Azioni Clausole campione

Azioni. Rappresentano il capitale di rischio della società. Il rischio teorico è la perdita dell’intero investimento. I principali fattori endogeni che influenzano la volatilità e la liquidità dell’investimento possono essere le dimensioni dello stesso emittente, che si traduce in scambi più o meno elevati sul titolo, e lo spessore del mercato regolamentato in cui vengono trattate.
Azioni. ✓ sviluppo di percorsi psico-sociali individuali; ✓ azione di promozione e inclusione sociale; ✓ accoglienza e protezione, assicurando anche parametri adeguati alle esigenze etniche e religiose; ✓ pianificazione ed erogazione di interventi personalizzati che, nell'ottica di un'ospitalità a valenza educativa, siano in grado di fornire risposte specifiche ai bisogni di ciascun utente e di promuovere anche l'inclusione sociale e la solidarietà. Il concorrente dovrà dimostrare di conoscere e saper attuare le azioni proposte e di svilupparle in modo efficace e coerente con il servizio di cui trattasi. La commissione valuterà le azioni sotto il profilo della coerenza in relazione anche Linee di indirizzo per il contrasto alla grave emarginazione adulta in Italia emanate dal Ministero del Lavoro e dell’Inclusione Sociale ed approvate dalla Conferenza Unificata in data 5.11.2015. La commissione giudicatrice deve valutare la rispondenza della proposta progettuale rispetto agli elementi premianti tra le azioni individuate in termini di coerenza, sostenibilità, effettiva e concreta realizzabilità, anche in termini di accuratezza e analiticità sintetica della descrizione. La proposta progettuale dovrà essere redatta al massimo in 10 pagine complessive formato arial
Azioni. ✓ coordinamento e potenziamento della “presa in carico” da parte dei Servizi territoriali; ✓ promozione della partecipazione attiva; ✓ Promozione della salute e benessere psico fisico attraverso il lavoro integrato con la rete dei servizi socio sanitari e sociali territoriali;
Azioni. SERVIZIO REGOLAZIONE DEL MERCATO – UFFICIO PROVVEDITORATO 1. D. Lgs. 28/2010 - Gestione Organismo di Mediazione – Miglioramento della performance di gestione delle procedure: L’Organismo di mediazione della Camera di Commercio di Verona, iscritto al Registro degli organismi di mediazione tenuto dal Ministero della Giustizia, è da tempo impegnato a mantenere alti standard di erogazione del servizio, assicurando tempi ridotti di gestione delle procedure e costante supporto, da parte della segreteria, alle parti, ai loro legali ed ai mediatori; in quest’ottica viene assicurata la trasmissione tempestiva delle comunicazioni, della documentazione depositata e delle convocazioni, cercando di rispondere nel miglior modo possibile, compatibilmente con gli adempimenti amministrativi richiesti dalle norme o dalle procedure, alle esigenze delle parti relativamente alle modalità di conduzione degli incontri (di persona o a distanza) ed alla loro calendarizzazione. L’azione richiede il costante presidio dei procedimenti gestiti, al fine di garantire tempi medi di convocazione delle parti al primo incontro contenuti ed in linea rispetto a quelli dell’anno precedente, assicurando nel contempo gli standard di qualità finora assicurati dal servizio in termini di supporto ai mediatori nella preparazione e gestione degli incontri (verifica istruttoria della documentazione presentata, redazione preliminare dei verbali, etc.) e trasmissione alle parti di tutte le comunicazioni richieste. Dovrà essere assicurata anche la pubblicazione e aggiornamento tempestivo sul sito internet dei dati relativi al conferimento degli incarichi, in base alle disposizioni legislative sulla trasparenza, con trasmissione ai mediatori di tutte le dichiarazioni da sottoscrivere, verifica della corretta compilazione, trattamento prima della pubblicazione (oscuramento dei dati personali da non pubblicare), pubblicazione. L’azione consentirà di offrire il servizio con tempi medi di convocazione delle parti contenuti e con una soddisfazione media delle parti anch’essa in linea con i buoni standard dell’anno precedente.
Azioni. □ a) □ b) □ c)
Azioni. Attraverso un set minimo di indicatori sanitari, che prendono in considerazione:
Azioni. 1. Richiedere al Ministero dell’Interno una valutazione dell’attualità del bando SPRAR, inserendo modalità chiare per la scelta dell’ente attuatore.
Azioni. 1. Nell’ambito del rafforzamento regionale dei centri per l’impiego, definire una cornice di indirizzi di programmazione regionale per attribuire ai CPI le necessarie competenze in tema di presa in carico dell’inserimento lavorativo di richiedenti asilo e rifugiati.
Azioni. 1. Rafforzare il ruolo dei CPIA, in termini di risorse e organico, in quanto soggetto deputato a valutare e riconoscere tali competenze in assenza di certificazioni dimostrabili.
Azioni. 1. Incentivare progetti che xxxxx prova di essere inseriti in una strategia complessiva capace di produrre effetti positivi nel tempo e non solo durante lo svolgimento degli stessi anche grazie ad una serie di requisiti di qualità e che quindi: • siano chiaramente a carattere volontario e non si configurino come lavoro mascherato o attività obbligatorie scarsamente qualificate secondo la logica dello “sdebitamento”; • siano inseriti nella programmazione territoriale e abbiano continuità nel tempo; • abbiano un carattere “misto”, coinvolgano cioè la cittadinanza e non soltanto i rifugiati; • dimostrino di avere, sulla base di indicatori specificamente definiti (v. azione 3 sotto), ricadute positive sia per i richiedenti asilo che per la comunità locale in termini di coesione sociale, empowerment, abilità e capitale civico dei soggetti coinvolti; • abbiano un impatto sociale sul territorio, rilevato attraverso indicatori definiti (v. azione 3 sotto), rispondendo ai reali bisogni locali; • sappiano valorizzare le attitudini emerse da un ascolto attivo dei richiedenti asilo; • aiutino a sensibilizzare ed informare i cittadini ed i migranti al tema dell’accoglienza e della coesione sociale; • rappresentino un’occasione di formazione e crescita di competenze per tutti gli attori coinvolti; • prevedano all’interno del team progettuale almeno un mediatore culturale che segua tutti gli utenti coinvolti; • coinvolgano nella definizione delle attività anche i richiedenti asilo e i rifugiati.