ALLEGATO 3 – PROTOCOLLI PER L’ACCOGLIENZA E L’INCLUSIONE DEGLI ALUNNI B.E.S.
ALLEGATO 3 – PROTOCOLLI PER L’ACCOGLIENZA E L’INCLUSIONE DEGLI ALUNNI B.E.S.
I protocolli B.E.S. sono strumenti per l’inclusione scolastica, nei quali vengono delineate le azioni intraprese dall’Istituto Comprensivo di Borgo San Dalmazzo per garantire un percorso scolastico inclusivo a tutti gli studenti B.E.S.
All’interno di questi documenti si definiscono le azioni intraprese dalla scuola, nonché le funzioni e i ruoli di ogni agente.
BES
a- DISABILITÀ
b- DISTURBI EVOLUTIVI SPECIFICI
Si intendono alunni con: - DSA;
- difficoltà di linguaggio ; - disturbo non verbale; - disturbo della coordinazione motoria;
- ADHD
- funzionamento intellettivo limite;
- spettro autistico lieve. c- SVANTAGGIO SOCIO
ECONOMICO, LINGUISTICO, CULTURALE
Situazioni di alunni che con continuità, o per determinati periodi, possono manifestare Bisogni Educativi Speciali per motivi fisici, biologici, fisiologici, psicologici, sociali.
A. PROTOCOLLO PER LA GESTIONE DEI CASI IN SITUAZIONE DI GRAVITA’ NEL PASSAGGIO TRA ORDINI DI SCUOLA
Il presente protocollo si attiva con le modalità che andranno descritte di seguito nel passaggio tra gli ordini di scuola, per alunni H in situazione di gravità o per i quali le insegnanti ritengano di dover attivare procedure particolari in un’ottica di continuità all’interno dell’istituto comprensivo.
Il protocollo prevede tre aspetti in continuità delle comunità educanti: Aspetto clinico: incontri periodici tra scuola – famiglia e asl a fine anno ed a inizio dell’anno scolastico, nel nuovo ordine di scuola al fine di definire
traguardi e nuovi obiettivi educativi – riabilitativi – didattici – relazionali…).
Aspetto famigliare: la famiglia incontra l’insegnante di sostegno del nuovo ordine di scuola, insieme all’insegnante di sostegno che ha accompagnato il figlio nel percorso scolastico precedente. L’incontro è occasione per conoscersi, scambiarsi informazioni sul bambino (bisogni e comportamenti) e sulle strategie che meglio funzionano con il minore.
Aspetto didattico: periodo di osservazione e decisione di obiettivi, materiali, strumenti, metodologie da adottare e illustrare nel PEI.
Per quanto riguarda l’aspetto clinico e quello didattico si prevedono alcuni momenti di osservazione/confronto tra gli insegnanti degli ordini di scuola coinvolti, al fine di agevolare il passaggio del caso in questione: 1. Colloquio individuale tra insegnanti (sostegno – sostegno o curricolare – sostegno a seconda delle possibilità/necessità) nel mese di maggio (1h per insegnante);
2. Osservazione da parte degli insegnanti dell’ordine di scuola successivo, della modalità di lavoro nell’ordine di scuola precedente, nel mese di maggio (4h, insegnante di ordine successivo);
3. Colloquio individuale tra insegnanti (sostegno – sostegno) dei due ordini di scuola coinvolti, nel mese di settembre (1h per insegnante); 4. Accompagnamento da parte dell’insegnante dell’ordine di scuola precedente nel nuovo ordine di scuola (4h, insegnante ordine di scuola precedente) a scuola iniziata.
I punti dall’uno al quattro possono non essere applicati tutti: sarà la commissione handicap che di anno in anno sceglie quali dei punti verranno messi in atto e per quali casi. La prima valutazione verrà fatta nella commissione handicap del mese di giugno.
Nel mese di settembre la commissione handicap, anche alla luce dei nuovi possibili inserimenti e conoscendo gli insegnanti di sostegno assegnati all’istituto comprensivo, individuerà i casi specifici e i relativi docenti, in modo da ipotizzare un totale di ore da destinare al progetto (dal FIS o eventuali progetti) che verrà attivato a fine anno scolastico (maggio) e all’inizio dell’anno scolastico successivo (settembre).
B. PROTOCOLLO DSA E ALUNNI BES individuati dal Consiglio di Classe
Destinatari: alunni con certificazione di disturbo evolutivo specifico o alunni che per proprie caratteristiche personali, livelli socio-culturali, o modalità diverse di acquisizione ed elaborazione delle informazioni, necessitano di un percorso di apprendimento personalizzato (alunni B.E.S. individuati dal Consiglio di Classe).
Finalità: Per tali alunni si rende necessario un percorso di apprendimento personalizzato. La scuola interviene con una didattica
individualizzata o personalizzata finalizzata sia a sviluppare i punti di forza dei bambini sia ad aiutarli a superare e compensare le specifiche difficoltà, permettendo a ciascun alunno di raggiungere il successo formativo.
All’interno dell’Istituto Comprensivo di Borgo San Dalmazzo esistono tante figure che hanno funzioni e ruoli diversi, ma che concorrono insieme ad uno stesso obiettivo: l’inclusione di tutti e di ciascuno, secondo le funzioni di seguito elencate
Il Dirigente Scolastico:
• dirige e supervisiona tutte le attività;
• nomina i referenti DSA e BES per la Scuola dell’Infanzia, la Scuola Primaria e la Scuola Secondaria di Primo Grado;
• condivide con i docenti la predisposizione della documentazione; • garantisce che il PDP sia condiviso con i docenti, la famiglia e lo studente;
• verifica, con il Referente d’Istituto per i DSA e BES, i tempi di compilazione del PDP e ne controlla l’attuazione;
• prende visione del PDP di ogni alunno e lo firma;
• promuove, con il Referente d’Istituto per i DSA e i BES , azioni di sensibilizzazione per i genitori e per gli studenti;
• attiva, con il Referente d’Istituto per i DSA, su delibera del collegio dei docenti, azioni di individuazione precoce dei soggetti a rischio DSA;
• promuove e valorizza progetti mirati;
• diffonde e promuove le iniziative di formazione specifica o di aggiornamento.
Il Referente d’Istituto per i DSA ( per i tre ordini di scuola):
• collabora con il Dirigente Scolastico con compiti di informazione, consulenza e coordinamento di attività;
• collabora con i servizi sanitari e gli specialisti presenti sul territorio;
• programma azioni di osservazione sistematica e di rilevazione precoce;
• fornisce consulenza e indicazioni ai genitori organizzando sportelli di ascolto o delle assemblee collettive per la condivisione del PDP e delle metodologie di didattica inclusiva;
• predispone i modelli per il PIANO DIDATTICO PERSONALIZZATO e coordina i colleghi nella compilazione che deve avvenire entro il primo trimestre di scuola e in seguito alla presentazione della certificazione;
• fornisce indicazioni in merito alla compilazione del PDP per alunni con BES su delibera del Team Docenti o del Consiglio di Classe;
• offre supporto ai colleghi riguardo agli strumenti per la didattica e per la valutazione degli apprendimenti;
• nella scuola dell’infanzia promuove attività e strumenti per l’individuazione precoce di soggetti a rischio;
• fornisce indicazioni per l’ acquisto di materiali, software e libri;
• si aggiorna sulle disposizioni normative vigenti, confrontandosi con i colleghi e il Dirigente Scolastico;
• in collaborazione con il Dirigente diffonde e pubblicizza le iniziative di formazione specifica o di aggiornamento rivolte agli insegnanti o ai genitori;
• fornisce informazioni riguardo a siti o piattaforme on-line per la condivisione di buone pratiche in tema di DSA
L’ ufficio di segreteria:
• protocolla il documento consegnato dal genitore;
• archivia l’originale del documento nel fascicolo personale dell’alunno;
• accoglie e protocolla altra eventuale documentazione e ne inserisce una copia nel fascicolo personale dell’alunno;
• comunica i dati dell’alunno al Dirigente, al Referente DSA, al coordinatore di classe o al team docente;
• raccoglie e conserva la documentazione relativa al piano didattico personalizzato in formato cartaceo per tutti gli alunni BES certificati o su delibera del consiglio di classe;
• ha cura di avvertire tempestivamente il Dirigente e il Referente d’Istituto per i DSA dell’arrivo di nuova documentazione;
• diffonde e pubblicizza le iniziative della scuola o dei Referenti.
Il coordinatore di classe:
• si assicura che tutti i docenti, anche di nuova nomina, prendano visione della documentazione relativa agli alunni con BES presenti nella classe;
• fornisce e condivide il materiale didattico formativo adeguato;
• collabora con i colleghi e il Referente d’Istituto per la messa in atto delle strategie compensative e degli strumenti previsti dalle indicazioni ministeriali per alunni con DSA;
• valuta, con la famiglia e l’alunno, l’opportunità e le modalità per affrontare il lavoro quotidiano in classe;
• organizza e coordina la stesura del PDP.
I docenti:
• approfondiscono le tematiche relative ai BES;
• mettono in atto azioni per la rilevazione precoce attraverso l’osservazione sistematica per l’identificazione delle prestazione atipiche;
• individuano azioni di potenziamento in funzione delle difficoltà riscontrate;
• comunicano alla famiglia la necessità dell’approfondimento diagnostico compilando, la scheda di collaborazione scuola/famiglia (DGR
16/7072) per l’inizio dell’iter diagnostico;
• rilevano gli alunni BES di natura socio-economica e/o linguistico culturale;
• prendono visione della certificazione diagnostica;
• collaborano con i servizi sanitari e gli specialisti presenti sul territorio;
• aiutano l’allievo nel consolidamento dell’autostima;
• creano in classe un clima di accoglienza nel rispetto reciproco delle diverse modalità di apprendere;
• redigono collegialmente il PDP con il contributo della famiglia, del Referente d’Istituto per i DSA e di eventuali specialisti vicini allo studente;
• curano l’attuazione del PDP;
• si aggiornano, attraverso il Referente d’Istituto, sulla normativa, sulle nuove tecnologie ed attuano attività inclusive.
Il Gruppo di Lavoro sull’Inclusione:
• rileva gli alunni con BES presenti nell’Istituto;
• offre azioni di consulenza e supporto ai colleghi sulle strategie e metodologie di gestione delle classi;
• raccoglie e documenta gli interventi didattici ed educativi attuati;
• redige il Piano Annuale per l’Inclusività;
• attua il monitoraggio dei livelli di inclusività della scuola.
La famiglia
• consegna in Segreteria la certificazione diagnostica;
• provvede all’aggiornamento della certificazione diagnostica nel passaggio di ordine di scuola;
• collabora, condivide e sottoscrive il PDP;
• sostiene la motivazione e l’impegno del proprio figlio nell’attività scolastica;
• si adopera per promuovere l’uso di strumenti compensativi individuati come efficaci per facilitare l’apprendimento;
• mantiene i contatti con il coordinatore di classe e i docenti in merito al percorso scolastico del figlio;
• media l’incontro tra eventuali esperti (educatori, tutor dell’apprendimento, doposcuola) che seguono il bambino nello svolgimento dei compiti pomeridiani e gli insegnanti di classe;
• contatta il Referente d’Istituto per i DSA in caso di necessità.
AZIONI ATTIVATE DALLA SCUOLA PER GLI ALUNNI CON BES/DSA
Progetti attuati nella scuola dell’infanzia – attività di rilevazione precoce La scuola dell’infanzia privilegia l’uso di metodologie a carattere operativo piuttosto che trasmissivo , dà importanza al gioco, all’attività psicomotoria, all’espressione attraverso tutti i linguaggi ed ha avviato numerosi progetti in un ottica inclusiva.
La Scuola dell’Infanzia ha consolidato, inoltre, l’esperienza di osservazione dei processi di apprendimento dei bambini per individuare precocemente l’emergere di difficoltà globali e riconoscere i segnali di rischio ascrivibili ai DSA (anche attraverso strumenti quali i materiali: IPDA, SR 4-5, CMF, BIN
4-6) al fine di supportare adeguatamente, all’interno del gruppo, i bambini che le manifestano ed avviare in sinergia con la famiglia ed, eventualmente, con i servizi del territorio, un progetto educativo che risponda efficacemente ai bisogni educativi dei bambini stessi.
Nella scuola primaria i docenti, grazie alla formazione svolta negli anni in collaborazione con gli psicologi dell’ASL e alla partecipazione a progetti specifici in collaborazione con la Fondazione Asphi di Bologna e l’associazione AID (Progetto Dislessia Amica), sono attenti alla rilevazione precoce dei segnali di difficoltà di apprendimento, al fine di avviare il più presto possibile le attività di recupero e potenziamento.
I Referenti DSA-BES, della scuola primaria e della scuola secondaria di primo grado, inoltre, organizzano sportelli durante l’anno scolastico (rivolti a genitori e alunni delle classi quarta e quinta primaria e del primo anno della scuola secondaria) su tematiche considerate rilevanti e significative al fine di garantire il successo formativo dei ragazzi.
Per l’anno scolastico 2021-22 sono in fase di organizzazione delle serate rivolte ai genitori in collaborazione con la psicologa dell’ASL per rispondere a esigenze specifiche e bisogni emersi dalle famiglie.
Nei tre ordini di scuola si adottano pratiche e metodologie didattiche aventi carattere inclusivo:
• esperienze di apprendimento cooperativo;
• percorsi didattici su diversi livelli di difficoltà;
• uso della LIM;
• uso di schemi/mappe per la comprensione e la memorizzazione delle conoscenze;
• tutoring;
• didattica multisensoriale: uso di più canali percettivi (visivo, uditivo, tattile, cinestesico) per favorire l’apprendimento;
• didattica metacognitiva.
Valutazione
Per gli alunni con DSA, la valutazione e la verifica degli apprendimenti, comprese quelle effettuate in sede di esame conclusivo dei cicli, devono tenere conto delle specifiche situazioni soggettive di tali alunni; a tali fini, nello svolgimento dell’attività didattica e delle prove d’esame, sono adottati gli strumenti compensativi e dispensativi ritenuti più idonei in base a quanto concordato con le famiglie e i servizi sanitari e precisato nel PDP.
NORMATIVA IN MATERIA DSA E BES
• C. M. prot. n. 4099/A/4 del 5/10/2004 Iniziative relative alla dislessia. Elenco misure dispensative e strumenti compensativi • C.M. prot. n. 26/A/4 del 5/1/2005 Rilascio della diagnosi • Legge Regionale n°28/2007 – art. 11 e 12 “Norme sull’istruzione, il diritto allo studio e la libera scelta educativa”
• Consensus Conference del 26/01/2007
• NOTA MIUR n. 5744 del 28.05.2009 Esami di Stato per gli studenti affetti da disturbi specifici di apprendimento
• Legge 170 del 2010
• Nota del MIUR n.3573 del 26/05/2011
• DM del MIUR n.5669 del 12/07/2011
• Circolare 347 del 16/09/2011
• Linea Guida per il diritto allo studio degli alunni e degli studenti con disturbi specifici di apprendimento
(Allegato al DM n.5669 del 12/07/2011)
• Nota sullo svolgimento delle prove del SNV 2010-2011 per gli allievi con Bisogni Educativi Speciali
• Circolare MIUR n. 48 del 31 Maggio 2012
• Ordinanza Ministeriale 41 dell'11/05/2012 sugli Esami di Stato • Accordo Stato Regioni del 25/07/2012 “Indicazioni per la diagnosi e la certificazione dei Disturbi Specifici di Apprendimento (DSA)” • Direttiva del MIUR del 27/12/2012 “Strumenti di intervento per alunni con bisogni educativi speciali”
• Nota della PCM del 21/01/2013 “Linee guida per la predisposizione dei protocolli regionali per le attività di individuazione precoce dei casi sospetti di DSA in ambito scolastico”
• Circolare del MIUR n.8 del 6/03/2013
• DGR Piemonte n.15-6181 del29/07/2013 “Tutela del diritto allo studio degli alunni con disabilità”
• Circolare del MIUR n.2563 del 22/11/2013 “Strumenti di intervento per alunni con BES”
• Chiarimenti alla Circolare del MIUR n.2563 del 22/11/2013 “Strumenti di intervento per alunni con BES”
• X.X.X. x. 00 – 7072 e Allegati (Schede di collaborazione tra istituzioni scolastiche/formative e famiglie, descrittiva delle azioni didattico-pedagogiche e delle abilità scolastiche) –
• Nota n. 2641 del 3 Aprile 2014 sullo svolgimento delle prove INVALSI per gli allievi con bisogni educativi speciali
• Nota Tecnica sugli alunni con particolari bisogni educativi 2014
• Documento di riflessione per una vera inclusione – marzo 2014
• Decreto legislativo 13 aprile 2017, n. 62 Norme in materia di valutazione e certificazione delle competenze nel primo ciclo ed esami di Stato, a norma dell'art. 1, commi 180 e 181, lettera i), della legge 13 luglio 2015, n. 107.
• Decreto Ministeriale MIUR del 3 ottobre 2017, n.741 “Esame di Stato conclusivo del primo ciclo di istruzione”.
• Circolare ministeriale MIUR prot. n.1865 del 10 ottobre 2017 “Indicazioni in
merito a valutazione, certificazione delle competenze ed Esame di Stato nelle scuole del primo ciclo di istruzione”.
• Ordinanza Ministeriale MIUR dell'11 marzo 2019, n.205 “Istruzioni organizzative e operative esame di Stato II ciclo a.s. 2018-2019”.
• Nota MIUR del 3 aprile 2019, n.562 “Alunni con Bisogni Educativi Speciali – chiarimenti”.
• Nota MIUR del 4 aprile 2019, n.5772 “Esami di Stato scuole primo ciclo e certificazione competenze a.s. 2018/2019”.
C. PROTOCOLLO ACCOGLIENZA ALUNNI STRANIERI
Destinatari: allievi stranieri e le famiglie di appartenenza, inseriti ad inizio o in corso d’anno nelle classi dell’I.C. Grandis di Borgo San Dalmazzo.
Obiettivi:
a) Attenuare il disagio del bambino al momento dell’ingresso in un nuovo sistema scolastico
b) Xxxxxxxxx l’apprendimento della lingua italiana a livello basico ed avanzato per fornire una pari opportunità di istruzione anche agli alunni stranieri
c) Creare un clima di fiducia e collaborazione con i genitori degli alunni stranieri
d) Creare una “rete di informazioni” tra famiglia, scuola ed Enti sul territorio per conoscere le reali situazioni di vita del bambino ed aiutare la sua integrazione
Finalità:
- Offrire una pari opportunità reale di istruzione agli alunni stranieri, soprattutto attraverso il sostegno linguistico;
- Aiutare l’integrazione e l’inclusione del bambino all’interno della scuola e sul territorio.
Il protocollo d'accoglienza e integrazione delinea prassi condivise di carattere:
□ Amministrativo- burocratico- informativo che riguardano l'iscrizione e l'inserimento a scuola degli alunni stranieri;
□ Comunicativo- relazionale riguardante i compiti e i ruoli degli operatori
scolastici e le fasi dell'accoglienza a scuola;
□ Educativo- didattico che traccia le fasi relative all'assegnazione della classe, insegnamento dell'italiano come seconda lingua.
PRIMA FASE: AMMINISTRATIVO- BUROCRATICO- INFORMATIVO
Questa fase viene eseguita da un incaricato della segreteria: essa rappresenta il primo approccio dei genitori stranieri con l'istituzione.
COMPITI SEGRETERIA
endo di traduttori se i genitori non comprendono l’italiano e non sono accompagnati da persone italofone;
eventualmente usufruendo di traduttori se i genitori non comprendono l’italiano e non sono accompagnati da persone italofone;
visionare lo spazio appositamente creato sul sito della scuola dal quale le famiglie possono scaricare il libretto “come funziona la scuola primaria in Italia” tradotto in più lingue; per la scuola dell’infanzia e la scuola secondaria di primo ci si doterà il prima possibile di materiale simile;
comunicazione con gli insegnanti: anche in questo caso il personale incaricato della segreteria mostra alle famiglie lo spazio del sito dal quale poter scaricare i modelli di comunicazione, tradotti al momento in albanese, romeno, arabo e cinese;
l'obbligo scolastico; se mancano i documenti pregressi è compito del Centro Migranti di Cuneo (cooperativa Arca) certificare il percorso pregresso. Se i documenti sono presenti ma sono in altra lingua rispetto all’italiano, la famiglia viene invitata a fornirne una traduzione asseverata.
l'effettivo inserimento nella classe;
Accoglienza;
MATERIALI:
rochure in versione bilingue (albanese, romeno, arabo e cinese) da inserire sul sito;al momento non abbiamo materiale per la scuola dell’infanzia e la secondaria di primo grado;
(riunione a scuola, gita, entrata e uscita anticipata, giustificazione assenza);
xxxx://xxx.xxxxxxxxxxxxxxxxxxxx.xx/XXX/XXX0Xxxxxx/Xxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxx attici/tabid/97/language/it-IT/Default.aspx
xxxx://xxx.xxxxxxxxx.xx/xxxxxxxxxxxx/xxxxxx-xxxxxx-xxxxxxxxxxx-xx famiglie-degli-studenti
SECONDA FASE: COMUNICATIVO- RELAZIONALE
In questa fase è utile che sia individuato un gruppo di accoglienza (Commissione) composto dal Dirigente Scolastico (o suo delegato) e dal docente referente stranieri (BES) per l’ordine di scuola dove verrà inserito il minore.
La Commissione si riunisce ogni qualvolta si presenti il caso d’iscrizione di alunni stranieri neoarrivati. Per gli alunni che si iscrivono durante il periodo estivo, l’inserimento effettivo nella classe avverrà, previa
convocazione della Commissione di Accoglienza, nel mese di settembre, prima dell’inizio delle lezioni.
COMPITI:
□ Esamina la prima documentazione raccolta dalla segreteria all'atto dell'iscrizione;
□ Effettua un colloquio con la famiglia nel quale raccoglie informazione su: situazione familiare, storia personale e scolastica, situazione linguistica dell'alunno;
□ Effettua un colloquio con l'alunno per la valutazione delle abilità, delle competenze, dei bisogni specifici di apprendimento e degli interessi;
□ fornisce informazioni sull’organizzazione della scuola e sul territorio (servizi di
volontariato, assistenza sociale …);
□ fa presente la necessità di una collaborazione continuativa tra scuola e famiglia;
□ propone l'assegnazione alla classe; stabilisce, sulla scorta degli elementi raccolti durante il colloquio, la classe d’inserimento, tenendo conto dell’età anagrafica, dell’ordinamento degli studi del Paese di provenienza, di un primo accertamento di competenze ed abilità, delle aspettative familiari emerse dal colloquio nonchè deve essere effettuata tenendo conto del numero di alunni per classe, della presenza di altri alunni stranieri e delle problematiche rilevanti nella classe;
□ Fornisce le informazioni raccolte ai docenti che accoglieranno l'alunno in classe, eventualmente incontrando almeno uno dei docenti di sezione/classe;
□ Invita i docenti del team di sezione/classe a visionare il materiale sul sito della scuola e il materiale cartaceo disponibile nei plessi, al fine di supportare il percorso linguistico dello studente;
MATERIALI:
□ schede di rilevazione sulla competenza linguistica nella lingua d’origine, in italiano come L2 e in matematica, eventualmente caricate sul sito della scuola a disposizione dei docenti; xxxx://xxx.xxxxxxxxxxxxxxxxxxxx.xx/XXX/XXX0Xxxxxx/Xxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxx attici/tabid/97/language/it-IT/Default.aspx materiali da scaricare “biografia linguistica”
xxxx://xxx.xxxxxx.xxxxxxxxxxx.xx.xx/xxxxxx-xxxxxxxxxxxxxx/xxxxxx accertamento-competenze-alunni-stranieri-neoarrivati
COMPITI DELLA COMMISSIONE
interne ed esterne e spazi adeguati e facilitando, dove necessario, il coordinamento tra gli insegnanti che fanno alfabetizzazione.
(sul sito della scuola), con materiale didattico e informativo specifico, consultabile dai docenti;
altre Istituzioni Scolastiche per fare proposte, progetti e corsi di formazione, incontri con centro migranti …
CRITERI DI ASSEGNAZIONE ALLA CLASSE
I dati raccolti nelle fasi precedenti permettono di assumere decisioni in merito alla classe di inserimento e secondo le indicazioni del DRP 31/08/’99 n°394. “ I minori stranieri soggetti all’obbligo scolastico vengono iscritti alla classe corrispondente all’età anagrafica, salvo che venga deliberata l’iscrizione ad una classe diversa, tenendo conto:
a) dell’ordinamento degli studi del Paese di provenienza dell’alunno, che può determinare l’iscrizione ad una classe immediatamente inferiore o superiore rispetto a quella corrispondente all’età anagrafica;
b) dell’accertamento di competenze, abilità e livelli di preparazione dell’alunno;
c) del corso di studi eventualmente seguito dall’alunno nel Paese di provenienza;
d) del titolo di studio eventualmente posseduto dall’alunno”.
e)L'iscrizione del minore alla scuola dell'obbligo può essere richiesta in qualunque periodo dell'anno scolastico;
TERZA FASE: EDUCATIVO- DIDATTICA
In questa fase la Commissione Accoglienza dopo aver valutato il nuovo alunno:
□ propone al team di sezione/classe la compilazione di un PDP PER ALUNNI IN SITUAZIONE DI SVANTAGGIO LINGUISTICO (primaria e secondaria di primo grado), se necessario anche convocando un consiglio straordinario (per la scuola secondaria di primo grado), quindi insieme agli insegnanti individuerà, sulla base delle risorse interne ed esterne disponibili, percorsi di facilitazione da attivare a livello didattico (rilevazione dei bisogni specifici di apprendimento, modalità di adattamento dei programmi curriculari, istituzione di laboratori intensivi di lingua italiana) e percorsi di facilitazione relazionale ( es, utilizzo di materiali nelle diverse lingue).
ACCOGLIENZA IN CLASSE
L'accoglienza non può essere una fase definita nel tempo, ma dovrebbe corrispondere ad una modalità di lavoro atta ad instaurare e mantenere nel plesso un clima accettabile e motivante per tutti i protagonisti dell'azione educativa (genitori, alunni, docenti, collaboratori scolastici). La collegialità è fondamentale in tutte le fasi della programmazione: la lingua è trasversale
a tutte le discipline e l’alunno appartiene alla classe, non ad un unico insegnante.
Sarà compito degli insegnanti preparare l'accoglienza predisponendo attività mirate a sensibilizzare la classe all'accoglienza del nuovo compagno e favorire l’inserimento dell’alunno straniero nella classe:
- informando i compagni del nuovo arrivo e creando un clima positivo di attesa
- dedicando del tempo ad attività iniziali di benvenuto e conoscenza
- individuando un alunno particolarmente adatto a svolgere la funzione di tutor (compagno di viaggio) dell’alunno straniero
- Favorendo la conoscenza degli spazi della scuola
- Favorendo la conoscenza dei tempi e dei ritmi della scuola - Facilitando la comprensione dell'organizzazione delle attività
- Rilevando i bisogni specifici di apprendimento
- Individuando ed applicando modalità di semplificazione dei contenuti e di facilitazione linguistica per ogni disciplina, stabilendo contenuti minimi ed adattando ad essi la verifica e la valutazione (PDP)
- Informando l’alunno e la famiglia del percorso predisposto per lui dalla scuola
- Valorizzando la cultura altra
- Mantenendo i contatti con la Commissione di Accoglienza L’INSERIMENTO NELLA CLASSE / SEZIONE
Nella prima fase dell’inserimento scolastico, l’insegnamento della lingua italiana come seconda lingua deve tendere soprattutto a:
1. fornire all’alunno straniero gli strumenti linguistici che gli possono permettere di partecipare ad alcune attività comuni della classe;
2. sviluppare l’italiano utile sia alla scolarizzazione che alla socializzazione in generale.
L’alunno, nella prima fase di accoglienza è inserito nella classe, impara a comunicare con compagni e insegnanti. Apprende il lessico e i modi per la
conversazione: richiamare l’attenzione, chiedere, denominare oggetti, azioni, rispondere a richieste e a comandi, esprimere i propri vissuti. La lingua presentata è legata al contesto, ai campi di attività comunicativa del quotidiano.
Suggerimenti metodologici
Le attività dovranno essere svolte – se possibile – nel piccolo gruppo dei pari per favorire la socializzazione e sostenere l’approccio linguistico (gioco, attività ludica e di laboratorio, “tutoraggio”).
Nel primo anno di attività dell’alunno straniero neoarrivato sarà all’apprendimento, al consolidamento della lingua italiana, cui dovranno essere destinati tempo e risorse umane, attraverso l’impostazione di un progetto specifico (quando possibile laboratorio di italiano L2, valorizzando possibilmente anche la lingua e la cultura d’origine).
Per quanto riguarda le materie di studio è utile precisare che il comma 4 dell’art. 45 del D.P.R. 394/ 1999, che qui si riporta, recita:
“Il Collegio dei docenti definisce, in relazione al livello di competenza dei singoli alunni stranieri il necessario adattamento dei programmi di insegnamento; allo scopo possono essere adottati specifici interventi individualizzati o per gruppi di alunni... Il consolidamento della conoscenza e della pratica della lingua italiana può essere realizzata altresì mediante attivazione di corsi intensivi di lingua italiana sulla base di specifici progetti, anche nell’ambito delle attività aggiuntive di insegnamento per l’arricchimento dell’offerta formativa.”
Il consiglio di sezione/classe, sentito il parere della Commissione Accoglienza, può decidere
□ la temporanea esclusione dal curriculum e della relativa valutazione di quelle discipline che presuppongono una specifica competenza linguistica, sostituendole con attività di alfabetizzazione o consolidamento linguistico.
VALUTAZIONE
Per quanto attiene alle modalità di valutazione e di certificazione degli alunni stranieri, in particolare dei neo- arrivati, si fa riferimento a quanto espresso nelle Linee guida per l'accoglienza e l'integrazione degli alunni stranieri emanate dal Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca Dipartimento per l'Istruzione - Direzione Generale per lo studente, Ufficio
per l'integrazione degli alunni stranieri (Circolare ministeriale n° 24 del marzo 2006).
Si richiama ancora, in particolare, l'art. 45, comma 4 DPR n° 394/99 che così recita " il Collegio dei Docenti definisce, in relazione al livello di competenza dei singoli alunni stranieri, il necessario adattamento dei programmi d'insegnamento...". Benché la norma non accenni alla valutazione, ne consegue che il possibile adattamento dei programmi per i singoli alunni comporti un adattamento della valutazione, anche in considerazione degli orientamenti generali su questo tema, espressi in circolari e direttive, che sottolineano fortemente l'attenzione ai percorsi personali degli alunni.
Per il Consiglio di classe che deve valutare gli alunni stranieri inseriti nel corso dell'anno scolastico - per i quali è necessario mettere in atto i percorsi personalizzati - diventa fondamentale conoscere, per quanto possibile, la storia scolastica precedente, gli esiti raggiunti, le caratteristiche delle scuole frequentate, le abilità e le competenze essenziali acquisite. In questo contesto, che privilegia la valutazione formativa rispetto a quella "certificativa" si prendono in considerazione il percorso dell'alunno, i passi realizzati, gli obiettivi possibili, la motivazione e l'impegno e, soprattutto, le potenzialità di apprendimento dimostrate. In particolare, nel momento in cui si decide il passaggio da una classe all'altra o da un grado scolastico al successivo, occorre far riferimento ad una pluralità di elementi fra cui non può mancare una previsione di sviluppo dell'alunno. Emerge chiaramente come nell'attuale contesto normativo vengono rafforzati il ruolo e la responsabilità delle istituzioni scolastiche e dei docenti nella valutazione degli alunni.
Si rende necessario coinvolgere le famiglie nella valutazione, usufruendo dove possibile della mediazione linguistica.