Common use of Studio e corsi di formazione Clause in Contracts

Studio e corsi di formazione. L’accrescimento e l’aggiornamento professionale vanno assunti come metodo permanente e come attività ordinaria per assicurare il costante ade- guamento delle competenze e favorire il consolidarsi di una nuova cultura improntata al risultato, per sviluppare l’autonomia e la capacità innovativa e di iniziativa delle posizioni con più elevata responsabilità e per orientare i percorsi di carriera di tutto il personale. per la formazione. In particolare, i lavoratori che vogliono usufruire del congedo formativo da 5 mesi a 11 mesi continuativi, devono presentare domanda al datore di lavoro con almeno 3 mesi di anticipo sull’inizio del periodo di congedo. Per le domande di periodi inferiori ai 5 mesi, la domanda andrà presenta- ta due mesi prima dell’inizio del periodo di congedo. In ogni caso, il datore di lavoro è tenuto a rispondere al lavoratore entro 15 giorni dal ricevimento della domanda, sia in caso di accoglimento della stessa, sia in caso di differimento o di diniego. Il numero di lavoratori di ogni singola azienda che può fruire del congedo formativo non può superare 1 unità nel caso di aziende con 4 lavoratori, ed il 10% dei lavoratori in caso di aziende con numero superiore a 4. Al personale che partecipa ai corsi di formazione professionale e risultato idoneo, verrà riconosciuto, compatibilmente con le condizioni organizzative aziendali, il corrispondente livello di inquadramento. Le parti concordano che il fondo paritetico nazionale Interprofessionale per la Formazione Continua in agricoltura (FORAGRI), di cui all’art. 118 della Legge n° 388/2000 e successive modificazioni è il fondo di riferimento per il comparto agromeccanico. Il Fondo interprofessionale per la formazione continua in agricoltura, di cui all’art.118 della Legge 388/2000 è alimentato dal contributo dello 0,30, di cui all’art.25, comma 4, della legge 845/1978 e dalle quote assegnate a valere sul terzo delle risorse derivanti dallo stesso contributo. Il fondo finanzia piani formativi aziendali, territoriali, settoriali o indivi- duali concordati tra le parti sociali, nonché eventuali ulteriori iniziative pro- pedeutiche e comunque direttamente connesse a detti piani concordate tra le parti. Una parte delle risorse provenienti dallo 0,30 può essere utilizzata per il finanziamento di attività che le parti riterranno necessarie alla promozione ed allo sviluppo della formazione continua nel settore, come studi e ricerche mirate, attività di monitoraggio, progetti formativi diretti a particolari figure professionali o progetti di particolare rilevanza innovativa. Una quota delle risorse potrà essere destinata a sostenere attività forma- tive che le imprese intendono realizzare in proprio, in forma singola o asso- ciata, secondo modalità da definire nel Regolamento del Fondo, così come, nella distribuzione delle risorse, dovranno essere previsti criteri solidaristici per i lavoratori.

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Studio e corsi di formazione. L’accrescimento e l’aggiornamento professionale vanno assunti come metodo permanente e come attività ordinaria per assicurare il costante ade- guamento delle competenze e favorire il consolidarsi di una nuova cultura improntata al risultato, per sviluppare l’autonomia e la capacità innovativa e di iniziativa delle posizioni con più elevata responsabilità e per orientare i percorsi di carriera di tutto il personale. per la formazione. In particolare, i lavoratori che vogliono usufruire del congedo formativo da 5 mesi a 11 mesi continuativi, devono presentare domanda al datore di lavoro con almeno 3 mesi di anticipo sull’inizio del periodo di congedo. Per le domande di periodi inferiori ai 5 mesi, la domanda andrà presenta- ta due mesi prima dell’inizio del periodo di congedo. In ogni caso, il datore di lavoro è tenuto a rispondere al lavoratore entro 15 giorni dal ricevimento della domanda, sia in caso di accoglimento della stessa, sia in caso di differimento o di diniego. Il numero di lavoratori di ogni singola azienda che può fruire del congedo formativo non può superare 1 unità nel caso di aziende con 4 lavoratori, ed il 10% dei lavoratori in caso di aziende con numero superiore a 4. Al personale che partecipa ai corsi di formazione professionale e risultato idoneo, verrà riconosciuto, compatibilmente con le condizioni organizzative aziendali, il corrispondente livello di inquadramento. Le parti concordano che il fondo paritetico nazionale Interprofessionale per la Formazione Continua in agricoltura (FORAGRI), di cui all’art. 118 della Legge n° 388/2000 e successive modificazioni è il fondo di riferimento per il comparto agromeccanico. Il Fondo interprofessionale per la formazione continua in agricoltura, di cui all’art.118 della Legge 388/2000 è alimentato dal contributo dello 0,30, di cui all’art.25, comma 4, della delle legge 845/1978 e dalle quote assegnate a valere sul terzo delle risorse derivanti dallo stesso contributo. Il fondo finanzia piani formativi aziendali, territoriali, settoriali o indivi- duali concordati tra le parti sociali, nonché eventuali ulteriori iniziative pro- pedeutiche e comunque direttamente connesse a detti piani concordate tra le parti. Una parte delle risorse provenienti dallo 0,30 può essere utilizzata per il finanziamento di attività che le parti riterranno necessarie alla promozione ed allo sviluppo della formazione continua nel settore, come studi e ricerche mirate, attività di monitoraggio, progetti formativi diretti a particolari figure professionali o progetti di particolare rilevanza innovativa. Una quota delle risorse potrà essere destinata a sostenere attività forma- tive che le imprese intendono realizzare in proprio, in forma singola o asso- ciata, secondo modalità da definire nel Regolamento del Fondo, così come, nella distribuzione delle risorse, dovranno essere previsti criteri solidaristici per i lavoratori.

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Studio e corsi di formazione. L’accrescimento L'accrescimento e l’aggiornamento l'aggiornamento professionale vanno assunti come metodo permanente e come attività ordinaria per assicurare il costante ade- guamento adeguamento delle competenze e favorire il consolidarsi di una nuova cultura improntata al risultato, per sviluppare l’autonomia l'autonomia e la capacità innovativa e di iniziativa delle posizioni con più elevata responsabilità e per orientare i percorsi di carriera di tutto il personale. A tal fine sono concessi permessi retribuiti nel limite di 200 ore nel triennio, usufruibili anche in un anno nel limite di 150 ore, sia per la frequenza a corsi di studio e di recupero scolastico e sia per la frequenza a corsi di formazione ed aggiornamento professionali, ivi compresa la formazione continua ai sensi dell'art. 6 della legge n. 53/2000, istituiti da enti qualificati e riconosciuti, i cui programmi e la partecipazione verranno discussi con le R.S.A./R.S.U. Ai sensi ed agli effetti dell'art. 5 della legge 8 marzo 2000, n. 53, i lavoratori, con almeno 5 anni di anzianità di servizio presso la stessa azienda, possono presentare domanda al datore di lavoro per usufruire del congedo per la formazione. In particolare, i lavoratori che vogliono usufruire del congedo formativo da 5 mesi a 11 mesi continuativi, devono presentare domanda al datore di lavoro con almeno 3 mesi di anticipo sull’inizio sull'inizio del periodo di congedo. Per le domande di periodi inferiori ai 5 mesi, la domanda andrà presenta- ta presentata due mesi prima dell’inizio dell'inizio del periodo di congedo. In ogni caso, il datore di lavoro è tenuto a rispondere al lavoratore entro 15 giorni dal ricevimento della domanda, sia in caso di accoglimento della stessa, sia in caso di differimento o di diniego. Il numero di lavoratori di ogni singola azienda che può fruire del congedo formativo non può superare 1 unità nel caso di aziende con 4 lavoratori, ed il 10% dei lavoratori in caso di aziende con numero superiore a 4. Al personale che partecipa ai corsi di formazione professionale e risultato idoneo, verrà riconosciuto, compatibilmente con le condizioni organizzative aziendali, il corrispondente livello di inquadramento. Le parti concordano che il fondo Fondo paritetico nazionale Interprofessionale interprofessionale per la Formazione Continua formazione continua in agricoltura (FORAGRI), di cui all’artall'art. 118 della Legge n° legge n. 388/2000 e successive modificazioni è il fondo Fondo di riferimento per il comparto agromeccanicoagro-meccanico. Il Fondo interprofessionale per la formazione continua in agricoltura, di cui all’art.118 all'art. 118 della Legge legge n. 388/2000 è alimentato dal contributo dello 0,30, di cui all’art.25all'art. 25, comma 4, della legge n. 845/1978 e dalle quote assegnate a valere sul terzo delle risorse derivanti dallo stesso contributo. Il fondo Fondo finanzia piani formativi aziendali, territoriali, settoriali o indivi- duali individuali concordati tra le parti sociali, nonché eventuali ulteriori iniziative pro- pedeutiche propedeutiche e comunque direttamente connesse a detti piani concordate tra le parti. Una parte delle risorse provenienti dallo 0,30 può essere utilizzata per il finanziamento di attività che le parti riterranno necessarie alla promozione ed allo sviluppo della formazione continua nel settore, come studi e ricerche mirate, attività di monitoraggio, progetti formativi diretti a particolari figure professionali o progetti di particolare rilevanza innovativa. Una quota delle risorse potrà essere destinata a sostenere attività forma- tive formative che le imprese intendono realizzare in proprio, in forma singola o asso- ciataassociata, secondo modalità da definire nel Regolamento regolamento del Fondo, così come, nella distribuzione delle risorse, dovranno essere previsti criteri solidaristici per i lavoratori.

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Studio e corsi di formazione. L’accrescimento L'accrescimento e l’aggiornamento l'aggiornamento professionale vanno assunti come metodo permanente e come attività ordinaria per assicurare il costante ade- guamento adeguamento delle competenze e favorire il consolidarsi di una nuova cultura improntata al risultato, per sviluppare l’autonomia l'autonomia e la capacità innovativa e di iniziativa delle posizioni con più elevata responsabilità e per orientare i percorsi di carriera di tutto il personale. A tal fine sono concessi permessi retribuiti nel limite di 200 ore nel triennio, usufruibili anche in un anno nel limite di 150 ore, sia per la frequenza a corsi di studio e di recupero scolastico e sia per la frequenza a corsi di formazione ed aggiornamento professionali, ivi compresa la formazione continua ai sensi dell'art. 6 della legge n. 53/2000, istituiti da enti qualificati e riconosciuti, i cui programmi e la partecipazione verranno discussi con le R.S.A./R.S.U. Ai sensi ed agli effetti dell'art. 5 della legge 8 marzo 2000, n. 53, i lavoratori, con almeno 5 anni di anzianità di servizio presso la stessa azienda, possono presentare domanda al datore di lavoro per usufruire del congedo per la formazione. In particolare, i lavoratori che vogliono usufruire del congedo formativo da 5 mesi a 11 mesi continuativi, devono presentare domanda al datore di lavoro con almeno 3 mesi di anticipo sull’inizio sull'inizio del periodo di congedo. Per le domande di periodi inferiori ai 5 mesi, la domanda andrà presenta- ta presentata due mesi prima dell’inizio dell'inizio del periodo di congedo. In ogni caso, il datore di lavoro è tenuto a rispondere al lavoratore entro 15 giorni dal ricevimento della domanda, sia in caso di accoglimento della stessa, sia in caso di differimento o di diniego. Il numero di lavoratori di ogni singola azienda che può fruire del congedo formativo non può superare 1 unità nel caso di aziende con 4 lavoratori, ed il 10% dei lavoratori in caso di aziende con numero superiore a 4. Al personale che partecipa ai corsi di formazione professionale e risultato idoneo, verrà riconosciuto, compatibilmente con le condizioni organizzative aziendali, il corrispondente livello di inquadramento. Le parti concordano che il fondo Fondo paritetico nazionale Interprofessionale interprofessionale per la Formazione Continua formazione continua in agricoltura (FORAGRI), di cui all’artall'art. 118 della Legge n° legge n. 388/2000 e successive modificazioni è il fondo Fondo di riferimento per il comparto agromeccanicoagro-meccanico. Il Fondo interprofessionale per la formazione continua in agricoltura, di cui all’art.118 all'art. 118 della Legge legge n. 388/2000 è alimentato dal contributo dello 0,30, di cui all’art.25all'art. 25, comma 4, della legge n. 845/1978 e dalle quote assegnate a valere sul terzo delle risorse derivanti dallo stesso contributo. Il fondo Fondo finanzia piani formativi aziendali, territoriali, settoriali o indivi- duali individuali concordati tra le parti sociali, nonché eventuali ulteriori iniziative pro- pedeutiche propedeutiche e comunque direttamente connesse a detti piani concordate tra le parti. Una parte delle risorse provenienti dallo 0,30 può essere utilizzata per il finanziamento di attività che le parti riterranno necessarie alla promozione ed allo sviluppo della formazione continua nel settore, come studi e ricerche mirate, attività di monitoraggio, progetti formativi diretti a particolari figure professionali o progetti di particolare rilevanza innovativa. Una quota delle risorse potrà essere destinata a sostenere attività forma- tive formative che le imprese intendono realizzare in proprio, in forma singola o asso- ciataassociata, secondo modalità da definire nel Regolamento regolamento del Fondo, così come, nella distribuzione delle risorse, dovranno essere previsti criteri solidaristici per i lavoratori. Le parti concordano sulla necessità di promuovere, in attuazione della raccomandazione CEE 13 dicembre 1984, n. 635 e delle disposizioni legislative in tema di parità uomo-donna (leggi nn. 903/1977 e 125/1991), attività di studio e ricerca finalizzate alla promozione di azioni positive a favore del personale femminile. A tal fine potrà essere costituita apposita Sottocommissione nazionale paritetica nell'ambito del Comitato nazionale paritetico di cui all'art. 4 del presente c.c.n.l. Analoghe Commissioni potranno essere costituite in sede di contrattazione integrativa. Per l'ammissione al lavoro e per la tutela fisica ed economica delle lavoratrici madri si applicano le disposizioni delle vigenti leggi (Testo unico, D.Lgs. 26 marzo 2001, n. 151 e successive modifiche).

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