SEZIONE DEL CONTROLLO SUGLI ENTI
SEZIONE DEL CONTROLLO SUGLI ENTI
DETERMINAZIONE E RELAZIONE
SUL RISULTATO DEL CONTROLLO ESEGUITO SULLA GESTIONE FINANZIARIA DELL’ISTITUTO NAZIONALE DI ASTROFISICA (INAF)
2018
Determinazione del 30 giugno 2020, n. 66
SEZIONE DEL CONTROLLO SUGLI ENTI
DETERMINAZIONE E RELAZIONE
SUL RISULTATO DEL CONTROLLO ESEGUITO SULLA GESTIONE FINANZIARIA DELL’ISTITUTO NAZIONALE DI ASTROFISICA (INAF)
2018
Relatore: Consigliere Xxxxxx Xxxxxxxx
Ha collaborato per l’istruttoria e l’elaborazione dei dati:
Rag. Xxxxxxxx Xxxxx
Determinazione n. 66/2020
SEZIONE DEL CONTROLLO SUGLI ENTI
Nell’adunanza del 30 giugno 2020, tenutasi in video conferenza, ai sensi dell’art. 85, comma 3, lett. e), del decreto-legge 17 marzo 2020, n. 18, convertito, con modificazioni, dalla legge 24
aprile 2020, n. 27;
visto l’art. 100, secondo comma, della Costituzione;
visto il testo unico delle leggi sulla Corte dei conti approvato con r.d. 12 luglio 1934, n. 1214; viste le leggi 21 marzo 1958, n. 259 e 14 gennaio 1994 n. 20;
visto il decreto legislativo 27 luglio 1999, n. 296 istitutivo dell’Istituto nazionale di astrofisica (INAF);
visto il decreto legislativo 4 giugno 2003, n. 138 con il quale l’INAF è stato sottoposto al controllo della Corte dei conti, ai sensi dell’art. 3, c. 7, della citata legge n. 20 del 1994;
vista la determinazione n. 77 del 25 novembre 2003 con la quale questa Sezione ha disciplinato le modalità di esecuzione degli adempimenti per il controllo cui l’INAF deve provvedere, ai sensi dell’art. 12 della citata legge n. 259 del 1958;
visto l’art. 14, secondo xxxxx, del decreto legislativo 25 novembre 2016 n. 218, che ha confermato che il controllo venga esercitato con le modalità previste dall’articolo 12 della legge n. 259 del 1958;
visto il rendiconto generale 2018 dell’Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF), nonché le annesse relazioni del Consiglio di amministrazione e del Collegio dei revisori dei conti, trasmessi alla Corte in adempimento dell’art. 4 della citata l. n. 259 del 1958;
esaminati gli atti;
udito il relatore Consigliere Xxxxxx Xxxxxxxx e, sulla sua proposta, discussa e deliberata la relazione con la quale la Corte, in base agli atti ed agli elementi acquisiti, riferisce alle Presidenze delle due Camere del Parlamento il risultato del controllo eseguito sulla gestione finanziaria dell’Istituto dell’esercizio 2018;
ritenuto che, assolti cosi gli adempimenti di legge, si possano, a norma dell'articolo 7 della citata l. n. 259 del 1958, comunicare alle dette Presidenze, il conto consuntivo - corredato delle relazioni degli organi amministrativi e di revisione – e la relazione come innanzi deliberata, che alla presente si unisce quale parte integrante;
P. Q. M.
comunica alle Presidenze delle due Camere del Parlamento l’unita relazione con la quale la Corte, sulla base dell’esame del conto consuntivo per l’esercizio 2018, corredato delle relazioni degli organi amministrativi e di revisione, riferisce il risultato del controllo eseguito sulla gestione finanziaria dell’Istituto nazionale di astrofisica per l’esercizio 2018.
XXXXXXXXX PRESIDENTE
Xxxxxx Xxxxxxxx Xxxxxxx Xxxxxxxxx
DIRIGENTE
Xxxx Xxxxx
depositato in segreteria
INDICE
PREMESSA 1
1. QUADRO NORMATIVO DI RIFERIMENTO 2
1.1 Il processo di semplificazione operato dal decreto legislativo n. 218/2016 2
1.2 La riforma statutaria 4
1.3. Il Regolamento di organizzazione e funzionamento 4
1.4 Regolamento interno di amministrazione e contabilità 5
2. GLI ORGANI 7
2.1 I compensi spettanti agli organi di amministrazione e controllo 9
3. ATTIVITÀ ISTITUZIONALE E SCIENTIFICA 11
3.1 Le infrastrutture osservative 11
4. STRUTTURA ORGANIZZATIVA 16
4.1 Le risorse umane 16
4.1.1 Direttore generale e direttore scientifico 16
4.1.2 Dotazione organica e personale in servizio 17
4.1.3 La spesa per il personale 19
4.1.4 Il processo di stabilizzazione del personale c.d. precario 20
4.1.5 I rapporti con l’Agenzia spaziale italiana 22
4.1.6 Il trattamento accessorio per il personale 23
4.2. Prevenzione della corruzione e obblighi di pubblicità e trasparenza 25
4.3 Comitato unico di garanzia 26
5. CONTENIMENTO E RAZIONALIZZAZIONE DELLA SPESA 27
5.1 I versamenti imposti dall’art. 67, commi 5 e 6, del d.l. n. 112 del 2008 28
5.2. Spese di manutenzione degli immobili 29
5.3. Incarichi di collaborazione e consulenza 30
5.4 Attività contrattuale e centralizzazione delle committenze 30
6. PARTECIPAZIONI SOCIETARIE O IN ALTRI ENTI STRUMENTALI 32
6.1 La “Fundacion Xxxxxxx Xxxxxxx – INAF Fundacion Canaria” 35
7. I RISULTATI DELLA GESTIONE 38
7.1 Ripartizione della spesa per missioni e programmi e indicatori di bilancio 38
7.2 La gestione finanziaria di competenza 39
7.2.1 La gestione delle entrate 40
7.2.2 La gestione delle spese 42
7.3 La gestione dei residui 43
7.4 Il risultato di amministrazione 47
7.4.1 Il risultato di amministrazione vincolato per spese di personale 49
7.4.2. L’avanzo libero 50
7.5 Il conto economico 51
7.5.1 Gli accantonamenti ed i fondi per rischi e oneri 54
7.5.2 Gli accantonamenti per il trattamento di fine rapporto 54
7.6 Lo stato patrimoniale 55
7.6.1 Il patrimonio immobiliare 58
7.7 L’indicatore di tempestività dei pagamenti 60
8. LE PRINCIPALI SITUAZIONI OGGETTI DI CONTENZIOSO 61
8.1 Crediti per maturato TFR verso CNR 61
8.2 Crediti verso INPS, gestione ex INPDAP 62
8.3 Il credito verso i precedenti amministratori 64
9. CONSIDERAZIONI CONCLUSIVE 65
INDICE DELLE TABELLE
Tabella 1 – Compensi annui per gli organi 10
Tabella 2 - Dotazione organica INAF 18
Tabella 3 - Spesa per ilpersonale dipendente e non dipendente – triennio 2017-2018 20
Tabella 4 – Incarichi di collaborazione e consulenza 30
Tabella 5 – Gestione finanziaria di competenza 39
Tabella 6 - Riepilogo delle fonti dientrate 40
Tabella 7 - Suddivisione spese per centri di responsabilità 42
Tabella 8 - Grado di formazione dei residui ultimo quinquennio (2014-2018) 44
Tabella 9 - Riepilogo dei residui 44
Tabella 10 – Risultato diamministrazione al 31 dicembre 2018 – importo e composizione 47
Tabella 11 – Risultato diamministrazione - destinazione 48
Tabella 12 - Avanzo libero 51
Tabella 13 - Il conto economico 52
Tabella 14 - La situazione patrimoniale 56
Tabella 15 - Revisione inventario - perizie di stima 59
PREMESSA
Con la presente relazione la Corte dei conti riferisce al Parlamento, ai sensi dell’art. 7 della
l. 21 marzo 1958, n. 259, il risultato del controllo eseguito, con le modalità previste dall’articolo 12 della medesima legge, sulla gestione finanziaria dell’Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF) relativa all’esercizio 2018, nonché sulle vicende più significative verificatesi successivamente.
Il precedente referto, relativo all’esercizio 2017 è stato approvato con determinazione n. 92 del 16 luglio 2019, pubblicata in Atti Parlamentari, XVIII Legislatura, Camera dei deputati, Doc. XV, n. 83.
1. QUADRO NORMATIVO DI RIFERIMENTO
L’Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF), istituito con il d.lgs. 23 luglio 1999 n. 296, e successivamente riordinato con il d.lgs. 4 giugno 2003 n. 138, è il principale Ente per la ricerca nel campo dell’astrofisica e dell’astronomia.
La mission principale dell’INAF, ai sensi dell’art. 1 dello statuto, consiste “nello svolgere, promuovere e valorizzare la ricerca scientifica e tecnologica nei campi dell’astronomia e dell’astrofisica, diffonderne e divulgarne i relativi risultati, favorire il trasferimento tecnologico verso l’industria, perseguendo obiettivi di eccellenza a livello internazionale”.
Per gli aspetti specifici di dettaglio del quadro normativo di riferimento, si rinvia alle relazioni precedenti, salvo ricordare che, oltre al citato d.lgs. n. 138 del 2003, assumono particolare rilievo, quali fonti primarie di riferimento per la disciplina dell’organizzazione e dell’attività dell’INAF, il d.lgs. 31 dicembre 2009, n. 213, che disciplina il riordino degli enti di ricerca in attuazione della l. 27 settembre 2007, n. 165, ed il d.lgs. 25 novembre 2016, n. 218, (“Semplificazione delle attività degli enti pubblici di ricerca ai sensi dell’articolo 13 della Legge 7 agosto 2015, numero 124”).
Ai sensi dell’art. 2 del ridetto d.lgs. n. 138 del 2003, in INAF sono confluiti i seguenti istituti del Consiglio nazionale delle ricerche (CNR):
Istituto di radioastronomia; Istituto di astrofisica spaziale;
Istituto di fisica dello spazio interplanetario.
L’INAF ha personalità giuridica di diritto pubblico ed autonomia scientifica, finanziaria, patrimoniale e contabile, statutaria e regolamentare, con soggezione alla vigilanza del Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca (ora, Ministero dell’università e della ricerca, ai sensi del d.l. 9 gennaio 2020, n. 1, convertito dalla legge 5 marzo 2020, n. 12).
1.1 Il processo di semplificazione operato dal decreto legislativo n. 218/2016
Il d.lgs. 25 novembre 2016, n. 218 prevede, tra l’altro, che gli enti recepiscano nei propri statuti e regolamenti la Carta europea dei ricercatori ed il Codice di condotta per l’assunzione dei ricercatori. In particolare, vanno assicurati ai ricercatori e tecnologi: “la libertà di ricerca; la portabilità dei progetti; la diffusione e la valorizzazione delle ricerche; le attività di perfezionamento ed aggiornamento; la valorizzazione professionale; l’idoneità degli ambienti di ricerca; la flessibilità
lavorativa funzionale all’adeguato svolgimento delle attività di ricerca; la mobilita geografica, intersettoriale e quella tra un ente e un altro; la tutela della proprietà intellettuale; la possibilità di svolgere specifiche attività di insegnamento in quanto compatibili con le attività di ricerca; adeguati sistemi di valutazione” e “la rappresentanza elettiva di ricercatori e tecnologi negli organi scientifici e di governo degli enti” (art. 2, comma 1).
Gli artt. 9-14 del decreto legislativo citato hanno eliminato, per gli enti di ricerca, alcuni vincoli gestionali e di finanza pubblica previsti per altre pubbliche amministrazioni, consentendo agli enti in parola di muoversi all’interno di un sistema di regole più snello e appropriato alle esigenze del settore, a cominciare dalla maggiore autonomia nelle assunzioni di personale e per acquisti di beni e servizi.
L’art. 9, in particolare, ha riformulato il limite alle spese di personale che gli enti di ricerca devono rispettare per assicurare la sostenibilità e gli equilibri di bilancio, consentendo nuove assunzioni per quelli che hanno una percentuale di spese di personale inferiore al 80 per cento della media delle entrate dell’ultimo triennio, al netto delle assunzioni coperte da specifici finanziamenti pubblici o privati, dei quali, tuttavia, gli organi di vertice abbiano accertato l’effettiva sostenibilità finanziaria.
Eliminato il blocco del turn-over, gli enti di ricerca hanno potuto, pertanto, programmare autonomamente i Piani triennali di attività, determinando la consistenza e le variazioni del piano di fabbisogno del personale, premesse indispensabili anche per avviare il percorso di assorbimento del precariato esistente (disciplinato dall’art. 20 del d.lgs. n. 75 del 2017 e, per gli enti di ricerca, recentemente ampliato, nei presupposti, dall’art. 6 del d.l. 29 ottobre 2019,
n. 126, convertito dalla l. 20 dicembre 2019, n. 159).
Fra le altre cose, è stata estesa a tutti gli enti di ricerca la possibilità di assumere per chiamata diretta, con contratto a tempo indeterminato, ricercatori o tecnologi che si siano distinti per merito eccezionale o che siano stati insigniti di altri riconoscimenti scientifici in ambito internazionale.
1.2 La riforma statutaria
Con delibera del Consiglio di amministrazione del 25 luglio 2017, l’INAF ha deliberato la modifica complessiva dello statuto, che, con nota del 4 agosto 2017, è stata trasmessa al MIUR, ai fini del prescritto controllo di legittimità e di merito (art. 4 del d.lgs. n. 218 del 2016). Il Ministero ha avanzato alcuni rilievi, recepiti dall’Istituto con deliberazione del Consiglio di amministrazione del 21 dicembre 2017. Il nuovo statuto è stato definitivamente approvato dal CdA con delibera n. 42 del 25 maggio 2018, pubblicato sul sito internet istituzionale in data 7 settembre 2018, ed entrato in vigore il 24 settembre 2018.
1.3. Il Regolamento di organizzazione e funzionamento
L’art. 3, comma 3, del d.lgs. n. 218 del 2016 stabilisce che gli enti di ricerca, nel rispetto delle norme statutarie e della normativa vigente, adottino i regolamenti di amministrazione, finanza e contabilità, del personale e di organizzazione, in conformità ai principi di cui al d.lgs. 31 maggio 2011, n. 91 ed al d.lgs. 30 marzo 2001, n. 165, nonché ai principi ed alle disposizioni del codice civile per quanto compatibili.
L’art. 4 del ridetto d.lgs. n. 218 del 2016 prevede, come per lo statuto, che anche i sopra citati regolamenti interni sono adottati, a maggioranza assoluta dei componenti, dai competenti organi deliberativi dei singoli enti di ricerca e sottoposti al controllo di legittimità e di merito del MIUR (nel termine di sessanta giorni).
I competenti organi deliberativi dell'ente di ricerca possono non conformarsi ai rilievi di legittimità, con deliberazione adottata a maggioranza dei tre quinti dei loro componenti ovvero ai rilievi di merito con deliberazione adottata a maggioranza assoluta.
L’INAF aveva approvato il vigente “Disciplinare di organizzazione e funzionamento” con delibera del Consiglio di amministrazione n. 44 del 21 giugno 2012, in seguito più volte modificata (delibere CdA n. 84 del 19 dicembre 2013, n. 7 del 19 febbraio 2014, n. 28 del 16
dicembre 2015, e n. 107 del 19 ottobre 2016).
Attualmente, il Regolamento di organizzazione e funzionamento (ROF), approvato dal CdA nella seduta del 5 giugno 2020, è all’esame, di legittimità e di merito, del Ministero dell’università e della ricerca1.
1 Con decreto del Presidente INAF n. 17 del 21 febbraio 2018 era stato costituito un gruppo di lavoro con il compito di redigere la proposta del nuovo Regolamento di organizzazione e funzionamento.
Nel corso dell’iter deliberativo sono insorti dubbi interpretativi, sollevati dal Collegio dei revisori, in ordine allo schema di regolamento predisposto dal Consiglio, su cui il Ministero vigilante si dovrà pronunciare con riferimento alla disciplina delle “Indennità da corrispondere ai Direttori di Struttura” e le “Indennità per il personale" (oltre che l'assetto organizzativo della Direzione generale, in particolare sotto il profilo del numero degli “Uffici di livello dirigenziale”.
Inoltre, con verbale n. 21 del 25 settembre 2019, il Collegio dei revisori dei conti ha rilevato che l’art. 13, comma 3, “Uffici di livello dirigenziale”, dello schema di ROF non possa prevedere un numero massimo di tre uffici di livello dirigenziale in quanto il numero degli uffici dirigenziali in parola non può essere superiore a due, alla luce della tabella 17 allegata al
D.P.C.M. 22 gennaio 2013, che ha rideterminato la dotazione organica dell’INAF ai sensi dell’art. 2 del d.l. 6 luglio 2012, n. 95, convertito dalla l. 7 agosto 2012, n. 135, disposizione che, fra l’altro, stabilisce che il numero in parola “non può essere incrementato se non con disposizione legislativa di rango primario”.
In proposito, come accennato, il Consiglio d’amministrazione, nella seduta del 27 marzo 2020 ha deliberato di allegare alla bozza di ROF inviata, per l’approvazione, al Ministero dell’università e della ricerca, una relazione, a firma del Direttore generale, esplicitante le motivazioni alla base della legittimità della previsione, nel nuovo assetto organizzativo, di un numero massimo di tre uffici di livello dirigenziale.
1.4 Regolamento interno di amministrazione e contabilità
Il “Regolamento sulla amministrazione, sulla contabilità e sulla attività contrattuale” dell’INAF, predisposto ai sensi dell’articolo 18, commi 1 e 3, del d.lgs. 4 giugno 2003, numero 138, è stato approvato dal Consiglio di amministrazione con delibera n. 3 del 2 dicembre 2004, e successivamente modificato con delibera n. 46 del 2 luglio 2009.
In proposito, come anche rilevato dal Collegio dei revisori, nel verbale n. 21 del 25 settembre 2019, va segnalata la necessità di aggiornare alle disposizioni del nuovo codice degli appalti, di cui al d.lgs. n. 50 del 2016, la disciplina regolamentare dell’attività contrattuale dell’Ente (ora inserita nel Regolamento sull’amministrazione, sulla contabilità e sull’attività contrattuale e nel Disciplinare sull’acquisto dei beni e servizi in economia), nonché il vigente Regolamento del fondo economale.
Il processo di adozione del “Regolamento per la amministrazione, la finanza, la contabilità e l’attività contrattuale” (come del “Regolamento del personale” ed il “Regolamento per la disciplina dell'orario di lavoro”) è stato subordinato, dall’Istituto, alla previa approvazione, da parte del Ministero vigilante, del “Regolamento di organizzazione e funzionamento” (su cui si è riferito nel precedente paragrafo).
Va ricordato, al riguardo, che l’art. 10, comma 1, del d.lgs. n. 218 del 2016, ha stabilito che gli enti di ricerca adottino, con regolamento, anche ai sensi della normativa generale vigente in materia di contabilità pubblica, di cui al d.lgs. n. 91 del 2011, sistemi di contabilità economico-patrimoniale, anche per il controllo analitico della spesa per centri di costo.
Al momento dell’approvazione del bilancio dell’esercizio 2018, l’INAF era ancora in attesa delle ridette istruzioni da parte del MIUR, tese a definire, in modo omogeneo ed uniforme, i nuovi principi contabili ed i relativi documenti2.
2 La Nota integrativa al bilancio 2018 dell’INAF riferisce che l’interpretazione della disposizione normativa richiamata ha fatto sorgere notevoli dubbi, in quanto non è chiaro se il legislatore abbia inteso semplicemente ribadire la necessità che gli enti pubblici di ricerca adottino, ai sensi dell’art. 6 del d.lgs. n. 91 del 2011, dei “sistemi contabili integrati” per il controllo analitico della spesa, ovvero abbia deciso di inserire questi ultimi fra le amministrazioni pubbliche in regime di “contabilità civilistica”. Il MUR, interpellato da questa Sezione, ha comunicato, in data 5 febbraio 2020, che “nell’ambito della propria attività di vigilanza ha monitorato l’effettiva applicazione della normativa in argomento da parte degli enti di ricerca, verificando la presenza della previsione, nei singoli statuti, dell’adozione di sistemi di contabilità economico patrimoniale per il controllo analitico della spesa per centri di costo, attraverso l’adozione di nuovi regolamenti di contabilità e finanza” (in particolare, con riferimento ad INAF, ha richiamato l’art. 3 dello Statuto).
2. GLI ORGANI
Ai sensi dell’art. 4 dello statuto, sono organi dell’INAF il Presidente, il Consiglio di amministrazione, il Consiglio scientifico ed il Collegio dei revisori, le cui funzioni e modalità di composizione sono stabilite dallo Statuto e dal Regolamento di organizzazione e funzionamento. Il Presidente è nominato secondo le modalità di cui all’articolo 11 del d.lgs. 31 dicembre 2009, n. 213, ed è scelto tra persone di alta qualificazione scientifica nei campi di ricerca di competenza dell’INAF, con una pluriennale esperienza ai vertici di centri o strutture di ricerca anche universitari, nonché con una documentata conoscenza, di alto livello, anche gestionale, del sistema della ricerca italiana e internazionale. Xxxx in carica quattro anni e può essere confermato una sola volta; in caso di assenza o di impedimento è sostituito dal Vicepresidente.
Il Presidente in carica nel 2018 è stato nominato il 16 ottobre 2015 (decreto MIUR n. 821) e recentemente confermato, per il quadriennio 2020-2023 (decreto MIUR n. 1201 del 30 dicembre 2019).
Il Consiglio di amministrazione ha compiti di indirizzo strategico e programmazione generale ed è composto, oltre che dal presidente, da quattro consiglieri. I componenti sono nominati con decreto del MIUR (secondo le modalità del ridetto art. 11 del d. lgs. n. 213 del 2009), durano in carica quattro anni e possono essere confermati una sola volta. In particolare, due membri del Consiglio di amministrazione, oltre al presidente, sono designati dal MIUR, ai sensi del già citato d.lgs. n. 213 del 2009, tra persone di alta qualificazione scientifica e manageriale, mentre gli altri due membri sono eletti, mediante apposito procedimento, dalla comunità scientifica di riferimento, ai sensi dell’articolo 6, commi 5 e 6, dello Statuto dell’Istituto Nazionale di Astrofisica, tra il personale di ricerca in servizio attivo presso l'Ente o in servizio di ruolo presso altri enti o università associate.
Il Consiglio di amministrazione in carica nel 2018, è stato nominato con decreti ministeriali del MIUR n. 821 del 14 ottobre 2015 e n. 917 del 2 dicembre 2015. Recentemente, con decreti
del medesimo Ministero n. 1201 del 30 dicembre 2019 e n. 32 del 31 gennaio 2020, il CdA dell’INAF è stato rinnovato per il successivo quadriennio.
Il Consiglio scientifico, come da attribuzioni assegnate dallo statuto e dai regolamenti interni, è l’organo consultivo del Presidente e del Consiglio di amministrazione. Ha facoltà propositive per quanto riguarda l’attività di ricerca dell’INAF e la selezione dei grandi
progetti nazionali, per i quali individua in modo esclusivo le priorità scientifiche. È composto da scienziati italiani o stranieri di fama internazionale, con particolare e qualificata professionalità ed esperienza nel settore di competenza dell’Istituto, di cui almeno 2 esterni (5 vengono nominati dal Consiglio di amministrazione, 2 su proposta del Presidente). I componenti del Consiglio scientifico durano in carica quattro anni e possono essere confermati per un solo mandato.
Il Consiglio scientifico in carica nel 2018 era stato nominato con deliberazione del Consiglio di amministrazione n 1 del 13 gennaio 2016. Le elezioni per il rinnovo dei componenti del ridetto organo statutario sono state indette con decreto del Presidente n. 12 del 20 febbraio 2020 e con delibera CdA n. 44 del 22 maggio 2020 è stato nominato il nuovo Consiglio.
Il Collegio dei revisori dei conti è composto da tre membri effettivi e due supplenti, iscritti al registro dei revisori contabili. Un membro effettivo, con funzioni di presidente, ed un supplente sono designati dal Ministro dell’economia e delle finanze; due membri effettivi, oltre ad un supplente, sono designati dal Ministro dell’istruzione, dell’università e della ricerca. Xxxxxx in carica tre anni e possono essere confermati una sola volta. Il Collegio dei revisori dei conti in carica fino al mese di luglio dell’anno 2018 era stato nominato con decreto MIUR n. 327 del 3 giugno 2015. In seguito, con decreto del medesimo Ministero n. 575 del 1° agosto 2018, l’organo è stato rinnovato.
Agli organi statutari si affianca l’Organismo indipendente di valutazione delle performance, costituito da tre componenti. L’OIV in carica nel 2018 è stato nominato con deliberazione del Consiglio di amministrazione del 18 novembre 2016. Con decreto del Presidente n. 1 del 10 gennaio 2020, è stata indetta apposita selezione pubblica per la costituzione del nuovo OIV collegiale.
2.1 I compensi spettanti agli organi di amministrazione e controllo
Le attuali indennità di carica del Presidente, dei componenti del Consiglio di amministrazione, del Presidente e dei membri del Collegio dei revisori dei conti sono state determinate con decreto del Ministro dell’istruzione, dell’università e della ricerca del 10 gennaio 2008, adottato di concerto con il Ministro dell’economia e delle finanze.
Al Presidente spettano euro 117.600 annui, ai componenti del Xxx xxxx 00.000 xxxxxxxx (xxxxx compenso aggiuntivo per il vicepresidente), al Presidente del Collegio dei revisori euro 16.000 ed ai componenti del medesimo Collegio euro 13.000. Non sono previsti gettoni di presenza3.
Le norme di finanza pubblica (cfr. art. 6, comma 21, del citato d.l. n. 78 del 2010, e Circolare MEF-RGS n. 14/2018), hanno mantenuto, con riferimento alle spese relative a indennità, compensi ed altri emolumenti corrisposti ai componenti di consiglio di amministrazione e di altri organi collegiali, l’obbligo del versamento annuale nel pertinente capitolo di entrata del bilancio statale, in misura pari al 10 per cento degli importi risultanti alla data del 30 aprile 2010. Essendo questi ultimi pari a euro 143.743, il versamento eseguito dall’INAF, per l’anno 2018, è stato pari a euro 14.3744.
3 Si ricorda, in proposito, che la decurtazione del 10 per cento dei compensi spettanti agli organi di amministrazione e controllo delle pubbliche amministrazioni, disposta dall’art. 6, comma 3, del d.l. 31 maggio 2010, n. 78, convertito dalla l. 30 luglio 2010, n. 122, non trova più applicazione a partire dal 1° gennaio 2018 (non essendo stata oggetto di proroga, a differenza di quanto avvenuto con le precedenti annuali normative di finanza pubblica). Dal 2018 è stato, pertanto, ripristinato il compenso nella misura prevista antecedentemente all’entrata in vigore del suddetto d.l. n. 78 del 2010. Prudenzialmente, tuttavia, l’INAF ha eliminato il taglio solo sui compensi spettanti agli organi nominati dopo il 1° gennaio 2018, mentre lo ha mantenuto per gli organi nominati prima di quella data, e ancora in carica (motivo per cui è stato applicato sui compensi del Presidente e dei componenti del CdA, nominati nel 2015, fino a fine mandato).
4 Eseguito con ordinativo n. 1449 del 16 ottobre 2018.
Si riporta la tabella riassuntiva dei compensi lordi corrisposti agli organi nel triennio 2016-2018.
Tabella 1 – Compensi annui per gli organi
Compensi annui lordi (erogati) | 2016 | 2017 | 2018 |
Presidente | 106.428 | 95.256 | 95.256 |
Vicepresidente | 15.490 | 15.490 | 15.490 |
Componenti CdA | 46.470 | 46.470 | 46.470 |
Collegio revisori | 34.020 | 34.020 | 34.366* |
Totale | 202.408 | 191.236 | 191.582 |
*L’importo esposto costituisce la somma, corrisposta in ragione della frazione d’anno, fra il compenso spettante al Collegio dei revisori nominato prima del 1° gennaio 2018 (pari a euro 34.020) e quello attribuito, al medesimo Organo, a seguito del rinnovo operato dal 1° agosto 2018 (pari a euro 37.800).
3. ATTIVITÀ ISTITUZIONALE E SCIENTIFICA
L’Istituto nazionale di astrofisica, come già accennato, è il principale ente di ricerca italiano per lo studio dell’universo e costituisce un riferimento, nazionale ed internazionale, per la ricerca nel campo dell’astrofisica e dell’astronomia. Ha sede legale in Roma ed è presente sul territorio italiano con proprie strutture di ricerca, collocate in sedi a volte condivise con dipartimenti universitari e con il Consiglio nazionale delle ricerche (CNR), garantendo così la necessaria sinergia tra ricerca e didattica, nonché tra la ricerca di base, quella universitaria e quella più marcatamente tecnologica, in ambito astrofisico, sinergia che si è rivelata reciprocamente vantaggiosa per il conseguimento dei rispettivi fini istituzionali.
Negli ultimi anni, l’INAF ha depositato diversi brevetti e avviato start-up innovative. In particolare, grazie alla costruzione di grandi telescopi ottici e radio, al lancio di satelliti di prossima generazione (astronomia in raggi gamma e raggi X), così come allo studio delle bande ottiche e infrarosse, potrebbero esservi ricadute industriali, specialmente per i settori della opto-meccanica di grande precisione, l’aerospaziale, l’elettronica e l’optoelettronica.
Varie sono state le recenti scoperte scientifiche che hanno visto l’INAF protagonista, insieme ad altri enti di ricerca di livello internazionale. Fra le più rilevanti, intervenute nell’esercizio 2018, possono ricordarsi:
- la pubblicazione, sulla rivista Science, dei risultati di una ricerca riportante evidenza della presenza di un lago sotterrano di acqua salmastra sul pianeta Xxxxx;
- la partecipazione ad EHT (Event Horizon Telescope), una collaborazione internazionale, che, nel 2019, ha svelato la prima immagine di un buco nero nel cuore della Galassia M87;
- la dimostrazione, a mezzo del telescopio a tecnologia interamente italiana, ASTRI Horn d’Xxxxxx, della emissione ad altissima energia dalla Crab Nebula.
3.1 Le infrastrutture osservative
L’INAF è proprietario o comproprietario, nonché realizzatore e gestore, di grandi impianti di respiro internazionale, sia da terra che dallo spazio, e, come tale, è coinvolto nei circuiti tesi alla realizzazione delle principali infrastrutture astronomiche del futuro, indicate nella Roadmap dell’ESFRI (Forum Strategico Europeo per le Infrastrutture di Ricerca) e nel programma Cosmic Vision 2020 dell’Agenzia spaziale europea (ESA). Le grandi infrastrutture di ricerca da terra, di cui l’INAF è proprietario o comproprietario, sono le seguenti:
- il Large Binocular Telescope (LBT), sito in Arizona (USA), in partnership con Stati Uniti e Germania. LBT è un telescopio binoculare ottico ed infrarosso, in funzione dal 2005 presso l’Osservatorio di Mt. Xxxxxx. Al momento è il telescopio adattivo a specchi monolitici (8 m di diametro) più grande al mondo, ed ha un valore di circa 220 milioni di euro;
- il Telescopio Nazionale Galileo (TNG) è un telescopio ottico-infrarosso, da 3,6 metri di diametro, in funzione dal 1996 presso l’Osservatorio di Xxxxx de los Muchacos a Las Palma (Canarie, Spagna), ed ha un valore di circa 40 milioni di euro. Il continuo upgrade della strumentazione lo rende uno dei telescopi più efficaci nella ricerca di esopianeti, una tematica molto rilevante in campo internazionale. Dal 2005 è gestito mediante la Fundación Xxxxxxx Xxxxxxx, Fundación Canaria (FGG);
- Sardinia Radio Telescope (SRT) e rete VLBI. Si tratta di uno dei più moderni radiotelescopi europei, situato nel Comune di San Xxxxxxx, in provincia di Cagliari. Insieme ai radiotelescopi di Medicina (BO) e di Noto (SR), costituisce l’array italiano per interferometria VLBI, una nota rete internazionale;
- il VLT Survey Telescope (VST), un telescopio di nuova tecnologia, sito nell’Osservatorio ESO sul Cerro Paranal, in Cile. È il maggiore telescopio del mondo per survey (indagini) ottiche da terra, realizzato dall’INAF, in collaborazione con l’ESO (European Organisation for Astronomical Research), per effettuare grandi mappature del cielo australe e di rilievo strategico per la scienza coi telescopi del futuro;
- Telscopio ASTRI (Astrofisica con specchi a tecnologia replicante italiana) Horn d’Xxxxxx è il primo telescopio Cherenkov al mondo, con tecnologia Schwartschild- Xxxxxx. Installato presso l’Osservatorio di Serra la Nave alle pendici dell’Etna, costituisce il precursore tecnologico e scientifico delle grandi infrastrutture per l’astronomia Cherenkov, in fase di progettazione.
Xxxxxx, inoltre, essere ricordate le grandi infrastrutture di ricerca da terra, alla cui realizzazione l’INAF ha contribuito a vario titolo:
- il Telescopio Cherenkov MAGIC (Major Atmospheric Gamma-Ray imaging Xxxxxxxxx), installato all’Osservatorio del Xxxxx de los Muchachos sull’isola di La Palma alle Canarie e gestito da un consorzio internazionale a cui INAF partecipa, è il più grande telescopio stereoscopico Cherenkov al mondo;
- il precursore AAVS2 (Australian Aperture Verification System per SKA-LOW), è un
precursore operativo del telescopio a bassa frequenza dello Square Kilometer Array (SKA),
installato presso il radio-osservatorio di Xxxxxxxxx in Australia, costruito in collaborazione con l’INAF, dall’Università Curtin di Perth ed altre istituzioni;
- il Telescopio LOFAR (Low Frequency Array), il più grande radiotelescopio ad apertura per basse frequenze, è costituito da 51 stazioni riceventi, distribuite in Europa, che lavorano simultaneamente. INAF fornisce tecnologie chiave per il trattamento digitale del segnale ed è in procinto di costruire un’altra stazione ricevente presso l’Osservatorio di Medicina (BO). Le grandi infrastrutture di ricerca da terra, in aggiunta a quelle di proprietà o comproprietà, sopra elencate, di maggiore utilizzo da parte della comunità di ricercatori ed astronomi dell’INAF sono:
- ALMA (Atacama Large Millimeter/submillimeter Array), un radiotelescopio in fase di completamento nel Nord del Cile, in collaborazione tra Europa (ESO), Stati Uniti e Giappone, operante nel millimetrico, di fondamentale importanza per lo studio della formazione stellare nell’universo. Le antenne sono state progettate (EIE Mestre) e in parte realizzate in Italia;
- il VLT (Very Large Telescope) è un sistema di quattro telescopi ottici separati, affiancati da quattro telescopi minori. Il progetto VLT, costato circa 480 milioni di euro, fa parte dell’European Southern Observatory (ESO) e si trova nell’osservatorio del Paranal, una montagna alta 2.635 m nel deserto di Atacama, nel Cile settentrionale.
Le grandi infrastrutture di ricerca del futuro, in fase di realizzazione, e che vedono un ruolo centrale o di leadership, da parte di INAF sono:
- Progetto E-ELT (European Extremely Large Telescope), teso alla realizzazione di un telescopio ottico-infrarosso adattivo da 39 metri di diametro, il più grande al mondo, in costruzione a Cerro Armazones (Cile), a cura dell’ESO. L’impianto sarà completato nel 2025. Il contratto per la costruzione della meccanica del telescopio e dell’edifico che lo ospiterà è stato assegnato ad un consorzio di imprese italiano, rappresentando il più grande ritorno industriale in un progetto per l’astrofisica;
- Progetto SKA (Square Kilometer Array). Si tratta del radio telescopio più grande al mondo che, quando completato, fornirà un’area di raccolta del segnale pari ad un kilometro quadrato. Nella prima fase consisterà in centinaia di radiotelescopi classici, collocati nel deserto del Karoo in Sudafrica, e centinaia di migliaia di antenne dipolari di bassa frequenza, collocate nell’Australia occidentale. SKA è una organizzazione
internazionale, costituita per azione del Governo italiano, che ha presieduto i negoziati che hanno portato alla firma del trattato il 12 marzo 2019 presso il MIUR;
- Progetto CTA (Cherenkov Telescope Array), costituito da 110 telescopi Cherenkov, di varie dimensioni, collocati in due siti osservativi, l’isola di La Palma (Canarie), per l’emisfero nord, ed il deserto di Atacama, nel nord del Cile, per l’emisfero sud. Il progetto si costituirà in una XXXX (European research Infrastructure Consortium), per la quale il Governo italiano sta coordinando le negoziazioni. Il quartier generale è ospitato presso la sede INAF di Bologna.
Le missioni di ricerca nello spazio, alla cui realizzazione l’INAF ha contribuito, nell’ambito di accordi con diverse agenzie spaziali, nazionali e sovranazionali, possono essere così suddivise:
a) Esplorazione del sistema solare
- Mars Express, Venus Express e Cassini (le ultime due in fase post-operativa) studiano l’atmosfera, la superficie e il sottosuolo, rispettivamente di Xxxxx, Venere e Saturno. Sei strumenti principali nelle missioni sono a guida INAF;
- Dawn (in fase post-operativa) è una missione dedicata agli asteroidi Vesta e Xxxxxx, con uno strumento principale a guida INAF;
- Juno studia la composizione atmosferica e la struttura interna di Giove, con uno degli strumenti principali di responsabilità INAF;
- Rosetta (in fase post-operativa) è stata una delle missioni più importanti dell’ESA ed è dedicata allo studio della cometa 67P/CG, con un notevole contributo INAF;
- ExoMars 2016 ricerca forme di vita su Xxxxx e sui suoi satelliti, con l’Italia contributore principale con quattro strumenti, di cui tre a guida INAF;
- Solar Orbiter, prima missione ESA di classe M, studia il plasma del vento solare, il campo magnetico solare e le sorgenti solari che lo hanno generato. INAF è responsabile di uno strumento e compartecipa ad un altro;
- BepiColombo, missione cornerstone ESA-JAXA, per studiare Mercurio, la geofisica, la geochimica, il campo magnetico, l’interazione con il Sole e gli effetti gravitazionali. Ospita a bordo quattro strumenti italiani, di cui tre a guida INAF;
- OSIRIS-REX (NASA) e Hayabusa2 (JAXA) sono due missioni aventi come obiettivo principale quello di riportare sulla Terra un frammento di asteroide.
b) Stelle Galassie e Cosmologia:
- HST (Hubble Space Telescope), collaborazione fra NASA ed ESA, fornisce dati su popolazioni stellari risolte, pianeti extrasolari, galassie vicine e lontane, supernove e oggetti primordiali;
- Herschel (fase post-operativa) ha analizzato la formazione stellare e l’evoluzione delle galassie;
- Planck (fase post-operativa) è stata la prima missione europea dedicata allo studio della nascita dell’universo e della radiazione cosmica di fondo, tramite la produzione di mappe ad alta risoluzione. INAF è stata responsabile di uno degli strumenti principali a bordo;
- Gaia è dedicata allo studio della scala delle distanze, della struttura della nostra galassia e della dinamica e della fisica dei corpi minori nel sistema solare;
- CHEOPS, prima missione di classe S dell’ESA, dedicata allo studio dei pianeti extra-solari. Il principale contributo italiano è stata la fornitura di un telescopio, ideato e progettato da un gruppo di lavoro a guida INAF.
c) Studio dell’universo estremo:
- le missioni europee (ESA) XMM e INTEGRAL e quelle NASA SWIFT e NuSTAR, tutte con rilevante contributo italiano (INAF, INFN, ASI, varie università) approfondiscono lo studio dell’emissione X di numerose classi di sorgenti astronomiche, permettendo lo studio dei buchi neri su scale da poche a milioni di masse solari, della materia e dei campi magnetici in condizioni estreme, e delle peculiari esplosioni stellari che generano i potentissimi lampi gamma cosmologici. Su INTEGRAL, in particolare, uno degli strumenti è a guida INAF, mentre per XXXXX, l’Istituto ha fornito gli specchi X ed ha contribuito al software di analisi dati. A queste missioni si aggiungono AGILE e XXXXX, dedicate allo studio dell’universo estremo ad energie Gamma. AGILE è una missione totalmente italiana, sotto egida dell’Agenzia spaziale italiana, ma a guida INAF (con contributi da INFN e diverse industrie nazionali di settore), mentre XXXXX è una collaborazione con la NASA, a cui INAF ha dato un rilevante contributo scientifico.
4. STRUTTURA ORGANIZZATIVA
Con delibera n. 118 del 18 novembre 2016, il Consiglio di amministrazione ha approvato il nuovo assetto organizzativo della Direzione generale, quale allegato al Disciplinare di organizzazione e funzionamento dell’INAF, attualmente in vigore.
In seguito, con determina del 1° marzo 2017, n. 26, sono stati approvati il nuovo organigramma dei servizi di staff alla Direzione generale, dell’ufficio I, gestione delle risorse umane, e dell’ufficio II, gestione bilancio, contratti e appalti.
Con determina del 7 novembre 2017, n. 271 (poi modificata con determina DG n. 29 del 6 febbraio 2018), il Direttore generale ha poi disciplinato l’attribuzione di poteri e funzioni ai dirigenti in servizio, in conformità a quanto previsto dagli artt. 4, 16 e 17 del d.lgs. n. 165 del 2001, nonché alle “Disposizioni applicative” allegate al nuovo “Schema organizzativo” della Direzione generale, approvato dal CdA con la citata delibera n. 118/2016.
La Direzione generale costituisce centro di responsabilità amministrativa di primo livello, mentre le strutture di ricerca costituiscono centri di secondo livello (e, in alcuni casi, nascono dagli accorpamenti di articolazioni territoriali preesistenti).
L’attuale struttura organizzativa dell’INAF è articolata in sedici strutture di ricerca, distribuite sull’intero territorio nazionale, alle quali si aggiungono l’amministrazione centrale, che ha sede a Roma, ed alcune stazioni osservative, dislocate sia in Europa che in paesi extraeuropei.
Nel corso degli ultimi anni è stato, peraltro, avviato un processo di riorganizzazione delle strutture di ricerca finalizzato al conseguimento di risultati gestionali in termini di efficienza, di efficacia e di economicità, anche attraverso l’accorpamento di alcune di esse e una dislocazione territoriale più funzionale.
4.1 Le risorse umane
4.1.1 Direttore generale e direttore scientifico
Al vertice della struttura gestionale dell’INAF si colloca il Direttore generale, il quale è scelto tra persone di “di alta qualificazione professionale e di comprovata esperienza gestionale e con documentata conoscenza della normativa di riferimento” (art. 14, comma 1, statuto). Il rapporto di lavoro è regolato da un contratto di diritto privato, di durata massima quadriennale, coincide con l’incarico del Presidente e può essere rinnovato una sola volta. Il Direttore generale
dirige, coordina e controlla le attività delle Direzioni centrali, dei Centri servizi e degli Uffici amministrativi delle Sezioni.
Il Consiglio di amministrazione dell’Istituto ha nominato, rispettivamente, con delibera n. 83 del 2 agosto 2016 e n. 9 del 21 maro 2016, il Direttore generale ed il Direttore scientifico, in carica nel 2018.
Con delibera n. 6 del 3 febbraio 2020, il Consiglio di amministrazione ha approvato la proposta del Presidente di rinnovare gli incarichi in parola, a decorrere dalla data di sottoscrizione dei relativi contratti e per una durata coincidente con quella del mandato del Presidente (fatti salvi i casi di risoluzione anticipata espressamente previsti dalle vigenti disposizioni legislative e statutarie).
Il compenso del Direttore generale, nel 2018, è stato pari a euro 143.996 lordi5. La retribuzione di risultato è stata corrisposta, in un’unica soluzione, nel successivo anno 2019, per un importo pari ad euro 48.000.
Il compenso del Direttore scientifico, invece, stabilito con delibera CdA n. 28 del 23 novembre 2011 (non modificata in seguito) è pari a euro 150.000 lordi, di cui euro 23.302 a titolo di retribuzione di posizione diparte variabile ed euro 35.000 a titolo di retribuzione di risultato.
4.1.2 Dotazione organica e personale in servizio
Con d.p.c.m. del 22 gennaio 2013 (in aderenza all’art. 2, comma 1, lett. b), del d.l. 95 del 2012, convertito dalla l. n. 135 del 2012) è stata rideterminata la dotazione organica dell’INAF, prevedendo, complessivamente, un organico di 1.214 unità suddivise, secondo il proprio ordinamento, per profili professionali e per livelli economici o fasce retributive.
La situazione del personale in servizio, con contratto a tempo indeterminato, presso le strutture scientifiche dell’INAF (compresi gli istituti ex CNR), in ruolo al 31 dicembre 2018, è quella indicata nella tabella che segue, da cui si evince un incremento pari a 119 unità, rispetto al precedente esercizio 2017, in prevalenza in ragione del processo di stabilizzazione del personale avviato ai sensi dell’art. 20, commi 1 e 2, del d.lgs. n. 75 del 2017.
Il personale complessivamente in servizio al 31 dicembre 2018 risulta pari a 1.096 unità, con una copertura della dotazione organica del 90,28 per cento.
5 Di cui euro 55.397 per retribuzione tabellare (comprensivo di tredicesima), euro 36.299 per indennità di posizione parte fissa (comprensiva di tredicesima) ed euro 52.302 per indennità di posizione parte variabile.
Tabella 2 - Dotazione organica INAF
Qualifica | Livello | Dotazione organica (DPCM 22/1/2013) | Personale in servizio al 31/12/2016 | Personale in servizio al 31/12/2017 | Personale in servizio al 31/12/2018 |
DIRIGENTE DI RICERCA | I | 41 | 24 | 41 | 45 |
PRIMO RICERCATORE | II | 100 | 68 | 77 | 85 |
RICERCATORE | III | 190 | 183 | 167 | 236 |
TOTALE RICERCATORI | 331 | 275 | 285 | 366 | |
DIRIGENTE TECNOLOGO | I | 9 | 1 | 1 | 1 |
PRIMO TECNOLOGO | II | 26 | 20 | 20 | 21 |
TECNOLOGO | III | 127 | 109 | 108 | 155 |
TOTALE TECNOLOGI | 162 | 130 | 129 | 177 | |
ASTRONOMO ORDINARO | 28 | 17 | 15 | 13 | |
ASTRONOMO ASSOCIATO | 70 | 47 | 40 | 38 | |
RICERCATORE ASTRONOMO | 140 | 123 | 115 | 109 | |
TOTALE PERSONALE ASTRONOMO | 238 | 187 | 170 | 160 | |
DIRIGENTE GENERALE | 0 | 0 | |||
DIRIGENTE | 2 | 2 | 2 | 2 | |
TOTALE DIRIGENTI | 2 | 2 | 2 | 2 | |
FUNZIONARIO DI AMMINISTRAZIONE | IV | 29 | 23 | 23 | 23 |
FUNZIONARIO DI AMMINISTRAZIONE | V | 19 | 18 | 17 | 18 |
TOTALE FUNZIONARI DI AMMINISTRAZIONE | 48 | 41 | 40 | 41 | |
COLLABORATORE DI AMMINISTRAZIONE | V | 58 | 54 | 53 | 52 |
COLLABORATORE DI AMMINISTRAZIONE | VI | 16 | 13 | 13 | 13 |
COLLABORATORE DI AMMINISTRAZIONE | VII | 23 | 13 | 13 | 14 |
TOTALE COLLABORATORI DI AMMINISTRAZIONE | 97 | 80 | 79 | 79 | |
OPERATORE DI AMMINISTRAZIONE | VII | 16 | 12 | 12 | 12 |
OPERATORE DI AMMINISTRAZIONE | VIII | 5 | 4 | 5 | 5 |
TOTALE OPERATORI DI AMMINISTRAZIONE | 21 | 16 | 17 | 17 | |
COLLABORATORE TECNICO E.R. | IV | 128 | 110 | 106 | 99 |
COLLABORATORE TECNICO E.R. | V | 58 | 56 | 55 | 54 |
COLLABORATORE TECNICO E.R. | VI | 43 | 32 | 31 | 38 |
TOTALE COLLABORATORI TECNICI E.R. | 229 | 198 | 192 | 191 | |
OPERATORE TECNICO | VI | 57 | 41 | 40 | 37 |
OPERATORE TECNICO | VII | 13 | 12 | 12 | 11 |
OPERATORE TECNICO | VIII | 9 | 6 | 6 | 12 |
TOTALE OPERATORI TECNICI | 79 | 59 | 58 | 60 | |
R.E. ex cat. EP | 7 | 5 | 5 | 3 | |
TOTALE | 1214 | 993 | 977 | 1.096 |
Nelle precedenti relazioni è stato già riferito del fatto che il personale dell’INAF sia costituito tanto da unità in regime di diritto pubblico (gli astronomi, che hanno mantenuto lo status dei docenti e ricercatori universitari, cfr. art. 3, comma 2, del d.lgs. n. 165 del 2001) quanto da unità in regime di diritto privato (o meglio, contrattualizzato, ex art. 2 d.lgs. n. 165 del 2001); questi ultimi, a loro volta, fino al 2018, sono stati governati da due diversi contratti collettivi nazionali di lavoro, quello relativo al Comparto università e quello relativo al Comparto ricerca (recentemente confluiti nell’unico CCNL del Comparto istruzione, università e ricerca, che, invero, mantengono sezioni e discipline distinte per le tre categorie citate6).
L’art. 22, comma 2, del d.lgs. n. 138 del 2003 aveva, infatti, previsto che il personale del CNR trasferito all’INAF mantenesse “il proprio stato giuridico ed economico compresa la posizione previdenziale ed assicurativa, nonché l’eventuale trattamento di fine rapporto”. Il medesimo decreto, all’art. 19, comma 1, disponeva che “il personale di ricerca dell’I.N.A.F. in servizio alla data di entrata in vigore del presente decreto mantiene l’attuale stato giuridico ed economico ed ha la facoltà di optare per l’applicazione del contratto nazionale degli enti di ricerca secondo modalità definite dai regolamenti di cui all’articolo 18”. Conseguentemente, permane, nell’Istituto, personale inquadrato nella qualifica di “astronomo”, non avendo esercitato il diritto di opzione per l’equiparazione ai profili del comparto ricerca, tuttora in regime di diritto pubblico e, per quanto concerne il trattamento economico, equiparato ai docenti universitari.
Il citato art. 19, comma 3, del d.lgs. n. 138 del 2003 ha previsto, invece, che, a regime, il reclutamento ed il trattamento giuridico ed economico del nuovo personale dell’INAF sia soggetto alla disciplina prevista per gli enti di ricerca (dal 2018, comparto istruzione, università e ricerca).
4.1.3 La spesa per il personale
Le voci analizzate in questo paragrafo si riferiscono al totale della spesa sostenuta, non solo per il personale dipendente, esposta in bilancio nella categoria “Spese per il personale in servizio”, ma anche per quello assunto con contratti differenti (assegni di ricerca, borse di studio, collaborazioni a progetto, etc.), contabilizzato in diversi capitoli nella categoria “Spese per la ricerca”, e che rappresenta una parte consistente del totale delle spese dell’Istituto.
6 Si fa rinvio, al CCNL del personale del comparto per il triennio 2016-2018, stipulato il 19 aprile 2018, nonché a quello dell’Area della dirigenza, per il medesimo triennio, stipulato l’8 luglio 2019.
Nella tabella che segue sono riportati i dati relativi agli impegni nel triennio 2017-2018.
Tabella 3 - Spesa per il personale dipendente e non dipendente – triennio 2017-2018
2017 | 2018 | |
Spesa complessiva per il personale a tempo indeterminato* | 60.366.091 | 62.925.064 |
Spesa per il personale a tempo determinato (FOE e progetti di ricerca) * | 6.840.094 | 7.367.221 |
Altre spese relative al personale** | 7.086.577 | 8.718.037 |
Totale | 74.292.762 | 79.010.322 |
* Compresa la quota TFR di competenza dell’anno e le ulteriori spese connesse.
**Sono compresi gli assegni di ricerca, le borse di studio e le collaborazioni coordinate e a progetto (incluso IRAP).
La spesa per tale personale presenta, nel 2018, un sensibile incremento rispetto ai due esercizi precedenti (in termini assoluti pari a circa 5 milioni di euro, per un valore percentuale del 6,3 per cento), ripartita in modo quasi uniforme fra il personale a tempo indeterminato, quello a tempo determinato e per assegni di ricerca, borse di studio e collaborazioni a progetto.
4.1.4 Il processo di stabilizzazione del personale c.d. precario
Come accennato, la dotazione organica dell’INAF, alla data del 31 dicembre 2018, è pari a
1.214 unità di personale, di cui 1.096 in servizio, a fronte dei 977 al 31 dicembre 2017.
La predetta dotazione di personale ha subito un notevole incremento a causa, soprattutto, dell’attivazione, nel corso del 2018, delle procedure di stabilizzazione del “personale precario”, previste e disciplinate dall'art. 20, commi 1 e 2, del d.lgs. n. 75 del 2017.
In particolare, nel corso del 2018, sono state assunte:
- ai sensi dell'art. 20, comma 1 (stabilizzazione diretta del personale in possesso dei requisiti prescritti dalla norma), n. 49 unità di personale, tra tecnologi e ricercatori, e n. 14 unità di personale tecnico ed amministrativo;
- ai sensi dell'articolo 20, comma 2 (stabilizzazione previa procedura selettiva), n. 73 unità di personale, tra tecnologi e ricercatori.
Sono stati, altresì, indetti (delibere CdA n. 60 del 4 luglio 2018 e n. 111 del 19 dicembre 2018), ai sensi del citato articolo 20, comma 2 della Circolare del Ministero per la Semplificazione e la Pubblica amministrazione n. 3 del 23 novembre 2017 e degli articoli 80, 81 e 82 del
Contratto collettivo nazionale di lavoro del personale del Comparto istruzione e ricerca, per il triennio 2016-2018, sottoscritto il 19 aprile 2018:
- un concorso pubblico aperto, per titoli ed esami, ai fini del reclutamento di n. 27 Tecnologi, terzo livello professionale, con contratto di lavoro a tempo indeterminato;
- un concorso pubblico aperto, per titoli ed esami, ai fini del reclutamento di n. 46 Ricercatori, terzo livello professionale, con contratto di lavoro a tempo indeterminato.
Tali procedure concorsuali risultano quasi concluse (le assunzioni, in base alla nota informativa n. 390 del 24 gennaio 2020, che il Direttore generale ha inviato al Collegio dei revisori dei conti, dovrebbero avere decorrenza 1° luglio 2020).
Alle stabilizzazioni in parola vanno aggiunte le assunzioni, già perfezionate, di n. 23 “giovani ricercatori” e di n. 1 “giovane tecnologo”, assunti mediante concorso pubblico nazionale e/o scorrimento di precedenti graduatorie.
Al riguardo, con delibera CdA n. 12 del 20 febbraio 2018, è stato adottato il “Piano di Attività dell’Istituto Nazionale di Astrofisica per il Triennio 2018-2020”, comprensivo del “Piano delle Attività Scientifiche e di Ricerca”, della “Consistenza dello Organico", del "Piano di Fabbisogno del Personale" e del "Piano di Reclutamento e di Assunzioni" che, al suo interno, definisce anche il "Piano delle Stabilizzazioni", approvato dal MIUR con nota n. 4346 del 3 agosto 2018. In seguito, il CdA dell’INAF, con delibera n. 98 del 20 novembre 2018, ha approvato in via definitiva il ridetto documento, pubblicandolo sul sito web istituzionale.
La Relazione del Presidente riporta la seguente tabella, che riassume l’evoluzione, fino alla data di approvazione del bilancio 2018, del processo di stabilizzazione del personale.
ISTITUTO NAZIONALE DI ASTROFISICA | ||||||
Censimento del precariato * | Procedure concluse o in itinere | |||||
Nr. Di unità | Già stabilizzati per chiamata diretta | Già stabilizzati tramite concorso riservato | Concorso aperto obbligatorio in itinere | Concorso "giovani" in itinere | TOTALE | |
Comma 1-(3 anni TD) (fra livelli I-III e livelli IV-VIII) | 65 | 65 | 65 | |||
Comma misti (3 anni fra TD+assegno di ricerca) | 73 | 73 | 73 | 24 | 170 | |
Comma 2 (3 anni con solo assegno di ricerca) | 166 | 0 | ||||
Non hanno maturato il titolo per la stabilizzazione ai sensi del D.Lgs. 75/2017 | 99 | 0 | ||||
TOTALE | 403 | 65 | 73 | 73 | 24 | 235 |
Potenziale costo annuo della immissione nei ruoli a tempo indeterminato | 23.374.000 | Costo annuo iscritto a bilancio per le procedure concluse o in itinere | 13.630.000 | |||
*Nota: sono state escluse dalla presente tabella le unità di personale che hanno dichiarato di non essere interessate alla stabilizzazione | ||||||
Costi: circa il 95% del personale che ha maturato il titolo per la stabilizzazione è di livelli I-II-III (personale di ricerca o tecnologo, mentre solo il rimanente 5% è di livello IV-VIII (personale tecnico-amm.vo). I costi indicati in tabella si riferisconoad una media di circa euro 58.000 annui pro capite, come risulta dal costo medio per l'INAF indicato nella circolare della funzione pubblica DFP -0072298-P - 13/12/2017 pari ad euro 54.000, al quale l'INAF ha aggiunto gli oneri variabili e la quota TFR. Il differenziale tra le risorse disponibili e quelle oggettivamente necessarie è dovuto al fatto che circa 120 unità aventi titolo alla stabilizzazioneerano o sono stipendiate con finanziamenti che l'INAF riceve regolarmente dall'ASI, mentre l'ex quota premiale dell'ASI non è stata trasferita all'INAF, pur essendo stati presenti in ASI solo alcune decine di unità aventi titolo alla stabilizzazione. |
La medesima Relazione sottolinea come le risorse, ordinarie e straordinarie, per un totale di poco più di 13 milioni di euro, di cui l’INAF disponeva, sono state quasi tutte impegnate7, anche per procedere alla stabilizzazione del personale in servizio in virtù della convenzione stipulata con l’Agenzia spaziale italiana (in particolare, nel 2020, per un numero di 82 unità su 120 aventi potenziale diritto)8.
4.1.5 I rapporti con l’Agenzia spaziale italiana
Dal censimento del personale avente titolo alla stabilizzazione, effettuato ai sensi del d.lgs. n. 75 del 2017, è emerso un significativo numero di unità (120) assunte con contratto a tempo determinato, le cui retribuzioni sono coperte da finanziamenti che l’INAF riceve, regolarmente, dall’ASI. L’INAF ha fatto presente al MIUR che le risorse da utilizzare per la stabilizzazione devono essere “certe e stabili” e che, nel caso specifico, queste ultime
7 Il Collegio dei revisori dei conti ha rilevato (verbali n. 26 del 22 novembre 2019 e n. 27 del 30 gennaio 2020) come gli oneri del processo di stabilizzazione in corso siano risultati superiori rispetto a quelli sottoposti alla certificazione del medesimo Organo di controllo (verbale n. 46 del 27 luglio 2018). In riscontro, il Direttore generale, con nota n. 390 del 24 gennaio 2020, ha precisato che le assunzioni sopra indicate hanno generato una spesa complessiva, in base al “costo medio effettivo”, pari a euro 13.685.977 annui (di cui, euro 12.268.374, per le stabilizzazioni). Per contro, le “risorse certe e stabili” che potevano finanziare le stabilizzazioni di personale (come, in generale, ogni assunzione) ammontavano, in quel momento, alla cifra superiore di euro 15.775.550, di cui circa 7 milioni di euro assegnati dal Ministero ai sensi del comma 671 della legge di bilancio n. 205 del 2017 (oltre ad euro 1.096.472 erogati per le assunzioni dei giovani ricercatori e tecnologi).
8 Per le rimanenti 38 unità di personale utilizzato in virtù di convenzione con l’ASI si prevede la stabilizzazione nel 2021 (per una spesa stimata, a regime, pari a ulteriori 2,7 milioni di euro). Si rinvia, sotto tale profilo, al successivo paragrafo.
provengono da un trasferimento di budget che trova la sua capienza nel Fondo ordinario per gli enti e le istituzioni di ricerca (FOE) attribuito dal Ministero all’ASI.
Sebbene, in base all’Accordo quadro stipulato con l’ASI, l’INAF possa continuare a rendicontare all’ASI anche una parte dei costi delle unità di personale immesse nei ruoli a tempo indeterminato, in termini di bilancio i ridetti costi devono comunque essere coperti da capitoli del FOE consolidato dell’INAF (anche ai fini del calcolo del limite applicabile ai sensi dell’art. 9 del d.lgs. n. 218 del 2016).
Alla luce di queste considerazioni, l’INAF ha fatto presente al MIUR e all’ASI che appare più trasparente, in termini di sostenibilità di bilancio, che venga effettuato un trasferimento a monte delle risorse in questione dal FOE dell’ASI a quello dell’INAF. La questione è attualmente all’attenzione del Ministero (ha trovato una prima risposta nell’integrazione, nel 2019, del FOE dell’INAF per 7 milioni di euro).
4.1.6 Il trattamento accessorio per il personale
L’Istituto, nel corso degli ultimi anni, ha accumulato un notevole ritardo nel processo di costituzione dei fondi destinati al trattamento accessorio del personale, nonché, di conseguenza, nella stipula dei contratti integrativi, che, solo dalla seconda metà del 2018, sono stati, almeno parzialmente, recuperati. Nello specifico, al momento, la situazione può essere sinteticamente rappresentata come segue:
- per il personale (tecnologo, ricercatore ed amministrativo) dei livelli IV-VIII del CCNL del Comparto ricerca, sono stati definitivamente certificati i fondi ed i contratti integrativi nazionali 2015, 2016 e 2017 (anche da parte del MEF-RGS e del Dipartimento della Funzione pubblica). Il Collegio dei revisori, che aveva espresso parere negativo per una prima ipotesi (verbale n. 5 del 27 novembre 2018), in seguito alle modifiche e integrazioni apportate, ha certificati i fondi in parola nel 2019 (verbale n. 14 del 2 maggio 2019). Risultano ancora da costituire quelli relativi agli esercizi 2018, 2019 e 2020, e, di conseguenza, non è stata stipulata alcuna contrattazione integrativa;
- per il personale (tecnologo, ricercatore ed amministrativo) dei livelli I-III del CCNL del Comparto ricerca, il Collegio dei revisori dei conti (verbali n. 19 del 22 luglio 2019, n. 22 del 11 ottobre 2019 e n. 25 del 19 dicembre 2019) ha più volte sollecitato la costituzione dei fondi e la stipula di apposita contrattazione, nonché, in generale, la definizione delle modalità di
erogazione del trattamento accessorio del personale (in particolare, per l’indennità per oneri specifici, cfr. verbale n. 2 del 17 ottobre 2018). Da ultimo, con verbale n. 29 del 25 marzo 2020, è stata chiesta una ricognizione complessiva del trattamento accessorio erogato al personale dei livelli I-III, a cui la Direzione generale dell’Istituto ha dato riscontro in data 11 maggio 2020;
- per il personale dirigente, il Collegio dei revisori dei conti, con verbale n 21 del 25 settembre 2019, ha certificato la prima costituzione dei fondi per la contrattazione integrativa, relativa agli esercizi 2015, 2016 e 2017, in conformità al parere espresso dal MEF-RGS. Non risulta, invece, stipulato apposito contratto integrativo per disciplinare le modalità di erogazione del trattamento accessorio. In merito, si evidenzia che anche altri enti di ricerca, estendendo analogicamente l’apposita clausola presente nel CCNL del Comparto regioni e autonomie locali (oggi, CCNL Funzioni locali), non procedono a contrattazione nel caso in cui il numero dei dirigenti sia inferiore a cinque (come nel caso dell’INAF, in cui sono pari a due).
Questa Sezione ritiene necessario che l’Istituto proceda, quanto prima, alla costituzione dei fondi per la contrattazione integrativa per gli esercizi ancora mancanti. Si tratta di atto unilaterale dell’Amministrazione, funzionale alla definizione delle risorse che, in base alle regole di finanza pubblica (cfr. art. 23, comma 2, d.lgs. n. 75 del 2017) ed alla contrattazione nazionale (da ultimo, CCNL Comparto istruzione e ricerca 2016-2018 del 19 aprile 2018 e, per i dirigenti, CCNL Area istruzione e ricerca 2016-2018 del 8 luglio 2019), devono (o possono, per quelle c.d. variabili) essere destinate a finanziare il trattamento accessorio del personale. Tali risorse devono trovare rappresentazione a bilancio (e riportate nei successivi esercizi, tramite la quota vincolata del risultato di amministrazione) al fine di garantire la sua veridicità e gli equilibri, anche futuri, dei bilanci medesimi.
Risulta necessario, altresì, come prescritto dall’art. 40, comma 3-bis, del d.lgs. n. 165 del 2001, pervenire, unitamente alle rappresentanze sindacali, alla stipula di appositi accordi di contrattazione integrativa al fine di definire le modalità di destinazione del salario accessorio destinato al personale (con possibilità di utilizzare, in assenza di accordo e nella ricorrenza dei presupposti e nel rispetto della procedura ivi prevista, il potere unilaterale di determinazione concesso dal comma 3-ter del citato art. 40).
4.2. Prevenzione della corruzione e obblighi di pubblicità e trasparenza
L’art. 1, comma 7, della l. 6 novembre 2012, n. 190, come integrato dall’art. 43 del d.lgs. 14 marzo 2013, n. 33 dispone che l’organo di indirizzo delle pubbliche amministrazioni individui, di norma tra i dirigenti di ruolo in servizio, il “Responsabile della prevenzione della corruzione e della trasparenza” (RPCT), disponendo le eventuali modifiche organizzative necessarie per assicurare funzioni e poteri idonei per lo svolgimento dell'incarico con piena autonomia ed effettività
Per l’INAF, il Responsabile per la prevenzione della corruzione e della trasparenza, in carica a inizio esercizio 2018, nominato dal Consiglio di amministrazione, con delibera n. 113 del 19 ottobre 2016, era il Direttore generale.
Con delibera n. 34 del 24 aprile 2018, il medesimo CdA ha stabilito di nominare, in sostituzione, a decorrere dal 15 maggio 2018 (e con mandato coincidente con quello del Direttore generale), la dirigente responsabile dell’Ufficio “Gestione delle risorse umane”9.
Le relazioni annuali, prescritte dalla legge, di competenza dell’Organo in parola sono state adottate e pubblicate. In particolare, l’Istituto risulta aver adottato il Piano triennale per la prevenzione della corruzione e per la trasparenza 2018-2018 (delibera CdA n. 4 del 20 gennaio 2018), successivamente rivisto e aggiornato (da ultimo, per il triennio 2020-2022, con delibera CdA n. 2 del 29 gennaio 2020), prescritto dall’art. 1, comma 5, lett. a), della l. n. 190 del 2012. L’INAF ha pubblicato, altresì, sul sito internet istituzionale (xxx.xxxx.xx), ai sensi dell’articolo 31 del d.lgs. 14 marzo 2013, n. 33, le relazioni annuali approvate dalla Sezione Enti della Corte dei conti.
Inoltre, ha adempiuto, nel 2018, agli obblighi di trasmissione al Dipartimento del Tesoro dei dati di legge relativi ai beni immobili, alle concessioni ed alle partecipazioni societarie. Ha anche comunicato all’Osservatorio dei contratti pubblici e all’Autorità nazionale anticorruzione i dati relativi a lavori, servizi e forniture prescritti dal d.lgs. 18 aprile 2016, n. 50 (“Codice dei contratti pubblici”).
In materia, nel corso del 2019 è stato ottimizzato il flusso documentale che alimenta la sezione “Amministrazione trasparente” del sito internet istituzionale, mediante una più
9 La sostituzione è stata deliberata tenuto conto delle modifiche apportate all’art. 1, comma 7, della l. n. 190 del 2012, dall’art. 41 del d.lgs. 25 maggio 2016, n. 97, in base alle quali il RPCT deve segnalare all’organo di indirizzo e a quello indipendente di valutazione le disfunzioni inerenti all’attuazione delle misure in materia di prevenzione della corruzione e di trasparenza, nonché indicare agli uffici competenti all’esercizio dell'azione disciplinare i nominativi dei dipendenti che non hanno attuato correttamente le ridette misure.
puntuale definizione dei ruoli e delle responsabilità degli uffici incaricati della trasmissione dei dati e di quelli cui spetta la pubblicazione.
4.3 Comitato unico di garanzia
Il Comitato unico di garanzia per le pari opportunità (CUG) è stato previsto dall’art. 57 del d.lgs. 30 marzo 2001, n. 165, come modificato dall’art. 21 della l. 4 novembre 2010, n. 183. Nell’INAF è disciplinato dall’articolo 12 dello statuto ed è formato da un componente designato da ciascuna delle organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative fra il personale interno e da un pari numero di rappresentanti dell’amministrazione, tale da assicurare, nel complesso, la presenza paritaria di entrambi i generi.
Il Comitato unico di garanzia, attualmente in carica, ha proposto il Piano triennale delle azioni positive 2017/2019, come prescritto dall’art. 48 del d.lgs. n. 198 del 2006 (Codice delle pari opportunità tra uomo e donna), adottato con delibera Cda n. 100 del 31 ottobre 2017. Non sono stati adottati atti di rilievo nel 2018.
5. CONTENIMENTO E RAZIONALIZZAZIONE DELLA SPESA
L’Istituto, nella gestione di bilancio 2018, ha osservato le norme sul contenimento e la razionalizzazione della spesa pubblica succedutesi nel tempo, salvo quanto più avanti specificato in ordine all’omesso versamento all’entrata del bilancio dello Stato.
In particolare, nell’esercizio in esame, erano soggette a limite le seguenti tipologie di spesa10:
- spese di rappresentanza (articolo 6, comma 8, d.l. 31 maggio 2010, n. 78, convertito dalla l. 30 luglio 2010, n. 122), per le quali l’apposito prospetto allegato al bilancio 2018 non riporta alcuna spesa. Il versamento della somma proveniente dalla riduzione in parola è stato pari, per il 2018, ad euro 944,2611, oltre ad euro 3.47412, frutto delle limitazioni poste, anche a tale voce di spesa, dall’art. 61, comma 17, del d.l. 25 giugno 2008, n. 112, convertito dalla l. 6
agosto 2008, n. 13313;
- spese per autovetture. L’articolo 15, comma 1, del d.l. del 24 aprile 2014, n. 66, convertito
dalla l. 23 giugno 2014, n. 89, ha novellato l’art. 5, comma 2, del d.l. del 6 luglio 2012, n. 95, convertito dalla l. 7 agosto 2012, n. 135, riducendo, a decorrere dal 2014, la spesa per l’acquisto, la manutenzione, il noleggio e l’esercizio di autovetture, nonché per l’acquisto di buoni taxi, al 30 per cento di quella sostenuta nel 2011. L’Istituto, nel 2018, ha impegnato spese per euro 5.745,16, a fronte di un limite di euro 24.020,43 (pari al 30 per cento del 2011, euro 80.068,10). Risulta versata all’apposito capitolo di entrata del bilancio dello Stato14 la somma di euro 20.28315;
- spese per organi collegiali ed altri organismi. Sulle limitazioni all’aggregato in parola si è già riferito nel capitolo relativo ai compensi per gli organi di amministrazione e controllo. Il versamento al bilancio dello Stato, per l’anno 2018, è stato di euro 14.37416;
- spese per missioni. L’Istituto ha osservato il tetto imposto per il 2018 (impegni per euro 19.963,48 a fronte di un limite di euro 21.713,96), escludendo, come da previsione normativa, quelle strettamente connesse ad accordi internazionali ovvero indispensabili per assicurare la
10 Gli enti di ricerca sono stati esclusi dal rispetto dei limiti di spesa per i convegni e per studi e incarichi di consulenza.
11 Versato con ordinativo n. 1449 del 18 ottobre 2018.
12 Versato con ordinativo n. 378 del 23 marzo 2018.
13 Deve essere precisato, in proposito, come, in ragione delle norme di finanza pubblica sopra indicate, l’importo da versare al bilancio dello Stato derivi, ogni anno, costantemente, dall’applicazione della percentuale di riduzione prescritta dalla legge per ciascuna tipologia di spesa. Tale importo non coincide con la differenza con quanto effettivamente impegnato, per la medesima spesa soggetta a limite, dall’Amministrazione, rispetto all’anno base preso a riferimenti (se non nel caso di impegni in misura pari all’importo costituente il tetto da osservare per l’anno di riferimento).
14 Ordinativo n. 1449 del 18 ottobre 2018.
15 Pari alla differenza tra la spesa impegnata nel 2009 (euro 101.415) ed il limite imposto dalla norma del 2010 (euro 81.132), cfr. art. 6, comma 21, d.l. n. 78 del 2010.
16 Ordinativo n. 1449 del 18 ottobre 2018.
partecipazione a riunioni presso enti e organismi internazionali o comunitari, nonché quelle effettuate con risorse derivanti da finanziamenti di soggetti pubblici destinati ad attività di ricerca. Il versamento proveniente dalla riduzione di spesa in parola, per l’anno 2018, è stato pari ad euro 21.71417;
- spese per attività di formazione. Nel 2018 è stata pari ad euro 98.976,05, a fronte di un limite di euro 264.628,27 (pari al 50 per cento della spesa sostenuta nel 2009, euro 529.257,9418). Il versamento proveniente dalla riduzione in parola è stato pari ad euro 264.628,2719.
Il Collegio dei revisori dei conti ha attestato, salvo quanto esposto al successivo paragrafo, la regolarità degli adempimenti posti in essere in materia dall’Istituto nel 2018.
5.1 I versamenti imposti dall’art. 67, commi 5 e 6, del d.l. n. 112 del 2008
Il Collegio dei revisori dei conti, nella relazione sul bilancio 2018, allegata al verbale n. 18 del 28 giugno 2019, ha evidenziato come, nel xxxxx xxxxx xxxxxxxxxx xxxxxxxx xx xxxxxxxxx (xxxxxxx
n. 6 del 12 dicembre 2018, n. 8 del 23 gennaio 2019, n. 11 del 20 marzo 2019 e n. 17 del 21 giugno 2019), sia emersa un’irregolarità con riferimento ai versamenti da effettuare al bilancio dello Stato in aderenza all’art. 67, commi 5 e 6, del citato d.l. n. 112 del 2008, che, a suo tempo, avevano imposto una riduzione percentuale ai fondi per la contrattazione integrativa. A fronte del rilievo in parola, l’Istituto ha effettuato il versamento per il 2018, in precedenza omesso, pari a euro 353.17120
Il medesimo Collegio, nel verbale n. 17 del 21 giugno 2019, inoltre, ha rilevato la mancata effettuazione del versamento in parola per tutti gli esercizi pregressi nei quali è stata vigente la norma sopra indicata (nello specifico, dal 2009 in poi), come da ricognizione richiesta in merito dal MEF-RGS con nota del 31 gennaio 2019. In proposito, la Relazione sulla gestione allegata al conto consuntivo 2018 prospetta di quantificare precisamente il debito pregresso e di proporre ai Ministeri competenti un piano di rateizzazione, vincolando, a tal fine, nell’avanzo libero al 31 dicembre 2018, pari a euro 6.319.597, un importo di euro 200.00.
La successiva delibera del Consiglio d’amministrazione n. 52 del 23 luglio 2019, anche a seguito dell’accordo intervenuto presso il Ministero dell’economia e delle finanze il 9 luglio 2019, ha elevato l’accantonamento in parola a euro 2.825.368. In seguito, con mandato n. 2426
17 Ordinativo n. 1449 del 18 ottobre 2018.
18 Spesa da ridurre, ai sensi dell’art. 6, comma 13, del citato d.l. n. 78/2010, al 50 per cento di quella sostenuta nel 2009.
19 Ordinativo n. 1449 del 18 ottobre 2018.
20 Ordinativo n. 242 del 30 gennaio 2019.
del 31 luglio 2019, è stato effettuato il versamento per gli anni dal 2010 al 2018 (per l’importo complessivo di euro 2.825.368)21.
5.2. Spese di manutenzione degli immobili.
L’art. 1, comma 623, della l. 30 dicembre 2007, n. 244, come integrato dall’art. 8, comma 1, del
d.l. 31 maggio 2010, n. 78, convertito dalla l. 30 luglio 2010, n. 122, dispone che, a decorrere dal 2008, gli enti ed organismi pubblici inseriti nel conto economico consolidato della pubblica amministrazione individuati dall'ISTAT ai sensi dell'art. 1, commi 2 e 3, della l. 31 dicembre 2009, n. 196 (con esclusione degli enti territoriali e locali e degli enti da essi vigilati, delle aziende sanitarie ed ospedaliere, nonché degli istituti di ricovero e cura a carattere scientifico), riducano le spese di manutenzione, ordinaria e straordinaria, degli immobili utilizzati in modo tale da non superare, annualmente, il limite del 2 per cento del valore dell’immobile (di cui, massimo l’1 per cento destinabile alla manutenzione ordinaria)22. L'eventuale differenza tra l'importo delle ridette spese nel 2007 e quello rideterminato a partire dal 2008 va versato annualmente all'entrata del bilancio dello Stato entro il 30 giugno. Nella Relazione sull’esercizio 2017, approvata con determinazione della Sezione Enti 16 luglio 2019, n. 92, era stato evidenziato come fossero in corso le operazioni di valutazione e stima dei valori degli immobili utilizzati dall’Istituto, in gran parte di proprietà del demanio e concessi in uso gratuito. Tali operazioni, come meglio illustrato nel successivo paragrafo sulla gestione del patrimonio, si sono parzialmente concluse nel 2019, mediante la presentazione, da parte del tecnico incaricato, di apposito rapporto di stima (costituente allegato al conto consuntivo 2018)23.
In base a quanto riportato nella Nota integrativa al bilancio, il tetto di spesa in parola, nel 2018, non è stato monitorato. Tuttavia, la maggior parte delle spese sostenute nell’esercizio si
21 Inoltre, con mandato n. 2934 del 17 ottobre 2019, è stato adempiuto il versamento anche per l’anno 2019, pari a euro 353.171.
22 Eventuali deroghe possono essere concesse dall'Amministrazione centrale vigilante, sentito il Dipartimento della Ragioneria generale dello Stato. Le limitazioni non si applicano nei confronti degli interventi obbligatori ai sensi del d.lgs. 22 gennaio 2004, n. 42, recante il “Codice dei beni culturali e del paesaggio”, e del d.lgs. 9 aprile 2008, n. 81, concernente la sicurezza sui luoghi di lavoro.
23 Il rapporto in parola ha stimato in euro 25.864.950 il valore, a fini inventariali, degli otto osservatori astronomici di proprietà dell’INAF (importo elevato ad euro 33.133.900 a fini assicurativi). Invece, per quanto concerne gli altri immobili, fra cui la sede centrale dell’INAF sita in Roma (e quelli concessi in uso dal Demanio) fa riferimento ai seguenti valori catastali rivalutati: euro 77.543.179, per gli immobili di proprietà del Demanio; euro 51.007.979, per gli immobili di proprietà del CNR; euro 10.512.805, per gli immobili di proprietà INAF; euro 1.926.473, per gli immobili di proprietà universitaria; euro 877.703, per altri immobili utilizzati dall’INAF a vario titolo. Lo stato patrimoniale al 31 dicembre 2018, peraltro, presenta valori non coincidenti, esponendo, fra le “immobilizzazioni materiali” un valore di euro 4.641.434, per i beni demaniali, ed euro 31.023.440, per quelli non demaniali.
riferirebbero ad interventi necessari a garantire la messa a norma degli immobili (in ottemperanza alle disposizioni in materia di sicurezza e di prevenzione contenute nel d.lgs. 9 aprile 2008, n. 81), pertanto non sono soggette ai ridetti limiti.
5.3. Incarichi di collaborazione e consulenza
L’Istituto ha utilizzato alcune collaborazioni e consulenze esterne, previa selezione pubblica, per attività strumentali di supporto alle varie strutture. In particolare, l’INAF ha conferito incarichi di consulenza individuali con contratti di lavoro autonomo, a norma dell’art. 7, c. 6, del d.lgs. n. 165 del 2001, in particolare per attività di supporto alla gestione (tecniche, informatiche, formative, etc.) o alla ricerca.
Inoltre, anche in precedenza, in ragione di apposita esclusione, non risultavano soggetti a limiti di spesa.
Nella tabella che segue sono riportati gli incarichi esterni conferiti nel biennio 2018-2019.
Tabella 4 – Incarichi di collaborazione e consulenza
2018 | 2019 | |||
Numero | Spesa | Numero | Spesa | |
Prestazione occasionale | 9 | 30.641 | 3 | 35.611 |
Xx.xx.xx | 0 | 0 |
Nel 2016 vi erano stati 26 incarichi per una spesa di circa 61.000 euro, nel 2017 n. 17 incarichi per una spesa ridotta a circa 38.000. I dati registrati nel 2018, seguiti dagli analoghi del 2019, confermano il contenuto ricorso ad incarichi di collaborazione e consulenza.
5.4 Attività contrattuale e centralizzazione delle committenze
Il Collegio dei revisori, nel verbale n. 20 del 10 settembre 2019, in sede di ricognizione delle utenze di telefonia mobile, ha evidenziato una difformità di comportamento tra le diverse strutture territoriali dell’Istituto. E’ emerso, infatti, che, anche se in misura minoritaria, non tutte le utenze in parola (n. 28 su n. 223) sono state attivate ricorrendo ad una convenzione Consip, in contrasto con l’art. 1, comma 7, del citato d.l. n. 95 del 2012, che impone l’approvvigionamento di tali servizi attraverso le convenzioni o gli accordi quadro messi a
disposizione da Consip o dalle centrali di committenza regionali di riferimento costituite ai
sensi dell'articolo 1, comma 455, della l. 27 dicembre 2006, n. 296. Inoltre, sempre in base al verbale sopra indicato, risultano acquistati alcuni dispositivi mobili (n. 66 telefoni e n. 49 tablet su n. 210 complessivi) mentre, di norma, le convenzioni Consip prevedono il noleggio. Sempre nel verbale n. 20/2019, il Collegio dei revisori ha attestato, invece, che i buoni pasto per il personale sono stati acquistati mediante adesione alla convenzione Consip, come prescritto dall’art. 26 della l. n. 488 del 1999.
Appare necessario che l’Istituto proceda, per l’acquisto di beni e servizi, in particolare per quelli standardizzati, all’utilizzo delle convenzioni quadro salvo le specifiche ipotesi derogatorie previste per gli enti di ricerca.
6. PARTECIPAZIONI SOCIETARIE O IN ALTRI ENTI STRUMENTALI
L’Istituto detiene tre partecipazioni minoritarie nelle seguenti società consortili a responsabilità limitata:
- “Distretto Aerospaziale della Sardegna” (al 8 per cento del capitale);
- “Distretto Aerospaziale della Campania” (al 2,71 per cento del capitale);
- “Distretto Tecnologico Sicilia Micro e Nano Sistemi” (al 5,68 per cento del capitale).
Il “Distretto Aerospaziale della Sardegna” (DASS) è una società costituita nel 2013 e partecipata da sei soci pubblici e ventidue privati, dal capitale sociale pari a euro 93.612. La società ha scopo consortile, mutualistico e non lucrativo (non può distribuire utili ai soci che, ove prodotti, devono essere reinvestiti in attività di ricerca, sviluppo, formazione e diffusione). Il Consorzio in parola ha lo scopo di intraprendere iniziative idonee allo sviluppo, nella Regione Sardegna, di un “Distretto Tecnologico Aerospaziale”. L’INAF è entrato a farvi parte a seguito della delibera del Consiglio di amministrazione n. 25 del 11 aprile 2013, previo versamento di un contributo “una tantum” di euro 4.000 (pari, in percentuale, all’8 per xxxxx xxx xxxxxxxx)00. Ai sensi dell’articolo 5 dello statuto, l’apporto è limitato esclusivamente a prestazioni d’opera scientifica, tecnologica o di formazione e in “nessun caso gli Organismi Universitari e gli Enti Pubblici di Ricerca potranno essere gravati da patti che richiedono contributi in denaro...”.
Il “Distretto Tecnologico Aerospaziale della Campania” (“DAC”) è stato costituito il 30 maggio 2012 nell’ambito del Programma operativo nazionale “Ricerca e Competitività” e mette assieme soggetti che operano nei settori della ricerca, dello sviluppo e della formazione aerospaziale. Nel “DAC” sono coinvolti oltre centosettanta attori, tra i quali alcune grandi imprese (Xxxxxx Xxxxxxxxx, MBDA, Magnaghi Aeronautica, Atitech, DEMA, Telespazio, etc.), vari centri di ricerca nazionale (tra cui, CIRA, CNR ed ENEA), le cinque università campane aventi corsi di ingegneria, oltre a numerose piccole e medie imprese (considerando quelle che aderiscono agli otto consorzi diventati soci). Il capitale sociale è, per il 66,44 per cento, privato e, per il restante 33,56 per cento, pubblico (l’INAF vi partecipa per il 2,71 per cento). Il Distretto ha definito uno studio di fattibilità, fondato su
24 A tal fine, in ottemperanza a quanto disposto dall’articolo 17, comma 1, lettera b), del d.lgs. 4 giugno 2003, n. 138 (decreto di riordino dell’INAF), l’Istituto aveva chiesto al MIUR apposita autorizzazione a partecipare alla società in argomento, rilasciata con nota n. 14851 del 20 giugno 2013.
dieci programmi di ricerca e sviluppo altamente innovativi, approvato dal Ministero della ricerca, che, nel complesso, prevede un investimento di circa cento milioni di euro.
Il “Distretto Tecnologico Sicilia Micro e Nano Sistemi” è stato costituito il l° agosto 2008, al fine di promuovere attività di ricerca, sviluppo e alta formazione nel settore dei micro e nano sistemi. Rientra nei 25 distretti promossi a suo tempo dal MIUR, in collaborazione con le regioni interessate, in aderenza al programma nazionale della ricerca 2005-2007. Nasceva da una proposta della Regione Sicilia, successivamente approvata dal MIUR, che gli ha assegnato il compito di svolgere attività di ricerca, di formazione specialistica, di marketing territoriale e di attrazione di investimenti. L’Osservatorio Astrofisico di Catania cura, per conto dell’INAF, il coordinamento delle attività svolte dal Distretto, i cui soci includono, oltre alla Regione Sicilia, i tre Atenei di Catania, Palermo e Messina, oltre a centri di ricerca e imprese presenti sul territorio. L’INAF è entrato a far parte del Distretto in parola previo versamento di un contributo “una tantum” di euro 35.000 (5,68 per cento del valore del capitale, pari a euro 616.000). In aderenza all’art. 24 del d.lgs. del 19 agosto 2016, n. 175, recante il Testo unico in materia di società a partecipazione pubblica (TUSP), l’INAF ha adottato, con deliberazione del CdA
n. 97 del 31 ottobre 201725, il provvedimento di ricognizione straordinaria delle partecipazioni societarie detenute, completo della prescritta relazione tecnica26.
La scrivente Sezione di controllo sugli enti, nella determinazione del 16 luglio 2019, n. 92, aveva rilevato come la sopra indicata delibera non abbia valutato tutti i parametri prescritti dall’art. 24 del d.lgs. n. 175 del 2016 (in combinato disposto con il precedente art. 20) legittimanti il mantenimento di partecipazioni societarie.
L’INAF, con la successiva delibera CdA n. 110 del 18 dicembre 2018, ha approvato il primo piano di revisione periodica delle partecipazioni societarie. Anche il piano in parola ha confermato il mantenimento delle partecipazioni sopra esposte, sottolineando come un eventuale dismissione comporterebbe una grave pregiudizio alla prosecuzione delle attività scientifiche, tecnologiche e di ricerca attualmente in corso.
25 In lieve ritardo rispetto al termine del 30 settembre 2017.
26 Nell’occasione, il Consiglio di amministrazione ha deliberato di non procedere all’adozione di misure di razionalizzazione, in considerazione della esiguità delle partecipazioni societarie, tanto in termini assoluti (tre sole società) che relativi (quote di partecipazione ammontanti, come esposto, all’8, al 2,71 e al 5,68), nonché, soprattutto, dell’oggetto sociale dei “distretti” gestiti dalle tre società consortili, dediti alla promozione di attività di ricerca aderenti alle finalità istituzionali dell’INAF (si rinvia, in proposito, all’art. 1 dello statuto).
Il provvedimento ha costituito l’occasione per puntualizzare alcuni profili di irregolarità, rilevati anche dalla Struttura di monitoraggio del MEF, Dipartimento del Tesoro, che, nell’ambito dell’attività di controllo prevista dall’art. 15 del TUSP, con nota del 20 settembre 2018, aveva formulato un rilievo, limitatamente alla partecipazione nel "Distretto Tecnologico Sicilia Micro e Nano Sistemi" (invero, da ritenere comune anche alle altre due partecipazioni societarie), evidenziando come il mantenimento della ridetta partecipazione appaia in contrasto con gli artt. 20 e 24 del TUSP, in quanto la società ha un numero di amministratori superiore a quello dei dipendenti. Tale posizione interpretativa risulta confermata con le successive note del 31 ottobre 2018, prot. n. 91497 e del 3 marzo 2020, prot. n. 15556, inviate a seguito dei chiarimenti forniti dall’Istituto.
Il CdA dell’INAF, invece, in ragione della esiguità delle partecipazioni societarie detenute, tanto in termini assoluti (tre sole società) che relativi (quote di partecipazione ammontanti, rispettivamente, all’8 per cento, al 2,71 per cento e al 5,68 per cento del capitale sociale), della presenza nelle compagini societarie di altre amministrazioni pubbliche e, in particolare, di numerose università ed altri enti di ricerca (imponente la necessità di garantire che tutti i soggetti pubblici coinvolti possano assumere comportamenti uniformi), del ruolo del Ministero della Università e della Ricerca, che ha autorizzato la costituzione dei predetti "Distretti" (erogando, a tal fine, anche consistenti finanziamenti), del danno che deriverebbe all'Istituto, sotto il profilo scientifico e tecnologico (oltre che di immagine), dalla dismissione, ha ritenuto, sia in sede di razionalizzazione straordinaria che di prima revisione periodica, di mantenere le ridette partecipazioni.
Con deliberazione CdA del 5 maggio 2020, l’INAF ha approvato il piano periodico di revisione delle partecipazioni societarie per il 2019, confermando il mantenimento delle quote detenute nel “Distretto AeroSpaziale della Sardegna”, nel “Distretto Aerospaziale della Campania” e nel “Distretto Tecnologico Sicilia Micro e Nano Sistemi”, salvo prevedere alcune misure di razionalizzazione, declinate nel medesimo provvedimento, da attivare in accordo con gli altri soci, in particolare pubblici. A tal fine, è stato dato mandato alla Direzione generale di costituire una struttura tecnica permanente deputata a garantire un monitoraggio costante delle partecipazioni societarie e di agevolare ogni azione ed intervento necessario.
6.1 La “Fundacion Xxxxxxx Xxxxxxx – INAF Fundacion Canaria”
La “Fondazione Xxxxxxx Xxxxxxx – Inaf Fundacion Canaria, ente di diritto spagnolo, è stata costituita dall’INAF, in attuazione di accordi diplomatici intervenuti tra l’Italia e la Spagna, per la gestione di un telescopio nelle Isole Canarie.
Le procedure hanno preso l’avvio da un decreto del Commissario straordinario dell’INAF (n. 147 del 26 luglio 2004), con il quale si è ravvisata l’opportunità di procedere alla costituzione di una fondazione, ai sensi dell’art. 17, comma 1, lettera b), del d.lgs. 138 del 2003, con sede nell’Isola di Las Palmas (Canarie, Spagna), tesa alla promozione della ricerca in astrofisica, in particolare alla gestione dei programmi e dei progetti scientifici connessi alle attività del Telescopio Nazionale Galileo (TNG). Acquisita la prescritta autorizzazione del MIUR, la “Fondazione Xxxxxxx Xxxxxxx – INAF Fondazione Canaria” è stata costituita con un fondo iniziale pari a 200.000 euro, nonché conferendo in comodato d’uso un patrimonio comprendente beni mobili ed immobili necessari al suo funzionamento.
Il medesimo decreto sopra citato ha individuato il personale chiamato a costituire l’organo collegiale (denominato “Patronato”) dell’Ente, di cui fanno parte il Presidente, il Direttore scientifico ed il Direttore generale dell’INAF, oltre a due esperti in materia ed al gerente (amministratore).
La Fondazione è stata costituita, con atto di notaio spagnolo, in data 27 luglio 2004 e l’INAF ha concesso in comodato il telescopio e la struttura dove esso è ubicato.
Il funzionamento della Fondazione è assicurato dall’Istituto attraverso un contributo annuale, stabilito in sede di approvazione del bilancio preventivo, previa presentazione, da parte della Fondazione, di un piano delle attività e di un bilancio di previsione redatto in forma analitica, approvato dal suo “Patronato”. Tale contributo è ammontato, nel 2018, ad euro 2.500.000 (cfr. delibera CdA n. 109 del 21 dicembre 2017, di approvazione del bilancio di previsione 2018), in continuità con quanto fatto negli anni precedenti.
Nel 2019, invece, oltre al contributo ordinario annuale di euro 2.500.000 (cfr. delibera CdA n. 108 del 19 dicembre 2018), ne è stato attribuito uno straordinario di euro 200.000, erogato con provvedimento del Direttore generale del 18 luglio 2019, in ragione dell’esigenza manifestata dalla stessa Fondazione nella riunione del Patronato del 13 dicembre 2018, motivata dall’incremento dei costi di gestione. Per inciso, il documento da ultimo citato contiene una generica elencazione delle entrate e delle spese previste per il successivo esercizio 2019,
mentre il decreto del Commissario straordinario dell’INAF n. 165 del 11 ottobre 2004 (indicato nel ciato provvedimento di attribuzione) prescrive che il contributo dell’INAF alla Fondazione sia erogato previa presentazione di un “piano di attività” e di un “bilancio di previsione”. Il Collegio dei revisori dei conti (verbali n. 26 e 28 del 2020) ha rilevato alcune irregolarità nell’erogazione del ridetto contributo straordinario (mandato di pagamento su capitolo differente da quello indicato nel provvedimento e, soprattutto, assenza di una previa delibera di variazione di bilancio da parte del Consiglio di amministrazione).
Anche in sede di bilancio di previsione 2020 (approvato con delibera CdA n. 4 del 3 febbraio 2020), il finanziamento alla Fondazione ammonta a euro 2.700.00027. Nel contempo, va rilevata la riduzione del corrispondente finanziamento annuo sinora riconosciuto dal MIUR all’INAF (passato, nel 2019 e 2020, da 2,7 a 2 milioni di euro, per cui l’INAF ha dovuto stanziare risorse proprie per 1,4 milioni di euro).
Per quanto concerne, la gestione economico-patrimoniale della Fondazione, si ricorda che l’anno successivo alla gestione di riferimento il “Gerente” deve presentare al “Patronato” un consuntivo analitico delle spese sostenute. Il controllo sui conti viene, tuttavia, preventivamente esercitato da un “controllore giurato indipendente”, che ne ha attestato, anche per l’esercizio 2018, la conformità a principi e norme contabili.
Nello specifico, il conto consuntivo 2018 della Fondazione, riporta una perdita, prima delle imposte, di euro 92.028 (che si somma a quella già registrata nel precedente esercizio 2017, pari a euro 192.716).
Come accennato, il Collegio dei revisori dei conti, in vari verbali28, ha sollevato alcuni rilievi in merito ai rapporti fra INAF e Fondazione, in particolare sotto il profilo dei finanziamenti erogati e delle modalità di esercizio del controllo sul regolare utilizzo.
27 In base a quanto desumibile dalla Nota integrativa al bilancio di previsione 2020 (pag. 149 e 151), risulta stanziata, oltre all’importo di 2,7 milioni di euro fra i “trasferimenti correnti”, anche una somma di euro 200.000 fra le “spese per incremento di attività finanziarie” destinate a dare copertura ad un “fondo”, da costituire ai sensi del decreto del Commissario straordinario INAF n. 147 del 26 luglio 2004, di istituzione della Fondazione (su espressa richiesta avanzata, a suo tempo, dal MIUR, con nota n. 717 del 26 luglio 2004), “a garanzia delle obbligazioni assunte nei confronti di soggetti terzi” dalla Fondazione. Il documento non esplicita, tuttavia, quali siano le obbligazioni in parola. Rinviando alle prossime relazioni per approfondimenti, va evidenziato come, da un lato, tale fondo non può mascherare un ulteriore finanziamento delle spese correnti della Fondazione e, dall’altro, che un accollo preventivo da parte di un’amministrazione pubblica delle obbligazioni assunte da un soggetto terzo si pone in contrasto con gli approdi interpretativi della magistratura contabile che richiede (fatto salvo i casi di divieto, come quelli recati, per le società partecipate, dall’art. 14, comma 5, del d.lgs. n. 175 del 2016) la dimostrazione di uno specifico interesse pubblico al “soccorso finanziario” (per esempio, X. xxxxx, sez. reg. contr. Lombardia, 30 luglio 2015, n. 260/PRSE; id., sez. reg. contr. Liguria, 2 marzo 2017, n. 24/PAR; id., sez. reg. contr. Piemonte, delibera 29 novembre 2018, n. 133/PRSE, riferita nello specifico ad una fondazione).
28 Cfr. verbali n. 23 del 5 novembre 2019, n. 25 del 19 dicembre 2019, n. 26 del 22 gennaio 2020 e, da ultimo, n. 28 del 21 febbraio 2020.
In primo luogo, ha messo in rilievo l’omessa restituzione, da parte della Fondazione, dell’indennità erogata al Gerente, dipendente INAF. La convenzione sottoscritta il 27 luglio 2004 prevede, infatti, la possibilità, per il personale INAF, di lavorare presso la Fondazione, con remunerazione a carico dell’INAF. Da detta previsione sarebbe escluso, tuttavia, il compenso aggiuntivo (pari a euro 69.000 annui) che, anche ai sensi dell’art. 23-bis del d.lgs. n. 165 del 2001 e secondo quanto disposto nella determina del Direttore generale n. 337/2017, dovrebbe essere rimborsato dalla Fondazione.
In generale, il Collegio dei revisori ha rappresentato, in più occasioni, come, in base al provvedimento n. 717 del 26 luglio 2004, con il quale il MIUR ha concesso l’autorizzazione alla costituzione della Fondazione, debbano essere trasmessi, annualmente, anche al Ministero vigilante, “i bilanci della fondazione, copia dell’inventario di tutti i beni, copia delle deliberazioni assunte dai patroni, nonché gli atti di controllo effettuati dall’INAF sull’intera gestione”, adempimenti che non risultano, integralmente e puntualmente, effettuati.
Va sottolineata la necessità che il controllo da parte dell’INAF non si limiti alla mera presa d’atto dei bilanci, che riportano dati aggregati ma si estenda anche alla documentazione a corredo, al fine di poter valutare la congruità dell’utilizzo delle risorse assegnate alla Fondazione e la rispondenza alle finalità per cui è stata costituita.
Come già rilevato nelle relazioni riferite agli esercizi pregressi, la Corte dei conti ribadisce la necessità che l’INAF provveda ad effettuare controlli periodici e monitoraggi in ordine al regolare utilizzo, da parte della Fondazione, del contributo annuale ad essa erogato, nonché sulla congruità di quest’ultimo.
7. I RISULTATI DELLA GESTIONE
Il conto consuntivo dell’Istituto per l’esercizio finanziario 2018 è stato approvato con delibera del Consiglio di amministrazione n. 47 del 4 luglio 2019.
L’INAF è stato l’unico ente di ricerca individuato per la sperimentazione del principio contabile della competenza finanziaria c.d. potenziata, avviata, nel corso del 2015, con l’obiettivo di migliorare il processo di raccordo tra le rilevazioni in termini di contabilità finanziaria e quelle effettuate secondo i canoni della contabilità economico-patrimoniale.
7.1 Ripartizione della spesa per missioni e programmi e indicatori di bilancio
Si ricorda, in proposito, che, con decreto del Presidente della Repubblica del 4 ottobre 2013,
n. 132, è stato emanato il regolamento che definisce le modalità di adozione del “Piano dei conti integrato” delle amministrazioni pubbliche non territoriali, ai sensi dell’art. 4, comma 3, lettera a), del d.lgs. 31 maggio 2011, numero 91.
L’INAF ha predisposto, quale allegato al rendiconto 2018, il prospetto riepilogativo delle spese per missioni e programmi, redatto in aderenza alla corrispondente classificazione COFOG, da cui emergono, con riferimento alla missione core affidata all’Istituto (“017. ricerca e innovazione; programma: 017.010 ricerca scientifica e tecnologica di base”), impegni di competenza per euro 118.807.074 e pagamenti (anche in conto residui) per euro 119.119.628 (in lieve crescita rispetto al 2017, in cui erano pari, rispettivamente, ad euro 111.769.228 ed euro 111.693.163), costituenti il 74 per cento sia degli impegni (euro 159.775.214) che dei pagamenti complessivi (euro 159.917.852).
Anche nel 2018 l’Istituto non ha, invece, redatto il “Piano degli indicatori e dei risultati attesi di bilancio” (prescritto dall’art. 19 del d.lgs. n. 91 del 2011, nonché oggetto di necessaria pubblicazione ai sensi dell’art. 29 del d.lgs. n. 33 del 2013), in quanto, come riportato nell’Allegato 14 al bilancio d’esercizio, si è in attesa delle indicazioni applicative MIUR.
A tal proposito, la Corte richiama l’attenzione del Ministero sulla necessità, a distanza di ormai nove anni dall’entrata in vigore del predetto decreto legislativo, di assolvere al menzionato adempimento di legge.
7.2 La gestione finanziaria di competenza
La gestione finanziaria di competenza 2018 ha fatto registrare un avanzo complessivo di euro 9.251.264 (nel 2017, euro 11.704.965; nel 2016, euro 7.655.621).
Tabella 5 – Gestione finanziaria di competenza
ENTRATE (accertamenti) | |||
2018 | 2017 | Variazione percentuale | |
Titolo 2 - Trasferimenti correnti | 141.009.902 | 132.477.816 | 6,44 |
Titolo 3 – Entrate extra tributarie | 1.244.204 | 972.239 | 27,97 |
Titolo 4 – In conto capitale | 4.212 | 19.000 | -77,83 |
Titolo 5 – Entrate da riduzione attività finanziarie | 1.000 | 0 | 100 |
Titolo 6 – Accensione di prestiti | 0 | 0 | 0 |
Titolo 9 – Entrate conto terzi e partite giro | 26.767.159 | 30.665.275 | -12,71 |
Totale | 169.026.478 | 164.134.332 | 2,98 |
USCITE (impegni) | |||
2018 | 2017 | Variazione percentuale | |
Titolo 1 – Correnti | 127.183.053 | 116.515.800 | 9,16 |
Titolo 2 – In conto capitale | 5.639.368 | 5.071.129 | 11,21 |
Titolo 3 – Per incremento attività finanziarie | 0 | 0 | 0 |
Titolo 4 – Rimborso prestiti | 185.632 | 177.161 | 5,00 |
Titolo 7 – Entrate conto terzi e partite giro | 26.767.159 | 30.665.275 | -12,71 |
Totale | 159.775.214 | 152.429.367 | 4,82 |
2018 | 2017 | Variazione percentuale | |
Avanzo/disavanzo di competenza | 9.251.264 | 11.704.965 | -20,96 |
Anche nell’esercizio in esame la maggiore categoria di spesa è stata il personale, pari a 72,556 milioni di euro, ivi compresi gli oneri riflessi (in crescita rispetto al 2017, in cui era pari a 69,592 milioni). Tale voce ha assorbito il 55 per cento degli impegni di spesa complessivi (escluse le partite di giro) ed il 57 per cento di quella corrente (nel 2017, rispettivamente pari al 57,15 ed al 59,72 per cento).
Le spese per acquisto di beni e servizi, pari a 25,173 milioni di euro (in crescita rispetto ai 22,105 milioni nel 2017), hanno assorbito il 19 per cento della spesa complessiva e il 20 per cento di quella corrente (nel 2017, rispettivamente pari al 18,15 ed al 18,97 per cento), mentre quelle per trasferimenti correnti, pari a 24,123 milioni di euro (nel 2017, 19,977 milioni),
hanno assorbito il 18 per cento della spesa complessiva ed il 19 per cento di quella corrente (nel 2017, rispettivamente, il 16,40 ed il 17,14 per cento di quella corrente). Questi ultimi si sostanziano, principalmente, in trasferimenti finalizzati al finanziamento di progetti di ricerca, in base ad accordi e convenzioni con istituzioni scientifiche esterne.
Le spese in conto capitale, pari a 5,639 milioni di euro (in lieve crescita rispetto al 2017, in cui erano pari a 5,071 milioni), incidono sulla spesa totale, al netto delle partite di giro, solo per il 4,23 per cento (4,31 per cento nel 2017). Va osservato, in proposito, che si tratta di spese coperte in via quasi esclusiva da entrate correnti (posto che quelle in conto capitale ammontano, nel 2018, a soli 4 mila euro).
Infine, le uscite in partita di giro pareggiano con le corrispondenti entrate.
7.2.1 La gestione delle entrate
Nella tabella seguente vengono illustrate, in primo luogo, le fonti di entrata, distinguendo tra quelle derivanti dal Fondo ordinario per il finanziamento degli enti e istituzioni di ricerca (FOE) e quelle riferite ad altri finanziamenti per progetti di ricerca.
Tabella 6 - Riepilogo delle fonti di entrate
2017 | 2018 | Variazioni percentuali 2018-2017 | |
FOE | |||
Funzionamento ordinario | 77.987.534 | 83.107.736 | 6,57 |
Ricerca | |||
Altri contributi MIUR | 29.943.645 | 31.249.365 | 4,36 |
Altre entrate per la ricerca | 23.929.636 | 26.447.819 | 10,52 |
INPS | |||
Crediti per contributi TFR/TFR (versati dal 2005 al 2009) | 0 | 0 | / |
CNR | |||
Crediti per maturato TFR fino al 31/12/2004 | 636.001 | 210.193 | -66,95 |
Altre entrate | 972.240 | 1.244.204 | 27,97 |
Totale entrate al netto delle partite di giro | 133.469.057 | 142.259.317 | 6,59 |
L’esercizio 2017 si era concluso con un aumento del fondo di funzionamento ordinario, rispetto al 2016, di euro 839.534. Anche nel 2018 (cfr. decreto MIUR n. 568 del 26 luglio 2018) l’assegnazione risulta in crescita, in particolare in ragione di euro 5.288.603 attribuiti a titolo di quota “ex premiale”, in misura proporzionale al fondo 2017.
Rispetto al 2016 ed al 2017, si registra anche un aumento degli “altri contributi MIUR” per la ricerca, per un importo superiore al milione di euro. Si tratta di una serie di finanziamenti specifici, in prevalenza per progetti di ricerca, anche aventi fonte in arretrati di anni precedenti, dettagliatamente elencati in Nota integrativa.
Allo stesso modo in crescita le “altre entrate per la ricerca”, derivanti in assoluta prevalenza da finanziamenti dell’Agenzia spaziale italiana.
Anche nel 2018 (come nel 2016 e nel 2017) non risultano accertate entrate derivanti dai rimborsi dei contributi per TFR/TFS versati in eccesso all’INPS, ex INPDAP (come meglio riferito nell’apposito capitolo).
Invece, nel 2018, risultano accertati, e riscossi, dal CNR, euro 210.193 (nel 2017, 636.001 euro; nel 2016, euro 101.751), derivanti dal rimborso delle quote indennità di fine servizio o trattamento di fine rapporto del personale cessato dal servizio nel precedente esercizio 2017, maturate prima del passaggio dal CNR all’INAF, avvenuto il 1° gennaio 2005 (come, anche in questo caso, meglio riferito nell’apposito paragrafo).
La Nota integrativa palesa come l’Istituto sia finanziato, in prevalenza, da trasferimenti da altri enti pubblici, mentre le entrate "extra-tributarie" (pari, nel 2018, a euro 1.244.204, derivanti da rimborsi o vendita di beni e servizi) ammontano allo 0,87 per cento di quelle complessive (pari, nel 2018, a euro 142.259.318,77).
Appare apprezzabile, invece, il rapporto fra il “Fondo Ordinario per gli Enti e le istituzioni di ricerca" (FOE), pari, nel 2018, a euro 83.107.736, e le entrate complessive dell’Istituto, pari a euro 142.259.318, palesante una percentuale del 58,42 per cento, che evidenzia la capacità di reperire fondi anche da convenzioni o progetti con altri enti di ricerca (su tutti, l’ASI) o, in generale, altre amministrazioni pubbliche o l’Unione europea.
Al fine di determinare quantitativamente il grado di esecuzione del bilancio sono stati analizzati i rapporti tra le entrate accertate e gli stanziamenti definitivi di competenza, risultato pari al 100 per cento, e tra le spese impegnate (euro 159.775.214) ed i corrispondenti stanziamenti definitivi di competenza (euro 306.611.498,09), invece pari solo al 52,11 per cento. La bassa percentuale deriva dal fatto che l’Istituto, anche in aderenza a indicazioni adottate dalla Ragioneria generale dello Stato (Circolari n. 26/2016 e n. 34/2019), procede, annualmente, di applicare l’intero importo del risultato di amministrazione vincolato, al fine di non rallentare il regolare svolgimento delle attività di ricerca (che, tuttavia, non riescono,
durante la gestione, ad assumere impegni nella misura corrispondente).
La capacità di riscossione registrata nell’esercizio 2018, come anche nell’esercizio 2017, risulta particolarmente elevata: per le entrate complessive, 153,81 milioni di euro su 169,02, pari al 91 per cento; per quelle correnti, 128,81 milioni di euro su 141,00, pari al 91 per cento). Si tratta di un risultato condizionato, oggettivamente, dalla natura delle principali entrate presenti nel bilancio dell’INAF, costituite da trasferimenti da altre amministrazioni pubbliche (in particolare, dal MIUR), mentre sono residuali le entrate proprie di natura extra-tributaria (peraltro, interamente riscosse) e assenti quelle tributarie.
7.2.2 La gestione delle spese
Le somme impegnate nell’anno 2018 sono state, complessivamente, pari ad euro 159.775.214 (nel 2017, euro 152.429.367), a cui sono corrisposti pagamenti per euro 147.986.253 in conto competenza (nel 2017, euro 138.135.449) ed euro 11.931.599 in conto residui (nel 2017, euro 11.626.696). Si evidenzia, pertanto, un’elevata percentuale di pagamento, che riduce, di conseguenza, la formazione di residui passivi.
Nello specifico, le spese appaiono così suddivise.
Tabella 7 - Suddivisione spese per centri di responsabilità
Centri di responsabilità amministrativa | Impegnato 2018 | Pagato in conto competenza | Pagato in conto residui | Totale |
0.00. Staff Direzione Generale | 120.905,26 | 104.804,94 | 17.154,80 | 121.959,74 |
0.01. Ufficio I | 63.187.532,00 | 00.000.000,00 | 0.000.000,00 | 00.000.000,01 |
0.02. Ufficio II | 2.578.706,31 | 1.929.057,85 | 159.218,48 | 2.088.276,33 |
0.03. Presidenza/URPS | 286.759,83 | 234.612,31 | 19.946,11 | 254.558,42 |
0.04. Direzione Scientifica | 14.491.531,00 | 00.000.000,02 | 37.509,00 | 00.000.000,26 |
1. Strutture di Ricerca | 52.342.619,00 | 00.000.000,00 | 0.000.000,00 | 00.000.000,75 |
Totale (al netto delle partite di giro) | 133.008.054,00 | 000.000.000,00 | 0.000.000,00 | 000.000.000,51 |
Partite di giro | 26.767.159,00 | 00.000.000,00 | 0.000.000,00 | 00.000.000,43 |
Totale generale | 159.775.214,00 | 000.000.000,00 | 00.000.000,00 | 000.000.000,94 |
L’attività di ricerca è svolta prevalentemente presso le strutture territoriali, con il coordinamento della Direzione scientifica.
In proposito, come già evidenziato nelle Relazioni sulla gestione dei precedenti esercizi
finanziari, una parte delle spese sostenute per l’acquisizione di beni e servizi, anche di uso durevole (le spese per acquisti di beni e di servizi, pari a 25,17 milioni di euro, rappresentano,
come visto, il 18,93 per cento della spesa complessiva) dovrebbe gravare sui fondi destinati al finanziamento dei progetti di ricerca anziché sul fondo di finanziamento ordinario, cosa che, al momento, avviene in misura ridotta. Un incremento di questa percentuale migliorerebbe la situazione finanziaria complessiva dell’Istituto.
Il fondo di riserva per le spese impreviste, che, all’inizio dell’esercizio 2018, ammontava ad 1,7 milioni di euro (1,2 milioni nel 2017) e che, in ragione di variazione di assestamento, è stato stanziato in via definitiva in poco più di 2 milioni di euro, è stato integralmente utilizzato (in particolare, per integrare l’accantonamento a titolo di trattamento di fine rapporto e per soddisfare sopravvenute esigenze delle Strutture di ricerca).
Va segnalato come la spesa annua per investimenti fisici, pari, nel 2018, al 4,24 per cento delle spese complessive, si collochi ad un livello percentuale superiore rispetto a quello destinatovi dalle amministrazioni dello Stato29. A tale voce, vanno aggiunti, naturalmente, tutti gli investimenti immateriali legati all’attività di ricerca, che sommano impegni per 52,3 milioni di euro (su un totale di 133 milioni di euro, al netto delle partite di giro).
Infine, le spese per rimborso di mutui o altri finanziamenti impegnano solo lo 0,14 per cento del bilancio annuale dell’Istituto.
7.3 La gestione dei residui
Con delibera del Consiglio di amministrazione n. 24 del 29 marzo 2019, e parere favorevole del Collegio dei revisori (verbale n. 12 del 28 marzo 2019), è stato approvato l’annuale “riaccertamento” dei residui attivi e passivi alla data del 31 dicembre 2018.
A seguito del riaccertamento sono stati calcolati gli indici di bilancio di seguito riportati.
29 Pari, nel 2018, al 3 per cento, cfr. Sezioni riunite in sede di controllo, deliberazione n. 12/2019/PARI, di parifica al rendiconto generale dello Stato per il 2018.
Tabella 8 - Grado di formazione dei residui ultimo quinquennio (2014-2018)
RESIDUI ATTIVI | |||
Anno | Residui attivi sorti nell’esercizio | Totale accertamenti dell’esercizio | Percentuale di formazione residui attivi |
2014 | 11.443.692,00 | 000.000.000,62 | 7,07 |
2015 | 2.924.524,00 | 000.000.000,85 | 2,05 |
2016 | 2.101.938,00 | 000.000.000,77 | 1,34 |
2017 | 4.668.448,00 | 000.000.000,18 | 2,84 |
2018 | 15.209.587 | 169.026.478,32 | 9,00 |
RESIDUI PASSIVI | |||
Anno | Residui passivi sorti nell’esercizio | Totale impegni dell’esercizio | Percentuale di formazione residui passivi |
2014 | 17.437.321,00 | 000.000.000,09 | 12,06 |
2015 | 15.811.168,00 | 000.000.000,37 | 11,04 |
2016 | 11.535.503,00 | 000.000.000,68 | 7,76 |
2017 | 14.293.917,00 | 000.000.000,11 | 9,37 |
2018 | 11.788.960,00 | 000.000.000,02 | 7,38 |
Tabella 9 - Riepilogo dei residui
Residui attivi al 1/1/2018 | Riscossi nel 2018 | Variazioni a seguito di riaccertamento | Residui attivi da esercizi precedenti al 31/12/2018 | Residui attivi formatisi nel 2018 | Totale residui al 31/12/2018 |
14.113.058 | 4.504.682 | - 23.699 | 9.584.675 | 15.209.587 | 24.794.263 |
Residui passivi | Pagati nel 2018 | Variazioni a | Residui passivi | Residui passivi | Totale residui |
al 1/1/2018 | seguito di | da esercizi | formatisi nel | al 31/12/20018 | |
riaccertamento | precedenti al | 2018 | |||
31/12/2018 | |||||
15.491.261 | 11.931.599 | - 80.487 | 3.479.165 | 11.788.960 | 15.268.125 |
Al 1° gennaio 2018 i residui attivi ammontavano ad euro 14.113.058 (euro 11.641.437 al 1° gennaio 2017). Nel corso dell’esercizio ci sono state variazioni negative per euro 23.699 (euro 1.950 nel 2017) e sono stati riscossi euro 4.504.682 (euro 2.194.876 nel 2017), residuando da riscuotere euro 9.584.675 (euro 9.444.610 a fine 2017), a cui sommando quelli formatosi nel
medesimo esercizio (pari a euro 15.209.587), si giunge all’importo finale di euro 24.794.263, esposto nel risultato di amministrazione 2018.
Alla medesima data del 1° gennaio 2018, i residui passivi ammontavano a euro 15.491.261 (euro 13.081.639 a fine 2017). Nel corso dell’esercizio ci sono state variazioni negative per euro 80.487,14 (euro 257.599 nel 2017), e sono stati pagati euro 11.931.599, residuando da pagare euro 3.479.165 (euro 12.824.040 a fine 2017), a cui sommando quelli formatisi nel medesimo esercizio (pari a euro 11.788.960), si giunge all’importo finale di euro 15.268.125, esposto nel risultato di amministrazione 2018.
Nel 2018, pertanto, la percentuale di smaltimento dei residui attivi (rapporto fra le riscossioni in conto residui, pari ad euro 4.504.682, e i residui attivi esistenti all’inizio dell’esercizio, pari a euro 14.113.058) è stata pari al 32 per cento (migliorando la percentuale del 19 per cento registrata nel 2017).
Relativamente ai residui passivi, invece, il ritmo di smaltimento (misurato dal rapporto fra i pagamenti in conto residui, pari a euro 11.931.599, ed i residui passivi esistenti all’inizio dell’esercizio, euro 15.491.261) è stata pari al 78 per cento (contro l’89 per cento nel 2017).
La gestione di competenza 2018 ha prodotto, invece, residui attivi per complessivi euro
15.209.587 (in sensibile incremento rispetto agli euro 4.668.448 del 2017) e passivi per euro 11.788.960 (in riduzione rispetto agli euro 14.293.918 del 2017).
Nel corso del 2018 è proseguita l’attività di monitoraggio della situazione dei residui da parte dei competenti uffici.
Il Collegio dei revisori ha rilevato, sulla base di controlli a campione effettuati sui residui attivi formatisi in esercizi anteriori al 2015, alcune posizioni meritevoli di approfondimento in ordine all’effettiva sussistenza, integrale o parziale, ed esigibilità. I verbali citati fanno riferimento alla necessità di definire l’importo del credito vantato nei confronti dell’INPS, gestione ex INPDAP, a titolo di ripetizione dei contributi previdenziali indebitamente versati, per una parte di personale, dal 2006 al 2009, esposto per euro 4.581.955, ma ancora oggetto di definizione unitamente all’Istituto di previdenza all’interno di un gruppo di lavoro avviato dal 2017.
La nota MEF-RGS del 5 agosto 2019 ha evidenziato un’errata rappresentazione dello schema di “Rendiconto finanziario decisionale” che, alla colonna “Residui”, riporta la consistenza al 31 dicembre 2018 dei soli residui attivi e passivi pregressi, non di quelli formati nel medesimo
esercizio. Si tratta di prassi non corretta30, seguita anche negli anni precedenti, da rivedere in occasione dell’approvazione del prossimo rendiconto.
Il Collegio dei revisori31 ha chiesto, inoltre, aggiornamenti in merito alle azioni poste in essere per il recupero dei residui attivi vetusti (il partitario espone, infatti, residui attivi per circa 6 milioni di euro risalenti ad esercizi anteriori di oltre un quinquennio, di cui, per precisione, 4,5 si riferiscono a posizioni verso il CNR, di cui si dirà più avanti). In particolare, fa riferimento, ai residui relativi ai progetti FIRB degli anni 2004-2006-2007 (già oggetto del verbale n. 12/2019), in relazione ai quali la nota congiunta Direttore generale-Direttore scientifico n. 2829 del 28 marzo 2019 aveva attestato trattarsi di progetti ancora in essere, da verificare sotto il profilo dell’incameramento delle risorse non ancora trasferite dal MIUR. Analoga esigenza si è posta con riguardo ai residui riguardanti contributi della Regione Campania a favore dell’Osservatorio di Capodimonte e della Regione Basilicata per le attività svolte nella stazione di Castelgrande32.
Appare, pertanto, necessario, in ragione della vetustà di una numerosa serie di residui attivi rilevata nel partitario redatto alla data del 31 dicembre 2018, nonché dell’emersione di alcuni crediti di dubbia o difficile esigibilità, procedere ad un’analitica operazione di monitoraggio di tali posizioni, finalizzata alla loro eventuale radiazione o alla costituzione di un congruo fondo crediti di dubbia esigibilità (in parte presente nel risultato di amministrazione vincolato e nello stato patrimoniale 2018, per euro 1.384.841).
30 Segnalata anche dal Collegio dei revisori dei conti (verbale n. 20 del 10 settembre 2019).
31 Verbale n. 20 del 10 settembre 2019.
32 Verbale n. 12 del 28 marzo 2019.
7.4 Il risultato di amministrazione
Nella tabella che segue sono riportati i dati relativi alla situazione amministrativa al 31 dicembre 2018.
Tabella 10 – Risultato di amministrazione al 31 dicembre 2018 – importo e composizione
Totale al 31/12/2017 | Totale al 31/12/2018 | Differenza percentuale 2018-2017 | |
Fondo cassa al 1° gennaio | 127.064.608 | 138.963.223 | 9,4 |
Riscossioni | 161.660.760 | 158.321.573 | -2,1 |
Pagamenti | 149.762.145 | 159.917.852 | 6,8 |
Fondo cassa al 31 dicembre | 138.963.223 | 137.366.944 | -1,1 |
Residui attivi | 14.113.058 | 24.794.263 | 75,7 |
Residui passivi | 15.491.261 | 15.268.125 | -1,4 |
Risultato amministrazione al 31 dicembre | 137.585.019 | 146.893.081 | 6,8 |
di cui | |||
Vincolato | 135.997.087 | 140.573.484 | 3,4 |
Libero | 1.587.932 | 6.319.597 | 298,0 |
L’avanzo di amministrazione dell’esercizio 2018 ammonta a euro 146.893.081, con un incremento percentuale del 6,76 per cento rispetto al 2017, in cui era pari a euro 137.585.019 (già in crescita rispetto al 2016, in cui è stato pari a euro 125.624.405).
La relativa formazione è da ricondurre, in parte, alla difficoltà di un’adeguata programmazione della spesa, derivante dall’assegnazione del FOE e delle altre entrate di provenienza ministeriale, nonché nell’accreditamento di diversi fondi esterni (da ASI e altro) nella seconda metà dell’esercizio, fattore che riduce la possibilità di impegno dei finanziamenti ricevuti nell’esercizio di assegnazione.
Va considerato, inoltre, che l’elevata percentuale di economie di spesa che affluiscono nel risultato di amministrazione deriva, in prevalenza, dalla gestione dei fondi finalizzati alla
ricerca, il cui utilizzo avviene, fisiologicamente, in esercizi successivi a quello in cui si riceve il finanziamento, spesso a destinazione vincolata.
Tabella 11 – Risultato di amministrazione - destinazione
2017 | 2018 | Variazione percentuale 2018-2017 | |
A) vincolato per la ricerca | 87.814.507 | 92.004.690 | 4,77 |
B) vincolato per spese di edilizia | 5.045.903 | 4.061.305 | -19,51 |
C) vincolato per spese di personale | 43.136.676 | 44.507.488 | 3,18 |
Totale risultato vincolato | 135.997.087 | 140.573.484 | 3,37 |
Avanzo libero | 1.587.932 | 6.319.597 | 297,98 |
Totale risultato d’amministrazione | 137.585.019 | 146.893.081 | 6,77 |
Come accennato, gran parte del risultato d’amministrazione vincolato dell’INAF (pari, a fine 2018, a oltre 140 milioni di euro) è destinato a progetti di ricerca (circa il 65,45 per cento per cento, rispetto al 64,57 del 2017 ed al 63,63 del 2016) e all’edilizia (2,89 per cento, rispetto al 3,71 per cento del 2017 ed al 3,54 per cento del 2016).
La Nota integrativa riporta tutti i progetti di ricerca in corso che hanno generato economie confluite nel risultato di amministrazione, ma non indica l’esercizio di attribuzione dei relativi finanziamenti, non consentendo di poter valutare eventuali ritardi nell’attuazione o rendicontazione.
Invece, non risultano esplicitati le risorse vincolate a interventi sul patrimonio immobiliare, esposti, in netta prevalenza, in una voce unica (4,058 milioni di euro su 4,061 complessivi), dichiarata come genericamente derivante dagli avanzi di fondi vincolati destinati all’edilizia contenuti nei programmi triennali dei lavori pubblici. Anche in questo caso, l’assenza di indicazione dell’esercizio di provenienza non rende agevole analizzare eventuali ritardi attuativi o di rendicontazione.
Si tratta di destinazioni per le quali il Regolamento interno sull’amministrazione, la contabilità e l’attività contrattuale consente l’utilizzo già dal 1° gennaio dell’esercizio successivo, senza necessità di attendere l’approvazione del rendiconto consuntivo o ulteriore
autorizzazione da parte del CdA. Tali progetti hanno, infatti, molto spesso una durata
pluriennale, con rigide regole di rendicontazione delle spese, a fronte di entrate spesso disponibili per intero fin dall’inizio.
7.4.1 Il risultato di amministrazione vincolato per spese di personale
Un’ulteriore quota del risultato, pari a euro 44.507.488, è vincolata alla copertura di “spese per il personale”, facendo seguito ad analoghi cospicui vincoli registrati in esercizi precedenti (euro 43.136.676 a fine 2017; euro 40.809.585 a fine 2016). La Nota integrativa ricorda come siano diverse le cause che hanno determinato, nel tempo, un sensibile incremento di questa quota di avanzo.
Innanzitutto, incide in misura notevole l’accantonamento per il trattamento di fine rapporto e/o di fine servizio, che, alla data del 31 dicembre 2018, ammontava complessivamente ad euro 29.687.226. In proposito, la Direzione generale sta verificando quali siano stati i criteri finora adottati ai fini della quantificazione dell'importo annuale del predetto accantonamento (pari a euro 2.300.000) e se i trattamenti di fine rapporto o di fine servizio corrisposti ai singoli dipendenti collocati in quiescenza siano stati effettivamente prelevati dal fondo in parola o da autonomi stanziamenti di bilancio.
Un'altra voce che incide sensibilmente sul risultato di amministrazione vincolato è lo stanziamento destinato all’erogazione dei sussidi al personale, espressamente previsti dalle vigenti norme contrattuali. Il predetto stanziamento viene calcolato annualmente, in misura percentuale del “monte salari”, ma le fattispecie previste in sede di contrattazione collettiva nazionale integrativa consentono di accedere in minima parte a questo fondo (a destinazione vincolata), producendo una capacità di spesa nettamente inferiore rispetto all’entrata.
Una parte più consistente è derivata dall’impossibilità di applicare, per gli anni 2015, 2016, 2017 e 2018, gli istituti contrattuali che non hanno carattere fisso e continuativo, previsti sia dai "Fondi per il trattamento economico accessorio del personale inquadrato nei livelli compresi tra il quarto e l'ottavo" che dai "Fondi per il trattamento economico accessorio del personale inquadrato nei livelli compresi tra il primo ed il terzo", in quanto, nella maggior parte dei casi, i contratti integrativi, che ne devono definire le modalità di utilizzo non sono stati stipulati (nè, pertanto, certificati dal Collegio dei revisori dei conti e sottoposti all'esame dei ministeri vigilanti, ex art. 40-bis, comma 2, del d.lgs. n. 165 del 2001). Al 31 dicembre 2018, il predetto
xxxxxx xxxxxxxxx, relativamente al primo fondo sopra citato, a euro 3.313.132, e, per il secondo, a euro 2.688.179.
Peraltro, in data 4 giugno 2019 sono pervenute le note del 30 maggio 2019 e del 4 giugno 2019 con le quali il Dipartimento della Ragioneria Generale dello Stato e quello della Funzione Pubblica hanno formalmente comunicato l'esito positivo dei controlli relativi alle ipotesi dei Contratti collettivi nazionali integrativi che definiscono le modalità di utilizzo del trattamento economico accessorio del personale inquadrato nei livelli compresi tra il quarto e l'ottavo per gli anni 2015 e 2016, già certificati dal Collegio dei revisori.
Risulta ancora da concludere, invece, il procedimento di costituzione dei fondi e di contrattazione integrativa relativa agli anni 2017, 2018 e 2019, nonché gli analoghi adempimenti per il personale dei livelli I-III.
La rimanente parte della ridetta quota di avanzo sarebbe da imputare a previsioni di spesa del personale eccessivamente prudenziali, stratificatesi nel tempo, in assenza di un'analisi puntuale delle diverse voci che contribuiscono alla sua quantificazione, profilo sul quale la Direzione generale è intervenuta al fine di migliorare l'approccio metodologico, e che ha consentito di svincolare una prima quota di risultato già in sede di approvazione del bilancio 2018.
7.4.2. L’avanzo libero
L’avanzo libero, pari a 6,319 milioni di euro, ha registrato, a fine 2018, un cospicuo incremento rispetto ai due esercizi precedenti (in cui era stato pari a 1,2 ed a 1,5 milioni di euro), in particolare derivante dalle economie di spesa rilevate dall’Amministrazione centrale (per 5,625 milioni di euro) conseguenti anche all’attività di analisi condotta dalla Direzione generale sui vincoli apposti in precedenza.
In proposito, la delibera del Consiglio di amministrazione n. 47 del 4 luglio 2019, di approvazione del bilancio 2018, non ha proceduto alla destinazione di tale somma, che è intervenuta, invece, con la successiva delibera CdA n. 52 del 23 luglio 2019, secondo lo schema riportati nella tabella che segue. Con tali destinazioni di risorse, l’Amministrazione ha inteso, fra l’altro, superare o alcune irregolarità finanziarie, su cui si è già relazionato, rilevate, in particolare, dal Collegio dei revisori dei conti.
Tabella 12 - Avanzo libero
Destinazione | Importo | Motivazioni |
Accantonamento 2019 a TFR o TFS | 1.300.00033 | L’importo è stato calcolato dal competente Ufficio II della Direzione generale, seguendo una stima presuntiva, effettuata sulla base delle informazioni disponibili e di alcuni parametri |
Fondo rischi e oneri | 202.158 | Accantonamento a copertura dei residui attivi di difficile esazione (importo aggiunto a quello già accantonato, pari a euro 1.384.860) |
Fondo di riserva | 412.000 | A integrazione di quello già stanziato in sede di bilancio di previsione 2019 |
Versamenti a entrata bilancio dello Stato | 2.825.368 | Copertura finanziaria dei versamenti, relativi ad anni pregressi, previsti da art. 67, comma 6, d.l. n. 112/2008, convertito da legge n. 133/2008 (verbale congiunto MEF-MIUR-INAF del 9 luglio 2019) |
Ricerca scientifica | 1.580.070 | Assegnazione a Direzione scientifica per le esigenze della ricerca, in particolare di base |
Totale | 6.319.597 |
7.5 Il conto economico
Il conto economico 2018 è stato elaborato riclassificando le scritture finanziarie in base ai criteri della contabilità economico-patrimoniale, tramite un abbinamento che collega, in base al piano integrato dei conti, ciascun conto ad un capitolo finanziario.
La tabella che segue riporta le voci 2018 ed il confronto con il precedente esercizio 2017.
33 La citata deliberazione del CdA dell’INAF n. 52/2019 prevede, letteralmente, la destinazione di 2,3 milioni di euro, di cui, tuttavia, 1 milione di euro da prelevare dal fondo di riserva, previo reintegro di quello in quel momento stanziato. Appare, pertanto, maggiormente aderente alla realtà contabile indicare la destinazione di 1,3 milioni di euro, che, unitamente, alle altre assegnazioni conduce all’importo totale di euro 6.319.597, apri all’avanzo non vincolato emergente dal risultato di amministrazione al 31 dicembre 2018.
Tabella 13 - Il conto economico
2017 | 2018 | Variazione percentuale | |
Valore della produzione | |||
- Proventi da prestazioni e vendite beni e servizi | 703.196 | 859.864 | 22,28 |
- Proventi da trasferimenti e contributi | 123.784.996 | 135.097.778 | 9,14 |
- Altri ricavi e proventi diversi | 273.565 | 377.824 | 38,11 |
Totale valore della produzione | 124.761.758 | 136.335.466 | 9,28 |
COSTI DELLA PRODUZIONE: | |||
- Materie prime, sussidiarie, consumo e merci | 2.347.745 | 2.583.363 | 10,04 |
- Per servizi | 18.536.688 | 21.346.648 | 15,16 |
- Per godimento beni di terzi | 1.245.863 | 1.340.503 | 7,60 |
- Per il personale | 71.902.428 | 75.045.170 | 4,37 |
- Oneri diversi di gestione | 4.669.240 | 5.170.893 | 10,74 |
- Ammortamenti e svalutazioni | 4.499.465 | 4.418.026 | -1,81 |
- Trasferimenti e contributi a terzi | 19.976.754 | 24.138.720 | 20,83 |
- Accantonamenti per rischi ed oneri | 0 | 0 | 0 |
TOTALE COSTI DELLA PRODUZIONE | 123.178.185 | 134.050.578 | 8,83 |
Differenza tra valore e costi della produzione | 1.583.573 | 2.284.888 | 44,29 |
PROVENTI ED ONERI FINANZIARI: | |||
- Interessi ed altri oneri finanziari | 172.697 | 163.689 | -5,22 |
- Proventi finanziari | 1.094 | 0 | -100,00 |
Totale proventi ed oneri finanziari | -171.603 | -163.689 | -5,81 |
RETTIFICHE DI VALORE DI ATTIVITA’ FINANZIARIE | |||
- Rivalutazioni | 0 | 0 | 0 |
- Svalutazioni | 0 | 0 | 0 |
Totale rettifiche di valori | 0 | 0 | 0 |
PROVENTI ED ONERI STRAORDINARI: | |||
- Sopravvenienze passive ed insussistenze dell’attivo | 108.958 | 390.346 | 258,25 |
- Sopravvenienze attive ed insussistenze del passivo | 407.151 | 287.957 | 29,28 |
Totale delle partite straordinarie | 298.193 | -102.288 | 134,34 |
Risultato prima delle imposte | 1.710.163 | 2.018.910 | 18,05 |
Imposta dell’esercizio | 0 | 0 | 0 |
Avanzo/Disavanzo economico | 1.710.163 | 2.018.910 | 18,05 |
Tra le voci più significative, appare meritevole di menzione l’incremento registrato dai ricavi derivanti da trasferimenti e contributi (pari a oltre 135 milioni di euro, a fronte dei 123,78 del 2017), mentre le altre voci di ricavo, largamente minoritarie sul piano percentuale, rimangono sostanzialmente stabili.
Fra le voci dei costi della produzione (che registrano un incremento complessivo, fra 2017 e 2018, di circa 11 milioni di euro, pari al 8,83 per cento), devono essere segnalati gli aumenti
delle voci relativi ai servizi (per quasi 3 milioni, pari al 15,16 per cento) ed al personale (per poco più di 3 milioni di euro, pari al 4,37 per cento).
Le altre voci (in particolare, oneri finanziari e gestione straordinaria), in ragione del non rilevante importo in termini assoluti, non impattano sul risultato economico finale dell’esercizio, che chiude con un utile/avanzo economico pari ad oltre 2 milioni di euro (a fronte degli 1,71 milioni del 2017 e degli 1,23 del 2016) e si discosta solo lievemente da quello della sola gestione operativa (2,28 milioni di euro nel 2018, a fronte di 1,58 nel 2017)
Come accennato la gestione finanziaria presenta un saldo negativo di 163 mila euro (172,7 mila nel 2017), tutti derivanti da interessi passivi su finanziamenti. In base a quanto riportato nella Nota integrativa, alla data del 31 dicembre 2018 risultavano accesi due soli mutui. Un primo, pari a 2 milioni di mezzo di euro, di durata trentennale contratto nel 2006 con la Cassa Depositi e Prestiti finalizzato alla realizzazione, presso l’Osservatorio astronomico di Cagliari, del “Sardinia Radio Telescope”. Il relativo importo risulta erogato, per 1,133 milioni di euro nel 2009 e per i restanti 1,366 milioni nel 2018, previa presentazione di rendiconto delle spese sostenute. Invece, il piano di ammortamento, comportante nel 2018 un impegno finanziario complessivo pari a 148 mila euro (di cui 80,9 mila per interessi e 67,3 di quota capitale), risulta attivo sin dal 1° gennaio 2007. L’opera, avviata nel 2009, risulta conclusa nel 2018 e collaudata.
Il secondo mutuo, di importo pari a 2,523 milioni di euro, di durata ventennale, risulta stipulato sempre con Cassa Depositi e Prestiti, ma è stato erogato in unica soluzione quasi contestualmente alla stipula (avvenuta nel 2008). Il piano di ammortamento ha comportato nel 2018 un impegno finanziario complessivo pari a 201 mila euro (di cui 82,7 mila per interessi e 118,2 di quota capitale).
La gestione straordinaria chiude con un saldo negativo pari a 102 mila euro, derivante, in particolare, dall’incidenza delle “altre sopravvenienze passive” per 337 mila euro. Si tratta di oneri derivanti dagli accordi sottoscritti fra INAF e Agenzia spaziale italiana, che, in ragione di una convenzione intervenuta nel 2018, che ha precisato le modalità di contabilizzazione, dovrebbe permettere la riduzione di emersione sopravvenuta di passività.
7.5.1 Gli accantonamenti ed i fondi per rischi e oneri
Le voci di conto economico, sopra riassuntivamente rappresentate, non riportano alcun accantonamento a titolo di rischi (da contenzioso, per concessione di garanzie personali, etc.) o oneri (per rinnovo contrattuale personale dipendente, etc.)34.
Analogamente lo stato patrimoniale, analizzato al successivo paragrafo, non riporta alcun importo a titolo di fondo rischi e oneri.
Espone, invece, euro 1.384.841, a titolo di “altri fondi”, quale svalutazione dei crediti vantati per progetti di ricerca, finanziati dal Ministero. Principalmente, si tratta di due posizioni, una prima del valore di euro 840.429 ed una seconda di euro 387.780.
Per quanto concerne lo stato del contenzioso di cui è parte l’Istituto, al rendiconto 2018 è stata allegata una specifica relazione, a firma del Responsabile del Servizio affari legali. In base a quanto emergente da quest’ultima, il contenzioso attualmente pendente, quasi esclusivamente con il proprio personale, non appare foriero di rischi di condanna che possano pregiudicare gli equilibri di bilancio dell’Istituto. Tuttavia, appare opportuno, in prospettiva, procedere ad un accantonamento, che possa, confluendo nell’apposito fondo, garantire la copertura di eventuali oneri, riducendo il rischio di emersione di sopravvenienze passive.
Analoga operazione andrebbe operata, naturalmente, nelle scritture finanziarie, con confluenza dello stanziamento di spesa effettuato nel bilancio di previsione a titolo di accantonamento nella quota vincolata del risultato di amministrazione.
7.5.2 Gli accantonamenti per il trattamento di fine rapporto
Nello stato patrimoniale dell’INAF al 31 dicembre 2018 risulta esposto un fondo per trattamento di fine rapporto (relativo al personale non iscritto, a fini previdenziali, all’apposita cassa gestita dall’INPS, ex INPDAP, per i quali vengono versati i prescritti contributi previdenziali), pari a euro 30.632.518. Tuttavia, nel conto economico 2018 non risulta effettuato alcun accantonamento, per l’esercizio di competenza, a tale titolo (né analogo accantonamento compare nella parte spesa del bilancio di previsione finanziario)
34 Per quanto riguarda gli oneri per rinnovo contrattuale dei dipendenti, nel 2019, con delibera CdA n. 85 del 26 novembre 2019, è stata accantonata la somma di euro 721.339,29.
In proposito, il Collegio dei revisori dei conti, nel verbale n. 20 del 10 settembre 2019, nell’esaminare la delibera CdA n. 52 del 23 luglio 2019, di distribuzione dell’avanzo libero risultante dal risultato di amministrazione al 31 dicembre 2018, ha espresso parere non favorevole in considerazione della mancata destinazione di quota dell’avanzo in parola alla integrale copertura dell’accantonamento annuale a titolo di TFR dei dipendenti (in termini il precedente verbale n. 19 del 22 luglio 2019), prevedendo, invece, che una quota parte dell'importo da utilizzare per il trattamento di fine rapporto e/o fine servizio, pari ad 1 milione di euro, venga prelevata dal “Fondo di riserva”.
Il Collegio dei revisori ha sottolineato la necessità di superare la prassi sin qui seguita, provvedendo all’accantonamento annuale delle risorse necessarie per il TFR in sede di predisposizione del bilancio di previsione.
Nella medesima occasione, ha chiesto di conoscere le risultanze delle verifiche sulla correttezza della quantificazione dell’importo annuale del predetto accantonamento (e, di conseguenza, di quello complessivo del fondo), come da attività avviata dalla Direzione generale.
L’INAF, con delibera CdA n. 52 del 23 luglio 2019, ha destinato parte del risultato di amministrazione registrato al 31 dicembre 2018 (nello specifico, 1,3 milioni di euro), all’accantonamento delle quote di TFR e TFS relative al 2019, integrando tale importo con un ulteriore milione di euro, prelevato dal fondo di riserva (delibera CdA n. 60 del 27 settembre 2019).
7.6 Lo stato patrimoniale
La seguente tabella illustra i dati dello stato patrimoniale al 31 dicembre 2018, raffrontati a quelli esistenti al termine del precedente esercizio.
Tabella 14 - La situazione patrimoniale
ATTIVITA’ | 2017 | 2018 | ||
Parziali | Totali | Parziali | Totali | |
A) Crediti verso soci o per fondo di dotazione | 0 | 0 | 0 | 0 |
B) Immobilizzazioni: | 47.856.127 | 49.033.016 | ||
Immateriali | 557.438 | 947.946 | ||
Materiali | 47.198.089 | 47.984.469 | ||
Finanziarie | 100.600 | 100.600 | ||
C) Attivo circolante: | 150.278.737 | 155.257.565 | ||
Rimanenze | 0 | 0 | ||
Crediti (residui attivi) | 11.315.513 | 17.890.621 | ||
Attività finanziarie che non costituiscono immobilizzazioni | 0,00 | 0 | ||
Disponibilità liquide | 138.963.223 | 137.366.944 | ||
D - Ratei e Risconti: | 0 | 0 | ||
TOTALE ATTIVITA’ | 198.134.864 | 204.290.582 | ||
PASSIVITA’ | ||||
A -Patrimonio netto | 125.065.252 | 127.084.252 | ||
Fondo di dotazione | 0,00 | |||
Riserve (da utili) | 123.355.090 | 125.355.089 | ||
Avanzo/Disavanzo economico dell’esercizio | 1.710.163 | 2.018.910 | ||
Fondi per rischi ed oneri e altri fondi | 1.384.841 | 1.384.841 | ||
Trattamento di fine rapporto | 28.153.106 | 30.632.518 | ||
Debiti (residui passivi) | 18.408.207 | 19.340.087 | ||
Da finanziamento | 3.605.350 | 4.786.628 | ||
Verso fornitori | 3.908.828 | 3.750.237 | ||
Per trasferimenti | 311.207 | 594.923 | ||
Tributari | 2.771.609 | 2.945.662 | ||
Previdenziali e assistenziali | 2.567.486 | 2.663.155 | ||
Altri debiti | 4.897.330 | 4.335.499 | ||
Ratei e risconti | 25.123.458 | 25.848.971 | ||
TOTALE PASSIVITA’ | 198.134.864 | 204.290.582 |
In particolare, le immobilizzazioni ammontano a poco più di 49 milioni di euro, con un lieve incremento rispetto a fine 2017 (in cui erano pari a 47,8 milioni di euro) e sono costituite, in netta prevalenza, dalle materiali, pari a 47,8 milioni di euro (a fine 2017, 47,2 milioni), mentre poco rilevanti risultano quelle immateriali e le finanziarie.
In tale voce sono esposte anche 7,258 milioni di euro a titolo di “immobilizzazioni in corso”, riferite, in realtà, all’acquisto di materiale informatico (valorizzate in tale voce, in luogo delle “immobilizzazioni materiali”, a causa di un disallineamento fra le scritture finanziarie e quelle patrimoniali).
L’attivo circolante ammonta ad euro 155 milioni, in sensibile incremento rispetto ai 150 milioni del 2017, dovuto, in particolare, all’aumento dei crediti (residui attivi), il cui importo, a fine 2018, è stato di euro 17 milioni, a fronte degli 11 del 2017. Le disponibilità liquide, invece, risultano sostanzialmente stabili (138,9 milioni di euro a fine 2017; 137,3 milioni a fine 2018).
Il patrimonio netto cresce fino a 127 milioni di euro, a fronte dei 125 milioni di fine 2017, in particolare in ragione del positivo risultato registrato nel conto economico 2018, pari come già visto, a poco più di 2 milioni di euro.
Il passivo dello stato patrimoniale non riporta alcun importo a titolo di “fondo per rischi e oneri”, mentre espone 1,38 milioni di euro a titolo di “altri fondi”. Si tratta, come detto, di un fondo svalutazione crediti riferito a due progetti di ricerca non ancora oggetto di rendicontazione (al MIUR ed alla Regione Campania), successivamente integrato, a copertura di altri residui attivi, per euro 202.158 in sede di destinazione dell’avanzo non vincolato 2018 (delibera CdA n. 52 del 23 luglio 2019).
I debiti complessivi risultano in lieve crescita (da 18,4 a 19,3 milioni di euro).
Si rileva che l’importo di questi ultimi non collima con i residui passivi del conto finanziario (pari, come visto, a 15,26 milioni di euro). In modo analogo, i crediti risultano esposti, nello stato patrimoniale, per 17,89 milioni di euro, mentre i residui attivi del rendiconto ammontano a 24,79 milioni. Si tratta di discrasie che rendono necessaria la prosecuzione delle azioni tese a integrare le scritture finanziarie ed economico patrimoniali, rendendone coerenti gli esiti.
All’interno della macro-voce aumentano, in particolare, i debiti da finanziamento (da 3,6 a 4,7 milioni di euro), derivanti dall’attivazione, già indicata, nel 2018, di un mutuo contratto in precedenza con Xxxxx Xxxxxxxx e Prestiti.
Risultano in lieve diminuzione quelli verso fornitori (da 3,9 a 3,7 milioni di euro) e sostanzialmente stabili quelli tributari e verso istituti previdenziali. In diminuzione anche gli “altri debiti” (da 4,8 a 4,3 milioni di euro), voce indistinta, alimentata, come tutte quelle patrimoniali, dalle scritture finanziarie, che, al momento, l’Istituto riferisce essere in fase di revisione per consentirne l’allineamento).
7.6.1 Il patrimonio immobiliare
L’INAF dispone, a vario titolo, di un patrimonio immobiliare vasto ed eterogeneo. L'attuale struttura organizzativa è, infatti, articolata in sedici "Strutture di Ricerca", dislocate sull'intero territorio nazionale. A queste si aggiungono la sede dell’Amministrazione Centrale, in Roma, ed alcune "Stazioni Osservative", dislocate sia in Europa che in paesi extraeuropei.
Nel corso degli ultimi anni è stato, peraltro, avviato un processo di riorganizzazione delle "Strutture di ricerca", con positive ricadute, sia sotto il profilo logistico, organizzativo e funzionale che sotto quello del contenimento della spesa. Nell’ambito di tale processo, con delibera n. 78 del 25 luglio 2017, il Consiglio di amministrazione ha avviato le procedure per l’accorpamento dell’Istituto di Astrofisica Spaziale e Fisica Cosmica di Bologna e dell’Osservatorio Astronomico di Bologna, pienamente operativo a decorrere dal 1° gennaio 2018, con la costituzione dell’Osservatorio di Astrofisica e Scienza dello Spazio di Bologna.
Sempre limitando l’analisi all’arco temporale oggetto di osservazione nel presente referto, è stato perfezionato, in data 22 novembre 2018, un nuovo accordo tra l’INAF ed il CNR per rinnovare i contratti di comodato degli immobili presenti nelle "Aree di Ricerca" di Bologna, Tor Vergata (Roma) e Milano e di quelli ubicati nelle "Stazioni Osservative" di Medicina (BO) e di Noto (SR), propedeutici al successivo passaggio in proprietà all’Istituto, previsto per il 2019, ma al momento non ancora intervenuto (il contratto di comodato è stato rinnovato fino al 22 novembre 2020).
Ai fini del censimento, della registrazione inventariale e della corretta gestione del patrimonio immobiliare, detenuto a qualunque altro titolo, la Direzione generale aveva istituito, con determina n. 154 del 5 luglio 2017, un apposito tavolo tecnico interno, con il compito di effettuare una analitica ricognizione, le cui competenze sono state ampliate e rese stabili dalla successiva determina direttoriale n. 263 del 12 ottobre 2018.
In particolare, alla struttura in parola è stato affidato il compito di verificare ed integrare i dati inseriti nel "Quadro riassuntivo" del patrimonio immobiliare dell'Ente, quantificare il valore dei beni proprietà, acquisire un software che consenta di ottimizzarne la gestione.
A tal fine, è stato preliminarmente definito un programma di azioni, suddiviso per fasi.
Nel corso della seconda di queste, il Tavolo tecnico ha raccolto e implementato tutti i dati e le informazioni che riguardano il patrimonio immobiliare in un unico “Quadro riassuntivo”,
suddiviso per "Strutture di Ricerca", in cui sono riportati, in modo analitico, tutti i dati che riguardano le pertinenti unità immobiliari.
Sulla base delle informazioni raccolte è stato possibile eseguire un primo calcolo del "valore catastale rivalutato" degli immobili che concorrono alla formazione del patrimonio dell'Ente, che, in base al titolo d’uso degli stessi, è il seguente:
- euro 77.543.179, per gli immobili di proprietà del Demanio (54,66 per cento);
- euro 51.007.979, per gli immobili di proprietà del CNR (35,95 per cento);
- euro 10.512.805, per gli immobili di proprietà INAF (7,41 per cento);
- euro 1.926.473, per gli immobili di proprietà universitaria (1,36 per cento);
- euro 877.703, per altri immobili utilizzati dall’INAF a vario titolo (0,62 per cento).
I dati esposti non concordano, tuttavia, con quelli riportati nello stato patrimoniale al 31 dicembre 2018, che, come visto in precedenza, espone immobilizzazioni materiali per un totale di 47,984 milioni di euro, di cui 4,641 a titolo di beni demaniali, 31,023 a titolo di immobili non demaniali, 7,258 per immobilizzazioni in corso e 5,060 per immobilizzazioni acquisite tramite contratti di leasing finanziario.
Il progetto prima descritto prevede, altresì, la revisione di inventario e la definizione del valore attuale degli immobili, attività per le quali è stato conferito, nel 2019, un incarico ad un professionista esterno, al fine di redigere apposite perizie di stima. Queste ultime sono state presentate in data 15 maggio 2019, ed evidenziano il valore venale, sia ai fini inventariali che assicurativi, dei beni immobili (terreni e fabbricati) delle strutture territoriali di cui l’INAF è proprietario, come di seguito elencati.
Tabella 15 - Revisione inventario - perizie di stima
Valore ai fini inventariali | Valore ai fini assicurativi | ||
Osservatorio Astrofisico di Torino | Pino Torinese (TO) | 5.080.800 | 5.492.900 |
Osservatorio Astronomico di Padova | Asiago (VI) | 2.876.450 | 3.973.300 |
Osservatorio Astronomico di Palermo | Palermo (PA) | 109.500 | 3.257.200 |
Osservatorio di Astrofisica e Scienza dello spazio | Bologna (BO) | 6.569.500 | 6.639.300 |
Osservatorio Astronomico di Trieste | Trieste (via Tiepolo 13) | 2.089.500 | 3.033.600 |
Osservatorio Astronomico di Trieste | Trieste (via Bazzoni 2) | 3.409.300 | 3.638.800 |
Osservatorio Astronomico di Trieste | Trieste, Basovizza | 3.478.800 | 4.164.900 |
Osservatorio Astronomico d’Abruzzo | Teramo | 2.291.100 | 2.933.900 |
Totale | 25.864.950 | 33.133.900 |
Attualmente, il professionista incaricato, sempre con il supporto del Tavolo tecnico interno, ha avviato la redazione delle perizie di stima dei beni immobili che l'Ente utilizza ad altro titolo (locazione, comodato, concessione in uso, detenzione qualificata), per la definizione del loro valore venale, sia ai fini inventariali che ai fini assicurativi.
7.7 L’indicatore di tempestività dei pagamenti
L’art. 41 del d.l. 24 aprile 2014 n. 66, convertito dalla l. 23 giugno 2014, n. 89, ha introdotto l’obbligo, a partire dall’esercizio 2014, di allegare al rendiconto consuntivo un prospetto attestante l’importo dei pagamenti effettuati oltre i termini prescritti dal d.lgs. 9 ottobre 2002,
n. 231, nonché l’indicatore annuale di tempestività dei pagamenti, di cui all’articolo 33 del d.lgs. 14 marzo 2013, n. 33. Le indicazioni tecnico-operative in merito a tale adempimento sono contenute nel DPCM del 22 settembre 2014, nonché nelle circolari MEF n. 3 del 14 gennaio 2015 e n. 22 del 22 luglio 2015.
Nell’esercizio 2018 l’indicatore di tempestività dei pagamenti mostra un valore medio ponderato di -2,98 (palesante un anticipo di circa 3 giorni, in media, rispetto ai 30 prescritti, in via ordinaria, dalla legge), mentre il valore dei pagamenti eseguiti in ritardo rispetto ai tempi massimi prestabiliti è stato pari a euro 3.599.927 (il prospetto non riporta, tuttavia, l’ammontare complessivo di riferimento, che, in base all’interlocuzione intercorsa, è risultato pari a euro 59.781.886). Il documento evidenzia come il cospicuo numero dei pagamenti effettuati oltre il termine massimo prestabilito derivi, in prevalenza, da motivazioni indipendenti dalla volontà dell’Amministrazione (necessità di ottenere chiarimenti, rettifiche, etc.) e che, al fine di ridurre i tempi, oltre all’adozione del registro delle fatture (imposto dall’art. 66 del citato d.l. n. 66 del 2014), sono state emanate varie circolari finalizzate a sensibilizzare il personale di tutte le strutture dell’INAF, centrali e territoriali.
Il Collegio dei revisori, nel verbale n. 18/2019, ha rilevato come l’indicatore in esame sia stato elaborato usando i dati estrapolati dal sistema informativo interno di contabilità e non tramite la piattaforma per la certificazione dei crediti commerciali, come prescritto dall’art. 1, comma 861, della l. n. 145 del 2018 (criticità poi superata nel corso del 2019).
8. LE PRINCIPALI SITUAZIONI OGGETTI DI CONTENZIOSO
8.1 Crediti per maturato TFR verso CNR
La Nota integrativa al bilancio 2018 ricorda, come già accennato in precedenza, come l’INAF vanti ingenti crediti nei confronti del CNR (di recente quantificati con maggiore precisione), che non ha provveduto a trasferire le risorse, a suo tempo accantonate a titolo di TFR/TFS, maturate dal personale transitato nei ruoli dell’Istituto il 1° gennaio 2005.
Al riguardo, la Nota integrativa precisa che il CNR, oltre a non aver corrisposto tali risorse, non ha comunicato la complessiva consistenza del fondo maturato, dai dipendenti trasferiti, fino al 31 dicembre 2004 (fattore che ha suggerito all’INAF di non iscrivere, sinora, un credito a bilancio).
Il medesimo CNR, tuttavia, rimborsa le spese relative al TFR/TFS solo al termine dell’anno nel quale vengono sostenute (a titolo di anticipazione) dall’INAF.
La Nota integrativa citata riferisce, altresì, che, nonostante i ripetuti, formali, solleciti della Direzione generale e le numerose riunioni dei tavoli tecnici congiunti all’uopo costituiti, non sono stati raggiunti risultati apprezzabili (motivo per il quale vengono prospettate iniziative anche di tipo giurisdizionale), a distanza ormai di tredici anni (in quel momento) dall’avvenuto trasferimento.
Nello specifico, nel 2018, si è tenuto un incontro, nel quale è stato definito un accordo di massima che prevede l'impegno, da parte del CNR, a comunicare formalmente i dati necessari per consentire all’INAF di iscrivere nel proprio bilancio gli accantonamenti annuali a titolo di TFR/TFS per il personale a suo tempo transitato.
Il problema è stato evidenziato anche nella precedente Relazione redatta da questa Sezione di controllo, in cui, dopo aver evidenziato come il CNR abbia effettivamente trasferito all’INAF, nel 2017, le risorse necessarie per pagare le indennità di anzianità del personale cessato nel 2016, pari a euro 210.193 (per inciso, nel 2018, oggetto di esame in questa sede, euro 289.111), ha rilevato come l’indeterminatezza del preciso importo dei crediti e dei debiti intercorrenti tra i due enti contribuisce a non rendere affidabili, sul punto, i dati di bilancio dell’INAF. In particolare, era parso necessario chiarire l’effettivo ammontare della situazione debitoria del CNR nei confronti dell’INAF, in relazione alle unità di personale ancora in servizio, dando attuazione all’accordo quadro stipulato dai due enti il 31 marzo 2005, nonché agli accordi
specifici successivi, al fine di assicurare una corretta programmazione delle spese nei prossimi esercizi ed evitare l’emersione di sopravvenienze passive.
Di recente, il Collegio dei revisori, nel verbale n. 28 del 21 febbraio 2020, è tornato sulla problematica, prendendo atto della nota del 20 febbraio 2020, con la quale il CNR ha proposto le modalità di definizione della questione in esame, al momento al vaglio degli organi di amministrazione dell’INAF. La nota CNR in parola riporta, analiticamente, tutti i prospetti del personale cessato dal servizio dal 2005 al 2019, nonché l’importo del montante del trattamento di fine rapporto trasferito dall’INAF nei medesimi esercizi (o meglio, in quelli in cui vi è stata cessazione di dipendenti ex CNR), da ultimo, per il 2020, pari a euro
454.321 (oltre a due conguagli riferiti ad anni precedenti). Pertanto, al momento, il credito vantato dall’INAF nei confronti del CNR, in base all’elenco prodotto da quest’ultimo, per le 162 unità di personale ancora in servizio35, risulta pari a euro 5.007.599, di cui euro 4.585.701 per le n. 92 unità in regime di TFS (assunte fino al 31 dicembre 2000) ed euro 421.898 per le 72 unità in regime di TFR (assunte dopo il 1° gennaio 2001).
8.2 Crediti verso INPS, gestione ex INPDAP
Analoghe problematiche permangono, sempre in base a quanto riportato nella Nota integrativa 2018, con riguardo ai crediti vantati dall’INAF nei confronti dell’INPS, gestione ex INPDAP. Infatti, a decorrere dal 1° gennaio 2006, per effetto del passaggio del personale contrattualizzato, in quel momento in servizio presso l’INAF, al comparto degli enti di ricerca, è cessata l’iscrizione del ridetto personale (con esclusione di quello inquadrato nella qualifica di “astronomo”, che ha mantenuto il regime di diritto pubblico), alla cassa previdenziale ex ENPAS, gestita dall’ex INPDAP (poi confluito in INPS).
L’INAF, in proposito, riferisce che l’ex INPDAP avrebbe comunicato tale circostanza solo nel 2009, salvo ritenere il personale in parola sprovvisto di copertura sin dal momento del passaggio al nuovo comparto, avvenuto appunto dal 1° gennaio 2016). Pertanto, l’INAF ha curato direttamente la gestione e l’erogazione del trattamento di fine rapporto (per i dipendenti assunti dal 2001) e di quello di fine servizio (per i dipendenti quali assunti prima del 2001), continuando, tuttavia, anche per l’arco temporale 2006-2009 a versare i contributi alla gestione ex INPDAP.
35 In base ai dati comunicati dall’INAF, in sede di interlocuzione istruttoria, le unità di personale transitate a suo tempo dal CNR e ancora in servizio alla data del 31 dicembre 2019 sarebbero 154 (al 31 dicembre 2018 erano 167).
A decorrere dal 2010 (primo esercizio successivo alla comunicazione di non iscrizione, effettuata dall’INPDAP nella seconda metà del 2009), l’INAF ha gestito direttamente i due menzionati trattamenti di fine servizio, richiedendo, contestualmente, all’ex INPDAP, il montante dei contributi accantonati, per le unità di personale confluite nel comparto degli enti e delle istituzioni di ricerca, nel periodo compreso tra la loro assunzione ed il 30 dicembre 2005.
L’importo dei contributi versati a suo tempo alla gestione ex INPDAP, oggi confluita in INPS, è stato stimato in euro 4.581.955 (come da nota del 21 aprile 2017, a firma del Direttore generale dell’Istituto, recante, altresì, diffida ad adempiere e costituzione in mora). In seguito, al fine di pervenire al recupero di tali contributi, è stato istituito un apposito tavolo tecnico congiunto INAF-INPS che sta procedendo alle necessarie, e complesse, denunce contributive rettificative, che, una volta completate, dovrebbero far emergere, nelle rispettive contabilità, l’importo preciso del credito vantato dall’INAF.
Anche su tale questione è intervenuto di recente il Collegio dei revisori dei conti (verbali n. 12 del 28 marzo 2019 e n. 20 del 10 settembre 2019) che ha sottolineato la necessità di procedere tempestivamente agli adempimenti richiesti dall’INPS nell’ambito del Tavolo tecnico, la cui ultima riunione risalirebbe al 14 giugno 2017.
Nell’occasione, sono emerse altre discrasie in ordine ai versamenti di contributi previdenziali, in particolare per le ritenute figurative ed il recupero di crediti per erronei versamenti in eccesso, anche risalenti nel tempo (2014), per le quali sono stati manifestate, dagli uffici competenti, difficoltà di interlocuzione con i competenti uffici dell’INPS.
Appare, pertanto, necessario, ad avviso di questa Corte, proseguire le azioni tese al recupero dei crediti suddetti ovvero, in alternativa, previa autorizzazione dei ministeri vigilanti, procedere alle dovute cancellazioni o compensazioni, al fine di rendere il bilancio maggiormente affidabile.
Da ultimo, il Collegio dei revisori, nel recente verbale n. 28 del 21 febbraio 2020, preso atto dei ritardi nella conclusione del processo di definizione del preciso importo, da parte del tavolo tecnico congiunto INAF-INPS, ha ritenuto necessario, al fine di garantire i futuri equilibri di bilancio, accantonare a fondo rischi l’importo integrale del credito vantato nei confronti dell’INPS.
In precedenza, il CdA dell’INAF, con delibera n. 85 del 26 novembre 2019, aveva accantonato
a fondo svalutazione crediti l’importo di euro 1.350.000, pari a circa il 30 per cento del credito
in esame, mentre non ha ritenuto di procedere ad un accantonamento integrale (salvo rivalutare la questione in sede di approvazione del rendiconto 2019), in quanto il credito sarebbe riconosciuto dall’INPS, ma necessitante di precisa quantificazione (per le motivazioni esplicitate, anche di recente, dal Direttore generale, nella nota n. 1971 del 4 marzo 2020).
8.3 Il credito verso i precedenti amministratori
L’INAF vanta un credito, nei confronti del presidente e dei componenti del Consiglio di amministrazione in carica nel periodo compreso tra il 2005 ed il 2007, pari a circa trecentomila euro, a titolo di indennità percepite per un importo superiore a quello a cui avevano diritto.
Avverso i provvedimenti di recupero delle somme indebitamente corrisposte, i titolari dei predetti incarichi hanno proposto ricorso innanzi al TAR del Lazio, che ha, in primo luogo, rigettato le istanze cautelari presentate, con ordinanze, invece, annullate dal Consiglio di Stato, che ha disposto la sospensione della esecutività dei provvedimenti citati.
Con sentenze n. 8230 del 19 luglio 2018, e n. 8789 del 6 agosto 2018, il TAR del Lazio, ha, nel merito, rigettato i ricorsi. La Direzione generale ha, comunque, avviato, per il tramite del Servizio affari legali e contenzioso, le procedure di recupero delle somme indebitamente corrisposte.
9. CONSIDERAZIONI CONCLUSIVE
L’Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF), istituito con il d.lgs. 23 luglio 1999 n. 296, e successivamente riordinato con il d.lgs. 4 giugno 2003 n. 138, è il principale Ente per la ricerca nel campo dell’astrofisica e dell’astronomia. E’ stato oggetto della riforma contenuta nel d.lgs. n. 218 del 2016, che ha comportato la rivisitazione dello statuto e del regolamento di organizzazione, mentre i regolamenti di contabilità e del personale non sono stati ancora deliberati dal Consiglio di amministrazione.
La Relazione del Presidente al rendiconto 2018 ha evidenziato come la programmazione finanziaria dell’INAF sia stata caratterizzata, negli ultimi anni, da alcune difficoltà connesse alla mancata copertura, da parte del FOE, erogato annualmente dal MIUR (oggi, MUR), del budget necessario ai principali impegni internazionali. Questa circostanza è stata fronteggiata ricorrendo all’utilizzo della quota premiale del FOE medesimo, lasciando, tuttavia, pochi margini alla ricerca libera, al finanziamento di bandi interni per la ricerca, a borse di dottorato o ad altre iniziative tese a mantenere elevato il profilo scientifico dell’Istituto.
Nel 2018 si è assistito ad un significativo riequilibrio delle quote assegnate, all’interno del FOE, alla “Ricerca a valenza internazionale” ed alla “Progettualità straordinaria”, garantendo copertura alle iniziative internazionali già attive.
Nel 2018 sono proseguite le principali iniziative internazionali. La citata Relazione del Presidente ha sottolineato, in proposito, che la gestione delle grandi infrastrutture astronomiche richiede, a causa del continuo upgrade della strumentazione necessaria, un budget annuo che oscilla fra il 5 e il 10 per cento del loro valore capitale. Ai ridetti costi annuali, si aggiungono quelli del progetto straordinario dell’ESO “E-ELT”, il cui contributo annuale a carico all’INAF oscilla fra i 4 ed i 6 milioni di euro, per un totale annuo pari a circa
15 milioni di euro. Il 2018 ha visto anche la conclusione dei negoziati, presieduti dal Ministero per gli affari esteri e la cooperazione internazionale, finalizzati all’avvio di ulteriori iniziative internazionali, finanziate, da MAECI e MIUR, per circa 15 milioni di euro.
Le disposizioni del MIUR, che, a partire dal 2018, hanno consentito di iscrivere a bilancio l’ex “quota premiale”, finalizzandola al completamento del processo di stabilizzazione del personale c.d. precario hanno posto, nuovamente, un problema di risorse per la “ricerca di base”. Sotto tale profilo, la Relazione al rendiconto 2018 auspica che l’Istituto possa attingere al Fondo integrativo speciale per la ricerca del MIUR, per il quale la legge di bilancio n. 145
del 2018 aveva previsto, per il triennio 2019-2021, un finanziamento annuale pari a circa 25 milioni di euro (da erogare su base competitiva).
Rimane, invece, attuale il sottodimensionamento del FOE ordinario, in particolare per la necessità di proseguire il processo di stabilizzazione e, in generale, quello di reclutamento del personale. In questo quadro, un ausilio è stato fornito dalla decisione, da parte del MUR, di incrementare, nel 2019, il FOE dell’INAF.
Sul piano organizzativo e della governance interna, va salutato con favore il recente rinnovo, intervenuto fra fine 2019 ed inizio 2020, del Presidente e dei consiglieri di amministrazione (nonché, a cascata, di Direttore scientifico e Direttore generale), mentre è ancora in itinere il processo teso ad adeguare il Regolamento di organizzazione e funzionamento ed il Regolamento di amministrazione e contabilità alle recenti novità normative (in particolare, aventi fonte, nel d.lgs. n. 218 del 2016, di semplificazione dell’attività degli enti di ricerca, e nel d.lgs. n. 91 del 2011, di armonizzazione dei sistemi contabili degli enti pubblici non territoriali, entrato in vigore a regime dal 2016, dopo un periodo di sperimentazione).
Per quanto riguarda la gestione economico-finanziaria, l’esercizio 2018, si è chiuso, registrando un avanzo finanziario di competenza pari a euro 9.251.264 (nel 2017, euro 11.704.965; nel 2016, euro 7.655.621).
La spesa per il personale, pari a 72,556 milioni di euro, compresi gli oneri riflessi, ha assorbito, come negli anni precedenti, la quota percentuale maggiore (55 per cento) di quella complessiva (in lieve calo rispetto al 57 per cento del 2017). Le spese per “acquisto di beni e servizi”, pari a 25,173 milioni di euro, si sono attestate al 19 per cento sia della spesa complessiva che di quella corrente (in entrambi i casi, al netto delle partite di giro), mentre le spese per “trasferimenti correnti”, pari a 24,123 milioni di euro, hanno costituito il 18 per cento della spesa complessiva ed il 19 per cento di quella corrente. Va segnalato come gli oneri per il personale, in particolare di quello assunto a tempo indeterminato, sono destinati a crescere in ragione del citato processo di stabilizzazione, avviato nel 2018 e ancora in corso.
Le spese in conto capitale incidono sul totale, al netto delle partite di giro, per il 4,23 per cento (sostanzialmente stabili rispetto al 4,31 per cento del 2017).
Il risultato di amministrazione ammonta, al 31 dicembre 2018, ad euro 146.893.081 (in crescita rispetto agli euro 137.585.019 di fine 2017), ed è costituito, in prevalenza da risorse vincolate (euro 140.573.484), alcune delle quali aventi fonte in fenomeni patologici, quali il sensibile
ritardo nella costituzione dei fondi per la contrattazione del personale e nella stipula dei
contratti integrativi, criticità attenuatesi nel successivo esercizio 2019 (con l’intervenuta certificazione, da parte del Collegio dei revisori dei conti e dei Ministeri vigilanti, dei fondi di contrattazione del personale dirigente e dei livelli IV-VIII fino all’anno 2016).
Anche l’avanzo libero è cresciuto, nel 2018, fino ad euro 6.319.597 (contro gli euro 1.587.931 del 2017), consentendo di dare copertura ad alcuni oneri (TFR e TFS) e rischi potenziali (svalutazione crediti). In particolare, su indicazione del Collegio dei revisori dei conti e sulla base di apposito accordo intervenuto con il Ministero dell’economia e delle finanze, l’Amministrazione ha destinato una quota cospicua (euro 2.825.368) dell’avanzo citato a copertura dell’onere derivante dal mancato versamento all’entrata del bilancio dello Stato, in esercizi anteriori al 2018 (in particolare, dal 2011 al 2017), dei risparmi conseguenti al rispetto di norme di finanza pubblica.
La gestione finanziaria ha palesato, al 31 dicembre 2018, residui attivi per 24.794.263, alcuni dei quali risalenti nel tempo o non esattamente quantificati, criticità che sono state in parte attenuate mediante l’implementazione di un fondo svalutazione crediti (in particolare, per alcuni progetti di ricerca non ancora rendicontati).
I residui passivi, a fine 2018, sono stati pari a euro 15.258.125, senza far emergere situazioni patologiche sotto il profilo del ritardo nei pagamenti. L’indicatore medio di tempestività, infatti, registra un valore medio ponderato di -2,98 (palesante un anticipo di circa 3 giorni rispetto ai 30 prescritti, in via ordinaria, dalla legge), anche se l’importo dei pagamenti eseguiti in ritardo è stato di euro 3.599.927 (rendendo opportune azioni tese a ridurlo).
L’INAF è tenuto ad approvare, a fini conoscitivi, anche i documenti propri della contabilità economico-patrimoniale. L’utile del conto economico è cresciuto, nel 2018, da euro 1.710.163 ad euro 2.018.910, in particolare grazie alla gestione operativa, che presenta un saldo di euro 2.284.888 (in crescita rispetto agli euro 1.583.573 del 2017) e all’aumento del valore della produzione, che ha permesso di compensare i maggiori costi. La gestione finanziaria presenta un saldo negativo pari a euro 163.689 (in linea con gli euro 171.603 del 2017), mentre quella straordinaria chiude in negativo per 102.288 euro (a fronte del saldo positivo di euro
298.193 del 2017).
L’importo complessivo dell’attivo patrimoniale al 31 dicembre 2018 è stato pari a euro 204.290.582 (in lieve crescita rispetto agli euro 198.134.864 di fine 2017), mentre il patrimonio netto cresce da euro 125.065.252 ad euro 127.084.252 (in ragione dell’utile registrato nel 2018).
Va osservato che, nel corso del 2018, sono state completate alcune delle programmate fasi del processo di monitoraggio e valorizzazione del patrimonio immobiliare detenuto, a vario titolo, dall’Istituto, presupposto funzionale non solo ad una migliore utilizzazione ma anche all’osservanza delle regole di finanza pubblica che al ridetto aggregato fanno riferimento. Appare, in prospettiva, necessario assicurare la coincidenza (o meglio, la conciliabilità) fra i dati ed i valori riportati nell’inventario e quelli esposti nello stato patrimoniale.
Inoltre, risulta necessario completare l’avviata operazione del trasferimento in proprietà dei beni immobili del CNR, utilizzati da tempo dall’INAF in virtù di contratti di comodato.
L’Istituto, con la deliberazione n. 110 del 18 dicembre 2018, di approvazione del primo piano periodico di revisione delle partecipazioni societarie, ha ribadito, come già fatto con la precedente deliberazione n. 97/2017, di mantenere le partecipazioni di minoranza detenute presso tre consorzi, espletanti attività di ricerca inerente alla propria missione istituzionale, la cui costituzione è stata promossa e autorizzata a suo tempo dal MIUR, e che non comportano oneri finanziari per l’Istituto (decisione confermata nella deliberazione CdA del 5 maggio 2020).
Meritevoli di particolare attenzione risultano i rapporti finanziari con la “Fondazione Xxxxxxx Xxxxxxx – Inaf Fundacion Canaria, ente di diritto spagnolo, costituita nel 2004 dall’INAF (previa autorizzazione del MIUR), in attuazione di accordi diplomatici intervenuti tra l’Italia e la Spagna, per la gestione di un telescopio nelle Isole Canarie. Recentemente, sono stati messi a disposizione del nuovo Consiglio d’amministrazione (oltre che del Collegio dei revisori) i documenti di bilancio della Fondazione, anche al fine di una rivalutazione della congruità del contributo annuo erogato dall’Istituto (pari, nel 2018, a 2,5 milioni di euro e cresciuto, nel 2019 e nel 2020, a 2,7 milioni), che, a seguito della riduzione, nel 2019, del finanziamento ministeriale (da 2,5 a 2 milioni di euro annui), incide, parzialmente, su risorse proprie.
Il rendiconto 2018 riportava, come nei precedenti esercizi, una indefinita situazione creditoria nei confronti del Consiglio nazionale delle ricerche a titolo di accantonamenti per trattamento di fine rapporto o di fine servizio maturato dal personale già in servizio presso il CNR transitato all’INAF (in numero complessivo di 317 unità) a decorrere dal 1° gennaio 2005. Di recente (febbraio 2020), il CNR ha quantificato il debito residuo (al netto delle cessazioni intervenute fra il 2005 ed il 2019) in euro 5.007.599 (oltre ad euro 454.321, riferiti ai pensionamenti previsti nel 2020) e le modalità di adempimento (rateizzate in base
all’esercizio di programmato pensionamento del personale).
Analoghe problematiche erano emerse, e tuttora permangono, con riguardo ai crediti vantati dall’INAF nei confronti dell’INPS, gestione ex INPDAP, stimato in euro 4.581.955, a titolo di contributi previdenziali versati in eccesso, a titolo di TFR/TFS, nell’arco temporale 2006-2009. Sul punto, il Consiglio d’amministrazione, con delibera n. 85 del 26 novembre 2019, ha accantonato a fondo svalutazione crediti l’importo di euro 1.350.000, pari a circa il 30 per cento della posizione in esame.
Infine, appare necessario proseguire le azioni tese a recuperare il credito, pari a circa trecentomila euro, che l’INAF vanta nei confronti del Presidente e dei componenti del Consiglio di amministrazione in carica nel periodo compreso tra il 2005 ed il 2007, a titolo di indennità percepite per un importo superiore a quello spettante.
CORTE DEI CONTI – SEZIONE DEL CONTROLLO SUGLI ENTI