INCONTRO PUBBLICO PROCEDURA V.I.A. PROPOSTA DI AMPLIAMENTO ATTIVITA’ SUINICOLA DITTA SUINAL DI LUIGI MERLO DEL GIORNO 8 NOVEMBRE 2022 ORE 9.30
INCONTRO PUBBLICO PROCEDURA V.I.A. PROPOSTA DI AMPLIAMENTO ATTIVITA’ SUINICOLA DITTA SUINAL DI XXXXX XXXXX DEL GIORNO 8 NOVEMBRE 2022 ORE 9.30
SINDACO: Buongiorno a tutti. Grazie per essere intervenuti in presenza intanto e via streaming, per chi ha potuto collegarsi, altri seguiranno successivamente. Siamo qui per la presentazione da parte e a cura dei proponenti, quindi della ditta Suinal di Xxxxx Xxxxx, di una proposta di ampliamento dell’allevamento esistente in via Principe. Sapete che la posizione dell’Amministrazione, quindi siamo chiari su questo, è di contrarietà. L’istanza è stata, come da norma, rivolta alla Provincia, che la sottopone a procedura di valutazione di impatto ambientale, la V.I.A. cosiddetta provinciale, poi successivamente ad autorizzazione integrata ambientale. La norma prevede questo passaggio di presentazione al pubblico perché, naturalmente, quando si tratta di interventi che impattano sul territorio è giusto anche che il territorio non solo ne venga a conoscenza, ma possa anche fare le osservazioni che ritiene, oltre a quelle che fa già l’Ente Comune nelle Conferenze di servizio. Io ho già precisato qual è la posizione del Comune, però è giusto che vi sia anche la popolazione che esprime le proprie osservazioni. La norma quindi lo consente, perciò nei giorni successivi a questa presentazione, potranno essere effettuate e presentate alla Provincia le osservazioni entro il 2 di dicembre; mi dai la data, grazie Architetto Lillo, la data precisa di scadenza. Vanno inoltrate alla Provincia, all’Ufficio, al settore di V.I.A., quindi presso l’Ufficio Ambiente della Provincia di Treviso. Il Comune, attraverso i suoi Consulenti, le fa anche in seno alle Conferenze di servizio. Sapete che come Amministrazione Comunale non abbiamo, ancorché la sala sia gremita per la capienza attuale pro Covid, lo sarebbe stata certamente molto di più in un orario serale o di tardo pomeriggio. Su questo non abbiamo incontrato la disponibilità e non può essere l’Ente pubblico ad imporla, perché se non mette a disposizione una sala pubblica propria, la sala consiliare è la più capiente e soprattutto ha la possibilità dello streaming, il privato può decidere di effettuare la presentazione in un’altra sala aperta al pubblico, ma privata, negli orari che desidera. Quindi, su questo punto c’è una non condivisione già di partenza. Per cui valuterò anche la possibilità di chiedere alla Provincia anche la procedura di inchiesta pubblica, ma nel frattempo vediamo di seguire quello che è l’iter per quanti siamo e per come possiamo essere e lavorare quindi sulla base della proposta che ci viene illustrata oggi. Di solito dico questa sera, scusate, questa mattina. Per cui do subito la parola al proponente e in questo caso è l’Ingegner.
DOTT. XXXXXXXX XXXXXXXX: Agronomo Xxxxxxxxxx Xxxxxxxx, ma la parola andrà alla Dottoressa Strenghetto, agronomo che ha seguito la procedura V.I.A..
SINDACO: Perfetto. Allora do subito la parola alla Dottoressa Strenghetto, che farà la presentazione. Completata la presentazione, dicevo, da parte di tutti i tecnici incaricati dalla ditta, darò la parola anche al pubblico presente. Grazie e buon prosieguo dei lavori.
DOTT.SSA STRENGHETTO: Xxxxxx, intanto buongiorno a tutti. Io sono Xxxxxx Xxxxxxxxxxx, Dottore agronomo che ha seguito lo studio di impatto ambientale per la Ditta Suinal di Xxxxx Xxxxx. Vi ringrazio comunque della vostra presenza, perché ovviamente avete dedicato tempo anche ad essere qua. Ringrazio comunque l’Amministrazione Comunale, che ci ha accolto in questa sede. Mi dispiace che sia stato detto fin da subito che non siamo disponibili ad un orario serale, perché in realtà io avevo fatto la convocazione in orario… la richiesta in orario
pomeridiano, come da documentazione allegata negli atti. Quindi, io ho una richiesta alle 4 e mezza del pomeriggio, poi non ci siamo forse compresi, perché a me necessitava una sala dove ci fosse comunque una connessione internet, evidentemente non ho ben compreso questa cosa e quindi si è pensato in maniera di totale limpidezza da parte della ditta...
SINDACO: Scusi Architetto, Agronomo scusi se la interrompo un momento. No, per chiarezza, perché se no passano dei messaggi non corretti. Il signor Xxxxx mi aveva chiesto in alternativa alle 9 e mezza del mattino o alle 16.00 del pomeriggio. A quel punto il problema per chi lavorava rimaneva inalterato, per cui ho detto: indica l’orario. Punto. Io chiedo tardo pomeriggio o sera, okay? Quindi...
DOTT.SSA STRENGHETTO: No, era stata presentata una richiesta alle quattro e mezza.
SINDACO: Qui la sala l’abbiamo piena, in virtù del fatto che ci sono persone che oltre ad essere in pensione altre si sono prese la giornata. Ecco, questo volevo chiarirlo per sgombrare ogni equivoco di sorta.
DOTT.SSA STRENGHETTO: Va bene. Allora, la ringrazio del suo chiarimento, espongo anche la mia versione. Ho fatto una richiesta ai vari uffici per poter essere presente in questa sala...
INTERVENTO DAL PUBBLICO: No, io chiedo che la riunione sia rinviata e portata ad orario che ci sia la popolazione.
DOTT.SSA STRENGHETTO: Io non posso rinviarla. Io non posso assolutamente rinviarla.
Intervento fuori microfono
DOTT.SSA STRENGHETTO: No. Allora, io ho delle PEC con la quale ho fatto delle richieste...
SINDACO: No, xxxxx, fermi tutti, fermi tutti! Fermi tutti, attenti.
Intervento fuori microfono
INTERVENTO DAL PUBBLICO: Io chiedo se questa riunione è valida o sia il caso di rinviarla...
SINDACO: Ti fermo. Aspetta, l’ho detto in partenza. Xxxxxxx abbi pazienza, Xxxxxxx abbi pazienza un momento. Allora, la riunione è valida perché, ripeto, è a cura del proponente. Su questo l’Amministrazione prova, ovviamente, a portare ad un orario più consono, se il proponente non ci sta, non ci sta, ma questo non significa che non si faccia - okay - abbiamo chiesto e dato questa sala apposta perché c’è lo streaming, ma siamo perfettamente d’accordo che doveva essere fatta in altro orario.
Rilevato questo, non ci dobbiamo fermare per questo, okay? Il proponente può anche dirti: “No, non te la faccio” ed è nella legittimità. Noi non stiamo discutendo questo.
Intervento fuori microfono
SINDACO: Xx xxxxx.
Intervento fuori microfono
DOTT.SSA STRENGHETTO: C’è una diretta streaming.
INTERVENTO DAL PUBBLICO: Quindi non è legittima.
SINDACO: No. Allora, legittima è legittima, non può... non può, siamo d’accordo, non può svolgersi con la stessa efficacia con cui si sarebbe svolta una riunione in orario serale. Okay? Posto che da parte dell’Amministrazione gli strumenti non c’erano, non è che ci fermiamo qua ho detto. Xxxx’io farò le mie osservazioni, come Amministrazione Comunale, in questo senso all’autorità procedente, cioè alla Provincia e, come dicevo, sulla base del pervenire alla Provincia medesima delle osservazioni da parte dei cittadini, inclusa questa, che faremo anche noi come Comune, ma fate anche voi come cittadini. Dopodiché richiedo anche l’inchiesta pubblica, cioè non finisce qui. Però adesso vediamo di essere tutti informati e quindi lasciamo che la Dottoressa Strenghetto prosegua nella sua illustrazione della proposta.
Intervento fuori microfono
SINDACO: Sono perfettamente d’accordo.
INTERVENTO DAL PUBBLICO: Quindi propongo la data del 31 dicembre .. (Intervento fuori microfono)
SINDACO: Sono d’accordo e il messaggio è passato chiaro.
Intervento fuori microfono
INTERVENTO DAL PUBBLICO: Possiamo andare avanti, per favore?
SINDACO: Sì, adesso però Xxxxxxx, Xxxxxxx non interromperla.
DOTT.SSA STRENGHETTO: Mi permettete di fare la presentazione?
SINDACO: Xx detto al pubblico do dopo la parola, per favore, perché altrimenti questi interrompono, vanno via, e non abbiamo concluso niente.
Intervento fuori microfono
SINDACO: Ti ringrazio di questo, ma questa se la sono già sentiti fare dal vostro Sindaco.
Intervento fuori microfono
SINDACO: Aspetta un secondo! Calmatevi un attimo! Allora, Xxxxxxx fammi questa cortesia. Adesso ti accomodi e li lasciamo parlare, altrimenti vanno via e non abbiamo concluso niente. Facciamo i passi... facciamo tutti i passi che sono necessari.
Intervento fuori microfono
SINDACO: Lo so, ti ringrazio, ti ringrazio, ma non dobbiamo ottenere l’effetto contrario. Io ho detto in partenza: vi ringrazio tutti perché, a parte i pensionati, gli altri si sono presi una giornata di lavoro e non lo trovo corretto. Quindi noi e voi siamo dalla stessa parte e loro lavorano...
Intervento fuori microfono
SINDACO: No, dopo, dopo signora bisogna... altrimenti non parlano.
Intervento fuori microfono
SINDACO: Sì, signora, ha perfettamente ragione, ha perfettamente ragione. Adesso però li lasciamo... li lasciamo...
DOTT. AGRONOMO CALLIMAN: Ora devo interrompere con intervento. È doveroso chiarire da parte dell’azienda la disponibilità iniziale, via PEC, è stata inviata via PEC, la richiesta era delle sei, alle quattro del...
DOTT.SSA STRENGHETTO: Xxxxxx, con le prime richieste telefoniche io ho chiesto di definirmi l’orario in tardo pomeriggio. Le mie richieste sono state proprio nell’ottica - perché questa è la volontà della proprietà - di farlo il più tardi possibile. Io non posso andare in un’Amministrazione Comunale che non conosco a chiedere direttamente di farlo in orario serale. Io chiedo durante l’orario di lavoro, ho chiesto di farlo alle cinque del pomeriggio. Prima però ho fatto una serie di telefonate…
Intervento fuori microfono
DOTT.SSA STRENGHETTO: …cinque del pomeriggio. Da quello ho mandato delle richieste via PEC di poter avere la sala consiliare nella giornata di oggi alle quattro e mezza del pomeriggio, perché nessuno mi ha dato un orario preciso. Fatto questo non ho ricevuto le dovute comunicazioni di accettazione. È stato un rimpallo di telefonate, ma queste lo vedete. Ho optato, visto che poi non mi era neanche stata garantita la connessione internet e io sono dovuta a presentare via internet tutta quanta la presentazione; abbiamo valutato con la proprietà di richiedere la possibilità di farlo nel centro aziendale l’incontro alle quattro e mezzo del pomeriggio. Voi trovate sull’Albo pretorio della Provincia la richiesta ufficiale che è stata presentata, quattro e mezza del pomeriggio presso il centro aziendale, c’è ancora pubblicato. Questo poi cosa è successo? È successo...
DOTT. AGRONOMO XXXXXXXX: Chiedo scusa, perché la volontà dell’azienda è farvi capire che è un allevamento esistente, è lì da quarant’anni e siamo in zona agricola, siamo lontani da
case sparse e da centri abitati e la popolazione doveva rendersi conto di dov’è localizzato l’allevamento. Volevamo portarvi lì.
SINDACO: E allora si fa in orario serale.
DOTT. AGRONOMO CALLIMAN: Di sera in un allevamento?
SINDACO: In orario se... No, in allevamento non lo puoi fare per norma, perché se non lo sapete me l’hanno spiegato.
DOTT.SSA STRENGHETTO: Ecco, va bene. Infatti abbiamo chiesto di venire qua.
SINDACO: Xxxxxx, adesso evitiamo di litigare perché se no mi arrabbio anch’io.
DOTT. AGRONOMO XXXXXXXX: Lei ha tirato fuori la questione dell’orario.
SINDACO: Xxxxxx, l’ho tirata fuori io perché ritengo, come ha detto la popolazione, che non averlo fatto in orario serale, come le facciamo sempre, okay? Se...
DOTT. AGRONOMO XXXXXXXX: Se lei continua ad urlare non capiamo perché ha tirato fuori lei la questione dell’orario.
SINDACO: Xxxxxx, l’orario… l’orario è quello serale, è quello serale che abbiamo chiesto, come abbiamo fatto sempre in tutte le presentazioni, sarà un caso che questa viene portata ad un orario diverso. Ora, posto che la cosa è stata fatta...
DOTT. AGRONOMO CALLIMAN: Xxxxxx, se la questione è chi urla di più non ne veniamo fuori.
SINDACO: No, è questione di essere chiari ed espliciti. Noi l’abbiamo chiesta in...
DOTT. AGRONOMO CALLIMAN: Siamo stati chiari e ci sono le PEC che parlano, Sindaca.
SINDACO: Benissimo. E le nostre risposte anche. Per cui, non l’avete voluta in orario serale, ormai è andata così. Noi però, ripeto, andremo avanti per la nostra strada, ma adesso... adesso voi illustrate la proposta, che non è quella di un allevamento esistente ma quella di un ampliamento a oltre tre volte l’allevamento esistente. Quindi, la presentate e poi sentiamo le osservazioni o le domande da parte del pubblico. Dopodiché ci sarà la fase delle osservazioni formali che presenteranno le persone, il Comune lo farà per la sua parte e presso i suoi uffici e canali che deve mantenere secondo la norma e lo faremo, ripeto, entro il 2 di dicembre. A lei la parola Dottoressa Strenghetto.
DOTT.SSA STRENGHETTO: Allora, procediamo. Come prima slide vi presento quelli che sono stati… che sono gli Enti coinvolti nella valutazione, perché questo è un iter che dura praticamente da un anno. Noi abbiamo pubblicato la prima documentazione a febbraio di quest’anno, del 2022, ma prima di presentarlo è stata presentata agli Enti in maniera informale,
xxxx, proprio per piena lucidità nei confronti delle persone competenti nella valutazione. Gli Enti coinvolti sono quindi la Provincia, con tutto il suo personale tecnico, il Comune di Roncade, con gli uffici tecnici, lo sportello agricolo di AVEPA, Provincia di Treviso, che deve valutare quello che riguarda l’aspetto di edificazione nel territorio agricolo, ARPAV, Ente deputato al controllo da un punto di vista ambientale, poi abbiamo l’ASL, in particolare il Servizio veterinario che controlla costantemente questo allevamento esistente sul territorio dagli anni ’60, di proprietà della ditta dall’85, poi con una serie di miglioramenti continui per quello che riguarda l’attività di allevamento e che, per poter rimanere vitale, ha la necessità di doversi migliorare continuamente, per una sostenibilità ambientale dell’allevamento, perché questo è quello che ci viene richiesto, e lo studio di impatto ambientale ha questo obiettivo: di progettare un allevamento che sia economicamente sostenibile, ma soprattutto che lo sia ambientalmente, non possiamo più scindere le due cose, e questo è stato pensato e programmato dalla fase iniziale di questo allevamento. Non è una cosa che noi abbiamo iniziato ieri, è un progetto nato da un imprenditore che ha voglia di mantenere vivo il suo allevamento su un territorio agricolo e che per fare questo ha pensato e programmato un allevamento che è tecnologicamente all’avanguardia. L’allevamento attuale del signor Xxxxx è uno dei più, da un punto di vista sanitario, di biosicurezza… il migliore allevamento che ci sia, uno dei migliori allevamenti che c’è in Italia. È esente completamente da quelle che sono le malattie normalmente presenti negli allevamenti. Questo denota la competenza tecnica e gestionale di questo allevatore che da 40 anni fa quest’attività sul territorio. Va bene. Quindi, stiamo parlando di una professionalità molto elevata della persona e di tutti i tecnici, che sono anche qua, che hanno valutato e progettato fin dalla fase iniziale perché questo allevamento sia conforme a tutte le norme di biosicurezza e benessere animale; deve essere per l’azienda un centro all’avanguardia.
Un imprenditore non fa un investimento se questo poi può avere delle ripercussioni nel territorio,
perché tutti gli Enti che quotidianamente visitano gli allevamenti, e il signor Xxxxx ha per lo meno un controllo sanitario nel corso... minimo peso uno la settimana dei vari enti. Voi non... forse chi non conosce le realtà zootecniche non ha nemmeno l’idea di quanti controlli ci sono al giorno d’oggi nei nostri allevamenti. In Italia abbiamo tantissimi Enti di controllo, tantissimi, diversamente da quello che accade nel resto del mondo, nel resto dell’Europa. E noi siamo deficitari per quello che riguarda le importazioni di prodotto primario alimentare, zootecnico e in particolare dell’allevamento di suini del 40% di carne. Xxxx, detto questo, continuo con la presentazione.
Altri Enti che sono deputati al controllo: il Consorzio di Bonifica, è stata interpellata anche la Sovrintendenza archeologica e poi, pur essendo al di fuori del Parco del fiume Sile, è stato contattato anche il Parco, su richiesta specifica del Comune, al quale è stata data poi... la richiesta è stata poi inoltrata alla Regione Veneto e hanno detto che appunto non ci sono influenze su questo ambito. Vi mostro una foto su larga scala di quella che è la posizione dell’allevamento. Siamo in un territorio completamente agricolo. Va bene? Siamo, in linea d’aria, a circa sei chilometri dal Comune di Roncade, quattro chilometri da Ca’ Tron, due chilometri e mezzo da H-Farm. Sul nostro territorio veneto un’area agricola così ampia è difficile da trovare, quindi dove possiamo andare a localizzare gli allevamenti, che sono comunque attività di produzione primaria strategica per il nostro ambiente? Alimentazione. Un dettaglio dell’allevamento: piccolo, compatto; “piccolo”…legato a quelle che sono le dimensioni attuali. È compatto, è un allevamento compatto sul territorio esistente da 40 anni, riconosciuto su tutte le carte e gli strumenti urbanistici presenti. Non abbiamo potuto portarvi là direttamente, quindi vi faccio un po’ di foto, vi presento un po’ di foto di quella che è la situazione dell’allevamento
attuale, quello che esiste da 40 anni sul territorio, che non risultano lamentele scritte per quello che riguarda la produzione di odori, non ci sono… scritte, non ce ne sono.
INTERVENTO: Prima di dire questo s’informi meglio.
(Intervento fuori microfono)
DOTT.SSA STRENGHETTO: Andiamo avanti. Questa è la strada di via Principe, quindi l’ingresso in direzione sud, direzione nord. Vi ho messo una freccia perché non so magari qualcuno viene e non ha presente, c’è l’allevamento. Questa è via Principe.
Interventi fuori microfono
DOTT.SSA STRENGHETTO: Non c’entra il Parco del Sile, dopo ve lo spiego bene. Adesso io ho fatto la presentazione...
DOTT. XXXXXXXX XXXXXXXX: Signori, per favore, è una presentazione pubblica, non è una discussione pubblica. Le regole sono chiare, si sta seguendo una legge.
Per favore… Avete i tempi per farlo, avete i tempi per farlo. Continuiamo, per favore.
Intervento fuori microfono
DOTT.SSA STRENGHETTO: Certo, va bene. Io mi attengo... però allora mi fate delle osservazioni di tipo tecnico.
Intervento fuori microfono
DOTT.SSA STRENGHETTO: Mi fate osservazioni di tipo tecnico, no fatto commenti...
Intervento fuori microfono
DOTT.SSA STRENGHETTO: Le faccio sì in maniera netta.
Intervento fuori microfono
DOTT.SSA STRENGHETTO: Va bene. Perfetto. Siamo qua pronti. DOTT. XXXXXXXX XXXXXXXX: Ma qual è il commento politico... DOTT.SSA STRENGHETTO: Non so che politico ho fatto.
SINDACO: No no no, non cominciamo la discussione perché se no vi contraddite anche tra di voi. Allora, adesso avete avuto la reazione, ma scusate ve la siete cercata.
DOTT.SSA STRENGHETTO: Va bene. Accettiamo.
SINDACO: Dite determinate, fatte determinate affermazioni è logico che la popolazione risponda.
DOTT.SSA STRENGHETTO: Va bene.
SINDACO: Detto questo, andiamo avanti con la presentazione, grazie.
DOTT.SSA STRENGHETTO: Vado avanti con la presentazione. Foto laterale con indicazione di quelli che sono i tre accessi dell’allevamento. Il primo è un accesso legato all’abitazione del custode, quindi non vi mostro niente in merito. La seconda foto, quindi questo accesso invece laterale è appunto quello verso la zona di alimentazione, della zona di allevamento. È un accesso molto ampio, come potete vedere abbiamo messo un mezzo proprio per far capire la dimensione. Perimetralmente, lungo tutto l’allevamento è presente una siepe di un certo spessore, una siepe sempreverde che ha una funzione comunque di effetto di mitigazione, oltre che di biodiversità. Questa è un’altra immagine della foto relativa alla viabilità sempre... relativa in questo caso all’accesso n. 3, che è quello per i mezzi che vanno principalmente a gestire poi i reflui zootecnici. Questa una panoramica proprio che vi dà l’idea della strada, della viabilità.
Ancora, il dimensionamento della strada. Xxxxxx parlando di una strada con una viabilità comunque congrua a quello che è il transito dei mezzi in entrata e in uscita, perché stiamo parlando di una strada che ha dai 4 metri e 25, 4 metri e 50, 5 metri come passaggio.
Intervento fuori microfono
DOTT.SSA STRENGHETTO: Questa è la distanza, signora... No, signora, lei faccia le sue osservazioni, quella è la distanza misurata e c’è anche un metro nella foto.
SINDACO: Sì, lasciamo... lasciamo finire. DOTT.SSA STRENGHETTO: Possiamo procedere. SINDACO: Parliamo dopo.
DOTT.SSA STRENGHETTO: Dopo ne parliamo. Lasciatemi fare la presentazione, sennò rimaniamo qua tranquillamente fino alle due, se continuiamo ad interrompermi.
Intervento fuori microfono
DOTT.SSA STRENGHETTO: Va bene, nessun problema, sono qua, però mi fate fare la presentazione. Allora, queste qui sono le immagini di quelle che sono le attuali strutture di allevamento, perché magari dalla strada nessuno riesce poi a vedere effettivamente all’interno. Quindi, potete vedere che sono dei capannoni normali di allevamento zootecnico, un’altezza consona a quella che è l’attività di allevamento, quindi non certamente degli edifici a più piani. Sono delle strutture chiuse, dove la finestratura serve per l’illuminazione interna, ma ci sono dei sistemi poi computerizzati di areazione di tutta quella che è la zona interna allo stabile. Poi ci sono delle strutture, che sono questi silos verticali, che servono per lo stoccaggio degli alimenti degli animali. Tutta l’alimentazione dal silos di stoccaggio passa, attraverso delle condotte
chiuse, all’interno della zona di stabulazione, quindi all’interno di quelle che sono poi le tramogge per l’alimentazione. Questo consente di evitare ovviamente la presenza di mezzi che poi vanno a rifornire, spostarsi con gli alimenti e consente, soprattutto, la riduzione di quelle che sono le polveri che si possono generare dalla normale movimentazione degli alimenti. Sono poi presenti dei piazzali pavimentati, che servono per le operazioni di manovra dei mezzi. Questa è una visuale, una panoramica dell’edificio, degli stabili come sono oggi, visti in direzione sud verso nord. Non mi sembra che sia una cosa così particolare rispetto a quello che è il territorio. Planimetria dello stato di fatto. Attualmente l’allevamento è già autorizzato per quanto riguarda una procedura di autorizzazione integrata ambientale per una potenzialità di 1.279 scrofe. Xxxxxx parlando infatti di un allevamento di suini da riproduzione, ben diverso da un allevamento di suini da ingrasso. Qui abbiamo degli animali che vengono tenuti in condizioni climatiche e ambientali all’interno degli stabili che sono ottimali. D’estate gli animali vengono raffrescati, d’inverno abbiamo il riscaldamento per tenerli in condizioni ottimali. Questo cosa vuol dire? Che l’animale, stando bene, non ha la necessità di sporcarsi, cosa che diversamente avviene negli allevamenti di suini da ingrasso. L’animale per poter termoregolarsi normalmente tende a sporcarsi. In questi allevamenti, che sono tecnologicamente avanzati, che utilizzano le migliori tecniche disponibili oggi nel settore zootecnico del suino da riproduzione, gli animali sono in condizioni di benessere ottimale e quindi l’animale, come caratteristica sua insita, nella sua caratteristiche proprio di scrofa, vuole rimanere pulita, resta pulita. E questo è un vantaggio perché un animale pulito è un animale che comunque produce meno odore rispetto all’animale sporco.
Planimetria dell’allevamento. In arancione sono indicati quelli che sono gli attuali piazzali di
movimentazione dei mezzi e poi abbiamo la parte insomma edificata. È presente poi uno stoccaggio dei reflui zootecnici. Vi presento ora quella che è la proposta progettuale. Questa è la planimetria nello stato di progetto, viene fatta una tavola comparativa tra quella che è la situazione attuale e quella che è la situazione futura. In rosso, quindi, c’è tutto l’edificato nuovo che s’intende fare. Si arriverà a una potenzialità, il progetto viene richiesto per una potenzialità di 5.428 scrofe. Saranno dotati questi allevamenti di vasche esterne, cinque vasconi esterni di tipo chiuso. Per chi non conosce questa tipologia di vasche vi ho riportato una foto, dove potete tranquillamente notare la tipologia di vascone chiuso che s’intende utilizzare, che è programmata insomma. I vantaggi quali sono? Il fatto di avere uno stoccaggio chiuso, chiuso ma soprattutto il fatto di avere in questa progettazione un passaggio diretto, tramite delle condotte chiuse, dei liquami dalla zona di stabulazione degli animali direttamente nelle vasche di stoccaggio. Quindi, non c’è un passaggio, un passaggio dei reflui zootecnici, del liquame, attraverso delle botti oppure attraverso delle condotte che siano aperte. Xxxxx viene trasferito in maniera automatica nei vasconi chiusi. Questa è una tecnologia riconosciuta come miglior tecnica disponibile nel settore. Perché? Perché consente di abbattere di una percentuale molto elevata, perché statisticamente ci sono... no statisticamente, da un punto di vista di ricerca scientifica ci sono studi che dimostrano quelli che sono gli abbattimenti delle emissioni, principalmente di ammoniaca, di metano in atmosfera, che sono quelle che poi causano anche i problemi di odore, anche del 60/70% in questa fase, in questa fase di stoccaggio. Quindi, detto questo, l’allevamento è comunque vicino, devo dirlo insomma, a un altro allevamento zootecnico…. Quindi impediamo insomma quelle che possono essere anche le perdite poi di percolato nel suolo e così via. Sistemazione esterna e interna dell’allevamento. Questa è per farvi vedere quella che è l’area a verde, quindi che non verrà cementificata. Quello che è grigio scuro è la pavimentazione, che verrà poi invece realizzata, per poter consentire il transito dei mezzi all’interno dell’allevamento.
Qua verrà posizionato, in questa parte, un magazzino, una piccola tettoia alla fine per poter mettere qualche attrezzatura e nella parte nell’avancorpo insomma della struttura di allevamento sarà realizzato un locale destinato a uffici, spogliatoi e servizi igienici. In particolare, c’è tutta una zona dedicata a quello che riguarda l’aspetto legato alla biosicurezza anche degli operatori che devono entrare ad operare all’interno dell’allevamento. Prima di andare nel centro zootecnico, nelle strutture di allevamento si è tenuti a dover fare una doccia, lavarsi, cambiarsi e utilizzare ogni volta degli indumenti che sono forniti dall’azienda. Perché l’allevamento è stato pensato in questo modo continuativo, cioè a ridosso, il nuovo ampliamento è a ridosso di quello esistente per questioni di gestione aziendale, perché? Perché questa tipologia di allevamento ha la necessità di fare in modo che gli animali passino, continuamente, all’interno degli stabili da un reparto che viene definito reparto magari di fecondazione o reparto di gestazione, successivamente c’è il reparto di parto e poi c’è lo svezzamento dei suinetti, che vengono venduti ai centri di ingrasso. Quindi, c’è una continua rotazione degli animali all’interno dello stabile e la necessità è quella che questi animali comunque vengano spostati periodicamente da un box all’altro nei vari reparti. Ecco perché l’ampliamento è necessario in continuità rispetto a quello esistente. Non ci sono strutture esterne o staccate che necessitano il passaggio degli animali all’esterno, questo proprio non è consentito per questioni di biosicurezza. Stessa cosa, le persone che entrano in allevamento devono lavorare all’interno dell’allevamento non vanno fuori, quando hanno finito il turno escono. Ci sono delle norme molto stringenti per quello che riguarda la biosicurezza negli allevamenti, norme che sono controllate da tutti i nostri enti, quindi il servizio veterinario. Un altro aspetto, noi chiediamo una potenzialità di 5.400 scrofe, ma proprio perché c’è la necessità di ruotare periodicamente questi animali, è già insito nella struttura dell’allevamento avere sempre un certo numero di box vuoti, perché bisogna spostarli. Quindi, la potenzialità di questo allevamento è sì di 5.400, ma la presenza media sarà… sarà al massimo intorno a 5.000, quindi qua 500 capi non ci sono.
Intervento fuori microfono
DOTT.SSA STRENGHETTO: È comunque da tenere presente questo aspetto, quindi noi tutte le valutazioni le abbiamo fatte comunque nella condizione massima di numero di capi allevabili, i 5.400, però è giusto anche tenere in considerazione questo. Per quello che riguarda poi le tecniche e le tecnologie ambientali che sono adottate all’interno dell’allevamento attuale e in progetto; premesso che appunto ci sono delle norme tecniche che definiscono gli allevamenti proprio su quelle che sono le loro tecnologie e che impongono agli allevamenti di rispettare una check-list di tecnologie ambientali, se non vengono rispettate questi allevamenti non sono conformi alle norme e, quindi, comunque sanzionabili, sanzionabili da un punto di vista ambientale anche. Le tecnologie gestionali prevedono appunto una computerizzazione molto elevata dell’allevamento, per quello che riguarda la gestione quindi del microclima all’interno degli ambienti di stabulazione, per quello che riguarda l’alimentazione, che è un’alimentazione fornita con alimenti ben bilanciati, per evitare tutti quelli che possono essere gli sprechi alimentari e quindi l’escrezione sbagliata ed eccessiva di quelli che possono essere poi i reflui zootecnici. Quindi tutto è bilanciato in questo allevamento. Ci sono veterinari zootecnici che vanno a equilibrare, a definire tutta la razione alimentare nelle varie fasi. Esiste un’elevata coibentazione delle strutture, e questo fa sì che ci siano ovviamente dei risparmi energetici, ma anche contenere quello che può essere il rumore, quindi il contenimento acustico. Gli impianti di illuminazione ovviamente sono ad alta efficienza quindi a basso consumo, e abbiamo poi quelle
che sono le migliori... adottate le migliori tecniche per la riduzione delle emissioni odorigene. In particolare, ci sono appunto delle tecniche di rimozione dei liquami dalle strutture di allevamento, con una certa periodicità tale appunto da essere considerate le migliori tecniche presenti in questo momento per il comparto zootecnico dell’allevamento di suini.
Abbiamo poi dotato l’allevamento di queste vasche esterne, chiuse e coperte. Inoltre, per quello che riguarda tutta la distribuzione degli effluenti zootecnici, l’allevamento già da anni rispetta, perché la Direttiva Nitrati esiste dal 2008, è stata applicata nei nostri territori dal 2007/2008, quindi da allora l’azienda si è dotata di personale competente che valuta quello che è il piano di utilizzazione agronomica dei reflui. Viene fatto quindi annualmente un programma di distribuzione dei reflui, sulla base della superficie che l’azienda ha a disposizione, sulla base di quelle che sono le colture in atto, le epoche di distribuzione per consentire la migliore efficienza di assorbimento alle colture degli effluenti zootecnici. In più, teniamo ben presente che questo allevamento, proprio per le caratteristiche che ha, ha avuto l’accortezza di avere dei mezzi tecnici che sono innovativi anche da un punto di vista della distribuzione e consentono, quindi, la distribuzione anche in fase di copertura dei reflui. Cosa vuol dire? Che c’è un assorbimento migliore, da parte delle colture vegetali, di quelle che sono le sostanze nutritive presente nei liquami, che comunque sono un fertilizzante naturale e non un fertilizzante chimico, vanno quindi a migliorare quella che è la struttura del suolo, evitando tutti i problemi di erosione e quant’altro, ma evitiamo di scendere in questi comparti. E le tecniche appunto che vengono adottate sono riconosciute come le migliori che abbattono, per quello che riguarda la fase di distribuzione, il 90% delle emissioni odorigene. Meglio di questo non c’è. Tra l’altro, torno indietro scusate, ogni anno c’è sia la comunicazione preventiva ai vari Enti, quindi alla Provincia, viene monitorato costantemente durante l’anno la distribuzione dei reflui, viene periodicamente comunicato agli Enti e a fine anno esiste una comunicazione conclusiva, dove si vanno a indicare quelle che sono le distribuzioni, rispettando tutti i vincoli normativi che, vi assicuro, sono tantissimi. L’azienda ad oggi, dal 2007, anno in cui è iniziata l’applicazione della Direttiva Nitrati, non ha mai avuto problemi per quello che riguarda questo tipo di pratiche. Tra l’altro, l’azienda dispone di una superficie agricola ampiamente superiore rispetto a quello che è la normativa, cioè l’obbligo di distribuzione di reflui sia nella condizione attuale, che già per la condizione futura. Quindi, non si andrà a distribuire sul terreno un quantitativo massimo prestabilito dalla norma, ma siamo notevolmente al di sotto di quel limite.
Ancora. Quali sono altre tecniche e tecnologie ambientali che fanno di questo allevamento, di
quello che si vuole progettare, il miglior centro tecnologicamente sostenibile anche da un punto di vista ambientale? Già adesso, perché l’azienda è in autorizzazione integrata ambientale, ha l’obbligo di presentare annualmente un piano di monitoraggio di quelli che sono i consumi delle materie prime, la produzione dei rifiuti, che possono essere normalmente prodotti dall’attività di qualsiasi allevamento e di quelle che sono la gestione dei reflui; ma, non solo, deve dichiarare quindi dimostrare quella che è l’alimentazione, il bilancio dell’azoto, cioè quanto alimento viene fornito agli animali, quanto azoto viene fornito nell’alimentazione agli animali, quanto fosforo viene fornito nell’alimentazione degli animali. Questi sono gli elementi poi che, se non bilanciati in maniera corretta, vanno a finire nelle deiezioni e quindi nell’azoto che si trova poi negli effluenti zootecnici. L’obiettivo è sempre quello di miglioramento continuo perché lo prevede la norma, quindi devono essere ridotti al minimo gli sprechi e l’azienda lo fa da anni, lo dimostra perché tutte le documentazioni sono presentate e depositate presso gli Enti.
Ancora, ovviamente ci sono degli abbeveratoi antispreco. L’impatto acustico, l’impatto luminoso viene valutato, ovviamente, sia perché ormai l’energia costa tantissimo, quindi è ovvio che si
cerca di risparmiare il più possibile su tutto. Abbiamo quindi adottato le migliori tecniche per quello che riguarda le riduzioni di polveri. Xxxx, io vi sto facendo un elenco, ma questo elenco in realtà si traduce in una check list che viene trasmessa agli Enti. Una check list che è presente anche nella documentazione che voi trovate pubblicata in internet, sul sito della Provincia. Quindi chiunque può andare a vedere che pratiche vengono adottate. Tutto è alla luce del sole. Da febbraio tutto è pubblicato sul sito internet.
Elevata sicurezza igienico sanitaria, perché? Perché, ad esempio, il servizio veterinario, una delle prassi dell’azienda è quella di dire: se è possibile il mio veterinario aziendale lo faccio venire il lunedì mattina, perché così sono sicuro che per almeno 48 ore non è stato in altri allevamenti, questa è una buona gestione dell’allevamento. Sono tecniche di gestione perché l’aspetto legato a questi allevamenti è quello di avere tecnologie all’avanguardia, ma anche una gestione attenta e oculata, solo così abbiamo degli allevamenti che sono sostenibili da un punto di vista ambientale. Videosorveglianza continua ovviamente in tutti gli ambienti, ma soprattutto una videosorveglianza anche all’interno dell’ambiente di stabulazione. Il signor Xxxxx nella sua azienda ha dei ragazzi giovani che sanno utilizzare perfettamente ormai le tecnologie informatiche, perché ormai dobbiamo diventare degli esperti informatici, e costantemente viene monitorato l’interno degli allevamenti. Ancora vi dico, c’è il piano di monitoraggio ovviamente che viene annualmente prodotto e, in più, è presente un sistema di gestione ambientale che prevede un miglioramento continuo e anche il controllo di quelli che possono essere gli aspetti ambientali presenti nell’allevamento. Nello studio di impatto che è stato effettuato sono stati analizzati tutti gli strumenti urbanistici e le normative di settore sia a livello regionale, provinciale e comunale. Poi sono state valutate quelle che sono le normative settoriali, quindi la Legge 11 sull’edificabilità in zona agricola e la Direttiva Nitrati. Ricordo che siamo in territorio completamente agricolo, privo di vincoli ambientali, privo di corridoi ecologici. È stata fatta anche un’analisi, perché è dovuta, di quelle che sono le possibili interferenze con i siti di Natura 2000, sono siti di interesse comunitario ambientale, e la localizzazione dell’allevamento rispetto al principale... ai primi siti presenti si trova praticamente a centinaia di metri, perché siamo a circa 600 metri da uno dei siti di Natura 2000, che è il fiume Sile. Poi abbiamo un altro sito, che è a circa tre chilometri, tre chilometri e due. Poi abbiamo non ricordo più il nome - sono altri due fiumi, che sono comunque riconosciuti come siti di Natura 2000 a oltre quattro chilometri e mezzo. Su questi siti però gli habitat prioritari risultano solo i primi due a oltre tre chilometri. Questo è stato valutato tutto in quella che è la valutazione di incidenza ambientale e il tutto è stato poi esposto agli Enti e anche la Regione ha dato una risposta in merito. Per quanto riguarda l’aspetto del Parco del fiume Sile, l’allevamento è già identificato all’interno del piano ambientale del Parco. È un allevamento riconosciuto dal Parco, che è sorto anche dopo la presenza dell’allevamento e, sebbene sia presente e identificato, l’area dove ricade l’allevamento, che qua, questo puntino, è per quello che riguarda il Piano ambientale definita con un grado di vulnerabilità bassissimo o nullo, componenti ambientali che sono stati analizzati nello studio. Ancora, abbiamo valutato quelle che sono le componenti ambientali legate all’atmosfera, quindi temperatura, umidità, precipitazione ventosa e il tutto è stato confrontato con i dati Inemar. L’ambiente idrico, è stata fatta un’analisi delle caratteristiche idrografiche dell’area sia a livello di ambito che locale e alla descrizione delle acque superficiali profonde, sia dal punto di vista quantitativo che qualitativo. È stata fatta un’analisi del suolo e del sottosuolo, poi è stata fatta l’analisi di flora, fauna, ecosistemi, il clima acustico, con una valutazione previsionale acustica, che ha preso in considerazione lo stato di fatto e ha fatto anche una previsionale di quello che sarà il futuro, nella fase post-opera. Sono stati analizzati i paesaggi, l’impatto, l’inquinamento
luminoso, la viabilità, il traffico e l’analisi socioeconomica. Quindi, questi sono gli aspetti che normalmente vengono affrontati nello studio di impatto ambientale. Solo alcuni passaggi di questo studio, riguarda la componente ambientale atmosfera e, in particolare, le emissioni, che ovviamente sono la cosa che preoccupano tutti, e questo allevamento appunto applica una tecnologia progettuale, gestionale proposta che, rispetto alle condizioni di un allevamento standard, quindi quelle di riferimento, produce una riduzione che va da un 40 a un 60% delle emissioni di ammoniaca, metano e protossido, e questo è stato fatto utilizzando dei software, degli applicativi del CRPA, che è il Centro Ricerche Riproduzioni dell’Xxxxxx Xxxxxxx, animali dell’Xxxxxx Xxxxxxx. Per la verifica poi è stato fatto anche uno studio previsionale di impatto odorigeno, degli odori, e dopo il collega vi espone i risultati. Ancora, per quello che riguarda il clima acustico è stata fatta una valutazione previsionale di impatto acustico, considerando le situazioni più critiche che possono essere verificabili, al fine di confrontare il livello dello stato acustico post-opera con i limiti imposti dalla normativa vigente. Vi leggo il risultato dello studio, che ha evidenziato che la realizzazione dell’ampliamento risulta essere compatibile con il contesto insediativo area agricola, nel rispetto quindi dei valori limite stabiliti dalla normativa vigente in materia di inquinamento acustico. È stata fatta, infine, un’analisi anche della viabilità e del traffico. Questa in rosso è la strada che, normalmente, da anni percorrono i mesi in ingresso e in uscita dall’allevamento. È una strada che percorre via Principe fino all’incrocio con via Piovega, poi c’è l’incrocio di via Nuova e da lì alla rotonda verso la Strada Statale.. da quel punto - la SS 14 - ..da quel punto sarà possibile andare in direzione nord o in direzione sud anche attraverso l’imbocco autostradale. Al momento non si rende necessaria, per quella che è l’esigenza dell’allevamento, individuare un’altra viabilità. In più, l’azienda si è resa anche disponibile con l’Amministrazione Comunale a eventualmente dare un contributo per sistemare eventualmente, qualora ci fossero delle problematiche sulla viabilità, sulla strada.
Ancora. Che cosa comporterà a livello di traffico questo allevamento? Ad oggi abbiamo fatto
un’analisi di quelle che sono tutte le materie prime in ingresso all’allevamento e questa analisi è stata fatta proprio prendendo in considerazione quelli che sono i piani di monitoraggio, che vengono trasmessi agli Enti, da questo emerge ovviamente che il numero di mezzi più importante è dovuto alla presenza dei mangimi in allevamento, quindi all’ingresso degli alimenti. Il tutto però, se ragioniamo in una media giornaliera, perché dobbiamo comunque dare un’indicazione, viene tradotto in 0,5 mezzi al giorno. Nello stato di progetto, ragionando quindi su quello che è poi il consumo di alimenti, questo numero di viaggi, di trasporti viene stimato in due viaggi al giorno. Quindi, sicuramente ci appare che considerando la tipologia di strade che vengono utilizzate, il livello quindi comunale e statale, senza l’attraversamento di centri urbani e che permettono quindi l’imbocco direttamente in autostrada, secondo noi questa viabilità comunque è consona a sopportare il traffico veicolare prodotto dall’allevamento. Ora, io ho finito la mia parte e passo la parola invece al collega Xxxxxx Xxxxxxxxxx, che è esperto per quello che riguarda gli aspetti legati all’impatto odorigeno e ha fatto le valutazioni appunto di questo impatto. Grazie.
DOTT. COLLATUZZO: Grazie. Buongiorno a tutti. Allora, io adesso devo cercare di spiegarvi in maniera semplice un qualcosa che è complicato da capire, quindi...
Intervento fuori microfono
DOTT. COLLATUZZO: Allora l’impatto odorigeno. Partiamo da darvi alcuni strumenti per poter cercare di capire quelli che sono poi i risultati che vengono presentati. L’impatto odorigeno si fa su base modellistica; si fa su base modellistica e, quando possibile, partendo da dei dati reali, quindi da dei dati misurati direttamente. Il modello è tra quelli diciamo certificati atti all’uopo tra quelli indicati dall’Ispra per fare questo tipo di valutazioni. È un modello che sostanzialmente prende una parametrizzazione metereologica basata su un anno intero. La parametrizzazione meteorologica la fa prendendo i dati di centraline meteoclimatiche certificate. Quindi, nello specifico, i dati forniti vengono forniti dagli aeroporti civili, dalle centraline degli aeroporti civili e dalle centraline ARPAV, quelle più vicine al territorio di indagine perché il modello deve costruire, sostanzialmente, un campo meteo che varia di ora in ora. Quindi, prende dei dati orari e ricostruisce un modello meteorologico dell’area che cambia ora per ora, a seconda della stabilità atmosferica, della velocità del vento, della temperatura, di tutta una serie di parametri che vanno a incidere poi su come l’emissione che viene prodotta da una sorgente si muove all’interno dell’atmosfera. Quindi, questa cosa è stata fatta ed è stato preso un reticolo di venti chilometri per venti chilometri, dal quale è stato poi preso un sottoinsieme di due chilometri per due chilometri, per prendere dentro, diciamo fare un’analisi di focus di quella che dovrebbe essere l’area più impattata. La modellazione risente in prima analisi della tipologia di sorgenti che vengono analizzate, perché non tutte le sorgenti… si comportano in maniera diversa. Dal punto di vista delle emissioni in atmosfera, a parità di quantità di sostanza emessa, una sorgente che è formata da un camino che spara in aria a una determinata velocità impatta meno di una sorgente areale, come può essere ad esempio una vasca o un biofiltro, che diffonde l’aria a velocità praticamente zero, viene trasportata dal vento. Questo diventa importante perché noi stiamo valutando... andremo a valutare una struttura che, fortunatamente, ha su tutti i quanti i ricoveri dei camini di immissione, l’aria viene espulsa in maniera forzata non viene, come succede in stalle magari vecchie, eliminata aprendo le finestre, che è sicuramente molto peggiore dal punto di vista della dispersione dell’inquinante. Quindi, l’analisi di questo tipo è stata fatta anche in questo caso su due scenari, lo scenario attuale che tiene conto che la vasca principale era a cielo aperto, e sullo scenario futuro, quindi con le nuove sorgenti, con le sorgenti esistenti e le sorgenti nuove e con la questione appunto che tutte le vasche vengono coperte, che diventa abbastanza determinante perché le vasche, le vasche aperte, la diffusione della vasca aperta, a livello diciamo di proporzione, impatta molto di più dei camini dei ricoveri, a parità di emissione. Abbiamo fatto un’analisi, prendendo 58 recettori a campione, probabilmente non sono... non saranno tutti ma danno una buona distribuzione di quelle che sono le case nell’intorno, nell’immediato intorno dell’allevamento. L’importante è parametrizzare le sorgenti che vengono messe dentro nel modello, cioè quanto odore emettono? Per fare questo abbiamo fatto delle analisi direttamente sui camini di emissione e sulla vasca esistente, in maniera da poter valutare quello che è il fattore di emissione, ovverossia calcolando sulla base della concentrazione misurata dal camino, da quanti camini erano aperti, a che velocità stavano andando e da quanti animali erano presenti nel ricovero quando sono state fatte le analisi è possibile risalire a un valore di quantità di odore emessa per capo. Abbiamo valutato le tre diverse sezioni dell’allevamento, che sono le sezioni - qui poi abbiamo dei dati di letteratura che ci possono permettere di effettuare un confronto sui numeri che vengono fuori - …che sono la fase della gestazione, le sale parto e le fasi di svezzamento. Sono venuti fuori da queste analisi, che sono state condotte da un laboratorio accreditato e secondo quelle che sono diciamo le norme tecniche per poter fare questo tipo di analisi, …è venuto fuori 7,50 unità odorimetriche al secondo per capo nella fase di gestazione, 8,9 nella fase della sala parto e 2 per la fase dello
svezzamento. Sono tutti valori che risultano compresi tra gli intervalli che la Comunità Europea propone nei documenti di riferimento specifici sulle emissioni odorigene negli allevamenti all’interno della Comunità Europea. Quindi, sono dei dati che appaiono congrui rispetto a quella che è la variabilità che è stata fino ad oggi misurata e riportata nei documenti di riferimento. Con questi valori... chiaramente, questi valori ci permettono di valutare l’esistente ma anche di prevedere quello che è il carico futuro, moltiplicando questi fattori per il numero di capi accasabili. Identicamente, è stata fatta una stessa cosa sulla vasca, sulla vasca viene dato un fattore di emissione che è in unità odorimetriche a metro quadro, quindi poi è possibile valutare a partire da quello il fattore di emissione di una superficie... di una superficie nota, tenendo conto però che nella fase di progetto questa superficie di emissione viene contratta fortemente dal fatto che le vasche vengono coperte. I fattori di emissione, quindi, sono stati calcolati e riferiti al massimo carico, quindi ipotizzando che ogni ora dell’anno, per tutto l’anno ci siano sempre il massimo numero di animali che è stato indicato a progetto, perché così si fa. È stata valutata una velocità di emissione dei camini, abbiamo preferito non inserire quella massima di progetto ma inserire una velocità che è sostanzialmente quella media, tra quella massima di progetto e quella minima che si deve realizzare per garantire il benessere degli animali all’interno dei ricoveri. E inoltre, senza dover essere troppo tecnici, il modello è stato parametrato in maniera da poter risentire l’effetto di risucchio che gli edifici fanno su delle sorgenti che non sono sufficientemente più alte di loro. A livello atmosferico, se io ho un camino che non è più alto di una volta e mezza dell’edificio che sta vicino l’edificio tende a risucchiare, a trattenere l’effluente, che in realtà ha una velocità di uscita e poi ha una temperatura che gli permette di galleggiare e di disperdersi. Ovviamente, più è alta la velocità verso l’alto, più è alta la temperatura, più questo pennacchio tende ad andare in alto, a galleggiare, a disperdersi e a diluirsi rispetto ad emissioni fredde che partono dal basso. A livello di modellazione l’impatto odorigeno non viene valutato come media annuale, come si fa con tanti altri parametri della qualità dell’aria, come le polveri, come gli ossidi di azoto, d’accordo, perché qui non stiamo valutando la capacità di una sostanza di far male, ma si valuta la capacità di una sostanza, perché l’odore non è una sostanza chimica ma è una caratteristica di una sostanza chimica, di dare fastidio e quindi non... Le norme tecniche non richiedono di valutare la media annuale, ma richiedono di valutare un altro parametro, che è il 98º percentile della concentrazione di picco. Che vuol dire questo? La concentrazione di picco vuol dire che l’odore non mi dà fastidio se sto lì un anno e per un anno viene sorpassato un certo tipo di media, mi dà fastidio subito. Per far sì che il modello recepisca questo tipo di risposta, la concentrazione che il modello calcola nell’ora viene moltiplicata per un fattore che la letteratura dà in 2,3, circa due volte e mezzo rispetto a quella che è la concentrazione reale, per dare sostanzialmente una risposta tra concentrazione e reale percezione del fastidio. Il 98º percentile vuol dire prendere quel valore, d’accordo, che è superato per il 2% dell’anno. Quindi, per capirci, il 100° percentile di… dati il massimo, l’ora peggiore, il 98º percentile ci dice di prendere quasi il massimo. Xxxxxx perdono se non sono particolarmente tecnico, ma così magari riusciamo a capire. In più, c’è un altro problema che, ad oggi non c’è una norma sull’impatto odorigeno che dia dei limiti di legge, e questo è un problema dal punto di vista giuridico, chiaramente, ed amministrativo. Non esiste neanche una delibera regionale, mentre qualche regione l’ha presa in Veneto ancora no. Esiste un documento tecnico, redatto da ARPAV, che dà delle linee guida per valutare questo tipo di impatto ed eventualmente interpretarlo, dando dei numeri, dei livelli che possono essere utilizzati per poter dare un’interpretazione dei risultati che vengono fuori da tutta questa analisi. La problematica inoltre dell’odore è che questa è una valutazione di tipo numerico, standardizzata, che però può
non essere perfettamente aderente a quella che è la sensazione, d’accordo, perché ciascuno di noi in questa sala ha una sensazione, una soglia di tollerabilità diversa, e questi modelli non possono farlo e neanche un legislatore può farlo, non è che si può mettere un limite di legge per ciascuno di noi. Sono stati proposti dei numeri, dei valori soglia che dipendono in che tipo di zona io mi trovo, quindi se sono in centro città, in un’area residenziale, residenziale da piano di interventi non residenziale perché c’è una casa o da una zona agricola, chiaramente la zona agricola dei livelli più alti rispetto che a una zona residenziale, e a che distanza mi trovo dalla sorgente. Più sono vicino e più questi livelli sono alti, più mi allontano e più i livelli sono bassi. E quindi, su questo noi possiamo fare una valutazione, d’accordo, una valutazione che è di tipo prettamente numerico. Allora, le mappe di dispersione che vedete, quella a sinistra è quella calibrata sulla situazione attuale, quella di destra è quella sulla situazione di progetto. Ora, per capirci, non so se si vede, ma l’areale dove a livello di valutazione numerica - si badi bene, non sto dicendo dove c’è o non c’è l’odore - ma a livello di valutazione numerica queste norme tecniche che vi ho detto indicano che un potenziale disturbo comincia ad esserci all’interno della curva che vedete in azzurro chiaro, che si amplia. Allora, la prima cosa che vedete è che, com’era attendibile, ampliando l’allevamento, l’areale di dispersione dell’odore si amplia, questo era atteso ovviamente. Si amplia al punto di essere critico per quanto riguarda una valutazione strettamente numerico? Ancora no! Ancora no perché l’areale azzurro chiaro, il terzo più piccolo, non arriva ancora a prendere le case, prende dentro il capitello e prende dentro la casa dell’allevamento vicino, che però essendo a meno di 200 metri dall’allevamento avrebbero un limite di quattro, quello lì, l’area azzurra indica tre unità odorimetriche.
INTERVENTO DAL PUBBLICO: L’interazione tra i due allevamenti...
DOTT. COLLATUZZO: L’interazione tra i due allevamenti sicuramente produce delle modifiche. La problematica è che è difficile poterlo modellare se non si hanno gli stessi tipi di dati che vengono dall’altro allevamento e dopodiché le norme tecniche indicano, danno un livello che è per singolo insediamento. L’altro problema che hanno le norme tecniche è che non mi dicono di valutare un fondo, perché noi non viviamo in un mondo... cioè se non ci fossero gli allevamenti non sarebbe inodore l’area, d’accordo? Quindi non è come il rumore, in cui dice: va beh, il rumore c’è questo livello qui, tu non puoi mettergliene su più di tot, d’accordo? Qui non si fa, anche perché capite bene che valutare un 98° percentile su base annua vorrebbe dire stare lì a fare un anno di misure e vedere in quest’anno di misure qual è il valore che viene sorpassato per 180 ore all’anno sulle 8.760 che ci sono, è molto più complicato che farlo rispetto al rumore. Per questo che questo tipo di impatto viene valutato in prima battuta su base modellistica perché è più veloce, è più semplice e dà delle indicazioni. L’altra cosa che si può vedere, appunto che si amplia, l’area blu, l’area quella più grande, che è quella ad una unità odorimetrica una unità odorimetrica per definizione di norma UNI è la quantità di odore che è percepibile dal 50% della popolazione, d’accordo? Quindi, vuol dire che se vogliamo l’area blu è l’area dove statisticamente l’odore può essere percepito. Il risultato di questa analisi è che, dal punto di vista numerico, l’impatto risulta ancora contenuto entro quelle che sono le soglie attualmente proposte da una norma tecnica e che ci dice che non è zero, non è zero chiaramente, quindi ci dice che è un aspetto che deve essere comunque attenzionato, e lo sarà sicuramente all’interno di un piano di monitoraggio, perché questa ormai è la prassi che hanno tutte quante diciamo le Commissioni
V.I.A. che danno poi un’autorizzazione in questo genere qui e, sostanzialmente, misurando,
volendo dare una quantificazione di quanto aumenta, il tutto su base media, è circa un 30% in
più. 30% in più che non è trascurabile, ma non è tantissimo, ipotizzando che l’allevamento diventa tre volte tanto, perché non va...
Intervento fuori microfono
DOTT. COLLATUZZO: No no no no. Io non vi sto dicendo che è da accettare o non è da accettare, vi dico subito, io non sono qui a dirvi che questa cosa qui va bene o non va bene. Io sono qui a dirvi che facendo un’analisi vengono fuori dei risultati, che poi sono il punto di partenza di una valutazione in cui, sulla base delle vostre... anche delle osservazioni della cittadinanza, perché siete voi che vivete in quell’area lì, non io; e sulla base di quello che sono i supporti tecnici, devono portare ad un giudizio, che non mi sento chiaramente di dare io.
Intervento fuori microfono
DOTT. COLLATUZZO: No, c’è una fase di valutazione in cui questo... questa non è la verità, la Bibbia e il...
Intervento fuori microfono
DOTT. COLLATUZZO: Ma certo, certamente sì.
Intervento fuori microfono
DOTT. COLLATUZZO; Beh, l’odorigeno non è che l’abbiamo dimenticato...
Intervento fuori microfono
DOTT. COLLATUZZO: Del 30% sì.
Intervento fuori microfono
DOTT. COLLATUZZO: No. Io non sto dicendo... Io non sto dicendo... io non sono venuto qui a dire a voi che dovete respirarvi... io sto dicendo che questo... c’è un progetto...
Intervento fuori microfono
DOTT. COLLATUZZO: No. Qui c’è un progetto ed è stato valutato. Adesso, se questo è tanto o se è poco, se è tollerabile o non è tollerabile, d’accordo, c’è una valutazione da fare, che non è che io dico “questo va bene così”! D’accordo? Ecco. Io dico solo che è stato fatto un modello e vengono fuori dei numeri. I numeri sono alti, sono bassi, i numeri sono in aumento, sì...
Sono troppo alti dal punto di vista del metro che oggi abbiamo, che è un metro numerico, freddo e orizzontale - d’accordo? - ci direbbero di no, ma io non sono qua a dirvi che il problema voi non ce l’avete, che è un altro paio di maniche. Va bene? Però siccome questa cosa qui deve essere data in una maniera che sia standardizzata, riproducibile e confrontabile, questo è lo strumento che ad oggi c’è ed è un punto di partenza. La valutazione di impatto ambientale, la
presentazione del progetto non è la fine di quello che viene autorizzato, è l’inizio di un processo di discussione, che non si esaurisce quando spengo il microfono oggi.
Intervento fuori microfono
SINDACO: Xxxxxxx signora, signora mi scusi, mi scusi se la interrompo, adesso le diamo il microfono così la possono sentire anche da casa e se, cortesemente dà il nome e cognome perché lo streaming poi deve rimanere agli atti.
SIG.RA ROSSO: Non c’è nessun problema...
SINDACO: No, lo so che non c’è nessun problema, è proprio per quello che glielo chiedo. Grazie mille.
SIG.RA ROSSO: Niente. Io ho sollevato questi problemi di viabilità, degli odori e delle polveri, che sono essenziali per la salute del cittadino. Sono anni che lo diciamo, però mai è stato fatto niente. Pertanto, prima di iniziare a dare il via ad un progetto prima si pensa alla viabilità, alla tutela della salute dei cittadini, dopodiché... però è stata trascurata, ma sono anni che insistiamo nel dire questo. È dall’allora ‘99 che noi ci battiamo per la salute di tutti i cittadini del comprensorio, ancor quando il Comune era d’accordo nel concedere di fare la discarica. Allora, voi pensate dal ‘99 siamo arrivati ora e siamo ancora qui a combattere con i problemi degli abitanti, cioè un po’ di rispetto ci vuole anche per noi. Io non sono una che vuole bloccare l’espansione o qualsiasi altro tipo di attività, però lo devono fare nel rispetto delle norme perché per esempio, qui non c’entra e comunque lo devo dire comunque, l’altro allevamento intensivo che c’è dei signori Xxxxxxxxxx è una cosa insopportabile alla sera dalle quattro e mezza, cinque, cinque e mezzo bisogna correre a chiudere le finestre perché c’è una puzza pazzesca. Io non so cosa facciano, non mi potete venire a dire che questi signori stanno rispettando le normative, perché se avessero una vasca di decantazione come ce l’ha anche il signor Xxxxx, coperta, forse queste esalazioni sarebbero in quantità minore, ma non è possibile tollerare questo, assolutamente. Allora, chi deve vigilare deve andare a vigilare sempre.
DOTT. COLLATUZZO: Lei ha perfettamente signora, è che noi stiamo presentando un progetto che si chiama Xxxxx, io non posso andare a misurare un altro, perché...
SIG.RA ROSSO: Xx sicuramente, chiedo scusa perché...
DOTT. COLLATUZZO: No, ma io capisco...
SIG.RA ROSSO: No, lei ha perfettamente ragione, io chiedo scusa perché ho approfittato solo della presenza del Sindaco per dire, per portare a conoscenza di quello che sta succedendo, punto.
SINDACO: E ha perfettamente ragione, perché nelle osservazioni che abbiamo fatto c’è anche questo, la valutazione di un ampliamento non va fatta in sé e per sé solo tenendo conto di quell’insediamento, ma va tenuto conto di quello che c’è già sul territorio e di quello che sta producendo. Quindi, se ci devono essere dei miglioramenti da questo punto di vista sicuramente
ci devono essere, e devono essere attuati, ma non si può prescindere dal valutare per area vasta, quindi a questo ulteriormente chiederemo alla Provincia, non fare una valutazione di un singolo intervento....
DOTT.SSA STRENGHETTO: Ma è stata fatta anche la valutazione.
SINDACO ma guardare a tutta l’area vasta a quello che c’è. Signora, però per cortesia bisogna
anche dare le generalità.
SIG.RA ROSSO: Xxxxxxx Xxxxx.
SINDACO: Perfetto, grazie infinite.
SIG.RA ROSSO: Ho dimenticato. È bene ricordarsi dell’articolo 844, ...
SINDACO: Grazie infinite. Passo un attimo la parola anche al signor Xxxxxxx Xx Xxxx e poi riprendiamo con la presentazione. Vi diamo modo di illustrarla completamente, prego.
SIG. DE VIDI: Buongiorno a tutti. Allora, ovviamente il progetto rispetta tutte le normative, abbiamo visto, l’avete inviato a tutti gli Enti, quindi voglio anche vedere che non rispetti la legge. Quindi su questo diamo assolutamente atto. Quel che io volevo osservare è un qualcosa che riguarda la strategia, nel senso che è un progetto che rispetta la normativa ma che è volto al massimo risparmio e non tiene conto delle nuove tecnologie sotto il profilo energetico. Mi spiego; noi non abbiamo potuto vedere gli elaborati perché siamo in presentazione, quindi non erano disponibili o su internet, ma da quei pochi elaborati che ho potuto vedere c’è una superficie spropositata di capannoni e di tetti, non ho visto un solo pannello solare. Quindi, questo mi sembra un atteggiamento abbastanza miope, visti i tempi moderni in cui abbiamo bisogno di energia rinnovabile, non ho visto un pannello solare. Poi e questo potrebbero essere
delle prescrizioni che potete tener conto durante la Conferenza decisoria e finale.
La signora Xxxxx diceva “c’è una gran polvere…”, il proprietario, visto la portata di questo allevamento che vuole instaurare, potrebbe benissimo cominciare ad asfaltare la strada che porta all’allevamento! Cioè adesso la polvere avviene perché è una strada bianca… signora Xxxxx è bianca…
SIG.RA ROSSO: Sì, certo.
SIG. DE VIDI: Quindi minimo, visto il tipo e la portata di intervento, si poteva pensare di asfaltare. Questa...
Intervento fuori microfono
SIG. DE VIDI: Eh, ma lasciamo... intanto diciamo la sostanza. Quindi, qui il progetto non prevede pannelli solari, il progetto non prevede di asfaltare assolutamente la strada. Il progetto insiste, e qua il signore ci ha trattenuto a lungo sul trattamento odorifero... Sì, vi siete vi siete
concentrati su un qualcosa che anche questo non... cioè appartiene ai vecchi progetti. I nuovi impianti che fanno, magari cercano di mettere tutti i capannoni in depressione e quindi l’aria,
prima di immetterla di nuovo in atmosfera, la fanno passare per dei filtri e quindi non c’è il problema odorigeno, anche qui un progetto all’insegna del risparmio.
Altra considerazione. Qui, con tutti quegli animali insediati ci sarà un consumo di acqua notevolissimo, non ho capito come vi approvvigionate, sempre con l’acquedotto o con un artesiano o qualcosa, se è con pozzo artesiano non ho visto traccia o nell’illustrazione di una bella pompa di calore, per usare la diversa temperatura dell’acqua del sottosuolo. Un’altra cosa io vorrei osservarla per il discorso che avete fatto sullo smaltimento di questi reflui. Nel veronese, nel padovano dove ci sono tutti gli allevamenti intensivi di polli, diciamo tacchini e quant’altro c’è il fenomeno della sterilizzazione dei terreni, cioè il continuo afflusso su questi terreni di azoto ha provocato la sterilità dei terreni. Quindi, hanno dovuto predisporre degli impianti che tendono, diciamo, a trattare le deiezioni degli animali valorizzandoli e producendo energia elettrica. Qui vedo che s’insiste con il vecchissimo sorpassato sistema di distribuire sul terreno. Mi hanno detto che è tanto… per carità. Ma questa distribuzione è una tecnica che potrebbe essere sorpassata se si fosse valutato, e questo vi chiedo a voi di valutare perché non sono un tecnico del calore, perché non si è valutato con questa imponenza di intervento di fare o una valorizzazione oppure, come succede per la stalla che abbiamo qua Monastier, l’utilizzo del famoso biogas e quindi che abbiamo poi dei reflui che sono molto abbattuti rispetto all’entrata. Quindi, ripeto, il progetto ovviamente deve rispettare la norma, vorrei anche vedere che non rispetta la norma, però è molto vecchio, molto improntato al risparmio e dopo anche ricade su un’area che non è che sia molto elevatissima come quota, non so quanto è la quota del livello di campagna, vorrei vedere cosa ha detto il Consorzio di Bonifica su questo tipo di intervento, sull’impermeabilizzazione, perché non mi ricordo più se questa è un’area a scolo meccanico…
Intervento fuori microfono
SIG. DE VIDI: … è a scolo meccanico Xxxxxxx?... questa è un’area a scolo meccanico. Cosa vuol dire a scolo meccanico? Vuol dire che se spengono le porte di Portesine tutta quest’area va sott’acqua, quindi vorrei sapere il Consorzio di Bonifica che tipo di parere vi ha dato, che per carità siete già esistenti ma non è che aumentate di un capo, ne aumentate fino 5.400 e rotti ho sentito, quasi tre, quattro volte l’esistente, vorrei capire quali accorgimenti vi ha prescritto. Poi c’ho qualche altra prescrizione da consigliarvi, riprenderò la parola. Grazie.
DOTT. COLLATUZZO: Innanzitutto ringrazio per l’intervento. È pluri fattoriale per qui daremo risposte multiple. Quella relativa alla scelta di non aver installato un impianto di digestione anaerobica la correggo, quello che entra nel bussolotto, nel digestore, l’azoto è sempre quello rispetto a quello che esce, quello che xxx x xxx, x xxxxxx non è azoto; non è azoto. L’azoto che entra è pari a quello che esce, poi il metano va via.
Intervento fuori microfono
DOTT. COLLATUZZO: No no no, ma io volevo parlare, mi scusi, dobbiamo...
Intervento fuori microfono
DOTT. COLLATUZZO: Allora, posso risponderle? Allora, l’impianto di biogas, l’azoto quello che entra e quello che esce è lo stesso, va via il metano e si fa energia e chi ha gli impianti di biogas non lo fa perché non vuole rendere il suolo sterile, lo fa perché vende energia.
SIG. DE VIDI: Rinnovabile.
DOTT. COLLATUZZO: Energia, vende energia. Il suolo sterile c’è quando per decenni non arriva sostanza organica e allora l’utilizzo del concime di sintesi, che è una fissazione dell’azoto dall’atmosfera, in questa stanza il 78%, in urea. Per cui casomai il depauperamento del suolo è perché non ci arriva refluo e ci arriva per trent’anni il concime di sintesi. Per cui, nel veronese la riduzione di utilizzazione agronomica del refluo di pollina o di boiler che va nei biogas anziché in utilizzazione agronomica è perché poi si deve vendere energia, ma quel digestato andrà sempre nel terreno. Quando esce dal bussolotto va sempre nel terreno, per cui la distruzione agronomica c’è comunque e l’azoto è sempre lo stesso, anzi può aumentare perché nel bussolotto si mette anche del silo mais e altre e altre fonti di azoto, per cui si aggrava casomai la situazione. Relativamente alle altre risposte do la parola all’Ingegner Xxxxx.
ING. BARIN: Buongiorno. Allora, il progetto è pubblicato sul sito della Provincia, forse non ha avuto il tempo di vederlo, anche perché onestamente ci sono centinaia di file. C’è un impianto fotovoltaico di progetto di 500 Kilowatt, con tanto di cabina. Quindi, non è vero che non c’è neanche un pannello ma ce ne sono... cioè c’è qualche migliaia, cioè c’è qualche migliaia di pannelli appunto con 500 Kilowatt, che è un impianto sicuramente importante e nell’idea del signor Xxxxx è anche quello di, eventualmente il progetto poi dovesse andare a buon fine e si parte con i lavori, addirittura anche di raddoppiarlo, quindi di arrivare fino a 1.000 Kilowatt. Per quanto riguarda l’asfaltatura della strada è una delle proposte che noi abbiamo fatto all’Amministrazione, e siccome questo è un progetto e in questo momento noi lo stiamo valutando, lo stiamo cominciando a vedere, con l’Amministrazione vedremo se la strada, quella strada, via Principe o altre strade dovranno essere asfaltate. La disponibilità da parte dell’azienda c’è, abbiamo anche fatto un computo, anche già dato delle disponibilità economiche, ma essendo appunto in fase di valutazione il progetto è ancora aperto.
INTERVENTO DAL PUBBLICO: Posso fare una domanda su questo, xxxxxx scusa non volevo... Circa l’asfaltatura ad oggi si tratta di una strada bianca.
ING. BARIN: Sì.
INTERVENTO DAL PUBBLICO: Che però è una strada vicinale, per cui il privato è tenuto a contribuire in una quota parte. Voi intendevate asfaltarla tutta a vostre spese oppure... il Comune deve venire incontro con la quota mancante, come offerta? Cioè l’asfaltate tutta al 100% oppure asfaltate solo la quota di competenza vostra?
ING. BARIN: Xxxxxx, questo non sono in grado di rispondere perché il discorso che la strada sia vicinale o comunale è una delle cose che stiamo definendo.
Intervento fuori microfono
ING. BARIN: Allora, il fatto che la strada sia vicinale o comunale questa è una delle cose che stiamo definendo con l’Amministrazione, lo vedremo andando avanti quale sarà la decisione che verrà presa dall’Amministrazione e con l’aiuto del privato... Quello che dico… io quello che posso dirle è soltanto che da parte del privato c’è la disponibilità dal punto di vista economico di fare l’asfaltatura, poi se la strada è vicinale o comunale, le dico questo è un punto di domanda su cui stiamo ancora discutendo. In merito poi al Consorzio di Bonifica. Ecco, il Consorzio di Bonifica è l’unico Ente che finora ha approvato già in toto il progetto, quindi c’è tutto... tutto l’impianto di smaltimento delle acque bianche, c’è l’area di accumulo dell’acqua piovana, c’è... Xxxx, dico, è l’unico Ente che ha approvato, quindi anche questo lo trova sul sito. Quindi il Consorzio è stato interessato e c’è il progetto di smaltimento delle acque bianche. Per quanto riguarda gli impianti di trattamento, lei dice che è un progetto vecchio. La inviterei, ecco il fatto che si voleva fare la riunione sul sito, l’ultimo capannone realizzato, che è il prototipo di quello che verrà realizzato successivamente, ha un impianto di trattamento dell’aria. Non sono io che lo dico, ma lo dice il Comune il 28 luglio, un verbale dei Vigili che mi dicono che sono stati sul posto e scrivono testualmente: “Si precisa che dall’esterno non si percepivano odori, che ovviamente all’interno si percepivano fortissimi”. Quindi a un metro dal capannone non si sente nulla, perché c’è proprio questo impianto di trattamento dell’aria che permette che non esca assolutamente nulla, anzi addirittura possiamo anche scegliere quale odore dare, cioè nel senso che possiamo anche profumarla l’aria. Xxxx, penso di aver risposto alle domande del signore.
INTERVENTO DAL PUBBLICO: Scusate, solo alcuni chiarimenti rispetto ai documenti che velocemente ho dato un’occhiata. Allora, partiamo dall’ultimo tema che ha esposto l’Ingegnere. Allora, in merito allo studio previsionale di impatto odorigeno, premesso che è una tecnica che non ho mai visto, quindi tutta modellistica fatta... ricca di statistica, allora, è un tema di... Lei prima ha detto: noi non abbiamo avuto la possibilità di fare un monitoraggio, quindi tarare un modello perché è più veloce e semplice utilizzare questo modello. Noi non abbiamo bisogno di cose veloci e semplici, abbiamo bisogno di cose corrette. Quindi, corretto quello che diceva anche prima la signora, noi dobbiamo... voi dovreste esporre uno studio che valuta l’incremento dell’impatto sulle varie componenti ambientali del vostro insediamento, un incremento. Quindi abbiamo un tema di andare in campo, verificare com’è oggi la situazione e poi restituire un’analisi di un modello realistica. È un’osservazione del tutto personale. Non abbiamo visto all’interno delle sorgenti i torrini, cioè gli sfiati delle vasche. La dottoressa ha detto che le vasche sono chiuse, nel SIA c’è scritto che le vasche hanno degli sfiati, questo non l’ha citato la dottoressa, e quindi tra le sorgenti non ci dovrebbero essere… se non ho sbagliato, solo i xxxxxxx ma anche gli sfiati. Poi la scelta all’interno del modello di inserire una velocità di flusso media, non massima, l’impianto ha una potenzialità, andrebbe valutato per la sua piena potenzialità, forse. Dopodiché c’è un tema, così solo leggendo quelli che sono i risultati della vostra analisi, ci sono dei recettori al limite, li avete indicati voi al limite, 16, 31, 32, 33, non capisco perché il 16, che è oltre… un nucleo abitato, è un nucleo ad edificazione diffusa, non è zona agricola, siamo a 500 metri, tecnicamente piano di interventi, qui ci sono delle abitazioni, strano che ce ne sia... il 16 che arrivi al limite diciamo di quello che è un po’ l’emissione e quelli davanti no. È una curiosità questa. Sono tutte residenze quelle tra l’altro dove abitano un po’ di persone che vedo qui. Poi abbiamo un Parco.
Interventi fuori microfono
INTERVENTO DAL PUBBLICO: Mi hai capito?
Intervento fuori microfono
INTERVENTO DAL PUBBLICO: Perfetto, cerco di parlare un po’ più piano, forse può aiutare. Poi c’è la questione che non ho... dal punto di vista sempre di questo studio provvisionale, che non è normato però visto che lo dobbiamo prendere in considerazione vorremmo... vorremmo capire come funziona.
La sorgente. Noi abbiamo, questo è da uomo della strada, premesso che abito a un chilometro, però abbiamo una grande sorgente che è l’insediamento, ma la seconda grande sorgente, che è lo spargimento, non ho trovato da nessuna parte nel SIA dove, in che terreni, l’80% nei terreni a cinque chilometri di distanza l’altro 20 in terreni a distanza tra i 5 e i 10 chilometri con 50 autobotti medie, questo poi è un tema che ha anche un impatto da parte dello studio viabile, della mobilità. Quindi il ciclo intero che narrava prima la dottoressa non si esaurisce sul ciclo dell’insediamento, lo voglio vedere fino alla fine, perché non è un ciclo chiuso, ci sono dei reflui che se ne vanno, vorremmo sapere... io almeno vorrei sapere dove vanno e come sono trattati, su che area vasta, i mezzi dove passano, dove vanno e poi c’è ovviamente il ciclo di approvvigionamento, ma quello l’avete scritto, quindi c’è tutta la parte di mezzi in entrata. Quindi, abbiamo dei temi che sono trasversali come impatto, su quelle che sono un po’... quella che è un po’ la valutazione. Mi pare che ci siamo detti tutto. La frequenza di allontanamento, questo è un po’ legato alla stessa cosa. Quindi la frequenza di allontanamento periodica, diceva lei, nel sito c’è scritto settimanale, oggi è mensile quindi l’uomo della strada si chiede: ma se prima sentivo l’odore, che forse è quello che si sente di più quando c’è l’allontanamento, non lo so, adesso aumenta di più, cioè quattro volte in più al mese e prima era una volta? Solo per avere dei chiarimenti. Poi viene dichiarato al Capitolo 3.8 del SIA per la mobilità che non esiste concentrazione di camion. Vi ricordo che, di nuovo - di nuovo - bisogna fare una valutazione incrementale rispetto allo stato esistente, voi non avete fatto un rilievo del traffico perché non c’è, quindi voi dovreste andare in campo, rilevare quello che è oggi... lungo le assi stradali qual è il traffico pesante, premesso che su via Principe, all’incrocio di via Sile qualcuno ha allargato una curva, quindi qualche mezzo pesante passa anche da quella parte, non fa giro il giro per via Piovega, perché è lì e basta passare. E poi dichiara, in maniera un po’ più consapevole, che il suo insediamento non comporta un impatto sulla viabilità. E dentro a questo grande tema della viabilità ci sono le autobotti, di cui non si dice niente e neanche dove sono i terreni dove si va a spargere. Quindi, un tema di mobilità, viabilità, impatto stradale ed è un tema di odori, le altre componenti non le conosco, però saranno di sicuro affrontate nel modo migliore. E poi avete parlato molto di piano di monitoraggio, la vostra proposta è di parametrare quante componenti ambientali post-opera. Zero!
Intervento fuori microfono
INTERVENTO DAL PUBBLICO: Nella vostra proposta del SIA, del piano di monitoraggio, quali componenti ambientali avete dichiarato di voler monitorare?
DOTT.SSA STRENGHETTO: Quello è un piano ambientale che viene definito con un accordo con l’ARPAV, quindi con gli Enti che sono poi preposti. È un piano che già adesso viene adottato dall’azienda. Ovvio che se ci sono delle ulteriori richieste da parte di ARPAV noi
procediamo sicuramente con l’implementarlo quel piano. Quindi è un piano che normalmente viene applicato in tutti quegli allevamenti che sono sotto procedura di autorizzazione integrata ambientale, rispetta uno standard, quindi tranquillamente tutto quello che verrà richiesto dall’Ente competente si farà.
INTERVENTO DAL PUBBLICO: No, chiaro. Però, scusi Dottoressa, avete fatto voi una proposta di piano di monitoraggio.
DOTT.SSA STRENGHETTO: Sì.
INTERVENTO DAL PUBBLICO: È all’interno dei documenti del SIA.
DOTT.SSA STRENGHETTO: Sì.
INTERVENTO DAL PUBBLICO: Voi avete proposto di non monitorare post-opera nessun parametro ambientale.
DOTT.SSA STRENGHETTO: No, i parametri ambientali ci sono degli indici...
INTERVENTO DAL PUBBLICO: Mobilità, emissione in atmosfera, polveri, rumori, acque superficiali...
DOTT.SSA STRENGHETTO: Sono cose che normalmente non sono richieste quelle cose lì in sede di piano di monitoraggio dalle Autorità.
INTERVENTO DAL PUBBLICO: No, ma scusi, ma le sto dicendo che voi avete detto che il piano di monitoraggio andrà a monitorare tutti i parametri, ma è interno vostro, dal punto di vista aziendale. Stiamo parlando di SIA, dal punto di vista di... è un’altra cosa questa.
DOTT. AGRONOMO CALLIMAN: Chiedo scusa, le voglio chiarire che c’è una delibera regionale che definisce cos’è il piano di monitoraggio ambientale.
DOTT.SSA STRENGHETTO: Che definisce per questi allevamenti.
DOTT. AGRONOMO CALLIMAN: C’è una delibera regionale del 2011 che definisce che cosa è il piano di monitoraggio e controllo che tutte le aziende in AIA devono sottostare, tutte le aziende in Autorizzazione Integrata Ambientale devono sottostare, come già è attivo questo per... ed è gestito da ARPAV. ARPAV controlla il piano...
INTERVENTO DAL PUBBLICO: Ma per il vostro processo produttivo. Io mi riferisco al piano di monitoraggio collegato allo studio di impatto ambientale, che è diverso, riferito al Codice dell’ambiente, sono due cose diverse.
DOTT.SSA STRENGHETTO: Certo. Sì sì, sono...
Stiamo ripetendo.
DOTT.SSA STRENGHETTO: Sì sì, c’è anche nel piano di monitoraggio dello studio di impatto ambientale, è stato fatto sì un piano di monitoraggio, si può implementare tranquillamente.
INTERVENTO DAL PUBBLICO: No, ma darebbe molta più tranquillità ai cittadini, cioè è un tema di confronto, cioè se voi dite: da un punto di vista acque superficiali non le controllo, acustica non la controllo, traffico non lo controllo, comprenderà che uno dice...
DOTT.SSA STRENGHETTO: Allora, acque superficiali, non ci sono acque di processo...
INTERVENTO DAL PUBBLICO: ...mi faccio il segno della croce, perché tutto quello che ci dice oggi deve essere buono, se il progetto viene approvato è approvato. È un tema veramente solo di... di double check, nel senso uno dice: va beh, comunque il proponente ci sta dicendo che è qua e controllerà negli anni quello che ci ha oggi dichiarato, diventa tutto più sostenibile, sbaglio?
DOTT.SSA STRENGHETTO: Allora, sicuramente è una bella osservazione, la prendiamo...
INTERVENTO DAL PUBBLICO: Anche lo studio di impatto odorigeno, cioè faccio un piano di monitoraggio, premesso che in un anno...
DOTT.SSA STRENGHETTO: È previsto.
INTERVENTO DAL PUBBLICO: ...Si poteva anche fare qualcosa perché...
Intervento fuori microfono
INTERVENTO DAL PUBBLICO: Però dice: faccio un piano di monitoraggio e quindi io mi rendo disponibile, mi confronto con i cittadini e con il tempo, se ci sono dei problemi. Dopo voglio sapere come si interviene quando l’intervento è attivo e funziona, questo è un altro paio di maniche, perché giustamente l’operatore ha fatto un investimento non è che glielo fai chiudere. Queste comunque sono le osservazioni.
DOTT.SSA STRENGHETTO: No, va beh quello...
INTERVENTO DAL PUBBLICO: Io avrei finito. Grazie.
DOTT. COLLATUZZO: Allora provo a rispondere a tutto quanto. Innanzitutto sulla questione del rapporto incrementale. Allora, facendo il modello come ha fatto, i valori che vengono presentati sono l’esatto incremento, cioè è il contributo dell’allevamento, quindi l’allevamento è l’incremento che l’allevamento dà rispetto al valore di fondo. Il valore di fondo dell’odore è molto complicato da poter valutare in questi termini qui. Intanto perché ci chiedono di valutare appunto un valore che è un percentile annuo e quindi bisogna mettere in campo delle strutture molto onerose e andare…, che per carità si possono anche fare, però per avere un senso dovrebbe prendere un’area di due chilometri per due chilometri, cosa si fa generalmente nel post-operam?
Ci sono anche quelle che vengono definite le field inspections, ovverosia si genera un reticolo su un’area, in cui delle persone - permettetemi il termine – calibrate, d’accordo, vanno per un determinato periodo di tempo e dicono se l’odore si sente o non si sente.
Si apre però un’altra problematica, che qui stiamo parlando di quantità di odore, quantità ma non di qualità, nel senso se invece che esserci un allevamento di maiali ci fosse un impianto di pasticceria, una pasticceria che butta fuori la stessa identica quantità di odore, la nostra percezione sarebbe probabilmente diversa, probabilmente diversa.
SINDACO: Tolga pure il probabilmente.
DOTT. COLLATUZZO: Ma, guardate, ad esempio... cioè io adesso non voglio... dopo le rispondo in maniera tecnica, a me dà fastidio l’odore del vino, se dovessero calibrare su di me avrebbero già tolto tutte le cantine in provincia di Treviso, con tutto quello che ne consegue. Ma, al netto di questo, e mi riferisco anche al discorso che ha fatto la signora di prima, che lì c’è un altro allevamento e molto probabilmente la puzza dei due allevamenti sono puzze differenti. Se io mi metto a misurarle non riesco ad oggi a discernere il numero che mi viene fuori di chi è, a meno che...
SIG.RA ROSSO: Io la invito alla sera a venire...
DOTT. COLLATUZZO: Sono convinto. Signora, io se vuole vengo, io vengo volentieri a casa sua, la vengo a trovare, non c’è nessun tipo di problema.
SIG.RA ROSSO: La differenza c’è, non è ... ha un odore che ...
DOTT. COLLATUZZO: Quello che voglio dire è che ci sono due ordini... anch’io ho un odore differente.
SINDACO: Ma entrambi non sono Xxxx Xxxxxx n. 5.
DOTT. COLLATUZZO: Esattamente. Comunque ci sono due questioni: poter valutare la qualità dell’odore, ci sono gli strumenti per poterlo fare, sono enormemente costosi, ma ci sono. Il problema qual è? È che ad oggi non c’è una norma UNI di riferimento, quindi tutte quelle misure purtroppo...
SIG. DE VIDI: Comunque lei mi sta dicendo che aumenterà del 30%.
DOTT. COLLATUZZO: Io su questo l’ho scritto.
SIG. DE VIDI: Cioè le sembra poco?
DOTT. COLLATUZZO: Io non sto dicendo se è poco o se è tanto, io vi ho detto che aumenta del 30%.
SIG. DE VIDI: Visto che è difficile da misurare, non è possibile la...
DOTT. COLLATUZZO: Certo. Io posso finire di rispondere e poi rispondo anche a lei, così non mi perdo, visto che il signore ha fatto un po’ di domande. Quindi per questo non si fanno delle calibrazioni dell’ante-operam come si fa con il rumore, in cui si va a misurare qual è il rumore di fondo, anche perché potrebbe succedere che il rumore di fondo dell’odore non sia 3-4 o 5, sia 20 o 30 in un’area agricola e quindi viene fuori che il 2 che emette l’allevamento è molto poco, cioè si rischia di avere una percezione sbagliata dell’impatto anche. Magari andrebbe meglio all’azienda dimostrare che lì ci sono già 30 unità odorimetriche e quindi i due che fa sono niente, mentre così si ha un impatto chiaro e netto di quello che è, però io poi non posso entrare nella mente di chi ha scritto questa cosa su come la voleva valutare, so che il processo è in itinere perché ci sono proposte di delibere che vadano a valutare limiti diversi, a seconda delle sostanze diverse perché 3 unità odorimetriche di limone non sono 3 unità odorimetriche di deiezione animale, e quindi non si capisce perché nello stesso ambiente io devo avere un limite che vale a prescindere dal tipo di odore che c’è. Se lì ci fosse una torrefazione di caffè probabilmente non potrebbe starci eppure è caffè, non è cacca, scusate il termine. Un’altra cosa che probabilmente c’è stata un’incomprensione: il modello valuta il massimo della emissione. Quello che è stato preso a livello medio è la velocità di espulsione, più alta è la velocità di espulsione e più quelle curve che lei ha visto si contraggono, d’accordo? Quindi, è stato fatto per cautela di non usare il massimo della velocità di progetto, proprio perché non è vero che vanno sempre al massimo della velocità di progetto. Quindi, è stato fatto un approccio maggiormente cautelativo su questo tipo di... altrimenti, avessi messo le velocità quelle di progetto, quelle robe lì veniva fuori che non c’era nessun tipo di problema e mi sparava anche quello che non vuole spararmi adesso, d’accordo. Invece questa sembra una soluzione diciamo più aderente a quella che è una... diciamo la realtà emissiva.
INTERVENTO DAL PUBBLICO: Quindi lei crede sia possibile, visto che abbiamo uno stato di fatto, è un modello matematico su quello stato di fatto?
DOTT. COLLATUZZO: Sì.
INTERVENTO DAL PUBBLICO: Credete che si armonizzabile con un eventuale monitoraggio e verifica, nel senso oggi vediamo se quel modello che voi elaborate, visto che pare sia anche riconoscibile la fonte dai residenti...
DOTT. COLLATUZZO: Sì.
INTERVENTO DAL PUBBLICO: Ne verifichiamo la bontà.
DOTT. COLLATUZZO: Allora, cosa serve questo? Come si fa? Il piano di monitoraggio sugli odori c’è ancora grandissima confusione, perché non essendoci dei limiti di legge quello che me lo deve far applicare e mi deve definire se sono fuorilegge oppure no non sa come fare, e quindi mi fa un giorno, domani, mi farà misurare le unità odorimetriche o mi farà misurare la concentrazione di ammoniaca? Questo è un processo decisionale che viene fatto all’interno della valutazione di impatto ambientale. Quindi ci sono delle proposte e con i controllori, che è l’ARPAV, si va a trovare qual è il parametro, i parametri, le frequenze, le tipologie, in maniera di poter dare un controllo. La cosa più semplice è che se il modello mi dice che fino a un certo livello di dato in ingresso probabilmente criticità numeriche non ne vengono fuori, va da sé che
se questo livello viene in opera superato, per qualsiasi motivo, perché questa è comunque una previsione e le previsioni sono previsioni, fatte bene finché si riesce ma previsioni, è chiaro che poi si entra in una gestione di monitoraggio, perché il piano non è di monitoraggio. Il monitoraggio non è fine a se stesso. Il monitoraggio, come dice giustamente lei, se io so che le questioni di decoro... se io come cittadinanza so che i parametri vengono monitorati sono più tranquillo, ma non solo che vengono monitorati, ma anche che i risultati del monitoraggio presuppongono eventualmente delle azioni di correzione; ed è questo il fine del monitoraggio. Il monitoraggio non serve a dire che è tutto a posto negli anni, serve ad intercettare eventuali anomalie e di poterci intervenire anche con i sistemi di filtrazione che sono stati proposti, tenendo conto che i sistemi di filtrazione perché non vengono diciamo... in alcuni casi servono a prescindere, perché le nuvole che avete visto a volte, in determinate condizioni, prendono dentro paesi e quindi bisogna intervenire all’inizio, però dimensionare un filtro di questo tipo non è semplice, partendo dai dati diciamo previsionali. Consuma acqua e consuma acido solforico, quindi generalmente si tende ad avere dei dati in opera per poterlo dimensionare correttamente, in maniera che siccome non è a impatto zero neanche lui, sia il meno impattante dal punto di vista delle risorse, il meno pericoloso, perché sono degli abbattitori acidi, e soprattutto efficace perché se io ad oggi ho previsto 10 e lo dimensiono per 10 e domani l’altro, per qualsiasi motivo, perché le scrofe che vengono messe dentro sono più sporche, gli piace di sporcarsi di più, fanno 15 io ho una macchina che non funziona. Mentre il monitoraggio mi aiuta ad intervenire in maniera il più possibile efficace ed efficiente nel risolvere il problema. È chiaro che si lavora perché i problemi non vengano fuori, ma il monitoraggio serve per evitare che i problemi diventino ciclici o molto più impattanti nel tempo, ecco. Le vasche è stata prevista una superficie di emissione minima, perché non sono ermetiche, d’accordo, sono coperte ma non sono ermetiche, quindi una quota parte di emissione c’è, solo che rispetto ad averlo a cielo aperto ed averla chiusa la quota emissiva cambia del 90%. Infatti c’è una delibera mi pare regionale che dice che adesso tutte le vasche devono essere coperte, proprio per questa cosa. Quindi, non l’ho specificato, colpa mia, ma una quota emissiva in progetto a carico delle vasche c’è ancora, è stata valutata comunque. C’erano altre cose sulla parte della viabilità...
INTERVENTO DAL PUBBLICO: Per il tema della sorgente ampia ... (Intervento fuori microfono)
DOTT. AGRONOMO CALLIMAN: Allora, per quanto riguarda lo spargimento verrà sempre, solamente interrato a solco chiuso nei terreni, nei 600 ettari che ha in disponibilità l’allevamento, che sono il 30% in più della capacità massima dell’allevamento Futura, per cui sono 600 ettari sparsi tra Roncade, Quarto d’Altino e in provincia di Venezia e sarà sempre interrato. È una di quelle migliori tecniche disponibili, che per forza ARPAV e Provincia obbliga gli allevamenti in Autorizzazione Integrata Ambientale ad adottare. Per quanto riguarda la viabilità...
Intervento fuori microfono
DOTT. AGRONOMO CALLIMAN: Allora, la serietà dell’azienda e i controlli che ci sono fa sì che vengono sparsi omogeneamente in base alle colture, in base al periodo dell’anno e l’occupazione del suolo.
Intervento fuori microfono
DOTT. AGRONOMO CALLIMAN: È l’interesse dell’azienda perché non può perdere poi quei terreni e deve portare il refluo, com’è previsto dalla normativa, e serve all’azienda per concimare e ridurre l’azoto di origine chimica.
Intervento fuori microfono
DOTT.SSA STRENGHETTO: Cioè, mi perdoni, nel momento in cui l’azienda ha a disposizione dei terreni da parte anche di terzi, perché parte dei terreni sono appunto concessi da altri proprietari, questi proprietari comunque devono fertilizzare i loro terreni e devono dare dichiarazione loro stessi di quanto fertilizzante viene portato sui loro terreni. Non hanno sicuramente nessuna convenienza di dare delle carte false così, solo per la disponibilità, perché comunque devono fertilizzare. I terreni senza una fertilizzazione non si riesce a produrre, quindi è proprio... sì, è proprio insito in tutto quello che è il processo.
Intervento fuori microfono
DOTT.SSA STRENGHETTO: Allora, non è stato...
Intervento fuori microfono
DOTT.SSA STRENGHETTO: Non è stato messo in considerazione certo, e le dico il motivo è stato perché...
Intervento fuori microfono
DOTT.SSA STRENGHETTO: Va bene lo possiamo integrare, sì sì. Allora, non è stato messo in considerazione perché comunque le quantità sono dichiarate e buona parte appunto dei mezzi percorre una viabilità interpoderale, quindi sui terreni aziendali, non è stato preso in considerazione. Ben venga l’osservazione, faremo un’integrazione sicuramente, quindi va bene.
Intervento fuori microfono
DOTT.SSA STRENGHETTO: 5 chilometri…
Intervento fuori microfono
DOTT. COLLATUZZO: Un’altra cosa, dopo diamo la parola al signore, che è un sacco di tempo che sta aspettando. È quella questione che aveva chiesto del limite di uno che è davanti e che è dietro. Siccome si va in distanza… siccome si va in distanza, banalmente uno è leggermente più distante dell’altro quindi scatta il limite, gli scatta di uno il limite, quindi uno è leggermente... uno viene raggiunto e l’altro è dentro, è una questione meramente geografica di pochi metri, ma il livello di odore è sostanzialmente lo stesso, solo che si trovano a confine tra un cambio di limite. Quella questione del 16 che diceva, perché quello è fuori e l’altro invece è dentro.
SIG. TODERO: Buongiorno. Xxxxxx Xxxxxxxx, mi presento. Volevo chiedere un chiarimento alla Dottoressa che aveva iniziato l’esposizione indicando tutti gli Enti a cui è stato mandato il progetto, con i documenti vari. Dal punto di vista dell’impatto ambientale è stato mandato il progetto anche al Parco del Sile. Il Parco del Sile ha risposto che secondo loro va bene questo progetto?
DOTT.SSA STRENGHETTO: Ha fatto una richiesta a sua volta alla Regione Veneto, la quale ha risposto e quindi ha dato indicazione che non è di sua competenza, ma quindi c’è comunque chi deve valutare insomma queste cose e al momento attuale non...
SINDACO: No, la risposta del Parco del Sile è stata in relazione alla VINCA e quindi su quella s’è pronunciata la Regione dicendo non è di competenza.
Da parte del Comune di Roncade invece è stato richiesto all’Ente Parco del Sile di esprimersi al riguardo, ancorché non rientri nell’area considerata e quindi non sia un parere obbligatorio. Quindi da parte nostra c’è la richiesta netta che anche il Parco del Sile, vista la prossimità, la vicinanza, dia le sue valutazioni.
DOTT.SSA STRENGHETTO: Sì. L’allevamento, ripeto, non è dentro il parco, è in prossimità, è in un’area agricola così definita proprio dall’Ente Parco. Quindi la richiesta è lecita e hanno risposto in maniera consona.
SIG. TODERO: Xxxx, allora riformulo la domanda, hanno risposto in maniera consona ma la mia domanda è: il Parco del Sile ha espresso un parere favorevole a questo progetto sì o no?
DOTT.SSA STRENGHETTO: Gli enti non si sono ancora espressi sulle varie cose. Ha fatto una richiesta alla Regione perché si possa esprimere. Quindi tutti gli Enti, a parte il Consorzio di Bonifica, devono ancora esprimersi perché è una... proprio per come è conformata la tipologia di pratica, alla fine c’è l’espressione di tutti gli enti.
SIG. TODERO: Bene. Mi è sufficiente questa risposta. Allora, attualmente il Parco del Sile non ha dato nessun parere favorevole, ha interpellato la Regione, ho visto anche la comunicazione, che è al protocollo n. 3260/2022, comunicando alla Regione che non era in grado di esprimere nessun parere sul progetto in quanto la documentazione relativa al progetto non gli era stata neanche trasmessa, giusto per dare una descrizione obiettiva della situazione. L’informazione che viene data e che deve essere data ai cittadini, deve essere il più possibile fedele ai dati reali. Lei all’inizio ha precisato che questo è un impianto destinato, come ampliamento, ad ospitare fino a un numero di 5.400, che comunque l’azienda Suinal al massimo arriverà a 5.000. Il messaggio così dato ai cittadini... già è un messaggio allarmante per i disagi che oggi come oggi l’azienda crea al territorio, però uno ragiona: beh, in fondo da 1.279 capi a
5.000 son quattro volte tanto, che sarà mai! Forse all’inizio, nel momento in cui è stata data questa informazione, questo messaggio è stata commessa una superficialità per cui è andato avanti il messaggio che l’azienda si amplia fino a una capienza di 5.000 scrofe. Allora, andando bene a vedere, le scrofe ovviamente poi hanno il parto, producono maiali. È corretto se dico che l’effettiva capienza dell’azienda nel nuovo progetto arriverà fino a 36.000 capi? Xxx dicendo una cosa scorretta o no?
DOTT.SSA STRENGHETTO: Allora, io ho fatto la precisazione. Io ho sempre parlato di scrofe, adesso...
SIG. TODERO: Io le sto domandando se ho detto una cosa scorretta sì o no? Mi risponda senza girarci intorno cortesemente. Ho detto una falsità?
DOTT.SSA STRENGHETTO: Allora, la vedo una imprecisione anche questa. Nel senso che, mi permetta, noi chiediamo l’ampliamento per le scrofe, è ovvio che le scrofe poi producono dei suinetti. I suinetti vengono venduti ad un peso di circa neanche… 30 chili, restano quindi il tempo di svezzarsi i suoi due mesi, 60 giorni...
SIG. TODERO: Xxxxxx, benissimo, mi ha risposto.
DOTT.SSA STRENGHETTO: Però nella procedura di valutazione di impatto ambientale la norma prevede che siano considerati e valutati gli impianti per il numero di scrofe.
SIG. TODERO: Okay.
DOTT. COLLATUZZO: Io aggiungo una cosa comunque, scusi. Nell’impatto odorigeno sono contati tutti i capi, compresi i piccoli.
SIG. TODERO: Infatti, infatti a quello esattamente... DOTT. COLLATUZZO: Tutti, dal primo fino all’ultimo. DOTT.SSA STRENGHETTO: Sono state valutate anche...
DOTT. COLLATUZZO: Anche perché il fattore di emissione sullo svezzamento è dato sui piccoli.
Quindi, a scanso di equivoci, l’impatto odorigeno tiene conto di tutti gli animali, grandi e piccoli, potenzialmente presenti all’interno dello stabilimento.
DOTT.SSA STRENGHETTO: Come tutti i consumi che sono stati calcolati.
SIG. TODERO: Quello che vi chiedo è: nel momento in cui si tratta di informare i cittadini sul numero di capi che questo allevamento è destinato ad ospitare, non sarebbe stato più corretto anziché dire 5.000 scrofe: attenzione i capi complessivamente del nuovo allevamento saranno di 36.000? Le do un dato tecnico che è vostro. Immagino che il tecnico che si è occupato dell’impatto odorifero faccia riferimento allo studio Synthesis, cioè della società che per conto dell’azienda Merlo ha fatto lo studio di impatto odorifero. Alla pagina 29 di quello studio è esattamente specificato che verranno complessivamente ad esistere 9 magazzini per gli animali e che in questi 9 magazzini saranno ospitati la bellezza di 36.000 capi. Forse, visto che tutti gli animali grandi e piccoli producono feci, urina e quant’altro, sarebbe stato più corretto avvisare la cittadinanza che non ci si troverebbe di fronte ad un allevamento di soli 5.000 capi, ma di
36.000. Detto ciò, questa piccola carenza informativa mi lascia un po’ perplesso, perché? Per un semplice motivo, perché confidare nella bontà di questo progetto, alla luce di certi
comportamenti dell’azienda, mi fa dubitare che effettivamente tutto possa essere a norma di legge. Mi spiego meglio, l’azienda ha uno stabilimento, la Suinal, che attualmente ha questo numero massimo consentito di scrofe 1.279. È vero o non è vero che oltre a questo allevamento, a distanza di 850 metri, c’è una struttura immobiliare, ex casa di campagna, che è stata acquistata dall’azienda Suinal, trasformata in seconda porcilaia e che ha una capienza di 900 scrofe che, chiaramente, è numero che va oltre la capienza attualmente consentita di 1.279 capi. Ve lo chiedo perché io ho visto che c’è un verbale di ispezione della Polizia Locale di Roncade, che si è recata nel recente settembre 2022 presso questa porcilaia, che non risulta ufficialmente agli atti e dopo parecchie insistenze per entrare, perché all’inizio non è stato consentito alla Polizia di entrare, hanno rinvenuto centinaia di scrofe che si trovavano in questa porcilaia di cui non c’è neanche menzione, per quanto riguarda il progetto, nel progetto che ci state illustrando. È stata fatta anche una contestazione dalla Polizia, che non ci sono neanche autorizzazioni agli scarichi fognari. Abbiamo anche ovviamente i funzionari dell’Ufficio Ambiente del Comune di Roncade e non mi risulta che l’azienda Suinal abbia mai presentato neppure richiesta di scarichi fognari per questa seconda porcilaia. Allora, è un comportamento da parte di un soggetto proponente... se vuole le indico esattamente anche il protocollo del verbale di ispezione. La giustificazione dell’azienda è stata, perché c’è anche… e ho trovato anche quella, che: “Xxxxxxx aveva una fornitura di scrofe dalla Danimarca, dal momento non voler rischiare il contagio di peste suina con i capi che ha nello stabilimento ufficiale ha tenuto queste altre centinaia di scrofe in questa ex casa di campagna, di fatto trasformata in una porcilaia”, corrisponde al vero o sto dicendo una falsità? Se ha bisogno del riferimento del verbale di Polizia e della risposta che è stata data dall’azienda Suinal le do i riferimenti, se ho detto il falso me lo dica in maniera molto chiara. Grazie.
DOTT.SSA STRENGHETTO: Allora, io inizio a rispondere sulla prima parte. Il fatto che non sia stato citato questo allevamento è perché è stato dimostrato e comunque ben chiarito in tutto quello che sono le integrazioni allo studio, che stiamo parlando di due unità tecniche completamente diverse, due siti di allevamento completamente diversi, dove sono completamente autonomi, uno è un locale quarantena, l’altro è un sito dove c’è un allevamento di scrofe. Quindi, è lecito ragionare su due siti distinti, e questo è il primo passaggio. Ecco perché questa cosa è stata detta, xxxxxxx, chiarita e giustificata in tutti i modi, in tutte quelle che sono le integrazioni che ci sono pubblicate. Detto questo, l’altro aspetto era...
DOTT. AGRONOMO XXXXXXXX: Volevo chiarire che ha dato una serie di informazioni che sono fuorvianti e inesatte e andiamo nello specifico, che messe insieme danno un quadro diverso della realtà. In prima battuta l’altro sito è in proprietà da decenni dell’azienda, è una casa di campagna, c’era una quarantena in passato, c’era un magazzino agricolo in passato e c’è oggi un allevamento in quarantena, vuol dire le scrofette piccoline arrivano dalla Danimarca e devono subire i controlli sanitari, per cui il tempo di quarantena e i campioni di sangue, prima di essere trasferiti nell’altro allevamento, per cui non è un allevamento di scrofe ma di scrofette, di animali che diventeranno scrofe quando saranno fecondate, trasferite adulte. Per cui, è un allevamento a se stante. L’allevamento presenta delle vasche sotto...
SIG.RA ROSSO: Xxxxx, se la interrompo... Però questo allevamento ... emana di quei rumori xxxxxxxxx, sembra che le scrofe, le scrofette come le si vuol chiamare, siano impazzite, piangono dalla mattina alla sera. Io ho fatto presente ... di questo, bisognava probabilmente farla
insonorizzata perché sembra che... cioè è un disturbo alla quiete, perché dal mattino alla sera continuano a piangere.
DOTT. AGRONOMO XXXXXXXX: Grazie per il suggerimento, l’azienda vedrà come risolvere questo problema, probabilmente è nei cicli di alimentazione. L’altro aspetto che presumo... Ha fatto ben signora, grazie.
Interventi fuori microfono
DOTT. AGRONOMO CALLIMAN: Lo … delle scrofe quando si alimentano.
DOTT.SSA STRENGHETTO: Allora, l’obiettivo... signori scusate, la ditta Merlo ci tiene tanto veramente ad avere un buon rapporto di vicinato. Quindi, va benissimo questa osservazione, è ben gradita signora perché effettivamente se ci sono dei problemi si cercherà di trovare la soluzione più idonea.
Intervento fuori microfono
DOTT. AGRONOMO CALLIMAN: L’altro aspetto fondamentale... Chiedo scusa, devo rispondere però. Nella scrofaia oggetto di ampliamento.
Intervento fuori microfono
DOTT. AGRONOMO XXXXXXXX: Sì, è un allevamento di scrofette, cioè suinetti che arrivano dalla Danimarca, 30 chili, 40 chili e si accrescono, sono due siti a parte.
DOTT.SSA STRENGHETTO: Ha altre tipologie di autorizzazioni perché sono...
DOTT. XXXXXXXX XXXXXXXX: Però io volevo rispondere al signore, che ha fatto un intervento veramente di alto profilo e che va a chiarire, che è importante che chiarisca altri aspetti. Quell’allevamento ha delle vasche sotto grigliato, sotto fessurato, è finita la costruzione delle vasche esterne, per cui due vasche esterne coperte. Quando si parla “ricoperte” non si deve intendere le strutture tipo i bussolotti del biogas, dove il gas viene portato via, hanno solo degli sfiati per l’uscita e entrata dell’aria per la compressione, se no potrebbero esplodere. Okay? Sono degli sfiati non delle aperture, per cui sono vasche... praticamente sono ermetiche, schiuse di sfiati di sicurezza. Per cui, quella parte è conclusa da un punto di vista edilizio e stiamo chiudendo la pratica edilizia praticamente. Per rispondere ancora all’intervento quando il visitatore...
SINDACO: Scusi, però non è proprio così comunque...
DOTT. AGRONOMO CALLIMAN: Lasciamo rispondere all’Ingegnere.
SINDACO: Sì, non è proprio così comunque...
DOTT. AGRONOMO CALLIMAN: Per favore, sto chiudendo l’intervento, la normativa europea, italiana e regionale definisce l’unità scrofa e considera nell’unità scrofa tutto il corredo, per cui i verri, le scrofette fecondate, i suinetti al parto, i suinetti in svezzamento, per cui un’unità scrofa produce una certa quantità di azoto, 26 chili al campo, quell’impatto di ammoniaca in funzione del tipo di stabulazione, per cui tutto è legato d un’unità scrofa. Per cui, il legislatore individua sia per i polli, le vacche da latte, i bovini, i suini da ingrasso, l’unità capo equivalente, per cui il corredo è corredo. E quando diciamo che sono 5.000 scrofe mediamente presenti non sarà superato perché è un problema proprio di ingombro fisico; se io devo passare dalla parte di gestazione al parto, lascio uno spazio libero, che avrà una settimana, dieci giorni per il lavaggio, lo spostamento e l’acclimatamento dell’animale che arriva dopo. Per cui ci saranno circa 400 e rotti, 460 posti che saranno sempre vuoti man mano che l’attività di produzione ha la sua ciclicità. Per cui, non si vuole prendere in giro nessuno, 5.000 sarà la presenza media, più il corredo di suinetti e 5.400 e rotti la potenza massima, perché ARPAV, Comune, ARPAV e Provincia e la legislazione europea e italiana ha individuato questa unità di misura, potenza massima, i posti massimi fisici e quella media. Dopodiché...
DOTT.SSA STRENGHETTO: Faccio un passaggio indietro, perdonate. Prima era stato accennato di non aver descritto le modalità di gestione del liquame sotto grigliato, quella parte lì viene approfondita in quella che è l’autorizzazione, quindi nel documento di autorizzazione integrata ambientale, perché descrive in maniera più dettagliata le fasi proprio dell’allevamento. Ecco.
DOTT. COLLATUZZO: Ribadisco che siccome i fattori… invece i fattori di emissione di odore sono date in: gestanti, partorienti e piccoli, i piccoli sono contati separatamente e all’interno dell’impatto odorigeno. Quindi, non ci sono quote a livello dell’impatto odorigeno che sono state omesse. Questo era per chiarezza, perché un conto sono le emissioni in abitanti equivalenti, mentre dal punto di vista odorigeno ci sono proprio dei fattori di emissione per categoria di animale e noi le abbiamo misurate e messe dentro tutte quante.
SIG. TODERO: Ribadisco, L’informazione ai cittadini, a mio avviso, avrebbe dovuto essere data e anche ovviamente agli enti preposti, in maniera completa indicando il numero complessivo dei capi che questo nuovo stabilimento avrebbe la capienza di contenere, cioè
36.000. L’altra struttura, la seconda porcilaia è strettamente collegata a quest’altra, perché è un locale, una porcilaia temporanea di quarantena che fa confluire altre 900 scrofe, e risulta agli atti, in uno stabilimento che allo stato attuale però supererebbe il limite massimo di 1.276 e comunque le espressioni e le frasi un po’ così generiche “ma sì, comunque c’è la pratica”, “adesso sistemiamo, regolarizziamo e così via” in Comune per il discorso degli scarichi fognari, sono espressioni un po’troppo generiche, le classiche non risposte secondo me, perché un privato per fare un bagno in casa propria deve presentare la pratica di scarichi fognari in Comune all’ufficio preposto, una porcilaia che è stata trasformata tale da ex casa di campagna, al di là delle soluzioni tecniche che avete adottato, il grigliato… le scrofe e quant’altro, presuppone che tutto quanto sia costruito dopo avere avuto autorizzazioni, cioè una prima presenta le carte in Comune, chiede le autorizzazioni, chiede come devono essere fatti gli scarichi reflui, dopodiché procede con la trasformazione dell’edificio e l’insediamento degli animali, no al contrario, perché arriva un’ispezione della Polizia allora mi attivo. Altra cosa, lei ha fatto riferimento, la dottoressa prima e poi anche lei, il terzo tecnico che non ricordo il nome, alle vasche di
decantazione dei liquami. Le vasche di decantazione che la tecnica corretta, peraltro esiste una legge regionale, è quella che si tratti di vasche chiuse. Una vasca è già stata costruita dall’azienda Suinal, perché io sono perplesso su certi comportamenti dell’azienda prospettati nel futuro, cioè se effettivamente certe decisioni dell’azienda, che potrebbero essere sindacabili, possono compromettere l’affidabilità dell’azienda in relazione a questo progetto? Perché, le faccio la domanda: è stata costruita questa vasca nel 2016, se non ricordo male, ed era aperta. A seguito di un’altra ispezione degli organi preposti del Comune di Roncade, che ha rilevato che c’era una vasca aperta, è stato appunto risposto dall’azienda Suinal che sarebbe stata chiusa. Ora, se io come azienda mi sono dimenticato di chiudere una vasca, c’è un’ispezione, rispondo “la chiudo”, sono in buona fede se effettivamente poi lo faccio e lo posso fare. Ma se io ho costruito una vasca che non può tecnicamente essere chiusa, probabilmente la mia decisione a monte di costruire quella vasca non era forse in buonafede, perché - vede - negli atti ho trovato anche la risposta dell’azienda, successiva, in cui dice: “Attenzione, la vasca che esiste già tecnicamente non può essere chiusa. Per cui alle cinque vasche che ci avete fatto vedere nel progetto verranno aggiunte altre due vasche - che però oggi non avete fatto vedere alla cittadinanza - perché quella che già esiste in realtà non avevamo preventivato di chiudere”, sto dicendo una falsità sì o no?
DOTT. AGRONOMO CALLIMAN: Ora posso risponderle? Allora, relativamente al fabbricato di quarantena che accoglie le scrofette e non le scrofe, c’è una vasca sotto fessurato che è una vasca di stoccaggio. È appena stata conclusa la realizzazione delle due vasche esterne coperte. È chiaro questo punto o dico una cosa che non capisce? La vasca di decantazione non esiste, sono vasche di stoccaggio, ce n’è una sotto fessurato e altre due appena realizzate esterne alla quarantena. Ha capito questo aspetto o devo essere più chiaro? Passiamo alla seconda parte.
DOTT.SSA STRENGHETTO: Che sono in aggiunta a quelle che sono le norme…
DOTT. AGRONOMO CALLIMAN: La scrofaia sito di ampliamento ha una vasca che era scoperta, costruita nel 2016, all’epoca non c’era nessuna ordinanza di chiusura delle vasche e non era nell’AIA precedente prevista la chiusura, ma solo l’utilizzo di un cappello in paglia flottante. Negli anni c’è stato proposto, abbiamo proposto un intervento di copertura faraonico, che non poteva nell’ultima fase di realizzazione...
Intervento fuori microfono
DOTT. AGRONOMO CALLIMAN: …non veniva garantita... nessuna ditta poteva garantire che il vento non la potesse danneggiare, per cui si è optato con la copertura in manto artificiale in palline di leca siliconica, per cui argilla, che ha creato un manto omogeneo...
DOTT.SSA STRENGHETTO: Di 15 centimetri.
DOTT. AGRONOMO CALLIMAN: Un abbattimento circa del 76...
DOTT.SSA STRENGHETTO: No, ci sono... La documentazione dimostra come possono ridurre scientificamente le emissioni del 90-95%, quindi comunque sono un vero e proprio cappello con una chiusura. Ecco, questo è l’aspetto. Il tutto è dovuto al fatto proprio che è un divenire questo progetto. È ovvio che delle strutture esistenti difficilmente si riescono poi ad adeguare su alcuni
aspetti. La ditta aveva fatto la richiesta, nel momento in cui hanno fatto i calcoli strutturali nessuno più gli ha garantito la tenuta di questa vasca proprio per i venti, perché? Perché ci sono degli eventi atmosferici sempre più imprevedibili, quindi questo è il discorso. Allora, per questo motivo non abbiamo detto che facciamo le due vasche, abbiamo proposto le due vasche in aggiunta, come miglioria da poter fare, perché comunque è una proposta, cioè lo studio che noi abbiamo fatto è ancora in fase di proposta. Quindi benissimo tutte le osservazioni che emergono da questo incontro e le osservazioni che sono necessarie per rendere ancora di più sostenibile questo allevamento. A ogni osservazione daremo le dovute risposte e motivazioni e troveremo una soluzione insieme. L’obiettivo è quello di effettivamente garantire la sostenibilità in tutti gli aspetti.
SIG. TODERO: Ultima domanda.
DOTT. AGRONOMO XXXXXXXX: Mi scusi, voglio risottolineare che la ditta, vista l’evoluzione che ha avuto sulla copertura della vasca in essere, vuole fare oltre, dismettere quella vasca con la copertura in manto di argilla, che è comunque una copertura che ha un abbattimento altissimo in termini di emissioni, abbatterla e fare altre due vasche, oltre quelle che sono in progetto. E questa è una scelta che è stata maturata verso gli ultimi mesi.
DOTT.SSA STRENGHETTO: Ma non c’è ancora il progetto, perché attendiamo il parere appunto dei vari enti e le proposte dei vari enti, perché altrimenti avrei dovuto ripresentare tutto quanto, ma il progetto, l’efficienza e tutto quello che è lo studio che poi è stato fatto, comunque non viene invalidato da questa cosa, cioè perché comunque c’è la copertura.
SIG. TODERO: Ultima domanda al tecnico al centro, che ha dimostrato la valutazione di impatto odorifero. Ha ragione, lei ha detto che in relazione alla soglia di tolleranza degli odori che dà fastidio alle persone nel territorio circostante uno stabilimento di allevamento suini non esiste una norma che dica qual è quella soglia. Quindi, lo studio che ci ha illustrato è stato predisposto applicando dei parametri che provengono da altre fonti, quindi da altre Regioni o da altri...
DOTT. COLLATUZZO: Da una linea tecnica che ARPAV ha dato ai Comitati V.I.A. per valutare l’impatto.
SIG. TODERO: Okay. Bene. Le chiedo, perché probabilmente affermo l’ennesima falsità. Lei è a conoscenza del fatto che presso la Regione Veneto c’è una legge regionale, che è in corso di procedimento di approvazione, che prevede esattamente le soglie di tollerabilità degli odori derivanti da attività come quello dell’allevamento dei suini, dell’azienda Suinal? E lei è a conoscenza del fatto che queste soglie, in base al suo studio di impatto ambientale, non sarebbero rispettate?
DOTT. COLLATUZZO: Mi deve far vedere... come sono, perché le soglie, ci sono delle soglie in questo studio che sono a 1, 2, 3 unità odorimetriche, che sono... cioè zero non esiste.
SIG. XXXXXX: Sì, le sto dicendo un’altra cosa. C’è una legge regionale...
DOTT. COLLATUZZO: Rispondo. Rispondo. Io ho detto che ad oggi, con il quadro tecnico normativo con cui dobbiamo valutare gli impatti, i risultati sono questi. Se domani - se domani - le normative cambiano, va da sé che tutti i risultati dovranno essere aggiornati ed eventualmente rivisti. Questo funziona anche nel piano di classificazione acustica, se domani l’altro è un’area che è in classe sesta me la mettono in classe terza, quello che c’era prima non va più bene. Quindi, io non sto dicendo delle falsità. Io ho valutato... io ho valutato quello che ad oggi è richiesto di valutare, se domani l’altro entra in vigore una normativa differente, si va a valutare con nuovi criteri, e se non è... e se non è più a posto bisognerà riadeguarlo.
SIG. TODERO: Ma perché non ha applicato le soglie di tollerabilità che sono state inserite in un disegno di legge regionale che è in corso di approvazione? Stiamo parlando della legge regionale del Veneto.
DOTT. COLLATUZZO: Perché il disegno di legge regionale non è una legge. Il disegno di legge non vale un fico secco ad oggi, non vale niente e se domani lo ritirano? Non è la prima delibera che ritirano.
SIG. TODERO: Sì, ha un iter abbastanza avanzato.
Intervento fuori microfono
DOTT. COLLATUZZO: Non è una questione di falsità. Guardate che i numeri, i numeri non sono 250 sulle case, sono 1, 2 e 3. Quindi, ripeto, può essere aggiornabile, può essere migliorabile, ma non può essere accusato di essere falso. Non c’è un falso ideologico in quel tipo di studio.
SIG. TODERO: Guardi che la falsità l’ho riferita a quello che potevo dire io. Ho detto: se dico una falsità me lo dica chiaramente in pubblico, ecco.
DOTT. COLLATUZZO: No, io dico solo che le valutazioni si fanno con l’impianto tecnico attuale, perché altrimenti io potrei anche pensare che tra cinque anni i limiti cambino di metà, a questo punto... Quindi, lei fa un’osservazione che è giusta a livello di proiezione, ma aspettiamo che questa proiezione diventi effettivamente cogente. La questione non è che... ripeto non nasce qui e finisce qui.
SINDACO: Xxxxx Xxxxxxx, abbia pazienza, ma in base al principio di precauzione si può chiederlo anche prima.
DOTT. COLLATUZZO: Ma in base in base al principio di...
SINDACO: Xxx ha detto correttamente, e mi permetto di sottolineare quello che diceva il signore, non ha accusato nessuno di falsità la riferiva nel caso avesse sbagliato lui ad esprimersi, ma il concetto che sta cercando di dire è, visto che siamo arrivati, perché lei correttamente ha precisato che non c’è il limite di legge né nazionale né regionale, una buona volta che questo viene messo e ne siamo già a conoscenza applicarlo già sarebbe una condizione ottimale.
DOTT. COLLATUZZO: Ma allora, dico, in questo processo che è un processo di natura valutativa la sua osservazione può essere di tipo proattivo per chi deve valutare questa cosa dicendo: “Caro Studio Sintesi – e sono io - tu mi hai dato una valutazione in base a queste soglie. Io invece che voglio approcciare, a cautelare, voglio che l’impatto sia zero, ti chiedo di darmi una soluzione ad impatto zero”. Quello che voglio dire è che questa proposta non ha la pretesa di convincervi che tutto è a posto. È una proposta di partenza. Vogliamo in un processo decisionale portarci ad un altro tipo di cautela? Ad un altro tipo di... e quella cosa lì viene aggiornata, cioè l’impianto non sta partendo fatto così, dicendo che tutto quanto è a posto. Quindi, ben vengano che ci siano delle osservazioni su dei disegni di legge, quei disegni di legge chi amministra non è che li possa applicare… il disegno di legge, ma a livello di valutazione possiamo valutarli, possono essere fatte delle proposte alternative, può essere visto come sarebbe uno scenario applicando diversi limiti, per poter addivenire ad una risposta finale. Quello che volevo dire è che lo studio non è falso, è ampliabile, è migliorabile sicuramente sì. Lo scopo di questi incontri, ma della procedura stessa è quella di migliorare il lavoro di tutti sostanzialmente. Quindi, se questa diciamo sua indicazione troverà dal punto di vista del Comitato V.I.A., che è attento a queste cose, un terreno fertile, cioè non c’è nessun tipo di problema a dover rivalutare ed eventualmente ad apportare le correzioni tecniche al progetto affinché quegli eventuali limiti o quelle eventuali soglie che vengono identificate, che possono anche essere più basse di quelle di legge, anche se ci fossero, vengano rispettate.
INTERVENTO DAL PUBBLICO: Xxxxxxx e cedo la parola a chiunque altro abbia interesse. In realtà ritengo che la persona che ha fatto prima una domanda sull’impatto odorifero meriti una risposta che non è stata data. La domanda era chiara: l’impatto odorifero, cioè l’impatto di questa nuova azienda sul territorio è stato preventivato prendendo come fulcro lo stabilimento, ma la creazione di un nuovo allevamento di queste dimensioni va esaminata unitamente al fatto che ci sono la bellezza di 600 ettari, come avete prima indicato, dove verrà distribuito questo materiale di liquame o feci, urina sedimentata nelle vasche. Questi terreni, a loro volta costituiscono il fulcro da cui partiranno gli odori, anche nelle fasi iniziali in cui, dopo la distribuzione, ci sarà la ricopertura con la terra, però comunque anche quei terreni sono fonte di odore. Mi chiedo perché circoscrivere l’area degli odori solo allo stabilimento e non considerare, con il buon senso dell’uomo della strada, che invece bisogna allargare quell’area ricomprendendo anche questi terreni? Non entro nello specifico tecnico ma l’ammoniaca, sa bene anche lei, è un atomo di azoto, si associa a tre atomi di idrogeno, nel momento in cui viene fatta sedimentare nelle vasche perde un atomo, si associa e diventa uno ione, diventa cioè un elemento chimico positivo che è una forza attrattiva notevole e quando poi verrà distribuito nel terreno non perderà le sue capacità, perché potrà anche creare un odore peggiore. Allora, perché non fate l’impatto odorifero considerando anche l’enormità dei terreni dove verranno smaltiti questi rifiuti?
DOTT. COLLATUZZO: Perché gli impatti odorigeni si fanno sullo stabilimento, prima cosa. Dopodiché bisognerebbe fare un modello per tutto quanto il Veneto. Non ci sono dati di attività, quanto emette un metro quadro di terreno? Come si fa a misurarlo? Non ci sono dati di attività confrontabili. Dopodiché se il Comitato V.I.A. chiederà di valutare l’emissione di 600 ettari di terreno in cui vengono pompati sottoterra - d’accordo - con 90% di riduzione dell’odore troveremo la maniera di farlo, però vengono pompati sotto terra, non vengono dispersi...
INTERVENTO DAL PUBBLICO: Lei ha valutato quale distanza?
DOTT. COLLATUZZO: Sì, non è il letame che viene messo sopra.
INTERVENTO DAL PUBBLICO: Lei quali sostanze ha valutato relativamente alle emissioni? Cioè quale?
DOTT. COLLATUZZO: No, viene valutata proprio l’unità odorimetrica non una sostanza chimica, perché una miscela... lo sa solo il buon Signore che miscela chimica ha... si può analizzarla ma la qualità, la quantità odorigene non è... cioè non è monospecifica quell’immissione lì, non viene fuori ammoniaca pura in cui io quindi potrei correlare, con grande difficoltà, la concentrazione al potere odorigeno e proprio per questo, per evitare questo tipo di cosa si fa un’analisi sull’unità odorimetrica. Il naso elettronico invece funziona come suggerirebbe lei, cioè viene calibrato su una miscela chimica specifica e dopodiché lui va a riconoscere solo quella miscela rispetto a tutto quanto il resto.
INTERVENTO DAL PUBBLICO: Perché il coperchio che voi usate, che è questo palline di leca, lei generalmente ha detto “trattiene fino al 90%”. Guardando la scheda tecnica trattiene le emissioni in atmosfera del 76% di ammoniaca, del 38% di metano e del 42% di anidride carbonica. La prima domanda che mi faccio è: dove finisce tutta questa sostanza, se questa va a virare quello che è poi la composizione chimica del letame, se questo ha una ricaduta poi su quello che poi andrà a scaricare nei terreni? Per cui credo faremo una serie di domande trasversali rispetto agli argomenti che avete trattato in maniera verticale, nel senso non ne discuto la bontà però… si aprono una serie di scenari, secondo me anche con l’utilizzo di queste soluzioni assolutamente che non discuto, però...
DOTT.SSA STRENGHETTO: Sì sì. Allora, il dato di percentuale deriva poi da quelle che sono le tabelle che ho scritto anche dei Bref, cioè le linee di orientamento a livello europeo con degli studi che sono stati effettuati. Il dato puntuale poi io non lo so perché mi riferisco a delle ricerche scientifiche in questo momento, quindi... Poi è ovvio che la ditta magari nella suo dépliant mette per precauzione anche dei valori più bassi, perché c’è anche questo aspetto magari, però io ho riportato entrambe le voci, va bene, su questo aspetto. Per quanto riguarda le emissioni comunque di ammoniaca, con il calcolo del BAT Tool, che è l’applicativo del CRPA, vengono valutate le riduzioni di emissione considerando le varie fasi: alimentazione, stoccaggio, gestione dei reflui. Quindi, questi parametri, e la riduzione complessiva è stata data sulla base di un applicativo informatico della Regione Xxxxxx Xxxxxxx, del CRPO.
SIG. CAMPAGNOLA: Buongiorno a tutti. Posso? Allora, Xxxxxx Xxxxxxxxxx, abito a Ca’ Tron. Intanto mi rifaccio subito sempre a una domanda dell’uomo della strada. Le vasche non sono ermetiche come invece vorrebbero le BAT europee ma hanno degli sfiati. Gli sfiati sono stati considerati nello studio oppure no? Sì, perfetto. Poi abbiamo visto...
DOTT.SSA STRENGHETTO: Allora, le norme non prevedono che siano ermetiche perché se no esplode.
SIG. CAMPAGNOLA: Quindi sono sfiati solamente di sicurezza. Quindi non sono coperte e poi aperte diciamo?
DOTT.SSA STRENGHETTO: Sono delle vasche chiuse, perché sono coperte completamente. Dopo ci sono gli sfiati che devono esserci, perché nel momento in cui c’è del materiale deve esserci la fuoriuscita comunque.
INTERVENTO DAL PUBBLICO: Xxxxx uno sfiato di sicurezza, ma poi chiaramente tra la parete della vasca e il telone c’è tanto così di vuoto e qui la roba può uscire.
SIG. CAMPAGNOLA: Uno sfiato di sicurezza. INTERVENTO: Sì, queste cose qui sono state valutate. INTERVENTO: Che è dieci centimetri insomma.
SIG. CAMPAGNOLA: Perfetto. Ho visto che avete dichiarato che seguite tutte quante le linee guida BAT. Anche per la concentrazione di odori non ci sono dei limiti, ma viene consigliato, suggerito di seguire queste BAT, avete fatto anche la check list con scritto: applicato, non applicato, vedo che mancano dei punti: uno, due, tre, quattro, cinque nella norma fino a 30, voi non li esaminate tutti?
DOTT.SSA STRENGHETTO: No. Allora, sono tutti esaminati. In alcuni casi le BAT prevedono una sola applicazione tra quelle indicate o più applicazioni. Quindi c’è proprio scritto.
SIG. CAMPAGNOLA: No, nel documento caricato mancano proprio dei numeri anche, c’è uno, due, tre...
DOTT.SSA STRENGHETTO: Perché ci sono delle parti che sono legate agli avicoli, ai suini da ingrasso e così via. La tabella è stata compilata in tutte le parti e prevede proprio il rispetto di quello che è previsto dalle BAT, cioè le BAT sono un insieme di norme tecniche, gestionali e anche di progettazione dell’allevamento, dove viene precisato che per ogni caratteristica di questa BAT, cioè di migliori tecniche disponibili oggi nel settore, l’azienda è tenuta a rispettare almeno 1, 2, 3 o 4 parametri a seconda dell’importanza e della fattibilità delle varie cose, se non rispetta questi parametri l’azienda non rispetta le BAT, quindi comunque si è dato risposta a tutto. Se in alcuni punti c’è scritto “non applicata o non applicabile” non vuol dire che quella BAT non è rispettata.
SIG. CAMPAGNOLA: No, ma rispetto a quello che non c’è scritto, andando a confrontare il vostro elenco di BAT con quello pubblicato dalla Commissione Europea mancano proprio dei punti.
DOTT.SSA STRENGHETTO: No no, lei faccia l’osservazione non capisco...
INTERVENTO: È lecito, non è una omissione. Le BAT è un testo europeo tradotto e trasformato in una legge regionale che ha dei numeri consecutivi, consequenziali. Ci sono delle parti che non sono pertinenti perché sono legate agli avicoli…
SIG. CAMPAGNOLA: Allora mi scrivete, per cortesia, non pertinente.
INTERVENTO: Sì sì, subito grazie.
SIG. CAMPAGNOLA: Perché alcune magari secondo me lo erano, soprattutto poi nella parte di abbattimento dell’odore si fa riferimento solo a ventilazione forzata. La ventilazione forzata non è un meccanismo di abbattimento dell’odore. Le BAT prescriverebbe l’abbattimento dell’odore, manca questo passaggio.
DOTT.SSA STRENGHETTO: No, è stato precisato il sistema di...
DOTT. COLLATUZZO: Sì, la ventilazione forzata non è una tecnica di abbattimento.
SIG. CAMPAGNOLA: Appunto.
DOTT. COLLATUZZO: La ventilazione forzata migliora le condizioni di dispersione, cioè non produce meno odore, lo disperde meglio.
SIG. CAMPAGNOLA: Sì, ma mentre nelle BAT si fa riferimento...
DOTT. COLLATUZZO: No, ma tra gli interventi di attenuazione della dispersione, non della produzione, il Bref dice che ad esempio è tra le sorgenti non forzate... dove ci sono le sorgenti non forzate è preferibile attuare degli interventi che alzino la quota dell’emissione e ne aumentino la velocità verticale, è quello che fa il camino. Quindi i camini non è che sono presentati come tecnica di mitigazione. I camini sono presenti e determinano una migliore dispersione di quanto avrei aprendo le finestre.
SIG. CAMPAGNOLA: Questo mi è chiarissimo. Nelle BAT si fa riferimento a tecniche di abbattimento dell’odore... e qui non ci sono. Poi ci sono sempre nelle BAT...
DOTT.SSA STRENGHETTO: Non ci sono, perdoni...
SIG. CAMPAGNOLA: ... nel vostro elenco si fa riferimento a punti, ad esempio mi viene in mente l’acidificazione del liquame. Sulla vostra casellina a fianco non c’è scritto niente, non c’è scritto né utilizzata né non utilizzata, non capisco perché.
DOTT.SSA STRENGHETTO: Guardi, lei tutte queste osservazioni tranquillamente le faccia per iscritto e noi daremo risposta a ogni osservazione. È un modulo, magari qualcuno lo compila un po’ in un modo, qualcun in un altro, a volte semplicemente si scrive applicata, altre volte si dice anche una piccola frasetta di commento.
SIG. CAMPAGNOLA: Sì sì, è un modulo che comunque comporta degli interventi che a volte, in questo caso soprattutto, comportano una grande spesa a livello economico.
DOTT. AGRONOMO CALLIMAN: Vogliamo chiarire subito. Allora, la DGR è la 1100 del 31 luglio 2018, allegato B. La DGR. Lei fa riferimento all’acidificazione del liquame.
SIG. CAMPAGNOLA: Per esempio.
DOTT. AGRONOMO CALLIMAN: Per esempio. Vuol dire aggiungere acido solforico a liquame per fissare in solfato di ammonio e abbattere l’azoto. Ecco, questa non è una tecnica che viene utilizzata, anche se l’Europa se l’è inventata. L’azienda non ha intenzione di aggiungere acido solforico al liquame per trasformarlo in solfato di ammonio e farlo finire nei terreni, nella casellina non troverà mai una X e mi chiedo perché lei l’ha sollevato questo aspetto, che è fuori da ogni cognizione tecnica. Ma perché lo ha sollevato, mi scusi?
SIG. CAMPAGNOLA: No, ma perché mi sono letto la documentazione, c’è scritto che dichiarate nel documento...
DOTT. AGRONOMO XXXXXXXX: Ma mi spieghi una cosa, lei sta facendo osservazioni su una valutazione che deve fare ARPAV e Provincia e la Commissione V.I.A., su una cosa del tutto specifica e non sa neanche che legge di riferimento... mi tira fuori un’acidificazione del liquame?
SIG. CAMPAGNOLA: A me basta che i documenti siano completi, cioè se voi mi scrivete...
DOTT. AGRONOMO CALLIMAN: A me preoccupa, vuol dire che... Ma prego, prego, prego, se avete altre domande ma che siano...
SIG. CAMPAGNOLA: Se voi mi scrivete “io dichiaro che utilizzo le BAT”, io vado a leggermi le BAT e in ogni riga voglio trovarmi applicato, non applicato perché l’Unione europea s’è inventata le tecniche.
…
DOTT. AGRONOMO CALLIMAN: Non buttiamo acido solforico nel liquame perché va nel terreno e...
SIG. CAMPAGNOLA: E poi mancano completamente dei punti.
DOTT. AGRONOMO CALLIMAN: Ma ci mancherebbe. No no no, ci mancherebbe. Grazie.
SIG. CAMPAGNOLA: Poi è stato più volte sottolineato il ruolo centrale di ARPAV nel monitoraggio. Questa qui è una domanda un po’ così, non c’è nessuno del team che lavora o fa consulenza continuativa per XXXXX?
DOTT. COLLATUZZO: No, nessuno dei presenti.
SIG. CAMPAGNOLA: Perfetto. L’ultimo dubbio è quello appunto sulla viabilità, che dovrebbe essere appunto impostato uno studio viabile con il monitoraggio pre e ante opera, che tiene conto di tutti quanti i mezzi, compresi quello per lo spargimento dei liquami. E poi ho visto il tracciato, quello utilizzato, che passa appunto per via Nuova, vorrei che qualcuno si esprimesse sul fatto
che un autotreno su via Nuova è sicuro, perché io via Nuova la faccio è da mettersi le mani sui capelli ad incrociare un autotreno di notte.
DOTT.SSA STRENGHETTO: Si è data la valutazione...
DOTT. AGRONOMO CALLIMAN: I camion viaggiano di notte per la temperatura estiva. Dalla Danimarca non partono sotto il xxx xxxxx.
DOTT. XXXXXXXXXX: Sì, ma siccome io viaggio di notte su via Nuova, vorrei che qualcuno scrivesse: “È sicuro incontrare sulla via Nuova un autotreno”.
DOTT. AGRONOMO XXXXXXXX: Xx faremo passare di giorno, così le impediranno il passaggio...
SIG. CAMPAGNOLA: Ma anche di giorno, le macchine vanno anche di giorno.
DOTT. AGRONOMO CALLIMAN: Questi sono animali che devono essere tutelati.
SIG. CAMPAGNOLA: Via Nuova è rimasta chiusa lo scorso anno… negli scorsi mesi per giorni, perché è crollata la strada. Vorrei che qualcuno dicesse: “via Nuova è una strada in cui degli autotreni con i forti pesi possono passare”.
DOTT.SSA STRENGHETTO: Scusi, è una strada comunale, quindi dovrebbe essere dimensionata per quello che è il traffico locale giustamente. Noi stiamo dicendo che nell’analisi ho fatto che al momento ho stimato un certo numero di viaggi, da quel numero ho fatto l’incremento. Lo posso migliorare sicuramente, ma non penso che una strada provinciale o comunale per due mezzi, tre, quattro in più al giorno voglia essere compromessa la viabilità. È ovvio che c’è... Nel complesso probabilmente ci sarà qualcos’altro, però non è questo allevamento, che con questo incremento va a rendere inefficace la viabilità sul territorio, va bene?
SIG. CAMPAGNOLA: No, io chiedo se qualcuno con timbro e firma può scrivere: “Autotreno su via Nuova sicuro”, tutto qui. Questa è l’ultima...
DOTT.SSA STRENGHETTO: Su questo aspetto assolutamente penso che la proprietà è già disponibile a un dialogo, proprio perché si era resa disponibile e ci sono documentazioni anche agli atti e sul sito della Provincia...
SIG. CAMPAGNOLA: Per una riasfaltatura. La strada è da allargare, a mio avviso.
DOTT.SSA STRENGHETTO: Certo. Si possono pensare come...
SINDACO: La strada è assolutamente inadeguata.
DOTT.SSA STRENGHETTO: Si possono pensare delle piazzole di sosta per i mezzi, in modo tale che...
SIG. CAMPAGNOLA: Questa era l’ultima osservazione, grazie.
DOTT. AGRONOMO CALLIMAN: Grazie. Comunque volevo chiarire che l’azienda attuerà tutte le prescrizioni che i tecnici individueranno. L’allevamento, essendo nuovo, è strutturato anche per assolvere a tutte quelle mitigazioni ambientali che gli enti tecnici preposti individueranno. Non è un adeguamento su un allevamento vecchio che si va a fare degli accorgimenti. C’è una parte nuova che sarà realizzata, predisposta a quello che sarà il futuro, ecco. La questione è “anticipare il futuro”, no, questo è un altro paio di maniche, però è strutturato per essere sempre migliorativo.
E anche per quanto riguarda la viabilità siamo aperti a qualsiasi... a qualsiasi soluzione, visto anche che l’azienda ha già fatto un’offerta di disponibilità economica, okay? Che forse non è stata messa in evidenza.
DOTT.SSA STRENGHETTO: Io penso che sul sito da qualche parte ci dovrebbe essere anche la comunicazione con la quale si è fatta una valutazione, una proposta, non vuole essere risolutiva, cioè è una proposta proprio per dimostrare l’intenzione dell’azienda di comprendere certe problematiche e venire incontro. Dopo è ovvio che siamo qua per discutere proprio anche di questi problemi, perché l’obiettivo di questo incontro è quello di portare a conoscenza, raccogliere le osservazioni e di conseguenza comportarci.
SINDACO: Quindi occorre fare la formalizzazione, che è quello che ci siamo detti... Il Comune, come dicevo all’inizio, ovviamente le fa perché già buona parte di queste che sono emerse oggi sono già state anticipate e, come vi dicevo, con i nostri Consulenti andremo avanti su questa linea. Per noi era fondamentale questo incontro e, ribadisco, rimane fondamentale anche l’inchiesta pubblica e quindi è importante, perché l’autorità procedente è appunto la Provincia. È importante che in Provincia arrivino le osservazioni. Quindi quello che ci siamo e avete detto oggi va riportato anche per il 2 di dicembre all’attenzione della Provincia. Ora, se non vi sono altri interventi saluterei innanzitutto anche coloro che ci hanno seguito da casa o da altri luoghi attraverso lo streaming. Do la parola a Xxxxxxx De vidi, poi vi ringrazio, vi auguro buon pranzo e ci riaggiorneremo presto. Grazie a tutti.
SIG. DE VIDI: Sì, solo un contributo per quanto riguarda il discorso della viabilità, di cui si sta parlando. Forse bisognerà anche tener presente che... Sindaco caso mai mi corregga se sbaglio, perché è un po’ di tempo che non... non sono proprio aggiornatissimo, c’è tutta la viabilità in progettazione in quella zona, quindi c’è il nuovo passaggio a livello mi pare di Ca’ Tron che va fatto, c’è il passaggio a livello di via Stradazza e quello viene chiuso; c’è anche un collegamento viario fra …
INTERVENTO: Sì…
SIG. DE VIDI: Rimane però il problema di via Nuova. Quindi bisognerà che in primis la progettazione preveda l’asfaltatura di tutta la via che è quella che accede a Stradon Giulai per capirci e realizzare l’asfaltatura con ogni tanto delle piazzole di sosta, di modo che quando c’è..., siccome è a doppio senso, possa essere consentito di sostare e consentire questo doppio senso. L’arrivo del Stradon Xxxxxxxx, quando arriva alla fine è su un ponte che è molto precario e quindi
quel ponte senz’altro dovrà essere rafforzato, rifatto. E dopo lì bisognerà che la viabilità vada lungo... non verso il centro di San Xxxxxxxx, cioè non ad invadere il centro abitato, dovrà … aspettando questa viabilità nuova che Provincia e Regione dovranno fare per collegare via ... dovranno obbligatoriamente girare alla fine del Stradon Xxxxxxxx verso destra, andare a Ca’ Tron e dopodiché raggiungere quel passaggio a livello che sarà anche eliminato, c’era il cavalcavia, per giungere a via Longhin.
DOTT.SSA STRENGHETTO: La viabilità infatti che viene adottata non prevede...
SIG. DE VIDI: Quindi questa viabilità, si vede che manca un progetto viabilistico se siamo costretti a dare così a spizzichi e bocconi.
DOTT.SSA STRENGHETTO: Sì, normalmente...
SIG. DE VIDI: Questa roba qua. E questa è un’osservazione, quindi tenete presente questo discorso qua dell’asfaltatura che secondo me ci vuole ed è la prima cosa. Seconda cosa il discorso che... il signor Xxxxx mi diceva prima “Ma con il biogas il discorso dell’azoto rimane lo stesso”, sì è vero l’azoto rimane lo stesso, però il risultato del biogas è un fertilizzante ammendante che ha un odore molto, ma molto basso e che voi potete anche poi, sempre certificando che lo produce voi, potete mettere sul mercato e quindi distribuirlo non solo sui vostri 600 ettari, potete anche venderlo, è un qualcosa che si può vendere. Quindi, voglio dire, questo risolverebbe... quindi insisto con il biogas, risolverebbe il problema di tutti questi discorsi che abbiamo fatto sugli odori e quant’altro perché il biogas è chiuso, gli odori sono metano e quindi viene prodotta energia rinnovabile e, quindi, il prodotto è un ammendante, che è ultra richiesto, specialmente chi fa vigneti, chi fa piantagioni ha bisogno di fertilizzare i terreni e ha bisogno di questo ammendante, che è un fertilizzante e che risolve una montagna di problemi. Il progetto su questo lato qua è sbagliatissimo a non prevedere il biogas. Questa è la mia opinione.
DOTT. COLLATUZZO: Ecco, mi permetto di rispondere che il digestato non è un ammendante, non è un fertilizzante, è un refluo di allevamento equiparato, punto. Il digestato non è un ammendante, non è un fertilizzante, ma è un refluo di allevamento assimilato. Punto.
La seconda risposta è che i biogas che ci sono in tutto il territorio della pianura padana hanno l’utilizzazione agronomica al pari di un liquame, tra l’altro il legislatore veneto fino al 1° gennaio 2022 non poteva neanche cedere il digestato se non attraverso un contratto di cessione fino a
1.000 chili, che è niente, se no lo obbligava ad un’altra serie... Dal 1° gennaio 2022 permette di cederlo al pari di un altro liquame o letame non digestato. Per cui la questione è complessa, la legislatura è specifica, ma non stiamo parlando di un ammendante al pari di un sacchetto che do nell’orto per l’insalata, non è questo il digestato. Condivido sicuramente che è un prodotto più stabile sicuramente, su questo le do ragione ma bisogna dare una comunicazione corretta. Grazie.