creativa ed hanno sostenuto l’economia reale svolgendo una funzione anticiclica e assumendone, almeno in parte, anche le difficoltà che hanno contribuito ad evidenziare dei limiti spesso antecedenti. A questi risultati hanno contribuito, insieme allo storico radicamento territoriale delle banche di credito cooperativo e ad una vigilanza prudenziale particolarmente rigorosa, le relazioni sindacali ed i Contratti di lavoro sottoscritti tra le Parti. Ora, per le BCC, è giunto il tempo delle scelte perché in occasione delle grandi discontinuità storiche l’immobilismo, o il dinamismo formale, corrispondono ad un inevitabile arretramento. Dovranno quindi attrezzarsi per superare i propri limiti strutturali sul fronte della Governance, dei controlli, del presidio dell’identità, della razionalizzazione dell’informatica, dell’adeguatezza manageriale, della creazione di strumenti di sistema e di servizio efficienti a partire dai vari livelli della federazione, dalle “fabbriche” e dalle stesse Banche di Credito Cooperativo nella direzione più volte indicata dalla Banca d’Italia, da queste stesse XX.XX e dalle regole approvate dal Comitato di Basilea 3. La Piattaforma di rinnovo del contratto nazionale delle Banche di Credito Cooperativo è perfettamente integrata in questo scenario ed esprime un profilo di sistema, intendendosi per tale l’ambizione di essere lo strumento di risposta alle giuste rivendicazioni degli oltre 36.000 dipendenti del settore e, al contempo, l’architrave di un sistema di relazioni industriali avanzate, che favorisca il superamento dei limiti e delle contraddizioni del sistema medesimo. E’ una proposta che parla alla qualità della vita, alle motivazioni del personale, all’identità cooperativa, alla professionalità, al coinvolgimento ed al giusto riconoscimento dei lavoratori. Ma parla anche alle comunità locali ed alla classe dirigente cooperativa più illuminata, che considera la cooperazione un valore non retorico e come tale incompatibile con l’autoreferenzialità, il paternalismo, il cooperativismo di maniera. Ci rivolgiamo anche a loro ed agli interessi diffusi del credito cooperativo, che deve guardare al lungo periodo con competenza e saggezza imprenditoriale per rappresentare e realizzare una reale, credibile e visibile alternativa al modello dominante di banca- finanziaria spersonalizzata e socialmente ed ambientalmente indifferente e irresponsabile. Il modello di banca che immaginiamo deve possedere queste caratteristiche e perciò deve realizzare una banca: più trasparente nei costi; più aperta e partecipata nella governance a partire dal coinvolgimento dei dipendenti in una logica di democrazia economica; inclusiva nella buona occupazione e nel welfare di sistema; refrattaria alle politiche commerciali aggressive ed alle politiche gestionali e premianti opache e disancorate da una visione di crescita sostenibile e responsabile; adeguata nelle competenze distintive senza importazioni inopportune da altre esperienze e con forti anticorpi contro i comportamenti devianti. E’ questa la banca che può essere realmente solida e integrata nella propria comunità, autonoma ma non autoreferenziale, solidaristica e sussidiariaappresso denominato l’Accordo).

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Samples: Accordo Del Comitato Aziendale Europeo

PREMESSA. Scopo del presente documento è quello di individuare prassi condivise di riferimento per le Società Concessionarie aderenti a FISE-ACAP con riguardo alle attività lavorative in presenza di traffico in autostrada. Sulla base del Quaderno AISCAT n. 85 edizione 2004, rivisitato successivamente da Autostrade per l’Italia con il suo “Manuale per la sicurezza dell’operatore su strada”, il documento è stato elaborato raccogliendo le conoscenze ed esperienze comuni alle Società Concessionarie aderenti a FISE ACAP, con la finalità di condividere prassi operative e norme comportamentali omogenee nell’ambito del settore, nell’interesse di favorire il miglioramento continuo della sicurezza dei lavoratori e degli utenti autostradali in un contesto operativo complesso. Vengono pertanto definiti i criteri minimi da adottarsi rivolti ad integrare le azioni di prevenzione nel quadro più generale della valutazione e riduzione dei rischi professionali. Nel presente documento “Norme Generali per l’esecuzione in sicurezza di attività in autostrada in presenza di traffico veicolare” sono recepiti, ai sensi del d.lgs. n. 81/2008, i criteri generali di sicurezza relativi alle procedure di revisione, integrazione e apposizione della segnaletica stradale destinata alle attività lavorative che si svolgono in presenza di traffico veicolare espressi dal Decreto Interministeriale del 04/03/2013. Questo documento è messo a disposizione di tutti gli operatori che operano nel settore “autostradale” e vuole dare un’informazione concreta sui comportamenti che devono essere assunti da tutti gli operatori che effettuino attività in autostrada al fine di tutelare la loro salute e sicurezza e quella degli utenti. La lezione della crisi planetaria esplosa nell’agosto 2007presenza di una attività e/o un cantiere in autostrada comporta una serie di difficoltà specifiche e particolari che s’intrecciano con l’obiettivo di salvaguardare l’incolumità degli addetti ai lavori e degli utenti. Il documento infatti si prefigge di offrire un supporto utile alla prevenzione dei rischi a favore dei soggetti responsabili dell’esecuzione delle attività, ai quali si richiede una informazione, formazione e addestramento, nonché una professionalità adeguata e la capacità di arrecare il minor disagio possibile all’utenza. Mai come in questi tempi, si è avvertita l’esigenza di innalzare il livello di sicurezza nelle attività lavorative e, pertanto, la S.p.A. Autovie Venete, ha bocciato severamente alle fondamenta l’ideologia che ha consacrato sentito il primato oligarchico dei grandi potentati economico-finanziari edovere di condividere tale necessità anche con le altre Società Concessionarie e redigere un “manuale” condiviso, con lorol’auspicio che possa anch’esso contribuire a diffondere la cultura della sicurezza, dei tanti che ne hanno favorito l’ascesa, la consacrazione quale diritto primario e l’impunità. Il fallimento del paradigma liberista fondato sul primato della finanza sull’economia, dell’economia sulla politica, della speculazione sull’investimento, della rendita sul lavoro, dell’indebitamento sulla equità distributiva ci ritorna un monito severo ad intraprendere strade nuove, che archivino, definitivamente quella stagione. La speculazione tuttavia è insaziabile ed eticamente indifferente. La crisi progressivamente crescente e tendenzialmente destabilizzante dei debiti sovrani di Grecia, Portogallo, Irlanda, Spagna ed altri paesi sotto osservazione da parte delle istituzione europee ed internazionali è direttamente proporzionale alla feroce dinamica speculativa, che ne aggrava ulteriormente le condizioni. Nel contempo la nuova stagione regolativa europea si presenta attenuata nelle previsioni, che non scalfiscono il modello generativo della crisi, e attardata dalle mille pastoie burocratiche degli egoismi nazionali pari solamente, in termini di miopia, all’incapacità della politica di cogliere le implicazioni profonde di quanto è accaduto. Il sistema bancario italiano è stato meno colpito dagli effetti immediati della crisi finanziaria, anche grazie ad un miglior radicamento sul territorio integrato da fonti di ricavo più stabili ed alle politiche sindacali concertative, che hanno concorso a mitigare la “de materializzazione” delle banche italiane tradizionalmente intermediatrici, a favore del modello di banca finanziarizzata che negli Stati Uniti, ma anche in Europa (oltre 2.700 mld $) ha richiesto migliaia di miliardi di dollari di denaro pubblico per i salvataggi effettuati. Le banche di credito cooperativo sono rimaste complessivamente al riparo dalla finanza creativa ed hanno sostenuto l’economia reale svolgendo una funzione anticiclica e assumendone, almeno in parte, anche le difficoltà che hanno contribuito ad evidenziare dei limiti spesso antecedenti. A questi risultati hanno contribuito, insieme allo storico radicamento territoriale delle banche di credito cooperativo e ad una vigilanza prudenziale particolarmente rigorosa, le relazioni sindacali ed i Contratti di lavoro sottoscritti tra le Parti. Ora, per le BCC, è giunto il tempo delle scelte perché in occasione delle grandi discontinuità storiche l’immobilismo, o il dinamismo formale, corrispondono ad un inevitabile arretramento. Dovranno quindi attrezzarsi per superare i propri limiti strutturali sul fronte della Governance, dei controlli, del presidio dell’identità, della razionalizzazione dell’informatica, dell’adeguatezza manageriale, della creazione di strumenti di sistema e di servizio efficienti a partire dai vari livelli della federazione, dalle “fabbriche” e dalle stesse Banche di Credito Cooperativo nella direzione più volte indicata dalla Banca d’Italia, da queste stesse XX.XX e dalle regole approvate dal Comitato di Basilea 3. La Piattaforma di rinnovo del contratto nazionale delle Banche di Credito Cooperativo è perfettamente integrata in questo scenario ed esprime un profilo di sistema, intendendosi per tale l’ambizione di essere lo strumento di risposta alle giuste rivendicazioni degli oltre 36.000 dipendenti del settore e, al contempo, l’architrave di un sistema di relazioni industriali avanzate, che favorisca il superamento dei limiti e delle contraddizioni del sistema medesimo. E’ una proposta che parla alla qualità della vita, alle motivazioni del personale, all’identità cooperativa, alla professionalità, al coinvolgimento ed al giusto riconoscimento dei lavoratori. Ma parla anche alle comunità locali ed alla classe dirigente cooperativa più illuminata, che considera la cooperazione un valore non retorico e come tale incompatibile con l’autoreferenzialità, il paternalismo, il cooperativismo di maniera. Ci rivolgiamo anche a loro ed agli interessi diffusi del credito cooperativo, che deve guardare al lungo periodo con competenza e saggezza imprenditoriale per rappresentare e realizzare una reale, credibile e visibile alternativa al modello dominante di banca- finanziaria spersonalizzata e socialmente ed ambientalmente indifferente e irresponsabile. Il modello di banca che immaginiamo deve possedere queste caratteristiche e perciò deve realizzare una banca: più trasparente nei costi; più aperta e partecipata nella governance a partire dal coinvolgimento dei dipendenti in una logica di democrazia economica; inclusiva nella buona occupazione e nel welfare di sistema; refrattaria alle politiche commerciali aggressive ed alle politiche gestionali e premianti opache e disancorate da una visione di crescita sostenibile e responsabile; adeguata nelle competenze distintive senza importazioni inopportune da altre esperienze e con forti anticorpi contro i comportamenti devianti. E’ questa la banca che può essere realmente solida e integrata nella propria comunità, autonoma ma non autoreferenziale, solidaristica e sussidiariairrinunciabile.

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Samples: www.autovie.it

PREMESSA. La lezione Il presente CCNL, nell'assumere come proprio lo spirito del "Protocollo sulla politica dei redditi e dell'occupazione, sugli assetti contrattuali, sulle politiche del lavoro e sul sostegno al sistema produttivo" del 23.7.93, ne realizza, per quanto di competenza del CCNL, le finalità e gli indirizzi in materia di relazioni sindacali. A tal fine le parti concordano di regolare l'assetto della crisi planetaria esplosa nell’agosto 2007, ha bocciato severamente alle fondamenta l’ideologia che ha consacrato il primato oligarchico dei grandi potentati economico-finanziari e, con loro, dei tanti che ne hanno favorito l’ascesa, la consacrazione contrattazione collettiva secondo i termini e l’impunità. Il fallimento del paradigma liberista fondato sul primato della finanza sull’economia, dell’economia sulla politica, della speculazione sull’investimento, della rendita sul lavoro, dell’indebitamento sulla equità distributiva ci ritorna un monito severo ad intraprendere strade nuove, che archivino, definitivamente quella stagione. La speculazione tuttavia è insaziabile ed eticamente indifferente. La crisi progressivamente crescente e tendenzialmente destabilizzante dei debiti sovrani di Grecia, Portogallo, Irlanda, Spagna ed altri paesi sotto osservazione da parte delle istituzione europee ed internazionali è direttamente proporzionale alla feroce dinamica speculativa, che ne aggrava ulteriormente le condizioni. Nel contempo la nuova stagione regolativa europea si presenta attenuata nelle previsioni, che non scalfiscono il modello generativo della crisi, e attardata dalle mille pastoie burocratiche degli egoismi nazionali pari solamente, in termini di miopia, all’incapacità della politica di cogliere le implicazioni profonde di quanto è accaduto. Il sistema bancario italiano è stato meno colpito dagli effetti immediati della crisi finanziaria, anche grazie ad un miglior radicamento sul territorio integrato da fonti di ricavo più stabili ed alle politiche sindacali concertative, che hanno concorso a mitigare la “de materializzazione” delle banche italiane tradizionalmente intermediatrici, a favore del modello di banca finanziarizzata che negli Stati Uniti, ma anche in Europa (oltre 2.700 mld $) ha richiesto migliaia di miliardi di dollari di denaro pubblico per i salvataggi effettuatiprocedure specificamente indicati dal presente contratto. Le banche di credito cooperativo sono rimaste complessivamente al riparo dalla finanza creativa ed hanno sostenuto l’economia reale svolgendo una funzione anticiclica e assumendoneparti, almeno in parteinoltre, anche le difficoltà che hanno contribuito s'impegnano ad evidenziare dei limiti spesso antecedenti. A questi risultati hanno contribuito, insieme allo storico radicamento territoriale delle banche di credito cooperativo e ad una vigilanza prudenziale particolarmente rigorosa, intervenire perché le relazioni sindacali ed i Contratti si sviluppino secondo le regole fissate. Le parti s'impegnano ad intervenire congiuntamente per l'emanazione di lavoro sottoscritti tra le Parti. Oraun apposito provvedimento legislativo che applichi il particolare trattamento contributivo- previdenziale, così come previsto per le BCCerogazioni della contrattazione aziendale dal Protocollo 23.7.93. Le parti, è giunto il tempo nel rispetto della piena autonomia imprenditoriale e ferme restando le rispettive distinte responsabilità delle scelte perché in occasione organizzazioni Imprenditoriali e delle grandi discontinuità storiche l’immobilismoXX.XX., o il dinamismo formaleconsapevoli dell'importanza del ruolo delle relazioni sindacali, corrispondono ad un inevitabile arretramento. Dovranno quindi attrezzarsi per superare i propri limiti strutturali sul fronte della Governance, dei controlli, del presidio dell’identità, della razionalizzazione dell’informatica, dell’adeguatezza manageriale, della creazione convengono di strumenti di sistema e di servizio efficienti a partire dai vari livelli della federazione, dalle “fabbriche” e dalle stesse Banche di Credito Cooperativo nella direzione più volte indicata dalla Banca d’Italia, da queste stesse XX.XX e dalle regole approvate dal Comitato di Basilea 3. La Piattaforma di rinnovo del contratto nazionale delle Banche di Credito Cooperativo è perfettamente integrata in questo scenario ed esprime un profilo di sistema, intendendosi per tale l’ambizione di essere lo strumento di risposta alle giuste rivendicazioni degli oltre 36.000 dipendenti del settore e, al contempo, l’architrave di realizzare un sistema di relazioni industriali avanzatesindacali e di informazioni coerente con le esigenze delle aziende e dei lavoratori del settore e funzionale all'individuazione e all'esaltazione degli aspetti innovativi espressi nelle diverse tipologie settoriali ed aziendali anche con riferimento ai riflessi sull'organizzazione del lavoro. A tal fine, che favorisca le organizzazioni firmatarie esprimono l'intenzione di favorire corretti e proficui rapporti, attraverso l'approfondimento delle conoscenze dei problemi del settore e la pratica realizzazione di un più avanzato sistema di relazioni sindacali e di strumenti di gestione degli accordi, anche al fine di garantire il superamento dei limiti rispetto delle intese e, quindi, prevenire l'eventuale conflittualità tra le parti. Tale funzione è svolta anche attraverso la raccolta e lo studio di dati e informazioni utili a conoscere preventivamente le occasioni di sviluppo, realizzare le condizioni per favorirlo, individuare eventuali punti di debolezza per verificarne le possibilità di superamento. Le parti, tenuto conto delle contraddizioni imminenti scadenze a livello comunitario, concordano sull'esigenza di partecipare attivamente allo sviluppo del dialogo sociale, affinché vengano analizzati ed approfonditi i percorsi di armonizzazione delle normative legislative e della contrattazione collettiva in tema di rapporto di lavoro negli Stati membri. Le parti, infine, convengono di elaborare interventi congiunti nei confronti degli organi governativi interessati al fine di realizzare un quadro di riferimento economico ed istituzionale funzionale allo sviluppo delle imprese e in particolare per porre in essere condizioni normative omogenee rispetto agli altri settori. Le parti si danno atto che, per la coerenza complessiva del nuovo sistema medesimo. E’ una proposta che parla alla qualità della vitadi relazioni sindacali, alle motivazioni del personale, all’identità cooperativa, alla professionalità, al coinvolgimento ed al giusto riconoscimento dei lavoratori. Ma parla anche alle comunità locali ed alla classe dirigente cooperativa più illuminata, che considera la cooperazione un valore non retorico potranno essere ripetute le materie previste ai vari livelli di contrattazione e come tale incompatibile con l’autoreferenzialità, il paternalismo, il cooperativismo non potranno richiedersi altre materie oltre quelle previste per ciascun livello rispettando le procedure e le modalità di maniera. Ci rivolgiamo anche a loro ed agli interessi diffusi del credito cooperativo, che deve guardare al lungo periodo con competenza e saggezza imprenditoriale per rappresentare e realizzare una reale, credibile e visibile alternativa al modello dominante di banca- finanziaria spersonalizzata e socialmente ed ambientalmente indifferente e irresponsabile. Il modello di banca che immaginiamo deve possedere queste caratteristiche e perciò deve realizzare una banca: più trasparente confronto previste nei costi; più aperta e partecipata nella governance a partire dal coinvolgimento dei dipendenti in una logica di democrazia economica; inclusiva nella buona occupazione e nel welfare di sistema; refrattaria alle politiche commerciali aggressive ed alle politiche gestionali e premianti opache e disancorate da una visione di crescita sostenibile e responsabile; adeguata nelle competenze distintive senza importazioni inopportune da altre esperienze e con forti anticorpi contro i comportamenti devianti. E’ questa la banca che può essere realmente solida e integrata nella propria comunità, autonoma ma non autoreferenziale, solidaristica e sussidiariavari capitoli.

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Samples: Contratto Collettivo Nazionale Di Lavoro Per I Dipendenti Degli Impianti Sportivi Premessa

PREMESSA. La lezione Il servizio dovrà essere svolto dall’Appaltatore in qualsiasi edificio del Comune di Follonica compreso negli elenchi dell’anagrafe. A discrezione dell’Amministrazione all’Appaltatore potranno essere richiesti interventi anche al di fuori delle aree di competenza; tali interventi verranno remunerati a misura, a seconda della crisi planetaria esplosa nell’agosto 2007natura della prestazione, ha bocciato severamente alle fondamenta l’ideologia di manutenzione ordinaria o straordinaria, in applicazione delle franchigie previste, in funzione della natura dell’intervento. Le prestazioni descritte nel presente articolo riguardano l’esecuzione di tutte le azioni tecniche, gestionali ed amministrative volte a mantenere, ripristinare, garantire la sicurezza, l’efficienza e la fruibilità degli edifici del Comune di Follonica e dei relativi componenti impiantistici. Di tali componenti viene data individuazione nella tabella riportata all’Art. 61.1 del presente Capitolato L’Appaltatore contestualmente alla presentazione dell’offerta espressamente riconosce che ha consacrato il primato oligarchico dei grandi potentati economico-finanziari ei corrispettivi, a forfait e a misura, determinati dal Capitolato d’Appalto sono remunerativi di tutti gli oneri diretti ed indiretti che lo stesso sosterrà per realizzare, nei tempi prescritti e a perfetta regola d’arte, tutti i servizi, le prestazioni e i lavori in Appalto ed inoltre tutte le incombenze e gli interventi necessari a garantire l’incolumità pubblica. Tale assunzione di responsabilità è conseguente all’aver preso atto, sui luoghi in cui devono essere eseguite le prestazioni, delle problematiche e delle circostanze connesse, con lorol’espletamento del servizio integrato nella sua complessa articolazione. Tutto ciò anche in assenza di una puntuale conoscenza dello stato fisico e conservativo, in grado di consentire una valutazione analitica per la gestione e l’esecuzione della manutenzione riparativa e programmata. Con l’offerta formulata l’Appaltatore assume inoltre interamente su di sé, esentandone l’Amministrazione, tutte le responsabilità di analisi economica nonché quelle organizzative, progettuali e civili connesse con l’espletamento del servizio tecnico manutentivo che prevede l’esecuzione di lavori ed interventi in locali con presenza di persone e di servizi pubblici che non possono essere interrotti. L’Appaltatore non potrà quindi eccepire durante l’espletamento dei servizi la mancata conoscenza di condizioni o la sopravvenienza di elementi non valutati o non considerati, tranne che tali nuovi elementi si configurino come cause di forza maggiore contemplate dal Codice Civile. La consistenza patrimoniale, ed i relativi dati e parametri contenuti negli allegati di riferimento (Alleg. A), fornita dal Committente deve intendersi puramente indicativa e suscettibile di variazioni, anche rilevanti, in sede di censimento. Pertanto le imprese concorrenti alla gara non potranno prendere a pretesto eventuali variazioni delle consistenze fornite per richiedere maggiorazioni dell’offerta economica né per impugnare l’aggiudicazione dell’appalto. Per tutte le ragioni espresse l’Appaltatore è tenuto a svolgere tutte le indagini, del tipo e con le modalità che riterrà più opportune, allo scopo di formulare l’offerta economica con piena ed esclusiva responsabilità. L’attività avrà inizio con la sottoscrizione tra le parti del “Verbale di Consegna”. Ogni attività effettuata dall’Appaltatore dovrà risultare comprensiva dell’acquisizione delle eventuali autorizzazioni necessarie all’operatività, degli oneri derivanti dalle particolari cautele e misure preventive da adottarsi nei singoli casi, anche se da richiedersi a terzi, della mano d’opera, dei tanti materiali, del macchinario ed attrezzatura, dei carburanti, di ogni materiale di consumo e di quanto necessario a garantire la sicurezza degli operatori e dei terzi, al fine di fornire ogni prestazione correttamente eseguita nei tempi previsti e con la qualità richiesta. Per determinate aree in cui si svolgono servizi particolarmente impegnativi e delicati, sia sotto il profilo della riservatezza che ne hanno favorito l’ascesaper le loro finalità (es. scuole), la consacrazione ad esclusiva discrezione del Responsabile del Procedimento, potrà essere richiesta l’esecuzione di intereventi manutentivi anche in tempi frazionati, in orari notturni e l’impunitàin giorni festivi ed in presenza di personale di controllo dell’Amministrazione Comunale. Il fallimento del paradigma liberista fondato sul primato della finanza sull’economiaPer quanto attiene alla manutenzione, dell’economia sulla politica, della speculazione sull’investimento, della rendita sul lavoro, dell’indebitamento sulla equità distributiva ci ritorna un monito severo ad intraprendere strade nuoveil riferimento diretto è alla NORMA UNI 10147 “Manutenzione. Terminologia”, che archivino, definitivamente quella stagione. La speculazione tuttavia è insaziabile ed eticamente indifferente. La crisi progressivamente crescente e tendenzialmente destabilizzante dei debiti sovrani di Grecia, Portogallo, Irlanda, Spagna ed altri paesi sotto osservazione da parte delle istituzione europee ed internazionali è direttamente proporzionale alla feroce dinamica speculativa, che ne aggrava ulteriormente le condizioni. Nel contempo definisce la nuova stagione regolativa europea si presenta attenuata nelle previsioni, che non scalfiscono il modello generativo della crisi, e attardata dalle mille pastoie burocratiche degli egoismi nazionali pari solamente, terminologia in termini di miopia, all’incapacità della politica di cogliere le implicazioni profonde di quanto è accaduto. Il sistema bancario italiano è stato meno colpito dagli effetti immediati della crisi finanziaria, anche grazie ad un miglior radicamento sul territorio integrato da fonti di ricavo più stabili ed alle politiche sindacali concertative, che hanno concorso a mitigare la “de materializzazione” delle banche italiane tradizionalmente intermediatrici, a favore del modello di banca finanziarizzata che negli Stati Uniti, ma anche in Europa (oltre 2.700 mld $) ha richiesto migliaia di miliardi di dollari di denaro pubblico per i salvataggi effettuati. Le banche di credito cooperativo sono rimaste complessivamente al riparo dalla finanza creativa ed hanno sostenuto l’economia reale svolgendo una funzione anticiclica e assumendone, almeno in parte, anche le difficoltà che hanno contribuito ad evidenziare dei limiti spesso antecedenti. A questi risultati hanno contribuito, insieme allo storico radicamento territoriale delle banche di credito cooperativo e ad una vigilanza prudenziale particolarmente rigorosa, le relazioni sindacali ed i Contratti di lavoro sottoscritti tra le Parti. Ora, per le BCC, è giunto il tempo delle scelte perché in occasione delle grandi discontinuità storiche l’immobilismo, o il dinamismo formale, corrispondono ad un inevitabile arretramento. Dovranno quindi attrezzarsi per superare i propri limiti strutturali sul fronte della Governance, dei controlli, del presidio dell’identità, della razionalizzazione dell’informatica, dell’adeguatezza manageriale, della creazione di strumenti di sistema e di servizio efficienti a partire dai vari livelli della federazione, dalle “fabbriche” e dalle stesse Banche di Credito Cooperativo uso nella direzione più volte indicata dalla Banca d’Italia, da queste stesse XX.XX e dalle regole approvate dal Comitato di Basilea 3. La Piattaforma di rinnovo del contratto nazionale delle Banche di Credito Cooperativo è perfettamente integrata in questo scenario ed esprime un profilo di sistema, intendendosi per tale l’ambizione di essere lo strumento di risposta alle giuste rivendicazioni degli oltre 36.000 dipendenti del settore emanutenzione, al contempo, l’architrave fine di un sistema di relazioni industriali avanzate, che favorisca il superamento dei limiti e delle contraddizioni del sistema medesimo. E’ una proposta che parla alla qualità della vita, alle motivazioni del personale, all’identità cooperativa, alla professionalità, al coinvolgimento ed al giusto riconoscimento dei lavoratori. Ma parla anche alle comunità locali ed alla classe dirigente cooperativa più illuminata, che considera la cooperazione un valore non retorico e come tale incompatibile con l’autoreferenzialità, il paternalismo, il cooperativismo di maniera. Ci rivolgiamo anche a loro ed agli interessi diffusi del credito cooperativo, che deve guardare al lungo periodo con competenza e saggezza imprenditoriale per rappresentare e realizzare una reale, credibile e visibile alternativa al modello dominante di banca- finanziaria spersonalizzata e socialmente ed ambientalmente indifferente e irresponsabile. Il modello di banca che immaginiamo deve possedere queste caratteristiche e perciò deve realizzare una banca: più trasparente nei costi; più aperta e partecipata nella governance a partire dal coinvolgimento dei dipendenti in una logica di democrazia economica; inclusiva nella buona occupazione e nel welfare di sistema; refrattaria alle politiche commerciali aggressive ed alle politiche gestionali e premianti opache e disancorate da una visione di crescita sostenibile e responsabile; adeguata nelle competenze distintive senza importazioni inopportune da altre esperienze e con forti anticorpi contro uniformare i comportamenti devianti. E’ questa la banca che può essere realmente solida degli operatori e integrata nella propria comunità, autonoma ma non autoreferenziale, solidaristica e sussidiariadegli utenti.

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Samples: servizi.comune.follonica.gr.it

PREMESSA. La lezione Oltre che per finalità industriali, storicamente, la disciplina degli appalti pubblici è stata utilizzata dai governi nazionali per perseguire obiettivi di politica sociale a beneficio della crisi planetaria esplosa nell’agosto 2007collettività, complessivamente intesa190. I primi tentativi di collegare considerazioni di “social justice” con le regole in materia di appalti pubblici hanno avuto origine nel XIX secolo in Inghilterra, negli Stati Uniti ed in Francia. Il Governo statunitense, infatti, ha bocciato severamente alle fondamenta l’ideologia da sempre utilizzato il proprio potere di acquisto per contrastare il fenomeno della discriminazione di razza e per giustificare azioni positive a tutela delle minoranze. Ad esempio, nel 1977, in tale Paese, è stato introdotto il Public Works Employment Act, al fine di incentivare le imprese ad assumere lavoratori di colore. 190 Si v. X. XXXXXXXXXX, Public Procurement as an instrument of policy and the impact of market liberalisation, cit., p. 247. Secondo l’Autrice: “public procurement is a valid and valuable tool for the implementation of social policies”. Il Regno Unito, a sua volta, si è avvalso degli appalti pubblici per combattere la discriminazione politica e religiosa nell’Irlanda del Nord. Il Fair and Equal Order Northern Ireland (FETO)191 prevedeva, infatti, l’esclusione dai contratti pubblici per le imprese che attuavano pratiche discriminatorie nell’assunzione di personale. Negli anni ‘80 del secolo scorso, sempre in Inghilterra, molte autorità si sono rifiutate di aggiudicare contratti ad imprese che intrattenevano affari con il regime del Sudafrica al tempo dell’apartheid o si sono rifiutate di acquistare materiali prodotti in tale Paese192. Ovviamente, l’istituzione della Comunità europea ha consacrato comportato un forte arresto della regolazione sociale degli appalti pubblici da parte dei governi nazionali. Secondo la Commissione, infatti, una concorrenza piena e trasparente a livello comunitario garantiva di per sé “un’allocazione efficiente delle risorse, migliorando così la qualità dei contratti pubblici e stimolando la crescita economica, la competitività delle imprese e la creazione dei posti di lavoro”193. Al contrario, l’introduzione di considerazioni etico-sociali, diverse da quelle economiche, non obiettive e variabili a seconda delle diverse sensibilità nazionali, avrebbe potuto snaturare la finalità e la natura degli appalti pubblici, inficiare l’obiettività della valutazione e costituire un modo per aggirare il primato oligarchico dei grandi potentati economico-finanziari eprincipio generale di non discriminazione. Gli Stati membri dell’Ue, pertanto, a seguito dell’entrata in vigore delle prime direttive sugli appalti, sono stati costretti ad abbandonare il ruolo di “regolatore del mercato nazionale per fini sociali”, nel rispetto del diritto comunitario. Ciò nonostante, con loroil tempo, dei tanti sia la Corte di giustizia che ne hanno favorito l’ascesala Commissione si sono rese conto dell’incidenza positiva degli appalti pubblici sulle altre politiche comunitarie, la consacrazione e l’impunità. Il fallimento del paradigma liberista fondato sul primato della finanza sull’economia, dell’economia sulla politica, della speculazione sull’investimento, della rendita sul lavoro, dell’indebitamento sulla equità distributiva ci ritorna un monito severo ad intraprendere strade nuove, che archivino, definitivamente quella stagione. La speculazione tuttavia è insaziabile ed eticamente indifferente. La crisi progressivamente crescente e tendenzialmente destabilizzante dei debiti sovrani di Grecia, Portogallo, Irlanda, Spagna ed altri paesi sotto osservazione da parte delle istituzione europee ed internazionali è direttamente proporzionale alla feroce dinamica speculativa, che ne aggrava ulteriormente le condizioni. Nel contempo la nuova stagione regolativa europea si presenta attenuata nelle previsioni, che non scalfiscono il modello generativo della crisi, e attardata dalle mille pastoie burocratiche degli egoismi nazionali pari solamenteed, in termini di miopiaparticolare, all’incapacità della politica di cogliere le implicazioni profonde di quanto è accadutosu quelle dirette a tutelare la sicurezza dei lavoratori ed il rispetto dei diritti umani194. Il sistema bancario italiano è stato meno colpito dagli effetti immediati della crisi finanziaria, anche grazie ad un miglior radicamento sul territorio integrato da fonti di ricavo più stabili ed alle politiche sindacali concertative, che hanno concorso a mitigare la “de materializzazione” delle banche italiane tradizionalmente intermediatrici, a favore del modello di banca finanziarizzata che negli Stati Uniti, ma anche in Europa (oltre 2.700 mld $) ha richiesto migliaia di miliardi di dollari di denaro pubblico per i salvataggi effettuati. Le banche di credito cooperativo sono rimaste complessivamente al riparo dalla finanza creativa ed hanno sostenuto l’economia reale svolgendo una funzione anticiclica e assumendone, almeno in parte, anche le difficoltà che hanno contribuito ad evidenziare dei limiti spesso antecedenti. A questi risultati hanno contribuito, insieme allo storico radicamento territoriale delle banche di credito cooperativo e ad una vigilanza prudenziale particolarmente rigorosaInizialmente, le relazioni sindacali ed i Contratti istituzioni comunitarie hanno richiesto alle imprese appaltatrici e subappaltatrici il rispetto dei livelli minimi di lavoro sottoscritti tra le Parti. Ora, per le BCC, è giunto il tempo delle scelte perché in occasione delle grandi discontinuità storiche l’immobilismo, o il dinamismo formale, corrispondono ad un inevitabile arretramento. Dovranno quindi attrezzarsi per superare i propri limiti strutturali sul fronte tutela della Governance, dei controlli, del presidio dell’identità, salute e della razionalizzazione dell’informatica, dell’adeguatezza manageriale, della creazione di strumenti di sistema e di servizio efficienti a partire dai vari livelli della federazione, dalle “fabbriche” e dalle stesse Banche di Credito Cooperativo nella direzione più volte indicata dalla Banca d’Italia, da queste stesse XX.XX e dalle regole approvate dal Comitato di Basilea 3. La Piattaforma di rinnovo del contratto nazionale delle Banche di Credito Cooperativo è perfettamente integrata in questo scenario ed esprime un profilo di sistema, intendendosi per tale l’ambizione di essere lo strumento di risposta alle giuste rivendicazioni degli oltre 36.000 dipendenti del settore e, al contempo, l’architrave di un sistema di relazioni industriali avanzate, che favorisca il superamento dei limiti e delle contraddizioni del sistema medesimo. E’ una proposta che parla alla qualità della vita, alle motivazioni del personale, all’identità cooperativa, alla professionalità, al coinvolgimento ed al giusto riconoscimento sicurezza dei lavoratori. Ma parla anche alle comunità locali ed alla classe dirigente cooperativa 191 Per maggiori informazioni, si visiti il sito xxxx://xxx.xxxxxxxx.xxx.xx/xxxxx/xxxxxxxx/xxxx- employment/fair_employment_and_treatment_(ni)_order.htm 192 Si v. X. XXXXXXXXXX, X. XXXXXXXXX E X. XXXXXXX, Regulating Public Procurement, cit., pp. 296 ss. 193 Si v. Comunicazione della Commissione, COM (1998), 143 def. 194 Si v. C. BOVIS, Social Policy Considerations and The European Public Procurement regime, in Più di recente, invece, la Comunità europea ha iniziato ad interrogarsi sulla possibilità di utilizzare l’appalto pubblico come occasione e strumento per la promozione e l’attuazione di politiche sociali più illuminataampie che, che considera andando oltre la cooperazione un valore non retorico garanzia della regolarità di impiego, perseguano obiettivi di tutela dell’occupazione di soggetti più svantaggiati, di promozione di azioni positive d’integrazione o di divulgazione e rispetto dei diritti umani. Dato per acquisito il primo, in questa sede interessa esaminare le problematiche relative a quest’ultimo intervento comunitario, ovvero la possibile utilizzazione dell’appalto pubblico come tale incompatibile con l’autoreferenzialitàleva di soluzione di problemi sociali del territorio, il paternalismoc.d. linkage195. Nel contesto internazionale, infatti, sono numerosi gli Stati che prevedono ipotesi di linkages nella propria normativa interna. In Malesia, ad esempio, tutt’ora, gli appalti pubblici sono utilizzati come strumenti per la gestione di politiche governative a favore di popolazioni indigene (Bumiputera, letteralmente “sons of the soil”) non in grado di competere con il mercato, in vista dell’obiettivo sociale di creare una classe commerciale media tra la popolazione Bumiputera196. A tal fine, la normativa di questo Paese sugli acquisti pubblici tende a restringere, in modo piuttosto discriminatorio e poco trasparente197, la partecipazione alle gare alle sole ditte indigene, alle quali è riconosciuto un margine di preferenza dal 2,5% al 10%. In Canada, dal 1996, è attivo un programma governativo, il cooperativismo Procurement Strategy for Aboriginal Business198, finalizzato a promuovere l’integrazione economico-sociale della popolazione aborigena attraverso le procedure di manieraaggiudicazione degli appalti 195 Si v. X. XXXXXXXXX Using public procurement to achieve social outcomes, cit., pp. Ci rivolgiamo anche a loro ed agli interessi diffusi del credito cooperativo257 ss. Secondo l’Autore, che deve guardare al lungo periodo con competenza e saggezza imprenditoriale per rappresentare e realizzare una reale, credibile e visibile alternativa al modello dominante il linkage permette allo Stato di banca- finanziaria spersonalizzata e socialmente ed ambientalmente indifferente e irresponsabile. Il modello di banca che immaginiamo deve possedere queste caratteristiche e perciò deve realizzare una banca: più trasparente nei costi; più aperta e partecipata nella governance a partire dal coinvolgimento dei dipendenti “Participating in una logica di democrazia economica; inclusiva nella buona occupazione e nel welfare di sistema; refrattaria alle politiche commerciali aggressive ed alle politiche gestionali e premianti opache e disancorate da una visione di crescita sostenibile e responsabile; adeguata nelle competenze distintive senza importazioni inopportune da altre esperienze e con forti anticorpi contro i comportamenti devianti. E’ questa la banca che può essere realmente solida e integrata nella propria comunità, autonoma ma non autoreferenziale, solidaristica e sussidiariathe market as purchaser and at the same time regulating it through the use of purchasing power to advance social and ethical goals”.

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Samples: dspace.unitus.it

PREMESSA. Il Centro di Incontro Polivalente “XXXXX XXXXX” sito in Venaria Reale via Buozzi, destinato ad uso collettivo cittadino, ed è parte integrante di un programma di recupero urbano volto a rafforzare il legame tra il quartiere, gli abitanti e la Pubblica Amministrazione. Nella relazione tecnico-descrittiva allegata al progetto del Centro si legge, in sintesi: Conclusa la fase della progettazione e della realizzazione dell’edificio, l’aspirazione è che il Centro diventi veramente il luogo di incontro tra i cittadini di ogni età e che, per la sua natura polivalente, soddisfi le esigenze dei singoli e della collettività. Il Centro è lo spazio pubblico di aggregazione sociale nel quartiere. La lezione della crisi planetaria esplosa nell’agosto 2007storia degli ultimi decenni ci indica che luoghi di aggregazione crescono comunque nei territori, ha bocciato severamente alle fondamenta l’ideologia che ha consacrato il primato oligarchico spesso nella dimensione commerciale dei grandi potentati economico-finanziari e, con lorobar, dei tanti centri commerciali, degli esercizi pubblici in generale. Evidentemente questi luoghi rispondono ad una domanda di intrattenimento e svago che ne hanno favorito l’ascesa, la consacrazione esiste e l’impunità. Il fallimento del paradigma liberista fondato sul primato della finanza sull’economia, dell’economia sulla politica, della speculazione sull’investimento, della rendita sul lavoro, dell’indebitamento sulla equità distributiva ci ritorna un monito severo ad intraprendere strade nuove, che archivino, definitivamente quella stagioneforse sempre più si rafforza. La speculazione tuttavia scommessa però è insaziabile ed eticamente indifferentefar crescere i luoghi che vivono mettendo al centro le persone, i loro bisogni e desideri e che promuovono innanzi tutto una cultura della partecipazione rispetto ad una incentrata sul consumo. Xxxxxx che ambiscono in qualche modo a svolgere una funzione pubblica, di pubblica utilità. La crisi progressivamente crescente finalità del progetto è quella di far ritrovare un posto ai cittadini attivi e tendenzialmente destabilizzante dei debiti sovrani di Grecia, Portogallo, Irlanda, Spagna ed altri paesi sotto osservazione da parte delle istituzione europee ed internazionali è direttamente proporzionale alla feroce dinamica speculativa, che ne aggrava ulteriormente le condizioni. Nel contempo la nuova stagione regolativa europea si presenta attenuata nelle previsioni, che non scalfiscono il modello generativo protagonisti all’interno della crisi, e attardata dalle mille pastoie burocratiche degli egoismi nazionali pari solamente, in termini di miopia, all’incapacità della politica di cogliere le implicazioni profonde di quanto è accaduto. Il comunità locale intesa come sistema bancario italiano è stato meno colpito dagli effetti immediati della crisi finanziaria, anche grazie ad un miglior radicamento sul territorio integrato da fonti di ricavo più stabili ed alle politiche sindacali concertative, che hanno concorso a mitigare la “de materializzazione” delle banche italiane tradizionalmente intermediatrici, a favore del modello di banca finanziarizzata che negli Stati Uniti, ma anche in Europa (oltre 2.700 mld $) ha richiesto migliaia di miliardi di dollari di denaro pubblico per i salvataggi effettuati. Le banche di credito cooperativo sono rimaste complessivamente al riparo dalla finanza creativa ed hanno sostenuto l’economia reale svolgendo una funzione anticiclica e assumendone, almeno in parte, anche le difficoltà che hanno contribuito ad evidenziare dei limiti spesso antecedenti. A questi risultati hanno contribuito, insieme allo storico radicamento territoriale delle banche di credito cooperativo e ad una vigilanza prudenziale particolarmente rigorosa, le relazioni sindacali ed i Contratti di lavoro sottoscritti tra le Parti. Ora, per le BCC, è giunto il tempo delle scelte perché in occasione delle grandi discontinuità storiche l’immobilismo, o il dinamismo formale, corrispondono ad un inevitabile arretramento. Dovranno quindi attrezzarsi per superare i propri limiti strutturali sul fronte della Governance, dei controlli, del presidio dell’identità, della razionalizzazione dell’informatica, dell’adeguatezza manageriale, della creazione di strumenti di sistema e di servizio efficienti a partire dai vari livelli della federazione, dalle “fabbriche” e dalle stesse Banche di Credito Cooperativo nella direzione più volte indicata dalla Banca d’Italia, da queste stesse XX.XX e dalle regole approvate dal Comitato di Basilea 3. La Piattaforma di rinnovo del contratto nazionale delle Banche di Credito Cooperativo è perfettamente integrata in questo scenario ed esprime un profilo di sistema, intendendosi per tale l’ambizione di essere lo strumento di risposta alle giuste rivendicazioni degli oltre 36.000 dipendenti del settore e, al contempo, l’architrave di un sistema di relazioni industriali avanzate, che favorisca il superamento dei limiti e delle contraddizioni del sistema medesimo. E’ una proposta che parla alla qualità della vita, alle motivazioni del personale, all’identità cooperativa, alla professionalità, al coinvolgimento ed al giusto riconoscimento dei lavoratori. Ma parla anche alle comunità locali ed alla classe dirigente cooperativa più illuminata, che considera la cooperazione un valore non retorico e come tale incompatibile con l’autoreferenzialità, il paternalismo, il cooperativismo di maniera. Ci rivolgiamo anche a loro ed agli interessi diffusi del credito cooperativo, che deve guardare al lungo periodo con competenza e saggezza imprenditoriale per rappresentare e realizzare una reale, credibile e visibile alternativa al modello dominante di banca- finanziaria spersonalizzata e socialmente ed ambientalmente indifferente e irresponsabilesociale complesso. Il modello è quello dello sviluppo di banca che immaginiamo deve possedere queste caratteristiche e perciò deve realizzare una banca: più trasparente nei costi; più aperta e partecipata nella governance a partire dal coinvolgimento dei dipendenti in una logica di democrazia economica; inclusiva nella buona occupazione e nel welfare di sistema; refrattaria alle politiche commerciali aggressive ed alle politiche gestionali e premianti opache e disancorate da una visione di crescita sostenibile e responsabile; adeguata nelle competenze distintive senza importazioni inopportune da altre esperienze e con forti anticorpi contro i comportamenti devianti. E’ questa la banca che può essere realmente solida e integrata nella propria comunità, autonoma che vede la stessa non come entità passiva ma non autoreferenzialecome sistema che possiede al suo interno le competenze e le risorse necessarie alla soluzione dei problemi. Il progetto riguarda tutta la popolazione, solidaristica e sussidiariadagli anziani ai bambini, dai giovani alle famiglie, con l’ovvia difficoltà di conciliazione di interessi ed esigenze. Si possono far convivere diverse generazioni, con intelligenti politiche di ristrutturazione degli spazi e, soprattutto, attraverso la programmazione dell’utilizzo degli stessi.

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PREMESSA. Lo sviluppo della politica fiscale nonché le linee generali e gli obiettivi della gestione tributaria sono stati delineati nell’Atto di indirizzo. Il contesto di riferimento nell’ambito del quale l’Agenzia è chiamata ad operare nel corso del 2016 è stato profondamente modificato e innovato da una serie di provvedimenti normativi che si sono succeduti nel corso degli ultimi due anni. La lezione L. 23/2014 e i successivi decreti delegati, emanati nell’arco del 2015, mirano alla realizzazione di un nuovo sistema fiscale più equo, trasparente e orientato alla crescita. La legge 23 dicembre 2014, n. 190 (Legge di Stabilità 2015) ha introdotto, con i commi 634 e seguenti dell’art. 1, disposizioni volte a favorire nuove e più avanzate forme di comunicazione tra il contribuente e l’amministrazione fiscale, anche in termini preventivi rispetto alle scadenze fiscali, il cui fine è quello di stimolare l’assolvimento degli obblighi tributari e favorire l’emersione spontanea delle basi imponibili. In tale nuovo contesto la strategia dell’Agenzia, già intrapresa a partire dallo scorso esercizio, si fonda sul consolidamento di un rapporto fiduciario con i contribuenti, nell’ambito del quale è chiamata a ricoprire un ruolo di facilitazione e di guida per il corretto assolvimento degli obblighi fiscali, instaurando un dialogo collaborativo con i contribuenti stessi, preventivo o contestuale, laddove possibile, al momento dichiarativo. Tale approccio «cooperativo» considera i contribuenti come soggetti da assistere nell’assolvimento degli obblighi tributari, ponendoli al centro dell’azione amministrativa e superando una logica in cui il controllato ed il controllore sono soggetti contrapposti, la cui interazione è rappresentata solo dal momento dichiarativo per il primo e da finalità di controllo e di accertamento per il secondo. L’inversione di tendenza rispetto alla tradizionale visione di un fisco controllore, impegnato prevalentemente in un’azione di controllo a posteriori rispetto alla dichiarazione del contribuente, è talmente radicale che gli effetti del nuovo volto dell’Agenzia potranno cogliersi appieno solo nel medio-lungo periodo. La presente Convenzione si ispira, nei suoi contenuti, a tale nuovo contesto, sulla scia di quanto già era accaduto con la precedente Convenzione, rispetto alla quale il nuovo orientamento viene consolidato e rafforzato, con particolare riferimento al Piano dell’Agenzia i cui contenuti vengono sostanzialmente modificati. La spinta al cambiamento, oltre che dall’esigenza di innovare l’indirizzo da dare ai rapporti con i contribuenti, è determinata anche dalla precisa volontà del legislatore, che con il D.Lgs. 157/2015 ha dettato specifiche misure per la revisione della crisi planetaria esplosa nell’agosto 2007disciplina dell’organizzazione delle Agenzie fiscali, ha bocciato severamente alle fondamenta l’ideologia che ha consacrato in funzione della duplice esigenza di contenimento della spesa pubblica da un lato, e di potenziamento dell’efficienza dell’azione amministrativa dall’altro. Le disposizioni contenute nel citato decreto legislativo, infatti, rivestono una particolare importanza per il primato oligarchico dei grandi potentati economico-finanziari documento convenzionale e, con loro, dei tanti che ne hanno favorito l’ascesa, la consacrazione e l’impunità. Il fallimento del paradigma liberista fondato sul primato della finanza sull’economia, dell’economia sulla politica, della speculazione sull’investimento, della rendita sul lavoro, dell’indebitamento sulla equità distributiva ci ritorna un monito severo ad intraprendere strade nuove, che archivino, definitivamente quella stagione. La speculazione tuttavia è insaziabile ed eticamente indifferente. La crisi progressivamente crescente e tendenzialmente destabilizzante dei debiti sovrani di Grecia, Portogallo, Irlanda, Spagna ed altri paesi sotto osservazione da parte delle istituzione europee ed internazionali è direttamente proporzionale alla feroce dinamica speculativa, che ne aggrava ulteriormente le condizioni. Nel contempo la nuova stagione regolativa europea si presenta attenuata nelle previsioni, che non scalfiscono il modello generativo della crisi, e attardata dalle mille pastoie burocratiche degli egoismi nazionali pari solamente, più in termini di miopia, all’incapacità della politica di cogliere le implicazioni profonde di quanto è accaduto. Il sistema bancario italiano è stato meno colpito dagli effetti immediati della crisi finanziaria, anche grazie ad un miglior radicamento sul territorio integrato da fonti di ricavo più stabili ed alle politiche sindacali concertative, che hanno concorso a mitigare la “de materializzazione” delle banche italiane tradizionalmente intermediatrici, a favore del modello di banca finanziarizzata che negli Stati Uniti, ma anche in Europa (oltre 2.700 mld $) ha richiesto migliaia di miliardi di dollari di denaro pubblico per i salvataggi effettuati. Le banche di credito cooperativo sono rimaste complessivamente al riparo dalla finanza creativa ed hanno sostenuto l’economia reale svolgendo una funzione anticiclica e assumendone, almeno in parte, anche le difficoltà che hanno contribuito ad evidenziare dei limiti spesso antecedenti. A questi risultati hanno contribuito, insieme allo storico radicamento territoriale delle banche di credito cooperativo e ad una vigilanza prudenziale particolarmente rigorosa, le relazioni sindacali ed i Contratti di lavoro sottoscritti tra le Parti. Oragenerale, per le BCCAgenzie fiscali. Viene previsto il riassetto dei servizi di assistenza, consulenza e controllo per facilitare gli adempimenti tributari, anche attraverso nuove e più avanzate forme di comunicazione con i contribuenti, e per orientare l’azione delle Agenzie in funzione degli obiettivi istituzionali e della missione prioritaria di promuovere l’adempimento spontaneo degli obblighi tributari. Ciò è giunto il tempo delle scelte perché in occasione delle grandi discontinuità storiche l’immobilismo, o il dinamismo formale, corrispondono ad un inevitabile arretramento. Dovranno quindi attrezzarsi per superare i propri limiti strutturali sul fronte coerente con la strategia di promozione della Governance, dei controlli, del presidio dell’identità, della razionalizzazione dell’informatica, dell’adeguatezza manageriale, della creazione di strumenti di sistema e di servizio efficienti a partire dai vari livelli della federazione, dalle “fabbriche” e dalle stesse Banche di Credito Cooperativo nella direzione più volte indicata dalla Banca d’Italia, da queste stesse XX.XX e dalle regole approvate dal Comitato di Basilea 3. La Piattaforma di rinnovo del contratto nazionale delle Banche di Credito Cooperativo è perfettamente integrata in questo scenario ed esprime un profilo di sistema, intendendosi per tale l’ambizione di essere lo strumento di risposta alle giuste rivendicazioni degli oltre 36.000 dipendenti del settore e, al contempo, l’architrave di un sistema di relazioni industriali avanzatecompliance, che favorisca il superamento dei limiti pone al centro dell’attenzione i contribuenti ed accresce la propensione al servizio dell’amministrazione, che deve prioritariamente svolgere un ruolo di facilitazione piuttosto che di controllo e delle contraddizioni del sistema medesimorepressione. Secondo questa nuova visione, la repressione va preceduta dalla prevenzione. E’ una proposta per questo che parla alla qualità della vital’attività di contrasto, alle motivazioni del personalepur mantenendo un ruolo importante per il recupero dell’evasione fiscale ma che costituisce logicamente un passo successivo verso i contribuenti, all’identità cooperativa, alla professionalità, al coinvolgimento ed al giusto riconoscimento dei lavoratori. Ma parla anche alle comunità locali ed alla classe dirigente cooperativa più illuminataviene preceduta nel Piano dell’Agenzia dalla nuova Area prevenzione in cui sono ricomprese le principali attività di dialogo con il contribuente, che considera mirano ad accompagnarlo in un percorso di reciproca fiducia verso l’adempimento spontaneo dei propri obblighi, anche prevedendo la cooperazione un valore possibilità di correggere omissioni o errori nelle dichiarazioni già presentate, con effetti positivi sui livelli di compliance e sul recupero del tax gap. Le attività di controllo, in questo nuovo contesto, potranno e dovranno essere indirizzate solo nei confronti di quei soggetti non retorico e come tale incompatibile con l’autoreferenzialitàinteressati alla collaborazione, il paternalismocui comportamento si caratterizza per una volontà acclarata di sottrarsi ai propri doveri nei confronti della collettività. In questo contesto si collocano anche le azioni di contrasto all’evasione/elusione delle imposte sugli immobili, in cui l’utente adempie ai propri obblighi – relativamente alle normative catastali – producendo una dichiarazione di parte per aggiornare all’attualità lo stato di fatto del proprio immobile; solo in caso di mancato adempimento si procede per gradi, dapprima ricordando all’utente la necessità di procedere all’aggiornamento catastale del proprio bene e, solo in caso di inadempimento, intervenendo in surroga dell’utente con irrogazione della sanzione, pagamento tributi e oneri a carico della parte. In sintesi, la rappresentazione schematica del nuovo Piano dell’Agenzia vuole compendiare, sia logicamente sia cronologicamente, il cooperativismo nuovo atteggiamento che l’Agenzia deve porre in essere verso i contribuenti: la funzione primaria è quella di manierafornire servizi di qualità e assistenza; la seconda è quella di porsi al fianco dei contribuenti per aiutarli e accompagnarli nel corretto assolvimento degli obblighi tributari; la terza è la funzione estrema di repressione, nei casi in cui i contribuenti si sottraggono ai propri doveri. Ci rivolgiamo anche a loro ed agli interessi diffusi del credito cooperativoNell’ambito delle tre aree strategiche sono previsti specifici obiettivi, ciascuno dei quali costituito da più indicatori, rappresentativi delle principali linee di attività strumentali al suo conseguimento. Lo sforzo innovativo che deve guardare al lungo periodo con competenza e saggezza imprenditoriale per rappresentare e realizzare una reale, credibile e visibile alternativa al modello dominante di banca- finanziaria spersonalizzata e socialmente ed ambientalmente indifferente e irresponsabile. Il modello di banca che immaginiamo deve possedere queste caratteristiche e perciò deve realizzare una banca: più trasparente nei costi; più aperta e partecipata nella governance a partire dal coinvolgimento dei dipendenti in una logica di democrazia economica; inclusiva nella buona occupazione e nel welfare di sistema; refrattaria alle politiche commerciali aggressive ed alle politiche gestionali e premianti opache e disancorate da una visione di crescita sostenibile e responsabile; adeguata nelle competenze distintive senza importazioni inopportune da altre esperienze e con forti anticorpi contro i comportamenti devianti. E’ caratterizza questa la banca che Convenzione può essere realmente solida colto anche se si considera che numerosi indicatori sono di nuova introduzione e integrata nella propria comunitàche, autonoma ma non autoreferenzialeper quelli già esistenti, solidaristica e sussidiariasi è cercato – laddove possibile – di darne una diversa connotazione più aderente al rinnovato contesto di riferimento.

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Samples: Convenzione Triennale Per Gli Esercizi 2016 2018

PREMESSA. La lezione L’art. 3 della crisi planetaria esplosa nell’agosto 2007L. 123/2007, ha bocciato severamente così come riaffermato nell’art. 26, commi 3-5-6, del Decreto Legislativo 9 Aprile 2008 n. 81, prevede l’elaborazione, da parte del datore di lavoro committente, di un Documento Unico di Valutazione dei Rischi da Interferenze (DUVRI) che indichi le misure adottate per neutralizzare i rischi da interferenze derivanti da lavori affidati ad imprese appaltatrici o a lavoratori autonomi all’interno della propria azienda. Finora era previsto che nelle fasi di esecuzione delle attività oggetto di contratti d’appalto e d’opera il datore di lavoro committente doveva promuovere la cooperazione e il coordinamento, informandosi reciprocamente, al fine di eliminare i rischi dovuti alle fondamenta l’ideologia interferenze tra i lavori dei diversi soggetti coinvolti nell’esecuzione delle attività/prestazioni. Tale disposizione viene ora integrata con l’obbligo di elaborare il suddetto documento unico col quale vengono indicate le misure adottate al fine di eliminare i rischi derivanti da tali interferenze e che ha consacrato il primato oligarchico deve essere allegato al contratto di appalto o d’opera. Trattasi, quindi, di un documento che non contempla la valutazione dei grandi potentati economico-finanziari erischi specifici propri delle imprese appaltatrici o dei singoli lavoratori autonomi, con loroche, dei tanti che ne hanno favorito l’ascesapertanto, la consacrazione dovranno attenersi anche a tutti gli obblighi formali e l’impunitàsostanziali previsti dal D.Lgs. 81/08 per i datori di lavoro. Il fallimento del paradigma liberista fondato sul primato presente documento, detto D.U.V.R.I., contiene le misure di prevenzione e protezione adottate al fine di eliminare o ridurre i rischi derivanti da possibili interferenze tra le attività svolte dalla impresa Aggiudicataria e quelle svolte dai lavoratori della finanza sull’economiaCommittenza, dell’economia sulla politica, della speculazione sull’investimento, della rendita sul lavoro, dell’indebitamento sulla equità distributiva ci ritorna un monito severo ad intraprendere strade nuove, che archivino, definitivamente quella stagione. La speculazione tuttavia è insaziabile ed eticamente indifferente. La crisi progressivamente crescente e tendenzialmente destabilizzante dei debiti sovrani presso cui l’impresa aggiudicataria dovrà fornire i servizi oggetto di Grecia, Portogallo, Irlanda, Spagna ed altri paesi sotto osservazione da parte delle istituzione europee ed internazionali è direttamente proporzionale alla feroce dinamica speculativa, che ne aggrava ulteriormente le condizioni. Nel contempo la nuova stagione regolativa europea si presenta attenuata nelle previsioni, che non scalfiscono il modello generativo della crisigara, e attardata dalle mille pastoie burocratiche degli egoismi nazionali pari solamentesvolti eventualmente dagli altri soggetti presenti o cooperanti nel medesimo luogo di lavoro. Tale documento dovrà essere condiviso, prima dell’inizio delle attività connesse all’appalto, in termini sede di miopiariunione congiunta tra l’impresa aggiudicataria e l’Azienda Ospedaliera. In fase di valutazione preventiva dei rischi relativi all’appalto in oggetto, all’incapacità non sono stati individuati costi aggiuntivi per apprestamenti di sicurezza relativi all’eliminazione dei rischi da interferenza, pertanto i costi della politica di cogliere le implicazioni profonde di quanto è accadutosicurezza relativi ai rischi da interferenza sono pari a zero. Il sistema bancario italiano è stato meno colpito dagli effetti immediati I costi eventuali connessi al D.U.V.R.I. dinamico saranno a carico della crisi finanziaria, anche grazie ad un miglior radicamento sul territorio integrato da fonti di ricavo più stabili ed alle politiche sindacali concertative, che hanno concorso a mitigare la “de materializzazione” delle banche italiane tradizionalmente intermediatrici, a favore del modello di banca finanziarizzata che negli Stati Uniti, ma anche in Europa (oltre 2.700 mld $) ha richiesto migliaia di miliardi di dollari di denaro pubblico per i salvataggi effettuati. Le banche di credito cooperativo sono rimaste complessivamente al riparo dalla finanza creativa ed hanno sostenuto l’economia reale svolgendo una funzione anticiclica e assumendone, almeno in parte, anche le difficoltà che hanno contribuito ad evidenziare dei limiti spesso antecedenti. A questi risultati hanno contribuito, insieme allo storico radicamento territoriale delle banche di credito cooperativo e ad una vigilanza prudenziale particolarmente rigorosa, le relazioni sindacali ed i Contratti di lavoro sottoscritti tra le Parti. Ora, per le BCC, è giunto il tempo delle scelte perché in occasione delle grandi discontinuità storiche l’immobilismo, o il dinamismo formale, corrispondono ad un inevitabile arretramento. Dovranno quindi attrezzarsi per superare i propri limiti strutturali sul fronte della Governance, dei controlli, del presidio dell’identità, della razionalizzazione dell’informatica, dell’adeguatezza manageriale, della creazione di strumenti di sistema e di servizio efficienti a partire dai vari livelli della federazione, dalle “fabbriche” e dalle stesse Banche di Credito Cooperativo nella direzione più volte indicata dalla Banca d’Italia, da queste stesse XX.XX e dalle regole approvate dal Comitato di Basilea 3. La Piattaforma di rinnovo del contratto nazionale delle Banche di Credito Cooperativo è perfettamente integrata in questo scenario ed esprime un profilo di sistema, intendendosi per tale l’ambizione di essere lo strumento di risposta alle giuste rivendicazioni degli oltre 36.000 dipendenti del settore e, al contempo, l’architrave di un sistema di relazioni industriali avanzate, che favorisca il superamento dei limiti e delle contraddizioni del sistema medesimo. E’ una proposta che parla alla qualità della vita, alle motivazioni del personale, all’identità cooperativa, alla professionalità, al coinvolgimento ed al giusto riconoscimento dei lavoratori. Ma parla anche alle comunità locali ed alla classe dirigente cooperativa più illuminata, che considera la cooperazione un valore non retorico e come tale incompatibile con l’autoreferenzialità, il paternalismo, il cooperativismo di maniera. Ci rivolgiamo anche a loro ed agli interessi diffusi del credito cooperativo, che deve guardare al lungo periodo con competenza e saggezza imprenditoriale per rappresentare e realizzare una reale, credibile e visibile alternativa al modello dominante di banca- finanziaria spersonalizzata e socialmente ed ambientalmente indifferente e irresponsabile. Il modello di banca che immaginiamo deve possedere queste caratteristiche e perciò deve realizzare una banca: più trasparente nei costi; più aperta e partecipata nella governance a partire dal coinvolgimento dei dipendenti in una logica di democrazia economica; inclusiva nella buona occupazione e nel welfare di sistema; refrattaria alle politiche commerciali aggressive ed alle politiche gestionali e premianti opache e disancorate da una visione di crescita sostenibile e responsabile; adeguata nelle competenze distintive senza importazioni inopportune da altre esperienze e con forti anticorpi contro i comportamenti devianti. E’ questa la banca che può essere realmente solida e integrata nella propria comunità, autonoma ma non autoreferenziale, solidaristica e sussidiariaStazione Appaltante.

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Samples: www.ospedaliriunitipalermo.it

PREMESSA. La lezione della crisi planetaria esplosa nell’agosto 2007presente iniziativa di gara ha ad oggetto la conclusione di un Accordo Quadro con un solo operatore economico ai sensi dell’art. 54 comma 3 del D.Lgs. 50/2016, ha bocciato severamente alle fondamenta l’ideologia che ha consacrato il primato oligarchico dei grandi potentati economico-finanziari ein base al quale affidare, con loro, dei tanti che ne hanno favorito l’ascesatramite specifici ordini di consegna, la consacrazione fornitura di attrezzature multimediali nell’ambito per le esigenze del nuovo insediamento universitario del Navile dell’Alma Mater Studiorum - Università di Bologna. Tale acquisto è finalizzato a completare il nuovo plesso universitario per consentire lo svolgimento delle attività didattiche e l’impunitàdi ricerca delle strutture universitarie. Le strutture coinvolte sono: - Dipartimento Chimica Industriale - CHIMIND - Dipartimento di Chimica “Xxxxxxx Xxxxxxxxx” - CHIM - Dipartimento di Farmacia - FABIT Per quanto concerne i laboratori didattici dell’Unità Edilizia 5 l’obiettivo è garantire una facile fruizione delle lezioni frontali poiché l’arredo installato che impedisce la visuale del docente da parte degli studenti. La scelta è ricaduta, pertanto, su monitor di sala che possano trasmettere sia i contenuti delle lezioni che l’immagine del docente. Le aule didattiche dell’Unità Edilizia 4, in particolare le due con maggiore capienza, hanno dimensioni e layout tali da rendere complessa la visualizzazione del docente e dei contenuti della lezione dalle ultime file di banchi. Il fallimento del paradigma liberista fondato sul primato della finanza sull’economiaprogetto prevede, dell’economia sulla politicapertanto, della speculazione sull’investimentol’installazione sia di schermi di proiezione che di monitor che permettano di ridurre al minimo la difficoltà di visualizzazione. Le sale riunioni, della rendita sul lavorostrategiche per le attività dei dipartimenti, dell’indebitamento sulla equità distributiva ci ritorna un monito severo prevedono l’installazione di sistemi wireless di condivisione dei contenuti, grazie ai quali è possibile proiettare documenti senza l’uso di cavi. I sistemi multimediali progettati sono pensati per poter ampliare le loro funzioni in base ad intraprendere strade nuove, che archivino, definitivamente quella stagione. La speculazione tuttavia è insaziabile ed eticamente indifferente. La crisi progressivamente crescente e tendenzialmente destabilizzante eventuali esigenze dovessero emergere durante l’utilizzo dei debiti sovrani di Grecia, Portogallo, Irlanda, Spagna ed altri paesi sotto osservazione da parte delle istituzione europee ed internazionali è direttamente proporzionale alla feroce dinamica speculativa, che ne aggrava ulteriormente le condizioni. Nel contempo la nuova stagione regolativa europea si presenta attenuata nelle previsioni, che non scalfiscono il modello generativo della crisi, e attardata dalle mille pastoie burocratiche degli egoismi nazionali pari solamente, in termini di miopia, all’incapacità della politica di cogliere le implicazioni profonde di quanto è accadutoplessi. Il sistema bancario italiano è stato meno colpito dagli effetti immediati della crisi finanziariamateriale proposto, anche grazie ad un miglior radicamento sul territorio integrato da fonti di ricavo più stabili ed alle politiche sindacali concertative, che hanno concorso a mitigare la “de materializzazione” delle banche italiane tradizionalmente intermediatrici, a favore del modello di banca finanziarizzata che negli Stati Uniti, ma anche in Europa (oltre 2.700 mld $) ha richiesto migliaia di miliardi di dollari di denaro pubblico per i salvataggi effettuati. Le banche di credito cooperativo sono rimaste complessivamente al riparo dalla finanza creativa ed hanno sostenuto l’economia reale svolgendo una funzione anticiclica e assumendone, almeno in parte, anche le difficoltà che hanno contribuito ad evidenziare dei limiti spesso antecedenti. A questi risultati hanno contribuito, insieme allo storico radicamento territoriale delle banche di credito cooperativo e ad una vigilanza prudenziale particolarmente rigorosa, le relazioni sindacali ed i Contratti di lavoro sottoscritti tra le Parti. Ora, per le BCCinoltre, è giunto il tempo delle scelte perché gestibile attraverso una piattaforma di supervisione già in occasione delle grandi discontinuità storiche l’immobilismo, o il dinamismo formale, corrispondono uso in Ateneo che facilità sia la gestione ordinaria degli impianti sia programmare la manutenzione sugli apparati che la prevedono (ad un inevitabile arretramento. Dovranno quindi attrezzarsi per superare i propri limiti strutturali sul fronte della Governance, esempio la pulizia dei controlli, del presidio dell’identità, della razionalizzazione dell’informatica, dell’adeguatezza manageriale, della creazione di strumenti di sistema e di servizio efficienti a partire dai vari livelli della federazione, dalle “fabbriche” e dalle stesse Banche di Credito Cooperativo nella direzione più volte indicata dalla Banca d’Italia, da queste stesse XX.XX e dalle regole approvate dal Comitato di Basilea 3. La Piattaforma di rinnovo del contratto nazionale delle Banche di Credito Cooperativo è perfettamente integrata in questo scenario ed esprime un profilo di sistema, intendendosi per tale l’ambizione di essere lo strumento di risposta alle giuste rivendicazioni degli oltre 36.000 dipendenti del settore e, al contempo, l’architrave di un sistema di relazioni industriali avanzate, che favorisca il superamento filtri dei limiti e delle contraddizioni del sistema medesimo. E’ una proposta che parla alla qualità della vita, alle motivazioni del personale, all’identità cooperativa, alla professionalità, al coinvolgimento ed al giusto riconoscimento dei lavoratori. Ma parla anche alle comunità locali ed alla classe dirigente cooperativa più illuminata, che considera la cooperazione un valore non retorico e come tale incompatibile con l’autoreferenzialità, il paternalismo, il cooperativismo di maniera. Ci rivolgiamo anche a loro ed agli interessi diffusi del credito cooperativo, che deve guardare al lungo periodo con competenza e saggezza imprenditoriale per rappresentare e realizzare una reale, credibile e visibile alternativa al modello dominante di banca- finanziaria spersonalizzata e socialmente ed ambientalmente indifferente e irresponsabile. Il modello di banca che immaginiamo deve possedere queste caratteristiche e perciò deve realizzare una banca: più trasparente nei costi; più aperta e partecipata nella governance a partire dal coinvolgimento dei dipendenti in una logica di democrazia economica; inclusiva nella buona occupazione e nel welfare di sistema; refrattaria alle politiche commerciali aggressive ed alle politiche gestionali e premianti opache e disancorate da una visione di crescita sostenibile e responsabile; adeguata nelle competenze distintive senza importazioni inopportune da altre esperienze e con forti anticorpi contro i comportamenti devianti. E’ questa la banca che può essere realmente solida e integrata nella propria comunità, autonoma ma non autoreferenziale, solidaristica e sussidiariaproiettori).

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Samples: www.unibo.it

PREMESSA. La lezione Il presente documento, redatto in base all’art. 8 del Regolamento recante «Disciplina dell’analisi di impatto della crisi planetaria esplosa nell’agosto 2007regolamentazione (AIR) e della verifica dell’impatto della regolamentazione (VIR)» (di seguito, “Regolamento AIR”) descrive il contesto normativo, le motivazioni, gli obiettivi e le fasi del procedimento che hanno condotto all’adozione delle linee guida per l’affidamento di servizi a enti del terzo settore e alle cooperative sociali, dando evidenza delle ragioni che hanno guidato l’Autorità nell’adozione di alcune scelte di fondo, soprattutto con riferimento alle più significative osservazioni formulate in sede di consultazione. Il terzo settore rappresenta attualmente in Italia un’importante realtà, sia sotto il profilo sociale, per la natura dei servizi svolti, che sotto il profilo occupazionale. Il panorama dei soggetti che operano in tale ambito è molto variegato, l’ISTAT, infatti, ha bocciato severamente alle fondamenta l’ideologia che ha consacrato il primato oligarchico dei grandi potentati economicocensito nel corso del 2011 oltre 300.000 organizzazioni no-finanziari e, con loro, dei tanti che ne hanno favorito l’ascesa, la consacrazione e l’impunità. Il fallimento del paradigma liberista fondato sul primato della finanza sull’economia, dell’economia sulla politica, della speculazione sull’investimento, della rendita sul lavoro, dell’indebitamento sulla equità distributiva ci ritorna un monito severo ad intraprendere strade nuoveprofit, che archivinoricorrono alle prestazioni di 4,7 milioni di volontari, definitivamente quella stagione681 mila dipendenti, 271 mila lavoratori esterni e 5 mila lavoratori temporanei. La speculazione tuttavia L’89% delle istituzioni no-profit è insaziabile costituita in forma di associazione (201 mila associazioni non riconosciute e 68 mila riconosciute, ossia dotate di personalità giuridica); le cooperative sociale sono circa 11 mila (il 3,7%), le fondazioni 6 mila (il 2,1%) e le altre forme giuridiche circa 14 mila (il 4,8%), rappresentate principalmente da enti ecclesiastici civilmente riconosciuti, comitati, società di mutuo soccorso, istituzioni sanitarie o educative. I soggetti operanti nel terzo settore si trovano frequentemente ad operare come erogatori di servizi pubblici in favore della collettività. Spesso, infatti, le amministrazioni pubbliche ricorrono agli enti no- profit per l’acquisto o l’affidamento di servizi alla persona. Tale scelta organizzativa ha il vantaggio di promuovere un modello economico socialmente responsabile in grado di conciliare la crescita economica con il raggiungimento di specifici obiettivi sociali, quali, ad esempio, l’incremento occupazionale e l’inclusione ed eticamente indifferenteintegrazione sociale. La crisi progressivamente crescente e tendenzialmente destabilizzante dei debiti sovrani di Grecia, Portogallo, Irlanda, Spagna ed altri paesi sotto osservazione da parte delle istituzione europee ed internazionali è direttamente proporzionale alla feroce dinamica speculativa, che ne aggrava ulteriormente le condizioni. Nel contempo la nuova stagione regolativa europea si presenta attenuata nelle previsioni, che non scalfiscono Nonostante il modello generativo notevole impatto della crisi, e attardata dalle mille pastoie burocratiche degli egoismi nazionali pari solamente, in termini di miopia, all’incapacità della politica di cogliere le implicazioni profonde di quanto è accaduto. Il sistema bancario italiano è stato meno colpito dagli effetti immediati della crisi finanziaria, anche grazie ad un miglior radicamento sul territorio integrato da fonti di ricavo più stabili ed alle politiche sindacali concertative, che hanno concorso a mitigare la “de materializzazione” delle banche italiane tradizionalmente intermediatrici, a favore del modello di banca finanziarizzata che negli Stati Uniti, ma anche in Europa (oltre 2.700 mld $) ha richiesto migliaia di miliardi di dollari di denaro pubblico spesa per i salvataggi effettuati. Le banche servizi sociali sulla finanza pubblica, si registra da un lato la mancanza di credito cooperativo sono rimaste complessivamente al riparo dalla finanza creativa ed hanno sostenuto l’economia reale svolgendo una funzione anticiclica e assumendone, almeno in parte, anche le difficoltà che hanno contribuito ad evidenziare dei limiti spesso antecedenti. A questi risultati hanno contribuito, insieme allo storico radicamento territoriale delle banche disciplina organica concernente l’affidamento di credito cooperativo e ad una vigilanza prudenziale particolarmente rigorosa, le relazioni sindacali ed i Contratti di lavoro sottoscritti tra le Parti. Ora, per le BCC, è giunto il tempo delle scelte perché in occasione delle grandi discontinuità storiche l’immobilismo, o il dinamismo formale, corrispondono ad un inevitabile arretramento. Dovranno quindi attrezzarsi per superare i propri limiti strutturali sul fronte della Governance, dei controlli, del presidio dell’identità, della razionalizzazione dell’informatica, dell’adeguatezza manageriale, della creazione di strumenti di sistema e di servizio efficienti a partire dai vari livelli della federazione, dalle “fabbriche” e dalle stesse Banche di Credito Cooperativo nella direzione più volte indicata dalla Banca d’Italia, da queste stesse XX.XX e dalle regole approvate dal Comitato di Basilea 3. La Piattaforma di rinnovo del contratto nazionale delle Banche di Credito Cooperativo è perfettamente integrata in questo scenario ed esprime un profilo di sistema, intendendosi per tale l’ambizione di essere lo strumento di risposta alle giuste rivendicazioni degli oltre 36.000 dipendenti del contratti pubblici ai soggetti operanti nel terzo settore e, al contempo, l’architrave di un sistema di relazioni industriali avanzate, che favorisca il superamento dei limiti e delle contraddizioni del sistema medesimo. E’ una proposta che parla alla qualità della vita, alle motivazioni del personale, all’identità cooperativa, alla professionalità, al coinvolgimento ed al giusto riconoscimento dei lavoratori. Ma parla anche alle comunità locali ed alla classe dirigente cooperativa più illuminata, che considera la cooperazione un valore non retorico e come tale incompatibile con l’autoreferenzialitàdall’altro, il paternalismo, mancato coordinamento delle disposizioni relative ai servizi sociali con quelle contenute nel d.lgs. 163/2006. L’occasione per rimediare a tali carenze potrebbe essere rappresentata dall’approvazione del disegno di legge governativo recante le linee guida per una revisione organica della disciplina riguardante il cooperativismo di manieraterzo settore (d.d.l. Ci rivolgiamo anche a loro ed agli interessi diffusi del credito cooperativo, che deve guardare al lungo periodo con competenza e saggezza imprenditoriale per rappresentare e realizzare una reale, credibile e visibile alternativa al modello dominante di banca- finanziaria spersonalizzata e socialmente ed ambientalmente indifferente e irresponsabile. Il modello di banca che immaginiamo deve possedere queste caratteristiche e perciò deve realizzare una banca: più trasparente nei costi; più aperta e partecipata nella governance a partire dal coinvolgimento n.1870 approvato alla Camera dei dipendenti in una logica di democrazia economica; inclusiva nella buona occupazione e nel welfare di sistema; refrattaria alle politiche commerciali aggressive ed alle politiche gestionali e premianti opache e disancorate da una visione di crescita sostenibile e responsabile; adeguata nelle competenze distintive senza importazioni inopportune da altre esperienze e con forti anticorpi contro i comportamenti devianti. E’ questa la banca che può essere realmente solida e integrata nella propria comunità, autonoma ma non autoreferenziale, solidaristica e sussidiariadeputati il 9.4.2015)1.

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PREMESSA. Il presente progetto di studio ha l’ambizione di analizzare gli effettivi utilizzi della tecnologia blockchain e l’inquadramento giuridico applicabile alle diverse fattispecie applicative di tale frontiera innovativa attraverso un approfondimento che assuma la specificità di una ricerca accademica e al contempo possa fornire una guida introduttiva per tutti gli operatori del diritto, anche attraverso l’esposizione di alcuni esempi pratici. Nell’elaborato sono analizzati i principali utilizzi della tecnologia blockchain e il loro inquadramento giuridico, pur in mancanza di una disciplina organica sia nazionale che comunitaria, con particolare attenzione ai temi legati a criptovalute, smart contract, utility token, security token e utilizzo del registro distribuito. A ciascuno di tali argomenti è dedicato un capitolo nel quale, dopo una breve introduzione, vengono fornite nozioni di carattere giuridico e tecnico e a seguire proposti esempi applicativi pratici. I destinatari del documento sono i professionisti e le imprese. Entrambe tali categorie di soggetti hanno bisogno di strumenti per poter leggere il cambiamento al fine di poter utilizzare il progresso tecnologico per crescere professionalmente, senza subirlo. Ogni rivoluzione porta con sé una serie di trasformazioni e di mutamenti radicali che rovesciano in modo epocale l’ordine prestabilito: così è stato per ogni rivoluzione dell’era moderna. La lezione della crisi planetaria esplosa nell’agosto 2007rivoluzione industriale ha sancito il passaggio dalla manifattura alla produzione industriale con l’utilizzo di nuove forze di locomozione, determinando il primo passo verso la globalizzazione economica e sociale. La rivoluzione digitale, con il superamento dalla tecnologia analogica, ha bocciato severamente permesso lo scambio di dati senza barriere fisiche o geografiche. La rivoluzione informatica ha poi esteso a tutti l’accesso alle fondamenta l’ideologia informazioni e lo scambio di conoscenza. Ogni rivoluzione è stata favorita da una forte componente di innovazione tecnologica, talvolta distruttiva della precedente, che ha consacrato il primato oligarchico generato cambiamento, crescita e sviluppo economico, sociale, culturale e politico. La tecnologia legata alle D.L.T. (Distributed Ledger Technology), di cui Blockchain è l'esempio più noto, nonché gli elementi che con essa si integrano (smart contract, cripto valute, utility token ecc.) sintetizzano tutti i requisiti del cambiamento: una tecnologia innovativa, versatile, con numerose possibilità di applicazione ed alti potenziali di sviluppo, capace di rendere velocemente obsolete tutte le precedenti ed affermate modalità di diffusione e scambio di valore e di informazioni. Parliamo, infatti, di una tecnologia basata sulla distribuzione, attraverso un sistema peer to peer, di informazioni di vario genere (quali transazioni monetarie, registrazione di contratti ed informazioni legate all’esecuzione degli stessi, provenienza dei grandi potentati economicoprodotti ed in genere tutte quelle informazioni notevoli, suscettibili di essere rese pubbliche o conoscibili in modo certo), la cui autenticità e inalterabilità viene garantita, oltre che dai sistemi di criptazione, proprio dalla distribuzione e diffusione delle informazioni stesse a tutti i soggetti della rete. Come esposto più dettagliatamente e tecnicamente nel proseguo del presente lavoro, infatti, la garanzia fornita dalla distribuzione della transazione iscritta sul registro a ciascun componente-finanziari nodo della “catena”, si estrinseca nel fatto che si può facilmente individuare un’eventuale alterazione del dato; infatti, a ciascuna transazione viene affidato un codice univoco e, con loroad ogni gruppo di transazioni, che costituisce un “blocco” (idealmente una pagina del nostro registro in cui sono elencati i codici di tutte le operazioni ivi contenute), è assegnata una c.d. chiave hash,, la quale viene inserita nel codice “blocco” successivo; poiché il registro è distribuito su più postazioni (i nodi della catena) e che un’informazione è considerata “vera” solo quando è riportata allo stesso modo nella maggioranza dei tanti nodi, l’alterazione anche di una sola delle transazioni riportate in un determinato “blocco” , genererebbe un’incongruenza tra i codici (sia del “blocco” medesimo che di quelli a seguire) presenti nel nodo-postazione di chi ha effettuato l’alterazione rispetto a quelli presenti nei nodi degli altri componenti. Vivendo in un tempo in cui l’informazione (e l’accesso ai dati) è estremamente capillare e facilmente fruibile la prima risposta fornita dalla nuova tecnologia è sicuramente la garanzia di maggiore trasparenza e certezza dei dati forniti, in quanto difficilmente modificabili: la fiducia che gli utenti ripongono nella veridicità e nella correttezza delle informazioni reperibili nei registri costituisce uno degli aspetti focali in ordine alla loro diffusione, oltre all’aspetto legato alla fruibilità più immediata e “pubblica” dello strumento rispetto alle metodologie tradizionali e analogiche. I principali vantaggi sono da annoverarsi, infatti, nella maggiore velocità e nel minor costo delle transazioni, nell’aumento della liquidità a disposizione degli investitori, nella possibile eliminazione degli intermediari e nella decentralizzazione garantita dall’utilizzo del sistema peer to peer. Utilizzando la rete permangono le caratteristiche di una tecnologia fruibile ed accessibile a tutti coloro che hanno una connessione internet. Se da un lato, comunque, numerosi sono i benefici e le potenzialità, dall’altro non mancano elementi di criticità e rischi latenti. In particolare, occorre riferirsi all’eventuale incertezza sulla stabilità e affidabilità delle tecnologie, al pericolo di una perdita di controllo sulla decentralizzazione che caratterizza il sistema e, soprattutto, alla mancanza di un chiaro quadro normativo nazionale ed europeo, che rappresenta un elemento di incertezza per gli utilizzatori che ne hanno favorito l’ascesariduce l’appetibilità. Infatti, la consacrazione nonostante i tentativi di affrontare e l’impunità. Il fallimento del paradigma liberista fondato sul primato della finanza sull’economia, dell’economia sulla politica, della speculazione sull’investimento, della rendita sul lavoro, dell’indebitamento sulla equità distributiva ci ritorna un monito severo ad intraprendere strade nuove, che archivino, definitivamente quella stagione. La speculazione tuttavia è insaziabile ed eticamente indifferente. La crisi progressivamente crescente e tendenzialmente destabilizzante dei debiti sovrani di Grecia, Portogallo, Irlanda, Spagna ed altri paesi sotto osservazione approfondire il tema da parte delle istituzione europee istituzioni, l’inquadramento giuridico, economico e tributario è ancora in una fase embrionale. E’ recente il richiamo ai protagonisti del panorama politico ed internazionali è direttamente proporzionale istituzionale alla feroce dinamica speculativanecessità di una chiara regolamentazione capace addirittura di disegnare un sistema comune e condiviso volto anche a controllare la politica monetaria internazionale, che ne aggrava ulteriormente con una nuova Bretton Woods e nuovi standards. La necessità di garantire la struttura e quindi lo sviluppo di tale tecnologia appare indifferibile, soprattutto nell’attuale contesto economico-sociale, perché le condizionitecnologie cosiddette esponenziali possono giocare un ruolo importante nella ripartenza post-pandemia. Nel contempo Basti pensare all’economia circolare per la nuova stagione regolativa europea si presenta attenuata nelle previsioni, che non scalfiscono il modello generativo della crisi, definizione e attardata dalle mille pastoie burocratiche degli egoismi nazionali pari solamenteabilitazione di modelli sostenibili di produzione e consumo in grado di indirizzare gli interessi di tutti gli attori dell’ecosistema, in termini particolare del cittadino/consumatore/investitore, con numerose applicazioni pratiche anche nell’ambito della tutela dell’ambiente, di miopia, all’incapacità riforma della politica di cogliere le implicazioni profonde di quanto è accaduto. Il sistema bancario italiano è stato meno colpito dagli effetti immediati pubblica amministrazione (attraverso l’eliminazione della crisi finanziaria, anche grazie ad un miglior radicamento sul territorio integrato da fonti di ricavo più stabili ed alle politiche sindacali concertative, che hanno concorso a mitigare la “de materializzazione” delle banche italiane tradizionalmente intermediatrici, a favore del modello di banca finanziarizzata che negli Stati Unitiburocrazia), ma anche in Europa (oltre 2.700 mld $) ha richiesto migliaia nel settore sanitario, dei trasporti, agro-alimentare e della moda con protezione di miliardi di dollari di denaro pubblico per i salvataggi effettuatimarchi, brevetti e copyright. Le banche di credito cooperativo sono rimaste complessivamente al riparo dalla finanza creativa ed hanno sostenuto l’economia reale svolgendo una funzione anticiclica Ovviamente con sviluppo del settore e assumendonedel mercato finanziario. Una volta che la struttura sarà definita e normata positivamente dai legislatori, almeno in partel’impresa e quindi il professionista che la affianca, anche le difficoltà che hanno contribuito ad evidenziare dei limiti spesso antecedenti. A questi risultati hanno contribuitonon potranno più rinviare l’appuntamento con il progresso: dovranno essere già pronti, insieme allo storico radicamento territoriale delle banche di credito cooperativo e ad una vigilanza prudenziale particolarmente rigorosa, le relazioni sindacali ed i Contratti di lavoro sottoscritti tra le Parti. Oradunque, per governare la transizione sui nuovi registri e attraverso le BCCnuove tecnologie; tutto ciò grazie all’allargamento delle proprie competenze e conoscenze, è giunto il tempo delle scelte perché in occasione delle grandi discontinuità storiche l’immobilismo, o il dinamismo formale, corrispondono ad un inevitabile arretramento. Dovranno quindi attrezzarsi per superare i propri limiti strutturali sul fronte della Governance, dei controlli, del presidio dell’identità, della razionalizzazione dell’informatica, dell’adeguatezza manageriale, della creazione di strumenti di sistema e di servizio efficienti a partire dai vari livelli della federazione, dalle “fabbriche” e dalle stesse Banche di Credito Cooperativo nella direzione più volte indicata dalla Banca d’Italia, da queste stesse XX.XX e dalle regole approvate dal Comitato di Basilea 3. La Piattaforma di rinnovo del contratto nazionale delle Banche di Credito Cooperativo è perfettamente integrata in questo scenario ed esprime un profilo di sistema, intendendosi per tale l’ambizione di essere lo strumento di risposta alle giuste rivendicazioni degli oltre 36.000 dipendenti del settore e, al contempo, l’architrave di un sistema di relazioni industriali avanzate, che favorisca il superamento dei limiti e delle contraddizioni del sistema medesimo. E’ una proposta che parla alla qualità della vita, alle motivazioni nonché all’investimento sulla formazione del personale, all’identità cooperativaperché questo sia in grado di assicurare il vantaggio competitivo sulla concorrenza. La stessa O.C.S.E. ha segnalato che l’assenza di consapevolezza determinata dalla carenza informativa sulla tecnologia D.L.T. può minare la fiducia necessaria allo sviluppo del sistema. L’obiettivo del presente elaborato è, alla professionalitàpertanto, quello di fornire agli operatori interessati ad avvicinarsi al coinvolgimento fenomeno, un primo strumento conoscitivo utile a comprendere questa tecnologia, le logiche ad essa sottostanti nonché i potenziali benefici ed al giusto riconoscimento dei lavoratori. Ma parla anche alle comunità locali ed alla classe dirigente cooperativa più illuminataalcune tra le numerose applicazioni da essa derivanti, che considera la cooperazione un valore non retorico e come tale incompatibile con l’autoreferenzialità, possono essere interessanti sia per l’impresa che per il paternalismo, il cooperativismo di maniera. Ci rivolgiamo anche a loro ed agli interessi diffusi del credito cooperativo, che deve guardare al lungo periodo con competenza e saggezza imprenditoriale per rappresentare e realizzare una reale, credibile e visibile alternativa al modello dominante di banca- finanziaria spersonalizzata e socialmente ed ambientalmente indifferente e irresponsabile. Il modello di banca che immaginiamo deve possedere queste caratteristiche e perciò deve realizzare una banca: più trasparente nei costi; più aperta e partecipata nella governance a partire dal coinvolgimento dei dipendenti in una logica di democrazia economica; inclusiva nella buona occupazione e nel welfare di sistema; refrattaria alle politiche commerciali aggressive ed alle politiche gestionali e premianti opache e disancorate da una visione di crescita sostenibile e responsabile; adeguata nelle competenze distintive senza importazioni inopportune da altre esperienze e con forti anticorpi contro i comportamenti devianti. E’ questa la banca che può essere realmente solida e integrata nella propria comunità, autonoma ma non autoreferenziale, solidaristica e sussidiariacittadino.

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PREMESSA. La lezione della crisi planetaria esplosa nell’agosto 2007Il sostegno economico è uno strumento del Consorzio e rientra in un più globale progetto di intervento con la persona o la famiglia, ha bocciato severamente alle fondamenta l’ideologia che ha consacrato il primato oligarchico dei grandi potentati economico-finanziari e, con loro, dei tanti che ne hanno favorito l’ascesa, la consacrazione tendente a stimolare e l’impunitàpotenziare le risorse presenti nell'individuo e nel nucleo familiare. Il fallimento Consorzio afferma la necessità di sviluppare sul territorio interventi strutturali ed integrati, mirati alla prevenzione ed alla rimozione del paradigma liberista fondato sul primato della finanza sull’economiabisogno, dell’economia sulla politicada attuare mediante l'azione congiunta degli Enti/Associazioni pubbliche e private: azioni pubbliche di sostegno all’occupazione, della speculazione sull’investimentodi sviluppo dell’edilizia pubblica e convenzionata accessibile a redditi medio bassi. Il Consorzio considera prioritario il rapporto con le Associazioni, della rendita sul lavoro, dell’indebitamento sulla equità distributiva ci ritorna un monito severo ad intraprendere strade nuove, Enti e Chiese che archivino, definitivamente quella stagionesi occupano di aiuto alle persone o alle famiglie in difficoltà. La speculazione tuttavia è insaziabile ed eticamente indifferenteI cittadini dovranno dare il loro consenso per coinvolgere/attivare ove possibile le risorse del territorio in modo da non sovrapporre gli interventi ma da integrarli tra di loro. La crisi progressivamente crescente e tendenzialmente destabilizzante dei debiti sovrani di Grecia, Portogallo, Irlanda, Spagna ed altri paesi sotto osservazione Il contributo sarà assegnato dopo un’attenta valutazione professionale da parte delle istituzione europee ed internazionali è direttamente proporzionale alla feroce dinamica speculativadel/degli operatori preposti della situazione sociale complessiva del cittadino o della famiglia mediante colloqui professionali visite domiciliari e contatti con Associazioni, Enti, Chiese e servizi del territorio per verificare la situazione di bisogno, gli eventuali altri interventi erogati e l’efficacia dell’intervento che ne aggrava ulteriormente le condizioni. Nel contempo la nuova stagione regolativa europea si presenta attenuata nelle previsioni, che non scalfiscono il modello generativo della crisi, e attardata dalle mille pastoie burocratiche degli egoismi nazionali pari solamente, in termini di miopia, all’incapacità della politica di cogliere le implicazioni profonde di quanto è accadutointende proporre. Il sistema bancario italiano contributo non è stato meno colpito dagli effetti immediati della crisi finanziaria, anche grazie fine a se stesso ma fa parte di un progetto con relativo contratto che viene concordato tra il richiedente ed il Consorzio. Nella formulazione del progetto il richiedente e i componenti adulti del nucleo vengono invitati ad un miglior radicamento sul territorio integrato impegno e assunzione di responsabilità rispetto al percorso di autonomizzazione e di superamento delle cause di disagio, ove possibile. Il Consorzio metterà a disposizione del cittadino o della famiglia altri servizi/consulenze quali:  Consulenze sui contributi erogati da fonti Enti pubblici, Gestori di ricavo più stabili ed alle politiche sindacali concertativeservizi di pubblica utilità, che hanno concorso a mitigare la “de materializzazione” delle banche italiane tradizionalmente intermediatrici, a favore del modello Associazioni varie  Collaborazione con i Comuni Consorziati per attivazione di banca finanziarizzata che negli Stati Uniti, ma anche in Europa (oltre 2.700 mld $) ha richiesto migliaia eventuali progetti  Collaborazione con le Associazioni di miliardi di dollari di denaro pubblico per i salvataggi effettuati. Le banche di credito cooperativo sono rimaste complessivamente al riparo dalla finanza creativa ed hanno sostenuto l’economia reale svolgendo una funzione anticiclica e assumendone, almeno in parte, anche le difficoltà che hanno contribuito ad evidenziare dei limiti spesso antecedenti. A questi risultati hanno contribuito, insieme allo storico radicamento territoriale delle banche di credito cooperativo e ad una vigilanza prudenziale particolarmente rigorosa, le relazioni sindacali ed i Contratti di lavoro sottoscritti tra le Parti. Ora, Volontariato  Consulenza per le BCCsituazioni debitorie L'individuazione delle risorse da destinare agli interventi economici è vincolata alle priorità programmatiche dell'Ente. Il presente Regolamento stabilisce le tipologie, è giunto il tempo delle scelte perché in occasione delle grandi discontinuità storiche l’immobilismoi criteri, o il dinamismo formale, corrispondono ad un inevitabile arretramento. Dovranno quindi attrezzarsi per superare i propri limiti strutturali sul fronte della Governance, dei controlli, del presidio dell’identità, della razionalizzazione dell’informatica, dell’adeguatezza manageriale, della creazione beneficiari le modalità di strumenti di sistema accesso e di servizio efficienti a partire dai vari livelli della federazione, dalle “fabbriche” e dalle stesse Banche di Credito Cooperativo nella direzione più volte indicata dalla Banca d’Italia, da queste stesse XX.XX e dalle regole approvate dal Comitato di Basilea 3. La Piattaforma di rinnovo del contratto nazionale delle Banche di Credito Cooperativo è perfettamente integrata in questo scenario ed esprime un profilo di sistema, intendendosi per tale l’ambizione di essere lo strumento di risposta alle giuste rivendicazioni degli oltre 36.000 dipendenti del settore e, al contempo, l’architrave di un sistema di relazioni industriali avanzate, che favorisca il superamento dei limiti e delle contraddizioni del sistema medesimo. E’ una proposta che parla alla qualità della vita, alle motivazioni del personale, all’identità cooperativa, alla professionalità, al coinvolgimento ed al giusto riconoscimento dei lavoratori. Ma parla anche alle comunità locali ed alla classe dirigente cooperativa più illuminata, che considera la cooperazione un valore non retorico e come tale incompatibile con l’autoreferenzialità, il paternalismo, il cooperativismo di maniera. Ci rivolgiamo anche a loro ed agli interessi diffusi del credito cooperativo, che deve guardare al lungo periodo con competenza e saggezza imprenditoriale per rappresentare e realizzare una reale, credibile e visibile alternativa al modello dominante di banca- finanziaria spersonalizzata e socialmente ed ambientalmente indifferente e irresponsabile. Il modello di banca che immaginiamo deve possedere queste caratteristiche e perciò deve realizzare una banca: più trasparente nei costi; più aperta e partecipata nella governance a partire dal coinvolgimento dei dipendenti in una logica di democrazia economica; inclusiva nella buona occupazione e nel welfare di sistema; refrattaria alle politiche commerciali aggressive ed alle politiche gestionali e premianti opache e disancorate da una visione di crescita sostenibile e responsabile; adeguata nelle competenze distintive senza importazioni inopportune da altre esperienze e con forti anticorpi contro i comportamenti devianti. E’ questa la banca che può essere realmente solida e integrata nella propria comunità, autonoma ma non autoreferenziale, solidaristica e sussidiariaesclusione.

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PREMESSA. La lezione della crisi planetaria esplosa nell’agosto 2007Questo documento comprende le checklist, ha bocciato severamente alle fondamenta l’ideologia che ha consacrato gli schemi e i modelli pertinenti per il primato oligarchico dei grandi potentati economico-finanziari emanuale “Test d’acquisto di tabacco: un manuale pratico per le istituzioni, le aziende e le ONG” (2014). L’ordine del documento segue quello del manuale e del decorso di una serie di test d’acquisto di tabacco. I test d’acquisto hanno provato la loro efficacia come misura di prevenzione1. Essi possono perseguire diversi scopi, ma devono sempre essere preparati con lorocura, dei tanti che ne hanno favorito l’ascesatenendo conto delle direttive etiche (allegato 1). Queste riguardano gli acquirenti test, la consacrazione i loro genitori, il personale di vendita testato e l’impunitàil mandante. Un progetto per i test d’acquisto di tabacco viene stabilito sotto forma di contratto scritto tra il mandante e il mandatario (allegato 2). Il fallimento contratto stabilisce le condizioni generali, le date di esecuzione e i costi. L’allegato 3 mostra i dettagli da considerare e da chiarire al momento della conclusione del paradigma liberista fondato sul primato della finanza sull’economiacontratto. I compiti che risultano dall’esecuzione dei test d’acquisto di tabacco possono essere compiuti da un’unica istituzione o suddivisi tra diverse organizzazioni (allegato 4). Gli acquirenti test sono informati personalmente, dell’economia sulla politicaal momento del reclutamento, della speculazione sull’investimentoe tramite una lettera d’informazione sui test d’acquisto di tabacco e possono, della rendita sul in caso d’interesse a partecipare, iscriversi presso l’istituzione responsabile (allegato 5). Quando i giovani acquirenti decidono definitivamente di partecipare ai test d’acquisto, i loro genitori ne sono informati (allegato 6). Per autorizzare i loro figli e le loro figlie a partecipare, i genitori devono firmare un consenso scritto (allegato 6). Gli acquirenti test e le persone accompagnatrici sono tenuti all’obbligo di riservatezza - questo significa che non possono rivelare alcuna informazione sui punti vendita testati o sui risultati dei test d’acquisto - e firmano quindi un accordo di riservatezza (allegato 7). Gli adulti accompagnatori possono sia appartenere all’istituzione che conduce i test d’acquisto, sia essere reclutati appositamente per questo compito. In quest’ultimo caso, un contratto di lavoro è necessario (allegato 8). Di regola, i punti vendita che devono essere testati ne sono prima informati. I test d’acquisto possono essere annunciati pubblicamente, ad esempio tramite un comunicato stampa (allegato 9). Si possono anche inviare delle lettere d’informazione ai punti vendita individualmente (allegato 10). La data esatta del test d’acquisto non viene comunicata. Per documentare i risultati dei test d’acquisto di tabacco, viene usato un verbale standard (allegato 11). Questo contiene le informazioni sui punti vendita testati, i risultati dei test (vendita vs. niente vendita, controllo dell’età), i dati resi anonimi degli acquirenti test e le informazioni sulle misure applicate dopo i test d’acquisto. Per facilitare il lavoro, dell’indebitamento sulla equità distributiva ci ritorna un monito severo ad intraprendere strade nuove, che archivino, definitivamente quella stagione. La speculazione tuttavia è insaziabile ed eticamente indifferente. La crisi progressivamente crescente e tendenzialmente destabilizzante dei debiti sovrani di Grecia, Portogallo, Irlanda, Spagna ed altri paesi sotto osservazione da parte delle istituzione europee ed internazionali è direttamente proporzionale alla feroce dinamica speculativa, che ne aggrava ulteriormente le condizioni. Nel contempo la nuova stagione regolativa europea si presenta attenuata nelle previsioni, che non scalfiscono il modello generativo della crisi, e attardata dalle mille pastoie burocratiche degli egoismi nazionali pari solamente, in termini di miopia, all’incapacità della politica di cogliere le implicazioni profonde di quanto è accaduto. Il sistema bancario italiano è stato meno colpito dagli effetti immediati della crisi finanziaria, anche grazie ad un miglior radicamento sul territorio integrato da fonti di ricavo più stabili ed alle politiche sindacali concertative, che hanno concorso a mitigare la “de materializzazione” delle banche italiane tradizionalmente intermediatrici, a favore del modello di banca finanziarizzata che negli Stati Uniti, ma anche in Europa (oltre 2.700 mld $) ha richiesto migliaia di miliardi di dollari di denaro pubblico per i salvataggi effettuati. Le banche di credito cooperativo sono rimaste complessivamente al riparo dalla finanza creativa ed hanno sostenuto l’economia reale svolgendo una funzione anticiclica e assumendone, almeno in parte, anche le difficoltà che hanno contribuito ad evidenziare dei limiti spesso antecedenti. A questi risultati hanno contribuito, insieme allo storico radicamento territoriale delle banche di credito cooperativo e ad una vigilanza prudenziale particolarmente rigorosa, le relazioni sindacali ed i Contratti di lavoro sottoscritti tra le Parti. Ora, per le BCC, è giunto il tempo delle scelte perché in occasione delle grandi discontinuità storiche l’immobilismo, o il dinamismo formale, corrispondono ad un inevitabile arretramento. Dovranno quindi attrezzarsi per superare i propri limiti strutturali sul fronte della Governance, dei controlli, del presidio dell’identità, della razionalizzazione dell’informatica, dell’adeguatezza manageriale, della creazione di strumenti di sistema e di servizio efficienti a partire dai vari livelli della federazione, dalle “fabbriche” e dalle stesse Banche di Credito Cooperativo nella direzione più volte indicata dalla Banca d’Italia, da queste stesse XX.XX e dalle regole approvate dal Comitato di Basilea 3. La Piattaforma di rinnovo del contratto nazionale delle Banche di Credito Cooperativo è perfettamente integrata in questo scenario ed esprime un profilo di sistema, intendendosi per tale l’ambizione di essere lo strumento di risposta alle giuste rivendicazioni degli oltre 36.000 dipendenti del settore e, al contempo, l’architrave di un sistema di relazioni industriali avanzate, che favorisca il superamento dei limiti e delle contraddizioni del sistema medesimo. E’ una proposta che parla alla qualità della vita, alle motivazioni del personale, all’identità cooperativa, alla professionalità, al coinvolgimento ed al giusto riconoscimento dei lavoratori. Ma parla anche alle comunità locali ed alla classe dirigente cooperativa più illuminata, che considera la cooperazione un valore non retorico e come tale incompatibile con l’autoreferenzialità, il paternalismo, il cooperativismo di maniera. Ci rivolgiamo anche a loro ed agli interessi diffusi del credito cooperativo, che deve guardare al lungo periodo con competenza e saggezza imprenditoriale per rappresentare e realizzare una reale, credibile e visibile alternativa al modello dominante di banca- finanziaria spersonalizzata e socialmente ed ambientalmente indifferente e irresponsabile. Il modello di banca che immaginiamo deve possedere queste caratteristiche e perciò deve realizzare una banca: più trasparente nei costi; più aperta e partecipata nella governance a partire dal coinvolgimento dei dipendenti in una logica di democrazia economica; inclusiva nella buona occupazione e nel welfare di sistema; refrattaria alle politiche commerciali aggressive ed alle politiche gestionali e premianti opache e disancorate da una visione di crescita sostenibile e responsabile; adeguata nelle competenze distintive senza importazioni inopportune da altre esperienze e con forti anticorpi contro i comportamenti devianti. E’ questa la banca che verbale può essere realmente solida e integrata nella propria comunitàcompletato parzialmente prima dell’esecuzione del test d’acquisto. Anche il resto del materiale - come un programma dettagliato dello svolgimento della giornata di test - deve essere preparato prima dell’esecuzione del test (allegato 12). Nell’ambito del loro ruolo di acquirenti test, autonoma ma non autoreferenzialei giovani devono realizzare diversi compiti (allegato 13), solidaristica e sussidiaria.ai quali devono prima essere preparati. Essi provano ad acquistare dei prodotti del tabacco come dei clienti

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PREMESSA. La lezione della L`ACEN e le Organizzazioni Sindacali dei lavoratori FENEAL UIL, FILCA CISL e FILLEA CGIL, nella generale situazione di crisi planetaria esplosa nell’agosto 2007dell’intero settore delle costruzioni in Italia e soprattutto nell’Area Metropolitana di Napoli, ha bocciato severamente alle fondamenta l’ideologia che ha consacrato il primato oligarchico consapevoli dell’importanza del ruolo delle relazioni industriali nel favorire e accompagnare l’auspicata ripresa economica nel rilancio del settore attraverso la soluzione dei grandi potentati economico-finanziari eproblemi economici e sociali, nell’orientare e rendere coerente nei comportamenti l’azione dei propri rappresentati, convengono, con loroil presente Contratto Integrativo Provinciale di lavoro, dei tanti che ne hanno favorito l’ascesadi assumere come proprio lo spirito, le finalità e gli indirizzi in tema di relazioni sindacali attribuendo alla autonomia collettiva delle parti una funzione primaria per la gestione delle relazioni di lavoro mediante lo sviluppo del metodo partecipativo, ai diversi livelli e con diversi strumenti, al quale le parti riconoscono ruolo essenziale Con il presente Contratto Integrativo Provinciale le parti, intendono offrire una base di confronto con le committenze pubbliche e le Pubbliche Amministrazioni al fine di costruire regolamenti e sistemi di controllo e monitoraggio della corretta attuazione delle direttive e delle norme afferenti la regolarità e la legalità nel settore. La centralità della lotta al sommerso, la consacrazione e l’impunità. Il fallimento del paradigma liberista fondato sul primato programmazione delle opere pubbliche nella pianificazione territoriale, l’implementazione della finanza sull’economia, dell’economia sulla politica, della speculazione sull’investimento, della rendita sicurezza sul lavoro, dell’indebitamento sulla equità distributiva ci ritorna un monito severo ad intraprendere strade nuove, che archivino, definitivamente quella stagione. La speculazione tuttavia è insaziabile ed eticamente indifferente. La crisi progressivamente crescente e tendenzialmente destabilizzante dei debiti sovrani di Grecia, Portogallo, Irlanda, Spagna ed altri paesi sotto osservazione la regolarità nei pagamenti alle imprese da parte delle istituzione europee ed internazionali è direttamente proporzionale alla feroce dinamica speculativadei Centri di Spesa, adeguate legislazioni di sostegno, costituiscono gli obiettivi principali che ne aggrava ulteriormente le condizioni. Nel contempo Parti hanno affrontato nei numerosi incontri sviluppatesi dal 04 febbraio 2016 in poi, proprio per migliorare la nuova stagione regolativa europea si presenta attenuata nelle previsioni, che non scalfiscono il modello generativo della crisi, e attardata dalle mille pastoie burocratiche degli egoismi nazionali pari solamente, in termini di miopia, all’incapacità della politica di cogliere le implicazioni profonde di quanto è accaduto. Il sistema bancario italiano è stato meno colpito dagli effetti immediati della crisi finanziaria, anche grazie ad un miglior radicamento sul territorio integrato da fonti di ricavo più stabili ed alle politiche sindacali concertative, che hanno concorso a mitigare la “de materializzazione” delle banche italiane tradizionalmente intermediatrici, a favore qualità del modello di banca finanziarizzata che negli Stati Uniti, ma anche in Europa (oltre 2.700 mld $) ha richiesto migliaia di miliardi di dollari di denaro pubblico per i salvataggi effettuati. Le banche di credito cooperativo sono rimaste complessivamente al riparo dalla finanza creativa ed hanno sostenuto l’economia reale svolgendo una funzione anticiclica e assumendone, almeno in parte, anche le difficoltà che hanno contribuito ad evidenziare dei limiti spesso antecedentisettore. A questi risultati hanno contribuitofini le Parti, si impegnano a favorire le misure economiche di sostegno e di rilancio dell’attività produttiva in edilizia che, insieme allo storico radicamento territoriale delle banche alle politiche del lavoro, sono il perno per aprire una fase espansiva dell’economia locale e recuperare i livelli di credito cooperativo e ad occupazione perduti. A questo riguardo, con la sottoscrizione del Contratto Integrativo, nonostante le difficoltà economico sociali, si vuole dare un segnale propositivo affinché l’attuale recessione economica, che colpisce in modo particolare il settore edile, si affronti con una vigilanza prudenziale particolarmente rigorosaforte riattivazione della spesa in costruzioni, le relazioni sindacali ed i Contratti di lavoro sottoscritti tra le Partiattraverso nuovi investimenti che dovranno essere necessariamente appoggiati dal sistema creditizio. Ora, per le BCC, è giunto il tempo delle scelte perché in occasione delle grandi discontinuità storiche l’immobilismo, o il dinamismo formale, corrispondono ad un inevitabile arretramento. Dovranno quindi attrezzarsi per superare i propri limiti strutturali sul fronte della Governance, dei controlli, del presidio dell’identità, della razionalizzazione dell’informatica, dell’adeguatezza manageriale, della creazione di strumenti di sistema e di servizio efficienti a partire dai vari livelli della federazione, dalle “fabbriche” e dalle stesse Banche di Credito Cooperativo nella direzione più volte indicata dalla Banca d’Italia, da queste stesse XX.XX e dalle regole approvate dal Comitato di Basilea 3. La Piattaforma di rinnovo del contratto nazionale delle Banche di Credito Cooperativo è perfettamente integrata in questo scenario ed esprime un profilo di sistema, intendendosi per tale l’ambizione di essere lo strumento di risposta alle giuste rivendicazioni degli oltre 36.000 dipendenti del settore e, al contempo, l’architrave Si richiede pertanto con urgenza l’attuazione rapida di un sistema piano investimenti che produca effetti immediati di relazioni industriali avanzatesostegno congiunturale, che favorisca il superamento garantisca una celere apertura dei limiti e delle contraddizioni del sistema medesimo. E’ una proposta che parla alla qualità della vita, alle motivazioni del personale, all’identità cooperativa, alla professionalità, al coinvolgimento ed al giusto riconoscimento dei lavoratori. Ma parla anche alle comunità locali ed alla classe dirigente cooperativa più illuminatacantieri, che considera sostenga l’occupazione e in tal modo accresca la cooperazione un valore non retorico e come tale incompatibile con l’autoreferenzialità, il paternalismo, il cooperativismo capacità di maniera. Ci rivolgiamo anche a loro ed agli interessi diffusi del credito cooperativo, che deve guardare al lungo periodo con competenza e saggezza imprenditoriale reddito delle famiglie per rappresentare e realizzare una reale, credibile e visibile alternativa al modello dominante di banca- finanziaria spersonalizzata e socialmente ed ambientalmente indifferente e irresponsabile. Il modello di banca che immaginiamo deve possedere queste caratteristiche e perciò deve realizzare una banca: più trasparente nei costi; più aperta e partecipata nella governance a partire dal coinvolgimento dei dipendenti in una logica di democrazia economica; inclusiva nella buona occupazione e nel welfare di sistema; refrattaria alle politiche commerciali aggressive ed alle politiche gestionali e premianti opache e disancorate da una visione di crescita sostenibile e responsabile; adeguata nelle competenze distintive senza importazioni inopportune da altre esperienze e con forti anticorpi contro rilanciarne i comportamenti devianti. E’ questa la banca che può essere realmente solida e integrata nella propria comunità, autonoma ma non autoreferenziale, solidaristica e sussidiariaconsumi.

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Samples: Contratto Collettivo Integrativo Provinciale Di Lavoro

PREMESSA. La lezione della crisi planetaria esplosa nell’agosto 2007Nel 2010 ha avuto luogo il perfezionamento del percorso di integrazione societaria tra Realty Vailog S.p.A. (di seguito “Realty”) ed Industria e Innovazione finalizzato alla rifocalizzazione del business del Gruppo nel settore delle energie rinnovabili, ha bocciato severamente alle fondamenta l’ideologia che ha consacrato da realizzarsi anche attraverso la progressiva dismissione del portafoglio di attività immobiliari, e coerentemente al Piano Economico Finanziario presentato agli azionisti e dettagliato nel progetto di fusione per incorporazione inversa di Industria e Innovazione in Realty. In tale ambito in data 29 dicembre 2011, Industria e Innovazione aveva sottoscritto con CIE – di cui già deteneva una partecipazione del 10% - un Accordo di Programma volto ad approfondire possibili forme di collaborazione industriale, commerciale e tecnologica, al fine di sviluppare congiuntamente i rispettivi business, valorizzando al meglio gli assets e diversificando il primato oligarchico dei grandi potentati economico-finanziari eportafoglio clienti, con loro, dei tanti che ne hanno favorito l’ascesa, la consacrazione e l’impunità. Il fallimento del paradigma liberista fondato sul primato della finanza sull’economia, dell’economia sulla politica, della speculazione sull’investimento, della rendita sul lavoro, dell’indebitamento sulla equità distributiva ci ritorna un monito severo ad intraprendere strade nuove, che archivino, definitivamente quella stagione. La speculazione tuttavia è insaziabile ed eticamente indifferente. La crisi progressivamente crescente e tendenzialmente destabilizzante dei debiti sovrani di Grecia, Portogallo, Irlanda, Spagna ed altri paesi sotto osservazione cui il contestuale acquisto da parte delle istituzione europee di Industria e Innovazione di una partecipazione del 10% in Energrid - società allora controllata al 100% da CIE ed internazionali è direttamente proporzionale alla feroce dinamica speculativa, che ne aggrava ulteriormente le condizioniattiva nel settore della fornitura di energia elettrica e di gas naturale – rappresentava la prima concreta forma di interazione e collaborazione. Nel contempo la nuova stagione regolativa europea si presenta attenuata luglio 2012 CIE, a fronte del percorso di studio e di approfondimento intrapreso ai sensi dell’Accordo di Programma, aveva manifestato l’interesse – poi riconfermato nel successivo mese di ottobre - ad avviare con Industria e Innovazione una fase di progetto finalizzata alla valutazione di possibili forme di integrazione tra le rispettive attività nel settore dell’energia da realizzarsi attraverso operazioni anche di natura straordinaria. Nel corso del presente esercizio, Industria e Innovazione ed il Gruppo Gavio, preso atto che le ipotizzate operazioni di integrazione non sono più realizzabili, anche in conseguenza dei cambiamenti nel frattempo intervenuti nelle previsionivalutazioni strategiche di CIE, che non scalfiscono il modello generativo della crisihanno deciso di risolvere l’Accordo di Programma e di sciogliere i legami rappresentati dalla Partecipazione CIE e dalla Partecipazione Energrid, e attardata dalle mille pastoie burocratiche degli egoismi nazionali pari solamente, in nonché di rimodulare i termini di miopiarimborso della quota del Prestito Obbligazionario, all’incapacità della politica di cogliere le implicazioni profonde di quanto è accaduto. Il sistema bancario italiano è stato meno colpito dagli effetti immediati della crisi finanziaria, anche grazie ad un miglior radicamento sul territorio integrato detenuta da fonti di ricavo più stabili ed alle politiche sindacali concertative, che hanno concorso a mitigare la “de materializzazione” delle banche italiane tradizionalmente intermediatrici, a favore del modello di banca finanziarizzata che negli Stati Uniti, ma anche in Europa (oltre 2.700 mld $) ha richiesto migliaia di miliardi di dollari di denaro pubblico per i salvataggi effettuati. Le banche di credito cooperativo sono rimaste complessivamente al riparo dalla finanza creativa ed hanno sostenuto l’economia reale svolgendo una funzione anticiclica e assumendone, almeno in parte, anche le difficoltà che hanno contribuito ad evidenziare dei limiti spesso antecedenti. A questi risultati hanno contribuito, insieme allo storico radicamento territoriale delle banche di credito cooperativo e ad una vigilanza prudenziale particolarmente rigorosa, le relazioni sindacali ed i Contratti di lavoro sottoscritti tra le Parti. Ora, per le BCC, è giunto il tempo delle scelte perché in occasione delle grandi discontinuità storiche l’immobilismo, o il dinamismo formale, corrispondono ad un inevitabile arretramento. Dovranno quindi attrezzarsi per superare i propri limiti strutturali sul fronte della Governance, dei controlli, del presidio dell’identità, della razionalizzazione dell’informatica, dell’adeguatezza manageriale, della creazione di strumenti di sistema e di servizio efficienti a partire dai vari livelli della federazione, dalle “fabbriche” e dalle stesse Banche di Credito Cooperativo nella direzione più volte indicata dalla Banca d’Italia, da queste stesse XX.XX e dalle regole approvate dal Comitato di Basilea 3. La Piattaforma di rinnovo del contratto nazionale delle Banche di Credito Cooperativo è perfettamente integrata in questo scenario ed esprime un profilo di sistema, intendendosi per tale l’ambizione di essere lo strumento di risposta alle giuste rivendicazioni degli oltre 36.000 dipendenti del settore e, al contempo, l’architrave di un sistema di relazioni industriali avanzate, che favorisca il superamento dei limiti e delle contraddizioni del sistema medesimo. E’ una proposta che parla alla qualità della vita, alle motivazioni del personale, all’identità cooperativa, alla professionalità, al coinvolgimento ed al giusto riconoscimento dei lavoratori. Ma parla anche alle comunità locali ed alla classe dirigente cooperativa più illuminata, che considera la cooperazione un valore non retorico e come tale incompatibile con l’autoreferenzialità, il paternalismo, il cooperativismo di maniera. Ci rivolgiamo anche a loro ed agli interessi diffusi del credito cooperativo, che deve guardare al lungo periodo con competenza e saggezza imprenditoriale per rappresentare e realizzare una reale, credibile e visibile alternativa al modello dominante di banca- finanziaria spersonalizzata e socialmente ed ambientalmente indifferente e irresponsabile. Il modello di banca che immaginiamo deve possedere queste caratteristiche e perciò deve realizzare una banca: più trasparente nei costi; più aperta e partecipata nella governance a partire dal coinvolgimento dei dipendenti in una logica di democrazia economica; inclusiva nella buona occupazione e nel welfare di sistema; refrattaria alle politiche commerciali aggressive ed alle politiche gestionali e premianti opache e disancorate da una visione di crescita sostenibile e responsabile; adeguata nelle competenze distintive senza importazioni inopportune da altre esperienze e con forti anticorpi contro i comportamenti devianti. E’ questa la banca che può essere realmente solida e integrata nella propria comunità, autonoma ma non autoreferenziale, solidaristica e sussidiariaArgo Finanziaria.

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Samples: www.plc-spa.com

PREMESSA. La lezione il Centro di Aggregazione denominato Palazzetto Urban, collocato presso il complesso Trinità delle Monache, afferisce all’Assessorato alle Politiche Sociali - Servizio Politiche per l’Infanzia e l’Adolescenza e rappresenta una risorsa per l’intero territorio cittadino per le possibilità che la struttura offre di realizzare attività in favore dei bambini e degli adolescenti della crisi planetaria esplosa nell’agosto 2007città e attività finalizzate a supportare e riqualificare gli interventi so- cio-educativi realizzati dai diversi operatori del pubblico e del privato sociale che opera- no in stretta collaborazione in tale settore. Fa parte delle strutture polifunzionali dedicate ai ragazzi e agli adolescenti dislocate nel territorio cittadino, ha bocciato severamente alle fondamenta l’ideologia che ha consacrato il primato oligarchico dei grandi potentati economicoquali presidi fondamentali di aggregazione e socializzazione a forte valenza socio-finanziari eeducativa, luoghi in cui i ragazzi possono incontrarsi, sviluppare nuove competenze e fruire di opportunità positive di crescita attraverso attività ricreative, formative, culturali, con loro, dei tanti che ne hanno favorito l’ascesa, la consacrazione l'obiettivo di prevenire forme di disagio e l’impunitàarginare i processi di esclusione sociale. Il fallimento del paradigma liberista fondato sul primato della finanza sull’economiaCentro di Aggregazione Adolescenti “Palazzetto Urban” rappresenta da circa 15 anni un punto di riferimento importante per tutta la città e in particolare per il territorio nel quale è collocato, dell’economia sulla politica, della speculazione sull’investimento, della rendita sul lavoro, dell’indebitamento sulla equità distributiva ci ritorna un monito severo ad intraprendere strade nuovericonosciuto da ragazzi e famiglie quale luogo aperto e presidio socio- educativo, che archivinonel tempo ha messo a disposizione i suoi spazi per diverse attività realizzate in forme di partnership con diversi enti del terzo settore. Con delibera di G.C. n.63/2015, definitivamente quella stagionesono state approvate le “Linee di Indirizzo sulle modalità di funzionamento del Centro di Aggregazione denominato Palazzetto Urban” nell'ambito delle quali sono state individuate le linee di azione e definiti i criteri per l'elaborazione di una programmazione annuale delle attività rivolte a ragazzi e adolescenti della città e agli operatori impegnati in tale settore, mediante una stretta sinergia tra interventi promossi e realizzati dall'Amministrazione Comunale e attività promosse da enti del terzo settore interessati a collaborare per rendere l'offerta socio-educativa e formativa del Centro quanto più articolata e ampia possibile. La speculazione tuttavia Con successivo Avviso pubblico sono stati individuati gli enti disponibili a partecipare alla complessiva programmazione delle attività del Centro mediante proposte di attività in linea con quanto definito nella delibera su indicata senza oneri a carico dell’Amministrazione Comunale. Nel corso dell’ultimo anno si è insaziabile ed eticamente indifferenteinteso dare ulteriore impulso alle attività del Centro mediante una complessiva riqualificazione degli spazi interni e esterni della struttura e una revisione delle modalità di programmazione e gestione delle azioni da realizzare e delle opportunità da offrire al territorio e all’intera città. La crisi progressivamente crescente Con il presente Avviso si intende dunque avviare una procedura di co-progettazione finalizzata a strutturare alcune linee di azione a titolarità del Comune di Napoli – Servizio Politiche per l’Infanzia e tendenzialmente destabilizzante dei debiti sovrani l’Adolescenza, in grado di Grecia, Portogallo, Irlanda, Spagna ed altri paesi sotto osservazione rendere fruibili gli spazi del Centro per diverse attività e iniziative sia ad accesso spontaneo da parte delle istituzione europee ed internazionali è direttamente proporzionale alla feroce dinamica speculativa, dei ragazzi e degli adolescenti del quartiere sia mediante forme di collaborazione con le diverse organizzazioni e enti del terzo settore interessate a proporre forme di collaborazione a titolo non oneroso per l’Amministrazione Comunale. Tali attività a carattere sperimentale non si configurano quale appalto di servizi bensì quale attività di co-progettazione così come declinata nelle Linee guida ANAC per l’affidamento di servizi a enti del terzo settore e alle cooperative sociali – Deliberazione n. 32 del 20 Gennaio 2016. Per la realizzazione di tali attività si seguirà quanto previsto dalle linee guida ANAC che ne aggrava ulteriormente individuano le condizioni. Nel contempo la nuova stagione regolativa europea si presenta attenuata modalità di attuazione dell’attività di co-progettazione nelle previsioni, che non scalfiscono il modello generativo della crisi, e attardata dalle mille pastoie burocratiche degli egoismi nazionali pari solamente, in termini di miopia, all’incapacità della politica di cogliere le implicazioni profonde di quanto è accaduto. Il sistema bancario italiano è stato meno colpito dagli effetti immediati della crisi finanziaria, anche grazie ad un miglior radicamento sul territorio integrato da fonti di ricavo più stabili ed alle politiche sindacali concertative, che hanno concorso a mitigare la “de materializzazione” delle banche italiane tradizionalmente intermediatrici, a favore del modello di banca finanziarizzata che negli Stati Uniti, ma anche in Europa (oltre 2.700 mld $) ha richiesto migliaia di miliardi di dollari di denaro pubblico per i salvataggi effettuati. Le banche di credito cooperativo sono rimaste complessivamente al riparo dalla finanza creativa ed hanno sostenuto l’economia reale svolgendo una funzione anticiclica e assumendone, almeno in parte, anche le difficoltà che hanno contribuito ad evidenziare dei limiti spesso antecedenti. A questi risultati hanno contribuito, insieme allo storico radicamento territoriale delle banche di credito cooperativo e ad una vigilanza prudenziale particolarmente rigorosa, le relazioni sindacali ed i Contratti di lavoro sottoscritti tra le Parti. Ora, per le BCC, è giunto il tempo delle scelte perché in occasione delle grandi discontinuità storiche l’immobilismo, o il dinamismo formale, corrispondono ad un inevitabile arretramento. Dovranno quindi attrezzarsi per superare i propri limiti strutturali sul fronte della Governance, dei controlli, del presidio dell’identità, della razionalizzazione dell’informatica, dell’adeguatezza manageriale, della creazione di strumenti di sistema e di servizio efficienti a partire dai vari livelli della federazione, dalle “fabbriche” e dalle stesse Banche di Credito Cooperativo nella direzione più volte indicata dalla Banca d’Italia, da queste stesse XX.XX e dalle regole approvate dal Comitato di Basilea 3. La Piattaforma di rinnovo del contratto nazionale delle Banche di Credito Cooperativo è perfettamente integrata in questo scenario ed esprime un profilo di sistema, intendendosi per tale l’ambizione di essere lo strumento di risposta alle giuste rivendicazioni degli oltre 36.000 dipendenti del settore e, al contempo, l’architrave di un sistema di relazioni industriali avanzate, che favorisca il superamento dei limiti e delle contraddizioni del sistema medesimo. E’ una proposta che parla alla qualità della vita, alle motivazioni del personale, all’identità cooperativa, alla professionalità, al coinvolgimento ed al giusto riconoscimento dei lavoratori. Ma parla anche alle comunità locali ed alla classe dirigente cooperativa più illuminata, che considera la cooperazione un valore non retorico e come tale incompatibile con l’autoreferenzialità, il paternalismo, il cooperativismo di maniera. Ci rivolgiamo anche a loro ed agli interessi diffusi del credito cooperativo, che deve guardare al lungo periodo con competenza e saggezza imprenditoriale per rappresentare e realizzare una reale, credibile e visibile alternativa al modello dominante di banca- finanziaria spersonalizzata e socialmente ed ambientalmente indifferente e irresponsabile. Il modello di banca che immaginiamo deve possedere queste caratteristiche e perciò deve realizzare una banca: più trasparente nei costi; più aperta e partecipata nella governance a partire dal coinvolgimento dei dipendenti in una logica di democrazia economica; inclusiva nella buona occupazione e nel welfare di sistema; refrattaria alle politiche commerciali aggressive ed alle politiche gestionali e premianti opache e disancorate da una visione di crescita sostenibile e responsabile; adeguata nelle competenze distintive senza importazioni inopportune da altre esperienze e con forti anticorpi contro i comportamenti devianti. E’ questa la banca che può essere realmente solida e integrata nella propria comunità, autonoma ma non autoreferenziale, solidaristica e sussidiaria.seguenti fasi:

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Samples: www.comune.napoli.it

PREMESSA. La lezione della crisi planetaria esplosa nell’agosto 2007, ha bocciato severamente alle fondamenta l’ideologia nuova triennalità 2021-23 mira a stimolare percorsi di coordinamento e ricomposizione che ha consacrato siano in grado di produrre risposte di sistema a vecchi e nuovi bisogni. Pertanto prioritario è rendere sistematico il primato oligarchico coordinamento sovrazonale tra ambiti e ASST di riferimento al fine di potenziare la concretizzazione dei grandi potentati economicopercorsi di integrazione sociosanitari e definire progettualità trasversali ed integrate che aiutino il rafforzamento del lavoro congiunto del territorio inteso come Ambiti e ASST. Il percorso di programmazione dei nuovi piani di zona 2021-finanziari e2023 rappresenta per gli Ambiti un’occasione importante per fare il punto e dare avvio a una riflessione congiunta sul tema dell’integrazione socio sanitaria, con loro, dei tanti che ne hanno favorito l’ascesa, la consacrazione prospettiva sia di dare concretezza e l’impunità. Il fallimento del paradigma liberista fondato sul primato della finanza sull’economia, dell’economia sulla politica, della speculazione sull’investimento, della rendita sul lavoro, dell’indebitamento sulla equità distributiva ci ritorna metodo ad un monito severo ad intraprendere strade nuovelavoro di sinergia e collaborazione tra enti di diversa appartenenza, che archivinodi migliorare, definitivamente quella stagionepotenziare e ricomporre l’offerta di servizi in favore della cittadinanza. La speculazione tuttavia In particolare i territori dell’Asst Melegnano Martesana ritengono necessario delineare spazi e modalità di riattivazione del confronto e della collaborazione con le ASST di riferimento e con ATS, oltre quanto già condiviso all’interno dell’organismo istituzionale della Cabina di Regia. Benché molte siano le collaborazioni in essere tra sistema sociale e sistema sanitario, con progettazioni specifiche su diverse aree tematiche (citiamo esempi come POR FSE, Rete antiviolenza…), il bisogno condiviso è insaziabile ed eticamente indifferentequello di garantire in modo sistematico l’interazione tra i diversi enti socio-sanitari, concordando momenti e luoghi stabili di discussione e confronto sui principali bisogni territoriali dei cittadini, le risorse in campo, gli obiettivi condivisi e la co- programmazione di nuovi servizi o l’evoluzione di quelli esistenti. La crisi progressivamente crescente L’occasione storica che stiamo attraversando, con la riforma sanitaria lombarda in atto e tendenzialmente destabilizzante dei debiti sovrani l’avvento del PNRR e delle relative risorse, rappresenta un ulteriore invito a rafforzare e promuovere il confronto tra enti e operatori, non esclusivamente nell’ottica di Greciafar circolare per tempo le informazioni, Portogalloma nell’intento condiviso di coinvolgere tutti gli enti istituzionali che, Irlandaa vario titolo, Spagna ed altri paesi sotto osservazione da parte sono interessati ai processi evolutivi in atto, alla finalizzazione delle istituzione europee ed internazionali è direttamente proporzionale alla feroce dinamica speculativa, che ne aggrava ulteriormente le condizioni. Nel contempo la nuova stagione regolativa europea si presenta attenuata nelle previsioni, che non scalfiscono il modello generativo della crisi, ingenti risorse in campo e attardata dalle mille pastoie burocratiche degli egoismi nazionali pari solamentein particolare alle ricadute, in termini di miopiaofferta, all’incapacità in favore dei cittadini, soprattutto delle fasce più fragili. L’obiettivo è che questo cambiamento riesca a produrre dei risultati in termini di efficacia; perché questo si realizzi è necessario che siano garantiti dagli Enti Istituzionali coinvolti, luoghi riconosciuti, formalizzati e paritetici di confronto e programmazione, nel rispetto delle reciproche competenze e responsabilità Gli Ambiti distrettuali, le ASST e ATS concordano che il processo di ridefinizione dell’integrazione socio sanitaria debba partire dai bisogni territoriali più rilevanti e da obiettivi operativi chiari e misurabili. La costruzione del documento di Integrazione socio-sanitaria è stata l’occasione per una ripartenza della politica programmazione del welfare locale e del suo processo organizzativo. A tale scopo la rete degli Ambiti, di cogliere le implicazioni profonde di quanto è accaduto. Il sistema bancario italiano è stato meno colpito dagli effetti immediati della crisi finanziaria, anche grazie ASST ed ATS ha dato avvio ad un miglior radicamento sul territorio integrato da fonti percorso di ricavo più stabili ed alle politiche sindacali concertative, incontri che hanno concorso a mitigare si auspica diventi la “de materializzazione” delle banche italiane tradizionalmente intermediatrici, a favore del modello di banca finanziarizzata che negli Stati Uniti, ma anche in Europa (oltre 2.700 mld $) ha richiesto migliaia di miliardi di dollari di denaro pubblico per i salvataggi effettuati. Le banche di credito cooperativo sono rimaste complessivamente al riparo dalla finanza creativa ed hanno sostenuto l’economia reale svolgendo una funzione anticiclica e assumendone, almeno in parte, anche le difficoltà che hanno contribuito ad evidenziare dei limiti spesso antecedenti. A questi risultati hanno contribuito, insieme allo storico radicamento territoriale delle banche di credito cooperativo e ad una vigilanza prudenziale particolarmente rigorosa, le relazioni sindacali ed i Contratti modalità organizzativa stabile di lavoro sottoscritti tra le Parti. Ora, per le BCC, è giunto il tempo delle scelte perché in occasione delle grandi discontinuità storiche l’immobilismo, o il dinamismo formale, corrispondono ad un inevitabile arretramento. Dovranno quindi attrezzarsi per superare i propri limiti strutturali sul fronte della Governance, dei controlli, del presidio dell’identità, della razionalizzazione dell’informatica, dell’adeguatezza manageriale, della creazione di strumenti di sistema e di servizio efficienti a partire dai vari livelli della federazione, dalle “fabbriche” e dalle stesse Banche di Credito Cooperativo nella direzione più volte indicata dalla Banca d’Italia, da queste stesse XX.XX e dalle regole approvate dal Comitato di Basilea 3. La Piattaforma di rinnovo del contratto nazionale delle Banche di Credito Cooperativo è perfettamente integrata in questo scenario ed esprime un profilo di sistema, intendendosi per tale l’ambizione di essere lo strumento di risposta alle giuste rivendicazioni degli oltre 36.000 dipendenti del settore e, al contempo, l’architrave di un sistema di relazioni industriali avanzate, che favorisca il superamento dei limiti e delle contraddizioni del sistema medesimo. E’ una proposta che parla alla qualità della vita, alle motivazioni del personale, all’identità cooperativa, alla professionalità, al coinvolgimento ed al giusto riconoscimento dei lavoratori. Ma parla anche alle comunità locali ed alla classe dirigente cooperativa più illuminata, che considera la cooperazione un valore non retorico e come tale incompatibile con l’autoreferenzialità, il paternalismo, il cooperativismo di maniera. Ci rivolgiamo anche a loro ed agli interessi diffusi del credito cooperativo, che deve guardare al lungo periodo con competenza e saggezza imprenditoriale per rappresentare e realizzare una reale, credibile e visibile alternativa al modello dominante di banca- finanziaria spersonalizzata e socialmente ed ambientalmente indifferente e irresponsabile. Il modello di banca che immaginiamo deve possedere queste caratteristiche e perciò deve realizzare una banca: più trasparente nei costi; più aperta e partecipata nella governance a partire dal coinvolgimento dei dipendenti in una logica di democrazia economica; inclusiva nella buona occupazione e nel welfare di sistema; refrattaria alle politiche commerciali aggressive ed alle politiche gestionali e premianti opache e disancorate da una visione di crescita sostenibile e responsabile; adeguata nelle competenze distintive senza importazioni inopportune da altre esperienze e con forti anticorpi contro i comportamenti devianti. E’ questa la banca che può essere realmente solida e integrata nella propria comunità, autonoma ma non autoreferenziale, solidaristica e sussidiariatema dell’integrazione socio-sanitario.

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Samples: www.ats-milano.it

PREMESSA. L’Ente Pubblico Economico “Agenzia delle entrate-Riscossione” (di seguito anche solo Agenzia) intende procedere all’acquisizione delle licenze e del servizio di manutenzione del software Toad For Oracle DBA Suite – RAC Edition, come di seguito meglio dettagliato. Preliminarmente all’avvio della relativa procedura di affidamento, l’Agenzia ritiene opportuno procedere ad una consultazione del mercato ai sensi dell’art. 66 comma 1 del D. Lgs 50/2016, al fine di verificare se tali servizi abbiano un mercato di riferimento, appurando altresì l’esistenza sul mercato di sistemi alternativi a quello attualmente in uso aventi caratteristiche e funzionalità analoghe (con la preferenza per sistemi aperti e licenze open source), valutandone l’eventuale convenienza rispetto al sistema in uso. All’esito della presente consultazione l’Agenzia, ove ne ricorrano i presupposti, valuterà di procedere all’affidamento diretto ai sensi dell’art. 36, comma 2 lett. a) del D. Lgs 50/2016 tramite trattativa diretta sul MEPA. Pertanto, in considerazione di quanto sopra espresso, si richiede agli operatori economici interessati di fornire il proprio contributo - previa presa visione dell’informativa sotto riportata ed autorizzazione al trattamento dei dati personali - compilando il questionario di seguito allegato, che dovrà essere sottoscritto dal legale rappresentante ovvero da procuratore munito di idonei poteri di rappresentanza (allegando copia della procura, qualora tali poteri non risultino dal Registro delle Imprese). Il documento dovrà essere inviato entro 20 (venti) giorni dalla data di pubblicazione, sotto riportata, al seguente indirizzo PEC: Tutte le informazioni fornite con il presente documento saranno utilizzate ai soli fini dello sviluppo dell’iniziativa in oggetto. L’Agenzia è disponibile a fornire eventuali ulteriori informazioni o chiarimenti necessari agli operatori economici interessati, che potranno essere richiesti all’indirizzo pec sopra indicato, entro il sesto giorno precedente alla scadenza del termine per l’invio del questionario. L’Agenzia fornirà le risposte ai chiarimenti richiesti tramite tempestiva pubblicazione degli stessi sul proprio sito web nella sezione dedicata alla presente iniziativa L’Agenzia, salvo quanto di seguito previsto in materia di trattamento dei dati personali, si impegna a non divulgare a terzi le informazioni raccolte con il presente documento. Roma, 07/05/2018 Azienda Indirizzo Nome e Cognome del referente Ruolo in azienda Telefono Fax Indirizzo e-mail Data di compilazione Agenzia delle entrate-Riscossione, nella sua qualità di Titolare del trattamento, provvede alla raccolta ed al trattamento dei dati personali forniti mediante la compilazione del presente documento di consultazione di mercato. La lezione della crisi planetaria esplosa nell’agosto 2007raccolta ed il trattamento dei predetti dati personali sono effettuati al fine di consentire ad Agenzia delle entrate-Riscossione di condurre le attività connesse alla consultazione preliminare di mercato. Il conferimento dei dati in questione è facoltativo. I dati conferiti saranno trattati mediante l’ausilio di strumenti elettronici, ha bocciato severamente alle fondamenta l’ideologia che ha consacrato il primato oligarchico dei grandi potentati economico-finanziari etelematici e manuali, con lorologiche strettamente correlate alla predetta finalità e comunque in modo da garantirne la sicurezza e la riservatezza, nel rispetto delle previsioni di cui all’art. 11 del D. Lgs. n. 196/2003. I dati personali non possono essere oggetto di diffusione. Tuttavia, se necessario per le finalità di cui sopra, possono essere comunicati: ai soggetti a cui la comunicazione dei tanti che ne hanno favorito l’ascesadati debba essere effettuata in adempimento di un obbligo previsto dalla legge, da un regolamento o dalla normativa comunitaria, nonché da convenzioni in materia di riscossione; ai soggetti designati dai Titolari, in qualità di Responsabili esterni ovvero interni e di Incaricati del trattamento. Nell’ambito dei diritti di cui all'art. 71 del D. Lgs. n. 196/2003, l’interessato ha il diritto di ottenere, in qualunque momento, la consacrazione conferma dell'esistenza di dati personali che lo riguardano e l’impunità. Il fallimento la loro comunicazione in forma intelligibile, nonché di acquisire indicazione delle finalità e modalità del paradigma liberista fondato sul primato trattamento ovvero della finanza sull’economia, dell’economia sulla politica, della speculazione sull’investimento, della rendita sul lavoro, dell’indebitamento sulla equità distributiva ci ritorna un monito severo ad intraprendere strade nuove, che archivino, definitivamente quella stagione. La speculazione tuttavia è insaziabile ed eticamente indifferente. La crisi progressivamente crescente e tendenzialmente destabilizzante dei debiti sovrani logica applicata in caso di Grecia, Portogallo, Irlanda, Spagna ed altri paesi sotto osservazione da parte delle istituzione europee ed internazionali è direttamente proporzionale alla feroce dinamica speculativa, che ne aggrava ulteriormente le condizioni. Nel contempo la nuova stagione regolativa europea si presenta attenuata nelle previsioni, che non scalfiscono il modello generativo della crisi, e attardata dalle mille pastoie burocratiche degli egoismi nazionali pari solamente, in termini di miopia, all’incapacità della politica di cogliere le implicazioni profonde di quanto è accaduto. Il sistema bancario italiano è stato meno colpito dagli effetti immediati della crisi finanziaria, anche grazie ad un miglior radicamento sul territorio integrato da fonti di ricavo più stabili ed alle politiche sindacali concertative, che hanno concorso a mitigare la “de materializzazione” delle banche italiane tradizionalmente intermediatrici, a favore del modello di banca finanziarizzata che negli Stati Uniti, ma anche in Europa (oltre 2.700 mld $) ha richiesto migliaia di miliardi di dollari di denaro pubblico per i salvataggi effettuati. Le banche di credito cooperativo sono rimaste complessivamente al riparo dalla finanza creativa ed hanno sostenuto l’economia reale svolgendo una funzione anticiclica e assumendone, almeno in parte, anche le difficoltà che hanno contribuito ad evidenziare dei limiti spesso antecedenti. A questi risultati hanno contribuito, insieme allo storico radicamento territoriale delle banche di credito cooperativo e ad una vigilanza prudenziale particolarmente rigorosa, le relazioni sindacali ed i Contratti di lavoro sottoscritti tra le Parti. Ora, per le BCC, è giunto il tempo delle scelte perché in occasione delle grandi discontinuità storiche l’immobilismo, o il dinamismo formale, corrispondono ad un inevitabile arretramento. Dovranno quindi attrezzarsi per superare i propri limiti strutturali sul fronte della Governance, dei controlli, del presidio dell’identità, della razionalizzazione dell’informatica, dell’adeguatezza manageriale, della creazione trattamento effettuato con l’ausilio di strumenti elettronici. Tali richieste, corredate da copia di sistema idoneo e valido documento di servizio efficienti a partire dai vari livelli della federazionericonoscimento, dalle “fabbriche” possono essere inoltrate ad Agenzia delle entrate-Riscossione, Responsabile pro-tempore Settore Legale e dalle stesse Banche Xxxxxxxxxxx, xxx Xxxxxxxx Xxxxxx, 14 - 00142 Roma, oppure all'indirizzo di Credito Cooperativo nella direzione più volte indicata dalla Banca d’Italia, da queste stesse XX.XX posta elettronica: xxxxxxx@xxxxxxxxxxxxxxxxxx.xxx.xx. Si dichiara di aver preso visione dell’informativa sul trattamento dei dati personali conferiti mediante la compilazione del presente documento e dalle regole approvate dal Comitato di Basilea 3. La Piattaforma di rinnovo del contratto nazionale delle Banche di Credito Cooperativo è perfettamente integrata in questo scenario ed esprime un profilo di sistema, intendendosi per tale l’ambizione di essere lo strumento di risposta alle giuste rivendicazioni degli oltre 36.000 dipendenti del settore e, al contempo, l’architrave di un sistema di relazioni industriali avanzate, che favorisca si autorizza il superamento trattamento dei limiti e delle contraddizioni del sistema medesimo. E’ una proposta che parla alla qualità della vita, alle motivazioni del personale, all’identità cooperativa, alla professionalità, al coinvolgimento ed al giusto riconoscimento dei lavoratori. Ma parla anche alle comunità locali ed alla classe dirigente cooperativa più illuminata, che considera la cooperazione un valore non retorico e come tale incompatibile con l’autoreferenzialità, il paternalismo, il cooperativismo di maniera. Ci rivolgiamo anche a loro ed agli interessi diffusi del credito cooperativo, che deve guardare al lungo periodo con competenza e saggezza imprenditoriale per rappresentare e realizzare una reale, credibile e visibile alternativa al modello dominante di banca- finanziaria spersonalizzata e socialmente ed ambientalmente indifferente e irresponsabile. Il modello di banca che immaginiamo deve possedere queste caratteristiche e perciò deve realizzare una banca: più trasparente nei costi; più aperta e partecipata nella governance a partire dal coinvolgimento dei dipendenti in una logica di democrazia economica; inclusiva nella buona occupazione e nel welfare di sistema; refrattaria alle politiche commerciali aggressive ed alle politiche gestionali e premianti opache e disancorate da una visione di crescita sostenibile e responsabile; adeguata nelle competenze distintive senza importazioni inopportune da altre esperienze e con forti anticorpi contro i comportamenti devianti. E’ questa la banca che può essere realmente solida e integrata nella propria comunità, autonoma ma non autoreferenziale, solidaristica e sussidiariamedesimi dati.

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PREMESSA. La lezione della crisi planetaria esplosa nell’agosto 2007, ha bocciato severamente alle fondamenta l’ideologia che ha consacrato il primato oligarchico dei grandi potentati economicoL’Ente Pubblico Economico “Agenzia delle entrate-finanziari e, con loro, dei tanti che ne hanno favorito l’ascesa, la consacrazione e l’impunità. Il fallimento Riscossione” (di seguito anche solo Agenzia) intende procedere all’acquisizione delle licenze del paradigma liberista fondato sul primato della finanza sull’economia, dell’economia sulla politica, della speculazione sull’investimento, della rendita sul lavoro, dell’indebitamento sulla equità distributiva ci ritorna un monito severo ad intraprendere strade nuove, che archivino, definitivamente quella stagione. La speculazione tuttavia è insaziabile ed eticamente indifferente. La crisi progressivamente crescente e tendenzialmente destabilizzante dei debiti sovrani di Grecia, Portogallo, Irlanda, Spagna ed altri paesi sotto osservazione da parte delle istituzione europee ed internazionali è direttamente proporzionale alla feroce dinamica speculativa, che ne aggrava ulteriormente le condizioni. Nel contempo la nuova stagione regolativa europea si presenta attenuata nelle previsioni, che non scalfiscono il modello generativo della crisi, e attardata dalle mille pastoie burocratiche degli egoismi nazionali pari solamente, in termini di miopia, all’incapacità della politica di cogliere le implicazioni profonde di quanto è accaduto. Il sistema bancario italiano è stato meno colpito dagli effetti immediati della crisi finanziaria, anche grazie ad un miglior radicamento sul territorio integrato da fonti di ricavo più stabili ed alle politiche sindacali concertative, che hanno concorso a mitigare la “de materializzazione” delle banche italiane tradizionalmente intermediatrici, a favore del modello di banca finanziarizzata che negli Stati Uniti, ma anche in Europa (oltre 2.700 mld $) ha richiesto migliaia di miliardi di dollari di denaro pubblico per i salvataggi effettuati. Le banche di credito cooperativo sono rimaste complessivamente al riparo dalla finanza creativa ed hanno sostenuto l’economia reale svolgendo una funzione anticiclica e assumendone, almeno in parte, anche le difficoltà che hanno contribuito ad evidenziare dei limiti spesso antecedenti. A questi risultati hanno contribuito, insieme allo storico radicamento territoriale delle banche di credito cooperativo e ad una vigilanza prudenziale particolarmente rigorosa, le relazioni sindacali ed i Contratti di lavoro sottoscritti tra le Parti. Oraframework ZEND, per le BCCfunzionalità non erogate in modalità open source, è giunto il tempo delle scelte perché e del servizio di manutenzione, come di seguito meglio dettagliato. Preliminarmente all’avvio della relativa procedura di affidamento, l’Agenzia ritiene opportuno procedere ad una consultazione del mercato ai sensi dell’art. 66 comma 1 del D. Lgs 50/2016, al fine di verificare se tali servizi abbiano un mercato di riferimento, appurando altresì l’esistenza sul mercato di sistemi alternativi a quello attualmente in occasione delle grandi discontinuità storiche l’immobilismouso aventi caratteristiche e funzionalità analoghe (con la preferenza per sistemi aperti e licenze open source), o il dinamismo formalevalutandone l’eventuale convenienza rispetto al sistema in uso. All’esito della presente consultazione l’Agenzia, corrispondono ad un inevitabile arretramentoove ne ricorrano i presupposti, valuterà di procedere all’affidamento, ai sensi dell’art. Dovranno quindi attrezzarsi 63, comma 2, lett. b), per superare i propri limiti strutturali sul fronte della Governance, dei controllile eccezioni di cui ai punti 2 e 3, del presidio dell’identitàD. Lgs. 50/2016, tramite procedura negoziata. Pertanto, in considerazione di quanto sopra espresso, si richiede agli operatori economici interessati di fornire il proprio contributo - previa presa visione dell’informativa sotto riportata ed autorizzazione al trattamento dei dati personali - compilando il questionario di seguito allegato, che dovrà essere sottoscritto dal legale rappresentante, ovvero da procuratore munito di idonei poteri di rappresentanza (allegando copia della razionalizzazione dell’informaticaprocura, dell’adeguatezza managerialequalora tali poteri non risultino dal Registro delle Imprese). Il documento dovrà essere inviato entro 20 (venti) giorni dalla data di pubblicazione, della creazione sotto riportata, al seguente indirizzo PEC: Tutte le informazioni fornite con il presente documento saranno utilizzate ai soli fini dello sviluppo dell’iniziativa in oggetto. Dall’utilizzo di strumenti tale procedura di sistema e consultazione non derivano vincoli per l’Agenzia, né alcuna aspettativa, di servizio efficienti a partire dai vari livelli della federazione, dalle “fabbriche” e dalle stesse Banche fatto o di Credito Cooperativo nella direzione più volte indicata dalla Banca d’Italiadiritto, da queste stesse XX.XX parte degli operatori di mercato relativa allo svolgimento del procedimento selettivo. L’Agenzia si riserva la facoltà di interrompere, modificare, prorogare, sospendere la procedura, consentendo, a richiesta dei soggetti intervenuti, la restituzione della documentazione eventualmente depositata, senza che ciò possa costituire, in alcun modo, diritto o pretesa a qualsivoglia risarcimento o indennizzo. L’Agenzia, salvo quanto di seguito previsto in materia di trattamento dei dati personali, si impegna a non divulgare a terzi le informazioni raccolte con il presente documento. I contributi forniti non possono contenere offerte o proposte contrattuali e dalle regole approvate dal Comitato sono trasmessi all’Agenzia secondo le modalità previste nell’avviso. I soggetti che partecipano alla consultazione indicano se i contributi forniti contengono informazioni, dati o documenti protetti da diritti di Basilea 3privativa o comunque rivelatori di segreti aziendali, commerciali o industriali, nonché ogni altra informazione utile a ricostruire la posizione del soggetto nel mercato e la competenza del soggetto nel campo di attività di cui alla consultazione. La Piattaforma partecipazione alla consultazione preliminare non costituisce condizione di rinnovo accesso alla successiva procedura selettiva. Dalla partecipazione al procedimento di consultazione non possono derivare, per il soggetto partecipante, vantaggi, di qualunque natura, nello svolgimento della successiva procedura selettiva. Roma, 23/07/2019 Azienda Indirizzo Nome e Cognome del contratto nazionale referente Ruolo in azienda Telefono Fax Indirizzo e-mail Data di compilazione INFORMAZIONI PER L’INTERESSATO [art. 13 del Regolamento (UE) 2016/679 del Parlamento europeo e del Consiglio del 27 aprile 2016 - Regolamento generale sulla protezione dei dati]Agenzia delle Banche di Credito Cooperativo entrate - Riscossione, con sede legale in xxx Xxxxxxxx Xxxxxx, 14 – 00142 Roma, codice fiscale e partita IVA: 13756881002 è perfettamente integrata in questo scenario ed esprime un profilo di sistema, intendendosi per tale l’ambizione di essere lo strumento di risposta alle giuste rivendicazioni degli oltre 36.000 dipendenti Titolare del settore e, al contempo, l’architrave di un sistema di relazioni industriali avanzate, che favorisca il superamento trattamento dei limiti e delle contraddizioni del sistema medesimodati personali da Lei conferiti. E’ una proposta che parla Agenzia provvede alla qualità della vita, alle motivazioni del personale, all’identità cooperativa, alla professionalità, al coinvolgimento raccolta ed al giusto riconoscimento trattamento dei lavoratori. Ma parla anche alle comunità locali ed alla classe dirigente cooperativa più illuminataSuoi dati personali, che considera forniti mediante la cooperazione un valore non retorico e come tale incompatibile compilazione del presente documento di consultazione di mercato, con l’autoreferenzialitàil suo consenso, il paternalismo, il cooperativismo di maniera. Ci rivolgiamo anche a loro ed agli interessi diffusi del credito cooperativo, che deve guardare al lungo periodo con competenza e saggezza imprenditoriale per rappresentare e realizzare una reale, credibile e visibile alternativa al modello dominante di banca- finanziaria spersonalizzata e socialmente ed ambientalmente indifferente e irresponsabile. Il modello di banca che immaginiamo deve possedere queste caratteristiche e perciò deve realizzare una banca: più trasparente nei costi; più aperta e partecipata nella governance a partire dal coinvolgimento dei dipendenti in una logica di democrazia economica; inclusiva nella buona occupazione e nel welfare di sistema; refrattaria alle politiche commerciali aggressive ed alle politiche gestionali e premianti opache e disancorate da una visione di crescita sostenibile e responsabile; adeguata nelle competenze distintive senza importazioni inopportune da altre esperienze e con forti anticorpi contro i comportamenti devianti. E’ questa la banca che può essere realmente solida revocato in qualsiasi momento senza pregiudicare la liceità del trattamento basata sul consenso prestato prima della revoca. La raccolta ed il trattamento dei predetti dati personali sono effettuati al solo fine di consentire ad Agenzia di condurre le attività connesse alla consultazione preliminare di mercato avvalendosi della facoltà prevista dall’art. 66 comma 1 del D. Lgs. n. 50/2016. Il conferimento dei dati è facoltativo, ma la mancata comunicazione degli stessi comporta l’impossibilità di partecipare alla consultazione. Il trattamento dei dati avviene anche mediante l’utilizzo di strumenti elettronici, per il tempo e integrata nella propria comunitàcon logiche strettamente correlati alle predette finalità e comunque in modo da garantirne la sicurezza e la riservatezza, autonoma ma nel rispetto delle previsioni normative, anche europee, in materia di protezione dei dati personali. La conservazione, da parte di Agenzia, dei dati personali conferiti avverrà per il tempo necessario alla gestione della consultazione stessa. I dati personali conferiti, se necessario per le finalità di cui sopra, potranno essere comunicati: ai soggetti cui la comunicazione dei dati debba essere effettuata in adempimento di un obbligo previsto dalla legge, da un regolamento o dalla normativa comunitaria, ovvero per adempiere ad un ordine dell’Autorità Giudiziaria; ai soggetti designati dal Titolare, in qualità di Responsabili ovvero alle persone autorizzate al trattamento dei dati personali che operano sotto l’autorità diretta del Titolare o del Responsabile; ad altri eventuali soggetti terzi, nei casi espressamente previsti dalla legge, ovvero ancora se la comunicazione si renderà necessaria per la tutela di Agenzia in sede giudiziaria, nel rispetto delle vigenti disposizioni in materia di protezione dei dati personali. I dati personali conferiti non autoreferenzialesaranno oggetto di diffusione se non per ottemperare ad obblighi espressamente previsti dalla legge. Lei ha il diritto, solidaristica in qualunque momento, di ottenere la conferma dell’esistenza o meno dei medesimi dati e/o verificarne l’utilizzo. Ha, inoltre, il diritto di chiedere, nelle forme previste dall’ordinamento, la rettifica dei dati personali inesatti e sussidiarial’integrazione di quelli incompleti; nei casi indicati dal Regolamento UE n. 679/2016, fatta salva la speciale disciplina prevista per alcuni trattamenti. Può altresì chiedere - decorsi i previsti termini di conservazione - la cancellazione dei dati o la limitazione del trattamento; l’opposizione al trattamento, per motivi connessi alla Sua situazione particolare, è consentita salvo che sussistano motivi legittimi per la prosecuzione del trattamento. Esclusivamente per esercitare i diritti sopra indicati potrà utilizzare, secondo le modalità indicate al seguente link: xxxxx://xxx.xxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxx.xxx.xx/xxxxxx/xx/Xxxxxx/Xxxxxxxx-xx-xxxxxxxxxxxxx-xxxxxxx.xxx, i dati di contatto del Titolare del trattamento: Agenzia delle entrate-Riscossione, Struttura a supporto del Responsabile della protezione dei dati, Via Xxxxxxxx Xxxxxx n. 14 – 00000 Xxxx oppure l’indirizzo di posta elettronica certificata: xxxxxxxxxx.xxxx@xxx.xxxxxxxxxxxxxxxxxx.xxx.xx. Il dato di contatto del Responsabile della protezione dei dati è: xxx@xxx.xxxxxxxxxxxxxxxxxx.xxx.xx. Qualora ritenga che il trattamento sia avvenuto in modo non conforme al Regolamento UE n. 679/2016, Xxx potrà inoltre rivolgersi all’Autorità di controllo, ai sensi dell’art. 77 del medesimo Regolamento. Ulteriori informazioni in ordine ai Suoi diritti sulla protezione dei dati personali sono reperibili sul sito web del Garante per la protezione dei dati personali all’indirizzo xxx.xxxxxxxxxxxxxx.xx. Si dichiara di aver preso visione dell’informativa sul trattamento dei dati personali conferiti mediante la compilazione del presente documento e si autorizza il trattamento dei medesimi dati.

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PREMESSA. La lezione della crisi planetaria esplosa nell’agosto 2007Vengono di seguito esplicitati alcuni principi di comportamento specificamente destinati a scongiurare il rischio di reati di cui al D.Lgs. n. 231/2001. Tali principi possono costituire integrazione ed ulteriore specificazione di alcuni principi già espressi dal presente Codice, ha bocciato severamente alle fondamenta l’ideologia che ha consacrato il primato oligarchico dei grandi potentati economico-finanziari eoppure l’introduzione a presidi di controllo più puntuali presenti nella Parte Speciale del Modello di Organizzazione e Gestione adottato dalla Società. Si precisa che, con loro, dei tanti che ne hanno favorito l’ascesaper alcuni reati di cui al D.Lgs. n. 231/2001, la consacrazione e l’impunità. Il fallimento più efficace prevenzione è costituita proprio dall’aderenza comportamentale del paradigma liberista fondato sul primato della finanza sull’economiapersonale alle prescrizioni impartite dal presente Xxxxxx, dell’economia sulla politica, della speculazione sull’investimento, della rendita sul lavoro, dell’indebitamento sulla equità distributiva ci ritorna un monito severo ad intraprendere strade nuove, più che archivino, definitivamente quella stagioneda puntuali presidi organizzativi o tecnologici predisposti dalla Società: in talune circostanze la piena consapevolezza del personale con riferimento ai reali rischi dei propri comportamenti (awareness) è lo strumento preventivo maggiormente efficace. La speculazione tuttavia è insaziabile ed eticamente indifferente. La crisi progressivamente crescente Società, sensibile all’esigenza di assicurare correttezza e tendenzialmente destabilizzante dei debiti sovrani trasparenza nella conduzione degli affari, rispetta la normativa in materia di Greciautilizzo e circolazione di monete, Portogallo, Irlanda, Spagna ed altri paesi sotto osservazione da parte delle istituzione europee ed internazionali è direttamente proporzionale alla feroce dinamica speculativa, che ne aggrava ulteriormente le condizioni. Nel contempo la nuova stagione regolativa europea si presenta attenuata nelle previsioni, che non scalfiscono il modello generativo della crisi, carte di pubblico credito e attardata dalle mille pastoie burocratiche degli egoismi nazionali pari solamente, in termini valori di miopia, all’incapacità della politica di cogliere le implicazioni profonde di quanto è accaduto. Il sistema bancario italiano è stato meno colpito dagli effetti immediati della crisi finanziaria, anche grazie ad un miglior radicamento sul territorio integrato da fonti di ricavo più stabili ed alle politiche sindacali concertative, che hanno concorso a mitigare la “de materializzazione” delle banche italiane tradizionalmente intermediatrici, a favore del modello di banca finanziarizzata che negli Stati Uniti, ma anche in Europa (oltre 2.700 mld $) ha richiesto migliaia di miliardi di dollari di denaro pubblico per i salvataggi effettuati. Le banche di credito cooperativo sono rimaste complessivamente al riparo dalla finanza creativa ed hanno sostenuto l’economia reale svolgendo una funzione anticiclica e assumendone, almeno in parte, anche le difficoltà che hanno contribuito ad evidenziare dei limiti spesso antecedenti. A questi risultati hanno contribuito, insieme allo storico radicamento territoriale delle banche di credito cooperativo e ad una vigilanza prudenziale particolarmente rigorosa, le relazioni sindacali ed i Contratti di lavoro sottoscritti tra le Parti. Ora, per le BCC, è giunto il tempo delle scelte perché in occasione delle grandi discontinuità storiche l’immobilismo, o il dinamismo formale, corrispondono ad un inevitabile arretramento. Dovranno quindi attrezzarsi per superare i propri limiti strutturali sul fronte della Governance, dei controlli, del presidio dell’identità, della razionalizzazione dell’informatica, dell’adeguatezza manageriale, della creazione di strumenti di sistema e di servizio efficienti a partire dai vari livelli della federazione, dalle “fabbriche” e dalle stesse Banche di Credito Cooperativo nella direzione più volte indicata dalla Banca d’Italia, da queste stesse XX.XX e dalle regole approvate dal Comitato di Basilea 3. La Piattaforma di rinnovo del contratto nazionale delle Banche di Credito Cooperativo è perfettamente integrata in questo scenario ed esprime un profilo di sistema, intendendosi per tale l’ambizione di essere lo strumento di risposta alle giuste rivendicazioni degli oltre 36.000 dipendenti del settore e, al contempo, l’architrave di un sistema di relazioni industriali avanzate, che favorisca il superamento dei limiti e delle contraddizioni del sistema medesimobollo. E’ una proposta che parla vietato falsificare banconote, monete, carte di pubblico credito, valori di bollo e carta filigranata nell’interesse e/o vantaggio della Società. È altresì vietato mettere in circolazione (accettando, acquistando e/o vendendo) banconote, monete, carte di pubblico credito, valori di bollo e carta filigranata falsi. Chiunque riceva in pagamento banconote o monete o carte di pubblico credito false o rubate, per rapporti imputabili alla qualità della vitaSocietà, alle motivazioni del personale, all’identità cooperativa, alla professionalità, al coinvolgimento ed al giusto riconoscimento dei lavoratori. Ma parla anche alle comunità locali ed alla classe dirigente cooperativa più illuminata, che considera dovrà tempestivamente informare la cooperazione un valore non retorico Direzione e come tale incompatibile con l’autoreferenzialità, il paternalismo, il cooperativismo di maniera. Ci rivolgiamo anche a loro ed agli interessi diffusi del credito cooperativo, che deve guardare al lungo periodo con competenza e saggezza imprenditoriale per rappresentare e realizzare una reale, credibile e visibile alternativa al modello dominante di banca- finanziaria spersonalizzata e socialmente ed ambientalmente indifferente e irresponsabile. Il modello di banca che immaginiamo deve possedere queste caratteristiche e perciò deve realizzare una banca: più trasparente nei costi; più aperta e partecipata nella governance a partire dal coinvolgimento dei dipendenti in una logica di democrazia economica; inclusiva nella buona occupazione e nel welfare di sistema; refrattaria alle politiche commerciali aggressive ed alle politiche gestionali e premianti opache e disancorate da una visione di crescita sostenibile e responsabile; adeguata nelle competenze distintive senza importazioni inopportune da altre esperienze e con forti anticorpi contro i comportamenti devianti. E’ questa la banca che può essere realmente solida e integrata nella propria comunità, autonoma ma non autoreferenziale, solidaristica e sussidiarial’Organismo.

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PREMESSA. Le Organizzazioni Sindacali dei Datori di Lavoro e dei Lavoratori firmatarie, in qualità di XX.XX. comparativamente più rappresentative a livello nazionale, territoriale e aziendale in quanto presenti nel CNEL e su tutto il territorio con proprie federazioni, ritengono di aver dato con il presente contratto di diritto comune, disciplinato secondo i principi civilistici in materia contrattuale e vincolante esclusivamente per gli aderenti alle medesime XX.XX. e avente contenuto liberamente determinato tra le parti nei limiti imposti dalle leggi. Le XX.XX. intendono dare con il presente articolato una prima importante risposta alle esigenze, da più parti rappresentate, per un cambiamento della contrattualistica nazionale in un’ottica di rilancio reale dell’occupazione, fattore indispensabile per una espansione strutturale dell’economia e della produttività del Paese e ribadiscono che il CCNL deve essere considerato un complesso unitario ed inscindibile. Le parti ritengono anche che per il rilancio dell’occupazione, in un’ottica di mercato sociale del lavoro stabilizzato tendente alla piena occupazione, avrà un ruolo centrale l’affiancamento alla azienda di tipo tradizionale della cooperativa caratterizzata dalla figura del socio coimprenditore, cioè del lavoratore imprenditore di se stesso. Tale centralità riservata al socio coimprenditore, infatti, garantirà un adeguamento dell’azione produttiva ai cicli dell’economia, superando gli influssi negativi che i periodi di stagnazione economica producono sull’occupazione. Se è vero che “nella cooperativa, il lavoratore non produce per altri ma per se stesso, e ciò libera enormi capacità di lavoro scrupoloso e di più alto livello, che il capitalismo comprime” (Xxxxxxxx) è dunque conseguente che il socio coimprenditore non deve essere equiparato al lavoratore subordinato non socio. La lezione prestazione svolta dal socio coimprenditore dà luogo ad un conferimento reso in virtù del contratto sociale e trova dunque fondamento in un vincolo associativo, prima che in un rapporto negoziale di scambio. Il trattamento economico del socio coimprenditore è costituito dalla rendita d’impresa. Le imprese cooperative, hanno come scopo statuario l’occupazione dei propri soci lavoratori. In materia d’appalti, in caso di subentro all’impresa uscente, le cooperative potranno assumere personale con rapporto di lavoro subordinato già in essere (co.IVbis, art.7, legge 31/08), esclusivamente nel caso in cui abbiano già soddisfatto le esigenze occupazionali dei soci coimprenditori medesimi. Sarà, quindi, possibile assumere lavoratori subordinati “aggiuntivi” solo nel caso in cui si verifichi la necessità, in base alle esigenze funzionali ed operative dell’appalto, di impiegare ulteriore manodopera che andrebbe ad aggiungersi, in via residuale, a quella prestata dai soci coimprenditori già presenti in cooperativa. Secondo l’art. 1, comma 3, della crisi planetaria esplosa nell’agosto 2007l. n. 142/2001, la attività lavorativa svolta dal socio di cooperativa — nell’ambito di rapporti mutualistici e sulla base di previsioni di regolamento della cooperativa volte a definire la organizzazione del lavoro dei soci — può comportare la instaurazione di un rapporto di lavoro «in forma autonoma o subordinata, o in qualsiasi altra forma, ivi compresi i rapporti di collaborazione coordinata non occasionale, con cui contribuisce comunque al raggiungimento degli scopi sociali». Considerato che nel regime giuridico previgente veniva esclusa dalla giurisprudenza e dalla dottrina prevalenti la riconducibilità del lavoro del socio coimprenditore a una forma di lavoro subordinato o autonomo, si tratta di una importante conferma della circostanza che qualunque attività umana può essere resa in ragione di un diverso titolo giuridico, in relazione sia alle intese contrattuali raggiunte tra le parti, sia alle modalità concrete di esecuzione della prestazione lavorativa. Nel riconoscere che la prestazione di lavoro del socio coimprenditore di cooperativa, oltre che in forma autonoma o subordinata, può essere resa «in qualsiasi altra forma», il Legislatore pare riconoscere la possibilità di inquadrare il lavoro umano in schemi contrattuali diversi da quelli determinati dal legislatore stesso, in virtù del principio di autonomia negoziale sancito dall’articolo 1322, secondo comma, codice civile, in base al quale «le parti possono anche concludere contratti che non appartengono ai tipi aventi una disciplina particolare, purché siano diretti a realizzare interessi meritevoli di tutela secondo l’ordinamento giuridico». La legge n.142/2001 chiarisce nettamente l’esistenza di due rapporti tra socio coimprenditore e cooperativa: il rapporto associativo, da una parte, e il rapporto di lavoro, dall’altra. In particolare il rapporto di lavoro era inizialmente indicato come «ulteriore e distinto» rispetto al rapporto associativo. A seguito della riforma apportata dalla legge n.30/2003, il rapporto lavorativo del socio è tuttavia ora da considerare «ulteriore», ma non più «distinto» rispetto al vincolo associativo. In tal senso la riforma ha voluto sottolineare la preminenza del rapporto associativo nell’economia del contratto. Il rapporto di lavoro è quindi strumentale al vincolo di natura associativa. Le conseguenze pratiche di questa impostazione sono evidenti: a prescindere dalla forma giuridica con cui viene concretamente resa, la prestazione lavorativa rimane infatti finalizzata al raggiungimento degli scopi sociali. Considerare i soci coimprenditori solo dipendenti della cooperativa costituisce una visione riduttiva ed incompleta della figura medesima perché essi concorrono: - all’elaborazione di programmi di sviluppo; - alle decisioni concernenti scelte strategiche; - alla realizzazione dei processi produttivi; c)- mettono a disposizione le proprie capacità professionali anche in relazione al tipo e allo stato dell'attività svolta, nonché alla quantità delle prestazioni di lavoro disponibili per la cooperativa stessa. Fondamentale, in ogni caso, è il ruolo del regolamento interno (art. 6, l. n. 142/2001), che deve provvedere a disciplinare il regime in concreto applicabile ai rapporti di lavoro che potranno essere instaurati dalla cooperativa. Ogni cooperativa di lavoro deve infatti dotarsi di un regolamento ai sensi dell’articolo 6 della legge n. 142/2001, in seno al quale debbono essere indicate e disciplinate le tipologie di rapporti di lavoro che la cooperativa intende attuare, in forma alternativa, con i soci coimprenditori. Il regolamento deve contenere il “richiamo ” al CCNL applicabile e l’erogazione del ristorno, in misura non superiore al 30% dei trattamenti economici complessivi e secondo i criteri e le modalità previste dalla Legislazione vigente, per i soci coimprenditori con rapporto di lavoro subordinato, come retribuzione aggiuntiva facente parte integralmente del trattamento economico complessivo e le modalità di svolgimento delle prestazioni lavorative da parte dei soci coimprenditori, in relazione all’organizzazione aziendale della cooperativa e ai profili professionali dei soci coimprenditori stessi, anche nei casi di tipologie diverse da quella del lavoro subordinato. Il regolamento diventa così un elemento fondamentale di organizzazione del lavoro. Uno strumento estremamente agile che consente di adattare la regolamentazione dei rapporti di lavoro alle esigenze della migliore organizzazione produttiva, nell’ottica del perseguimento dello scopo mutualistico. Nel regolamento dovrà inoltre essere precisato che per i soci coimprenditori con contratto diverso da quello subordinato (così come previsto dalla predetta Legge 142/2001 e succ. modd.), il compenso sarà parametrato al trattamento minimo economico previsto dal presente CCNL. Data la sua importanza nel disciplinare i rapporti di lavoro, la legge ha previsto la possibilità di certificare anche il regolamento. Si tratta, in sostanza, della validazione delle tipologie contrattuali prescelte nel regolamento, così da determinare ex ante l’ammissibilità delle scelte di tipologia effettuate ed evitare l’eventuale contenzioso successivo circa la qualificazione del rapporto. La certificazione del regolamento deve essere espletata da specifiche Commissioni le quali sono istituite, ai sensi del decreto del Ministero del Lavoro 21 luglio 2004 (articolo 8), presso le Province. E’ necessario esplicitare ai fini di un’appropriata stesura di predetto Regolamento che esso, ai sensi della Legge n.142/2001 – costituisce il documento fondamentale per l’attività della cooperativa anche ai fini del dettato del comma IV, art. 7 della legge n. 31/2008, ossia, “trattamenti economici complessivi ”. Nessuna legge può risolvere in un ordinamento pluralista e democratico le problematiche della contrattazione collettiva. La paritaria funzione elle XX.XX. dei datori di lavoro e dei lavoratori sul piano del diritto al lavoro ed all'esercizio dell'impresa privata in un contesto di riconosciute libertà associative requisiti essenziali dei sindacati stessi. Ricorrere ad una legge, sia pure auspicata solo da alcuni sindacati, vuol dire riproporre, anche oggi, il problema dei rapporti tra libertà e Stato –autorità. Solo il sindacato libero rispetto allo Stato può esprimere gli interessi della categoria e far valere i medesimi. Il sindacato rifiutando l’attuazione dell’art.39 della Costituzione ha difeso la libertà sindacale contro i limiti al proprio potere di autodeterminazione. Infatti conferire personalità giuridica alle XX.XX. per fornire ai CCNL efficacia “erga omnes” determinerebbe una ingerenza dello Stato nella tutela degli interessi dei lavoratori. Il Contratto, inoltre, si muove nelle logiche dettate dalla Unione Europea finalizzate al miglioramento dei rapporti individuali e collettivi di lavoro, alla crescita dei livelli occupazionali, alla protezione e sicurezza sociale, per concorrere a formulare e rafforzare le regole di garanzia e di tutela dei processi lavorativi. Infatti, con il Protocollo aggiuntivo al trattato di Maastricht del 1991, relativo alla politica sociale, i Governi dell'Unione Europea hanno indicato le materie su cui inciderà la politica sociale comunitaria per il conseguimento degli obiettivi delle loro azioni comuni: la sicurezza e la salute del lavoratore, le migliori condizioni di lavoro, l'informazione e la consultazione dei lavoratori, le pari opportunità, la rappresentanza e la difesa collettiva degli interessi dei lavoratori e dei datori di lavoro ivi compresa la cogestione, gli aiuti finanziari alla promozione dell'occupazione ed alla creazione dei posti di lavoro. Per questi obiettivi, le Organizzazioni Sindacali dei Datori di Lavoro e dei Lavoratori svolgono una specifica funzione che esercitano sia nei confronti del legislatore comunitario nonché una essenziale funzione negoziale nell'ambito del dialogo sociale. Sulla base di tali principi le Organizzazioni Sindacali dei Datori di Lavoro e dei Lavoratori firmatarie affermano il loro ruolo di stimolo e di controllo sulle politiche sociali e del lavoro, nonché la loro essenziale funzione negoziale nell'ambito del confronto con gli organismi istituzionali, governativi e legislativi del nostro Paese e della Comunità Europea. Le parti riconoscono che le imprese cooperative hanno funzione economica non capitalistica in quanto nella cooperativa non è il capitale a comandare ma il lavoro. Le Organizzazioni Sindacali dei Datori di Lavoro e dei Lavoratori firmatarie si impegnano a porre in essere iniziative politiche affinché le disposizioni legislative consentano la più ampia valorizzazione dell’impresa cooperativa in Italia. Con spirito improntato alla massima solidarietà tra lavoro e capitale, la stipula di questo contratto, tra le ulteriori ed originali soluzioni introdotte, ha bocciato severamente alle fondamenta l’ideologia che ha consacrato il primato oligarchico dei grandi potentati economico-finanziari eopportunamente esplicitato innovazioni anche sulla metodologia contrattuale, con loroprevedendo in modo consapevole un duplice livello di contrattazione:  di livello nazionale;  di livello aziendale. Le parti stipulanti, dei tanti che ne hanno favorito l’ascesa, la consacrazione e l’impunità. Il fallimento del paradigma liberista fondato sul primato della finanza sull’economia, dell’economia sulla politica, della speculazione sull’investimento, della rendita sul lavoro, dell’indebitamento sulla equità distributiva ci ritorna un monito severo ad intraprendere strade nuoveoltre a dare valenza al duplice livello di contrattazione, che archivinoprodurrà positivi risultati, definitivamente quella stagionehanno ritenuto opportuno inserire nel contratto un impianto normativo rivolto a migliorare il rapporto di lavoro. La speculazione tuttavia è insaziabile ed eticamente indifferenteSono previsti, infatti, istituti di garanzia contrattuale, una più efficace azione di tutela dei lavoratori e di salvaguardia dei loro diritti, ferma restando la facoltà delle cooperative di esercitare liberamente e con profitto il diritto di impresa e di associazione. La crisi progressivamente crescente Nel rispetto della coerenza dichiarata, gli istituti contrattuali di contenuto economico, in assenza di contratto integrativo aziendale, saranno periodicamente e tendenzialmente destabilizzante dei debiti sovrani di Grecia, Portogallo, Irlanda, Spagna ed altri paesi sotto osservazione sistematicamente sottoposti a verifica da parte delle istituzione europee ed internazionali è direttamente proporzionale Organizzazioni stipulanti, essendo strettamente correlati alla feroce dinamica speculativadel costo del lavoro, formando comunque uno degli elementi capaci di creare meccanismi di bilanciamento sulla evoluzione del costo della vita. Le parti ribadiscono, per concludere, che ne aggrava ulteriormente le condizioni. Nel contempo la nuova stagione regolativa europea si presenta attenuata nelle previsioniparticolare cura sarà dedicata alla valutazione delle politiche aziendali e degli obiettivi da conseguire in tutti gli ambiti territoriali, che perché una parte non scalfiscono il modello generativo trascurabile degli utili aziendali venga destinata al miglioramento delle condizioni ambientali e della crisisicurezza nei luoghi di lavoro, e attardata dalle mille pastoie burocratiche degli egoismi nazionali pari solamente, nonché a retribuire i risultati conseguiti in termini di miopia, all’incapacità ragione dell’impegno partecipativo della politica di cogliere le implicazioni profonde di quanto è accaduto. Il sistema bancario italiano è stato meno colpito dagli effetti immediati della crisi finanziaria, anche grazie ad un miglior radicamento sul territorio integrato da fonti di ricavo più stabili ed alle politiche sindacali concertative, che hanno concorso a mitigare la “de materializzazione” delle banche italiane tradizionalmente intermediatrici, a favore del modello di banca finanziarizzata che negli Stati Uniti, ma anche in Europa (oltre 2.700 mld $) ha richiesto migliaia di miliardi di dollari di denaro pubblico per i salvataggi effettuaticomponente lavoro. Le banche parti, infine si impegnano ad esercitare, con il massimo scrupolo, una azione di credito cooperativo sono rimaste complessivamente controllo ed a denunciare eventuali posizioni e/o gestioni irregolari, specie in ordine al riparo dalla finanza creativa "lavoro nero", ed hanno sostenuto l’economia reale svolgendo una funzione anticiclica e assumendone, almeno in parte, anche le difficoltà allo sfruttamento del lavoro minorile che hanno contribuito ad evidenziare dei limiti spesso antecedenti. A questi risultati hanno contribuito, insieme allo storico radicamento territoriale delle banche di credito cooperativo e ad una vigilanza prudenziale particolarmente rigorosa, le relazioni sindacali ed i Contratti degradano il rapporto di lavoro sottoscritti tra le Parti. Ora, per le BCC, è giunto il tempo delle scelte perché in occasione delle grandi discontinuità storiche l’immobilismo, o il dinamismo formale, corrispondono ad un inevitabile arretramento. Dovranno quindi attrezzarsi per superare i propri limiti strutturali sul fronte della Governance, dei controlli, del presidio dell’identità, della razionalizzazione dell’informatica, dell’adeguatezza manageriale, della creazione di strumenti di sistema e di servizio efficienti a partire dai vari livelli della federazione, dalle “fabbriche” e dalle stesse Banche di Credito Cooperativo nella direzione più volte indicata dalla Banca d’Italia, da queste stesse XX.XX e dalle regole approvate dal Comitato di Basilea 3. La Piattaforma di rinnovo del contratto nazionale delle Banche di Credito Cooperativo è perfettamente integrata in questo scenario ed esprime un profilo di sistema, intendendosi per tale l’ambizione di essere lo strumento di risposta alle giuste rivendicazioni degli oltre 36.000 dipendenti del settore e, al contempo, l’architrave di un sistema di relazioni industriali avanzate, che favorisca il superamento dei limiti e delle contraddizioni del sistema medesimo. E’ una proposta che parla alla qualità della vita, alle motivazioni del personale, all’identità cooperativa, alla professionalità, al coinvolgimento ed al giusto riconoscimento dei lavoratori. Ma parla anche alle comunità locali ed alla classe dirigente cooperativa più illuminata, che considera disonorano la cooperazione un valore non retorico e come tale incompatibile con l’autoreferenzialità, il paternalismo, il cooperativismo di maniera. Ci rivolgiamo anche a loro ed agli interessi diffusi del credito cooperativo, che deve guardare al lungo periodo con competenza e saggezza imprenditoriale per rappresentare e realizzare una reale, credibile e visibile alternativa al modello dominante di banca- finanziaria spersonalizzata e socialmente ed ambientalmente indifferente e irresponsabile. Il modello di banca che immaginiamo deve possedere queste caratteristiche e perciò deve realizzare una banca: più trasparente nei costi; più aperta e partecipata nella governance a partire dal coinvolgimento dei dipendenti in una logica di democrazia economica; inclusiva nella buona occupazione e nel welfare di sistema; refrattaria alle politiche commerciali aggressive ed alle politiche gestionali e premianti opache e disancorate da una visione di crescita sostenibile e responsabile; adeguata nelle competenze distintive senza importazioni inopportune da altre esperienze e con forti anticorpi contro i comportamenti devianti. E’ questa la banca che può essere realmente solida e integrata nella propria comunità, autonoma ma non autoreferenziale, solidaristica e sussidiariasocietà civile.

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Samples: Contratto Collettivo Nazionale Di Lavoro

PREMESSA. La lezione della crisi planetaria esplosa nell’agosto 2007L'I.N.P.D.A.P. (Istituto Nazionale di Previdenza per i Dipendenti dell’Amministrazione Pubblica) intende integrare la propria attuale infrastruttura di backup e restore attraverso l’introduzione di una specifica soluzione tecnologica – la deduplica dei dati - che consenta, ha bocciato severamente alle fondamenta l’ideologia che ha consacrato il primato oligarchico attraverso la riduzione dello spazio fisico utilizzato per l’esecuzione dei grandi potentati economico-finanziari esalvataggi dei dati, con lorodi poter meglio gestire nel tempo la continua crescita del volume dei dati da archiviare, dei tanti che ne hanno favorito l’ascesasia nel breve, la consacrazione sia nel medio e l’impunità. Il fallimento del paradigma liberista fondato sul primato della finanza sull’economia, dell’economia sulla politica, della speculazione sull’investimento, della rendita sul lavoro, dell’indebitamento sulla equità distributiva ci ritorna un monito severo ad intraprendere strade nuove, che archivino, definitivamente quella stagionelungo periodo. La speculazione tuttavia è insaziabile ed eticamente indifferentesoluzione tecnologica richiesta con questo Capitolato di gara si dovrà affiancare integrare all’attuale infrastruttura presente nel Data Center INPDAP per consentire una più puntuale e regolare memorizzazione dei dati, sia a scopo di crash,sia di archiving (conservazione delle informazioni per lunghi periodi). La crisi progressivamente crescente e tendenzialmente destabilizzante ‘deduplica’ dei debiti sovrani di Grecia, Portogallo, Irlanda, Spagna ed altri paesi sotto osservazione da parte delle istituzione europee ed internazionali è direttamente proporzionale alla feroce dinamica speculativa, che ne aggrava ulteriormente le condizioni. Nel contempo la nuova stagione regolativa europea si presenta attenuata nelle previsioni, che non scalfiscono il modello generativo della crisi, e attardata dalle mille pastoie burocratiche degli egoismi nazionali pari solamentedati, in termini di miopia, all’incapacità della politica di cogliere le implicazioni profonde di quanto è accaduto. Il sistema bancario italiano è stato meno colpito dagli effetti immediati della crisi finanziaria, anche grazie ad un miglior radicamento sul territorio integrato da fonti di ricavo più stabili ed alle politiche sindacali concertative, che hanno concorso a mitigare la “de materializzazione” delle banche italiane tradizionalmente intermediatrici, a favore del modello di banca finanziarizzata che negli Stati Uniti, ma anche in Europa (oltre 2.700 mld $) ha richiesto migliaia di miliardi di dollari di denaro pubblico per i salvataggi effettuati. Le banche di credito cooperativo sono rimaste complessivamente al riparo dalla finanza creativa ed hanno sostenuto l’economia reale svolgendo una funzione anticiclica e assumendone, almeno in parte, anche le difficoltà che hanno contribuito ad evidenziare dei limiti spesso antecedenti. A questi risultati hanno contribuito, insieme allo storico radicamento territoriale delle banche di credito cooperativo e ad una vigilanza prudenziale particolarmente rigorosa, le relazioni sindacali ed i Contratti di lavoro sottoscritti tra le Parti. Ora, per le BCCinglese ‘deduplication’, è giunto il tempo delle scelte perché da intendersi come un particolare algoritmo, abbinato a un’infrastruttura hardware (CPU, RAM, DISCHI, COLLEGAMENTI FISICI, DB), concepito per eliminare i dati ridondanti in occasione delle grandi discontinuità storiche l’immobilismo, o il dinamismo formale, corrispondono ad un inevitabile arretramento. Dovranno quindi attrezzarsi per superare i propri limiti strutturali sul fronte della Governance, dei controlli, del presidio dell’identità, della razionalizzazione dell’informatica, dell’adeguatezza manageriale, della creazione di strumenti di sistema e di servizio efficienti a partire dai vari livelli della federazione, dalle “fabbriche” e dalle stesse Banche di Credito Cooperativo nella direzione più volte indicata dalla Banca d’Italia, da queste stesse XX.XX e dalle regole approvate dal Comitato di Basilea 3. La Piattaforma di rinnovo del contratto nazionale delle Banche di Credito Cooperativo è perfettamente integrata in questo scenario ed esprime un profilo di sistema, intendendosi per tale l’ambizione di essere lo strumento di risposta alle giuste rivendicazioni degli oltre 36.000 dipendenti del settore e, al contempo, l’architrave di un sistema di relazioni industriali avanzate, che favorisca il superamento dei limiti archiviazione e delle contraddizioni del sistema medesimo. E’ una proposta che parla alla qualità della vita, alle motivazioni del personale, all’identità cooperativa, alla professionalità, al coinvolgimento ed al giusto riconoscimento dei lavoratori. Ma parla anche alle comunità locali ed alla classe dirigente cooperativa più illuminata, che considera per ridurre la cooperazione un valore non retorico e come tale incompatibile con l’autoreferenzialità, il paternalismo, il cooperativismo quantità di maniera. Ci rivolgiamo anche a loro ed agli interessi diffusi del credito cooperativo, dati che deve guardare al lungo periodo essere archiviata come backup. Gli elementi dei dati ridondanti possono essere interi file oppure segmenti di dati secondari all’interno di un file. In ogni caso, l’obiettivo del processo di ‘deduplicazione’ è la riduzione degli spazi per il salvataggio attraverso la singola memorizzazione di dati duplicati, pur offrendo la possibilità di ricostituire su richiesta tutto il contenuto nella forma originale, con competenza affidabilità totale alla velocità dei dischi. La rimozione dei dati ridondanti all’interno dei processi di backup consente di economizzare i requisiti di storage e saggezza imprenditoriale di disaster recovery. Con l’introduzione della soluzione di deduplica l’Istituto si attende di poter economizzare in maniera significativa le risorse di storage e di disaster recovery, riducendo il contenuto dei salvataggi in modo da permettere agli utenti di poter implementare politiche di conservazione dei dati più frequenti e per rappresentare e realizzare una reale, credibile e visibile alternativa al modello dominante periodi più lunghi. Le specifiche della soluzione richiesta sono riportate nel dettaglio nei successivi capitoli del documento. Di seguito è riportato il significato di banca- finanziaria spersonalizzata e socialmente ed ambientalmente indifferente e irresponsabile. Il modello di banca che immaginiamo deve possedere queste caratteristiche e perciò deve realizzare una banca: più trasparente nei costi; più aperta e partecipata nella governance a partire dal coinvolgimento dei dipendenti in una logica di democrazia economica; inclusiva nella buona occupazione e alcuni termini utilizzati nel welfare di sistema; refrattaria alle politiche commerciali aggressive ed alle politiche gestionali e premianti opache e disancorate da una visione di crescita sostenibile e responsabile; adeguata nelle competenze distintive senza importazioni inopportune da altre esperienze e con forti anticorpi contro i comportamenti devianti. E’ questa la banca che può essere realmente solida e integrata nella propria comunità, autonoma ma non autoreferenziale, solidaristica e sussidiaria.seguito del documento:

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Samples: servizi2.inps.it

PREMESSA. La lezione della crisi planetaria esplosa nell’agosto 2007Il World Water Forum definisce, ha bocciato severamente alle fondamenta l’ideologia che ha consacrato il primato oligarchico dei grandi potentati economico-finanziari egià nel 20001, con loro, dei tanti che ne hanno favorito l’ascesa, la consacrazione e l’impunità. Il fallimento del paradigma liberista fondato sul primato della finanza sull’economia, dell’economia sulla politica, della speculazione sull’investimento, della rendita sul lavoro, dell’indebitamento sulla equità distributiva ci ritorna un monito severo ad intraprendere strade nuove, che archivino, definitivamente quella stagione. La speculazione tuttavia è insaziabile ed eticamente indifferente. La crisi progressivamente crescente e tendenzialmente destabilizzante dei debiti sovrani di Grecia, Portogallo, Irlanda, Spagna ed altri paesi sotto osservazione da parte delle istituzione europee ed internazionali è direttamente proporzionale alla feroce dinamica speculativa, che ne aggrava ulteriormente le condizioni. Nel contempo la nuova stagione regolativa europea si presenta attenuata nelle previsioni, che non scalfiscono il modello generativo della crisi, e attardata dalle mille pastoie burocratiche degli egoismi nazionali pari solamente, in termini di miopia, all’incapacità della politica di cogliere le implicazioni profonde di quanto è accaduto. Il sistema bancario italiano è stato meno colpito dagli effetti immediati della crisi finanziaria, anche grazie ad un miglior radicamento sul territorio integrato da fonti di ricavo più stabili ed alle politiche sindacali concertative, che hanno concorso a mitigare la “de materializzazione” delle banche italiane tradizionalmente intermediatrici, a favore del modello di banca finanziarizzata che negli Stati Uniti, ma anche in Europa (oltre 2.700 mld $) ha richiesto migliaia di miliardi di dollari di denaro pubblico per i salvataggi effettuati. Le banche di credito cooperativo sono rimaste complessivamente al riparo dalla finanza creativa ed hanno sostenuto l’economia reale svolgendo una funzione anticiclica e assumendone, almeno in parte, anche le difficoltà che hanno contribuito ad evidenziare dei limiti spesso antecedenti. A questi risultati hanno contribuito, insieme allo storico radicamento territoriale delle banche di credito cooperativo e ad una vigilanza prudenziale particolarmente rigorosa, le relazioni sindacali ed i Contratti di lavoro sottoscritti tra le Parti. Ora, per le BCC, è giunto il tempo delle scelte perché in occasione delle grandi discontinuità storiche l’immobilismo, o il dinamismo formale, corrispondono ad un inevitabile arretramento. Dovranno quindi attrezzarsi per superare i propri limiti strutturali sul fronte della Governance, dei controlli, del presidio dell’identità, della razionalizzazione dell’informatica, dell’adeguatezza manageriale, della creazione fiume come forme di strumenti accordo che permettono di sistema e di servizio efficienti a partire dai vari livelli della federazione, dalle “fabbriche” e dalle stesse Banche di Credito Cooperativo nella direzione più volte indicata dalla Banca d’Italia, da queste stesse XX.XX e dalle regole approvate dal Comitato di Basilea 3. La Piattaforma di rinnovo del contratto nazionale delle Banche di Credito Cooperativo è perfettamente integrata in questo scenario ed esprime un profilo di sistema, intendendosi per tale l’ambizione di essere lo strumento di risposta alle giuste rivendicazioni degli oltre 36.000 dipendenti del settore e, al contempo, l’architrave di "adottare un sistema di relazioni industriali avanzateregole in cui i criteri di utilità pubblica, rendimento economico, valore sociale, sostenibilità ambientale intervengono in modo paritario nella ricerca di soluzioni efficaci per la riqualificazione di un bacino fluviale". Era già allora acquisita la consapevolezza che il traguardo di un simile obiettivo richiede uno sforzo di natura non solo istituzionale, ma anzitutto culturale, affinché le acque, non solo i fiumi ma anche gli ambienti acquatici e, più in generale, i territori dei bacini possano essere percepiti e governati come “paesaggi di vita”2. Questo approccio culturale trova riscontro sia nelle politiche del Parlamento Europeo sulle risorse idriche3, che, in campo internazionale, dalle Nazioni Unite. Queste ultime eleggono infatti il bacino idrografico quale unità di riferimento per le politiche di sostegno alla biodiversità4. I Contratti di fiume fanno propri i principi comunitari di partecipazione democratica alle decisioni, che favorisca il superamento dei limiti costituiscono l’asse portante del recente Trattato di Lisbona: quali processi partecipati territoriali colgono appieno quella “dimensione regionale e delle contraddizioni del locale” che l’Unione Europea intende indagare con le consultazioni e riflettere nelle proprie proposte legislative5. I Contratti di Fiume sono, inoltre, strumenti che possono fattivamente contribuire a sperimentare un nuovo sistema medesimo. E’ una proposta che parla alla qualità della vita, alle motivazioni del personale, all’identità cooperativa, alla professionalità, al coinvolgimento ed al giusto riconoscimento dei lavoratori. Ma parla anche alle comunità locali ed alla classe dirigente cooperativa più illuminatadi governance per uno sviluppo sostenibile, che considera la cooperazione passa inevitabilmente attraverso un valore non retorico approccio integrato tra politiche di sviluppo e come tale incompatibile di tutela ambientale. Questo in coerenza con l’autoreferenzialitàlo spirito della Conferenza delle Nazioni Unite sullo Sviluppo Sostenibile - Rio+20 - in cui si fa risaltare l'indifferibilità di caratterizzare in tal senso le azioni a scala sia internazionale sia locale evidenziando il ruolo fondamentale della partecipazione e della corresponsabilità nei processi decisionali nelle scelte per lo sviluppo. 1 riferimento biblio 2 Integrated Water Resource Management (Xxxxx-Xxxxxxx and Xxxx, il paternalismo, il cooperativismo di maniera. Ci rivolgiamo anche a loro ed agli interessi diffusi del credito cooperativo, che deve guardare al lungo periodo con competenza e saggezza imprenditoriale per rappresentare e realizzare una reale, credibile e visibile alternativa al modello dominante di banca- finanziaria spersonalizzata e socialmente ed ambientalmente indifferente e irresponsabile. Il modello di banca che immaginiamo deve possedere queste caratteristiche e perciò deve realizzare una banca: più trasparente nei costi; più aperta e partecipata nella governance a partire dal coinvolgimento dei dipendenti in una logica di democrazia economica; inclusiva nella buona occupazione e nel welfare di sistema; refrattaria alle politiche commerciali aggressive ed alle politiche gestionali e premianti opache e disancorate da una visione di crescita sostenibile e responsabile; adeguata nelle competenze distintive senza importazioni inopportune da altre esperienze e con forti anticorpi contro i comportamenti devianti. E’ questa la banca che può essere realmente solida e integrata nella propria comunità, autonoma ma non autoreferenziale, solidaristica e sussidiaria.2001)

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Samples: www.regione.sardegna.it

PREMESSA. La lezione della crisi planetaria esplosa nell’agosto 2007Il rinnovo del Contratto Integrativo Aziendale (d’ora in poi denominato C.I.A.), ha bocciato severamente alle fondamenta l’ideologia che ha consacrato costituisce, da sempre, un momento fondamentale di confronto tra l’Azienda e le Organizzazioni Sindacali su tutte le materie di diretto interesse per i lavoratori ed, in particolar modo, rappresenta lo strumento più idoneo per valorizzare le specificità e per risolvere le criticità tipiche di ciascun Istituto di credito. Mai come questa volta, a sei anni di distanza dall’ultimo rinnovo contrattuale – firmato il primato oligarchico dei grandi potentati economico-finanziari e, con loro, dei tanti che ne hanno favorito l’ascesa, la consacrazione e l’impunità. Il fallimento del paradigma liberista fondato sul primato della finanza sull’economia, dell’economia sulla politica, della speculazione sull’investimento, della rendita sul lavoro, dell’indebitamento sulla equità distributiva ci ritorna un monito severo ad intraprendere strade nuove27 luglio 2007 – si può affermare senza ombra di dubbio, che archivinoil mondo è radicalmente cambiato a cominciare dal contesto economico globale alle prese con una crisi di sistema, definitivamente quella stagione. La speculazione tuttavia è insaziabile ed eticamente indifferente. La crisi progressivamente crescente e tendenzialmente destabilizzante partita proprio nel 2007 con la bolla speculativa dei debiti sovrani di Grecia, Portogallo, Irlanda, Spagna ed altri paesi sotto osservazione da parte delle istituzione europee ed internazionali è direttamente proporzionale alla feroce dinamica speculativa, che ne aggrava ulteriormente le condizioni. Nel contempo la nuova stagione regolativa europea si presenta attenuata nelle previsioni, che non scalfiscono il modello generativo della crisi, e attardata dalle mille pastoie burocratiche degli egoismi nazionali pari solamente, in termini di miopia, all’incapacità della politica di cogliere le implicazioni profonde di quanto è accaduto. Il sistema bancario italiano è stato meno colpito dagli effetti immediati della crisi finanziaria, anche grazie ad un miglior radicamento sul territorio integrato da fonti di ricavo più stabili ed alle politiche sindacali concertative, che hanno concorso a mitigare la “de materializzazione” delle banche italiane tradizionalmente intermediatrici, a favore del modello di banca finanziarizzata che mutui sub prime negli Stati Uniti, ma anche che ha poi continuato a ripetersi investendo tutti i settori e tutte le aree a partire dal 2008. Ogni volta che qualche osservatore poco attento annunciava che il peggio era alle spalle, l’economia mondiale peggiorava nuovamente, aumentando la recessione e trascinando nel baratro settori sempre più ampi dell’industria produttiva, del credito e dei servizi, andando a colpire poi tra il 2010 e il 2011 i debiti sovrani dei paesi maggiormente indebitati, soprattutto dell’Eurozona. La deregolamentazione ha permesso alla finanza speculativa di investire un enorme liquidità in Europa (oltre 2.700 mld $) strumenti e prodotti strutturati e derivati, sempre più rischiosi, aumentando a dismisura il divario con l’economia reale. E per tutto questo, in ambito macroeconomico i dati della crisi sono sotto gli occhi di tutti: l’Italia ha richiesto migliaia un PIL in fase decrescente con domanda e consumi in calo e un tasso di miliardi disoccupazione destinato, inevitabilmente, a crescere. In ambito aziendale tutto ciò, insieme ad altri fattori, ha portato a due pesanti ristrutturazioni coincidenti con i due piani industriali 2007-2010 e 2010-2012, che per la prima volta nella storia della nostra azienda hanno prodotto sconvolgimenti organizzativi con circa 150 esuberi ricollocati in parte in BNL e in parte nel Fondo di dollari Solidarietà del Credito. A metà di denaro pubblico per i salvataggi effettuatiquesto percorso accidentato, nel corso del 2009, dopo tre anni di stallo, Findomestic è entrata a far parte del Gruppo BNP Paribas ed il cambio di governance ha cominciato a produrre risultati soddisfacenti nel corso della seconda ristrutturazione arrivando a raggiungere quasi pienamente gli ambiziosi obiettivi fissati dal piano industriale 2010-12. In questo contesto di crisi economica è stato rinnovato il nostro CCNL. Le banche sono state e continuano ad essere nell’occhio del ciclone, ma se per gli altri istituti bancari il CCNL ha una correlazione stretta, per Findomestic rappresenta invece rinunce e sacrifici incoerenti con i floridi dati di credito cooperativo sono rimaste complessivamente al riparo dalla finanza creativa ed hanno sostenuto l’economia reale svolgendo una funzione anticiclica e assumendonebilancio, totalmente in controtendenza con la sofferente realtà del settore. È dunque nostra intenzione recuperare, almeno in parte,con questo CIA, quanto ceduto a livello di CCNL. Consapevoli della realtà economica che stiamo vivendo, siamo fermamente convinti che una riqualificazione economica, sociale e professionale dell’Azienda, del lavoro e dei dipendenti possa dare quelle risposte che ci si aspetta per il mantenimento, nel tempo, della effettiva ripresa economica. In particolare, i lavoratori della 2° e 3° Area Professionale, auspicano un accordo sui percorsi di carriera e sulla crescita professionale, che riconosca in concreto il contributo – profuso per anni – ai risultati aziendali e fornisca loro un nuovo patto di stabilità economica e sociale. Ma l’obiettivo della presente bozza – al di là delle corrette rivendicazioni economiche e normative – assume anche le difficoltà che hanno contribuito ad evidenziare dei limiti spesso antecedenti. A questi risultati hanno contribuitouna valenza sociale, insieme allo storico radicamento territoriale delle banche di credito cooperativo e ad una vigilanza prudenziale particolarmente rigorosa, le relazioni sindacali ed i Contratti di lavoro sottoscritti tra le Parti. Ora, per le BCC, è giunto il tempo delle scelte perché in occasione delle grandi discontinuità storiche l’immobilismo, o il dinamismo formale, corrispondono richiamandosi ad un inevitabile arretramento. Dovranno quindi attrezzarsi per superare i propri limiti strutturali sul fronte della Governance, dei controlli, del presidio dell’identità, della razionalizzazione dell’informatica, dell’adeguatezza manageriale, della creazione di strumenti di sistema impegno concreto e di servizio efficienti a partire dai vari livelli della federazione, dalle “fabbriche” e dalle stesse Banche di Credito Cooperativo nella direzione – come più volte indicata dalla Banca d’Italiaripetuto a tutti i livelli- di un fattivo sviluppo sostenibile. Sviluppo sostenibile, che non significa solo essere cauti nell’erogazione del credito e nel risparmio dei costi, ma anche puntare all’eccellenza nell’ambito del clima aziendale, in tutti i settori dell’azienda (vedi stress da queste stesse XX.XX lavoro correlato) e dalle regole approvate dal Comitato di Basilea 3. La Piattaforma di rinnovo del contratto nazionale delle Banche di Credito Cooperativo è perfettamente integrata in questo scenario ed esprime un profilo di sistema, intendendosi per tale l’ambizione nell’evitare di essere lo strumento di risposta alle giuste rivendicazioni degli oltre 36.000 dipendenti del settore ebersaglio dell’Antitrust o dei Mass media, al contempo, l’architrave di un sistema di relazioni industriali avanzate, a danno soprattutto dei colleghi che favorisca il superamento dei limiti e delle contraddizioni del sistema medesimo. E’ una proposta che parla alla qualità della vita, alle motivazioni del personale, all’identità cooperativa, alla professionalità, al coinvolgimento ed al giusto riconoscimento dei lavoratori. Ma parla anche alle comunità locali ed alla classe dirigente cooperativa più illuminata, che considera quotidianamente debbono relazionarsi con la cooperazione un valore non retorico e come tale incompatibile con l’autoreferenzialità, il paternalismo, il cooperativismo di maniera. Ci rivolgiamo anche a loro ed agli interessi diffusi del credito cooperativo, che deve guardare al lungo periodo con competenza e saggezza imprenditoriale per rappresentare e realizzare una reale, credibile e visibile alternativa al modello dominante di banca- finanziaria spersonalizzata e socialmente ed ambientalmente indifferente e irresponsabile. Il modello di banca che immaginiamo deve possedere queste caratteristiche e perciò deve realizzare una banca: più trasparente nei costi; più aperta e partecipata nella governance a partire dal coinvolgimento dei dipendenti in una logica di democrazia economica; inclusiva nella buona occupazione e nel welfare di sistema; refrattaria alle politiche commerciali aggressive ed alle politiche gestionali e premianti opache e disancorate da una visione di crescita sostenibile e responsabile; adeguata nelle competenze distintive senza importazioni inopportune da altre esperienze e con forti anticorpi contro i comportamenti devianti. E’ questa la banca che può essere realmente solida e integrata nella propria comunità, autonoma ma non autoreferenziale, solidaristica e sussidiariaclientela stessa.

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Samples: Accordo Di Clima Aziendale

PREMESSA. La lezione della crisi planetaria esplosa nell’agosto 2007Nell’anno 2006 é entrato in vigore il Testo Unico dell’Ambiente (T.U.A. o codice dell’ambiente), introdotto con il D.Lgs. 3 aprile 2006 n.152, il quale ha bocciato severamente alle fondamenta l’ideologia rivisitato tutta la precedente normativa relativa alla gestione dei rifiuti ed alla bonifica dei siti inquinati. Con la nuova normativa vengono oggettivamente individuate sia le situazioni di fatto che ha consacrato determinano l’adozione di procedimenti finalizzati alla tutela ambientale, sia i soggetti tenuti a determinati interventi di tutela ambientale. Ai fini che qui interessano concentriamo l’attenzione sui rifiuti in generale e sui siti inquinati. In materia di rifiuti l’art.192 del codice dell’ambiente prevede, tra l’altro, il primato oligarchico dei grandi potentati economico-finanziari divieto di abbandono e di deposito incontrollato e, con loro, dei tanti che ne hanno favorito l’ascesain caso di violazione, la consacrazione e l’impunità. Il fallimento del paradigma liberista fondato sul primato responsabilità, con il relativo onere di rimozione, avvio a recupero o smaltimento dei rifiuti, è attribuita all’autore della finanza sull’economia, dell’economia sulla politica, della speculazione sull’investimento, della rendita sul lavoro, dell’indebitamento sulla equità distributiva ci ritorna un monito severo ad intraprendere strade nuove, che archivino, definitivamente quella stagione. La speculazione tuttavia è insaziabile ed eticamente indifferente. La crisi progressivamente crescente e tendenzialmente destabilizzante dei debiti sovrani di Grecia, Portogallo, Irlanda, Spagna ed altri paesi sotto osservazione da parte delle istituzione europee ed internazionali è direttamente proporzionale alla feroce dinamica speculativa, che ne aggrava ulteriormente le condizioni. Nel contempo la nuova stagione regolativa europea si presenta attenuata nelle previsioni, che non scalfiscono il modello generativo della crisi, e attardata dalle mille pastoie burocratiche degli egoismi nazionali pari solamenteviolazione e, in termini via solidale, al proprietario ed al titolare di miopia, all’incapacità della politica diritti reali o personali di cogliere le implicazioni profonde di quanto è accaduto. Il sistema bancario italiano è stato meno colpito dagli effetti immediati della crisi finanziaria, anche grazie ad un miglior radicamento sul territorio integrato da fonti di ricavo più stabili ed alle politiche sindacali concertative, che hanno concorso a mitigare la “de materializzazione” delle banche italiane tradizionalmente intermediatrici, a favore del modello di banca finanziarizzata che negli Stati Unitigodimento sull’area interessata, ma anche solo se la violazione sia a questi “imputabile a titolo di dolo o colpa, in Europa (oltre 2.700 mld $) ha richiesto migliaia base agli accertamenti effettuati, in contradittorio con i soggetti interessati, dai soggetti preposti al controllo”; nel caso di miliardi di dollari di denaro pubblico per persona giuridica, sono responsabili in solido la persona giuridica e gli “amministratori o rappresentanti della persona giuridica” ed i salvataggi effettuati“soggetti che subentrano nei diritti della persona stessa”. Le banche operazioni necessarie ed il termine entro il quale provvedere alla rimozione, all’avvio a recupero o allo smaltimento dei rifiuti vengono disposti con ordinanza del sindaco del comune competente, il quale, scaduto il termine, procede all’esecuzione “in danno” dei soggetti obbligati ed al recupero delle somme anticipate. In materia di credito cooperativo sono rimaste complessivamente siti inquinati gli artt.239 e seguenti del codice dell’ambiente prevedono, tra l’altro, una serie di interventi a carico del responsabile dell’inquinamento ed estendono tali obblighi anche al riparo dalla finanza creativa ed hanno sostenuto l’economia reale svolgendo una funzione anticiclica e assumendoneproprietario dell’area interessata dall’inquinamento anche se estraneo alla condotta inquinante. In caso di inadempimento dei soggetti obbligati, almeno in parte, anche le difficoltà che hanno contribuito ad evidenziare dei limiti spesso antecedenti. A questi risultati hanno contribuito, insieme allo storico radicamento territoriale delle banche l’art.250 del codice dell’ambiente attribuisce l’onere di credito cooperativo e ad una vigilanza prudenziale particolarmente rigorosa, le relazioni sindacali ed i Contratti di lavoro sottoscritti tra le Parti. Ora, per le BCC, è giunto il tempo delle scelte perché in occasione delle grandi discontinuità storiche l’immobilismo, o il dinamismo formale, corrispondono ad un inevitabile arretramento. Dovranno quindi attrezzarsi per superare i propri limiti strutturali sul fronte della Governance, dei controlli, del presidio dell’identità, della razionalizzazione dell’informatica, dell’adeguatezza manageriale, della creazione di strumenti di sistema e di servizio efficienti a partire dai vari livelli della federazione, dalle “fabbriche” e dalle stesse Banche di Credito Cooperativo nella direzione più volte indicata dalla Banca d’Italia, da queste stesse XX.XX e dalle regole approvate dal Comitato di Basilea 3. La Piattaforma di rinnovo del contratto nazionale delle Banche di Credito Cooperativo è perfettamente integrata in questo scenario ed esprime un profilo di sistema, intendendosi per tale l’ambizione di essere lo strumento di risposta alle giuste rivendicazioni degli oltre 36.000 dipendenti del settore realizzazione dell’intervento al Comune territorialmente competente e, al contempo, l’architrave di un sistema di relazioni industriali avanzate, che favorisca il superamento dei limiti e delle contraddizioni del sistema medesimo. E’ una proposta che parla alla qualità della vita, alle motivazioni del personale, all’identità cooperativaove questi non provveda, alla professionalitàRegione. Quando interviene la dichiarazione di fallimento dei soggetti che il codice dell’ambiente individua quali destinatari degli obblighi di ripristino ambientale (rimozione, al coinvolgimento avvio a recupero e smaltimento di rifiuti o bonifica di siti inquinati), ci si interroga sugli obblighi e le responsabilità del curatore ed al giusto riconoscimento dei lavoratoriin particolare sulla sua legittimazione passiva in relazione a provvedimenti dell’autorità amministrativa che impongono determinati comportamenti ai fini di tutela ambientale. Ma parla anche alle comunità locali ed alla classe dirigente cooperativa più illuminata, che considera la cooperazione un valore non retorico e come tale incompatibile con l’autoreferenzialità, In altri termini ci si chiede se il paternalismo, il cooperativismo di maniera. Ci rivolgiamo anche a loro ed agli interessi diffusi del credito cooperativo, che deve guardare al lungo periodo con competenza e saggezza imprenditoriale per rappresentare e realizzare una reale, credibile e visibile alternativa al modello dominante di banca- finanziaria spersonalizzata e socialmente ed ambientalmente indifferente e irresponsabile. Il modello di banca che immaginiamo deve possedere queste caratteristiche e perciò deve realizzare una banca: più trasparente nei costi; più aperta e partecipata nella governance a partire dal coinvolgimento dei dipendenti in una logica di democrazia economica; inclusiva nella buona occupazione e nel welfare di sistema; refrattaria alle politiche commerciali aggressive ed alle politiche gestionali e premianti opache e disancorate da una visione di crescita sostenibile e responsabile; adeguata nelle competenze distintive senza importazioni inopportune da altre esperienze e con forti anticorpi contro i comportamenti devianti. E’ questa la banca che può essere realmente solida e integrata nella propria comunità, autonoma ma non autoreferenziale, solidaristica e sussidiaria.curatore:

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PREMESSA. La lezione L’utilizzo delle telecamere per il monitoraggio del territorio rappresenta senza dubbio uno degli elementi più significativi per il miglioramento della crisi planetaria esplosa nell’agosto 2007qualità della sicurezza dei cittadini, ha bocciato severamente alle fondamenta l’ideologia sia nei confronti della lotta alla criminalità che ha consacrato nella raccolta di informazioni utili al fine di poter elaborare programmi di intervento strutturali quali ad esempio il primato oligarchico dei grandi potentati economicocontrollo del traffico. L’efficacia di tali sistemi inerenti la prevenzione ed il controllo nella lotta alla criminalità è riconosciuta ormai da tutte le realtà che hanno già adottato soluzioni di questo tipo, sia in contesti urbani sia in quelli sovra-finanziari e, con loro, dei tanti che ne hanno favorito l’ascesa, la consacrazione e l’impunitàurbani. Il fallimento controllo del paradigma liberista fondato sul primato della finanza sull’economiatraffico rappresenta un altro importante elemento a sostegno di questo tipo di intervento; in questo caso il sistema necessita di peculiarità diverse da quelle presenti nel sistema destinato al controllo del territorio, dell’economia sulla politicama la struttura di base ed i principali problemi tecnologici risultano essere gli stessi. Se da un lato la sensibilità delle istituzioni e dei cittadini alla realizzazione di tali sistemi è oggigiorno cresciuta per l’effetto dell’aumento degli atti criminali, della speculazione sull’investimentodall’altro la loro fattibilità risulta essere avvantaggiata dai notevoli passi tecnologici fatti in questo settore, della rendita sul lavoronon ultimo la trasmissione digitale delle immagini, dell’indebitamento sulla equità distributiva ci ritorna un monito severo ad intraprendere strade nuove, che archivino, definitivamente quella stagione. La speculazione tuttavia è insaziabile il riconoscimento targhe ed eticamente indifferente. La crisi progressivamente crescente e tendenzialmente destabilizzante dei debiti sovrani i metodi di Grecia, Portogallo, Irlanda, Spagna ed altri paesi sotto osservazione da parte delle istituzione europee ed internazionali è direttamente proporzionale alla feroce dinamica speculativa, che ne aggrava ulteriormente le condizioni. Nel contempo la nuova stagione regolativa europea si presenta attenuata nelle previsioni, che non scalfiscono il modello generativo della crisi, e attardata dalle mille pastoie burocratiche degli egoismi nazionali pari solamente, in termini di miopia, all’incapacità della politica di cogliere le implicazioni profonde di quanto è accadutocompressione video. Il sistema bancario italiano è stato meno colpito dagli effetti immediati della crisi finanziaria, anche grazie ad un miglior radicamento sul territorio integrato da fonti presente documento contiene la descrizione tecnica di ricavo più stabili ed alle politiche sindacali concertative, che hanno concorso a mitigare la “de materializzazione” delle banche italiane tradizionalmente intermediatrici, a favore del modello di banca finanziarizzata che negli Stati Uniti, ma anche in Europa (oltre 2.700 mld $) ha richiesto migliaia di miliardi di dollari di denaro pubblico per i salvataggi effettuati. Le banche di credito cooperativo sono rimaste complessivamente al riparo dalla finanza creativa ed hanno sostenuto l’economia reale svolgendo una funzione anticiclica e assumendone, almeno in parte, anche le difficoltà che hanno contribuito ad evidenziare dei limiti spesso antecedenti. A questi risultati hanno contribuito, insieme allo storico radicamento territoriale delle banche di credito cooperativo e ad una vigilanza prudenziale particolarmente rigorosa, le relazioni sindacali ed i Contratti di lavoro sottoscritti tra le Parti. Ora, per le BCC, è giunto il tempo delle scelte perché in occasione delle grandi discontinuità storiche l’immobilismo, o il dinamismo formale, corrispondono ad un inevitabile arretramento. Dovranno quindi attrezzarsi per superare i propri limiti strutturali sul fronte della Governance, dei controlli, del presidio dell’identità, della razionalizzazione dell’informatica, dell’adeguatezza manageriale, della creazione di strumenti di sistema e di servizio efficienti a partire dai vari livelli della federazione, dalle “fabbriche” e dalle stesse Banche di Credito Cooperativo nella direzione più volte indicata dalla Banca d’Italia, da queste stesse XX.XX e dalle regole approvate dal Comitato di Basilea 3. La Piattaforma di rinnovo del contratto nazionale delle Banche di Credito Cooperativo è perfettamente integrata in questo scenario ed esprime un profilo di sistema, intendendosi per tale l’ambizione di essere lo strumento di risposta alle giuste rivendicazioni degli oltre 36.000 dipendenti del settore e, al contempo, l’architrave tipo prestazionale di un sistema di relazioni industriali avanzatevarchi con lettura delle targhe dei veicoli, che favorisca il superamento dei limiti e delle contraddizioni da realizzare in merito al “Progetto Sovracomunale di varchi per la lettura targhe nell’area nord della provincia di Cremona” , di seguito definito “Progetto Varchi”. Scopo del sistema medesimo. E’ una proposta che parla alla qualità della vitaè consentire, alle motivazioni nell’ambito delle più generali funzionalità riconducibili agli apparati di varchi, l’intervento dinamico e preventivo delle pattuglie delle Forze dell’Ordine operanti nel controllo del personale, all’identità cooperativa, alla professionalitàterritorio, al coinvolgimento ed al giusto riconoscimento verificarsi dell’allarme generato dal transito di un veicolo in uno dei lavoratoridiversi punti di rilevazione. Ma parla anche alle comunità locali ed alla classe dirigente cooperativa più illuminataL’architettura del sistema è idonea, che considera la cooperazione un valore non retorico e come tale incompatibile con l’autoreferenzialitànella sua rappresentazione progettuale a rendere possibile, in condizioni ordinarie, il paternalismo, il cooperativismo di maniera. Ci rivolgiamo anche a loro ed agli interessi diffusi del credito cooperativo, che deve guardare al lungo periodo con competenza e saggezza imprenditoriale per rappresentare e realizzare una reale, credibile e visibile alternativa al modello dominante di banca- finanziaria spersonalizzata e socialmente ed ambientalmente indifferente e irresponsabileraggiungimento degli obiettivi pre definiti. Il modello sistema deve pertanto prevedere, in primo luogo, l’installazione di banca lettori ottici per il rilevamento delle targhe di veicoli transitanti nei punti strategici che immaginiamo deve possedere queste caratteristiche e perciò deve realizzare sono stati indicati dalle Forze dell’Ordine. Tutti i lettori ottici, attraverso una banca: più trasparente nei costi; più aperta e partecipata nella governance a partire dal coinvolgimento dei dipendenti in una logica rete di democrazia economica; inclusiva nella buona occupazione e nel welfare di sistema; refrattaria alle politiche commerciali aggressive ed alle politiche gestionali e premianti opache e disancorate da una visione di crescita sostenibile e responsabile; adeguata nelle competenze distintive senza importazioni inopportune da altre esperienze e con forti anticorpi contro i comportamenti devianti. E’ questa la banca che può telecomunicazioni, dovranno essere realmente solida e integrata nella propria comunità, autonoma ma non autoreferenziale, solidaristica e sussidiaria.collegati ad

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PREMESSA. La lezione della crisi planetaria esplosa nell’agosto 2007, ha bocciato severamente alle fondamenta l’ideologia che ha consacrato il primato oligarchico dei grandi potentati economico-finanziari e, con loro, dei tanti che ne hanno favorito l’ascesa, la consacrazione e l’impunità. Il fallimento del paradigma liberista fondato sul primato della finanza sull’economia, dell’economia sulla politica, della speculazione sull’investimento, della rendita sul lavoro, dell’indebitamento sulla equità distributiva ci ritorna un monito severo ad intraprendere strade nuove, che archivino, definitivamente quella stagione. La speculazione tuttavia è insaziabile ed eticamente indifferente. La crisi progressivamente crescente e tendenzialmente destabilizzante dei debiti sovrani di Grecia, Portogallo, Irlanda, Spagna ed altri paesi sotto osservazione da parte settore delle istituzione europee ed internazionali è direttamente proporzionale alla feroce dinamica speculativa, che ne aggrava ulteriormente le condizioni. Nel contempo la nuova stagione regolativa europea si presenta attenuata nelle previsioni, che non scalfiscono il modello generativo della crisi, e attardata dalle mille pastoie burocratiche degli egoismi nazionali pari solamente, in termini di miopia, all’incapacità della politica di cogliere le implicazioni profonde di quanto è accaduto. Il sistema bancario italiano è stato meno colpito dagli effetti immediati della crisi finanziariacostruzioni rappresenta nella nostra regione, anche grazie ad se in un miglior radicamento quadro non del tutto omogeneo, soprattutto in provincia di Firenze, un importante elemento di crescita economica e sociale. Questi dati positivi devono trovare ulteriori conferme sia sul territorio integrato da fonti di ricavo più stabili ed alle politiche sindacali concertative, versante degli investimenti che hanno concorso a mitigare della qualificazione del sistema produttivo locale. Determinanti per la “de materializzazione” competitività delle banche italiane tradizionalmente intermediatrici, a favore del modello di banca finanziarizzata che negli Stati Unitiaziende saranno non solo il mercato e i vincoli legislativi e burocratici, ma anche il grado di relazioni che le parti sociali sapranno darsi. Importante sarà anche la sensibilizzazione della Pubblica Amministrazione per dare pratica attuazione a quei provvedimenti che consentono di diffondere la cultura della sicurezza, della legalità e del rispetto dei diritti e delle tutele dei lavoratori. In questo senso devono essere superati i ritardi che impediscono una effettiva messa in Europa rete di tutti gli elementi conoscitivi che servono per contrastare in maniera efficace il lavoro irregolare e la concorrenza sleale fra le imprese. Al riguardo le parti si faranno promotrici, insieme alle altre organizzazioni imprenditoriali, nei confronti di INPS e INAIL di tutte le azioni possibili affinché venga definito in tempi brevi il DOCUMENTO UNICO DI REGOLARITA’ CONTRIBUTIVA (oltre 2.700 mld $) ha richiesto migliaia DURC), sulla base di miliardi analoghe esperienze già concretizzate in altre province italiane e auspicando analoga iniziativa a carattere regionale, compreso l’auspicio della definizione di dollari una legge regionale. Obiettivo principale del DURC è semplificare le procedure richieste alle imprese in fase di denaro pubblico per i salvataggi effettuatiaggiudicazione e realizzazione di appalti pubblici e privati e favorire una competizione fondata sulla qualità organizzativa e progettuale del cantiere e non solo sui minori costi, riconducendo tutto il settore all’osservanza delle regole della competizione e del rispetto delle normative di legge, contrattuali e contributive. Le banche Inoltre la strutturale carenza di credito cooperativo sono rimaste complessivamente al riparo dalla finanza creativa ed hanno sostenuto l’economia reale svolgendo mano d’opera che si registra nella nostra provincia determina, in alcuni casi, un freno allo sviluppo delle imprese. Il crescente impiego di lavoratori “non locali” deve essere visto come una funzione anticiclica opportunità da consolidare attraverso adeguate e assumendone, almeno in parte, anche le difficoltà che hanno contribuito ad evidenziare dei limiti spesso antecedenticoncrete politiche di accoglienza. A questi risultati hanno contribuitotal fine la Sezione edilizia dell’Associazione degli Industriali di Firenze e FENEAL (UIL), insieme allo storico radicamento territoriale delle banche FILCA (CISL) e FILLEA (CGIL) della provincia di credito cooperativo e ad una vigilanza prudenziale particolarmente rigorosa, le relazioni sindacali ed i Contratti di lavoro sottoscritti tra le Parti. Ora, per le BCC, è giunto il tempo delle scelte perché in occasione delle grandi discontinuità storiche l’immobilismo, o il dinamismo formale, corrispondono ad un inevitabile arretramento. Dovranno quindi attrezzarsi per superare i propri limiti strutturali sul fronte della Governance, dei controlli, del presidio dell’identità, della razionalizzazione dell’informatica, dell’adeguatezza manageriale, della creazione di strumenti di sistema e di servizio efficienti a partire dai vari livelli della federazione, dalle “fabbriche” e dalle stesse Banche di Credito Cooperativo nella direzione più volte indicata dalla Banca d’Italia, da queste stesse XX.XX e dalle regole approvate dal Comitato di Basilea 3. La Piattaforma di rinnovo del contratto nazionale delle Banche di Credito Cooperativo è perfettamente integrata in questo scenario ed esprime un profilo di sistema, intendendosi per tale l’ambizione di essere lo strumento di risposta alle giuste rivendicazioni degli oltre 36.000 dipendenti del settore e, al contempo, l’architrave di Firenze sono convinte che un sistema evoluto di relazioni industriali avanzatenon possa prescindere da bilaterali esperienze di informazione, partecipazione e concertazione. Le parti ritengono altresì, attraverso la ricerca di convergenze nell’analisi dei problemi e la individuazione di possibili soluzioni, di valorizzare le potenzialità del sistema produttivo occupazionale edile. Rispetto a ciò le parti concordano sull’importanza di un tavolo sulle grandi opere programmate e più in generale sulle caratteristiche dell’edilizia fiorentina per il monitoraggio delle risorse professionali e dei profili necessari con l’obiettivo di programmare strumenti e politiche attive del lavoro per il settore delle costruzioni in provincia di Firenze, che favorisca il superamento consentirà, attraverso un’attenta lettura dei limiti e delle contraddizioni del sistema medesimo. E’ una proposta che parla alla qualità della vitadati, alle motivazioni del personaleimprese di affrontare, all’identità cooperativaopportunamente attrezzate, alla professionalitàle difficoltà o di mettere a frutto una strategia per elevare il livello di professionalità e produttività della risorsa lavoro. Le parti ribadiscono la necessità di interventi tesi a migliorare e consolidare le condizioni economiche e finanziarie delle imprese, ad elevare il loro grado di competitività, anche al coinvolgimento ed al giusto riconoscimento dei lavoratorifine di salvaguardare l’occupazione. Ma parla anche alle comunità locali ed alla classe dirigente cooperativa più illuminataDa quanto sopra le parti ritengono necessario procedere con coerenza su obiettivi, individuati come prioritari, e che considera la cooperazione un valore non retorico risulteranno vincenti nel futuro. La Sezione edilizia di AIF e come tale incompatibile con l’autoreferenzialità, il paternalismo, il cooperativismo le XX.XX di maniera. Ci rivolgiamo anche a loro ed agli interessi diffusi del credito cooperativo, che deve guardare al lungo periodo con competenza e saggezza imprenditoriale per rappresentare e realizzare una reale, credibile e visibile alternativa al modello dominante di banca- finanziaria spersonalizzata e socialmente ed ambientalmente indifferente e irresponsabile. Il modello di banca che immaginiamo deve possedere queste categoria intendono definire le caratteristiche e perciò deve realizzare le finalità di cui sopra, attraverso la pratica del dialogo sociale e della concertazione con le Istituzioni, avente per oggetto argomenti sui quali è stata raggiunta una banca: più trasparente nei costi; più aperta e partecipata nella governance a partire dal convergenza tra le parti. Pertanto per perseguire tale obiettivo, le parti individuano nelle seguenti materie il coinvolgimento dei dipendenti in una logica di democrazia economica; inclusiva nella buona occupazione e nel welfare di sistema; refrattaria alle politiche commerciali aggressive ed alle politiche gestionali e premianti opache e disancorate da una visione di crescita sostenibile e responsabile; adeguata nelle competenze distintive senza importazioni inopportune da altre esperienze e con forti anticorpi contro i comportamenti devianti. E’ questa la banca che può essere realmente solida e integrata nella propria comunità, autonoma ma non autoreferenziale, solidaristica e sussidiaria.delle Istituzioni interessate:

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Samples: Accordo Di Rinnovo Del Contratto Collettivo Provinciale Di Lavoro Integrativo Del Contratto Nazionale Di Lavoro 29 Gennaio 2000 Per I Dipendenti Delle Imprese Edili Ed Affini Da Valere Per La Provincia Di Firenze

PREMESSA. La lezione riforma della legge fallimentare ha rinnovato le vesti della fase di liquidazione dell’attivo fallimentare, rendendo inattuali i modelli interpretativi che dall’entrata in vigore della legge fallimentare si sono andati consolidando. Nel sistema previgente le vendite fallimentari erano parificate alle vendite effettuate in sede di espropriazione forzata: l’ombra del processo involgeva ogni atto e non vi era alcuno spazio per un concreto operare dell’autonomia contrattuale. Infatti, la legge fallimentare del 1942 mirava ad assicurare una disciplina in grado di fornire, in una situazione di deconfiture dell’impresa, una tutela esecutiva dei creditori in una forma che assicurasse nel maggior grado la par condicio. L’opzione di fondo seguita dal legislatore della riforma è stata invece quella di perseguire, anche nel corso del fallimento, per quanto possibile, la sopravvivenza dei valori organizzativi residui dell’impresa insolvente. Il contesto nel quale è maturato il processo riformatore ha visto l’interiorizzazione della profonda trasformazione intervenuta nella gestione dell’economia e dell’attività economica, che, attraverso il nuovo diritto societario e della crisi planetaria esplosa nell’agosto 2007d’impresa, ha bocciato severamente alle fondamenta l’ideologia che ha consacrato il primato oligarchico dei grandi potentati economico-finanziari ecom’è stato scritto, con loroxxxxxx e vuole marciare dietro la bandiera dell’autonomia privata. La fase di liquidazione risulta quindi, a seguito della riforma, tendenzialmente ‘affrancata’ dalle rigide forme dell’esecuzione forzata regolate dal codice di procedura civile e punta alla conservazione, anziché alla dispersione, dei tanti valori insiti nell’impresa, in vista di una maggior tutela degli interessi generali coinvolti e specificamente della miglior tutela dei creditori, attraverso la valorizzazione degli organismi produttivi e dei patrimoni. IL NUOVO DIRITT O DELLE SOCIET À – N. 21/2013 Si tratta di una tendenza che ne hanno favorito l’ascesatrova radici e ramificazioni anche in Europa, la consacrazione laddove numerosi sono i modelli proposti per mantenere e l’impunitàrisanare le imprese decotte. Il fallimento del paradigma liberista fondato sul primato Sicuramente risultano privilegiate - anche in Italia - le soluzioni stragiudiziali o ‘concordate’ della finanza sull’economia, dell’economia sulla politica, della speculazione sull’investimento, della rendita sul lavoro, dell’indebitamento sulla equità distributiva ci ritorna un monito severo ad intraprendere strade nuovecrisi, che archivinolasciano all’autonomia negoziale delle parti il riassetto dei propri rapporti, definitivamente quella stagionema, come oggi si ritiene, anche da una procedura a stampo liquidatorio si possono raggiungere quegli obiettivi di salvaguardia e risanamento dei valori aziendali che fungono da priorità sui tavoli dei legislatori oggi alle prese con un sistema economico in un momento di grande impasse. La speculazione tuttavia L’art. 107 l. fall. ha introdotto una sorta di doppio binario: da un lato i negozi di trasferimento da compiersi dal curatore nel rispetto delle procedure competitive, dall’altro, quale retaggio del previgente sistema, così come reso ancora possibile espressamente dal secondo comma, dal giudice delegato “secondo le disposizioni del codice di procedura in quanto compatibili”. Si tratta di due opzioni che prescindono dalla natura del bene oggetto di alienazione (che, a differenza del passato, non orienta la tipologia di vendita): la scelta spetta al curatore, che, nell’ottica di una gestione ‘manageriale’ dell’insolvenza, dovrà già darne atto nel programma di liquidazione, da redigersi in termini strettissimi dalla dichiarazione di fallimento. Alla luce delle caratteristiche di dinamicità, flessibilità, rapidità che la modalità ‘competitiva’ offre, si è insaziabile ed eticamente indifferente. La crisi progressivamente crescente e tendenzialmente destabilizzante dei debiti sovrani riconosciuto che oggi effettuare le vendite in sede fallimentare con le modalità dettate dal codice di Grecia, Portogallo, Irlanda, Spagna ed altri paesi sotto osservazione da parte delle istituzione europee ed internazionali è direttamente proporzionale alla feroce dinamica speculativa, che ne aggrava ulteriormente le condizioni. Nel contempo la nuova stagione regolativa europea si presenta attenuata nelle previsioniprocedura civile costituisce sì un’opzione legittima ma di grado subordinato, che non scalfiscono il modello generativo della crisitrova quasi più riscontro nella prassi, e attardata dalle mille pastoie burocratiche degli egoismi nazionali pari solamente, risultando molto meno ‘allettante’ in termini di miopiatempi, all’incapacità della politica costi e realizzo. Questo secondo tipo di cogliere le implicazioni profonde di quanto è accaduto. Il sistema bancario italiano è stato meno colpito dagli effetti immediati della crisi finanziaria, anche grazie ad un miglior radicamento sul territorio integrato da fonti di ricavo più stabili ed alle politiche sindacali concertativevendite, che hanno concorso a mitigare la “viene effettuato da parte del giudice delegato e non del curatore, nelle forme dell’esecuzione forzata, si ritiene un retaggio del previgente sistema1: non si condivide infatti l’opinione di chi afferma che tali modalità costituiscano procedure competitive juris et de materializzazione” delle banche italiane tradizionalmente intermediatrici, a favore del modello di banca finanziarizzata che negli Stati Uniti, ma anche in Europa (oltre 2.700 mld $) ha richiesto migliaia di miliardi di dollari di denaro pubblico per i salvataggi effettuati. Le banche di credito cooperativo sono rimaste complessivamente al riparo dalla finanza creativa ed hanno sostenuto l’economia reale svolgendo una funzione anticiclica e assumendone, almeno in parte, anche le difficoltà che hanno contribuito ad evidenziare dei limiti spesso antecedenti. A questi risultati hanno contribuito, insieme allo storico radicamento territoriale delle banche di credito cooperativo e ad una vigilanza prudenziale particolarmente rigorosa, le relazioni sindacali ed i Contratti di lavoro sottoscritti tra le Parti. Ora, per le BCC, è giunto il tempo delle scelte perché in occasione delle grandi discontinuità storiche l’immobilismo, o il dinamismo formale, corrispondono ad un inevitabile arretramento. Dovranno quindi attrezzarsi per superare i propri limiti strutturali sul fronte della Governance, dei controlli, del presidio dell’identità, della razionalizzazione dell’informatica, dell’adeguatezza manageriale, della creazione di strumenti di sistema e di servizio efficienti a partire dai vari livelli della federazione, dalle “fabbriche” e dalle stesse Banche di Credito Cooperativo nella direzione più volte indicata dalla Banca d’Italia, da queste stesse XX.XX e dalle regole approvate dal Comitato di Basilea 3. La Piattaforma di rinnovo del contratto nazionale delle Banche di Credito Cooperativo è perfettamente integrata in questo scenario ed esprime un profilo di sistema, intendendosi per tale l’ambizione di essere lo strumento di risposta alle giuste rivendicazioni degli oltre 36.000 dipendenti del settore e, al contempo, l’architrave di un sistema di relazioni industriali avanzate, che favorisca il superamento dei limiti e delle contraddizioni del sistema medesimo. E’ una proposta che parla alla qualità della vita, alle motivazioni del personale, all’identità cooperativa, alla professionalità, al coinvolgimento ed al giusto riconoscimento dei lavoratori. Ma parla anche alle comunità locali ed alla classe dirigente cooperativa più illuminata, che considera la cooperazione un valore non retorico e come tale incompatibile con l’autoreferenzialità, il paternalismo, il cooperativismo di maniera. Ci rivolgiamo anche a loro ed agli interessi diffusi del credito cooperativo, che deve guardare al lungo periodo con competenza e saggezza imprenditoriale per rappresentare e realizzare una reale, credibile e visibile alternativa al modello dominante di banca- finanziaria spersonalizzata e socialmente ed ambientalmente indifferente e irresponsabile. Il modello di banca che immaginiamo deve possedere queste caratteristiche e perciò deve realizzare una banca: più trasparente nei costi; più aperta e partecipata nella governance a partire dal coinvolgimento dei dipendenti in una logica di democrazia economica; inclusiva nella buona occupazione e nel welfare di sistema; refrattaria alle politiche commerciali aggressive ed alle politiche gestionali e premianti opache e disancorate da una visione di crescita sostenibile e responsabile; adeguata nelle competenze distintive senza importazioni inopportune da altre esperienze e con forti anticorpi contro i comportamenti devianti. E’ questa la banca che può essere realmente solida e integrata nella propria comunità, autonoma ma non autoreferenziale, solidaristica e sussidiariajure2.

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PREMESSA. I decreti legge n. 18/2020 (c.d. “Cura Italia”) e n. 34/2020 (c.d. “Rilancio”)1 (di seguito, anche “Decreti”) hanno introdotto nell’ordinamento italiano misure fiscali di incentivazione connesse sia con spese per investimenti (es. eco e sismabonus) sia con spese correnti (es. canoni di locazione di locali ad uso non abitativo). Tali incentivi fiscali si applicano a famiglie o imprese, sono commisurati a una percentuale della spesa sostenuta (che in alcuni casi raggiunge anche il 110%) e sono erogati sotto forma di crediti d’imposta o di detrazioni d’imposta (trasformabili su opzione in crediti d’imposta). Per l’eco e il sisma- bonus, oltre che per gli altri incentivi per interventi edilizi, è possibile usufruire dell’incentivo anche tramite sconto sul corrispettivo dovuto al fornitore, al quale verrà riconosciuto un credito d’imposta. La lezione maggior parte dei crediti d’imposta oggetto delle misure d’incentivo sono cedibili a terzi acquirenti, che li utilizzeranno secondo la specifica disciplina prevista. Si tratta, infatti, di crediti d’imposta di natura agevolativa, per i quali, diversamente da quelli derivanti da pagamenti d’imposta eccedenti, le relative modalità di utilizzo vengono di volta in volta definite dalle disposizioni che li introducono. Nello specifico, i detentori di questi crediti possono utilizzarli in compensazione di imposte e contributi, secondo le medesime regole previste per il beneficiario originario, oppure possono ulteriormente cederli (in tutto o in parte) a terzi. Nessuno dei crediti in esame è rimborsabile (in tutto o in parte) direttamente dallo Stato. Inoltre, a seconda della crisi planetaria esplosa nell’agosto 2007fattispecie, ha bocciato severamente alle fondamenta l’ideologia che ha consacrato il primato oligarchico dei grandi potentati economico-finanziari ei crediti possono essere utilizzati in compensazione (ad esempio, con loroentro un anno oppure in 5 o 10 quote annuali), dei tanti che ne hanno favorito l’ascesasenza possibilità di riportare a nuovo, né chiedere a rimborso, la consacrazione e l’impunitàquota parte non compensata nell’anno di riferimento per motivi di incapienza. Il fallimento del paradigma liberista fondato sul primato della finanza sull’economiaTali misure hanno di fatto ampliato il perimetro dei crediti d’imposta acquistabili dagli operatori, dell’economia sulla politica, della speculazione sull’investimento, della rendita sul lavoro, dell’indebitamento sulla equità distributiva ci ritorna un monito severo ad intraprendere strade nuoveper i quali sono attualmente previste differenti modalità di utilizzo, che archivino, definitivamente quella stagione. La speculazione tuttavia è insaziabile ed eticamente indifferente. La crisi progressivamente crescente e tendenzialmente destabilizzante dei debiti sovrani di Grecia, Portogallo, Irlanda, Spagna ed altri paesi sotto osservazione da parte delle istituzione europee ed internazionali è direttamente proporzionale alla feroce dinamica speculativa, che ne aggrava ulteriormente le condizioni. Nel contempo la nuova stagione regolativa europea si presenta attenuata nelle previsioni, che non scalfiscono il modello generativo della crisi, e attardata dalle mille pastoie burocratiche degli egoismi nazionali pari solamente, in termini di miopia, all’incapacità della politica di cogliere le implicazioni profonde di quanto è accaduto. Il sistema bancario italiano è stato meno colpito dagli effetti immediati della crisi finanziaria, anche grazie ad un miglior radicamento sul territorio integrato da fonti di ricavo più stabili ed alle politiche sindacali concertative, che hanno concorso a mitigare la “de materializzazione” delle banche italiane tradizionalmente intermediatrici, a favore del modello di banca finanziarizzata che negli Stati Uniti, ma anche in Europa (oltre 2.700 mld $) ha richiesto migliaia di miliardi di dollari di denaro pubblico per i salvataggi effettuati. Le banche di credito cooperativo sono rimaste complessivamente al riparo vanno dalla finanza creativa ed hanno sostenuto l’economia reale svolgendo una funzione anticiclica e assumendone, almeno in parte, anche le difficoltà che hanno contribuito ad evidenziare dei limiti spesso antecedenti. A questi risultati hanno contribuito, insieme allo storico radicamento territoriale delle banche di credito cooperativo e ad una vigilanza prudenziale particolarmente rigorosa, le relazioni sindacali ed i Contratti di lavoro sottoscritti tra le Parti. Ora, per le BCC, è giunto il tempo delle scelte perché in occasione delle grandi discontinuità storiche l’immobilismo, o il dinamismo formale, corrispondono ad un inevitabile arretramento. Dovranno quindi attrezzarsi per superare i propri limiti strutturali sul fronte della Governance, dei controlli, del presidio dell’identità, della razionalizzazione dell’informatica, dell’adeguatezza manageriale, della creazione di strumenti di sistema e di servizio efficienti a partire dai vari livelli della federazione, dalle “fabbriche” e dalle stesse Banche di Credito Cooperativo nella direzione più volte indicata dalla Banca d’Italia, da queste stesse XX.XX e dalle regole approvate dal Comitato di Basilea 3. La Piattaforma di rinnovo del contratto nazionale delle Banche di Credito Cooperativo è perfettamente integrata in questo scenario ed esprime un profilo di sistema, intendendosi per tale l’ambizione di essere lo strumento di risposta alle giuste rivendicazioni degli oltre 36.000 dipendenti del settore e, al contempo, l’architrave di un sistema di relazioni industriali avanzate, che favorisca il superamento dei limiti e delle contraddizioni del sistema medesimo. E’ una proposta che parla alla qualità della vita, alle motivazioni del personale, all’identità cooperativacompensazione, alla professionalità, al coinvolgimento ed al giusto riconoscimento dei lavoratori. Ma parla cedibilità e in alcuni casi anche alle comunità locali ed alla classe dirigente cooperativa più illuminata, che considera la cooperazione un valore non retorico e come tale incompatibile con l’autoreferenzialità, possibilità di richiedere il paternalismo, il cooperativismo di maniera. Ci rivolgiamo anche a loro ed agli interessi diffusi del credito cooperativo, che deve guardare al lungo periodo con competenza e saggezza imprenditoriale per rappresentare e realizzare una reale, credibile e visibile alternativa al modello dominante di banca- finanziaria spersonalizzata e socialmente ed ambientalmente indifferente e irresponsabile. Il modello di banca che immaginiamo deve possedere queste caratteristiche e perciò deve realizzare una banca: più trasparente nei costi; più aperta e partecipata nella governance a partire dal coinvolgimento dei dipendenti in una logica di democrazia economica; inclusiva nella buona occupazione e nel welfare di sistema; refrattaria alle politiche commerciali aggressive ed alle politiche gestionali e premianti opache e disancorate da una visione di crescita sostenibile e responsabile; adeguata nelle competenze distintive senza importazioni inopportune da altre esperienze e con forti anticorpi contro i comportamenti devianti. E’ questa la banca che può essere realmente solida e integrata nella propria comunità, autonoma ma non autoreferenziale, solidaristica e sussidiariarimborso all’Erario.

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PREMESSA. La lezione Il confronto sul rinnovo del contratto collettivo nazionale di lavoro, conclusosi prima dell’evento pandemico, si è sviluppato in un contesto caratterizzato dal perma- nere di una politica monetaria espansiva con effetti sui tassi di interesse, da continui interventi regolamentari, dalla variazione dello scenario congiunturale sia a livello Paese che all’estero, con una elevata incertezza della crisi planetaria esplosa nell’agosto 2007politica internazionale. Inoltre, ha bocciato severamente alle fondamenta l’ideologia che ha consacrato la stessa fase si è caratterizzata per l’economia nazionale con indici dei consumi e investimenti che, seppur in netta ripresa, non hanno ancora raggiunto i livelli pre-crisi. In tale situazione assume ancor maggior rilievo il primato oligarchico ruolo delle imprese di credito e finanziarie nel favorire la crescita e lo sviluppo del Paese attraverso la tutela del risparmio e il sostegno all’economia delle famiglie, delle imprese e dei grandi potentati economico-finanziari territori. In questa prospettiva assume rilievo anche il rafforzamento della competitività delle imprese bancarie e finanziarie in uno scenario connotato dal rapido diffondersi di nuove tecnologie e della digitalizzazione, che, da una parte, apre il mercato a nuovi operatori e, dall’altra, comporta una rapida evoluzione nei comportamenti della clientela, con loro, dei tanti una conseguente differenziazione nei modelli di business. È condivisa la consapevolezza che ne hanno favorito l’ascesa, la consacrazione e l’impunità. Il fallimento del paradigma liberista fondato sul primato della finanza sull’economia, dell’economia sulla politica, della speculazione sull’investimento, della rendita sul lavoro, dell’indebitamento sulla equità distributiva ci ritorna un monito severo ad intraprendere strade nuove, che archivino, definitivamente quella stagione. La speculazione tuttavia è insaziabile ed eticamente indifferente. La crisi progressivamente crescente e tendenzialmente destabilizzante dei debiti sovrani di Grecia, Portogallo, Irlanda, Spagna ed altri paesi sotto osservazione da parte delle istituzione europee ed internazionali è direttamente proporzionale alla feroce dinamica speculativa, che ne aggrava ulteriormente le condizioni. Nel contempo la nuova stagione regolativa europea si presenta attenuata nelle previsioni, che non scalfiscono il modello generativo della crisi, e attardata dalle mille pastoie burocratiche degli egoismi nazionali pari solamente, in termini di miopia, all’incapacità della politica di cogliere le implicazioni profonde di quanto è accaduto. Il sistema bancario italiano è stato meno colpito dagli effetti immediati della crisi finanziaria, anche grazie ad un miglior radicamento sul territorio integrato da fonti di ricavo più stabili ed alle politiche sindacali concertative, che hanno concorso a mitigare la “de materializzazione” delle banche italiane tradizionalmente intermediatrici, a favore del modello di banca finanziarizzata che negli Stati Uniti, ma anche in Europa (oltre 2.700 mld $) ha richiesto migliaia di miliardi di dollari di denaro pubblico per i salvataggi effettuati. Le banche di credito cooperativo sono rimaste complessivamente al riparo dalla finanza creativa ed hanno sostenuto l’economia reale svolgendo una funzione anticiclica e assumendone, almeno in parte, anche le difficoltà che hanno contribuito ad evidenziare dei limiti spesso antecedenti. A questi risultati hanno contribuito, insieme allo storico radicamento territoriale delle banche di credito cooperativo e ad una vigilanza prudenziale particolarmente rigorosa, le relazioni sindacali ed i Contratti contratto collettivo nazionale di lavoro sottoscritti possa fornire a tutti gli operatori un quadro di regole omogeneo e la disponibilità degli stru- menti per affrontare le sfide competitive secondo il proprio approccio al mercato. Si è quindi sviluppata una riflessione comune tra le Parti. Ora, Parti – sulla base della piat- taforma per le BCC, è giunto il tempo delle scelte perché in occasione delle grandi discontinuità storiche l’immobilismo, o il dinamismo formale, corrispondono ad un inevitabile arretramento. Dovranno quindi attrezzarsi per superare i propri limiti strutturali sul fronte della Governance, dei controlli, del presidio dell’identità, della razionalizzazione dell’informatica, dell’adeguatezza manageriale, della creazione di strumenti di sistema e di servizio efficienti a partire dai vari livelli della federazione, dalle “fabbriche” e dalle stesse Banche di Credito Cooperativo nella direzione più volte indicata dalla Banca d’Italia, da queste stesse XX.XX e dalle regole approvate dal Comitato di Basilea 3. La Piattaforma di rinnovo del contratto nazionale presentata dalle Organizzazioni sinda- cali – sulla valorizzazione delle Banche persone e delle loro professionalità, interessate da importanti cambiamenti, per definire un nuovo contratto che – da una parte – sappia parlare alle nuove generazioni e attrarre le nuove competenze, e – dall’altra – rafforzi l’attenzione verso le colleghe e i colleghi che già lavorano in banca, ricercando solu- zioni che sappiano rendere positivi i possibili cambiamenti. La condivisa centralità del contratto collettivo nazionale di Credito Cooperativo lavoro ha trovato con- creta testimonianza negli accordi di percorso che hanno garantito l’applicazione del ccnl 31 marzo 2015 fino alla definizione dell’Accordo di rinnovo e la saldatura tra gli stessi, nonché nella conferma degli assetti contrattuali definiti negli accordi di setto- re, nell’ambito di un consolidato sistema di relazioni sindacali coerente alle esigenze, delle lavoratrici, dei lavoratori, delle imprese e delle Parti stipulanti. Il negoziato sul rinnovo del contratto nazionale di lavoro è perfettamente integrata stato quindi orientato a definire un Accordo idoneo a rafforzare il “patto sociale”, valorizzando e tutelando le persone, anche in questo scenario ed esprime un profilo una prospettiva di sistemainclusione sociale con particolare attenzione alla parità di genere e generazionale, intendendosi individuando il punto di equilibrio sostenibile tra la tutela del potere di acquisto della retribuzione e gli equilibri economici delle banche, nonché ricercando, nel contempo, misure sostenibili di flessibilità e compe- titività per tale l’ambizione le imprese, che rappresentano requisiti necessari affinché l’industria ban- caria continui a svolgere efficacemente il proprio ruolo di essere lo strumento sostegno all’economia. Particolare attenzione ha rivestito il tema dell’innovazione tecnologica e dei rela- xxxx impatti sul settore, considerata la sua trasversalità rispetto a molte delle materie oggetto del rinnovo, e fattore determinante per assicurare la competitività delle ban- che e la loro capacità di risposta alle giuste rivendicazioni degli oltre 36.000 dipendenti del settore e, al contempo, l’architrave mutate esigenze della clientela. Il presente contratto nazionale di lavoro rappresenta un sistema ulteriore elemento della consolidata esperienza positiva di relazioni industriali avanzatesindacali nel settore, che favorisca realizzato in conti- nuità con il superamento raggiungimento anche di altre recenti importanti intese su tematiche di rilievo quali le politiche commerciali e l’organizzazione del lavoro, con l’Accordo 8 febbraio 2017, la disciplina in materia di libertà sindacali, con l’Accordo 25 febbraio 2019, e la Dichiarazione congiunta in materia di molestie e violenze di genere sui luoghi di lavoro del 12 febbraio 2019. Tale modello di confronto ha trovato successiva, ulteriore conferma nel periodo intercorrente tra l’Accordo di rinnovo e la definizione del testo coordinato, caratteriz- zato dalla diffusione del virus SARS-CoV-2/COVID-19, in cui le stesse Parti stipu- lanti il contratto nazionale di lavoro hanno individuato le misure necessarie alla prio- ritaria salvaguardia della salute e sicurezza delle persone (dipendenti e clienti), anche avvalendosi delle novità introdotte dall’Accordo di rinnovo e hanno consentito la continuità nei servizi bancari, finanziari e assicurativi in sicurezza – come previsto dai provvedimenti normativi tempo per tempo adottati dalle competenti autorità – in ragione del ruolo di infrastruttura strategica per il Paese, garantendo l’importante sostegno all’economia delle famiglie, dei limiti territori e delle contraddizioni imprese, colpite dagli effetti anche sociali dell’emergenza sanitaria e che al momento della sottoscrizione del sistema medesimocon- tratto nazionale si trova a fronteggiare una straordinaria emergenza internazionale connessa ai drammatici eventi bellici. E’ * * * Il presente contratto collettivo nazionale di lavoro per i quadri direttivi e le aree professionali – che costituisce una proposta che parla alla qualità della vita, alle motivazioni del personale, all’identità cooperativa, alla professionalità, al coinvolgimento ed al giusto riconoscimento dei lavoratori. Ma parla anche alle comunità locali ed alla classe dirigente cooperativa più illuminata, che considera la cooperazione un valore non retorico normazione unitaria e come tale incompatibile con l’autoreferenzialità, il paternalismo, il cooperativismo di maniera. Ci rivolgiamo anche a loro ed agli interessi diffusi del credito cooperativo, che deve guardare al lungo periodo con competenza e saggezza imprenditoriale per rappresentare e realizzare una reale, credibile e visibile alternativa al modello dominante di banca- finanziaria spersonalizzata e socialmente ed ambientalmente indifferente e irresponsabile. Il modello di banca che immaginiamo deve possedere queste caratteristiche e perciò deve realizzare una banca: più trasparente nei costi; più aperta e partecipata nella governance a partire dal coinvolgimento dei dipendenti inscindibile – è strutturato in una logica di democrazia economica; inclusiva nella buona occupazione e nel welfare di sistema; refrattaria parte generale, comune alle politiche commerciali aggressive diverse componenti professionali, ed in due distinte discipline dedicate alle politiche gestionali e premianti opache e disancorate da una visione di crescita sostenibile e responsabile; adeguata nelle competenze distintive senza importazioni inopportune da altre esperienze e con forti anticorpi contro i comportamenti deviantirispettive specificità. E’ questa la banca che può essere realmente solida e integrata nella propria comunitàLe imprese cui si applica il presente contratto sono quelle indicate nell’elenco allegato (all. n. 1). L’ABI si impegna a fornire alle organizzazioni sindacali stipulanti l’elenco aggior- nato delle imprese destinatarie del contratto stesso, autonoma ma non autoreferenziale, solidaristica e sussidiarianonché le successive variazioni.

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Samples: Contratto Collettivo Nazionale Di Lavoro Per I Quadri Diretti Vi E Per Il Personale Delle Aree Professionali Dipendenti Dalle Imprese Creditizie, Finanziarie E Strumentali

PREMESSA. Le Società del Gruppo CORAM realizzano prodotti di sicurezza per autoveicoli medio-pesanti e speciali, utilizzati dai principali produttori mondiali di autocarri, macchine movimento terra, macchine agricole, carrelli elevatori, e altri veicoli speciali. I nostri prodotti non si integrano semplicemente con altri per formare un veicolo, ma assolvono funzioni primarie come sterzare e frenare, sostenere e sollevare. Qualora i nostri prodotti non funzionassero correttamente, i consumatori avrebbero un’immediata percezione di pericolosità nell’utilizzo del veicolo, e potrebbero subire o causare danni considerevoli. Siamo quindi consapevoli che dalla qualità e sicurezza dei nostri prodotti dipende la vita dei conducenti degli autoveicoli sui quali sono montati, pertanto è fondamentale per tutti noi, che lavoriamo nel Gruppo CORAM, avere coscienza di questo aspetto, lavorando tutti i giorni con cura, nel rispetto delle procedure stabilite. La lezione nostra Mission è di realizzare prodotti automotive innovativi di straordinaria sicurezza ed affidabilità. Vogliamo essere riconosciuti nel mondo per la nostra serietà, l'efficienza della crisi planetaria esplosa nell’agosto 2007nostra organizzazione e la qualità dei nostri prodotti. Il Gruppo CORAM ha il dovere sociale di proteggere i consumatori dai rischi d’incidente durante la guida degli autoveicoli, ha bocciato severamente alle fondamenta l’ideologia pertanto l’insieme degli stakeholders, sia interni (azionisti, management, personale dipendente) che ha consacrato il primato oligarchico dei grandi potentati esterni (clienti e fornitori attuali e potenziali, finanziatori, creditori, istituzioni pubbliche e collettività), coinvolti nella realizzazione della predetta missione, attribuisce sempre più valore, oltre che al risultato economico-finanziari , ad aspetti come la qualità, l’immagine, l’affidabilità e, con loro, dei tanti che ne hanno favorito l’ascesapiù in generale, la consacrazione e l’impunità. Il fallimento del paradigma liberista fondato sul primato della finanza sull’economia, dell’economia sulla politica, della speculazione sull’investimento, della rendita sul lavoro, dell’indebitamento sulla equità distributiva ci ritorna un monito severo ad intraprendere strade nuove, che archivino, definitivamente quella stagione. La speculazione tuttavia è insaziabile ed eticamente indifferente. La crisi progressivamente crescente e tendenzialmente destabilizzante dei debiti sovrani di Grecia, Portogallo, Irlanda, Spagna ed altri paesi sotto osservazione da parte delle istituzione europee ed internazionali è direttamente proporzionale alla feroce dinamica speculativa, che ne aggrava ulteriormente le condizioni. Nel contempo la nuova stagione regolativa europea si presenta attenuata nelle previsioni, che non scalfiscono il modello generativo della crisi, e attardata dalle mille pastoie burocratiche degli egoismi nazionali pari solamente, reputazione dell’impresa in termini di miopiaresponsabilità etica, all’incapacità della politica sociale ed ambientale. Per instaurare e mantenere un rapporto di cogliere fiducia tra il Gruppo e i suoi stakeholders s’impone, innanzitutto, il costante rispetto delle leggi, nella consapevolezza che le implicazioni profonde regole giuridiche possono, comunque, non essere sufficienti e che devono essere affiancate da un complesso di quanto è accadutoprincipi etici generali e specifici, idonei ad orientare i comportamenti e le scelte individuali e collettive per il miglior perseguimento degli interessi coinvolti. Assume quindi assoluto rilievo l’etica per orientare i comportamenti degli organi sociali, del management, del personale dipendente e dei collaboratori esterni oltre alle norme ed alle procedure aziendali. L’esistenza e l’osservanza di questo insieme di regole etiche consente al Gruppo CORAM di esercitare il proprio ruolo responsabilmente, realizzando prodotti e servizi di qualità, e facilitando il lavoro di squadra. Il sistema bancario italiano è stato meno colpito dagli effetti immediati della crisi finanziariaCodice Etico deve essere interpretato come una “carta dei diritti e dei doveri fondamentali” attraverso la quale il Gruppo CORAM enuncia e chiarisce le proprie responsabilità ed impegni etico/sociali verso i vari stakeholders interni ed esterni, anche grazie ad alla luce delle previsioni del D.Lgs. 231/2001 per l’Italia ed analoghe per gli stabilimenti situati negli altri stati, rendendo note le “regole del gioco”. Il presente Codice Etico impegna gli organi sociali, il management, il personale dipendente, i collaboratori esterni, i partner commerciali, i fornitori e tutti coloro che intrattengono rapporti con il Gruppo CORAM. Al Codice vengono attribuite: • una funzione di legittimazione: il Codice esplicita i doveri e le responsabilità del Gruppo nei confronti degli stakeholders affinché questi ultimi possano ritrovare in esso un miglior radicamento sul territorio integrato da fonti riconoscimento delle loro aspettative; • una funzione cognitiva: il Codice, attraverso l’enunciazione di ricavo più stabili principi astratti e generali e di regole di comportamento, consente di riconoscere i comportamenti non etici e di indicare le corrette modalità di esercizio delle funzioni e dei poteri attribuiti a ciascuno; • una funzione preventiva: la codificazione dei principi etici di riferimento e delle regole di comportamento basilari cui tutti gli stakeholders devono uniformarsi, costituisce l’espressa dichiarazione dell’impegno serio ed alle politiche sindacali concertativeeffettivo del Gruppo a rendersi garante della legalità della propria attività, con particolare riferimento alla prevenzione degli illeciti; • una funzione d’incentivo: il Codice, imponendo l’osservanza dei principi e delle regole in esso contenute, contribuisce allo sviluppo di una coscienza etica e rafforza la reputazione del Gruppo ed il rapporto di fiducia con gli stakeholders. Analogamente, dall’osservanza dei principi e delle norme del Codice, dipende la reputazione di tutto il management e del personale dipendente e il rapporto di fiducia reciproca tra questi e la Società di appartenenza. Il Codice Etico del Gruppo è articolato in: • disposizioni comuni, che hanno concorso definiscono i destinatari del Codice, gli obblighi del Gruppo e del suo personale, la valenza da attribuire al Codice nei confronti di terzi, il valore contrattuale del Codice; • principi etici di Gruppo, che definiscono i valori di riferimento nelle attività di ciascuna Società del Gruppo; • norme e standard di comportamento, che definiscono linee guida che devono orientare, sulla base dei principi etici e al di là della osservanza delle leggi, i comportamenti di tutto il personale del Gruppo, con particolare riguardo a mitigare la “de materializzazione” delle banche italiane tradizionalmente intermediatrici, a favore del modello di banca finanziarizzata che negli Stati Uniti, ma anche in Europa (oltre 2.700 mld $) ha richiesto migliaia di miliardi di dollari di denaro pubblico per i salvataggi effettuati. Le banche di credito cooperativo sono rimaste complessivamente al riparo dalla finanza creativa ed hanno sostenuto l’economia reale svolgendo una funzione anticiclica e assumendone, almeno in parte, anche le difficoltà coloro che hanno contribuito ad evidenziare dei limiti spesso antecedenti. A questi risultati hanno contribuito, insieme allo storico radicamento territoriale delle banche responsabilità direttive e degli organi sociali con funzioni di credito cooperativo amministrazione e/o controllo; • procedure di attuazione e ad una vigilanza prudenziale particolarmente rigorosa, le relazioni sindacali ed i Contratti di lavoro sottoscritti tra le Parti. Ora, per le BCC, è giunto il tempo delle scelte perché in occasione delle grandi discontinuità storiche l’immobilismo, o il dinamismo formale, corrispondono ad un inevitabile arretramento. Dovranno quindi attrezzarsi per superare i propri limiti strutturali sul fronte della Governance, dei controlli, del presidio dell’identità, della razionalizzazione dell’informatica, dell’adeguatezza manageriale, della creazione di strumenti di sistema e di servizio efficienti a partire dai vari livelli della federazione, dalle “fabbriche” e dalle stesse Banche di Credito Cooperativo nella direzione più volte indicata dalla Banca d’Italia, da queste stesse XX.XX e dalle regole approvate dal Comitato di Basilea 3. La Piattaforma di rinnovo del contratto nazionale delle Banche di Credito Cooperativo è perfettamente integrata in questo scenario ed esprime un profilo di sistema, intendendosi per tale l’ambizione di essere lo strumento di risposta alle giuste rivendicazioni degli oltre 36.000 dipendenti del settore e, al contempo, l’architrave di un sistema di relazioni industriali avanzatecontrollo, che favorisca descrivono i meccanismi e gli organi predisposti per attuare, monitorare e diffondere il superamento dei limiti rispetto e delle contraddizioni del sistema medesimo. E’ una proposta che parla alla qualità della vita, alle motivazioni del personale, all’identità cooperativa, alla professionalità, la conformità al coinvolgimento ed al giusto riconoscimento dei lavoratori. Ma parla anche alle comunità locali ed alla classe dirigente cooperativa più illuminata, che considera la cooperazione un valore non retorico Codice e come tale incompatibile con l’autoreferenzialità, a garantirne il paternalismo, il cooperativismo di maniera. Ci rivolgiamo anche a loro ed agli interessi diffusi del credito cooperativo, che deve guardare al lungo periodo con competenza e saggezza imprenditoriale per rappresentare e realizzare una reale, credibile e visibile alternativa al modello dominante di banca- finanziaria spersonalizzata e socialmente ed ambientalmente indifferente e irresponsabile. Il modello di banca che immaginiamo deve possedere queste caratteristiche e perciò deve realizzare una banca: più trasparente nei costi; più aperta e partecipata nella governance a partire dal coinvolgimento dei dipendenti in una logica di democrazia economica; inclusiva nella buona occupazione e nel welfare di sistema; refrattaria alle politiche commerciali aggressive ed alle politiche gestionali e premianti opache e disancorate da una visione di crescita sostenibile e responsabile; adeguata nelle competenze distintive senza importazioni inopportune da altre esperienze e con forti anticorpi contro i comportamenti devianti. E’ questa la banca che può essere realmente solida e integrata nella propria comunità, autonoma ma non autoreferenziale, solidaristica e sussidiariacostante aggiornamento.

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