EDITORIALE
Newsletter n. 14 - luglio 2007
EDITORIALE
TITOLO: Firmato l’Accordo di Riconversione Produttiva dello stabilimento saccarifero di Porto viro
di Xxxxxxxx Xxxxxx – Direzione Qualità Ambiente e Sicurezza e Sviluppo Nuovi Progetti di Italia Xxxxxxxx S.p.A.
Italia Zuccheri S.p.A., la Regione Veneto, la Provincia di Rovigo, il Comune di Porto Viro, il Comune di Loreo, le Organizzazioni professionali Agricole, le Organizzazioni delle Cooperative Agricole e le Rappresentanze Sindacali hanno firmato nello scorso mese di giugno, a Venezia, l’accordo di riconversione produttiva dello stabilimento saccarifero di Porto Viro, disattivato a seguito della riforma comunitaria del settore bieticolo-saccarifero, in impianto per la produzione di bietanolo.
“È il primo accordo a livello nazionale che si riesce a perfezionare ” – ha dichiarato Xxxxxxx Xxxxxxxxx amministratore delegato Italia Xxxxxxxx s.p.a. – “e segna un passaggio indispensabile – ha sottolineato Montanari – per avviare il progetto, finalizzato a dare un nuovo futuro produttivo ed occupazionale sia ai lavoratori dell’impianto, sia al sistema agricolo che gravita in una vasta area attorno allo stabilimento riconvertito, attraverso la concertazione tra le parti sociali, gli enti locali e la regione che ringrazio”.
Per questa nuova distilleria, la cui realizzazione prevede il trasferimento, per motivi logistici, dell’impianto di Porto Viro all’area industriale di Loreo (Ro), è previsto un investimento di oltre 100 milioni di euro; verranno impiegati 54 addetti fissi, cui si aggiungeranno una quindicina di lavoratori che opereranno a Porto Viro per il confezionamento della zucchero proveniente da Pontelongo. Verranno utilizzate circa 520 mila tonnellate all’anno di mais, corrispondente ad una superficie agricola valutata in circa 50-55.000 ettari coltivati, che saranno reperiti prioritariamente in Polesine creando un forte impatto sul relativo indotto. Il nuovo impianto, operativo dal primo semestre 2010, produrrà 160.000 tonnellate annue di bietanolo, corrispondenti a circa 2 milioni di ettolitri di alcool, oltre a 170.000 tonnellate di DDGS (sottoprodotto della lavorazione) utilizzabile nell’alimentazione animale e, in futuro, come ulteriore fonte di energia. Esso richiederà un prelievo di acqua dal Po pari a circa un terzo rispetto ai fabbisogni dello zuccherificio e consumerà circa 6-7 megawatt di energia elettrica.
La realizzazione di questo importante progetto, che si inserisce nel quadro delle iniziative imprenditoriali avviate nell’ambito del piano industriale predisposto dal Gruppo Co.Pro.B. – Italia Zuccheri, crea inoltre una nuova importante opportunità per gli agricoltori del territorio. L’approvvigionamento dei cereali necessari al funzionamento dell’impianto dovrà infatti appoggiarsi prioritariamente al territorio veneto attraverso la stipula di appositi accordi di filiera territoriali.
Per quanto riguarda inoltre il sito dell’ex zuccherificio di Porto Viro, è già stato firmato un accordo di programma col comune di Porto Viro che prevede la riconversione dell’area a terziario avanzato, attività artigianali, commerciali e industriali, e per una parte ad area di espansione residenziale e di servizio ai cittadini.
INDICE
EDITORIALE 1
INFORMAZIONI DALL’UNIONE EUROPEA 3
Notizie 3
Normativa 3
ANALISI DEI MERCATI INTERNAZIONALI 5
Frumento 5
Mais 7
Soia 9
Agricoltura e strumenti finanziari: per capirne di più 12
ANALISI DEI MERCATI EUROPEI, NAZIONALI E LOCALI 16
Frumento 16
Mais 17
Soia 17
Redazione 18
INFORMAZIONI DALL’UNIONE EUROPEA
Notizie
Stop all’intervento pubblico per il mais
I Ministri dell’agricoltura dell’UE lo scorso 11 giugno hanno deciso di sopprimere il meccanismo di intervento pubblico per il mais. La decisione, ratificata con la pubblicazione del Regolamento n. 735/2007 (GUUE n. L 169 del 29/6/2007), prevede la progressiva cancellazione del sistema di intervento. Il cambiamento, che dovrà realizzarsi nell’arco di tre anni a partire dalla campagna 2007-2008, si inserisce nella prospettiva di una prossima riforma dell’OCM in occasione dell’analisi sullo stato di salute della PAC previsto nel 2008.
Il Regolamento approvato prevede, nel periodo di transizione, i seguenti massimali di intervento:
1,5 milioni di tonnellate per il periodo 2007/2008
0,7 milioni di tonnellate per il periodo 2008/2009
0 tonnellate per il periodo 2009/2010.
Attualmente il regime d’intervento dell’UE per i cereali, disciplinato dal Regolamento n. 1784/2003, prevede un prezzo unico di 101,31 euro per tonnellata e si applica al mais, al frumento tenero panificabile, al frumento duro, all’orzo ed al sorgo. Il sistema d’intervento si è rivelato molto vantaggioso nelle regioni in cui i costi di produzione sono meno elevati e lontani dalle principali zone di consumo. In queste regioni, l’intervento ha perso la sua finalità originaria di ancora di salvataggio e si è trasformato in sbocco commerciale. Di conseguenza le regioni deficitarie dell’UE registrano prezzi elevati quando grandi quantità sono vendute all’intervento nelle regioni eccedenti. Gli stock di mais all’intervento comunitario, alla fine della campagna 2005-06, si attestavano intorno ai 5,6 milioni di tonnellate, pari al 40% del volume totale degli stock pubblici di cereali. Si stima che mantenere il sistema attuale porterebbe al raggiungimento di un volume totale di 14,1 milioni di tonnellate di mais nel 2013. L’esclusione del mais dall’intervento dovrebbe invece permettere di contenere il livello degli stock al di sotto dei 9 milioni di tonnellate. Gli stock rimanenti saranno costituiti da altri cereali, più adatti allo stoccaggio di lungo periodo, che potranno essere smerciati in condizioni commerciali più favorevoli.
La soppressione dell’intervento permetterà di realizzare un risparmio totale di 617,8 milioni di euro durante il periodo 2008-2014. La spesa annuale dovrà scendere al di sotto dei 300 milioni di euro a partire dal 2008 e al di sotto dei 200 milioni di euro a partire dal 2012.
Secondo il Commissario europeo all’Agricoltura e allo Sviluppo rurale, Xxxxxxx Xxxxxxx Xxxx, la soppressione dell’intervento per il mais permetterà al mercato comunitario dei cereali di trovare un nuovo equilibrio.
Normativa
L 117 del 5 maggio 2007
Decisione della Commissione, del 25 aprile 2007, relativa al ritiro dal mercato del granturco Bt176 (SYN-EV176-9) e dei suoi prodotti derivati.
Decisione della Commissione, del 25 aprile 2007, relativa al ritiro dal mercato della colza ibrida Ms1xRf1 (ACS-BNØØ4-7xACS-BNØØ1-4) e dei suoi prodotti derivati.
Decisione della Commissione, del 25 aprile 2007, relativa al ritiro dal mercato della colza ibrida Ms1xRf2 (ACS-BNØØ4-7xACS-BNØØ2-5) e dei suoi prodotti derivati.
Decisione della Commissione, del 25 aprile 2007, relativa al ritiro dal mercato della colza Topas 19/2 (ACS-BNØØ7-1) e dei suoi prodotti derivati.
Decisione della Commissione, del 25 aprile 2007, relativa al ritiro dal mercato di prodotti derivati dal granturco GA21xMON810.
L 119 del 9 maggio 2007
Decisione del Consiglio, del 16 aprile 2007, che stabilisce la posizione da adottare a nome della Comunità nel Consiglio internazionale dei cereali per quanto riguarda la proroga della convenzione sul commercio dei cereali del 1995.
L 138 del 30 maggio 2007
Regolamento (CE) n. 583/2007 della Commissione, del 29 maggio 2007, recante modifica del regolamento (CE) n. 1839/95 per quanto riguarda la contabilizzazione delle importazioni di granturco e di sorgo e le comunicazioni che devono essere effettuate dagli Stati membri interessati.
L 169 del 29 giugno 2007
Regolamento (CE) n. 735/2007 del Consiglio, dell'11 giugno 2007, recante modifica del regolamento (CE) n. 1784/2003 relativo all’organizzazione comune dei mercati nel settore dei cereali.
L 184 del 14 luglio 2007
Regolamento (CE) n. 827/2007 della Commissione, del 13 luglio 2007, recante fissazione dei dazi all’importazione nel settore dei cereali applicabili a decorrere dal 16 luglio 2007.
ANALISI DEI MERCATI INTERNAZIONALI
Presentato il rapporto OCSE-FAO sulle prospettive agricole 2007-2016
La domanda di bio-energia spinge al rialzo i prezzi agricoli
Secondo un rapporto congiunto dell’OCSE e della FAO (“Agricultural Outlook 2007-2016”), l’accresciuta domanda di bio-combustibili sta apportando sostanziali modifiche all’andamento dei mercati agricoli spingendo al rialzo i prezzi di molti prodotti del settore primario.
Il rapporto afferma che i recenti picchi dei prezzi dei prodotti agricoli sono in larga misura da addebitare a fattori transitori come siccità nelle regioni produttrici di grano e alle diminuite scorte. Ma guardando a lungo termine, sono in atto cambiamenti che potrebbero mantenere relativamente alti i prezzi nominali di molti prodotti per tutto il prossimo decennio. Contribuiscono a determinare questi cambiamenti di lungo termine dei mercati anche la riduzione dei surplus di produzione ed il calo dei sussidi alle esportazioni.
Per il rapporto il fattore più importante è l’impiego crescente di cereali, di canna da zucchero, di semi oleosi e di oli vegetali per la produzione di sostituti dei combustibili fossili, soprattutto bio- etanolo e bio-diesel. Questo fenomeno sostiene i prezzi agricoli ed indirettamente provoca anche un aumento dei prezzi dei prodotti animali, a causa dei costi più alti del foraggio animale. Negli Stati Uniti si prevede che, nel decennio compreso tra il 2006 e d il 2016, raddoppierà la produzione di etanolo da mais. Nell’Unione Europea l’ammontare di semi oleosi (soprattutto colza) usato per produrre bio-carburanti è destinato ad aumentare nello stesso periodo, passando dai 10 milioni di tonnellate attuali a 21 milioni. In Brasile le proiezioni danno per il 2016 una produzione annuale di etanolo di circa 44 miliardi di litri, rispetto ai 21 miliardi prodotti oggi. Si prevede che anche la produzione di etanolo cinese, attualmente stimata intorno ai 3.8 miliardi di litri, possa registrare un aumento di 2 miliardi litri rispetto ai livelli correnti.
Il rapporto fa notare come prezzi più alti rappresentino un problema per i Paesi importatori netti di prodotti alimentari e per i poveri delle fasce urbane. Il rapporto (in lingua inglese) può essere consultato dal sito web dell’OECD. xxxx://xxx.xxxx.xxx/xxxxxxxx/0/0,0000,xx_0000_000000_00000000_0_0_0_0,00.xxxx
(Fonte: oecd)
Frumento
Produzione in aumento, ma non troppo: stock al minimo e prezzi sempre alti
Con la campagna commerciale 2007/08 ormai avviata, le previsioni sui dati della produzione mondiale di frumento tenero evidenziano un aumento rispetto alla precedente campagna, (612 milioni di tonnellate, +3%) più elevato di quanto precedentemente stimato. Infatti, le riduzioni registrate in Canada, Stati Uniti, Russia e Ucraina e Unione Europea, sono state più che compensate dal notevole miglioramento previsto per il raccolto cinese (105 milioni di tonnellate, +5% rispetto al mese scorso), pakistano (23 milioni, +5%) e kazako (13,5 milioni, +7%); il buon andamento climatico ha permesso il conseguimento di rese produttive record. Il Canada ha registrato una forte diminuzione delle superfici investite solo parzialmente compensate da un miglioramento delle rese: l’effetto congiunto dei due fenomeni dovrebbe ridurre la produzione a 22,5 milioni di tonnellate (- 8% rispetto a quanto inizialmente previsto). Gli Stati Uniti invece presentano una situazione esattamente contraria: l’aumento degli investimenti è abbinato ad un peggioramento delle rese causato da persistenti piogge che, nel mese di giugno, hanno interessato alcune aree produttive. Per quanto riguarda il paesi dell’ex-Unione Sovietica, la causa delle riduzioni va ricercata nella prolungata siccità che ha interessato alcune aree produttive durante i mesi scorsi e che ha colpito duramente la coltura nella fase di fioritura e di riempimento della cariosside. In Ucraina si prevede una diminuzione dell’offerta interna ben superiore a quella già formulata nel mese di maggio (la
produzione dovrebbe attestarsi intorno ai 13 milioni di tonnellate); le regioni produttive della Russia confinanti con l’Ucraina hanno sofferto in misura minore e meno prolungata dello stesso problema, tuttavia l’andamento climatico siccitoso ha interessato la coltura durante l’infiorescenza, riducendo di circa il 7% rispetto al mese di maggio le stime per il prossimo raccolto, previsto a 45 milioni di tonnellate (sugli stessi livelli della campagna 2006/07). Anche i paesi dell’Est Europa (Romania e Ungheria) e del Mediterraneo hanno sofferto delle stesse problematiche, riducendo la produzione dell’Unione Europea a 27 Paesi a circa 126 milioni di tonnellate, su livelli di poco superiori a quelli della campagna appena conclusa.
Per quanto riguarda i paesi sudamericani, l’incremento dei prezzi del frumento a livello mondiale si prevede possa incoraggiare i produttori argentini a seminare frumento, nonostante gli interventi governativi volti a limitare le esportazioni ed a calmierare i prezzi interni. Le semine sono già iniziate e l’area investita è stimata in diminuzione di circa il -5% anziché del -13% come inizialmente previsto. La produzione dovrebbe confermare i 14 milioni di tonnellate realizzati nel 2006/07.
Le prime informazioni sui raccolti dei paesi del Nord Africa indicano una flessione della produzione superiore al -20%. In Marocco la produzione scende a 1,5 milioni, in seguito ad una drastica riduzione delle rese a causa delle condizioni siccitose registrate durante l’inverno.
In seguito alla riduzione dell’offerta ed al perdurare di prezzi elevati sui mercati, il consumo di frumento tenero è previsto in diminuzione di circa 4 milioni di tonnellate rispetto alle ultime stime e si dovrebbe attestare a 620 milioni di tonnellate.
Nonostante ciò, poiché l’offerta sarà comunque inferiore alle quantità che si prevede verranno utilizzate, gli stock finali sono previsti in diminuzione a 116 milioni di tonnellate (-6% rispetto alle rimanenze stimate per la campagna 2006/07), il livello più basso degli ultimi 30 anni.
Anche il commercio mondiale subisce le conseguenze di una offerta debole e degli alti prezzi del frumento: gli scambi complessivi dovrebbero ridursi di 3 milioni di tonnellate rispetto alle stime iniziali, a circa 107 milioni di tonnellate, sugli stessi livelli della campagna che si sta concludendo. In diminuzione le esportazioni dall’Ucraina e dalla Russia, mentre aumenteranno leggermente quelle di Argentina, Cina e Stati Uniti. Questi ultimi, in particolare, nonostante la contrazione delle scorte presenti nei magazzini, aumenteranno le esportazioni di quasi il 10% in seguito alla minor concorrenza sui mercati internazionali: si prevede che l’export USA possa superare i 28 milioni di tonnellate.
I prezzi sui mercati internazionali si mantengono sempre piuttosto elevati: al mercato di Chicago le quotazioni dei futures registrate nei mesi di aprile e maggio sono state sostanzialmente stabili, nella fascia di prezzo compresa tra 120-130 euro/t. Nel mese di giugno, il diffondersi delle prime stime che prevedevano una produzione in aumento, ma inferiore alle aspettative e quindi non tale da controbilanciare i consumi previsti, ha sostenuto i listini, che sono aumentati anche del +20%
nell’ultimo mese. Attualmente gli operatori stanno effettuando operazioni di realizzo delle posizioni raggiunte: nel breve periodo le analisi sembrano indicare un ritracciamento delle quotazioni con un andamento cedente dei prezzi.
Nuovi massimi per il frumento
Il lungo trend rialzista del frumento statunitense sembra non conoscere incertezze. I precedenti massimi a quota 160 euro per tonnellata sono stati superati con decisione nell’ultima settimana di maggio. I nuovi massimi superiori a 170 euro per tonnellata sono ancora più significativi se si considera l’indebolimento della divisa statunitense nell’ultimo mese.
Da un punto di vista operativo la situazione si presenta ancora rialzista e il precedente livello di break out (rottura del massimo), fissato a 150 euro per tonnellata, può ora diventare un supporto per il prezzo del frumento.
Frumento – Wheat Futures CBOT1 – Serie dei prezzi settimanale2, continua al 16 Luglio 2007, il prezzo è espresso in euro per tonnellata.
(a cura di Xxxxx Xxxxx; xxxxxxxxxx@x0x.xxx)
Mais
Produzione mondiale prevista in aumento anche per la prossima campagna 2007/2008
La produzione mondiale per la campagna 2006/07 viene rivista ancora in rialzo, a circa 700 milioni di tonnellate. Le operazioni di raccolta in Sud America non sono ancora concluse, ma le prime indicazioni permettono di stimare un ulteriore aumento delle quantità raccolte. In Argentina, gli allagamenti che hanno colpito alcune aree produttive nel mese di marzo non hanno invertito la tendenza a rese produttive record, portando la produzione a superare i 22 milioni di tonnellate (+40% rispetto alla campagna 2005/06). In Brasile la raccolta del mais seminato come coltura
2 Ogni barretta riassume l’andamento del prezzo nella settimana, il vertice indica il massimo toccato dal prezzo durante la settimana, il fondo il minimo, mentre la parte colorata evidenzia lo spazio tra inizio e la fine della settimana, la colorazione rossa indica una settimana nella quale il prezzo è sceso, nera salito. Questa raffigurazione grafica è pure detta candle stick o candele giapponesi.
principale si è conclusa con rese superiori alle aspettative. Le superfici investite a mais di secondo raccolto sono state superiori a quanto atteso e la coltura è in fase di accrescimento. Nonostante le avverse condizioni climatiche degli ultimi mesi (eccessivamente umido in alcune aree e siccitoso in altre), si stima che la produzione possa raggiungere il livello record di 50 milioni di tonnellate.
Il consumo è sostanzialmente invariato rispetto alle precedenti previsioni e si attesta a circa 727 milioni di tonnellate.
Per quanto riguarda il commercio mondiale, si assiste ad un incremento delle esportazioni argentine a scapito delle consegne provenienti dagli Usa, che dovrebbero in ogni caso raggiungere i 54 milioni di tonnellate (questo livello rappresenta comunque più del 60% del commercio mondiale).
A fronte di un aumento dei consumi più che proporzionale a quello delle quantità offerte, si assiste ad una consistente riduzione degli stock finali che potranno scendere sotto i 95 milioni di tonnellate (-22% rispetto al 2005/06). Le maggiori riduzioni si registrano negli Stati Uniti, che vedono dimezzare le loro scorte (solo 25 milioni di tonnellate).
Per quanto riguarda la prossima campagna commerciale 2007/08, le prime stime indicano un aumento di oltre il +10% della produzione mondiale (circa 777 milioni di tonnellate), che va a controbilanciare il contestuale aumento dei consumi. Sono previste in crescita le produzioni in Usa (326 milioni di tonnellate, +22%), Argentina (24 milioni di tonnellate, +10%), Messico e Sudafrica, dove addirittura si prevede quasi un raddoppio delle quantità raccolte. Anche i consumi sono stimati in forte incremento in Usa, Argentina, Sudafrica, Unione Europea e in particolare in Cina e Messico. Nel complesso le quantità consumate dovrebbero raggiungere i 770 milioni di tonnellate. Dato il previsto aumento della produzione, più che proporzionale a quello dei consumi, gli stock finali sono previsti in aumento rispetto alle ultime stime (in particolare quelli statunitensi) e dovrebbero attestarsi a quota 108 milioni di tonnellate.
Sul fronte dei prezzi, le previsioni di un aumento produttivo per la prossima campagna hanno raffreddato la propensione all’acquisto da parte degli utilizzatori; sui mercati internazionali: infatti, durante i mesi di aprile e maggio, ha prevalso tra gli operatori un atteggiamento attendista. Nel mese di giugno, probabilmente in seguito alle stime che indicavano un aumento della produzione inferiore all’evoluzione prevista per i consumi, le quotazioni dei futures sui mercato di Chicago hanno superato i 120 euro/t. Attualmente le quotazioni sono in discesa, sia per le nuove stime di produzione più ottimistiche sia per una probabile fase di realizzo; nel breve periodo le analisi prevedono un andamento ribassista dei prezzi, anche per l’avvicinarsi della fase conclusiva della campagna.
Rotto il supporto: possibile un’ulteriore discesa dei prezzi
Un euro particolarmente forte ha influito in maniera determinante sull’andamento del prezzo del mais negli ultimi tre mesi. Se da una parte le previsioni da parte dell’USDA3 di un raccolto di mais più abbondante delle aspettative ha depresso il prezzo, facendolo scendere sino al supporto di 3,30 dollari per bushel, dall’altra un dollaro via via più debole ha portato il prezzo del cereale ben sotto il supporto di 105 euro per tonnellata che era stato segnalato nel nostro rapporto di aprile.
Da un punto di vista europeo la situazione può suggerire un ulteriore deprezzamento del mais con un obiettivo di breve a quota 85 euro/tonnellata. Questa situazione non è altrettanto evidente per un agricoltore statunitense per cui l’arresto della discesa dai massimi di prezzo e la conferma del supporto a 3,30 dollari per xxxxxx potrebbe far sperare in una tenuta di questo livello. In questa situazione un agricoltore potrebbe avere convenienza a coprirsi da ulteriori ribassi utilizzando delle put strike 3,30 / 3,40 dollari (per le scadenze di novembre tali opzioni possono costare il 7% circa del prezzo). Per l’utilizzatore della materia prima, mangimista o trasformatore in genere, potrebbe essere un ottimo punto di acquisto, anche in questo caso coprendo la sua posizione per non rinunciare completamente ad un’ulteriore possibilità di riduzione del prezzo.
(a cura di Xxxxxxx Xxxxxx; xxxxxxxxxxxxx@x0x.xxx)
Soia
Gli stock in calo spingono verso l’alto i prezzi
La produzione mondiale per la campagna commerciale 2006/2007 è prevista in leggero rialzo e dovrebbe attestarsi a circa 236 milioni di tonnellate. In aumento rispetto alle precedenti stime i raccolti sudamericani (Argentina e Brasile in particolare), mentre nessuna variazione viene registrata per quanto riguarda le stime produttive degli Stati Uniti. L’aumento della produzione
3 USDA, United States Department of Agriculture – xxx.xxxx.xxx
rispetto alla campagna 2005/06 (+7%) è stato più che proporzionale rispetto a quello dei consumi (225 milioni di tonnellate, +5%), permettendo un consistente incremento degli stock finali, che sono passati da 54 a 64 milioni di tonnellate (+18%).
Per quanto riguarda la prossima campagna commerciale 2007/08 che inizierà a fine anno, si prevede un ulteriore aumento della produzione nei paesi sudamericani, che però non riuscirà a compensare la riduzione di produzione degli Usa, stimata in ribasso di almeno 15 milioni di tonnellate (-18%). La produzione mondiale pertanto dovrebbe scendere a circa 222 milioni di tonnellate. I consumi invece sono previsti in ulteriore aumento e dovrebbero raggiungere i 234 milioni di tonnellate (+4%). Tutto ciò favorirà il commercio mondiale, previsto in aumento di 5 milioni di tonnellate, +7% rispetto alla campagna 2006/07 attualmente in corso. Per una serie di motivazioni legate al possibile rafforzamento della valuta brasiliana ed alla generale mancanza di una programmazione delle spedizioni, gli agricoltori sudamericani hanno pochi incentivi a trattenere il prodotto per trarre vantaggio di un futuro aumento del prezzo. Si prevede quindi che, nel corso dei prossimi mesi, si verificherà un consistente aumento delle consegne, soprattutto da parte dei paesi del Sud America, a scapito delle esportazioni statunitensi.
Gli stock finali di prodotto sono stimati in diminuzione e dovrebbero riportarsi a circa 52 milioni di tonnellate.
Per quanto riguarda i prezzi, i mesi di maggio e giugno hanno evidenziato un mercato in fase attendista. Le recenti stime dell’USDA, che confermano una diminuzione delle superfici investite negli Stati Uniti a favore del mais, hanno sostenuto le quotazioni dei futures del seme di soia nei mesi di giugno e luglio. Alla borsa di Chicago il prezzo del future con scadenza luglio 2007 si è impennato nell’ultimo mese, registrando un rialzo di quasi il +20%. Il trend di breve periodo è previsto in leggero ribasso, in seguito a consuete operazioni di realizzo da parte degli operatori e all’immissione di grossi quantitativi di prodotto sul mercato da parte dei paesi esportatori (Brasile e Argentina), ma per il lungo periodo le analisi indicano un mercato rialzista, come conferma l’analisi dei mercati futures.
Ripresa sul mercato della soia
Nello scorso bollettino si era evidenziato come il mercato del seme di soia stesse attraversando un periodo di trend decrescente e come sarebbe stato necessario che il prezzo sfondasse i massimi dell’anno 2005 per arrestare questa tendenza. Come ipotizzato nel rapporto di Febbraio 2007, una consistente azione di vendita ha portato un arresto momentaneo della crescita tra i 200 ed i 220 euro per tonnellata, ovvero i massimi dell’anno 2005. Il superamento di quest’ultimo prezzo in concomitanza allo sfondamento verso l’alto della soglia dei minimi registrati all’inizio dell’anno 2004, potrebbe porre fine al trend discendente che ha caratterizzato il mercato della soia finora.
A sostegno di questa ipotesi, considerando che il tasso di cambio euro/dollaro potrebbe influire sull’analisi che si sta compiendo, si riporta il grafico del prezzo della soia in dollari per tonnellate, così da poter evidenziare maggiormente eventuali prezzi obiettivo.
Considerando il grafico in dollari, si può notare come in realtà il prezzo abbia già superato i minimi dell’anno 2004 prima che iniziasse il trend discendente (valori evidenziati nei tondi). Il prezzo di supporto, 280 dollari per tonnellata, è stato ampiamente superato ed è stato sfondato anche il tetto dei 320 dollari per tonnellata. Da un punto di vista tecnico è dunque lecito porre come obiettivo la regione di prezzo compresa tra i 360 ed i 380 dollari a tonnellata, data dai massimi assoluti del prezzo della soia negli ultimi tre anni.
(a cura di Xxxx Xxxxxxxx; xxxxxxxxxxxx@x0x.xxx)
Agricoltura e strumenti finanziari: per capirne di più
Convergenza del prezzo Futures4 verso il prezzo Spot5
Lontano dalla scadenza il prezzo futures di una commodity6 agricola dovrebbe in linea del tutto generale essere più alto del prezzo della stessa merce nel mercato a pronti.
E all’avvicinarsi della data di xxxxxxxx0 del contratto derivato, il prezzo del futures converge verso il prezzo a pronti della derrata stessa.
Le componenti che fanno si che il prezzo futures si discosti dal prezzo cash8, sono principalmente i tassi di interesse, i costi di stoccaggio9 e le aspettative degli operatori del mercato. Come è abbastanza comprensibile mentre le prime due sono facilmente quantificabili le aspettative lo sono più difficilmente.
4 Per prezzo Futures si intende il prezzo del contratto derivato Futures.
5 Il prezzo Spot è il prezzo di un bene al mercato con consegna e pagamento immediati, detto pure prezzo a pronti.
6 Commodity è il termine anglosassone con cui vengono definite le merci.
7 Ogni contratto derivato ha una scadenza alla quale avviene l’operazione di consegna del sottostante o nel caso dei contratti cash settled il regolamento finale della posizione.
8 Prezzo cash “cassa”, è il prezzo a pronti di una merce.
9 Costi di immagazzinamento, Storage costs: costi sostenuti per immagazzinare e conservare la merce.
La differenza tra prezzi futures e prezzi spot è denominata, nella terminologia degli operatori, con il termine “Cost of Carry”10, letteralmente costo di trasferimento, che misura sia il costo di immagazzinamento che il tasso di interesse pagato per finanziare l’acquisto a meno di un possibile reddito11 per l’attività.
Il fatto che il prezzo futures e il prezzo spot convergano alla scadenza può essere facilmente dimostrato. Supponiamo che al momento della consegna, il prezzo futures sia più alto del prezzo cash in tal caso ci sarebbe un’immediata possibilità di arbitraggio12 da parte degli operatori. Questi ultimi potrebbero vendere il contratto futures e contemporaneamente acquistare il bene sottostante ed effettuare la consegna. Questa operazione porterebbe all’incasso immediato della differenza tra il prezzo futures e il prezzo cash. Come sempre accade nelle opportunità di arbitraggio, via via che questa opportunità viene sfruttata il prezzo del futures tende a scendere.
Butterfly Spread13
Nei precedenti articoli si è già trattato delle opzioni14 e di alcune strategie operative mediante esse. Così come una semplice opzione può servire a coprirsi dal rischio che il prezzo dell’attività sottostante salga o scenda eccessivamente nel tempo, anche lo Spread a Farfalla può essere utilizzato per tale scopo.
Prima di iniziare a descrivere lo Spread a Farfalla, è necessario fissare alcune definizioni. A seconda del posizionamento dello strike price rispetto al prezzo attuale del mercato si possono individuare tre tipi di opzioni: at the money sono quelle che hanno strike price “quasi uguale” al prezzo del sottostante nel momento in cui viene stipulato il contratto, in the money quando il suo esercizio immediato genera payoff15 positivo, out of the money quelle che generano payoff nullo a meno dei premi pagati.
Come per altre strategie operative di cui abbiamo già parlato, il Butterfly Spread può essere utilizzato sia come copertura che come speculazione. Questa strategia consente di guadagnare se il prezzo del sottostante alla scadenza delle opzioni sarà compreso in un determinato intervallo e, nel caso ciò non fosse, la massima perdita sarà data dal costo delle opzioni. Viene usato soprattutto dagli operatori che vogliono avere un rischio/costo limitato e conosciuto. Nell’esempio che segue, questo spread verrà costruito comprando una call con strike minore del prezzo di mercato attuale, vendendone due al prezzo di mercato e comprandone un’altra con strike maggiore.
Si supponga che un mangimista debba comprare della soia e voglia coprirsi dal rischio che il prezzo salga per la scadenza di novembre. Le sue aspettative sono che il prezzo del seme di soia possa salire anche se in maniera non considerevole. La copertura ottenuta attraverso l’acquisto di call gli sembra eccessivamente costosa, nell’esempio che segue più del 6%. Usando il Butterfly Spread potrà proteggersi da questo rischio ad un costo inferiore dell’acquisto di una semplice call, ma con efficacia variabile al variare del prezzo del sottostante alla scadenza. Come prima operazione si compra una call in the money, scegliendo uno strike price inferiore al prezzo attuale di 240 euro per
10 Costo di trasferimento: costo di immagazzinamento di una attività più gli interessi pagati per finanziare l’acquisto meno il reddito percepito sull’attività.
11 Il possibile reddito è facilmente esemplificabile nel caso delle azioni, in questo caso chi le detiene in maniera fisica incassa i possibili dividendi distribuiti nel periodo. Nel caso dei prodotti legati all’allevamento si pensi all’incremento del numero di capi legati alla nascita di nuovi vitelli in una mandria.
12 L’arbitraggio è una strategia operativa che mira a trarre vantaggio dalle discrepanze di prezzo tra due o più titoli. In questo caso nell’acquistare e vendere contemporaneamente uno stesso bene su due mercati diversi a causa di un disallineamento dei mercati stessi.
13 Butterfly Spread, ossia Spread a Farfalla. Letteralmente spread significa “oscillazione, scarto, larghezza”. Si ha una strategia operativa mediante spread quando si assumono posizioni su due o più opzioni dello stesso tipo (cioè, due o più call o due o più put).
14 Le opzioni sono contratti che danno diritto a comprare o vendere un’attività ad un prezzo predeterminato (strike price o prezzo di esercizio) e ad un una certa data, pagando un determinato prezzo in anticipo (premio). Gli accordi per vendere l’attività sottostante si chiamano put, mentre gli accordi che servono per comprarla sono detti call.
15 Valore di un’opzione o di un altro derivato in funzione dei diversi prezzi assunti dal sottostante.
tonnellata. La scelta ricadrebbe sulla call 230, che ha un premio di 20 euro/t. Il suo payoff è riportato in figura 1.
Il costo è pari all’8,70% del valore del sottostante, ed in questo caso la copertura del mangimista inizierebbe ad essere efficace solo se il prezzo salisse oltre il Break Even Point 16.
Figura 1: payoff di una call 230
180
200
220
240
260
280 prezzo soia €/t 300
30
20
10
payoff €/t
0
-10
-20
-30
Per coprire i costi, si vendono due call at the money, cioè con strike a 240 euro/t (Figura 2) che costano 15 euro/t l’una, pari al 6,25% del valore del sottostante. Con queste si può coprire i costi della call iniziale ed eliminare i payoff negativi nel caso in cui la soia si deprezzi. Infatti, se il prezzo rimane sotto i 260 euro, il mangimista avrà payoff positivo, mentre avrà payoff negativo se il prezzo della soia aumenterà.
Figura 2: risultato della somma dei payoff relativi alla vendita della call 230 e all’acquisto di due call 240, ottenendo il payoff della strategia finora approntata.
180
200
220
240
260
280 prezzo soia €/t 300
30
20
10
payoff €/t
0
-10
-20
-30
Proprio per evitare il rischio legato a questo payoff negativo, si comprerà ancora una call out of the money, in questo caso con strike alto, a 250 euro/t. Questa costa 11,5 euro/t (pari al 4,60% del
16 Il Punto di Pareggio o Break Even Point è un valore che indica il prezzo del sottostante necessario a coprire i costi precedentemente sostenuti, al fine di chiudere la strategia di riferimento senza profitti né perdite. Nell’esempio citato, si tratta dello strike dell’opzione sommato al suo premio, pari a 250 euro/t.
valore del sottostante) e permette di coprire la parte di perdita che si avrebbe oltre i 260 euro. Con quest’ultima operazione si può dunque affermare di aver costruito uno Spread a Farfalla (Figura 3). La perdita massima che si avrà nel caso in cui il prezzo sia esterno all’intervallo costruito è pari a 1,5 euro/t (-20+15*2-11,5), mentre se rimarrà compreso il guadagno massimo sarà di 8,5 euro/t.
Figura 3: Butterfly Spread
180
200
220
240
260
280
300
prezzo soia €/t
30
20
10
payoff €/t
0
-10
-20
-30
L’attrattiva di questo Spread a Farfalla risiede nel suo costo limitato e nella possibilità di un piccolo aiuto per il mangimista nel momento dell’acquisto della soia. Quando questa strategia è ben implementata, la massima perdita possibile è molto minore rispetto alla massima vincita, ed entrambe sono già note a priori e limitate.
Come si può notare dalla Figura 4, il mangimista ha un vantaggio se il prezzo varia nell’intervallo costruito (tra 230 e 250 euro/t), perché può comunque comprare la soia ad un prezzo inferiore a quello di mercato. Infatti in questo intervallo, la linea verde (totale), che rappresenta il guadagno positivo del mangimista, si mantiene al di sopra della linea rosa, che costituisce il prezzo di mercato della soia.
Figura 4: confronto tra Butterfly Spread, acquisto della soia o copertura
180
200
220
240
260
280
300
prezzo soia €/t
butterfly soia totale
30
20
10
payoff €/t
0
-10
-20
-30
Xxxx Xxxxxxxx (xxxxxxxxxxxx@x0x.xxx)
ANALISI DEI MERCATI EUROPEI, NAZIONALI E LOCALI
Frumento
Continuano ad aumentare i prezzi nella campagna 2007/08
Le stime della produzione di frumento per la campagna commerciale 2007/2008 nell’Unione Europea a 27 paesi sono invariate rispetto ai mesi precedenti e si confermano a circa 127 milioni di tonnellate (+2% rispetto alla campagna 2006/07 appena conclusa). Variazioni in aumento si registrano in Polonia e Spagna, mentre riduzioni si attendono dai raccolti di Ungheria, Romania e Bulgaria.
I consumi invece sono stimati in leggera flessione rispetto alle precedenti stime e dovrebbero scendere a circa 123 milioni di tonnellate.
Di conseguenza, a fronte di un raccolto previsto in aumento, le importazioni dovrebbero ridursi, in particolare quelle di frumento di bassa qualità proveniente dall’Ucraina.
Sul fronte dei prezzi, la flessione dei prezzi registrata fino ad aprile si è interrotta a maggio, quando invece le quotazioni sono risalite in seguito alla scarsità del prodotto presente sui mercati di fine campagna commerciale e alle preoccupazioni per la qualità del nuovo raccolto. I prolungati periodi siccitosi inducono a temere una diminuzione delle rese ed una qualità inferiore allo standard, che ha spinto gli operatori ad aumentare le scorte di prodotto nel vecchio raccolto. Nel mese di giugno poi molti mercati non hanno più quotato il prodotto in attesa della raccolta. Con l’avvio delle operazioni di raccolta, in leggero anticipo e praticamente già conclusa in molti areali, i prezzi registrati per il nuovo prodotto si confermano su livelli particolarmente elevati e superiori a quelli dell’anno scorso.
La nuova campagna di commercializzazione del frumento nel Veneto
Le operazioni di raccolta del frumento tenero in Veneto sono ormai praticamente concluse: le prime indicazioni raccolte presso gli operatori evidenziano un peggioramento delle rese produttive dovuto al periodo siccitoso registrato nei mesi di aprile e maggio, che hanno danneggiato la coltura proprio nella fase di riempimento della cariosside. In media le rese produttive sembrano essere in calo di circa il -15% / -20% rispetto al raccolto 2006; la produzione complessiva, vista anche il consistente aumento degli investimenti, dovrebbe comunque superare le 450.000 tonnellate, con un incremento previsto di circa il +7% rispetto al precedente raccolto.
Le prime contrattazioni del frumento tenero nella nuova campagna di commercializzazione registrati nelle borse merci regionali indicano una forte crescita dei prezzi rispetto alla campagna precedente. Infatti i valori che l’anno scorso si sono attestati tra i 124 e i 129 euro/t, quest’anno hanno fatto registrare quotazioni tra i 175 e i 205 euro/t. Un incremento dei prezzi di oltre il 50% che, secondo gli operatori, è dovuto alla minore offerta di prodotto regionale (-15% rispetto alla scorsa annata) e di quello internazionale proveniente dai maggiori esportatori mondiali (-30%).
Solo nelle prossime settimane si potrà meglio capire se questa nuova campagna sarà in grado di regalare qualche soddisfazione economica agli agricoltori, compensando con i prezzi più elevati le minori produzioni e coprire l’aumento dei costi di produzione. Si tratta di attendere come si evolverà nei prossimi mesi la domanda di prodotti cerealicoli da parte dei vari soggetti della filiera, dinanzi al perdurare, se confermata, della contrazione dell’offerta.
Mais
Prezzi in calo nei mercati europei
La stima della produzione di mais per l’Europa a 27 Paesi si mantiene stabile rispetto alle ultime stime, a circa 55 milioni di tonnellate. Stabili anche i consumi, a circa 59 milioni di tonnellate.
Per quanto riguarda la prossima campagna commerciale 2007/08, le previsioni sono invariate rispetto alle precedenti stime, con una produzione attesa di circa 55 milioni di tonnellate, sugli stessi livelli della campagna 2006/07 attualmente in corso. Si registrano solo lievi variazioni in aumento in Francia, in seguito a maggiori investimenti rispetto alle previsioni. I consumi sono previsti in crescita a circa 61 milioni di tonnellate (+3%), con una relativa riduzione degli stock finali, che dovrebbero scendere a 8 milioni di tonnellate.
Sui mercati nazionali, minori consumi da parte dei mangimisti e l’afflusso di prodotto estero a prezzi competitivi (dall’Ungheria in particolare) ha costretto i detentori a continui ritocchi dei listini con un ribasso generalizzato dei prezzi di aprile e inizio maggio. Dopo una risalita delle quotazioni nel mese di maggio, in seguito ai timori per l’effetto della siccità, attualmente i mercati sono in una fase attendista. L’evoluzione a breve termine potrà essere condizionata da un deciso orientamento dei mercati internazionali (che non è al momento prevedibile) e, a livello locale, dall’andamento climatico che potrà influenzare la rese e la qualità del nuovo raccolto.
In Veneto, secondo le indicazioni raccolte presso gli operatori e le aziende sementiere, sembra probabile una contrazione degli ettari coltivati nell’ordine del -7% / -8%: le superfici investite dovrebbero così scendere a circa 290.000 ettari, rispetto ai circa 310.000 stimati dall’Istat per il raccolto 2006.
Soia
In calo la produzione di soia
Per quanto riguarda la produzione di soia a livello europeo (Europa a 27) non si segnalano particolari variazioni: nel 2006/07 dovrebbe attestarsi a circa 1 milione di tonnellate, comunque in aumento rispetto al 2005 (+6%). In leggero aumento anche i consumi e di conseguenza le quantità importate.
Per la nuova campagna commerciale 2007/08, le prime stime indicano una diminuzione di circa il
-15%.
Sui mercati nazionali, i listini del seme di soia sono stati in continuo rialzo nei mesi di maggio e giugno: l’andamento crescente delle quotazioni del seme di soia sui mercati internazionali e il ridursi dell’offerta di prodotto nazionale ha causato un gap tra quantità domandate e offerte sui mercati e sostenuto i prezzi.
Anche le semine di soia si sono ormai quasi del tutto completate, anche se si registra un maggior ricorso alla semina della coltura in secondo raccolto soprattutto da parte degli agricoltori non soddisfatti dai risultati ottenuti con il frumento tenero. In Veneto, secondo le prime indicazioni raccolte presso gli operatori e le aziende sementiere, sembra probabile una contrazione degli ettari coltivati nell’ordine del -20% / -25%: le superfici investite dovrebbero così scendere sotto i 65.000 ettari, rispetto ai circa 85.000 stimati dall’Istat per il raccolto 2006.
Redazione
Questo rapporto è realizzato da Veneto Agricoltura.
Il progetto di ricerca è coordinato da Xxxxxxxxxx Xxxxxxx di Veneto Agricoltura con la consulenza scientifica del xxxx. Xxxxx Xxxxxxxxx del Dipartimento di Economia - Sezione di Economia Agroalimentare - dell’Università degli Studi di Parma.
La redazione del testo è stata chiusa il 26 luglio 2007.
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