ATO Città Metropolitana di Milano
ATO Città Metropolitana di Milano
Conferenza dei Comuni 11 Ottobre 2022 – ore 15.00
Trascrizione composta da n. 47 pagine
I N D I C E
Punto 1 o.d.g. – Nomina del Presidente della Conferenza dei Comuni dell’ATO della Città Metropolitana di Milano 1
Punto 2 o.d.g. – Presa d’atto del Verbale della Conferenza dei Comuni del 29.11.2021 3
Punto 3 o.d.g. – Indicazioni della Conferenza dei Comuni in ordine alla nomina dei componenti del Consiglio di Amministrazione dell’Ufficio della Città Metropolitana di Milano – Azienda Speciale in rappresentanza dei Comuni ex art. 48 comma 1 septies della L.R. 26/03 e s.m.i. e della L.R. 32/2015 4
Punto 4 o.d.g. – Aggiornamento biennale delle tariffe del Servizio Idrico Integrato per le annualità 2022-2023 ai sensi della deliberazione ARERA n. 639/2021/R/idr del 30 dicembre 2021, compreso il Programma degli interventi e il Piano delle Opere Strategiche 6
Punto 5 o.d.g. – Tariffa unica usi non potabili 33
Punto 6 o.d.g. – Approvazione del Piano di gestione delle emergenze acquedottistiche e della sicurezza della rete e degli impianti – Ambito Gestore MM
S.p.A. – del Piano delle emergenze idriche – Ambito CAP Holding S.p.A 35
Punto 7 o.d.g. – Adozione schema di accordo di interambito per la promozione di politiche industriali tra l’Ambito di Varese e l’Ufficio d’Ambito della Città Metropolitana di Milano 39
Punto 8 o.d.g. – Varie ed eventuali 41
Punto 1 o.d.g. – Nomina del Presidente della Conferenza dei Comuni dell’ATO della Città Metropolitana di Milano.
XXXXXX XXXX (Direttore Generale Xxxxxxx x’Xxxxxx) – Verificate le presenze possiamo incominciare i lavori dell’adunanza.
Buonasera ringrazio tutti per essere intervenuto ed in particolare qui alla mia sinistra il Presidente dell’Xxxxxxx x’Xxxxxx, l’ingegnere Xxxxxx Xxxxxx Xxxx’Xxxx, e alla mia destra il Presidente della Conferenza, Xxxxxxx Xxxxxxx. Davanti a noi i rappresentanti del Gestore MM, il Presidente, l’Amministratore Delegato; sempre accanto a noi i colleghi tecnici di MM e di CAP, che ci aiuteranno nell’esposizione degli argomenti della seduta odierna.
A questo punto lascio la parola al Presidente della Conferenza. Prego.
XXXXX XXXXXXX (Presidente della Conferenza) – Buongiorno a tutti.
Passiamo subito al primo punto all’Ordine del Giorno: “Nomina del Presidente della Conferenza dei Comuni dell’ATO della Città Metropolitana di Milano”.
XXXXXX XXXX (Direttore Generale Xxxxxxx x’Xxxxxx) – Mi è stato comunicato che il Sindaco di Solaro, la dottoressa Xxxxx Xxxxxxx, ha una comunicazione da fare.
XXXXX XXXXXXX (Sindaco di Solaro) – Grazie. Buon pomeriggio a tutti.
La comunicazione è per una proposta. Propongo il Presidente uscente, il sindaco Xxxxxxx, cogliendo anche l’occasione per ringraziarlo per tutto il lavoro svolto, anche in segno di continuità. Grazie.
XXXXXX XXXX (Direttore Generale Xxxxxxx x’Xxxxxx) – A questo punto chiedo se vi astenuti o contrari ed ovviamente il Presidente della Conferenza in qualità di Sindaco del Comune, è astenuto.
Possiamo leggere il deliberato.
XXXXX XXXXXXX (Presidente della Conferenza) – Grazie a tutti.
Quindi si propone:
1. di eleggere il Presidente della Conferenza dei Comuni;
2. di demandare al Presidente neoeletto, preso atto delle rappresentanze territoriali, di proporre alla Conferenza dei Comuni, nella prima seduta utile, la nomina degli altri componenti dell’Ufficio di Presidenza;
3. di dare atto che la presente nomina di proposta e deliberazione non comporta riflessi diretti o indiretti sulla situazione economica e finanziaria dell’Ente e pertanto non è dovuto il parere di regolarità contabile;
4. di demandare al Direttore Generale dell’Ufficio d’Ambito la pubblicazione del presente provvedimento in Amministrazione Trasparente ai sensi del D.Lgs. 33/2013.
XXXXXX XXXX (Direttore Generale Xxxxxxx x’Xxxxxx) – Intanto diamo il benvenuto anche al Presidente di CAP Holding, Xxxxxxxxxx Xxxxx.
Punto 2 o.d.g.
Punto 2 o.d.g. – Presa d’atto del Verbale della Conferenza dei Comuni del 29.11.2021.
XXXXXX XXXX (Direttore Generale Xxxxxxx x’Xxxxxx) – Andiamo avanti con il secondo punto all’Ordine del Giorno.
XXXXX XXXXXXX (Presidente della Conferenza) – Il secondo punto è: “Presa d’atto del Verbale della Conferenza dei Comuni del 29.11.2021”.
ITALIA XXXX (Direttore Generale Xxxxxxx x’Xxxxxx) – Il verbale in questione è stato pubblicato, inviato a tutti i Comuni e non sono pervenute osservazioni di nessun tipo. Quindi possiamo dare lettura della proposta di deliberazione.
XXXXX XXXXXXX (Presidente della Conferenza) :
1. di prendere atto, in approvazione, del Verbale della seduta della Conferenza dei Comuni dell’Ufficio d’Ambito di Città Metropolitana di Milano del 29 novembre 2021 nei termini di cui alla pubblicazione;
2. di dare atto che la presente proposta di deliberazione non comporta riflessi diretti o indiretti sulla situazione economico-finanziaria dell’Ente e pertanto non è dovuto il parere di regolarità contabile.
Tutti favorevoli? C’è qualche contrario? Astenuto? Approvato all’unanimità.
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Punto 3 o.d.g. – Indicazioni della Conferenza dei Comuni in ordine alla nomina dei componenti del Consiglio di Amministrazione dell’Ufficio della Città Metropolitana di Milano – Azienda Speciale in rappresentanza dei Comuni ex art. 48 comma 1 septies della L.R. 26/03 e s.m.i. e della L.R. 32/2015.
XXXXX XXXXXXX (Presidente della Conferenza) – Possiamo passare al terzo punto all’Ordine del Giorno: “Indicazioni della Conferenza dei Comuni in ordine alla nomina dei componenti del Consiglio di Amministrazione dell’Ufficio della Città Metropolitana di Milano”.
XXXXXX XXXX (Direttore Generale Xxxxxxx x’Xxxxxx) – Il consigliere Xxxxxx Xxxxxx, in precedenza Sindaco del Comune di Cologno Monzese, non ricoprendo più la carica di Sindaco, non può più assumere - ai sensi dello Statuto di ATO - l’incarico di Consigliere in seno al Consiglio di Amministrazione dell’Ufficio d’Ambito.
Occorre dunque che la Conferenza individui e proponga un sostituto quale rappresentante di un Comune che abbia una popolazione superiore ai 15.000 abitanti. Naturalmente la nomina, a seguito della designazione da parte della Conferenza, spetterà, per Statuto, al Sindaco Metropolitano.
A questo punto chiedo se la Conferenza abbia convenuto in ordine al nominativo da proporre;
XXXXXXX XXXXX (Sindaco di Pessano con Bornago) – Buongiorno a tutti.
La proposta è di nominare il Sindaco di Cassano d’Adda, Xxxxx Xxxxxxx.
XXXXXX XXXX (Direttore Generale Xxxxxxx x’Xxxxxx) – Leggiamo la proposta, che, a questo punto, conterrà il nominativo appena fatto.
XXXXX XXXXXXX (Presidente della Conferenza) – L’Assemblea propone alla Conferenza dei Comuni del Servizio Idrico Integrato dell’Ambito Territoriale Ottimale della Città Metropolitana di Milano:
1. ai sensi dell’art.6 comma 1 lett. c) del Regolamento, e nel rispetto di quanto previsto dall’art. 48 comma 1septies della L.R. 26/03 e s.m.i., di designare il Sindaco del Comune di Cassano d’Adda Sig Xxxxx Xxxxxxx quale componente del Consiglio di Amministrazione dell’Ufficio d’Ambito della Città Metropolitana di Milano in rappresentanza dei Comuni con popolazione superiore a 15.000 abitanti, che dovrà successivamente essere nominato dal Sindaco Metropolitano mediante assunzione di relativo decreto di nomina;
2. di dare atto che la presente proposta di deliberazione non comporta riflessi diretti o indiretti sulla situazione economico-finanziaria dell’Ente e pertanto non è dovuto il parere di regolarità contabile;
3. di demandare al Direttore Generale dell’Ufficio d’Ambito la pubblicazione del presente provvedimento in Amministrazione Trasparente ai sensi del D.Lgs. 33/2013.
Possiamo provvedere alla votazione.
Chi è favorevole? Tutti quanti. C’è qualcuno contrario o astenuto? Colombo. XXXXX XXX XXXXX XXXXXX (Assessore all’Ambiente e Verde di Milano) – Scusate, io scrivo in chat il mio voto favorevole. L’ho scritto sia per il Presidente... lo scrivo
in chat, così è più semplice. Va Bene?
XXXXXX XXXX (Direttore Generale Xxxxxxx x’Xxxxxx) – Sì, grazie, Assessore.
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Punto 4 o.d.g. – Aggiornamento biennale delle tariffe del Servizio Idrico Integrato per le annualità 2022-2023 ai sensi della deliberazione ARERA n. 639/2021/R/idr del 30 dicembre 2021, compreso il Programma degli interventi e il Piano delle Opere Strategiche.
XXXXX XXXXXXX (Presidente della Conferenza) – Possiamo passare al quarto punto all’Ordine del Giorno: “Aggiornamento biennale delle tariffe del Servizio Idrico Integrato per l’annualità 2022-2023, ai sensi della deliberazione ARERA n. 639/2021 del 30 dicembre 2021, compreso il Programma degli interventi e il Piano delle Opere Strategiche”.
XXXXXX XXXX (Direttore Generale Xxxxxxx x’Xxxxxx) – lascio la parola al dottor Xxxxxxx, che è il consulente dell’Ufficio d’Ambito, che, congiuntamente ai gestori, ha collaborato per l’elaborazione delle proposte tariffarie.
Informo che in virtù dei rincari dell’energia elettrica e del costo delle materie prime, vi sono stati nelle elaborazioni delle proposte tariffarie degli inevitabili benchè lievissimi incrementi. Xxxxxxxx, ma poi vi verrà spiegato più puntualmente e potrete rivolgere tutte le domande che riterrete opportune, prendendo come riferimento un nucleo familiare composto da tre persone, di un incremento annuale di circa 11 euro, quindi 1 euro più o meno al mese come costo ulteriore rispetto agli anni precedenti. Questo sia per l’ambito CAP Holding S.p.A., quindi per il territorio della Città Metropolitana, sia per il Comune capoluogo, ambito tariffario MM S.p.A.
Chiedo quindi al dottor Xxxxxxx, che ha già preso postazione, di darci una breve illustrazione della proposta tariffaria. A seguire chiedo al dottor Xxxxxxx di Cap ed ai colleghi Aliscioni e Persi di MM, di illustrare poi il programma degli
interventi, in modo tale da favorirvi tutti gli elementi per poter procedere a deliberare.
X. XXXXXXX (Collaboratore ANEA - Consulente Xxxxxxx X’Xxxxxx) – Buonasera a tutti.
Come diceva il Direttore, come ANEA abbiamo supportato l’Ufficio d’Ambito per la predisposizione dell’aggiornamento biennale delle tariffe per i gestori dell’Ambito di Città Metropolitana di Milano (slide 2).
L’aggiornamento biennale è sostanzialmente un atto dovuto dalla regolazione, che prevede dei periodi regolatori che sono di quattro anni, quindi voi nel 2020 avete visto le tariffe approvate 2020-2023, però a metà periodo, cioè dopo il primo biennio, viene fatto un aggiornamento della seconda parte del periodo regolatorio. Questo perché, forse lo ricordate tutti, le tariffe vengono calcolate con i dati a consuntivo, gli effettivi costi e gli effettivi investimenti sostenuti dai gestori, e quindi, per poter fare la determinazione delle tariffe del 2022 avevamo bisogno dei dati di bilancio del 2020, che evidentemente due anni fa non c’erano a disposizione. Quindi questa è la motivazione per cui si fa un aggiornamento infra periodo regolatorio di quattro anni, che è questo aggiornamento biennale.
Rispetto a quelle che erano le predisposizioni tariffarie, che sono state viste nel 2020, quando sono state approvate per tutto il periodo, sono rimaste le solite gestioni valorizzate, quindi CAP sia come gestore del Servizio Idrico Integrato per la Città Metropolitana di Milano, esclusa la città di Milano, e poi la stessa CAP ha due tariffe da grossista, sia per la parte di acquedotto che di depurazione, rese all’ATO Monza e Brianza, in sostanza Brianzacque, che è il gestore dell’ATO Monza e Brianza. In precedenza c’erano altre tariffe
all’ingrosso, che però nel 2020 sono state eliminate e fatte riconfluire dentro il Servizio Idrico Integrato.
MM continua ad avere la sua gestione della città di Milano, e quindi è l’altro gestore che viene esaminato per la proposta tariffaria.
Come accennava il Direttore, credo che sia sotto gli occhi di tutti il grosso problema che sta attanagliando un po’ tutte le aziende e, in particolare, quelle del Servizio Idrico Integrato, che sono energivore, che è il problema dell’aumento spropositato dei costi nell’energia. Quindi, in qualche modo, noteremo le variazioni che ci sono rispetto a quello che ci potevamo immaginare per il 2022 e 2023 come costi di gestione, noteremo l’effetto dell’aumento del costo dell’energia elettrica. Questo perché ARERA ha consentito di anticiparsi almeno una quota parte di questo aumento.
In deroga a tutto il concetto che riguarda l’aggiornamento dei costi di energia elettrica da parte di ARERA, che vede il costo agganciato a quello sostenuto effettivamente due anni prima, e quindi dopo due anni si vede l’effetto di un eventuale aumento, in questo caso, essendo l’aumento molto significativo, ha deliberato di consentire almeno un 25% di quello che era il costo di due anni fa, di poterlo riportare in tariffa. Quindi le tariffe che noi andiamo ad approvare non hanno il costo che normalmente avveniva, quello di due anni fa, semplicemente inflazionato, ma aggiuntivato di una quota percentuale fino a un massimo del 25% consentito dell’ARERA.
Vado molto velocemente ora a vedere le quattro tariffe che abbiamo predisposto. La prima (slide 3) è quella per CAP, come gestore del Servizio Idrico Integrato, quindi riferito a tutta la Città Metropolitana di Milano. Queste sono un po’ le caratteristiche che fanno entrare nel cosiddetto schema
regolatorio, che è l’elemento che ci dice quanto è il massimo che si può immaginare di aumento della tariffa rispetto all’anno precedente. In sostanza questo dà il vincolo all’aumento massimo consentito, perché ARERA, proprio per cercare di affrontare tutte quelle che erano le diversità dal punto di vista organizzativo, di costi e di necessità di investimenti, ha previsto un sistema che è modulare, in qualche modo, che prevede l’inserimento di ciascuna gestione all’interno di una matrice di elementi, che consentono poi di arrivare a quello che è il valore dello schema di regolazione, che definisce il limite massimo di aumento da un anno all’altro. Ora entriamo più nel merito.
In sostanza, uno degli elementi che entra per lo schema tariffario è l’eventuale variazione del perimetro di gestione. Chiaramente, se cambia il perimetro di gestione del gestore, cambiano i costi per la gestione. In particolare su CAP vediamo che il perimetro sostanzialmente è invariato rispetto alle precedenti determinazioni, salvo che per il 2023 è stata prevista la presa in gestione del servizio di acquedotto del Comune di Corsico, che attualmente è gestito da MM, ma, essendo una gestione non conforme, non ha mai avuto le tariffe approvate, e quindi anche negli anni passati non abbiamo mai approvato le tariffe di Corsico, che rimaneva escluso da qualunque aggiornamento. Nel 2023 avremo l’inizio della gestione da parte di CAP e viene forzata questa anticipazione proprio per cercare di recuperare da XXXXX l’approvazione di quello che è il valore di subentro. Chiaramente, nel prendere il servizio di acquedotto, CAP acquisisce le infrastrutture del Comune di Corsico, che peraltro sono di proprietà del Comune di Milano (anche quelle che insistono nel Comune di Corsico), e quindi deve riconoscere un corrispettivo per poterseli poi acquisire alla sua gestione.
Le attività svolte rimangono le medesime della volta precedente, dove era già stata valorizzata in maniera importante anche l’attività che riguarda la gestione delle acque meteoriche, e quindi si continua, come è già stato fatto due anni fa, ad avere questi importi in aggiunta, perché sono attività aggiuntive rispetto a quelli che erano i costi di base utilizzati per la determinazione della tariffa.
Questi elementi permettono poi di entrare in quelle che sono le caratteristiche dello schema regolatorio, che ha sostanzialmente tre elementi che permettono di individuare il valore di aumento massimo consentito per lo schema dove ricade il gestore: uno è il costo medio del servizio, dove per CAP abbiamo 123 euro ad abitante, che è inferiore ai 149 euro ad abitante che viene fuori dalla media definita da ARERA, il che vuol dire che sul panorama italiano CAP ha un costo più basso di quello che è il valore medio per la parte di gestione del servizio; in più c’è un buon fabbisogno di investimenti, che è molto significativo – poi i due Direttori di MM e di CAP illustreranno meglio questa parte degli investimenti – ed è un altro elemento che entra nella valorizzazione dello schema regolatorio, e quindi in questo caso vediamo che, a fronte di investimenti programmati e in parte realizzati - trattandosi del quadriennio 2020-2023 per il quale gli investimenti 2020 e il 2021 sono già realizzati e invece sono pianificati per il 2022-2023 -, prevede 386 milioni di euro di nuovi investimenti per il Servizio Idrico.
Nel valutare l’inserimento dello schema regolatorio si deve andare a vedere quant’è il valore delle immobilizzazioni che ha il gestore “in pancia”, e quindi le immobilizzazioni ancora attive, quindi non ammortizzate, che sono circa 780 milioni. Questo fa in modo che la gestione di CAP rientri in una parte dello
schema regolatorio, che è meno larga dal punto di vista degli aumenti consentiti, c’è meno bisogno di investimenti rispetto al parco esistente; inoltre c’è la presenza di variazione dei processi tecnici, che è quello che si diceva, la gestione delle acque meteoriche.
Questo comporta che per il gestore CAP si arriva ad una percentuale massima di aumento da un anno all’altro del 5,95%.
In questa sede quindi viene proposto (slide 4) di consentire il massimo di questo aumento, come ricordava anche il Direttore prima, proprio per ovviare, almeno in parte, a quello che è il grosso incremento di costi di energia elettrica, quindi dando una possibilità di aumento di questo 5,95% consentito, proprio per cercare di aiutare in qualche modo la gestione, sapendo tutti che comunque questo non basta per coprire gli effettivi costi, per cui comunque ci sarà uno sforzo finanziario del gestore, che dovrà anticipare adesso dei costi di energia elettrica che gli verranno riconosciuti fra due o tre anni: si tratta quindi di un’anticipazione importante, nonostante una quota parte sia stata in qualche modo inserita nel calcolo. In particolare, per CAP la dimensione che si è potuta inserire dentro la tariffa di questi aggiuntivi di energia elettrica è stata, rispetto al 25% massimo consentito dalla regolazione, soltanto il 9%, perché aveva comunque una massa di costi riconosciuti per la tariffa che comportava di arrivare al limite del 5,95%, quindi non c’era spazio.
Come ricordava il Direttore, sia per CAP, e poi vedremo per MM, questo aumento comporta circa 1 euro al mese in più nella bolletta media di un utenza domestica residente, quindi 10/12 euro l’anno per un’utenza media composta da tre componenti; su un uso domestico fatto da tre componenti
ha un peso economico di questo tipo. La percentuale sembra tanta, ma poi a livello di costo effettivo non è così rilevante.
In più, con la proposta di CAP si sta inserendo il riconoscimento dei costi di subentro nel 2023 alla gestione dell’acquedotto di Corsico.
Qui vedete nella tabella di che cosa si tratta numericamente. La sostanza è quella che vi ho raccontato, e cioè abbiamo un aumento, che è la parte forse più rilevante visto che il sistema ARERA è molto chiuso ed è molto poco gestibile dall’esterno, nel senso che ha già delle regole molto ben definite, quindi il risultato è quello di un aumento del 5,95%.
Procedendo nelle tariffe per CAP, qui (slide 5) ho riportato quella che è la tariffa della vendita all’ingrosso del servizio di depurazione verso l’ATO Monza e Brianza. È un’attività che viene svolta per i Comuni vicini al confine, che recapitano nei depuratori gestiti da CAP, e quindi hanno necessità di acquisire il servizio da CAP. Viene predisposta una tariffa specifica. Sono ventidue i Comuni brianzoli che recapitano nei depuratori di CAP. Il perimetro gestito e il tipo di attività sono quelli che abbiamo visto in tutti questi ultimi anni, e quindi non sono variati. In questo caso, sempre per rientrare nello schema regolatorio, che è quello che ci dà il limite massimo all’aumento, abbiamo 27 euro ad abitante come costo di gestione, che è bassissimo rispetto ai 149 euro medi di ARERA, ma qui stiamo parlando solo della parte di servizio di depurazione, rispetto ad un costo di 149 euro ad abitante, che vale invece per tutto il servizio idrico, quindi acquedotto, fognature e depurazione. Anche qui il fabbisogno di investimenti è elevato, ma non tanto da aprire alla possibilità di avere una serie di elementi aggiuntivi di costo attivabili, quindi delle leve aggiuntive di costo attivabile. Come visto per la gestione CAP del
Servizio Idrico Integrato, siamo sotto questo indicatore di 0,5 del rapporto fra nuovi investimenti e immobilizzazioni ancora non ammortizzate per il gestore, che permette di passare dall’uno all’altro livello degli schemi di regolazione. Qui non ci sono aggregazioni o variazioni di processi, per cui, anche qui, l’altro elemento che entra nella definizione dello schema regolatorio non si attiva; in questo caso l’aumento massimo consentito è del 5,2%, un po’ più basso di quel 5,95%, che era sostanzialmente dato dal fatto che, per CAP SII, c’era un ampliamento del perimetro dei servizi gestiti. In questo caso, di nuovo, gli incrementi sono fatti per accogliere l’anticipazione del 25% dell’energia elettrica, consentita da ARERA. I costi base (slide 6) sono un pochino più bassi, non abbiamo grossi conguagli da portarci dietro, e questo consente di non sfruttare tutta la leva del 5,2%, che ci consentirebbe la regolazione, ma di fermarsi a un 4% per ciascuno dei due anni, e quindi in questo caso non viene sfruttata tutta la leva perché non ci sono costi sottostanti: la tariffa aumenta se effettivamente ci sono dei costi, non viene aumentato per dare qualche cosa in più, deve essere tutto supportato, come si diceva, da costi consuntivati.
Questa predisposizione tariffaria, come la tariffa successiva che vedremo, che è quella di acquedotto, è stata interfacciata con l’ente d’Ambito Monza e Brianza, proprio perché, per norma e per accordi fra i due Ambiti, essendo servizi che vengono resi ai cittadini dell’altro Ambito, dell’Ambito contermine, tutta la parte tariffaria viene sempre discussa e condivisa insieme.
Sull’acquedotto (slide 7) c’è una situazione un po’ particolare, perché sostanzialmente questo è un servizio che viene realizzato unicamente per l’Ambito Monza e Brianza, con acque del territorio gestito da CAP, quindi della
Città Metropolitana di Milano, mentre tutta la rete di adduzione per portare l’acqua si sviluppa nel territorio dell’Ato Monza e Brianza. Attualmente sono connessi a questa grossa rete di adduzione quindici Comuni e a regime devono diventare venticinque. Nei primi anni di avvio di questa gestione ci si attendeva un maggior attingimento da parte dei Comuni di Monza e Brianza, che non c’è stato, e questo ha comportato la creazione di conguagli importanti: infatti i costi sostenuti negli anni precedenti non sono stati coperti dalle tariffe applicate, perché i metri cubi venduti erano troppo pochi, e quindi questo ha creato dei conguagli la cui progressiva fatturazione si trascinerà addirittura fino al 2030-2031, avendo i vincoli di crescita che ci dà l’ARERA. L’ambito delle attività è immutato, il servizio di acquedotto si limita alla parte di servizio di acquedotto all’ingrosso.
Nello schema regolatorio abbiamo i parametri che si sono visti prima, qui sono 36 euro ad abitante, ma anche in questo caso si rapporta solo parzialmente con i 149 euro medi di costi di gestione di ARERA, che sono per il Servizio Idrico Integrato. Anche in questo caso il fabbisogno di investimenti non è così elevato rispetto agli investimenti esistenti, per cui si rimane nella fascia più bassa di quelli che possono essere gli aumenti tariffari. Si incrementa il perimetro servito perché via via vengono acquisiti nuovi Comuni alla gestione. Questo comporta di avere un limite all’aumento tariffario del 5,95%, come avevamo già visto per CAP Servizio Idrico Integrato.
Dal punto di vista dell’apertura e quindi della copertura dei costi energetici che vedevamo nei casi precedenti, in questo caso (slide 8) non c’è spazio, sostanzialmente, per tenere questi costi all’interno di quello che è l’aumento previsto di questo 5,95%, e quindi non è stata neanche presentata l’istanza; se
fosse stata presentata istanza non ci sarebbe stato spazio per accogliere questo 25% in più di costi energetici, quindi non aveva senso, perché li avremmo comunque rimandati al futuro come possibilità di recuperarli, cosa che peraltro è già prevista dalla regolazione ARERA.
In più c’è stato un cambio di quadrante che può essere significativo, rispetto alla volta precedente: un downgrade di quadrante dovuto al fatto che la volta scorsa si era cercato di ampliare al massimo l’aumento che poteva essere fatto di questa tariffa per consentire un recupero più rapido dell’enorme conguaglio accumulato negli anni precedenti, ma quest’anno non c’erano gli elementi per consentire questo. Si arriva quindi a questo aumento del 5,95% per la possibilità massima di aumento.
Come vi dicevo, il recupero dei conguagli accumulati ha una proiezione lunga nel tempo; questo perché ci sono circa 6 milioni da recuperare, a fronte di circa 3 milioni di VRG, quindi il fatturato massimo che possono fare, nel 2023 sono circa 2.900.000 rispetto ai 6 milioni, e quindi il recupero di questo pregresso affaticherà molto questa tariffa anche nel futuro.
La volta precedente la proiezione fatta 2022-2023 – vi dicevo che si faceva la volta scorsa dal 2020 al 2023 compreso, tutti e quattro gli anni – già prevedeva questi aumenti così significativi; anzi, siccome il quadrante era il sesto, quello che consentiva un’ampiezza maggiore, si arrivava addirittura ad un aumento previsto per i vari anni dell’8,95%, e quindi, rispetto alla volta precedente, questa è l’unica tariffa che si riduce come valore di aumento.
Passiamo a MM. Anche qui (slide 9) il perimetro gestito è invariato rispetto a quello che avevate già visto nel 2020, dove c’era stato come intervento importante il subentro di MM a Milano Depur, e quindi nella gestione del
depuratore di Nosedo (uno dei principali di Milano), e poi l’ambito delle attività veniva ampliato, come per CAP SII, con il drenaggio urbano delle acque, che era già previsto nel 2020; pertanto la configurazione è analoga a quella vista la volta precedente. Anche in questo caso però è stata attivata la possibilità del 25% dell’incremento per l’energia elettrica, consentito da ARERA.
Entrando nella parte dello schema regolatorio, c’è un costo medio di 104 euro ad abitante, anche in questo caso un gestore molto efficiente dal punto di vista dei costi rispetto a quelle che sono le medie definite da ARERA sulla base del bacino di tutti i gestori nazionali che ha a disposizione ARERA. Il fabbisogno di investimenti è molto elevato, anche rispetto a quelle che sono le infrastrutture in gestione in questo momento (il valore residuo delle infrastrutture esistenti), tant’è vero che qui, rispetto a quel valore discriminante che si ricordava dello 0,5, la gestione MM arriva a 0,83: sono molto sopra il valore di riferimento, cioè c’è un fabbisogno molto elevato di investimenti.
In questo caso la regolazione consente di attivare alcune leve particolari per aiutare il gestore in questo sforzo elevato di investimenti, che sono:
un’anticipazione del costo dei nuovi investimenti programmati, che, rispetto alla regola di ARERA che riconosce i costi a consuntivo, in questo caso consente di anticipare una quota parte degli investimenti programmati per i due anni successivi;
la possibilità di attivare l’ammortamento finanziario, modalità che MM aveva già attivato negli ultimi anni, nelle ultime determinazioni tariffarie; che cosa vuol dire ammortamento finanziario? Invece di ammortizzare i beni con la vita utile del bene, si fanno degli ammortamenti, fra virgolette,
accelerati, che seguono la data di scadenza della concessione, per arrivare a fine concessione con tutti i beni in qualche modo già ammortizzati.
C’è una variazione dei processi tecnici, con la gestione delle infrastrutture di drenaggio urbano. In questo caso l’aumento massimo consentito dalla regolazione è dell’8,45%.
Come già accennavo per la tariffa di depurazione all’ingrosso, per MM (slide 10) i costi, nonostante l’ampliamento del 25% dei costi energetici, consentono di avere un aumento dell’8,45%, il massimo consentito, nel 2022, ma per il 2023 abbiamo un aumento dei costi che non raggiunge il valore massimo, e quindi si ferma al 7%. Questo consente, fra l’altro, di non trascinare in periodi successivi i conguagli pregressi. Sappiamo tutti che probabilmente il 2024 e il 2025 nasceranno dei conguagli per l’energia elettrica, che non è coperta comunque nel 2022 e 2023. Anche in questo caso l’aumento atteso su un’utenza domestica media di tre componenti è di 10/12 euro all’anno, quindi circa 1 euro al mese, come abbiamo visto per CAP; anche se qui l’aumento è più alto, 8,45% rispetto al 5,95% di CAP, che aveva quel limite dia aumento. La tariffa leggermente più bassa, generalmente, di MM comporta che l’aumento in termini assoluti di euro l’anno alla fine sia sostanzialmente analogo. Io avrei finito.
XXXXXX XXXX (Direttore Generale Xxxxxxx x’Xxxxxx) – Ringraziamo il dottor Xxxxxxx e anche il dottor Xxxxxxxxx, che è collegato e che ha collaborato naturalmente
- quali consulenti ANEA - alla predisposizione delle tariffe.
Invito ora i colleghi di MM e CAP ad esporre i rispettivi programmi degli interventi.
Iniziamo con l’Xxxxxxxx Xxxxxxx. Prego.
XXXXXX XXXXXXX (Direttore Generale Gestione – Gruppo CAP) – Buonasera a tutti. Vado rapidamente. L’obiettivo di CAP è stato, in questo aggiornamento tariffario, quello di dare continuità al trend di realizzazione investimenti, considerati gli effetti dell’aumento dell’energia elettrica e grazie sia alle politiche tariffarie che alla solidità di cassa tendenzialmente, che ci permette di andare in continuità. In continuità vuol dire crescere più o meno dell’11% nel periodo 2020-2027 in termini di investimenti da realizzare, per rispettare gli obiettivi che ci siamo dati, oltre che alcuni vincoli normativi, che andremo poi a vedere meglio in dettaglio. Per meglio contestualizzare che cosa vuol dire continuare a realizzare tale importo e gli investimenti sul territorio in queste situazioni, e con i vincoli tariffari di cui parlava prima ATO, l’effetto dell’aumento dei costi dell’energia 2022 per gruppo CAP vuol dire più o meno passare da 30 milioni di euro di costo annuo a 100 milioni, per arrotondare. Questo nonostante nel corso degli anni si stiano portando avanti diverse politiche di efficientamento dei costi, che, per quanto siano interessanti, 2/3% ogni anno, non riescono a contrastare evidentemente questo aumento del costo dell’energia.
Per quanto concerne in dettaglio il periodo, nel 2020-2023 andremo a realizzare 14 milioni in più rispetto a quelli che avevamo precedentemente pianificato, circa 85 milioni invece nel 2027.
Come saranno distribuiti gli investimenti? Quello che vedete nella torta in basso a sinistra è che tendenzialmente, se tanti anni fa si investiva soprattutto sulla fognatura, per uscire dal periodo delle infrazioni, oramai la torta è
equamente distribuita tra fognatura, acquedotto e depurazione, sono tutti tra il 26% e il 31% del monte complessivo degli investimenti.
Per fare cosa? Per rispettare, oltre degli obblighi normativi, anche degli obblighi di performance che ci vengono richiesti dal regolatore nazionale, quindi da ARERA, un po’ su tutti questi indicatori, che lascio agli atti e sui quali non vi annoio.
Quello che invece per me è interessante è dire che questi investimenti verranno portati avanti per migliorare gli indicatori di qualità contrattuale e tecnica di ARERA, per aumentare la resilienza delle infrastrutture, per focalizzarsi sul cosiddetto Piano di Riassetto, che, per chi non lo conoscesse, vuol dire andare a realizzare vasche di prima pioggia su tutti gli sfioratori, oltre che vasche volane in testa agli impianti, oltre che riduzione di acque parassite nelle reti fognarie, verranno concentrati sul piano energetico, su interventi che chiamiamo Piano Kyoto, economia circolare, e quindi sfruttare gli impianti di depurazione – oggi eravamo in Conferenza dei Servizi – per dare ulteriori servizi al territorio anche sul trattamento di matrici organiche, oltre che, ovviamente, su ricerca e sviluppo, digitalizzazione e, visto quello che è successo questa estate, sulla promozione dell’utilizzo dell’acqua non potabile o riuso da depuratori x xxxxx di prima falda, per semplificare.
Sull’acquedotto in particolare ci focalizzeremo su sostituzione delle reti idriche, per fare in modo che le perdite siano sempre sotto la soglia del 20%, che si sono registrate nel 2022, oltre che sulla digitalizzazione delle reti attraverso la smartizzazione dei contatori.
Per quanto concerne l’indicatore M2, andremo a rinnovare, siamo già partiti dopo il crollo del ponte di Genova con delle analisi sismiche molto più spinte
sui serbatoi pensili, e molti dei vostri territori sono interessati o dalla demolizione dei serbatoi, quando si può e non ci sono vincoli, o dalla ristrutturazione, ne abbiamo circa una novantina su cui stiamo intervenendo.
Per quanto riguarda la qualità dell’acqua, mi focalizzo solo su alcuni interventi che molti di voi conosceranno già, che sono legati in particolare alle grandi centrali di potabilizzazione di San Colombano, Cornaredo, oltre che su Trezzo. Per quanto riguarda invece la fognatura vediamo nel dettaglio un pochino – e ci tengo a sensibilizzare su questo – alcuni numeri del Piano di Riassetto. In estrema sintesi, da qui al 2027 dovremmo realizzare ottantatré interventi di sistemazione su soglie e sfioratori, oltre che complessivamente più di venti vasche. Voi sapete quanto è difficile portare avanti queste vasche, per quanto obbligatorie dalla normativa, sul territorio, e quindi cercheremo di farlo con un approccio che viene definito nature-based, cercando di contestualizzarlo il meglio possibile all’interno del territorio.
L’indicatore M5 si concentrerà, ancora una volta, su alcune code di interventi sulla biopiattaforma di Sesto San Xxxxxxxx, i cui lavori sono in corso, per far sì che la discarica sia a zero e che tutto venga recuperato a livello di fanghi.
Per la qualità dell’acqua depurata i grandi interventi in corso sono la terza linea di Peschiera Borromeo, oltre che Parabiago e San Colombano.
Uno dei temi più importanti evidentemente è il Piano Energetico, che, da un lato, cerca di ridurre al massimo i consumi di energia elettrica, vi dicevo prima di 2,5/3% all’anno, che però è una nocciolina rispetto a quello che sta interessando il contesto energetico nazionale. Il nostro Piano già prevede degli interventi inseriti in quegli importi che vedevamo prima, che portino entro il 2030 CAP ad avere un’autoproduzione di energia rispetto ai consumi totali
pari a circa il 19%. Ma questo non è sufficiente, e quindi vedremo poi in dettaglio, cercheremo, attraverso alcune iniziative che non impattino sulla tariffa, quindi partenariato pubblico e privato, di alzare ancora un pochino di più l’asticella sulle vasche volano, sui terreni contigui depuratori e su aree dismesse da parte dei Comuni che siano valorizzabili.
Solo un inciso. L’iter autorizzativo evidentemente è un vincolo, da un lato, ma anche un’opportunità e obiettivi comuni per tutti quanti aiuteranno a cercare di arrivare a questi obiettivi in maniera congiunta più rapidamente.
Chiudo, perché di aspetti energetici si parla anche nel quarto Horizon 2020, che ci siamo aggiudicati, gli Horizon 2020 sono dei finanziamenti europei che cercheremo ovviamente di cavalcare il più possibile con idee innovative, qui incominciano ad introdursi alcuni concetti che oggi sono un pochino ancora di studio, ma, per esempio, l’ultimo che abbiamo preso sull’impianto di Bresso concerne la produzione di idrogeno per aumentare la produzione del biometano.
Uno degli interventi su cui abbiamo lavorato molto con ATO è stata la promozione dell’acqua non potabile, che non vuol dire solo riutilizzo indiretto dai depuratori, alcuni Comuni l’hanno chiesto questa estate, ma anche riutilizzo diretto, già alcuni Comuni alimentano i propri mezzi per il lavaggio delle strade attraverso l’acqua non potabile, altri hanno una rete irrigua estesa. Qui però si cerca di migliorare, ottimizzare e cercare di realizzare interventi che, sfruttando pozzi di prima falda già esistenti o con nuovi pozzi, interconnettendosi a corsi idrici superficiali, permettano, come nel caso di uno dei progetti che ci ha proposto ATO Città Metropolitana, di interconnettere
diverse zone del territorio, condomini e giardini, con delle vere e proprie reti duali di utilizzo e distribuzione di acqua non potabile.
XXXXXX XXXX (Direttore Generale Xxxxxxx x’Xxxxxx) – Grazie, ingegner Xxxxxxx.
Do la parola adesso all’ingegner Xxxxx. Prego.
XXXXXXX XXXXX (Direttore Amministrazione, Finanza, Controllo e Regolazione di MM S.p.A.) – Buongiorno a tutti.
Un brevissimo passaggio in apertura mio, poi lascerò la parola all’ingegner Xxxxxxxxx, che illustra il programma degli interventi.
Per prima cosa, per richiamare quelle che sono le caratteristiche del Servizio Idrico Integrato della Città di Milano, che è molto concentrato territorialmente perché parliamo di 180 chilometri quadrati di gestione, però con una popolazione di 1.400.000 abitanti residenti e circa 500/600.000 city users che entrano ogni giorno, quindi è un contesto molto concentrato ad elevata densità di popolazione e anche con una certa complessità nell’intervenire sull’ammodernamento e sviluppo delle infrastrutture.
La rete di acquedotto è di circa 2.200 chilometri, di fognatura 1.600 chilometri. Sono numeri contenuti, però caratterizzati da una complessità, in quanto ci sono diametri delle infrastrutture molto elevati, che caratterizzano come peculiarità quella della nostra gestione.
A livello di depurazione ovviamente è coperto l’intero territorio, con livelli standard di depurazione, che consentono un pieno utilizzo ad uso irriguo dell’acqua che esce dai depuratori.
Gli utenti sono circa 50.000, ma perché la maggior parte sono condomini, e quindi ovviamente il 1.400.000 abitanti viene raggiunto da utenze raggruppate.
A livello di aggiornamento tariffario abbiamo visto poco fa che l’incremento a livello regolatorio è dell’8,45%, ma in realtà questa percentuale è calcolata sui volumi del 2020, anno dell’emergenza Covid, in cui Milano ha avuto una flessione significativa dei consumi, a differenza di tante altre realtà nazionali, con una flessione di oltre il 4%, per cui, se andiamo a vedere i numeri assoluti, in realtà l’approvazione tariffaria che stiamo portando avanti, ha un aumento di soli 4 milioni di euro, rispetto ai 161 milioni di euro dei ricavi riconosciuti l’anno scorso, per cui l’effetto, alla fine, è limitato, è del 2,5% circa in termini reali.
Questo è importante da sottolineare anche perché i gestori – vale per MM come per CAP – in questo momento si stanno facendo carico di sostenere invece costi energetici che sono aumentati in una maniera smodata, stiamo parlando di aumenti anche del 300% rispetto alla spesa dell’anno scorso. Per cui si è cercato anche di mitigare quello che può essere l’impatto sugli utenti, a fronte invece dell’elevata crescita dei costi operativi delle gestioni.
A livello di tariffa l’aumento delle componenti Capex è legato ai piani di investimento che si stanno realizzando in questi anni, quindi alla remunerazione degli ammortamenti che si stanno sostenendo, e poi anche sulla parte dei costi operativi, a questa richiesta di anticipazione della componente del costo energetico, come previsto dall’Autorità, che però vale 5 milioni di euro in tutto.
Lascerei adesso la parola all’ingegner Xxxxxxxxx.
XXXXXX XXXXXXXXX (Direttore Divisione Servizio Idrico di MM S.p.A.) – Xxxxxx, Xxxxxxx.
Buonasera a tutti.
Xxxx’io farò una brevissima illustrazione sui contenuti del nostro Piano degli Investimenti, sul biennio residuo su cui stiamo investendo e anche sul Piano Operativo Strategico, quindi dal 2024 al 2027.
Le macro caratteristiche della programmazione degli investimenti sono innanzitutto il consolidamento del nuovo perimetro già illustrato dal dottor Xxxxxxx in apertura, che prevede fondamentalmente l’ampliamento al drenaggio urbano, che non consiste solamente nel reticolo fognario, ma anche in tutto il reticolo delle acque meteoriche, il drenaggio urbano durante le piogge, per cui investimenti sul sistema di caditoie e pozzettature stradale, quindi questo asset su cui abbiamo iniziato a lavorare con questo nuovo quadriennio regolatorio.
Ciò che si può fare con il drenaggio urbano, per ottemperare anche al Piano di Riassetto delle fognature, quindi a tutte quelle soluzioni green per incrementare il drenaggio urbano, anche attraverso un retrofitting nelle infrastrutture urbane già esistenti su strada, quindi con sistemi di drenaggio urbano sostenibile, e anche noi, con l’ampliamento della gestione ai pozzi di prima falda ad uso irriguo, cercheremo di spingere al massimo, assieme al Comune di Milano, una rete duale non potabile, che abbiamo già disponibile con questi pozzi di prima falda, soprattutto per venire incontro alle emergenze idriche, come quelle di questa estate, che hanno riguardato soprattutto il reticolo per l’irrigazione e la manutenzione di parchi e giardini nel caso della città, oltre agli agricoltori, nella fascia periurbana.
Attenzione alla qualità del servizio, ovviamente il contesto regolatorio è lo stesso, per cui i macro indicatori di qualità tecnica e gli indicatori di qualità
contrattuale devono essere il faro e la linea guida da perseguire con gli investimenti che si mettono a terra.
Infine, sull’economia circolare, dato il contesto ormai internazionale con cui dobbiamo fronteggiarci tutti i giorni e la necessità sempre più stringente di andare a recuperare energia e materia da tutti i cascami gestionali del Servizio Idrico Integrato, interventi riguarderanno la valorizzazione soprattutto dei fanghi di depurazione, puntando sulla produzione di gas verdi dalla digestione dei fanghi, partendo dal depuratore più grande, che è quello di Nosedo.
Questa è la suddivisione per i quattro macro segmenti del biennio 2022-2023 pianificato, per cui c’è una parte preponderante nel quadriennio regolatorio, che è data dall’acquedotto, proprio per perseguire ciò che ci chiede il macro indicatore relativo alle perdite idriche, che, nonostante Milano sia praticamente virtuosa dal punto di vista delle perdite percentuali, siamo nell’ordine del 15%, contro una media nazionale di oltre il 40%, però dobbiamo migliorare dal punto di vista delle perdite idriche lineari, dove ovviamente un contesto urbano, con grandi diametri e ridotta estensione della rete, ci porta invece a riparametrare il volume di perdite su un contesto particolarmente sfavorevole. Per cui, da questo punto di vista, c’è necessità comunque di focalizzare gli investimenti anche per Milano sulle perdite idriche.
Stesso arrangiamento si può rimodulare, anziché sui quattro classici segmenti, declinato sui sei macro indicatori, quindi perdite idriche per oltre 69 milioni di euro, le interruzioni del servizio idrico, che cubano oltre 20 milioni di euro. Cosa significa investire sulle interruzioni del servizio idrico? Significa andare a dotare di una necessaria ridondanza sia le centrali acquedottistiche che le
interconnessioni della rete all’interno della città, in modo tale che un eventuale guasto, un’eventuale anomalia non si ripercuota e sia subito sostituita da un asset sostituivo integrativo.
M4, l’adeguatezza del sistema fognario, dove xxxxxxx a mettere a terra soprattutto ciò che ci prescrive il Piano di Riassetto anche in questa prima fase. Sullo smaltimento fanghi, i depuratori di Milano, grazie alla qualità dei fanghi e del contesto industriale e degli scarichi industriali che arrivano ai nostri depuratori, ha un’ottima qualità dei fanghi, per cui non li portiamo in discarica. Per mantenere e per valorizzare questi fanghi di depurazione ovviamente dobbiamo investire anche su investimenti targati M5.
Infine, sulla qualità dell’acqua depurata, il mantenimento delle performance raggiunge prevede un importante segmento di investimento anche su questo aspetto.
Il Piano delle Opere Strategiche invece sono quelle opere strategiche, soprattutto già programmabili, e già conosciamo l’importo e la programmazione fino al 2027, per cui possiamo già andare ad inserire nel Piano tutte quelle opere suddivise per acquedotto, fognature e depurazione, fino al 2027, per un totale di oltre 112 milioni di euro. In particolare qua andremo ad inserire le ristrutturazioni programmate delle centrali acquedottistiche, e ricordo che su Milano ci sono oltre trenta centrali acquedottistiche attive con continuo fabbisogno di ristrutturazione e di upgrade impiantistico, oltre che le sostituzioni delle dorsali acquedottistiche e fognarie, dove si fa grande utilizzo di sistemi No Dig, visto il contesto cittadino e l’impatto che abbiamo sulla cittadinanza, sul traffico e sulle attività in superficie.
Andiamo a dare un piccolo focus su come gli investimenti impattato sul miglioramento della qualità misurata dall’Autorità nazionale del servizio. Peraltro, quest’anno ha visto anche un primo round di premialità e penalità associate a questi incrementi di performance legati alla qualità tecnica, che ha visto anche un riconoscimento importante sulla città di Milano, legato a questo trend, chiaramente visibile da questa slide, in cui, partendo da una baseline di partenza nel 2016, ci siamo attestati alla massima classe su tutti gli indicatori di qualità tecnica, ad eccezione delle perdite idriche, dove la peculiarità che vi ho descritto prima necessita ancora di investimenti e di azioni di miglioramento continuo.
Ricapitolando, su M1, quindi sulle perdite idriche, gli investimenti saranno focalizzati sulla manutenzione e la sostituzione delle reti, la digitalizzazione e il telecontrollo affinché, avendo eseguito già dal precedente quadriennio regolatorio un’importante sostituzione dei contatori di utenza con contatori digitali, che ci forniscono le letture da remoto e ci danno la possibilità di effettuare i bilanci idrici in continuo, questo porta ad una evoluzione digitale di questa gestione, che ci permette di conoscere il livello di perdita e le pressioni ottimali da esercitare quotidianamente.
Su M2, le interruzioni del servizio, puntiamo soprattutto sulla ridondanza delle centrali acquedottistiche e dei sistemi di pompaggio, quindi gli investimenti vanno in questa direzione.
Sulla qualità dell’acqua erogata le centrali acquedottistiche hanno anche sistemi di potabilizzazione, che attingendo, sia noi che CAP, dalla stessa risorsa, sono praticamente gli stessi, si tratta di sistemi essenzialmente di filtraggio su carboni attivi, che però anch’essi hanno bisogno di manutenzione
straordinaria, hanno bisogno di investimenti e anche di un’evoluzione digitale e di telecontrollo, che migliorino costantemente le performance. È importante investire sul monitoraggio perché oggi i sistemi digitali, i sistemi IoT, ci permettono non solo di conoscere ciò che accade sulle nostre reti e sulla qualità dell’acqua a posteriori, dopo che è stato prelevato il campione e portato in laboratorio, ma possiamo mettere sensori online direttamente all’interno delle reti, noi, per esempio, abbiamo messo su ogni casetta dell’acqua un piccolo laboratorio, che localmente controlla quello che succede sulla rete acquedottistica sottostante, e ci danno sostanzialmente dei re-warning qualora qualche parametro fosse in deriva.
L’adeguatezza del sistema fognario, la parte da leone la farà sempre di più il Piano di Riassetto, con la costruzione di vasche, quindi sistemi grey e sistemi green, per mitigare gli effetti degli scolmatori fognari. Noi partiamo, avendo due grandi impianti di depurazione in città, proprio dalla progettazione e dalla costruzione delle vasche sui sistemi di sfioro di questi due grandi depuratori, che si attivano in caso di piogge eccezionali.
La qualità dell’acqua depurata. Stiamo putando sulla ridondanza dei sistemi terziari, che ci permettono e ci hanno permesso, soprattutto quest’estate, di restituire tutta l’acqua utilizzata a Milano agli agricoltori, per cui anche in questi casi è importante che, soprattutto nella stagione irrigua, questi sistemi abbiano ridondanza e siano in grado di fornire questo bene stra prezioso – e l’abbiamo visto laddove i cambiamenti climatici ci hanno messo alla prova – di fornirlo in ogni condizione di esercizio in modo ridondante.
Anche noi stiamo puntando sui sistemi di efficientamento energetico, quindi, avendo grandi superfici di copertura dei depuratori, il primo intervento di
autoproduzione di energia verde sarà proprio il fotovoltaico sulla copertura dei due depuratori, e abbiamo già iniziato con quello di San Xxxxx.
Acque tecniche. Anche noi abbiamo accettato la linea guida, sulla quale ci stiamo muovendo, concordata con ATO, quindi lo sviluppo di reti duali, che riguarderà, da una parte, i trentacinque pozzi di irrigazione, quindi non potabili ad utilizzo irriguo, che abbiamo acquisito nel perimetro gestionale, e quindi la sfida sarà un master plan per matchare le esigenze del verde con la presenza di queste prime infrastrutture già esistenti e relative reti di distribuzione dell’acqua, ed incremento dei pozzi, ove servano e dove ci siano situazioni di parchi, giardini o verde cittadino in sofferenza, che è possibile andare a sanare con questo tipo di acque di prima falda, meno idonee ovviamente all’utilizzo per uso potabile. Un altro progetto pilota è quello sviluppato su Piazza Piola e Piazza Xxxxxxxx xx Xxxxx, accanto al Politecnico di Milano, dove utilizzeremo acque di falda già presenti, in questo caso scaricate dalla linea metropolitana in una roggia tombata adiacente, per creare una prima rete in pressione di acque tecniche per riutilizzi del limitrofo polo di ricerca del Politecnico.
XXXXXX XXXX (Direttore Generale Xxxxxxx x’Xxxxxx) – Grazie ai colleghi.
Adesso lascio spazio al dibattito, se ci sono domande. Nessuna domanda. Presidente, possiamo leggere la proposta.
XXXXX XXXXXXX (Presidente della Conferenza) – La proposta è:
1. di esprimere ai sensi dell’art. 48, c. 3 della L.R. 26/03 e s.m.i. parere favorevole obbligatorio e vincolante in ordine all’approvazione, nei termini di sintesi riportati nella relazione tecnica della proposta di deliberazione e nei termini di
dettaglio di cui alle relazioni allegato A) e C), e relativi sub allegati, parti integranti del presente provvedimento:
a. dell’aggiornamento del Programma degli Interventi 2022-2023 e del Piano delle Opere Strategiche;
b. della Carta dei Servizi e del Regolamento del SII del Gestore Cap Holding S.p.A., di cui agli allegati E) e F), implementate secondo i disposti delle deliberazioni ARERA n. 609/2021/R/Idr e n. 610/2021/R/Idr del 21/12/2021;
c. della necessità che il Gestore Cap Holding S.p.A. trasmetta entro il 31/10/2022 un programma delle attività di indagine e rilevazione, della presenza di acque parassite nelle reti fognarie, che lo stesso intende attuare al fine di poter procedere con le successive fasi di progettazione ed esecuzione degli interventi. Il Gestore dovrà altresì trasmettere bimestralmente una relazione sullo stato di avanzamento del sopraindicato programma e dei relativi interventi attivati.
d. della predisposizione tariffaria (PEF compreso) relativa al SII dell’ATO della Città Metropolitana di Milano – Gestore Cap Holding S.p.A.;
2. di esprimere ai sensi dell’art. 48, c. 3 della L.R. 26/03 e s.m.i. parere favorevole obbligatorio e vincolante in ordine all’approvazione, nei termini di sintesi riportati nella relazione tecnica della proposta di deliberazione e nei termini di dettaglio di cui alle relazioni allegato B) e D) e relativi sub allegati, parti integranti del presente provvedimento:
a. dell’aggiornamento del Programma degli Interventi 2022-2023 e del Piano delle Opere Strategiche;
b. della Carta dei Servizi e del Regolamento del SII del Gestore MM S.p.A., di cui agli allegati G) e H), implementate secondi i disposti delle deliberazioni ARERA n. 609/2021/R/Idr e n. 610/2021/R/Idr del 21/12/2021;
c. della predisposizione tariffaria (PEF compreso) relativa al SII dell’ATO della Città Metropolitana di Milano – Gestore MM S.p.A.;
3. di esprimere ai sensi dell’art. 48, c. 3 della L.R. 26/03 e s.m.i. parere favorevole obbligatorio e vincolante in ordine all’approvazione, nei termini di sintesi riportati nella relazione tecnica della proposta di deliberazione e nei termini di dettaglio di cui alle relazioni allegato C), parti integranti del presente provvedimento, della proposta tariffaria “grossista depurazione” (PEF compreso) per i servizi resi dal Gestore Cap Holding S.p.A. nell’ATO Provincia di Monza e Brianza;
4. di esprimere ai sensi dell’art. 48, c. 3 della L.R. 26/03 e s.m.i. parere favorevole obbligatorio e vincolante in ordine all’approvazione, nei termini di sintesi riportati nella relazione tecnica della proposta di deliberazione e nei termini di dettaglio di cui alle relazioni allegato C) e relativi sub allegati, parti integranti del presente provvedimento, della proposta tariffaria “grossista acquedotto” (PEF compreso) per i servizi resi dal Gestore Cap Holding S.p.A. nell’ATO Provincia di Monza e Brianza;
5. di dare atto che le tabelle di cui sopra potranno modificarsi a seguito di decisioni assunte durante la Conferenza dei Comuni e/o per mera correzione di errori materiali;
6. di ricevere dalla Conferenza dei Comuni mandato a compiere modifiche non sostanziali che dovessero essere necessarie nella prosecuzione dell’istruttoria innanzi all’ARERA;
7. di mantenere inalterata la tariffa del servizio di acquedotto di Corsico per l’anno 2022, anno in cui la gestione non risulta essersi ancora conformata al modello organizzativo gestionale previsto dal Piano d’Ambito, nonché di applicare la tariffa acquedotto del Gestore Cap Holding S.p.A. al Comune di Corsico a partire dal 01/01/2023, data di inizio della regolarizzazione del servizio di acquedotto, con il trasferimento del valore residuo dei cespiti dal Comune di Milano al Gestore Cap Holding S.p.A. (nelle more della definitiva approvazione da parte di ARERA), tenuto conto che se emergessero importanti variazioni di fatturazione per determinate categorie di utenti, si provvederà ad attivare un percorso di convergenza graduale alla tariffa d’Ambito, articolato su un orizzonte temporale di 2-3 anni;
8. di dare atto che la presente deliberazione comporta riflessi diretti o indiretti sulla situazione economico-finanziaria dell’Ente e pertanto è dovuto il parere di regolarità contabile;
9. di demandare al Direttore Generale, per il tramite dei competenti uffici, la pubblicazione del presente provvedimento in Amministrazione Trasparente ai sensi del D.Lgs. 33/2013 nel rispetto della normativa sulla privacy.
Quindi io vi chiedo quali sono i pareri favorevoli, per alzata di mano. Astenuti? Contrari?
L’Assemblea approva all’unanimità.
XXXXX XXX XXXXX XXXXXX (Assessore all’Ambiente e Verde di Milano) – Il mio parere è favorevole. Grazie.
ITALIA PEPE (Direttore Generale Xxxxxxx x’Xxxxxx) – Grazie, Assessore.
* * * * * *
Punto 5 o.d.g.
Punto 5 o.d.g. – Tariffa unica usi non potabili.
XXXXX XXXXXXX (Presidente della Conferenza) – Passiamo alla quinta delibera: “Tariffa unica usi non potabili”.
ITALIA XXXX (Direttore Generale Xxxxxxx x’Xxxxxx) – È già stato detto dai colleghi che mi hanno preceduto come l’Ufficio d’Ambito abbia dato un forte impulso alla realizzazione di sistemi di approvvigionamento e di distribuzione delle acque non convenzionali, delle acque tecniche, e abbiamo, alla fine del mese di settembre, ritenuto, in collaborazione naturalmente pregressa con i gestori, di identificare e dunque approvare una tariffa unica per gli usi non potabili per entrambi gli ambiti tariffari.
Naturalmente lo scopo di questa tariffa sicuramente è quello di semplificare gli scambi all’ingrosso delle acque tecniche tra i gestori, incentivare quindi l’utilizzo delle acque meno pregiate e risolvere tutte quelle criticità che sono legate all’utilizzo di risorse meno pregiate, pur in contesti differenti.
La tariffa è stata quantificata in 0,21 euro al metro cubo per entrambi gli ambiti tariffari.
Se non ci sono domande, lascerei al Presidente la lettura della proposta.
XXXXX XXXXXXX (Presidente della Conferenza):
1. di esprimere ai sensi dell’art. 48, comma 3 della L.R. 26/03 e s.m.i. parere obbligatorio e vincolante in ordine all’applicazione di una tariffa unica per uso non potabile, pari a 0,21 euro/mc, per entrambi gli ambiti tariffari Cap Holding
S.p.A. ed MM S.p.A, a partire dall’annualità 2023;
2. di esprimere ai sensi dell’art. 48, comma 3 della L.R. 26/03 e s.m.i. parere obbligatorio e vincolante in ordine all’aggiornamento della struttura TICSI -
approvata con la Deliberazione del Consiglio di Amministrazione dell’Ufficio d’Ambito della Città Metropolitana di Milano n.4 del 30.10.2018 e successiva Deliberazione della Conferenza dei Comuni n. 2 del 30/10/2018 - la cui variazione dovrà essere comunicata all’Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente;
3. di demandare al Direttore Generale la trasmissione del presente provvedimento ai Gestori del SII Cap Holding S.p.A. ed MM S.p.A;
4. di dare atto che la presente deliberazione non comporta riflessi diretti o indiretti sulla situazione economico-finanziaria dell’Ente e pertanto non è dovuto il parere di regolarità contabile;
5. di demandare al Direttore Generale, per il tramite dei competenti uffici, la pubblicazione del presente provvedimento in Amministrazione Trasparente ai sensi del D.Lgs. 33/2013 nel rispetto della normativa sulla privacy.
Chiedo se siamo tutti favorevoli, per alzata di mano. Contrari? Astenuti? Unanimità.
XXXXX XXX XXXXX XXXXXX (Assessore all’Ambiente e Verde di Milano) – Favorevole.
Grazie.
* * * * * *
Punto 6 o.d.g.
Punto 6 o.d.g. – Approvazione del Piano di gestione delle emergenze acquedottistiche e della sicurezza della rete e degli impianti – Ambito Gestore MM
S.p.A. – del Piano delle emergenze idriche – Ambito CAP Holding S.p.A.
XXXXX XXXXXXX (Presidente della Conferenza) – Punto 6: “Approvazione del Piano di gestione delle emergenze acquedottistiche e della sicurezza della rete e degli impianti – Ambito Gestore MM S.p.A. – del Piano delle emergenze idriche – Ambito CAP Holding S.p.A.”.
XXXXXX XXXX (Direttore Generale Xxxxxxx x’Xxxxxx) – Anche in questo caso a breve lascerò la parola ai gestori per un piccolo sunto velocissimo, perché qualcosa già è stata detta. Si tratta di due Piani che devono essere adottati dai gestori ed approvati da ATO, che concernono, per quello che riguarda la nostra competenza, le emergenze acquedottistiche. Sono due Piani che prevedono, da parte dei gestori, il perseguimento di un obiettivo che è posto nei disciplinari tecnici e, ovviamente, è un documento anche gestionale e organizzativo interno di cui devono comunque dotarsi.
I colleghi di MM e Cap vogliono aggiungere qualcosa a quello che già è stato detto ?.
XXXXXX XXXXXXXXX (Direttore Divisione Servizio Idrico di MM S.p.A.) – Grazie, Direttore. Si tratta di un modello gestionale con cui affrontiamo le emergenze. Sostanzialmente è un protocollo di intervento che prevede diversi scenari. In particolare i principali sono lo scenario di interruzione dell’erogazione dell’acqua, il deterioramento della qualità dell’acqua, la possibilità di mancanza localizzata di energia elettrica, l’immissione intenzionale di un contaminante, per esempio per un attentato, perché comunque sono infrastrutture sensibili, e altri casi di pericolo, che vengono gestiti con un’analisi
di rischio, di fatto. Quindi si mappano le azioni di monitoraggio. Oggi il digitale, anche in questo caso, ci dà una grossa mano per un monitoraggio remoto di tutte le nostre infrastrutture. Si mappano gli attori coinvolti per ogni criticità che si possa presentare, e le soluzioni, in modo che non ci sia poi, in caso di necessità di agire in tempi strettissimi, la possibilità di dare adito a situazione di impasse. Per cui è un Piano molto operativo, un Piano sul quale facciamo anche delle esercitazioni ed è un Piano che viene ovviamente aggiornato sistematicamente, per tener conto di eventualità non completamente espresse nelle versioni precedenti, pensiamo tutti alla pandemia e al Covid, che ci ha visto tutti coinvolti, a un aggiornamento di queste procedure, che poi vanno a popolare un Piano di emergenza sempre più ricco.
Non riguarda solamente l’acquedotto, ma ce n’è uno anche per gli asset di fognatura e depurazione.
XXXXXX XXXXXXX (Direttore Generale Gestione – Gruppo CAP) – Grazie, Xxxxxx.
Ho pochissimo da aggiungere. Quello che posso dire è che il Piano che ha redatto il gruppo CAP, similarmente a MM, ovviamente si associano anche dei mezzi, che sono disponibili per i territori e a volte che vengono inviati anche fuori dal nostro territorio, quindi autobotti, insacchettatrici, piuttosto che impianti di trattamento mobili, oltre che degli strumenti digitali, quali, per chi avesse visitato recentemente la sede, control room, che permettono di monitorare visivamente da parte dei tecnici che cosa succede su mappe, che evidenziano dove sono i problemi sul territorio, rispetto a dove sono le squadre, e questo per massimizzare e migliorare sempre di più evidentemente i tempi di intervento.
Non aggiungo nient’altro. È un documento agli atti.
XXXXX XXXXXXX (Presidente della Conferenza) – Procediamo alla votazione.
Proponiamo:
1. di esprimere, ai sensi dell’art. 48, c.3 della L.R. 26/03 e s.m.i., parere obbligatorio e vincolante in ordine all’approvazione del Piano delle Emergenze Idriche del Gestore Cap Holding S.p.A. (allegato 1) e del Piano di Gestione delle Emergenze Acquedottistiche e della Sicurezza delle Rete e degli Impianti del Gestore MM S.p.A. (allegato 2), fermo restando che tali documenti saranno oggetto di successive integrazioni/aggiornamenti, nei termini di cui alla relazione tecnica parte integrante della presente deliberazione;
2. di prendere atto dei contenuti della sezione inerente alla sicurezza della rete e degli impianti del Piano di gestione delle emergenze acquedottistiche e della sicurezza della rete e degli impianti del Gestore MM S.p.A., in quanto contenente tematiche di esclusiva competenza del Gestore stesso;
3. di demandare il Direttore Generale dell’Ufficio d’Ambito di trasmettere il Piano delle Emergenze Idriche del Gestore Cap Holding S.p.A. agli Enti Pubblici competenti e di trasmettere il Piano di gestione delle emergenze acquedottistiche e della sicurezza della rete e degli impianti del Gestore MM
S.p.A. agli Enti Pubblici competenti, compreso il Comune di Milano;
4. di demandare al Direttore Generale tutti i successivi adempimenti per l’esecuzione della presente deliberazione;
5. di dare atto che il presente atto non comporta riflessi diretti o indiretti sulla situazione economico-finanziaria dell’Ente e pertanto non è dovuto il parere di regolarità contabile;
6. di demandare al Direttore Generale dell’Ufficio d’Ambito la pubblicazione del presente provvedimento in Amministrazione Trasparente ai sensi del D.Lgs. 33/2013.
Chi sono i favorevoli? Contrari? Astenuti? Milano?
XXXXX XXX XXXXX XXXXXX (Assessore all’Ambiente e Verde di Milano) – Favorevole.
* * * * * *
Punto 7 o.d.g.
Punto 7 o.d.g. – Adozione schema di accordo di interambito per la promozione di politiche industriali tra l’Ambito di Varese e l’Ufficio d’Ambito della Città Metropolitana di Milano.
XXXXX XXXXXXX (Presidente della Conferenza) – Possiamo passare al punto 7. Siccome il punto 7 è l’ultimo punto, vi dico già che in conclusione dei lavori dell’adunanza vi sarà un intervento da parte del Presidente di ATO.
Il 7° punto riguarda: “Adozione schema di accordo di interambito per la promozione di politiche industriali tra l’Ambito di Varese e l’Ufficio d’Ambito della Città Metropolitana di Milano”.
XXXXXX XXXX (Direttore Generale Xxxxxxx x’Xxxxxx) – L’ATO di Varese ha proposto l’attivazione di un accordo di interambito per regolare la collaborazione tra i due gestori del Servizio Idrico Integrato, per un efficientamento, sia in materia di politiche idriche, sia di gestione dei fanghi provenienti dagli impianti di depurazione.
Al momento si tratta di un accordo quadro, che descrive quindi, in linea di massima, quelli che sono i benefici derivanti dallo svolgimento di attività in Comune tra le due aziende gestori del servizio, quindi tra i due Ambiti, e necessiterà poi ovviamente di acquisire delle specifiche per via di successivi addendum rispetto alle varie partite, che dovranno essere disciplinate e gestite in comune.
XXXXX XXXXXXX (Presidente della Conferenza) – La proposta è:
1. di esprimere ai sensi dell’art. 48, c. 3 della L.R. 26/03 e s.m.i. parere obbligatorio e vincolante in ordine all’approvazione dello Schema di accordo di interambito per la promozione di politiche industriali tra l’ambito di Varese
e l’Ufficio d’Ambito della Città Metropolitana di Milano (allegato 1) nei termini di cui alla presente relazione tecnica parte integrante della deliberazione;
2. di demandare al Presidente dell’Ufficio d’Ambito della Città Metropolitana di Milano di procedere alla sottoscrizione degli accordi di interambito;
3. di demandare al Direttore Generale tutti i successivi adempimenti compresa la trasmissione della presente deliberazione alla Città Metropolitana di Milano per gli adempimenti di competenza;
4. di dare atto che il presente atto non comporta riflessi diretti o indiretti sulla situazione economico-finanziaria dell’Ente e pertanto non è dovuto il parere di regolarità contabile;
5. di demandare al Direttore Generale dell’Ufficio d’Ambito la pubblicazione del presente provvedimento in Amministrazione Trasparente ai sensi del D.Lgs. 33/2013.
Vi chiedo quali sono, per alzata di mano, i favorevoli. Contrari? Astenuti? Milano? Tutti favorevoli
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Punto 8 o.d.g.
Punto 8 o.d.g. – Varie ed eventuali.
XXXXX XXXXXXX (Presidente della Conferenza) – Lascerei la parola al Presidente Xxxx’Xxxx.
XXXXXX XXXXXX DELL’OSTE (Presidente dell’Ufficio d’Ambito) – Buon pomeriggio a tutti. Il mio intervento serve sostanzialmente per dare un quadro di riferimento a molte iniziative che sono state oggetto della vostra approvazione odierna.
Noi siamo partiti, strategicamente parlando, dalla convinzione che il Servizio Idrico Integrato e l’ambiente sono strettamente connessi, e ancor più è importante, da un punto di vista ambientale e da un punto di vista dell’utenza finale, la salvaguardia dell’acqua potabile.
Partendo da questa idea generale, abbiamo avviato due linee di azione. Una prima linea di azione riguarda il risparmio, la riduzione dell’uso dell’acqua potabile. Riduzione dell’uso dell’acqua potabile, che può avvenire attraverso tre tipologie di intervento: la riduzione delle perdite, ovviamente stiamo parlando di perdite fisiche, molte delle perdite che vi vengono indicate sono di natura commerciale, ci riferiamo sostanzialmente alle perdite fisiche, ma qui c’è già una regolazione dell’Autorità molto avanzata e molto incentivante nei confronti dei gestori; il secondo intervento è un intervento che si dovrebbe rivolgere agli utenti finali, ai consumatori, e qui non abbiamo ancora la possibilità di proporvi delle soluzioni, abbiamo iniziato delle interlocuzioni, soprattutto con il Comune di Milano, che però non sono andate avanti, per un intervento di sensibilizzazione nelle scuole, e sarà uno dei punti ai quali rivolgeremo l’attenzione nel prosieguo, nel futuro; il terzo elemento è quello dell’utilizzo di acqua tecnica, che significa provare ad utilizzare dell’acqua
che non ha le caratteristiche dell’acqua potabile e che può essere usata in tutte quelle utilizzazioni che non richiedono la stessa qualità dell’acqua potabile, e mi riferisco ad innaffiare il verde pubblico, mi riferisco all’utilizzo dell’acqua sanitaria nelle strutture pubbliche e private, mi riferisco all’acqua che può essere utilizzata nei sistemi antincendio, e così via.
Per affrontare questo tema abbiamo fatto un’indagine con il Politecnico di Milano, per capire se effettivamente questa idea era praticabile. Da questa indagine risulta che c’è sia l’offerta di acqua tecnica, che può provenire dai depuratori, che può provenire dalle acque di prima falda, che può provenire dalle acque di scarico, ad esempio, delle pompe di calore, e c’è un’utenza in grado di poterla utilizzare.
In tutto il nostro approccio noi abbiamo seguito questo schema: “Facciamo un’indagine per verificare se la cosa è percorribile. Proviamo a fare delle azioni dimostrative. Se le azioni dimostrative confermano quello che avevamo pensato, allora possiamo pensare ad una ricaduta di più vasto respiro”. Dopo questa indagine abbiamo individuato due iniziative che vi sono state presentate, una al fontanile Briocco di Rho e una alla stazione Piola della Linea 2 della metropolitana di Milano.
In questa ottica abbiamo anche aderito a due iniziative che sono state proposte dalla Regione Lombardia, e sono l’iniziativa per Seveso River Park, si tratta di gestire questo nuovo parco, gestendo tutte le acque meteoriche che arrivano a questo parco, a questa zona, e l’altra è un’indagine su quelli che sono gli scarichi lungo i fiumi Olona e Lambro.
Perché vi ho proiettato queste due iniziative, che non ricadono o ricadono molto parzialmente in tariffa? Per dirvi che un problema importante che
xxxxxxxx affrontato dal punto di vista regolatorio è ragionare sul perimetro del Servizio Idrico Integrato. Siamo convinti che una gestione utile a risparmiare acqua potabile sia quella di allargare la gestione del Servizio Idrico Integrato anche a quelle che sono acque parallele, che possono essere le fognature bianche, possono essere la gestione delle acque meteoriche, possono essere lo sfruttamento delle acque di prima falda, possono essere anche interazione con la gestione delle acque superficiali.
La seconda linea d’iniziativa è quella legata all’economia circolare. Sull’economia circolare noi ci siamo innestati su un’attività molto importante, che i gestori avevano già avviato per conto loro.
Che cosa abbiamo fatto? Qual è l’idea che sta dietro questa nostra visione? Che l’economia circolare, in un territorio come l’ATO della Città Metropolitana di Milano, ha bisogno di due aspetti: il primo aspetto è quello di non duplicare iniziative che potrebbero essere simili, su un territorio che, tutto sommato, è limitato, e da qui l’esigenza di far sì che le azioni dei due gestori vadano in sinergia, e pertanto poter utilizzare lo stesso impianto da parte di due soggetti; la seconda esigenza è quella, quando parliamo di economia circolare e, di conseguenza, parliamo di possibili prodotti che potrebbero avere un loro valore commerciale, è importante la scala con cui vengono prodotti questi materiali, per poter essere commercializzati.
Da qui abbiamo supportato una serie di iniziative. La prima iniziativa è quella di un accordo sviluppato tra la Città Metropolitana e i due gestori e l’ATO, ed è quella di far ricadere eventuali benefici sulla tariffa, in modo tale che l’utente finale sopporta i rischi di queste iniziative, ma se queste iniziative hanno dei margini, questo margine deve ricadere sulla tariffa. E questo è
possibile, o perlomeno dal nostro punto di vista è auspicabile, soprattutto quando abbiamo dei gestori in house, cioè gestori dove tutto il margine di un servizio dovrebbe ricadere sugli utenti del servizio stesso.
Abbiamo, anche in questo caso, individuato degli esempi di collaborazione tra gestori. Una collaborazione è l’impianto di recupero sabbie gestito da MM, sul quale possono essere conferite anche le pulizie delle caditoie da parte di CAP, e l’altra iniziativa è un’iniziativa di CAP, che utilizza le acque del depuratore di Bresso e dei pozzi di prima falda per irrigare il Parco Nord, rispetto al quale è possibile anche un collegamento di MM per utilizzare quest’acqua proveniente dal depuratore e dai pozzi di falda. Anche per questa ragione abbiamo individuato la tariffa unica d’ambito, per poter permettere questi scambi tra i due gestori.
Esistono poi delle iniziative importanti, portate avanti dai singoli gestori, che riguardano proprio l’economia circolare. L’economia circolare rappresentata dai rifiuti liquidi che vengono utilizzati negli impianti di depurazione di CAP Holding, oppure la produzione di idrogeno, sempre a vantaggio, come l’esempio precedente, di una maggior produzione di biometano, utilizzando le tecnologie dell’idrogeno. Altro esempio è quello della sinergia che si può raggiungere tra gli impianti di depurazione e l’uso della frazione organica dei rifiuti solidi urbani, biopiattaforma di Sesto San Xxxxxxxx.
In questo accordo di utilizzazione delle sinergie rientra anche l’accordo interambito con l’ATO Varese, che rappresenta, tutto sommato, la possibilità di fare sinergia tra gestori di Ambito diversi, quando si tratta di intervenire su un ambiente e su un impatto ambientale che interessa un’unica asta idrica, che nel caso specifico è rappresentato dal fiume Olona.
Tutto questo in teoria si potrebbe realizzare meglio se il gestore fosse unico. Da questo punto di vista abbiamo anche fatto uno studio, rappresentava uno degli obiettivi assegnati dalla Città Metropolitana per il gestore unificato sull’Ambito, e abbiamo evidenziato quali sono i vantaggi che si potrebbero ottenere da una gestione unificata.
Detto questo, l’unificazione delle gestioni esula poi dalla nostra portata. Quello che però possiamo fare come ATO è andare a ricercare tutte le possibilità di semplificazione delle gestioni sul territorio, ed è in quest’ambito che siamo intervenuti cercando di armonizzare i disciplinari tecnici dei due gestori dell’Ambito e stiamo intervenendo favorendo il superamento della gestione non conforme del Comune di Corsico, così come abbiamo fatto per quella di Nosedo.
Questo era per presentarvi il quadro all’interno del quale molte delle cose che avete deciso oggi sostanzialmente si inquadrano, e giusto per dare una razionalità a quello che stiamo facendo. Grazie.
XXXXX XXXXXXX (Presidente della Conferenza) – Stiamo facendo una verifica sul punto 7, perché probabilmente, con l’astensione di Milano, manca il quorum, e quindi stiamo cercando di capire se l’astensione contribuisce al quorum oppure no.
XXXXXX XXXX (Direttore Generale Xxxxxxx x’Xxxxxx) – Il punto 7 riguarda l’accordo con l’ATO di Varese, l’accordo di interambito. Considerato il peso di quote del Comune di Milano, nel momento in cui si astiene, non raggiungiamo il quorum. Quindi, se l’astensione è solo formale, perché non riguarda il Comune di Milano, chiederemmo all’Assessore di rivalutare la propria posizione, fatto salvo che non ci siano altre motivazioni.
XXXXX XXX XXXXX XXXXXX (Assessore all’Ambiente e Verde di Milano) – Scusate, ma io non ho sentito più niente per cinque minuti, dopo che ha chiuso l’intervento Dell’Oste.
XXXXXX XXXX (Direttore Generale Xxxxxxx x’Xxxxxx) – Ripeto, Assessore, velocemente. Lei si è astenuta circa l’approvazione del punto 7, che riguarda l’accordo di interambito con l’ATO di Varese, ma la sua astensione non ci consente di raggiungere il quorum, e dunque l’argomento non passerebbe all’Ordine del Giorno. Le chiedo quindi se l’astensione è soltanto formale, poiché non riguarda l’approvazione il Comune di Milano, oppure se ci sono altre motivazioni, e dunque non può rivedere la sua posizione.
XXXXX XXX XXXXX XXXXXX (Assessore all’Ambiente e Verde di Milano) – No, in realtà l’astensione riguardava quello, nel senso che non era di nostra competenza. Però, se dobbiamo far saltare l’Ordine del Giorno, voto a favore, va bene. Evidentemente è una cosa che non compete al Comune di Milano in alcun modo, però mi sentirei responsabile di essere determinante. Ma perché, ci sono stati altri voti contrari?
XXXXX XXXXXXX (Presidente della Conferenza) – Quindi, Assessore, sta riformulando il suo voto? Quindi il voto diventa favorevole?
XXXXX XXX XXXXX XXXXXX (Assessore all’Ambiente e Verde di Milano) – Volevo capire, ci sono stati voti contrari?
XXXXX XXXXXXX (Presidente della Conferenza) – No, tutti favorevoli e un astenuto, il Comune di Milano.
XXXXX XXX XXXXX XXXXXX (Assessore all’Ambiente e Verde di Milano) – Che sono io, e il mio numero è determinante – ditemi se ho capito – per il numero legale.
XXXXX XXXXXXX (Presidente della Conferenza) – Sì, perché siete molto grandi.
XXXXX XXX XXXXX XXXXXX (Assessore all’Ambiente e Verde di Milano) – Va bene.
Rivedo la votazione allora, rivedo il parere.
XXXXXX XXXX (Direttore Generale Xxxxxxx x’Xxxxxx) – Grazie. Diciamo che diamo per favorevole anche la posizione del Comune di Milano. Dunque, a questo punto, possiamo dire che la delibera è approvata all’unanimità.
XXXXX XXXXXXX (Presidente della Conferenza) – Quindi anche la delibera 7 è approvata all’unanimità.
È stato un piacere rivedersi in presenza, dopo un po’ di tempo. Sono le 15 e 42 e l’assembla è finita. Grazie.
XXXXXX XXXX (Direttore Generale Xxxxxxx x’Xxxxxx) – Arrivederci a tutti.
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