Andare in pensione “in costanza di anno solare”
Andare in pensione “in costanza di anno solare”
In data 24-02-2022 il sindacato confederale di categoria Lombardia, le Rsu/Rsa Filt-Cgil UPS e la direzione aziendale UPS Italia hanno sottoscritto un accordo per evitare 138 licenziamenti come da procedura 223/91 aperta da UPS Italia in data 26 gennaio.
in materia di prepensionamento in agli articoli 7-8-e 9 si elencano le potenziali azioni che si potranno attivare nell’anno solare 2022: “in costanza di anno solare”
le norme a cui faremo riferimento saranno le seguenti: oltre al “pensionamento precoce” e “Contratto di espansione”, nella Legga di Bilancio è stata inserita la proroga fino al 31 dicembre 2022 la “Quota 102”, “Opzione Donna”, “Ape Sociale” e” Fondo per l’uscita anticipata dei lavoratori delle imprese”.
Contratto di espansione,
Per poter effettuare questo particolare turnover aziendale è necessario un accordo aziendale sottoscritto in sede ministeriale e con le rappresentanze sindacali.
L’accordo riguarda i lavoratori che si trovano a non più di sessanta mesi dalla prima decorrenza utile della pensione di vecchiaia (67 anni), o dalla pensione anticipata (41+10mesi – donne-; 42+10 mesi -uomini-), l’indennità mensile sarà commisurata alla pensione, a carico del datore di lavoro.
Quindi quali saranno gli oneri a carico dell’azienda? La società dovrà garantire agli aderenti al contratto di espansione, fino alla prima occasione utile per andare in pensione, una indennità mensile pari alla differenza tra l’indennità di disoccupazione percepita e l’importo del trattamento pensionistico.
Quota 102
Quota 102 è la novità di questa Finanziaria. La misura varrà solo per il 2022 perché l’intenzione del Governo è di modificare ancora tale modello. In concreto prevede la
possibilità di andare in pensione se entro il 31 dicembre 2022 si raggiungono i 64 anni di età anagrafica e i 38 anni di anzianità contributiva. 102 è infatti la somma di età anagrafica ed età contributiva. Rispetto a quota 100, quindi, vengono richiesti due anni in più di età anagrafica.
A quanto ammonterà la pensione erogata con quota 102? Si tratta sempre di una pensione anticipata, per cui la pensione è ancora più bassa di quella di vecchiaia – che già di suo è scarna. Questo non perché ci sono delle penalizzazioni dirette sull’assegno, ma è conseguenza del metodo utilizzato per il calcolo delle pensioni. Se
si sfrutta la “quota 102” si va in pensione prima, per cui si versano meno contributi. Inoltre, i contributi versati si rivalutano per meno anni.
Ma tra quota 100 e 102 chi consente di avere una pensione migliore?
A parità di anni di contributi versati, stessa carriera – stesso stipendio e stessa crescita nel tempo – e quindi di uno stesso montante contributivo finale, quota 102 paga delle pensioni un po’ più alte. Attenzione: si tratta di un 3% circa in più; quindi, di certo non possiamo definirle pensioni più “ricche”. A parità di montante contributivo finale, chi ha raggiunto 38 anni di contributi va in pensione a 64 anni, due anni dopo dei 62 di quota 100.
Ape Sociale (non è il nostro caso … fortunatamente)
L’Ape Sociale non solo è stata prorogato ma, per i disoccupati, viene eliminato il periodo di 3 mesi che intercorre dalla fine degli ammortizzatori sociale e vengono inseriti nuovi lavori ritenuti usuranti, ecco l'elenco completo: vedi a chi è rivolto.
Pensione precoce
il 1° marzo si chiude la finestra per presentare la domanda di pensione anticipata con Quota 41 per i lavoratori precoci. È una prestazione economica erogata, a domanda, ai lavoratori che possono far valere 12 mesi di contribuzione effettiva antecedente al 19° anno di età (c.d. lavoratori precoci), si trovano in determinate condizioni indicate dalla legge (vedi sotto) e perfezionano, entro il 31 dicembre 2026, 41 anni di contribuzione, da ciò Quota 41.
Per accedere al beneficio della riduzione del requisito contributivo per lavoratori precoci è necessario presentare una domanda di riconoscimento del beneficio entro il 1° marzo di ciascun anno e solo in caso di esito positivo, anche a seguito di verifica della relativa copertura finanziaria, presentare la domanda di pensione anticipata. Eventuali domande di riconoscimento del beneficio presentate successivamente al 1° marzo di ciascun anno, comunque non oltre il 30 novembre, sono prese in considerazione soltanto in caso residuino le risorse finanziarie. Possono accedere alle pensioni precoci con 41 anni di contributi i lavoratori che hanno lavorato per almeno 12 mesi effettivi prima dei 19 anni e hanno maturato l’anzianità contributiva necessaria entro il 31 dicembre 1995. L’assegno che spetta a questi lavoratori viene calcolato con il sistema misto. Ma i lavoratori precoci devono avere anche altri requisiti per poter usufruire della pensione, ovvero devono appartenere ad una di queste categorie - lavori gravosi
Opzione donna Dopo una prima versione della Legge di Xxxxxxxx che prevedeva l’aumento dell’età il Governo è tornato sui propri passi, lasciando invariata l’età di accesso e limitandosi a prorogare di un anno la misura.
Quindi Opzione donna è riconosciuta alle lavoratrici che entro il 31 dicembre 2021 hanno maturato un'anzianità contributiva pari o superiore a trentacinque anni e un'età pari o superiore a 58 anni per le lavoratrici dipendenti e a 59 anni per le
lavoratrici autonome. Ricordiamo che bisogna avere 35 anni di contribuzione al netto dei periodi di malattia, disoccupazione e/o prestazioni equivalenti e che la pensione
sarà liquidata esclusivamente con le regole di calcolo del sistema contributivo. Infine, le lavoratrici che ne hanno diritto riceveranno la pensione dopo una “finestra” di 12 (lavoratrici dipendenti
Fondo per l'uscita anticipata (Non riguarda la nostra fattispecie)
Altra misura è l’istituzione di un Fondo per l’uscita anticipata dei lavoratori delle imprese in crisi di 200 milioni di euro per l’anno 2022, 200 milioni di euro per l’anno 2023 e 200 milioni di euro per l’anno 2024 nelle previsioni del Ministero dello sviluppo economico destinato a favorire l’uscita anticipata dal lavoro, su base convenzionale, dei lavoratori dipendenti di piccole e medie imprese in crisi, che abbiano raggiunto un’età anagrafica di almeno 62 anni. Le modalità e le procedure di erogazione delle risorse saranno definiti con decreto del Ministro per lo sviluppo economico, di concerto con il Ministro dell’economia e delle finanze e del Ministro del lavoro e delle politiche sociali, da adottare entro 60 giorni dalla data di entrata in vigore della Legge di Bilancio.
Pensione di vecchiaia: dal 2025 aumenta la soglia ( da sapere!)
Prima l’Istat e poi la ragioneria generale dello Stato avevano anticipato che la pandemia ha ridotto le speranze di vita degli italiani di 1,2 anni per una vita media di 82 anni (79,7 per gli uomini e 84,4 per le donne).
Con il decreto del 27 ottobre 2021 il ministro dell’Economia ufficializza che, a causa di questo risultato, l’aumento dell’età pensionabile che nel 2023 sarebbe dovuta passare dagli attuali 67 anni a 67 anni e 3 mesi è stato bloccato. Quindi tutto rinviato al 2025 quando, se ci saranno aumenti nelle speranze di vita degli italiani, l’età pensionabile crescerà di 3 mesi.
Attenzione: Bisogna distinguere tra i lavoratori che possono far valere almeno un contributo accreditato prima del 1996 e quelli che hanno iniziato a versare dal 1° gennaio 1996.
Per i primi, per cui ci si rifà al sistema retributivo o misto, l’assegnazione della pensione richiede il raggiungimento congiunto di due requisiti, quello anagrafico (età)
quello contributivo. Salvo qualche particolare eccezione, il requisito contributivo è fissato in 20 anni di versamenti (cioè 1.040 settimane), mentre quello anagrafico, per il 2022, è fissato a 67 anni, senza differenza tra uomini e donne e tra dipendenti e autonomi. Una volta raggiunti entrambi i requisiti, si può andare in pensione dal mese successivo. L’ammontare viene calcolato con il sistema retributivo nel caso si fossero raggiunti i 18 anni di contributi entro la fine del 1995; in caso contrario, il calcolo farà riferimento al sistema “misto” (in parte retributivo e in parte contributivo).
Rientrano invece nel contributivo “puro” i lavoratori che non possono far valere neppure un contributo prima del 1° gennaio del 1996. Anche in questo caso devono essere maturati i 20 anni di versamento e l’età pensionabile, fissata a 67 anni per il 2022 senza differenze tra uomini, donne, dipendenti o autonomi.
In più, c’è un’altra condizione: l’importo della pensione deve essere pari ad almeno 1,5 volte l’assegno sociale, cioè raggiungere i 690,42 euro (per il 2021). Se non si
hanno questi requisiti si va in pensione a 71 anni (nel 2021) anche con soli 5 anni di contributi. L’assegno previdenziale viene calcolato esclusivamente in base al sistema contributivo.
Fino al 2024 sarà possibile andare in pensione al compimento dei 67 anni di età, successivamente la soglia d'età verrà aumentata ogni due anni, secondo uno schema preciso. Questo è almeno quello che sappiamo oggi, in base alle leggi attualmente in vigore.
La pensione anticipata
Per i lavoratori del sistema retributivo puro o misto la pensione anticipata si raggiunge, indipendentemente dall’età anagrafica, quando si possono far valere, nel 2021, 42 anni e 10 mesi di contributi (conta tutta la contribuzione) per gli uomini e 41 anni e 10 mesi per le donne. Il requisito contributivo, bloccato fino al 2026, crescerà nel tempo in base all’aumento dell’aspettativa di vita.
La pensione viene calcolata con il sistema retributivo o misto, a seconda se si siano raggiunti o meno i 18 anni di contributi accreditati entro la fine del 1995. Per i lavoratori che hanno iniziato a versare i contributi dal 1° gennaio 1996, cioè quelli che rientrano nel sistema contributivo “puro”, esiste la possibilità di andare in pensione a 64 anni, con almeno 20 anni di contribuzione, purché l’importo della pensione maturata sia pari o superiore a 2,8 volte l’importo dell’assegno sociale, cioè a 1.288,78 euro (nel 2021), obiettivo raggiungibile solo da chi ha avuto carriere ben retribuite, dato che bisogna considerare che le regole previste dal calcolo contributivo sono più penalizzanti rispetto a quelle del retributivo e, di conseguenza, è molto più difficile arrivare a percepire un assegno di importo elevato con solamente 20 anni di contributi versati. Chi ha versamenti in più gestioni (Inps, Gestione Separata, ex Inpdap, casse professionali…) può accedere alla pensione anticipata se, sommando i diversi “spezzoni”, raggiunge i 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini e i 41 anni e 10 mesi per le donne. Così come quella di vecchiaia, anche per la pensione anticipata sono previsti dei ritocchi a rialzo per i prossimi anni secondo una tabella definita.
27-02-2022
A cura della RSU Ups Filt-Cgil Milano