COMUNE DI ASCOLI PICENO
COMUNE DI ASCOLI XXXXXX
SETTORE PROGETTAZIONE E DIREZIONE OO.PP. SETTORE PIANIFICAZIONE E PROGETTAZIONE URBANISTICA
“INTERVENTO URBANISTICO DI RIQUALIFICAZIONE DI AREA SITA IN LOCALITA’ MONTEROCCO, NEL QUARTIERE DI |
BORGO SOLESTA’, IN VARIANTE AL VIGENTE P.R.G., |
FINALIZZATO ALLA REALIZZAZIONE DI EDILIZIA CONVENZIONATA” |
Elab.O RELAZIONE BOTANICO - VEGETAZIONALE
Scala Data : GIUGNO 2012
IL RESPONSABILE DEL PROCEDIMENTO Arch. Xxx Xxxxxxx
IL SOGGETTO PROPONENTE
A.T.I.
Xxxxxx di Gasperi X. & C. Xxx Xxxxxxx Xxxxxxxx Xxx
PROGETTISTI
Agr. X. Xxxxxxxx
Arch. X. Xxxx Arch. X. Xxxxxx Xxx. X. Xxxxxxxx
IL SINDACO
Avv. Xxxxx Xxxxxxxx
L'ASSESSORE ALL'URBANISTICA
Geom. Xxxxx Xxxxxxxx
IL DIRIGENTE DEL SETTORE URBANISTICA
Xxx. Xxxxxxxxxx Xxxxxxx Xxxxxx
IL SEGRETARIO GENERALE
PROPOSITO DELLO STUDIO
Con il presente lavoro, in adempimento a quanto disposto dal P.P.A.R., D.A. n. 197 della GIUNTA REGIONE MARCHE datata 03/11/1989, nell'ambito dell’accordo di Programma per la riqualificazione dell’area sita in località Monterocco, nel quartiere di Borgo Solestà, si è proceduto alla verifica delle componenti del paesaggio vegetale e rurale di tre aree site nel Comune di Ascoli Xxxxxx e precisamente in località “Monterocco”, “Parco di Via Verdi” e “Parco Case Minime”.
METODOLOGIA DI INDAGINE
Con l’inizio del lavoro si è proceduto ad eseguire i necessari sopralluoghi al fine di individuare le formazioni vegetali presenti ed effettuare il successivo riporto cartografico negli elaborati di progetto.
Lo studio si è poi distinto in due ulteriori fasi. Nella prima si è effettuata una valutazione paesaggistica dell’area studiandone le formazioni vegetazionali e trasponendone i confini sulle varie planimetrie. Nella seconda fase si è provveduto ad analizzare le aree individuate al fine di identificare il tipo e la struttura delle formazioni presenti. In particolare, compatibilmente allo stato fenologico del momento ed al fenotipo delle diverse essenze, si è riusciti ad attribuire, ad ogni area, oltre al riconoscimento delle specie arboree, arbustive ed erbacee, il rispettivo valore paesaggistico, il valore vegetazionale, il valore funzionale oltre l'eventuale necessità d'intervento nelle diverse associazioni individuate.
ANALISI BOTANICO VEGETAZIONALE:
BOSCO
All’interno delle aree, non si sono rilevate formazioni boschive. Marginalmente, le associazioni che si sono riscontrate, invece, si sono potute ricondurre ad una propaggine di una distinta tipologia boschiva ovvero di:
1 - Bosco ripariale, lungo il versante a sud dell’area di Monterocco. Questa associazione non presenta specifiche qualità caratterizzanti l’area di insistenza. Trattasi di una fitocenosi ripariale, di diffusione piuttosto comune lungo gli argini del fiume Tronto e le cui propaggini estreme, in taluni casi, possono passare dalla igrofilia più decisa, alla meso-xerofilia caratteristica degli areali più asciutti. La vegetazione rilevabile è composta in prevalenza da salici e pioppi. Molto spesso a queste piante arboree, si ritrovano, in associazione, alcuni arbusti di importanza e significato minore. Questa consociazione, pur interessando sotto un aspetto paesaggistico e funzionale, riveste un'importanza non rilevante dal punto di vista botanico - vegetazionale sia per la diffusione sia per la sua rapida riproducibilità. La sua
presenza svolge invece un ruolo decisivo nella regimazione delle acque negli alvei alluvionali e nella salvaguardia degli argini. Nel caso specifico, trattandosi di un’area posta su terrazzo alluvionale a diverse decine di metri di quota dall’argine del fiume, questa funzione non è esplicata. In questa associazione vegetazionale vi si ritrovano, nella zona strettamente ripariale e nell'ampia varietà degli ibridi naturali, molti pioppi (Populus nigra L., Populus alba L. e Populus pyramidalis Roz.), molti salici (Salix alba L., Salix caprea L., Salix viminalis L.) e qualche acero (Acer campestre L.). Fra le essenze arbustive, invece, vegetano il biancospino (Crataegus monogyna Jacq.), il prugnolo spinoso (Prunus spinosa L.), la sanguinella (Cornus sanguinea L.), la vitalba (Clematis vitalba L.), il rovo (Rubus fruticosus L.), la fusaggine (Evonymus europaeus L.), la canna comune (Arundo donax L.) e la canna di palude (Phragmites australis Trin.). Nelle zone più calde ed a confine con quelle umide, dove il grado di umidità è comunque elevato, la roverella (Quercus pubescens Willd.), e l’Olmo comune (Ulmus minor L.) ed, in alcune zone molto calcaree ed assolate, il leccio (Quercus ilex L.) prendono il sopravvento su tutte le altre specie arboree lasciando spazio solo ad una vegetazione erbacea ed arbustiva folta e molto varia. Le principali specie arbustive qui presenti sono il ligustro (Ligustrum vulgare L.) l'agazzino (Pyracantha coccinae
M. J. Xxxxxx), l'asparago pungente (Asparagus acutifolius L.), la lentaggine (Viburnum tinus L.), la salsapariglia nostrale (Smilax aspera L.) ed il rovo (Rubus fruticosus L.). Dal punto di vista fitosanitario, dove lo sviluppo vegetativo si manifesta a grandi caratteri, si riscontra, in generale, anche un soddisfacente grado di mantenimento.
ZONE RURALI
L’area di Monterocco è un’area diffusamente agricola in cui la tipologia di appoderamento prevalente è quella tipica dell’orticoltura e della floricoltura. Altra tradizione presente è quella della coltivazione dell’olivo; sia esso da olio e sia esso da mensa. Nel caso specifico, l’intero comparto è a destinazione orto - floricolo con la presenza di alcune serre leggere a tunnel. Quindi trattasi di:
1 - terreni agricoli con colture tipiche degli orti e dei seminativi arborati. Sugli appezzamenti di terreno esaminati, non esistono elementi del paesaggio agrario individuanti come formazioni di interesse né botanico - vegetazionale né tantomeno di interesse storico ambientale. Non esistono “testimonianze” di particolari tecniche agricolo - produttive, non esistono elementi a piccoli gruppi o isolati di querce, filari di pioppi, olmi, cipressi, alberi monumentali o secolari. La struttura vegetazionale arborea, invece, è una regolare disposizione di alberi da frutto fra cui il pero, qualche fico, qualche noce, alcuni filari di olivo (di maggiore rilevanza botanico - vegetazionale) non disposti a quinconce oltre che alle colture classiche degli orti e dei seminativi in rotazione su tutta la superficie.
ALBERI ISOLATI
1 - in nessuna delle aree naturali esaminate, diverse sotto il profilo della destinazione urbanistica e della destinazione colturale, ad esclusione degli alberi di interesse agrario (fruttiferi misti ed olivi), si è rilevata la presenza di piante isolate. Non sono neanche presenti significative formazioni di siepi.
PARCHI E GIARDINI
A queste categorie sono riconducibili le due distinte aree del parco di via X. Xxxxx e di quello della zona Case Minime. In entrambi i casi non si sono rilevate specifiche strutture né di parchi storici e né di parchi a rilevante valore naturalistico o di semplice verde urbano attrezzato. Trattasi di caotiche piantate di alberi che non rispondono a idonee suddivisioni degli spazi (zone a verde, viabilità, attrezzature) e né a caratteristici ordini di massima delle diverse componenti (verde in volume, verde in piano, elementi lineari, elementi puntuali, le zone umide, gli elementi in movimento, la viabilità e le attrezzature).
In un parco trattato, che può farsi rientrare fra questa categoria di giardino, le uniche forme ammissibili dovrebbero essere quelle naturali; dovrebbero essere bandite le simmetrie, le eguaglianze ed ogni elemento deve apparire diverso e, soprattutto, spontaneo.
Altro elemento di pregiudizio rilevato è quello relativo a impianti molto fitti, indipendentemente dalla superficie del giardino e dalla specie a fine sviluppo vegetativo, così che dopo pochi anni gli alberi si sono estremamente allungati verso l’alto, hanno perso il fogliame nel primo terzo della chioma e la vegetazione a terra è quasi nulla; riducendone di fatto anche la fruizione nei mesi autunnali o primaverili. Il concetto invece di parco si dovrebbe avvicinarsi al giardino/parco in cui si piantono pochi alberi, si scelgono esclusivamente le specie a più lento accrescimento ed anche le altre, ossia quelle di maggior sviluppo, le quali vengono pazientemente educate perché il giardino mantenga inalterato il suo aspetto; difatti esistono molti giardini, ormai più che secolari, ancor oggi identici a quando furono ideati. Così facendo con gli alberi nuovi ancora da piantare si eviterebbe sicuramente un grande lavoro di potatura annuale e di gestione tecnica del parco. Tornando al caso esaminato, si è giunti a fare il seguente rilievo:
1 - gli alberi presenti sono principalmente molti pini domestici, diversi tigli, molti cedri (dell’Atlante e del libano), alcuni cipressi, qualche tuia, siepi di pitosforo, siepi di ligustro con piante anche arboree. Lungo alcuni marciapiedi vegetano degli esemplari di cipresso comune piramidale. Queste aree hanno un ridotto tappeto erboso utilizzato come sgambatoio per cani e pochissimo arredo e strutture utili ai fini della fruizione pubblica. Di fatto, i due parchi - giardini esaminati andrebbero riprogettati e soprattutto rispettando i seguenti criteri: Residenziale, dove vi è una fruizione più intensa e i prati sono mantenuti bassi da frequenti sfalci; di transizione, dove la frequentazione è estensiva (passaggio, relax, attività ricreative), la
gestione è più informale e gli sfalci saltuari permettono le fioriture; sono presenti alberi e macchie di arbusti intervallate; l’area selvatica, ovvero le zone più tranquille che possono anche essere rifugio della biodiversità e la manutenzione è ridotta al minimo, garantendo lo sviluppo “spontaneo” della vegetazione arbustiva e arborea.
CONCLUSIONI
Le aree di intervento esaminate, si distinguono fra loro per gli aspetti salienti che le caratterizzano tanto da mostrarsi come una ideale linea evolutiva degli spazi verdi a ridosso ed all’interno degli insediamenti urbani.
E’ evidente che essendo in prossimità di un centro urbano, queste aree assumono valenza esclusivamente dal punto di vista paesaggistico sia per l’aspetto ornamentale residuo di angolo verde all’interno di un’area urbana e sia come possibile rete ecologica “da e verso” la città.
L’area di Monterocco, anche se mostra ancora qualche timido segno di verde naturale, è da considerarsi come area agricola di valore ordinario e non costituisce un elemento del paesaggio agrario marchigiano da tutelarsi. La sua evoluzione è quella di essere inglobata dalla fascia periurbana in espansione. Anch’essa è quindi suscettibile di diventare, se pur con le dovute attenzioni, una zona di verde a carattere ornamentale ed a corredo di interventi edilizi necessari.
Le aree già a parco, infine, dal punto di vista paesaggistico ed agronomico, dopo ogni dovuta valutazione, sono da considerarsi delle aree strategiche sotto il profilo ambientale ma andrebbero adeguatamente trattate secondo quanto sopra detto.
Pur non essendo previsto dalla normativa vigente, i tagli delle essenze arboree necessari per la realizzazione del progetto di riqualificazione dei due parchi urbani saranno compensati con dei reimpianti così come illustrato negli elaborati grafici denominati TAV. 15.1, 15.2, 16.1, 16.2.
In ultima analisi, con riferimento alle N.T.A. del P.P.A.R., Titolo IV, Xxxx I, Artt. 26, 27 e 27 bis, l’area di intervento non rientra nelle prescrizioni di cui al Capo III Artt. 33, 34, 35, 36 e 37 e al Capo IV art. 38.
Tanto si doveva ad evasione dell’incarico ricevuto.
Il Tecnico
Xxxxxxxx XXXXXXXX Dr. XXXXXXXX