CAPITOLATO SPECIALE D’APPALTO PER OPERE EDILI INDICE GENERALE
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CAPITOLATO SPECIALE D’APPALTO PER OPERE EDILI INDICE GENERALE
CAPITOLO III 7
QUALITA' E PROVENIENZA DEI MATERIALI E DEI COMPONENTI 7
Art.1 - DESCRIZIONE DELLE OPERE DA ESEGUIRE 7
Art. 2 - MATERIALI IN GENERE 7
Art. 3 - ACQUA, CEMENTI ED AGGLOMERATI CEMENTIZI, INERTI PER CONGLOMERATI CEMENTIZI E PER MALTE 7
Art. 4 - ELEMENTI DI LATERIZIO E CALCESTRUZZO 8
Art. 5 - ARMATURE PER CALCESTRUZZO 9
Art. 6 - PRODOTTI DI PIETRE NATURALI O RICOSTRUITE 10
Art.7 - PRODOTTI PER PAVIMENTAZIONE 11
Art. 8 - PRODOTTI DI VETRO (LASTRE, PROFILATI AD U E VETRI PRESSATI) 14
Art. 9 - PRODOTTI DIVERSI (SIGILLANTI, ADESIVI, GEOTESSILI) 15
Art. 10 - PRODOTTI PER IMPERMEABILIZZAZIONE 15
Art. 11 – INFISSI 19
Art. 11.1 - MATERIALI E FINITURA SUPERFICIALE DEGLI INFISSI 19
Art. 12 - PRODOTTI PER RIVESTIMENTI INTERNI ED ESTERNI 24
Art. 13 - OPERE DA XXXXXXXXXX 25
Art. 14 - TUBAZIONI 27
Art. 15 - PRODOTTI PER ISOLAMENTO TERMICO 30
Art. 16 - PRODOTTI PER PARETI ESTERNE E PARTIZIONI INTERNE 32
Art. 17 - PRODOTTI PER ASSORBIMENTO ACUSTICO 33
Art. 18 - PRODOTTI PER ISOLAMENTO ACUSTICO 34
CAPITOLO IV 36
MODO DI ESECUZIONE DI OGNI CATEGORIA DI LAVORO 36
PARTE A - MOVIMENTI TERRA, SCAVI, RILEVATI E DEMOLIZIONI 36
Art. 19 - Generalità 36
Art. 20 - Scavi in genere 36
Art. 21 - Scavi di sbancamento 37
Art. 22. - Scavi di fondazione o a sezione obbligata 37
Art. 23 – Scavi subacquei 38
Art. 24 - Rilevati e rinterri 38
PARTE B - STRUTTURE PORTANTI IN CEMENTO ARMATO E PRECOMPRESSO 39
Art. 25 - Generalità 39
Art. 26 - Impasti di conglomerato cementizio 39
Art. 27 - Controlli sul conglomerato cementizio e sulle armature 40
Art. 28 - Norme di esecuzione per il cemento armato normale e precompresso 40
Art. 29 - Getti di cemento armato a faccia vista 42
Art. 30 - Solai di cemento armato misti 43
Art. 31 - Responsabilità per le opere di calcestruzzo armato 46
Art. 32 – Strutture in acciaio 47
Art. 33 - Acciaio per carpenteria 48
Art. 34 - Collaudo tecnogico dei materiali 48
Art. 35 - Montaggio 50
Art. 36 - Prove di carico e collaudo statico delle strutture in acciaio 51
Art. 37 - Verniciature 51
Art. 38 - Acciaio per c.a. e C.A.P 56
PARTE C - CHIUSURE VERTICALI ESECUZIONE DELLE PARTIZIONI INTERNE 57
Art. 39 - Generalità 57
Art. 40 - Malte per murature 58
Art. 41 - Criteri generali per l'esecuzione 58
Art. 42 - Murature in pietrame a secco 59
Art. 43 - Riempimenti in pietrame a secco (per drenaggi, fognature, banchettoni di consolidamento e simili) 59
Art. 44 - Vespai e intercapedini 60
Art. 45 – Tramezzi e divisori interni 60
Art. 46 - Esecuzione coperture continue (piane) 60
Art. 47 - Opere di vetrazione e serramentistica (infissi e vetrature) 62
Art. 48 - Infissi esterni ed interni in alluminio 63
Art. 49 - Criteri generali per l’esecuzione di infissi e vetrature 64
PARTE D - IMPERMEABILIZZAZIONE, GIUNTI, ISOLAMETI E COPERTURE 66
Art. 50 - Impermeabilizzazioni 66
Art. 51 - Impermeabilizzazione opere controterra 66
Art. 52 - Isolamenti termici 67
PARTE E - FINITURE ESTERNE ED INTERNE 68
Art. 53 - Sistemi realizzati con prodotti rigidi 68
Art. 54 - Sistemi realizzati con prodotti fluidi 68
Art. 55 - Giunti 69
Art. 56 – Tubazioni 69
Art. 57 - Intonaci 70
Art. 58 - Opere da pittore 71
Art. 59 - Controsoffitti e contropareti 72
Art. 60 - Sistemi per rivestimenti interni ed esterni 72
Art. 61 - Esecuzione delle pavimentazioni 73
Art. 62 - Pavimentazioni interne su strato portante 75
Art. 63 – Strato ripartitore 75
Art. 64 – Strato di isolamento termico 75
Art. 65 - Strato di collegamento 75
Art. 66 - Strato di rivestimento 75
Art. 67 - Battiscopa 78
Art. 68 - Opere in pietra 78
CAPITOLO V 79
ORDINE DA TENERSI NELL'ANDAMENTO DEI LAVORI E NORME PER LA MISURAZIONE E VALUTAZIONE DEI LAVORI 79
Art. 69 - Ordine da tenersi nell'andamento dei lavori 79
Art. 70 - Scavi in Genere 79
Art. 71 - Murature in Genere 80
Art. 72 - Murature in Pietra da Taglio 80
Art. 73 - Calcestruzzi 80
Art. 74 - Conglomerato Cementizio Armato 80
Art. 75 - Solai 81
Art. 76 - Messa in opera dei controsoffitti in cartongesso 81
Art. 77 - Vespai 81
Art. 78 - Pavimenti 81
Art. 79 - Rivestimenti di Pareti 82
Art. 80 - Fornitura in Opera dei Marmi, Pietre Naturali od Artificiali 82
Art. 81 - Intonaci 82
Art. 82 - Tinteggiature, Coloriture e Verniciature 82
Art. 83 - Infissi di alluminio 83
Art. 84 - Lavori di metallo 83
Art. 85 - Manodopera 83
Art. 86 - Noleggi 84
Art. 87- Trasporti 84
CAPITOLO VI 85
PARTI MECCANICHE 85
Art. 88 - Capitolato impianti parti meccaniche 85
Art. 88.1 GENERALITA’ 85
Art. 88.2 CENTRALE TERMICA 85
Art. 88.3 SOTTOSTAZIONE DI POMPAGGIO 86
Art. 88.4 ELETTROPOME CENTRIFUGHE 87
Art. 88.5 RETI DI DISTRIBUZIONE ACQUA CALDA RISCALDAMENTO 87
Art. 88.6 VALVOLAME ED ACCESSORI 88
Art. 88.7 Tubazioni 89
Art. 88.8 ISOLAMENTO TERMICO E PROTEZIONE DELLE TUBAZIONI 91
Art. 88.9 CENTRALE IDRICA 92
Art. 88.10 TRATTAMENTO ACQUA 92
Art. 88.11 IMPIANTO DI ACCUMULO E PRESSURIZZAZIONE ANTINCENDIO 93 Art. 88.12 PRESSURIZZAZIONE ANTINCENDIO 93
Art. 88.13 PRODUZIONE DI ACQUA CALDA SANITARIA 94
Art. 88.14 RETE DI DISTRIBUZIONE IMPIANTO IDRICO SANITARIO 94
Art. 88.15 IMPIANTO DI TRATTAMENTO ARIA 94
Art. 88.16 Carpenteria Metallica 96
Art. 88.17 BOCCHETTE, SERRANDE, GRIGLIE, ETC 97
Art. 88.18 APPARECCHIATURE DI REGOLAZIONE AUTOMATICA 98
Art. 88.19 Elementi Terminali 102
Art. 88.20 STRUMENTI DI MISURA 103
Art. 89 Capitolato parti elettriche 104
Art.90 OGGETTO E TIPO DELL’APPALTO 104
Art.91 CONSISTENZA DELL’APPALTO 104
Art. 92 DESCRIZIONE DEI LUOGHI DI REALIZZAZIONE DELLE OPERE 104
Art. 93 CONDIZIONI PARTICOLARI 104
Art. 94 DISCIPLINA DEI SUBAPPALTI E DELLE FORNITURE 107
Art. 95 REGOLAMENTAZIONE DELLE VARIANTI AL PROGETTO E VARIAZIONE DELLE OPERE ELETTRICHE E DI SISTEMA PROGETTATE 107
Art. 96 MODALITA’ DI PAGAMENTO 107
Art. 97 PRESCRIZIONI RELATIVE ALLA SCELTA DI SELEZIONE DEI MATERIALI 108
Art. 98 MODALITA’ DI CONSEGNA DELLE OPERE 108
Art. 99 NORME PER LA MISURAZIONE E LA VALUTAZIONE DEGLI IMPIANTI ELETTRICI E DI SISTEMA 111
Art. 100 INTEGRAZIONE TRA OPERE EDILI, ELETTRICHE E DI SISTEMA 111
Art. 101 CARATTERISTICHE IMPIANTISTICHE 113
Art. 102 CRITERI DI DISTRIBUZIONE DELL’ENERGIA ELETTRICA E DI SUDDIVISIONE DEI CARICHI 116
Art. 103 LIVELLO D’ILLUMINAMENTO MEDIO DI ESERCIZIO PER I DIVERSI AMBIENTI 116
Art. 104 CRITERI DI ESECUZIONE DEGLI IMPIANTI DI TERRA 117
Art. 105 CARATTERISTICHE DEI COMPONENTI ELETTRICI 118
Art. 106 MATERIALI ED APPARECCHIATURE VARIE 118
Art. 107 Canalizzazioni 120
Art. 108 Apparecchi illuminanti 126
Art. 109 IMPIANTI SPECIALI E DI SISTEMA - SPECIFICHE TECNICHE 127
Art. 110 LAVORAZIONI SPECIFICHE PER IMPANTO ELETTRCO Errore. Il
segnalibro non è definito.
CAPITOLO III
QUALITA' E PROVENIENZA DEI MATERIALI E DEI COMPONENTI Art.1 - DESCRIZIONE DELLE OPERE DA ESEGUIRE
Sono compresi nel prezzo complessivo a corpo tutti i lavori indicati nel capitolato d’oneri, precisando che
l'eventuale mancata elencazione nel presente articolo di alcune opere, non esime l'appaltatore dall'eseguire tutti i lavori necessari per dare l'edificio completo di ogni accessorio e di ogni impianto e con i locali e loro pertinenze in perfette condizioni d'uso, di agibilità e funzionalità, in conformità al progetto ed a tutte le altre disposizioni legislative vigenti.
In particolare dovranno essere rispettate tutte le normative riguardanti l'impiantistica in generale le norme tecniche per l’edilizia sportiva , per il superamento delle barriere architettoniche di cui alle L.13/89, per la sicurezza antincendio previsti nel D.M. 16.5.87 N. 246, D.M. 16.5.87 n. 246, DPCM 21.10.
2003, D.Lgs 81/08.
Ai sensi della L. 27.3.92 n. 257 non sono ammesse nella costruzione l'utilizzo di materiali di amianto o fibre di amianto.
Per ogni opera, fornitura od apparecchio di cui non sia stata data una precisa descrizione per quanto riguarda, colore, forma o altro requisito, la Direzione dei Lavori ne specificherà i dettagli in corso d'opera nel rispetto dei requisiti prestazionali di cui ai successivi articoli, senza che l'appaltatore possa trarne argomento per compensi aggiuntivi ed aumenti del prezzo fissato per il forfait. Il presente capitolato prestazionale è parte integrante e sostanziale del Capitolato D’Oneri parte Amministrativa.
Art. 2 - MATERIALI IN GENERE
Quale regola generale si intende che i materiali, i prodotti ed i componenti occorrenti, realizzati con materiali e tecnologie tradizionali e/o artigianali, per la costruzione delle opere, proverranno da quelle località che l'Appaltatore riterrà di sua convenienza, purché, ad insindacabile giudizio della direzione dei lavori, rispondano alle caratteristiche/prestazioni di seguito indicate.
Nel caso di prodotti industriali la rispondenza a questo capitolato può risultare da un attestato di conformità rilasciato dal produttore e comprovato da idonea documentazione e/o certificazione.
Art. 3 - ACQUA, CEMENTI ED AGGLOMERATI CEMENTIZI, INERTI PER CONGLOMERATI CEMENTIZI E PER MALTE
a) Acqua - Per la produzione del calcestruzzo dovranno essere impiegate le acque potabili e quelle di riciclo conformi alla UNI EN 1008:2003.
b) Additivi - Gli additivi per la produzione del calcestruzzo devono possedere la marcatura CE ed essere conformi,in relazione alla particolare categoria di prodotto cui essi appartengono, ai requisiti imposti dai rispettiviprospetti della norma UNI EN 934 (parti 2, 3, 4, 5). Per gli altri additivi che non rientrano nelle classificazioni della norma si dovrà verificarne l瀞idoneità all瀞impiego in funzione dell瀞applicazione e delle proprietà richieste per il calcestruzzo. E瀞 onere del produttore di calcestruzzo verificare preliminarmente i dosaggi ottimali di additivo per conseguire le prestazioni reologiche e meccaniche richieste oltre che per valutare eventuali effetti indesiderati. Per la produzione degli impasti, si consiglia l瀞impiego costante di additivi fluidificanti/riduttori di acqua o superfluidificanti/riduttori di acqua ad alta efficacia per limitare il contenuto di acqua di impasto, migliorare la stabilità dimensionale del calcestruzzo e la durabilità dei getti. Nel periodo estivo si consiglia di impiegare specifici additivi capaci di mantenere una prolungata lavorabilità del calcestruzzo in funzione dei tempi di trasporto e di getto.
Per le riprese di getto si potrà far ricorso all瀞utilizzo di ritardanti di presa e degli adesivi per riprese di
getto.
Nel periodo invernale al fine di evitare i danni derivanti dalla azione del gelo, in condizioni di maturazione
al di sotto dei 5°C, si farà ricorso, oltre che agli additivi superfluidificanti, all瀞utilizzo di additivi acceleranti di presa e di indurimento privi di cloruri.
Per i getti sottoposti all瀞azione del gelo e del disgelo, si farà ricorso all瀞impiego di additivi aeranti come prescritto dalle normative UNI EN 206 e UNI 11104c) Cementi e agglomerati cementizi.
c) Aggregati - Gli aggregati utilizzabili, ai fini del confezionamento del calcestruzzo, debbono possedere marcatura CE secondo D.P.R. 246/93 e successivi decreti attuativi.
Gli aggregati debbono essere conformi ai requisiti della normativa UNI EN 12620 e UNI 8520-2 con i relativi riferimenti alla destinazione d瀞uso del calcestruzzo.
La massa volumica media del granulo in condizioni s.s.a. (saturo a superficie asciutta) deve essere pari o superiore a 2600 kg/m3. A questa prescrizione si potrà derogare solo in casi di comprovata impossibilità di approvvigionamento locale, purché si continuino a rispettare le prescrizioni in termini di resistenza caratteristica a compressione e di durabilità specificati nel paragrafo 2.8. Per opere caratterizzate da un elevato rapporto superficie/volume, laddove assume un瀞importanza predominante la minimizzazione del ritiro igrometrico del calcestruzzo, occorrerà preliminarmente verificare che l瀞impiego di aggregati di minore massa volumica non determini un incremento del ritiro rispetto ad un analogo conglomerato confezionato con aggregati di massa volumica media maggiore di 2600 kg/m3. Per i calcestruzzi con classe di resistenza caratteristica a compressione maggiore di C50/60 dovranno essere utilizzati aggregati di massa volumica sempre maggiore di 2600 kg/m3.
Gli aggregati dovranno rispettare i requisiti minimi imposti dalla norma UNI 8520 parte 2 relativamente al contenuto di sostanze nocive. In particolare:
- il contenuto di solfati solubili in acido (espressi come SO3 da determinarsi con la procedura
prevista
dalla XXX-XX 0000-0 punto 12) dovrà risultare inferiore allo 0.2% sulla massa dell瀞aggregato indipendentemente se l瀞aggregato è grosso oppure fine (aggregati con classe di contenuto di solfati AS0,2);
- il contenuto totale di zolfo (da determinarsi con XXX-XX 0000-0 punto 11) dovrà risultare inferiore allo
0.1%;
- non dovranno contenere forme di silice amorfa alcali-reattiva o in alternativa dovranno evidenziare
espansioni su prismi di malta, valutate con la prova accelerata e/o con la prova a lungo termine in accordo alla metodologia prevista dalla UNI 8520-22, inferiori ai valori massimi riportati nel prospetto 6 della UNI 8520 parte 2.
I conglomerati cementizi per strutture in cemento armato dovranno rispettare tutte le prescrizioni di cui al decreto ministeriale 14-01-2008 e relative circolari esplicative.
Art. 4 - ELEMENTI DI LATERIZIO E CALCESTRUZZO
Gli elementi resistenti artificiali da impiegare nelle murature (elementi in laterizio ed in calcestruzzo) possono essere costituiti di laterizio normale, laterizio alleggerito in pasta, calcestruzzo normale, calcestruzzo alleggerito.
Quando impiegati nella costruzione di murature portanti, essi debbono rispondere alle prescrizioni contenute nel decreto ministeriale 20-11-1987, n. 103 (Norme tecniche per la progettazione, esecuzione e collaudo degli edifici in muratura e per il loro consolidamento).
Nel caso di murature non portanti le suddette prescrizioni possono costituire utile riferimento, insieme a quelle della norma UNI 8942/2.
Gli elementi resistenti di laterizio e di calcestruzzo possono contenere forature rispondenti alle prescrizioni del succitato decreto ministeriale 20-11-1987.
La resistenza meccanica degli elementi deve essere dimostrata attraverso certificazioni contenenti risultati delle prove e condotte da laboratori ufficiali negli stabilimenti di produzione, con le modalità previste nel decreto ministeriale di cui sopra.
E' facoltà del Direttore dei lavori richiedere un controllo di accettazione, avente lo scopo di accertare se gli elementi da mettere in opera abbiano le caratteristiche dichiarate dal produttore.
Art. 5 - ARMATURE PER CALCESTRUZZO
1) Gli acciai per l'armatura del calcestruzzo normale devono rispondere alle prescrizioni contenute nel vigente decreto ministeriale attuativo della legge 5-11-1971, n. 1086 (D.M. 14.01.2008) e relative circolari esplicative.
2) E' fatto divieto di impiegare acciai non qualificati all'origine.
Le armature metalliche dovranno essere tagliate e sagomate in conformità ai disegni.
La piegatura dovrà essere fatta meccanicamente e, di regola, mai a caldo, a mezzo di piegaferri o di qualunque altro procedimento che permetta di ottenere i raggi di curvatura previsti dai disegni.
Nella posa in opera delle armature metalliche dovrà essere cura dell'Assuntore distanziare con tacchetti o con particolari elementi distanziatori le armature metalliche nei casseri.
All'atto della posa in opera le armature dovranno essere pulite, prive di ruggine non aderente, di terra, di vernice, di grasso o di ogni altra materia nociva.
Le giunzioni sono di norma vietate: saranno consentite solo quando le barre necessarie debbano essere di lunghezza maggiore di quella commerciale.
Nelle giunzioni per sovrapposizioni la lunghezza delle sovrapposizioni dovrà essere almeno di 50 diametri al netto dell'uncino di estremità e ciascuna interruzione dovrà essere distante dalle interruzioni contigue non meno di ottanta volte il diametro di maggiore grossezza.
Negli elementi prevalentemente tesi è vietata la giunzione per sovrapposizione.
Alle estremità i ferri dovranno essere piegati ad uncino semicircolare con luce interna non inferiore a cinque volte il loro diametro.
Negli acciai ad aderenza migliorata l'ancoraggio potrà essere realizzato mediante prolungamento delle barre per 30 diametri in zona di conglomerato compresso oltre la sezione in cui si annulla lo sforzo di trazione nella barra considerata.
Le staffe dovranno avere diametro non inferiore a 6 mm e non superiore a 12 mm.
La distanza tra le staffe dovrà essere comunque non superiore a tre quarti della larghezza della sezione della trave o della nervatura.
L瀞acciaio da cemento armato ordinario comprende:
- barre d瀞acciaio tipo B450C (6 mm 募 Ø 募 40 mm), rotoli tipo B450C (6 mm 募 Ø 募 16 mm);
- prodotti raddrizzati ottenuti da rotoli con diametri 募 16mm per il tipo B450C;
- reti elettrosaldate (6 mm 募 Ø 募 12 mm) tipo B450C;
- tralicci elettrosaldati (6 mm 募 Ø 募 12 mm) tipo B450C;
Ognuno di questi prodotti deve rispondere alle caratteristiche richieste dalle Norme Tecniche per le Costruzioni, D.M.14-01-2008, che specifica le caratteristiche tecniche che devono essere verificate, i metodi di prova, le condizioni di prova e il sistema per l瀞attestazione di conformità per gli acciai destinati alle costruzioni in cemento armato che ricadono sotto la Direttiva Prodotti CPD (89/106/CE).
L瀞acciaio deve essere qualificato all瀞origine, deve portare impresso, come prescritto dalle suddette norme, il marchio indelebile che lo renda costantemente riconoscibile e riconducibile inequivocabilmente allo stabilimento di produzione.
In cantiere è ammessa esclusivamente la fornitura e l瀞impiego di acciai B450C saldabili e ad aderenza migliorata, qualificati secondo le procedure indicate nel D.M. 14/01/2008 al punto 11.3.1 e controllati con le modalità riportate nei punti 11.3.2.10 e 11.3.3.5 del citato decreto.
Tutte le forniture di acciaio devono essere accompagnate dell瀞敦Attestato di Qualificazione敦 rilasciato dal Consiglio Superiore dei LL.PP. - Servizio Tecnico Centrale.
Per i prodotti provenienti dai Centri di trasformazione è necessaria la documentazione che assicuri che le lavorazioni effettuate non hanno alterato le caratteristiche meccaniche e geometriche dei prodotti previste dal D.M. 14/01/2008.
Inoltre può essere richiesta la seguente documentazione aggiuntiva :
- certificato di collaudo tipo 3.1 in conformità alla norma UNI EN 10204;
- certificato Sistema Gestione Qualità UNI EN ISO 9001;
- certificato Sistema Gestione Ambientale UNI EN ISO 14001;
- dichiarazione di conformità al controllo radiometrico (può essere inserito nel certificato di collaudo tipo 3.1);
- polizza assicurativa per danni derivanti dal prodotto.
Art. 6 - PRODOTTI DI PIETRE NATURALI O RICOSTRUITE
1) La terminologia utilizzata (come da norma UNI 8458) ha il significato di seguito riportato, le denominazioni commerciali devono essere riferite a campioni, atlanti, ecc.
Marmo (termine commerciale).
Roccia cristallina, compatta, lucidabile, da decorazione e da costruzione, prevalentemente costituita da minerali di durezza Mohs da 3 a 4 (quali calcite, dolomite, serpentino).
A questa categoria appartengono:
- i marmi propriamente detti (calcari metamorfici ricristallizzati), i calcefiri ed i cipollini;
- i calcari, le dolomie e le brecce calcaree lucidabili;
- gli alabastri calcarei;
- le serpentiniti;
- oficalciti.
Granito (termine commerciale).
Roccia fanero-cristallina, compatta, lucidabile, da decorazione e da costruzione, prevalentemente costituita da minerali di durezza Mohs da 6 a 7 (quali quarzo, feldspati, felspatoidi)
A questa categoria appartengono:
- i graniti propriamente detti (rocce magmatiche intrusive acide fanerocristalline, costituite da quarzo, feldspati sodico
- potassici e miche);
- altre rocce magmatiche intrusive (dioriti, granodioriti, sieniti, gabbri, ecc.);
- le corrispettive rocce magmatiche effusive, a struttura porfirica;
- alcune rocce metamorfiche di analoga composizione come gneiss e serizzi.
Travertino
Roccia calcarea sedimentaria di deposito chimico con caratteristica strutturale vacuolare, da decorazione e da costruzione; alcune varietà sono lucidabili.
Pietra (termine commerciale)
Roccia da costruzione e/o da decorazione, di norma non lucidabile.
A questa categoria appartengono rocce di composizione mineralogica svariatissima, non inseribili in alcuna classificazione. Esse sono riconducibili ad uno dei due gruppi seguenti:
- rocce tenere e/o poco compatte;
- rocce dure e/o compatte.
Esempi di pietre del primo gruppo sono: varie rocce sedimentarie (calcareniti, arenarie a cemento calcareo, ecc.), varie rocce piroclastiche, (peperini, tufi, ecc.); al secondo gruppo appartengono le pietre a spacco naturale (quarziti, micascisti, gneiss lastroidi, ardesie, ecc.), e talune vulcaniti (basalti, trachiti, leucititi, ecc.).
Per gli altri termini usati per definire il prodotto in base alle forme, dimensioni, tecniche di lavorazione ed alla conformazione geometrica, vale quanto riportato nella norma UNI 8458 e UNI 10330.
2) I prodotti di cui sopra, in conformità al prospetto riportato nella norma UNI 9725 devono rispondere a quanto segue:
a) appartenere alla denominazione commerciale e/o petrografica indicata nel progetto, come da norma UNI 9724/1 oppure avere origine del bacino di estrazione o zona geografica richiesta nonché essere conformi ad eventuali campioni di riferimento ed essere esenti da crepe, discontinuità, ecc. che riducano la resistenza o la funzione;
b) avere lavorazione superficiale e/o finiture indicate nel progetto e/o rispondere ai campioni di riferimento; avere le dimensioni nominali concordate e le relative tolleranze;
c) delle seguenti caratteristiche il fornitore dichiarerà i valori medi (ed i valori minimi e/o la dispersione percentuale):
- massa volumica reale ed apparente, misurata secondo la norma UNI 9724/2, 9724/7 e UNI 10444;
- coefficiente di imbibizione della massa secca iniziale, misurato secondo la norma UNI 9724/2 e UNI 10444;
- resistenza a compressione, misurata secondo la norma UNI 9724/3;
- resistenza a flessione, misurata secondo la norma UNI 9724/5;
- modulo di elasticità, misurato secondo la norma UNI 9724/8;
- resistenza all'abrasione, misurata secondo le disposizioni del regio decreto 16-11-1939, n. 2234;
- microdurezza Xxxxx, misurato secondo la norma UNI 9724/6;
d) per le prescrizioni complementari da considerare in relazione alla destinazione d'uso (strutturale per murature, pavimentazioni, coperture, ecc.) si rinvia agli appositi articoli del presente capitolato ed alle prescrizioni di progetto.
I valori dichiarati saranno accettati dalla direzione dei lavori anche in base ai criteri generali dell'articolo relativo ai materiali in genere ed in riferimento alla già citata norma UNI 9725.
Art.7 - PRODOTTI PER PAVIMENTAZIONE
1 - Si definiscono prodotti per pavimentazione quelli utilizzati per realizzare lo strato di rivestimento dell'intero sistema di pavimentazione.
Per la realizzazione del sistema di pavimentazione si rinvia all'articolo sulla esecuzione delle pavimentazioni.
I prodotti vengono di seguito considerati al momento della fornitura; il Direttore dei lavori, ai fini della loro accettazione, può procedere ai controlli (anche parziali) su campioni della fornitura oppure richiedere un attestato di conformità della fornitura alle prescrizioni di seguito indicate.
2 - Le piastrelle di ceramica per pavimentazioni dovranno essere del materiale indicato nel progetto tenendo conto che le dizioni commerciali e/o tradizionali (cotto, cotto forte, gres, ecc.) devono essere associate alla classificazione basata sul metodo di formatura e sull'assorbimento d'acqua secondo le norme UNI EN 87, 98 e 99.
a) A seconda della classe di appartenenza (secondo UNI EN 87) le piastrelle di
ceramica estruse o pressate di prima scelta devono rispondere alle norme seguenti:
FORMATURA | ASSORBIMENTO D'ACQUA «E» IN % | |||
Gruppo I E £ 3% | Gruppo II a 3% < E £ 6% | Gruppo II b 6% < E £ 10% | Gruppo III E > 10% | |
Estruse (A) | UNI EN 121 | UNI EN 186 | UNI EN 187 | UNI EN 188 |
Pressate (A) | UNI EN 176 | UNI EN 177 | UNI EN 178 | UNI EN 159 |
I prodotti di seconda scelta, cioè quelli che rispondono parzialmente alle norme predette, saranno accettate in base alla rispondenza ai valori previsti dal progetto, ed, in mancanza, in base ad accordi tra direzione dei lavori e fornitore.
b) Per i prodotti definiti "pianelle comuni di argilla", "pianelle pressate ed arrotate di argilla" e "mattonelle greificate" dal regio decreto 16-11-1939 n. 2234, devono inoltre essere rispettate le prescrizioni seguenti: resistenza all'urto 2 Nm (0,20 kgm) minimo; resistenza alla flessione 2,5 N/mm² (25 kg/cm)2 minimo; coefficiente di usura al tribometro 15 mm massimo per 1 km di percorso.
c) Per le piastrelle colate (ivi comprese tutte le produzioni artigianali) le caratteristiche rilevanti da misurare ai fini di una qualificazione del materiale sono le stesse indicate per le piastrelle pressate a secco ed estruse (vedi norma UNI EN 87), per cui:
- per quanto attiene ai metodi di prova si rimanda alla normativa UNI EN vigente e già citata;
- per quanto attiene i limiti di accettazione, tenendo in dovuto conto il parametro relativo all'assorbimento d'acqua, i valori di accettazione per le piastrelle ottenute mediante colatura saranno concordati fra produttore ed acquirente, sulla base dei dati tecnici previsti dal progetto o dichiarati dai produttori ed accettate dalla Direzione dei lavori nel rispetto della norma UNI EN 163.
d) I prodotti devono essere contenuti in appositi imballi che li proteggano da azioni meccaniche, sporcatura, ecc. nelle fasi di trasporto, deposito e manipolazione prima della posa ed essere accompagnati da fogli informativi riportanti il nome del fornitore e la rispondenza alle prescrizioni predette.
4 - I prodotti di gomma per pavimentazioni sotto forma di piastrelle e rotoli devono rispondere alle prescrizioni date dal progetto ed in mancanza e/o a complemento devono rispondere alle prescrizioni seguenti (norma UNI 8273 e 8273 FA-174-87):
a) essere esenti da difetti visibili (bolle, graffi, macchie, aloni, ecc.) sulle superfici destinate a restare in vista (norma UNI 8272/1);
b) avere costanza di colore tra i prodotti della stessa fornitura; in caso di contestazione deve risultare entro il contrasto dell'elemento n. 4 della scala dei grigi di cui alla norma UNI EN 20105-A02.
Per piastrelle di forniture diverse ed in caso di contestazione vale il contrasto dell'elenco n. 3 della scala dei grigi;
c) sulle dimensioni nominali ed ortogonalità dei bordi sono ammesse le tolleranze seguenti:
- rotoli: lunghezza +1%, larghezza +0,3%, spessore +0,2 mm;
- piastrelle: lunghezza e larghezza +0,3%, spessore +0,2 mm;
- piastrelle: scostamento dal lato teorico (in millimetri) non maggiore del prodotto tra dimensione del lato (in millimetri) e 0,0012;
- rotoli: scostamento dal lato teorico non maggiore di 1,5 mm;
d) la durezza deve essere tra 75 e 85 punti di durezza Shore A (norma UNI 4916);
e) la resistenza all'abrasione deve essere non maggiore di 300 mm³ (norma UNI 9185);
f) la stabilità dimensionale a caldo deve essere non maggiore dello 0,3% per le piastrelle e dello 0,4% per i rotoli (norma UNI 8272/7);
g) la classe di reazione al fuoco deve essere la prima secondo il decreto ministeriale 26-6-1984 allegato A3.1);
h) la resistenza alla bruciatura da sigaretta, inteso come alterazioni di colore prodotte dalla combustione, non deve originare contrasto di colore uguale o minore al n. 2 della scala dei grigi di cui alla norma UNI EN 20105-A02. Non sono inoltre ammessi affioramenti o rigonfiamenti;
i) il potere macchiante, inteso come cessione di sostanze che sporcano gli oggetti che vengono a contatto con il rivestimento, per i prodotti colorati non deve dare origine ad un contrasto di colore maggiore di quello dell'elemento N3 della scala dei grigi di cui alla UNI EN 20105-A03. Per i prodotti neri il contrasto di colore non deve essere maggiore dell'elemento N2;
l) il controllo delle caratteristiche di cui ai commi da a) ad i) e), si intende effettuato secondo i criteri
indicati in 1 utilizzando la norma UNI 8272;
m) i prodotti devono essere contenuti in appositi imballi che li proteggano da azioni meccaniche ed agenti atmosferici nelle fasi di trasporto, deposito e manipolazione prima della posa.
Il foglio di accompagnamento indicherà oltre al nome del fornitore almeno le indicazioni di cui ai commi da a) ad i).
6 - I prodotti di calcestruzzo per pavimentazioni a seconda del tipo di prodotto devono rispondere alle prescrizioni del progetto ed in mancanza e/o completamento alle seguenti.
a. Mattonelle di cemento con o senza colorazione e superficie levigata; mattonelle di cemento con o senza colorazione con superficie striata o con impronta; marmette e mattonelle a mosaico di cemento e di detriti di pietra con superficie levigata. I prodotti sopraccitati devono rispondere al regio decreto 2234 del 16-11-1939 per quanto riguarda le caratteristiche di resistenza all'urto, resistenza alla flessione e coefficiente di usura al tribometro ed alle prescrizioni del progetto. L'accettazione deve avvenire secondo il punto 1 avendo il regio decreto sopraccitato quale riferimento.
x. Xxxxxxxx di calcestruzzo per pavimentazioni saranno definiti e classificati in base alla loro forma, dimensioni, colore e resistenza caratteristica; per la terminologia delle parti componenti il massello e delle geometrie di posa ottenibili si rinvia alla norma UNI 9065/1. Essi devono rispondere alle prescrizioni del progetto ed in mancanza od a loro completamento devono rispondere a quanto segue:
- essere esenti da difetti visibili e di forma quali protuberanze, bave, incavi che superino le tolleranze dimensionali ammesse (norma UNI 9065/2).
Sulle dimensioni nominali è ammessa la tolleranza di 3 mm per un singolo elemento e 2 mm quale media delle misure sul campione prelevato;
- le facce di usura e di appoggio devono essere parallele tra loro con tolleranza ±15% per il singolo massello e ±10% sulle medie;
- la massa volumica deve scostarsi da quella nominale (dichiarata dal fabbricante) non più del 15% per il singolo massello e non più del 10% per le medie;
- il coefficiente di trasmissione meccanica non deve essere minore di quello dichiarato dal fabbricante;
- il coefficiente di aderenza delle facce laterali deve essere il valore nominale con tolleranza ±5% per un singolo elemento e ±3% per la media;
- la resistenza convenzionale alla compressione deve essere maggiore di 50 N/mm² per il singolo elemento
- maggiore di 60 N/mm² per la media;
I criteri di accettazione sono quelli riportati nel punto 1 con riferimento alla norma UNI 9065/2.
I prodotti saranno forniti su appositi pallets opportunamente legati ed eventualmente protetti dall'azione di sostanze sporcanti. Il foglio informativo indicherà, oltre al nome del fornitore, almeno le caratteristiche di cui sopra e le istruzioni per la movimentazione, sicurezza e posa.
8 - I prodotti di pietre naturali o ricostruite per pavimentazioni si intendono definiti come segue:
- elemento lapideo naturale: elemento costituito integralmente da materiale lapideo (senza aggiunta di leganti);
- elemento lapideo ricostituito (conglomerato): elemento costituito da frammenti lapidei naturali legati con cemento o con resine;
- lastra rifilata: elemento con le dimensioni fissate in funzione del luogo d'impiego, solitamente con una dimensione maggiore di 60 cm e spessore di regola non minore di 3 cm;
- marmetta: elemento con le dimensioni fissate dal produttore ed indipendenti dal luogo di posa, solitamente con dimensioni minori di 60 cm e con spessore di regola minore di 3 cm;
- marmetta calibrata: elemento lavorato meccanicamente per mantenere lo spessore entro le tolleranze dichiarate;
- marmetta rettificata: elemento lavorato meccanicamente per mantenere la lunghezza e/o larghezza entro le tolleranze dichiarate.
Per gli altri termini specifici dovuti alle lavorazioni, finiture, ecc., vedere la norma UNI 9379 e 10330.
a) I prodotti di cui sopra devono rispondere alle prescrizioni del progetto (dimensioni, tolleranze, aspetto, ecc.) ed a quanto prescritto nell'articolo prodotti di pietre naturali o ricostruite.
In mancanza di tolleranze su disegni di progetto si intende che le lastre grezze contengono la dimensione nominale; le lastre finite, marmette, ecc. hanno tolleranza 1 mm sulla larghezza e
lunghezza e 2 mm sullo spessore (per prodotti da incollare le tolleranze predette saranno ridotte);
b) le lastre ed i quadrelli di marmo o di altre pietre dovranno inoltre rispondere al regio decreto 2234 del 16-11-1939 per quanto attiene il coefficiente di usura al tribometro in mm;
c) l'accettazione avverrà secondo il punto 1. Le forniture avverranno su pallets ed i prodotti saranno opportunamente legati ed eventualmente protetti dall'azione di sostanze sporcanti.
Il foglio informativo indicherà almeno le caratteristiche di cui sopra e le istruzioni per la movimentazione, sicurezza e posa.
Art. 8 - PRODOTTI DI VETRO (LASTRE, PROFILATI AD U E VETRI PRESSATI)
1 - Si definiscono prodotti di vetro quelli che sono ottenuti dalla trasformazione e lavorazione del vetro. Essi si dividono nelle seguenti principali categorie: lastre piane, vetri pressati, prodotti di seconda lavorazione.
Per le definizioni rispetto ai metodi di fabbricazione, alle loro caratteristiche, alle seconde lavorazioni, nonché per le operazioni di finitura dei bordi si fa riferimento alle norme UNI EN 572 (varie parti). I prodotti vengono di seguito considerati al momento della loro fornitura.
Le modalità di posa sono trattate negli articoli relativi alle vetrazioni ed ai serramenti.
Il Direttore dei lavori, ai fini della loro accettazione, può procedere a controlli (anche parziali) su campioni della fornitura oppure richiedere un attestato di conformità della fornitura alle prescrizioni di seguito indicate.
2 - I vetri piani grezzi sono quelli colati e laminati grezzi ed anche cristalli grezzi traslucidi, incolori cosiddetti bianchi, eventualmente armati.
Le loro dimensioni saranno quelle indicate nel progetto.
Per le altre caratteristiche vale la norma UNI 6123 che considera anche le modalità di controllo da adottare in caso di contestazione. I valori di isolamento termico, acustico, ecc. saranno quelli derivanti dalle dimensioni prescritte, il fornitore comunicherà i valori se richiesti.
3 - I vetri piani lucidi tirati sono quelli incolori ottenuti per tiratura meccanica della massa fusa, che presenta sulle due facce, naturalmente lucide, ondulazioni più o meno accentuate non avendo subito lavorazioni di superficie.
Le loro dimensioni saranno quelle indicate nel progetto.
Per le altre caratteristiche vale la norma UNI 6486 che considera anche le modalità di controllo da adottare in caso di contestazione. I valori di isolamento termico, acustico, ecc. saranno quelli derivanti dalle dimensioni prescritte, il fornitore comunicherà i valori se richiesti.
4 - I vetri piani trasparenti float sono quelli chiari o colorati ottenuti per colata mediante galleggiamento su un bagno di metallo fuso.
Le loro dimensioni saranno quelle indicate nel progetto.
Per le altre caratteristiche vale la norma UNI 6487 che considera anche le modalità di controllo da adottare in caso di contestazione. I valori di isolamento termico, acustico, ecc. saranno quelli derivanti dalle dimensioni prescritte, il fornitore comunicherà i valori se richiesti.
5 - I vetri piani temprati sono quelli trattati termicamente o chimicamente in modo da indurre negli strati superficiali tensioni permanenti.
Le loro dimensioni saranno quelle indicate nel progetto.
Per le altre caratteristiche vale la norma UNI 7142 che considera anche le modalità di controllo da adottare in caso di contestazione. I valori di isolamento termico, acustico, ecc. saranno quelli derivanti dalle dimensioni prescritte, il fornitore comunicherà i valori se richiesti.
6 - I vetri piani uniti al perimetro (o vetrocamera) sono quelli costituiti da due lastre di vetro tra loro unite lungo il perimetro, solitamente con interposizione di un distanziatore, a mezzo di adesivi od altro in modo da formare una o più intercapedini contenenti aria o gas disidratati.
Le loro dimensioni, numero e tipo delle lastre saranno quelle indicate nel progetto.
Per le altre caratteristiche vale la norma UNI 7171 che definisce anche i metodi di controllo da adottare in caso di contestazione. I valori di isolamento termico, acustico, ecc. saranno quelli derivanti dalle dimensioni prescritte, il fornitore comunicherà i valori se richiesti.
7 - I vetri piani stratificati sono quelli formati da due o più lastre di vetro e uno o più strati interposti di materia plastica che incollano tra loro le lastre di vetro per l'intera superficie.
Il loro spessore varia in base al numero ed allo spessore delle lastre costituenti.
Essi si dividono in base alla loro resistenza alle sollecitazioni meccaniche come segue:
- stratificati per sicurezza semplice;
- stratificati antivandalismo;
- stratificati anticrimine;
- stratificati antiproiettile.
Le dimensioni, numero e tipo delle lastre saranno quelle indicate nel progetto. Per le altre caratteristiche si fa riferimento alle norme seguenti:
a) i vetri piani stratificati per sicurezza semplice devono rispondere alla norma UNI 7172;
b) i vetri piani stratificati antivandalismo ed anticrimine devono rispondere rispettivamente alle norme UNI 7172 e norme UNI 9184;
c) i vetri piani stratificati antiproiettile devono rispondere alla norma UNI 9187.
I valori di isolamento termico, acustico, ecc. saranno quelli derivanti dalle dimensioni prescritte, il fornitore comunicherà i valori se richiesti.
8 - I vetri piani profilati ad U sono dei vetri grezzi colati prodotti sotto forma di barre con sezione ad U, con la superficie liscia o lavorata, e traslucida alla visione.
Possono essere del tipo ricotto (normale) o temprato armati o non armati.
Le dimensioni saranno quelle indicate nel progetto. Per le altre caratteristiche valgono le prescrizioni della norma UNI 7306 che indica anche i metodi di controllo in caso di contestazione.
9 - I vetri pressati per vetrocemento armato possono essere a forma cava od a forma di camera d'aria.
Le dimensioni saranno quelle indicate nel progetto.
Per le caratteristiche vale quanto indicato nella norma UNI 7440 che indica anche i metodi di controllo in caso di contestazione.
Art. 9 - PRODOTTI DIVERSI (SIGILLANTI, ADESIVI, GEOTESSILI)
Tutti i prodotti di seguito descritti vengono considerati al momento della fornitura. Il Direttore dei lavori, ai fini della loro accettazione, può procedere ai controlli (anche parziali) su campioni della fornitura oppure richiedere un attestato di conformità della stessa alle prescrizioni di seguito indicate.
Per il campionamento dei prodotti ed i metodi di prova si fa riferimento ai metodi UNI esistenti.
1 - Per sigillanti si intendono i prodotti utilizzati per riempire in forma continua e durevole i giunti tra elementi edilizi (in particolare nei serramenti, nelle pareti esterne, nelle partizioni interne, ecc.) con funzione di tenuta all'aria, all'acqua, ecc.
Oltre a quanto specificato nel progetto, o negli articoli relativi alla destinazione d'uso, si intendono rispondenti alle seguenti caratteristiche:
- compatibilità chimica con il supporto al quale sono destinati;
- diagramma forza deformazione (allungamento) compatibile con le deformazioni elastiche del supporto al quale sono destinati;
- durabilità ai cicli termoigrometrici prevedibili nelle condizioni di impiego, cioè con decadimento delle caratteristiche meccaniche ed elastiche che non pregiudichino la sua funzionalità;
- durabilità alle azioni chimico-fisiche di agenti aggressivi presenti nell'atmosfera o nell'ambiente di destinazione.
Il soddisfacimento delle prescrizioni predette si intende comprovato quando il prodotto risponde al progetto od alle norme UNI 9610 e 9611 e/o è in possesso di attestati di conformità; in loro mancanza si fa riferimento ai valori dichiarati dal produttore ed accettati dalla direzione dei lavori.
Art. 10 - PRODOTTI PER IMPERMEABILIZZAZIONE
Si intendono prodotti per impermeabilizzazione e per coperture piane quelli che si presentano sotto forma di:
-membrane in fogli e/o rotoli da applicare a freddo od a caldo, in fogli singoli o pluristrato;
-prodotti forniti in contenitori (solitamente liquidi e/o in pasta) da applicare a freddo od a caldo su eventuali armature (che restano inglobate nello strato finale) fino a formare in sito una membrana
continua.
a) Le membrane si designano descrittivamente in base:
1) al materiale componente (esempio: bitume ossidato fillerizzato, bitume polimero elastomero, bitume polimero plastomero, etilene propilene diene, etilene vinil acetato, ecc.);
2) al materiale di armatura inserito nella membrana (esempio: armatura vetro velo, armatura poliammide tessuto, armatura polipropilene film, armatura alluminio foglio sottile, ecc.);
3) al materiale di finitura della faccia superiore (esempio: poliestere film da non asportare, polietilene film da non asportare, graniglie, ecc.);
4) al materiale di finitura della faccia inferiore (esempio: poliestere nontessuto, sughero, alluminio foglio sottile, ecc.).
b) I prodotti forniti in contenitori si designano descrittivamente come segue:
1) mastici di rocce asfaltiche e di asfalto sintetico;
2) asfalti colati;
3) malte asfaltiche;
4) prodotti termoplastici;
5) soluzioni in solvente di bitume;
6) emulsioni acquose di bitume;
7) prodotti a base di polimeri organici.
c) I prodotti vengono di seguito considerati al momento della loro fornitura, le modalità di posa sono trattate negli articoli relativi alla posa in opera.
Il Direttore dei lavori ai fini della loro accettazione può procedere a controlli (anche parziali) su campioni della fornitura oppure richiedere un attestato di conformità della fornitura alle prescrizioni di seguito indicate.
Le membrane per coperture di edifici in relazione allo strato funzionale che vanno a costituire (esempio strato di tenuta all'acqua, strato di tenuta all'aria, strato di schermo e/o barriera al vapore, strato di protezione degli strati sottostanti, ecc.) devono rispondere alle prescrizioni del progetto ed in mancanza od a loro completamento alle seguenti prescrizioni.
Nota: Gli strati funzionali si intendono definiti come riportato nella norma UNI 8178.
a) Le membrane destinate a formare strati di schermo e/o barriera al vapore devono soddisfare:
-le tolleranze dimensionali (lunghezza, larghezza, spessore);
-difetti, ortometria e massa areica;
-resistenza a trazione;
-flessibilità a freddo;
-comportamento all'acqua;
-permeabilità al vapore d'acqua;
-invecchiamento termico in acqua;
-le giunzioni devono resistere adeguatamente a trazione ed avere adeguata impermeabilità all'aria.
Per quanto riguarda le caratteristiche predette esse devono rispondere alla norma UNI 9380, oppure per i prodotti non normali, rispondere ai valori dichiarati dal fabbricante ed accettati dalla Direzione dei lavori.
Nota: Le membrane rispondenti alle varie parti della norma UNI 8629 per le caratteristiche precitate sono valide anche per questo impiego.
b) Le membrane destinate a formare strati di continuità, di diffusione o di egualizzazione della pressione di vapore, di irrigidimento o ripartizione dei carichi, di regolarizzazione, di separazione e/o scorrimento o drenante devono soddisfare:
-le tolleranze dimensionali (lunghezza, larghezza e spessore);
-difetti, ortometria e massa areica;
-comportamento all'acqua;
-invecchiamento termico in acqua.
Per quanto riguarda le caratteristiche predette esse devono rispondere alla norma UNI 9168, oppure per i prodotti non normati, rispondere ai valori dichiarati dal fabbricante ed accettati dalla Direzione dei lavori.
Nota: Le membrane rispondenti alle norme UNI 9380 e UNI 8629 per le caratteristiche precitate sono valide anche per questo impiego.
c) Le membrane destinate a formare strati di tenuta all'aria devono soddisfare:
-le tolleranze dimensionali (lunghezza, larghezza e spessore);
-difetti, ortometria e massa areica;
-resistenza a trazione ed alla lacerazione;
-comportamento all'acqua;
-le giunzioni devono resistere adeguatamente alla trazione ed alla permeabilità all'aria.
Per quanto riguarda le caratteristiche predette esse devono rispondere alla norma UNI 9168, oppure per i prodotti non normati, ai valori dichiarati dal fabbricante ed accettati dalla Direzione dei lavori.
Nota: Le membrane rispondenti alle norme UNI 9380 e UNI 8629 per le caratteristiche precisate sono valide anche per questo impiego.
d) Le membrane destinate a formare strati di tenuta all'acqua devono soddisfare:
Caratteristiche di comportamento da verificare in sito o su campioni significativi di quanto realizzato in sito:
- Spessore dello strato finale in relazione al quantitativo applicato per ogni metro quadrato minimo 4 mm;
- valore dell'allungamento a rottura a trazione minimo: Long. 85 Trasv. 55 misurato secondo (UNI 8202);
- punto di rammollimento R e B (ASTM D36): 150° C.
- allungamento a rottura (UNI 8220) Long. 50% Trasv. 50%;
- supera i test di resistenza alle radici condotto secondo UNI 8202 e DIN 4062;
- invecchiamento termico in aria a 70 °C, variazione della flessibilità a freddo tra prima e dopo il trattamento massimo °C -10° (UNI 8220);
- per i valori non prescritti si intendono validi quelli dichiarati dal fornitore ed accettati dalla Direzione dei lavori;
- le tolleranze dimensionali (lunghezza, larghezza, spessore);
- difetti, ortometria e massa areica;
- resistenza a trazione e alla lacerazione;
- punzonamento statico e dinamico;
- flessibilità a freddo;
- stabilità dimensionale in seguito ad azione termica;
- stabilità di forma a caldo;
- impermeabilità all'acqua e comportamento all'acqua;
- permeabilità al vapore d'acqua;
- resistenza all'azione perforante delle radici;
- invecchiamento termico in aria ed acqua;
- resistenza all'ozono (solo per xxxxxxxxxxx e plastomeriche);
- resistenza ad azioni combinate (solo per polimeriche e plastomeriche);
- le giunzioni devono resistere adeguatamente alla trazione ed avere impermeabilità all'aria.
Per quanto riguarda le caratteristiche predette esse devono rispondere alla norma UNI 8629 (varie parti), oppure per i prodotti non normati rispondere ai valori dichiarati dal fabbricante ed accettati dalla Direzione dei lavori.
e) Le membrane destinate a formare strati di protezione devono soddisfare:
- le tolleranze dimensionali (lunghezza, larghezza, spessore);
- difetti, ortometria e massa areica;
- resistenza a trazione e alle lacerazioni;
- punzonamento statico e dinamico;
- flessibilità a freddo;
- stabilità dimensionali a seguito di azione termica; stabilità di forma a caldo (esclusi prodotti a base di PVC, EPDM, IIR);
- comportamento all'acqua;
- resistenza all'azione perforante delle radici;
- invecchiamento termico in aria;
- le giunzioni devono resistere adeguatamente alla trazione;
- l'autoprotezione minerale deve resistere all'azione di distacco.
Per quanto riguarda le caratteristiche predette esse devono rispondere alla norma UNI 8629 (varie parti), oppure per i prodotti non normati rispondere ai valori dichiarati dal fabbricante ed accettati dalla Direzione dei lavori.
Le membrane a base di elastomeri e di plastomeri dei tipi elencati nel seguente comma ed utilizzate per impermeabilizzazione delle opere elencate nel seguente comma b) devono rispondere alle prescrizioni elencate nel successivo comma c).
I criteri di accettazione sono quelli indicati nel punto 15.1 comma c).
a) I tipi di membrane considerate sono:
- Membrane in materiale elastomerico senza armatura:
- Membrane in materiale elastomerico dotate di armatura.
- Membrane in materiale plastomerico flessibile senza armatura.
Nota: Per materiale plastomerico si intende un materiale che sia relativamente elastico solo entro un intervallo di temperatura corrispondente generalmente a quello di impiego ma che non abbia subito alcun processo di reticolazione (come per esempio cloruro di polivinile plastificato o altri materiali termoplastici flessibili o gomme non vulcanizzate).
- Membrane in materiale plastomerico flessibile dotate di armatura.
- Membrane in materiale plastomerico rigido (per esempio polietilene ad alta o bassa densità, reticolato o non, polipropilene).
- Membrane polimeriche a reticolazione posticipata (per esempio polietilene clorosolfanato) dotate di armatura.
- Membrane polimeriche accoppiate.
Nota: Membrane polimeriche accoppiate o incollate sulla faccia interna ad altri elementi aventi funzioni di protezione o altra funzione particolare, comunque non di tenuta.
In questi casi, quando la parte accoppiata all'elemento polimerico impermeabilizzante ha importanza fondamentale per il comportamento in opera della membrana, le prove devono essere eseguite sulla membrana come fornita dal produttore.
b) Classi di utilizzo:
Classe A - membrane adatte per condizioni eminentemente statiche del contenuto (per esempio, bacini, dighe, sbarramenti, ecc.).
Classe B - membrane adatte per condizioni dinamiche del contenuto (per esempio, canali, acquedotti, ecc.).
Classe C - membrane adatte per condizioni di sollecitazioni meccaniche
particolarmente gravose, concentrate o no (per esempio, fondazioni, impalcati di ponti, gallerie, ecc.). Classe D - membrane adatte anche in condizioni di intensa esposizione agli agenti atmosferici e/o alla luce.
Classe E - membrane adatte per impieghi in presenza di materiali inquinanti e/o aggressivi (per esempio, discariche, vasche di raccolta e/o decantazione, ecc.).
Classe F - membrane adatte per il contratto con acqua potabile o sostanze di uso alimentare (per esempio, acquedotti, serbatoi, contenitori per alimenti, ecc.).
Nota: Nell'utilizzo delle membrane polimeriche per impermeabilizzazione, possono essere necessarie anche caratteristiche comuni a più classi, In questi casi devono essere presi in considerazione tutti quei fattori che nell'esperienza progettuale e/o applicativa risultano di importanza preminente o che per legge devono essere considerati tali.
c) Le membrane di cui al comma a) sono valide per gli impieghi di cui al comma b) purché rispettino le caratteristiche previste nelle varie parti della norma UNI 8898.
I prodotti forniti solitamente sotto forma di liquidi o paste destinati principalmente a realizzare strati di tenuta all'acqua (ma anche altri strati funzionali della copertura piana) e secondo del materiale costituente, devono rispondere alle prescrizioni seguenti.
I criteri di accettazione sono quelli indicati nel punto 15.1 comma c).
Bitumi da spalmatura per impermeabilizzazioni (in solvente e/o emulsione acquosa) devono rispondere ai limiti specificati, per diversi tipi, alle prescrizioni della norma UNI 4157.
- Le malte asfaltiche per impermeabilizzazione devono rispondere alla norma UNI 5660 FA 227.
- Gli asfalti colati per impermeabilizzazioni devono rispondere alla norma UNI 5654 FA 191.
- Il mastice di rocce asfaltiche per la preparazione di malte asfaltiche e degli asfalti colati deve rispondere alla norma UNI 4377 FA 233.
- Il mastice di asfalto sintetico per la preparazione delle malte asfaltiche e degli asfalti colati deve rispondere alla norma UNI 4378 FA 234.
- I prodotti fluidi od in pasta a base di polimeri organici (bituminosi, epossidici, poliuretanici, epossi-
poliuretanici, epossi-catrame, polimetencatrame, polimeri clorurati, acrilici, vinilici, polimeri isomerizzati) devono essere valutate in base alle caratteristiche seguenti ed i valori devono soddisfare i limiti riportati; quando non sono riportati limiti si intende che valgono quelli dichiarati dal produttore nella sua documentazione tecnica ed accettati dalla Direzione dei lavori.
I criteri di accettazione sono quelli indicati nel punto 15.1 comma c).
Per i valori non prescritti si intendono validi quelli dichiarati dal fornitore ed accettati dalla Direzione dei lavori.
Art. 11 – INFISSI
1 - Si intendono per infissi gli elementi aventi la funzione principale di regolare il passaggio di persone, animali, oggetti, e sostanze liquide o gassose nonché dell'energia tra spazi interni ed esterni dell'organismo edilizio o tra ambienti diversi dello spazio interno.
Essi si dividono tra elementi fissi (cioè luci fisse non apribili) e serramenti (cioè con parti apribili); gli infissi si dividono, inoltre, in relazione alla loro funzione, in porte, finestre e schermi.
Per la terminologia specifica dei singoli elementi e delle loro parti funzionali in caso di dubbio si fa riferimento alla norma UNI 8369 (varie parti).
I prodotti vengono di seguito considerati al momento della loro fornitura; le modalità di posa sono sviluppate nell'articolo relativo alle vetrate ed ai serramenti.
Il Direttore dei lavori, ai fini della loro accettazione, può procedere ai controlli (anche parziali) su campioni della fornitura, oppure richiedere un attestato di conformità della fornitura alle prescrizioni di seguito indicate.
2 - Le luci fisse devono essere realizzate nella forma, con i materiali e nelle dimensioni indicate nel disegno di progetto. In mancanza di prescrizioni (od in presenza di prescrizioni limitate) si intende che comunque devono, nel loro insieme (telai, lastre di vetro, eventuali accessori, ecc.), essere conformi alla norma UNI 7959 ed in particolare resistere alle sollecitazioni meccaniche dovute all'azione del vento od agli urti, garantire la tenuta all'aria, all'acqua e la resistenza al vento.
Quanto richiesto dovrà garantire anche le prestazioni di isolamento termico, isolamento acustico, comportamento al fuoco e resistenza a sollecitazioni gravose dovute ad attività sportive, atti vandalici, ecc.
Le prestazioni predette dovranno essere garantite con limitato decadimento nel tempo.
Il Direttore dei lavori potrà procedere all'accettazione delle luci fisse mediante i criteri seguenti:
a) mediante controllo dei materiali costituenti il telaio più vetro più elementi di tenuta (guarnizioni, sigillanti) più eventuali accessori, e mediante controllo delle caratteristiche costruttive e della lavorazione del prodotto nel suo insieme e/o dei suoi componenti; in particolare trattamenti protettivi del legno, rivestimenti dei metalli costituenti il telaio, l'esatta esecuzione dei giunti, ecc.;
b) mediante l'accettazione di dichiarazioni di conformità della fornitura alle classi di prestazione quali tenuta all'acqua, all'aria, resistenza agli xxxx, xxx. (xxxxxx xxxxx 0, xxxx. x, ); di tali prove potrà anche chiedere la ripetizione in caso di dubbio o contestazione.
Le modalità di esecuzione delle prove saranno quelle definite nelle relative norme UNI per i serramenti.
Art. 11.1 - MATERIALI E FINITURA SUPERFICIALE DEGLI INFISSI
Generalità:
I materiali da impiegare per i componenti dei serramenti metallici sono specificati nel presente capitolato. Xxx non siano date indicazioni in merito, la scelta dei materiali impiegati xxxx' compito e responsabilità del fornitore e dovrà essere conforme alla norma UNI 3952.
Caratteristiche dei materiali e delle finiture superficiali:
- Profili: estrusi in lega primaria alluminio-magnesio-silicio 6060 UNI 9006/1 con stato fisico T5.
Il tipo di finitura prescelta e' indicato alla voce specifica di ciascun serramento; dovranno essere rispettate anche le prescrizioni seguenti:
Ossidazione:
-i profili dovranno essere ossidati mediante processo elettrolitico in conformità alle norme UNI 3952 e 4522 utilizzando il ciclo all'acido solforico con fissaggio a caldo in acqua deionizzata.
L'eventuale colorazione sara' ottenuta con un processo di elettrocolorazione. L'ossidazione anodica dovrà avere le seguenti caratteristiche:
- finitura superficiale:ARS - architettonico spazzolato.
- spessore dello strato di ossido:20 micron.
La colorazione sara' scelta dal committente su campionatura fornita dal fornitore dei manufatti.
Verniciatura:
-i profili dovranno essere verniciati con polveri termoindurenti a base di resine poliesteri TGIC su impianto avente:
-tunnel di pretrattamento a 11 stadi;
-linea di pretrattamento con il controllo chimico continuo dei bagni in modo da mantenere le concentrazioni entro i valori stabiliti;
-sistema di regolazione e monitoraggio tale da mantenere costante la temperatura nelle varie zone dei forni, temperatura che deve essere rilevata, fino a 6 punti diversi, su tutta la lunghezza del profilo.
Lo spessore del rivestimento dovrà essere minimo 60 micron salvo le parti che, per motivi funzionali, impongono un limite massimo inferiore.
La verniciatura dovrà essere eseguita applicando integralmente i seguenti documenti:
- Capitolato di Qualità QUALITAL "Direttive del marchio di qualità QUALICOAT dell'alluminio verniciato (con prodotti liquidi o in polvere) impiegato in architettura";
- Normativa UNI 9983 "Rivestimenti dell'alluminio e sue leghe - requisiti e metodi di prova".
In caso di contrasto tra i due documenti sopraccitati prevarrà quello più favorevole al committente. La colorazione sara' scelta dal committente su campionatura fornita dal fornitore dei manufatti.
Il trattamento superficiale dovrà essere eseguito da impianti che hanno ricevuto la certificazione dei marchi di qualità EURAS-EWAA per l'ossidazione anodica e QUALICOAT per la verniciatura.
Accessori:
secondo UNI 3952; non saranno ammessi, per le parti a contatto con l'alluminio, materiali in acciaio al carbonio anche se trattati mediante zincatura o altri trattamenti superficiali.
Gli accessori in vista avranno finitura superficiale:
-ossidati secondo codifica europea EURAS
-verniciati colore RAL a discrezione della DD.LL.
Attacchi alla struttura:
-profilati estrusi in lega primaria alluminio-magnesio-silicio 6060, UNI 9006/1 T5.
-profilati o lamiere pressopiegate in acciaio al carbonio UNI 7070, secondo DM 14/02/92, zincate a caldo secondo UNI 5744 cat. A.
DATI DI PROGETTO E CRITERI DI CALCOLO DEGLI INFISSI
Dati per il calcolo statico:
I carichi ed i sovraccarichi saranno conformi a quanto previsto dalle leggi vigenti, considerando che la localizzazione dell'edificio e': Umbertide ( PG ).
Per facciate e coperture:
I cedimenti dei vincoli della facciata, cioè le deformazioni della retrostante struttura, dovute ai carichi e ai sovraccarichi sono da considerarsi nulli.
Criteri di calcolo statico:
I calcoli dovranno essere eseguiti applicando i pesi degli elementi di tamponamento indicati dai fabbricanti, i carichi e i sovraccarichi in conformità alla normativa tecnica italiana, alle norme UNI e in particolare:
- D.M. 14 gennaio 2008 “Nuove norme tecnicheper le costruzioni”
-Circolare 2 febbraio 2009, n. 617 - Istruzioni per l’applicazione delle “Nuove norme tecniche per le costruzioni” di cui al D.M. 14 gennaio 2008
- UNI 8634 : "Strutture di leghe di alluminio - Istruzioni per il calcolo e l'esecuzione".
I montanti e i traversi dovranno essere dimensionati in modo da non subire deformazioni in campo elastico superiori a 1/200 della distanza fra gli appoggi per luci fino a 300 cm, 1/300 per luci oltre i 300 cm.
In tutti i casi dove saranno previsti vetrocamera la freccia massima non dovrà superare il limite massimo
di 1/300 della dimensione della lastra e dovrà essere comunque inferiore a 8 mm. Le lastre di vetro dovranno essere dimensionate secondo UNI 7143.
Trasmittanza termica e condensazione del vapore acqueo:
La trasmittanza termica dovrà essere:
K= W/mqøK (valore medio tra struttura in alluminio ed i tamponamenti).
Dovrà essere analizzata la possibilità di formazione di condensa nei vari punti del manufatto in base alla trasmittanza termica dei singoli componenti, alle temperature ed umidità relativa di progetto specificate di seguito.
In nessun punto della superficie della facciata, rivolta verso l'interno dell'edificio, la temperatura dovrà quindi risultare inferiore a 25øC.
Dovranno, comunque, essere presi tutti gli accorgimenti necessari per evitare che eventuali acque di condensa possano entrare in contatto con materiali igroscopici.
Nella posa dei serramenti sara' compito del fornitore porre in essere tutti gli accorgimenti necessari ad evitare che i controtelai, oppure le lastre di marmo o , comunque, i componenti adiacenti formino ponte termico tra le parti isolate annullando così l'efficacia della barriera termica.
Isolamento acustico:
Il serramento in alluminio, provato in laboratorio, dovrà avere un potere fonoisolante non inferiore a dB
rilevato alla frequenza di 500 Hz.
Attacchi alla struttura:
- Per facciate e coperture:
Dovranno essere regolabili nelle tre direzioni, per permettere un facile e corretto posizionamento dei profili, ed in grado di resistere a tutte le sollecitazioni trasmesse dalla facciata e/o copertura (peso proprio, pressione e depressione del vento, carichi accidentali).
Dopo la registrazione dovrà essere previsto un sistema di bloccaggio dell'attacco per non far lavorare ad attrito il collegamento.
Tra le parti in movimento ( a causa di dilatazioni per effetto termico) dovrà essere interposto uno strato di materiale antifrizione (teflon, nylon, ecc.) per evitare l'insorgere di fastidiosi rumori e scricchiolii.
- Per porte e finestre:
I controtelai saranno realizzati con profilati tubolari di acciaio zincato finiti con una mano di vernice protettiva.
Dovranno essere fissati alla muratura con zanche e/o tasselli ad espansione in numero e forma tale da garantire il trasferimento alla struttura edile delle sollecitazioni derivanti dall'infisso (peso proprio, utenza e pressione del vento).
I controtelai dovranno essere trasportati e posati provvisti di controventi per mantenere l'ortogonalità degli angoli.
Messa a terra:
La messa a terra delle strutture in alluminio e' richiesta dalle norme CEI solo nel caso che in esse siano inseriti impianti elettrici e/o per il pericolo di scariche atmosferiche, ove l'edificio non sia dotato di parafulmine.
E' quindi necessario che il committente richieda espressamente la realizzazione della messa a terra dei serramenti.
Ci dovrà essere, comunque, un opportuno coordinamento tra il fornitore dei manufatti (al quale normalmente si richiede la continuità elettrica della struttura metallica e la predisposizione degli attacchi alla rete di terra) e l'installatore dell'impianto elettrico.
FACCIATE A TAGLIO TERMICO.
Struttura:
La struttura portante sara' realizzata a montanti e traversi, con profili in lega di alluminio; la profondità dei profilati, disponibili in diverse dimensioni, dovrà essere scelta in conformità al calcolo statico, la larghezza sara' di 60 mm.
Nota per i serramenti costruiti a settori:
I montanti d'angolo saranno costituiti da un unico profilo, e relativa copertina, e manterranno inalterata la
sezione architettonica interna.
Isolamento termico:
L'interruzione del ponte termico fra la parte strutturale interna e le copertine di chiusura esterne sara' realizzata mediante l'interposizione di un listello estruso di materiale sintetico termicamente isolante, di dimensione adeguata allo spessore delle lastre di tamponamento o dei telai delle parti apribili.
Il valore del coefficiente di trasmittanza K della struttura in alluminio sara' compreso nel gruppo prestazionale: secondo DIN 4108 (2,8 <= Kr <= 3,5 W/mqøK).
Drenaggio e ventilazione:
Il sistema permetterà di drenare l'eventuale acqua di infiltrazione tramite canali a differente altezza fra traverso e montante.
L'accoppiamento fra le parti metalliche ed il listello prevederà il controllo dell'eventuale acqua di infiltrazione e l'aerazione della scanalatura di contenimento delle lastre di vetrocamera senza che la stessa venga a contatto con il clima del locale.
L'aerazione ed il drenaggio della sede del vetro avverranno dai quattro angoli di ogni singolo riquadro attraverso il profilo di montante.
In corrispondenza del traverso superiore al giunto di dilatazione verticale verrà inserito sul montante un apposito tappo, per il drenaggio verso l'esterno dell'eventuale acqua raccolta.
Lo stesso tappo sara' previsto anche in prossimità dei traversi di estremità per consentire una corretta aerazione delle lastre di vetrocamera.
Accessori:
Il collegamento dei traversi ai montanti sara' realizzato, a seconda del peso delle lastre, mediante cavallotti in alluminio; sull'estremità dei traversi saranno poste, per chiusura, delle mascherine di contorno in materiale elastico.
Le copertine saranno fissate con viti in acciaio inossidabile, posizionate ogni 25 cm. e/o secondo le direttive tecniche di lavorazione indicate dal produttore del sistema.
Tutte le viti ed i bulloni di collegamento e di fissaggio delle parti in alluminio saranno in acciaio inossidabile.
E' condizione necessaria ed assoluta che, per l' approvazione da parte della D.L., sia prodotto da parte dell' appaltatore un campione i cui accessori impiegati (gli incontri dell' asta cremonese, le maniglie ,gli angoli vulcanizzati ,le guarnizione del giunto aperto per tutta la loro lunghezza , i pressori laterali , etc.) abbiano incisi in maniera indelebile le serie dei codici di catalogo ed il marchio del sistema utilizzato che deve essere unico ed omogeneo ai profili, affinché siano garantiti il perfetto funzionamento nel tempo e l' autenticità del sistema stesso. L' assenza di riscontro di questa clausola invalida qualsiasi offerta.
Guarnizioni e sigillanti:
La guarnizione cingivetro esterna, a profilo unico, sara' di forma semplice onde consentire un facile e sicuro collegamento e sigillatura negli incroci a L, T e a croce; il collegamento sara' eseguito in conformità alle specifiche di lavorazione.
La tenuta in corrispondenza della fuga tra lastra e/o pannelli avverrà con l'impiego di un nastro butilico, avente come supporto un sottile foglio di alluminio, contenuto tra le due guarnizioni cingivetro esterne.
L'utilizzo in continuo di tale nastro consentirà di avere le giunzioni a L, T e a croce completamente sigillate.
La differenza di altezza che si creerà, data l'intestatura dei profili tra le sedi delle guarnizioni cingivetro interne del montante e del traverso, verrà compensata dal diverso spessore delle guarnizioni stesse.
Dilatazioni:
Le dilatazioni termiche orizzontali verranno assorbite dal giunto montante-traverso.
Nei giunti di dilatazione verticali il montante verrà interrotto per una lunghezza pari a 10 mm.; si dovrà prevedere l'elemento di giunzione per assicurare la continuità delle canaline di raccolta dell'eventuale acqua d'infiltrazione dello stesso.
I montanti saranno collegati da cannotti ricavati da profili estrusi in alluminio verniciati.
Vetraggio:
Le lastre di vetro saranno posate su supporti in materiale plastico di 10 cm. di lunghezza.
Il peso delle lastre di tamponamento sara' supportato da appositi punti di forza metallici che lo
trasmetteranno alla struttura.
Finitura:
La finitura dei profili e' richiesta come segue:
- parte esterna:
-ossidata secondo codifica europea EURAS
-verniciata colore RAL a discrezione della DD.LL.
- parte interna:
-ossidata secondo codifica europea EURAS
-verniciata colore RAL a discrezione della DD.LL.
Prestazioni:
- La permeabilità all'aria per le parti fisse non dovrà essere superiore a 1,5 mc/hmq, media sull'intera superficie, con una pressione statica di 100 Pa.
- Non ci dovrà essere nessuna infiltrazione d'acqua con pressioni fino a 600 Pa.
Apribili ad inserimento in facciata:
Le ante apribili nelle facciate, inserite tra montanti e traversi , saranno apribili verso l' esterno con sistema a vasistas e composte da telaio da inserire nei montanti e traversi con bordino esterno da 13mm. in vista;
Descrizione dei serramenti a battente:
Per quanto riguarda le porte ed i serramenti ,siano essi inseriti nei profili di facciata che inseriti tra muratura previa ,in questo caso, installazione di controtelai da premurare,essi saranno previsti e composti e costruiti con l'impiego di profilati in lega di alluminio.
La larghezza del telaio fisso sara' di 65 mm, come l'anta complanare sia all'esterno che all'interno, mentre l'anta a sormonto (all'interno) misurerà 75 mm.
Tutti i profili, sia di telaio che di anta, dovranno essere realizzati secondo il principio delle 3 camere, costituiti cioè da profili interni ed esterni tubolari e dalla zona di isolamento, per garantire una buona resistenza meccanica e giunzioni a 45° e 90° stabili e ben allineate.
Le ali di battuta dei profili di telaio fisso (L,T etc.) saranno alte 25 mm.
I semiprofili esterni dei profili di cassa dovranno essere dotati di una sede dal lato muratura per consentire l'eventuale inserimento di coprifili per la finitura del raccordo alla struttura edile.
Isolamento termico:
Il collegamento tra la parte interna e quella esterna dei profili sara' realizzato in modo continuo e definitivo mediante listelli di materiale sintetico termicamente isolante (Polythermid o Poliammide) garantendo un valore di trasmittanza compreso nel gruppo prestazionale 2.1 secondo DIN 4108 (2,0 < Kr < 2,8 W/mqøK).
I listelli isolanti dovranno essere dotati di due inserti in alluminio, posizionati in corrispondenza della zona di accoppiamento, per aumentare la resistenza allo scorrimento del giunto.
Tale resistenza, misurata su profili già trattati o sottoposti a ciclo termico idoneo, sara' superiore a 2,4 KN (prova eseguita su 10 cm. di profilo). La larghezza dei listelli sarà di almeno 17,5 mm per le porte e 27,5 mm per i telai fissi e per le ante finestra.
Drenaggio e ventilazione:
Su tutti i telai, fissi e apribili, verranno eseguite le lavorazioni atte a garantire il drenaggio dell'acqua attorno ai vetri e la rapida compensazione dell'umidità' dell'aria nella camera di contenimento delle lastre. I profili dovranno avere i listelli perfettamente complanari con le pareti trasversali del semiprofili interni per evitare il ristagno dell'eventuale acqua di infiltrazione o condensazione.
I semiprofili esterni avranno invece le pareti trasversali posizionate più basse per facilitare il drenaggio verso l'esterno (telai fissi) o nella camera del giunto aperto (telai apribili).
Il drenaggio e la ventilazione dell'anta non dovranno essere eseguiti attraverso la zona di isolamento ma attraverso il tubolare esterno.
Le asole di drenaggio dei telai saranno protette esternamente con apposite conchiglie, che nel caso di zone particolarmente ventose, in corrispondenza di specchiature fisse, saranno dotate di membrana.
Accessori:
Le giunzioni a 45° e 90° saranno effettuate per mezzo di apposite squadrette e cavallotti, in lega di
alluminio dotate di canaline per una corretta distribuzione della colla.
L'incollaggio verrà così effettuato dopo aver assemblato i telai consentendo la corretta distribuzione della colla su tutta la giunzione e dove altro necessario.
Saranno inoltre previsti elementi di allineamento e supporto alla sigillatura in acciaio inox da montare dopo l'assemblaggio delle giunzioni.
Nel caso di giunzioni con cavallotto, dovranno essere previsti particolari di tenuta realizzati in schiuma di gomma espansa da usare per la tenuta in corrispondenza dei listelli isolanti.
Le giunzioni sia angolari che a "T" dovranno prevedere per entrambi i tubolari, interno ed esterno, squadrette o cavallotti montati con spine, viti o per deformazione.
I particolari soggetti a logorio verranno montati e bloccati per contrasto onde consentire rapidamente una eventuale regolazione o sostituzione anche da personale non specializzato e senza lavorazioni meccaniche.
I sistemi di movimentazione e chiusura dovranno essere scelti in base alle dimensioni e al peso dell'anta. E' condizione necessaria ed assoluta che, per l' approvazione da parte della D.L. , sia prodotto da parte dell' appaltatore un campione i cui accessori impiegati (gli incontri dell' asta cremonese, le maniglie ,gli angoli vulcanizzati , le guarnizione del giunto aperto per tutta la loro lunghezza , i pressori laterali , etc.) abbiano incisi in maniera indelebile le serie dei codici di catalogo ed il marchio del sistema utilizzato che deve essere unico ed omogeneo ai profili , affinché siano garantiti il perfetto funzionamento nel tempo e l' autenticità del sistema stesso. L' assenza di riscontro di questa clausola invalida qualsiasi offerta.
Art. 12 - PRODOTTI PER RIVESTIMENTI INTERNI ED ESTERNI
Si definiscono prodotti per rivestimenti quelli utilizzati per realizzare i sistemi di rivestimento verticali (pareti - facciate) ed orizzontali (controsoffitti) dell'edificio. I prodotti si distinguono:
a seconda del loro stato fisico:
- rigidi (rivestimenti in pietra - ceramica - vetro - alluminio - gesso - ecc.);
- flessibili (carte da parati - tessuti da parati - ecc.);
- fluidi o pastosi (intonaci - vernicianti - rivestimenti plastici - ecc.); a seconda della loro collocazione:
- per esterno;
- per interno;
a seconda della loro collocazione nel sistema di rivestimento: - di fondo;
- intermedi;
- di finitura.
Tutti i prodotti di seguito descritti al punto 2, 3 e 4 vengono considerati al momento della fornitura. Il Direttore dei lavori, ai fini della loro accettazione, può procedere ai controlli (anche parziali) su campioni della fornitura, oppure richiedere un attestato di conformità della stessa alle prescrizioni di seguito indicate e in genere come da norma UNI 8012.
2 - Prodotti rigidi
- In via orientativa valgono le prescrizioni della norma UNI 8981, varie parti.
a) Per le piastrelle di ceramica vale quanto riportato nell'articolo prodotti per pavimentazione, tenendo conto solo delle prescrizioni valide per le piastrelle da parete.
b) Per le lastre di pietra vale quanto riportato nel progetto circa le caratteristiche più significative e le lavorazioni da apportare. In mancanza o ad integrazione del progetto valgono i criteri di accettazione generali indicati nell'articolo: prodotti di pietra integrati dalle prescrizioni date nell'articolo prodotti per pavimentazioni di pietra (in particolare per le tolleranze dimensionali e le modalità di imballaggio). Sono comunque da prevedere gli opportuni incavi, fori, ecc. per il fissaggio alla parete e gli eventuali trattamenti di protezione.
c) Per gli elementi di metallo o materia plastica valgono le prescrizioni del progetto. Le loro prestazioni meccaniche (resistenza all'urto, abrasione, incisione), di reazione e resistenza al fuoco, di resistenza agli agenti chimici (detergenti, inquinanti aggressivi, ecc.) ed alle azioni termoigrometriche saranno quelle prescritte in norme UNI, in relazione all'ambiente (interno/esterno) nel quale saranno collocati ed alla loro quota dal pavimento (o suolo), oppure in loro mancanza valgono quelle dichiarate dal fabbricante ed accettate dalla direzione dei lavori. Saranno inoltre predisposti per il fissaggio in opera con opportuni fori, incavi, ecc.
Per gli elementi verniciati, smaltati, ecc. le caratteristiche di resistenza alla usura, ai viraggi di colore, ecc. saranno riferite ai materiali di rivestimento.
La forma e costituzione dell'elemento saranno tali da ridurre al minimo fenomeni di vibrazione, produzione di rumore tenuto anche conto dei criteri di fissaggio.
d) Per le lastre di cartongesso si rinvia all'articolo su prodotti per pareti esterne e partizioni interne.
e) Per le lastre di fibrocemento si rimanda alle prescrizioni date nell'articolo prodotti per coperture discontinue.
f) Per le lastre di calcestruzzo valgono le prescrizioni generali date nell'articolo su prodotti di calcestruzzo con in aggiunta le caratteristiche di resistenza agli agenti atmosferici (gelo/disgelo) ed agli elementi aggressivi trasportati dall'acqua piovana e dall'aria.
Per gli elementi piccoli e medi fino a 1,2 m come dimensione massima si debbono realizzare opportuni punti di fissaggio ed aggancio. Per gli elementi grandi (pannelli prefabbricati) valgono per quanto applicabili e/o in via orientativa le prescrizioni dell'articolo sulle strutture prefabbricate di calcestruzzo.
4 - Prodotti fluidi od in pasta.
a) Intonaci: gli intonaci sono rivestimenti realizzati con malta per intonaci costituita da un legante (calce-cemento-gesso) da un inerte (sabbia, polvere o granuli di marmo, ecc.) ed eventualmente da pigmenti o terre coloranti, additivi e rinforzanti.
Gli intonaci devono possedere le caratteristiche indicate nel progetto e le caratteristiche seguenti:
- capacità di riempimento delle cavità ed eguagliamento delle superfici;
- reazione al fuoco e/o resistenza all'incendio adeguata;
- impermeabilità all'acqua e/o funzione di barriera all'acqua;
- effetto estetico superficiale in relazione ai mezzi di posa usati;
- adesione al supporto e caratteristiche meccaniche.
Per i prodotti forniti premiscelati la rispondenza a norme UNI è sinonimo di conformità alle prescrizioni predette; per gli altri prodotti valgono i valori dichiarati dal fornitore ed accettati dalla direzione dei lavori.
b) Prodotti vernicianti: i prodotti vernicianti sono prodotti applicati allo stato fluido, costituiti da un legante (naturale o sintetico), da una carica e da un pigmento o terra colorante che, passando allo stato solido, formano una pellicola o uno strato non pellicolare sulla superficie.
Si distinguono in:
- tinte, se non formano pellicola e si depositano sulla superficie;
- impregnanti, se non formano pellicola e penetrano nelle porosità del supporto;
- pitture, se formano pellicola ed hanno un colore proprio;
- vernici, se formano pellicola e non hanno un marcato colore proprio;
- rivestimenti plastici, se formano pellicola di spessore elevato o molto elevato (da 1 a 5 mm circa), hanno colore proprio e disegno superficiale più o meno accentuato.
I prodotti vernicianti devono possedere valori adeguati delle seguenti caratteristiche in funzione delle prestazioni loro richieste:
- dare colore in maniera stabile alla superficie trattata;
- essere traspiranti al vapore d'acqua;
- avere funzione impermeabilizzante;
- impedire il passaggio dei raggi U.V.;
- ridurre il passaggio della CO2;
- avere adeguata reazione e/o resistenza al fuoco (quando richiesto);
- avere funzione passivante del ferro (quando richiesto);
- resistenza alle azioni chimiche degli agenti aggressivi (climatici, inquinanti);
- resistere (quando richiesto) all'usura.
I limiti di accettazione saranno quelli prescritti nel progetto od in mancanza quelli dichiarati dal fabbricante ed accettati dalla direzione dei lavori.
I dati si intendono presentati secondo le norme UNI 8757 e UNI 8759 ed i metodi di prova sono quelli definiti nelle norme UNI.
Art. 13 - OPERE DA XXXXXXXXXX
I manufatti ed i lavori in lamiera metallica di qualsiasi tipo, forma o dimensione dovranno rispondere alle caratteristiche richieste e saranno forniti completi di ogni accessorio o lavoro di preparazione necessari al perfetto funzionamento.
La posa in opera dovrà includere gli interventi murari, la verniciatura protettiva e la pulizia dei lavori in oggetto.
I giunti fra gli elementi saranno eseguiti in conformità ai campioni che dovranno essere presentati per l'approvazione almeno 60 giorni prima dell'inizio dei lavori.
I canali di gronda dovranno essere realizzati con i materiali indicati e collocati in opera con pendenze non inferiori all'1% e lunghezze non superiori ai 12 metri, salvo diverse prescrizioni.
Nelle località soggette a condizioni atmosferiche particolari (nevicate abbondanti, etc.) saranno realizzati telai aggiuntivi di protezione e supporto dei canali di gronda.
I pluviali saranno collocati, in accordo con le prescrizioni, all'esterno dei fabbricati o inseriti in appositi vani delle murature, saranno del materiale richiesto, con un diametro interno non inferiore a 100 mm. e distribuiti in quantità di uno ogni 50 mq. di copertura, o frazione della stessa, con un minimo di uno per ogni piano di falda. Il posizionamento avverrà ad intervalli non superiori ai 20 ml. ad almeno 10 cm. dal filo esterno della parete di appoggio e con idonei fissaggi a collare da disporre ogni 1,5-2 metri.
Nel caso di pluviali allacciati alla rete fognaria, dovranno essere predisposti dei pozzetti sifonati, facilmente ispezionabili e con giunti a tenuta.
Le prescrizioni indicate sono da applicare, in aggiunta alle richieste specifiche, anche ai manufatti ed alla posa in opera di scossaline, converse, e quant'altro derivato dalla lavorazione di lamiere metalliche e profilati che dovranno, comunque, avere le caratteristiche fissate di seguito:
LAMIERE E PROFILATI
Tutte le lamiere da impiegare saranno conformi alle prescrizioni già citate ed avranno integre tutte le caratteristiche fisiche e meccaniche dei metalli di origine.
LAMIERE IN ACCIAIO
Saranno definite (come da norme UNI) in lamiere di spessore maggiore od uguale a 3 mm. e lamiere di spessore inferiore a 3 mm.; saranno fornite in fogli o nei modi indicati dalle specifiche tecniche, avranno caratteristiche di resistenza e finiture in accordo con le norme citate.
LAMIERE ZINCATE
Saranno fornite in vari modi (profilati, fogli e rotoli) ed avranno come base l'acciaio; le qualità e le tolleranze saranno definite dalle norme UNI per i vari tipi di lamiere e per i tipi di zincatura.
Dopo le operazioni di profilatura, verniciatura e finitura, le lamiere da impiegare non dovranno presentare imperfezioni, difetti o fenomeni di deperimento di alcun tipo.
LAMIERE ZINCATE PREVERNICIATE
Saranno ottenute con vari processi di lavorazione e finiture a base di vari tipi di resine, in ogni caso lo spessore dello strato di prodotto verniciante dovrà essere di almeno 30 micron, per la faccia esposta e di 10 micron per l'altra (che potrà anche essere trattata diversamente).
LAMIERE ZINCATE PLASTIFICATE
Avranno rivestimenti in cloruro di polivinile plastificato o simili con spessore non inferiore a 0,15 mm. od altri rivestimenti ottenuti con vari tipi di pellicole protettive.
LAMIERE GRECATE
Saranno costituite da acciaio zincato, preverniciato, lucido, inossidabile, plastificato, alluminio smaltato, naturale, rame, etc. ed ottenute con profilature a freddo; la fornitura potrà anche comprendere lamiere con dimensioni di 8/10 mt., in unico pezzo e dovrà rispondere alla normativa vigente ed alle prescrizioni specifiche.
Le lamiere dovranno essere prive di deformazioni o difetti, con rivestimenti aderenti e tolleranze sugli spessori entro il +/- 10%; gli spessori saranno di 0,6/0,8 mm. secondo il tipo di utilizzo delle lamiere (coperture, solette collaboranti, etc.).
Le lamiere zincate dovranno essere conformi alla normativa già riportata.
PROFILATI PIATTI
Dovranno essere conformi alle norme citate ed alle eventuali prescrizioni specifiche richieste; avranno una resistenza a trazione da 323 ad 833 N/mmq. (33 a 85 Kgf./mmq.), avranno superfici esenti da imperfezioni e caratteristiche dimensionali entro le tolleranze fissate dalle norme suddette.
PROFILATI SAGOMATI
Per i profilati sagomati si applicheranno le stesse prescrizioni indicate al punto precedente e quanto previsto dalle norme UNI per le travi HE, per le travi IPE, per le travi IPN e per i profilati a T.
Art. 14 - TUBAZIONI
Le tubazioni per acquedotti e fognature saranno conformi alle specifiche della normativa vigente in materia ed avranno le caratteristiche indicate dettagliatamente nelle descrizioni delle opere relative; i materiali utilizzati per tali tubazioni saranno, comunque, dei tipi seguenti:
a) tubi in cemento vibrocompresso;
b) tubazioni in ghisa sferoidale UNI ISO 2531;
c) tubi in acciaio saldati;
d) tubi di resine termoindurenti rinforzate con fibre di vetro (PRFV), UNI 9032 e 9033 (classe A);
e) tubazioni in polietilene ad alta densità (PEad PN 16) UNI 7611 tipo 312;
f) tubazioni in polipropilene.
TIPI DI TUBAZIONI
Le caratteristiche di ciascun tipo di tubazione saranno definite dalla normativa vigente e dalle specifiche particolari previste per i diversi tipi di applicazioni o impianti di utilizzo; nel seguente elenco vengono riportate soltanto le indicazioni di carattere generale.
TUBAZIONI IN GHISA
Saranno in ghisa grigia o sferoidale ed avranno giunzioni a vite, a flangia, a giunto elastico, etc.
TUBAZIONI DI GHISA GRIGIA
I tubi dovranno corrispondere alle norme UNI ed alle prescrizioni vigenti, saranno in ghisa di seconda fusione ed esenti da imperfezioni.
Gli eventuali rivestimenti dovranno essere continui, aderenti e rispondere a specifiche caratteristiche adeguate all'uso; le giunzioni dei tubi saranno rigide od elastiche (con guarnizioni in gomma o simili).
Le caratteristiche meccaniche per tutti i diametri saranno: carico di rottura a trazione >= 41N/mmq. (420 Kg./cmq.), allungamento a rottura min. 8%, durezza Brinell max 22,56 N/mmq. (230 Kg./mmq.). Le prove d'officina saranno eseguite a pressioni di 61 bar (60 atm.) per diametri dai 60 ai 300 mm., di 51 bar (50 atm.) per diametri dai 350 ai 600 mm. e di 40,8 bar (40 atm.) per diametri dai 700 ai 1250 mm.
GIUNTO CON PIOMBO A FREDDO
Verrà realizzato solo nelle tubazioni di scarico con corda di canapa imbevuta di catrame vegetale posta attorno al tubo e pressata a fondo con successivo riempimento in piattina di piombo.
GIUNTO CON PIOMBO A CALDO
Realizzato come al punto precedente ma con la sostituzione della piattina di piombo con piombo fuso colato a caldo.
GIUNTO A FLANGIA
Sarà formato da due flange, poste all'estremità dei tubi, e fissate con bulloni e guarnizioni interne ad anello posizionate in coincidenza del diametro dei tubi e del diametro tangente ai fori delle flange.
Gli eventuali spessori aggiuntivi dovranno essere in ghisa.
GIUNTO ELASTICO CON GUARNIZIONE IN GOMMA
Usato per condotte d'acqua ed ottenuto per compressione di una guarnizione di gomma posta all'interno del bicchiere nell'apposita sede.
TUBAZIONI IN PIOMBO
Impiegate normalmente per tubazioni di scarico, saranno curvate, secondo i diametri, a freddo od a caldo; i giunti verranno realizzati con saldature in lega di piombo e stagno (2/3 ed 1/3 rispettivamente).
I giunti con le tubazioni in ghisa saranno eseguiti con interposizione di un anello di rame.
Le tubazioni in piombo non dovranno essere impiegate per condotte interrate, tubazioni per acqua calda o potabile.
TUBAZIONI IN RAME
Saranno fornite in tubi del tipo normale o pesante (con spessori maggiorati) ed avranno raccordi
filettati, saldati o misti.
Si riportano, di seguito, alcuni rapporti tra diametri esterni e spessori dei tipi normale e pesante:
Tipo normale | Tipo pesante |
diametro est. x spess. (mm.) | diam. est. x spess. (mm.) |
6x0,75 | 6x1 |
8x0,75 | 8x1 |
10x0,75 | 10x1 |
12x0,75 | 12x1 |
15x0,75 | 15x1 |
18x0,75 | 18x1 |
22x1 | 22x1,5 |
28x1 | 28x1,5 |
35x1,2 | 35x1,5 |
42x1,2 | 42x1,5 |
54x1,5 | 54x2 |
La curvatura dei tubi potrà essere fatta manualmente o con macchine piegatrici (oltre i 20 mm. di diametro). I tubi incruditi andranno riscaldati ad una temperatura di 600°C. prima della piegatura.
Il fissaggio dovrà essere eseguito con supporti in rame. Le saldature verranno effettuate con fili saldanti in leghe di rame, zinco e argento.
I raccordi potranno essere filettati, misti (nel caso di collegamenti con tubazioni di acciaio o altri materiali) o saldati.
Nel caso di saldature, queste dovranno essere eseguite in modo capillare, dopo il riscaldamento del raccordo e la spalmatura del decapante e risultare perfettamente uniformi.
TUBAZIONI IN PVC
Le tubazioni in cloruro di polivinile saranno usate negli scarichi per liquidi con temperature non superiori ai 70°C. I giunti saranno del tipo a bicchiere incollato, saldato, a manicotto, a vite ed a flangia.
Tubi e raccordi di poli-cloruro di vinile.
I tipi, le dimensioni, le caratteristiche e le modalità di prova dei tubi in cloruro di polivinile dovranno essere conformi, oltre a quanto stabilito nel presente articolo, alle seguenti norme UNI:
- UNI 7441-75 - tubi di PVC rigido (non plastificato) per condotte di fluidi in pressione. Tipi, dimensioni e caratteristiche;
- UNI 7443-75 - tubi di PVC rigido (non plastificato) per condotte di scarico di fluidi. Tipi, dimensioni e caratteristiche;
- UNI 7445-75 - tubi di PVC rigido (non plastificato) per condotte interrate di convogliamento di gas combustibile. Tipi, dimensioni e caratteristiche;
- UNI 7447-75 – tubi in PVC rigido (non plastificato) per condotte di scarico interrate. Tipi, dimensioni e caratteristiche;
- UNI 7448-75 – tubi in PVC rigido (non plastificato). Metodi di prova.
Il taglio delle estremità dei tubi dovrà risultare perpendicolare all’asse e rifinito in modo da consentire il montaggio ed assicurare la tenuta del giunto previsto.
Sopra ogni singolo tubo dovrà essere impresso, in modo evidente, leggibile ed indelebile, il nominativo della ditta costruttrice, il diametro esterno, l’indicazione del tipo e della pressione di esercizio; sui tubi destinati al convogliamento di acqua potabile dovrà essere impressa una sigla o dicitura per distinguerli da quelli riservati ad altri usi, così come disposto dalla circ. 18.07.1967, n. 125 del Ministero della Sanità “Disciplina della utilizzazione per tubazione di acqua potabile del cloruro di polivinile”.
Come precisato nelle norme UNI, precedentemente riportate, i tubi, a seconda del loro impiego sono dei seguenti tipi:
- tipo 311 – tubi per convogliamento di fluidi non alimentari in pressione per temperature fino a 60 °C.
- tipo 312 – tubi per convogliamento di liquidi alimentari ed acqua potabile in pressione per temperature fino a 60 °C.
- tipo 313 – tubi per convogliamento di acqua potabile in pressione. Ciascuno dei precedenti tipi si distingue nelle seguenti categorie:
- PVC 60 con carico unitario di sicurezza in esercizio fino a 60 Kgf/cmq:
- PVC 100 con carico unitario di sicurezza in esercizio fino a 100 Kgf/cmq:
- tipo 301 – tubi per condotte di scarico e ventilazione installate nei fabbricati con temperatura massima
permanente dei fluidi condottati di 50 °C;
- tipo 302 – tubi per condotte di scarico con temperatura massima permanente dei fluidi condottati di 70
°C;
- tipo 303 – tubi per condotte interrate di scarico con temperatura massima permanente dei fluidi di 40 °C. in qualunque momento il Direttore dei Lavori potrà prelevare campioni di tubi di cloruro di polivinile e farli inviare, a cura e spese dell’Appaltatore, ad un laboratorio specializzato per essere sottoposti alle prove prescritte dalle norme di unificazione.
Qualora i risultati non fossero rispondenti a quelli richiesti, l’Appaltatore dovrà sostituire tutte le tubazioni con altre aventi i requisiti prescritti, restando a suo carico ogni spesa comunque occorrente nonché il risarcimento degli eventuali danni.
TUBI IN ACCIAIO
I tubi dovranno essere in acciaio non legato e corrispondere alle norme UNI ed alle prescrizioni vigenti, essere a sezione circolare, avere profili diritti entro le tolleranze previste e privi di difetti superficiali sia interni che esterni.
La classificazione dei tubi senza saldatura sarà la seguente:
1) tubi senza prescrizioni di qualità (Fe 33);
2) tubi di classe normale (Fe 35-1/ 45-1/ 55-1/ 52-1);
3) tubi di classe superiore (Fe 35-2/ 45-2/ 55-2/ 52-2).
I rivestimenti protettivi dei tubi saranno dei tipi qui indicati:
a) zincatura (da effettuare secondo le prescrizioni vigenti);
b) rivestimento esterno con guaine bituminose e feltro o tessuto di vetro;
c) rivestimento costituito da resine epossidiche od a base di polietilene;
d) rivestimenti speciali eseguiti secondo le prescrizioni del capitolato speciale o della direzione
lavori.
Tutti i rivestimenti dovranno essere omogenei, aderenti ed impermeabili.
TUBAZIONI IN CEMENTO
Le tubazioni in cemento potranno, secondo le indicazioni fornite dal progetto o dalla direzione dei lavori, essere realizzate utilizzando tubazioni prefabbricate nei vari diametri richiesti oppure gettando in opera il calcestruzzo su casseforme pneumatiche.
Tubazioni eseguite con elementi prefabbricati
I tubi prefabbricati in cemento dovranno essere ben stagionati, realizzati con un impasto ben dosato e non presentare fessurazioni di alcun genere sulla superficie esterna né imperfezioni di getto sulle testate che dovranno essere sagomate a maschi o femmina in modo da realizzare un giunto a tenuta da sigillare dopo il posizionamento del tubo stesso con malta di cemento dosata a 400 kg. di cemento "325" per metro cubo di sabbia; la resistenza del calcestruzzo dopo 28 giorni di maturazione dovrà essere non inferiore a 24 N/mmq. (250 kg./cmq.) e gli spessori dovranno essere adeguati al diametro del tubo.
Tutte le prove richieste dalla direzione dei lavori (in media un campione ogni partita di 100 pezzi) saranno eseguite ad onere e cura dell'impresa sotto la diretta sorveglianza della stessa direzione dei lavori che indicherà il laboratorio nel quale verranno effettuate le prove di compressione i cui valori risulteranno dalla media dei provini esaminati.
Tutte le tubazioni che fanno parte del lotto sottoposto a prove di laboratorio non potranno essere messi in opera fino all'avvenuta comunicazione dei risultati ufficiali.
Le operazioni di posa in opera saranno eseguite realizzando una platea di calcestruzzo dello spessore complessivo di cm. 8 e con resistenza compresa tra i 19 ed i 24 N/mmq. (200/250 kg./cmq.) con rinfianchi eseguiti con lo stesso tipo di calcestruzzo.
Il posizionamento dei tubi dovrà essere fatto interponendo tra i tubi stessi e la platea in calcestruzzo un letto di malta dosata a 4 ql. di cemento "325" per metro cubo di sabbia.
TUBAZIONI IN CEMENTO VIBROCOMPRESSO
Le tubazioni in cemento potranno essere realizzate anche con tubi in cemento vibrocompresso collegati con giunti trattati con malta cementizia composta da 400 kg. di cemento "R 325" per mc. di sabbia e nei diametri di mm. 200-300-400-500-600-800-1000; la posa in opera sarà effettuata, comunque, su un massetto di appoggio dei tubi costituito da conglomerato cementizio dosato con kg. 200 di cemento tipo 325; a posa ultimata si dovrà, inoltre, provvedere ad eventuali getti di rinfianco e protezione del tubo di cemento nei punti a rischio; tali getti dovranno essere effettuati con lo stesso tipo di conglomerato utilizzato per la platea di appoggio.
Art. 15 - PRODOTTI PER ISOLAMENTO TERMICO
Si definiscono materiali isolanti termici quelli atti a diminuire in forma sensibile il flusso termico attraverso le superfici sulle quali sono applicati (vedi classificazione tab. 1). Per la realizzazione dell'isolamento termico si rinvia agli articoli relativi alle parti dell'edificio o impianti.
I materiali vengono di seguito considerati al momento della fornitura; il Direttore dei lavori, ai fini della loro accettazione, può procedere ai controlli (anche parziali) su campioni della fornitura oppure chiedere un attestato di conformità della fornitura alle prescrizioni di seguito indicate. Nel caso di contestazione per le caratteristiche si intende che la procedura di prelievo dei campioni, delle prove e della valutazione dei risultati sia quella indicata nelle norme UNI EN 822, 823, 824 e 825 ed in loro mancanza quelli della letteratura tecnica (in primo luogo le norme internazionali ed estere).
I materiali isolanti si classificano come segue:
A) MATERIALI FABBRICATI IN STABILIMENTO: (blocchi, pannelli, lastre, feltri ecc.).
1) Materiali cellulari
- composizione chimica organica: plastici alveolari;
- composizione chimica inorganica: vetro cellulare, calcestruzzo alveolare autoclavato;
- composizione chimica mista: plastici cellulari con perle di vetro espanso.
2) Materiali fibrosi
- composizione chimica organica: fibre di legno;
- composizione chimica inorganica: fibre minerali.
3) Materiali compatti
- composizione chimica organica: plastici compatti;
- composizione chimica inorganica: calcestruzzo;
- composizione chimica mista: agglomerati di legno.
4) Combinazione di materiali di diversa struttura
- composizione chimica inorganica: composti "fibre minerali- perlite", amianto cemento, calcestruzzi leggeri;
- composizione chimica mista: composti perlite-fibre di cellulosa, calcestruzzi di perle di polistirene.
5) Materiali multistrato
(I prodotti stratificati devono essere classificati nel gruppo A5. Tuttavia, se il contributo alle proprietà di isolamento termico apportato da un rivestimento è minimo e se il rivestimento stesso è necessario per la manipolazione del prodotto, questo è da classificare nei gruppi A1 ed A4).
- composizione chimica organica: plastici alveolari con parametri organici;
- composizione chimica inorganica: argille espanse con parametri di calcestruzzo, lastre di gesso associate a strato di fibre minerali;
- composizione chimica mista: plastici alveolari rivestiti di calcestruzzo.
La legge 27-3-1992, n. 257 vieta l'utilizzo di prodotti contenenti amianto quali lastre piane od ondulate, tubazioni e canalizzazioni.
B) MATERIALI INIETTATI, STAMPATI O APPLICATI IN SITO MEDIANTE SPRUZZATURA.
1) Materiali cellulari applicati sotto forma di liquido o di pasta
- composizione chimica organica: schiume poliuretaniche, schiume di ureaformaldeide;
- composizione chimica inorganica: calcestruzzo cellulare.
2) Materiali fibrosi applicati sotto forma di liquido o di pasta
- composizione chimica inorganica: fibre minerali proiettate in opera.
3) Materiali pieni applicati sotto forma di liquido o di pasta - composizione chimica organica: plastici compatti;
- composizione chimica inorganica: calcestruzzo;
- composizione chimica mista: asfalto.
4) Combinazione di materiali di diversa struttura
- composizione chimica inorganica: calcestruzzo di aggregati leggeri;
- composizione chimica mista: calcestruzzo con inclusione di perle di polistirene espanso.
5) Materiali alla rinfusa
- composizione chimica organica: perle di polistirene espanso; - composizione chimica inorganica: lana minerale in fiocchi, perlite;
- composizione chimica mista: perlite bitumata.
2 - Per tutti i materiali isolanti forniti sotto forma di lastre, blocchi o forme geometriche predeterminate, si devono dichiarare le seguenti caratteristiche fondamentali:
a) dimensioni: lunghezza - larghezza, valgono le tolleranze stabilite nelle norme UNI, oppure specificate negli altri documenti progettuali; in assenza delle prime due valgono quelle dichiarate dal produttore nella sua documentazione tecnica ed accettate dalla direzione dei lavori;
b) spessore: valgono le tolleranze stabilite nelle norme UNI, oppure specificate negli altri documenti progettuali; in assenza delle prime due valgono quelle dichiarate dal produttore nella sua documentazione tecnica ed accettate dalla direzione dei lavori;
c) massa areica: deve essere entro i limiti prescritti nella norma UNI o negli altri documenti progettuali; in assenza delle prime due valgono quelli dichiarati dal produttore nella sua documentazione tecnica ed accettate dalla direzione dei lavori;
d) resistenza termica specifica: deve essere entro i limiti previsti da documenti progettuali (calcolo in base alla legge 16-1- 1991 n. 10) ed espressi secondo i criteri indicati nella norma UNI 7357 (FA 1
- FA 2 - FA 3);
e) saranno inoltre da dichiarare, in relazione alle prescrizioni di progetto le seguenti caratteristiche:
- reazione o comportamento al fuoco;
- limiti di emissione di sostanze nocive per la salute;
- compatibilità chimico-fisica con altri materiali.
3 - Per i materiali isolanti che assumono la forma definitiva in opera devono essere dichiarate le stesse caratteristiche riferite ad un campione significativo di quanto realizzato in opera. Il Direttore dei lavori può inoltre attivare controlli della costanza delle caratteristiche del prodotto in opera, ricorrendo ove necessario a carotaggi, sezionamento, ecc. significativi dello strato eseguito.
4 - Entrambe le categorie di materiali isolanti devono rispondere ad una o più delle caratteristiche di idoneità all'impiego, tra quelle della seguente tabella, in relazione alla loro destinazione d'uso: pareti, parete controterra, copertura a falda, copertura piana, controsoffittatura su porticati, pavimenti, ecc.
CARATTERISTICA | UNITÀ MISURA | A | DESTINAZIONE D'USO B C VALORI RICHIESTI | D | XXXXX XXXXX. | ||
Conducibilità termica | W/mk | 0,024 | 0,022 | 0,024 | 0,022 | UNI7891 | |
Comportamento all'acqua | |||||||
- assorbimento d'acqua per capillarità | % | - | - | - | - | ||
- assorbimento d'acqua per immersione | % | <0,2 | <0,1 | <0,2 | <0,1 | DIN53428 | |
- resistenza xxxx x xxxxxxx | xxxxx | - | - | - | - | ||
- xxxxxxxxxxxx xxxxxx x'xxxxx (*) | x | 100÷200 | 100÷225 | 100÷200 | 100÷225 | DIN52615 | |
Caratteristiche meccaniche: - densità | Kg/m3 | 28÷30 | 33÷35 | 28÷30 | 33÷35 | DIN53420 | |
- resistenza a compressione a carichi di lunga durata (*) | N/mm2 | ≥0,18 | 0,20÷0,30 | ≥0,18 | 0,30÷0,45 | UNI6350 | |
- resistenza a taglio parallelo alle facce | N | - | - | - | - | ||
- resistenza a flessione | N | - | - | - | - | ||
- resistenza al punzonamento | N | - | - | - | - | ||
- resistenza al costipamento | N | - | - | - | - | ||
Caratteristiche di stabilità: | |||||||
- stabilità dimensionale | % | 0,30 | 0,20 | 0,30 | 0,20 | UNI8069 | |
- coefficiente di dilatazione lineare | mm/mK | 0,07 | 0,07 | 0,07 | 0,07 | UNI6348 | |
- temperatura limite di esercizio | °C | +75/-60 | +75/-60 | +75/-60 | +75/-60 | - | |
(*) variabile secondo lo spessore | |||||||
A = pareti B = pavimenti | |||||||
C = copertura a falda D = copertura piana |
Se non vengono prescritti i valori per alcune caratteristiche, la Direzione dei lavori accetta quelli proposti dal fornitore; i metodi di controllo sono quelli definiti nelle norme DIN e UNI. Per le caratteristiche possedute intrinsecamente dal materiale non sono necessari controlli.
Art. 16 - PRODOTTI PER PARETI ESTERNE E PARTIZIONI INTERNE
1 - Si definiscono prodotti per pareti esterne e partizioni interne quelli utilizzati per realizzare i principali strati funzionali di queste parti di edificio.
Per la realizzazione delle pareti esterne e partizioni interne si rinvia all'articolo che tratta queste opere.
I prodotti vengono di seguito considerati al momento della fornitura; il Direttore dei lavori, ai fini della loro accettazione, può procedere ai controlli (anche parziali) su campioni della fornitura oppure richiedere un attestato di conformità della fornitura alle prescrizioni di seguito indicate. Nel caso di contestazione si intende che la procedura di prelievo dei campioni, le modalità di prova e valutazione dei risultati sono quelli indicati nelle norme UNI 7959, UNI 8201, UNI 8326, UNI 8327, UNI 8369/2, UNI 8369/5, UNI 8979, UNI 9269 e, in mancanza di queste, quelle descritte nella letteratura tecnica.
(primariamente norme internazionali).
2 - I prodotti a base di laterizio, calcestruzzo e similari non aventi funzione strutturale (vedere articolo murature) ma unicamente di chiusura nelle pareti esterne e partizioni devono rispondere alle prescrizioni del progetto ed a loro completamento alle seguenti prescrizioni:
a) gli elementi di laterizio (forati e non) prodotti mediante pressatura o trafilatura con materiale normale od alleggerito devono rispondere alla norma UNI 8942 parte 2 (detta norma è allineata alle prescrizioni del decreto ministeriale sulle murature);
b) gli elementi di calcestruzzo dovranno rispettare le stesse caratteristiche indicate nella norma UNI 8942 (ad esclusione delle caratteristiche di inclusione calcarea), i limiti di accettazione saranno quelli indicati nel progetto ed in loro mancanza quelli dichiarati dal produttore ed approvati dalla direzione dei lavori; c) gli elementi di calcio silicato, pietra ricostruita, pietra naturale, saranno accettate in base alle loro caratteristiche dimensionali e relative tolleranze; caratteristiche di forma e massa volumica (foratura, smussi, ecc.); caratteristiche meccaniche a compressione, taglio e flessione; caratteristiche di comportamento all'acqua ed al gelo (imbibizione, assorbimento d'acqua, ecc.).
I limiti di accettazione saranno quelli prescritti nel progetto ed in loro mancanza saranno quelli dichiarati dal fornitore ed approvati dalla direzione dei lavori.
3 - I prodotti ed i componenti per facciate continue dovranno rispondere alle prescrizioni del progetto ed in loro mancanza alle seguenti prescrizioni:
- gli elementi dell'ossatura devono avere caratteristiche meccaniche coerenti con quelle del progetto in modo da poter trasmettere le sollecitazioni meccaniche (peso proprio delle facciate, vento, urti, ecc.) alla struttura portante, resistere alle corrosioni ed azioni chimiche dell'ambiente esterno ed interno;
- gli elementi di tamponamento (vetri, pannelli, ecc.) devono essere compatibili chimicamente e fisicamente con l'ossatura; resistere alle sollecitazioni meccaniche (urti, ecc.); resistere alle sollecitazioni termoigrometriche dell'ambiente esterno e chimiche degli agenti inquinanti;
- le parti apribili ed i loro accessori devono rispondere alle prescrizioni sulle finestre o sulle porte;
- i rivestimenti superficiali (trattamenti dei metalli, pitturazioni, fogli decorativi, ecc.) devono essere coerenti con le prescrizioni sopra indicate;
- le soluzioni costruttive dei giunti devono completare ed integrare le prestazioni dei pannelli ed essere sigillate con prodotti adeguati.
La rispondenza alle norme UNI per gli elementi metallici e loro trattamenti superficiali, per i vetri, i pannelli di legno, di metallo o di plastica e per gli altri componenti, viene considerato automaticamente soddisfacimento delle prescrizioni sopraddette.
4 - I prodotti ed i componenti per partizioni interne prefabbricate che vengono assemblate in opera (con piccoli lavori di adattamento o meno) devono rispondere alle prescrizioni del progetto ed in mancanza, alle prescrizioni indicate al punto precedente.
5 - I prodotti a base di cartongesso devono rispondere alle prescrizioni del progetto ed, in mancanza, alle prescrizioni seguenti: avere spessore con tolleranze ±0,5 mm, lunghezza e larghezza con tolleranza
±2 mm, resistenza all'impronta, all'urto, alle sollecitazioni localizzate (punti di fissaggio) ed, a seconda della destinazione d'uso, con basso assorbimento d'acqua, con bassa permeabilità al vapore (prodotto abbinato a barriera al vapore), con resistenza all'incendio dichiarata, con isolamento acustico dichiarato.
I limiti di accettazione saranno quelli indicati nel progetto ed, in loro mancanza, quelli dichiarati dal produttore ed approvati dalla direzione dei lavori.
Art. 17 - PRODOTTI PER ASSORBIMENTO ACUSTICO
1 - Si definiscono materiali assorbenti acustici (o materiali fonoassorbenti) quelli atti a dissipare in forma sensibile l'energia sonora incidente sulla loro superficie e, di conseguenza, a ridurre l'energia sonora riflessa.
Questa proprietà è valutata con il coefficiente di assorbimento acustico «a», definito dall'espressione:
a = Wa / Wi
dove: Wi è l'energia sonora incidente; Wa è l'energia sonora assorbita.
2 - Sono da considerare assorbenti acustici tutti i materiali porosi a struttura fibrosa o alveolare aperta.
A parità di struttura (fibrosa o alveolare) la proprietà fonoassorbente dipende dallo spessore.
I materiali fonoassorbenti si classificano secondo lo schema di seguito riportato.
a) Materiali fibrosi:
1) Minerali (fibra di amianto, fibra di vetro, fibra di roccia);
2) Vegetali (fibra di legno o cellulosa, truciolari).
b) Materiali cellulari:
1) Minerali:
- calcestruzzi leggeri (a base di pozzolane, perlite, vermiculite, argilla espansa);
- laterizi alveolari;
- prodotti a base di tufo.
2) Sintetici:
- poliuretano a celle aperte (elastico - rigido);
- polipropilene a celle aperte.
3 - Per tutti i materiali fonoassorbenti forniti sotto forma di lastre, blocchi o forme geometriche predeterminate, si devono dichiarare le seguenti caratteristiche fondamentali:
- lunghezza - larghezza - spessore, valgono le tolleranze stabilite nelle norme UNI, oppure specificate negli altri documenti progettuali; in assenza delle prime due, valgono quelle dichiarate dal produttore nella sua documentazione tecnica ed accettate dalla Direzione dei lavori;
- massa areica: deve essere entro i limiti prescritti nelle norme UNI o negli altri documenti progettuali; in assenza delle prime due, valgono quelli dichiarati dal produttore nella sua documentazione tecnica ed accettati dalla Direzione dei lavori;
- coefficiente di assorbimento acustico, misurato in laboratorio secondo le modalità prescritte dalla norma UNI EN 20354, rispondente ai valori prescritti nel progetto o, in loro assenza, a quelli dichiarati dal produttore ed accettati dalla Direzione dei lavori.
Saranno inoltre da dichiarare, in relazione alle prescrizioni di progetto, le seguenti caratteristiche:
- resistività al flusso d'aria (misurata secondo ISO/DIS 9053);
- reazione e/o comportamento al fuoco;
- limiti di emissione di sostanze nocive per la salute;
- compatibilità chimico-fisica con altri materiali.
I prodotti vengono considerati al momento della fornitura; la Direzione dei lavori, ai fini della loro accettazione, può procedere a controlli (anche parziali) su campioni della fornitura oppure chiedere un attestato di conformità della stessa alle prescrizioni sopra riportate.
In caso di contestazione i metodi di campionamento e di prova delle caratteristiche di cui sopra sono quelli stabiliti dalle norme UNI e, in mancanza di queste ultime, quelli descritti nella letteratura tecnica.
4 - Per i materiali fonoassorbenti che assumono la forma definitiva in opera devono essere dichiarate le stesse caratteristiche riferite ad un campione significativo di quanto realizzato in opera. La Direzione dei lavori deve inoltre attivare controlli della costanza delle caratteristiche del prodotto in opera, ricorrendo, ove necessario, a carotaggi, sezionamenti, ecc. significativi dello strato eseguito.
5 - Entrambe le categorie di materiali fonoassorbenti devono rispondere ad una o più delle caratteristiche di idoneità all'impiego, tra quelle della seguente tabella, in relazione alla loro destinazione d'uso (pareti, coperture, controsoffittature, pavimenti, ecc.).
CARATTERISTICA | UNITÀ MISURA | DESTINAZIONE D'USO A B C D VALORI RICHIESTI |
Comportamento all'acqua | ||
- assorbimento d'acqua per capillarità | % | - - - - |
- assorbimento d'acqua per immersione | % | - - - - |
- resistenza xxxx x xxxxxxx | xxxxx | 00 00 - - |
- xxxxxxxxxxxx xxxxxx x'xxxxx | x | 4,9 4,9 - - |
Caratteristiche meccaniche: | ||
- resistenza a compressione a carichi di lunga durata | N/mm2 | 0,44 0,25÷0,34 - - |
- resistenza a taglio parallelo alle facce | N/mm2 | 0,28 0,28 - - |
- resistenza a flessione | N/mm2 | 2,0÷2,73 1,30÷1,46 - - |
- resistenza al punzonamento | N | - - - - |
- resistenza al costipamento | N | - - - - |
Caratteristiche di stabilità: | ||
- stabilità dimensionale | % | 0,05 0,05 - - |
- coefficiente di dilatazione lineare | mm/m | 0,01 0,01 - - |
- temperatura limite di esercizio | °C | 200 200 - - |
A = Pareti B = Copertura C = D =
Se non vengono prescritti i valori per alcune caratteristiche, valgono quelli proposti dal fornitore ed accettati dalla Direzione dei lavori.
In caso di contestazione, i metodi di campionamento e di prova delle caratteristiche di cui sopra sono quelli stabiliti dalle norme UNI e, in mancanza di queste ultime, quelli descritti nella letteratura tecnica. Per le caratteristiche possedute intrinsecamente dal materiale non sono necessari controlli.
Art. 18 - PRODOTTI PER ISOLAMENTO ACUSTICO
1 - Si definiscono materiali isolanti acustici (o materiali fonoisolanti) quelli atti a diminuire in forma sensibile la trasmissione di energia sonora che li attraversa.
Questa proprietà è valutata con il potere fonoisolante «R» definito dalla seguente formula:
R = log (Wi / Wt) dove: Wi è l'energia sonora incidente;
Wt è l'energia sonora trasmessa.
Tutti i materiali comunemente impiegati nella realizzazione di divisori in edilizia posseggono proprietà fonoisolanti.
Per materiali omogenei questa proprietà dipende essenzialmente dalla loro massa areica.
Quando sono realizzati sistemi edilizi compositi (pareti, coperture, ecc.) formati da strati di materiali diversi, il potere fonoisolante di queste strutture dipende, oltre che dalla loro massa areica, dal numero e dalla qualità degli strati, dalle modalità di accoppiamento e dall'eventuale presenza di un'intercapedine
d'aria.
2 - Per tutti i materiali fonoisolanti forniti sotto forma di lastre, blocchi o forme geometriche predeterminate, si devono dichiarare le seguenti caratteristiche fondamentali:
- dimensioni: lunghezza - larghezza- spessore, valgono le tolleranze stabilite nelle norme UNI, oppure specificate negli altri documenti progettuali; in assenza delle prime due, valgono quelle dichiarate dal produttore nella sua documentazione tecnica ed accettate dalla Direzione dei lavori;
- massa areica: deve essere entro i limiti prescritti nelle norme UNI o negli altri documenti progettuali; in assenza delle prime due, valgono quelli dichiarati dal produttore nella sua documentazione tecnica ed accettati dalla Direzione dei lavori;
- potere fonoisolante, misurato in laboratorio secondo le modalità prescritte dalla norma UNI 8270/3, rispondente ai valori prescritti nel progetto o, in loro assenza, a quelli dichiarati dal produttore ed accettati dalla Direzione dei lavori.
Saranno inoltre da dichiarare, in relazione alle prescrizioni di progetto, le seguenti caratteristiche:
- modulo di elasticità;
- fattore di perdita;
- reazione o comportamento al fuoco;
- limiti di emissione di sostanze nocive per la salute;
- compatibilità chimico-fisica con altri materiali.
I prodotti vengono considerati al momento della fornitura; la Direzione dei lavori, ai fini della loro accettazione, può procedere a controlli (anche parziali) su campioni della fornitura oppure chiedere un attestato di conformità della stessa alle prescrizioni sopra riportate.
In caso di contestazione i metodi di campionamento e di prova delle caratteristiche di cui sopra sono quelli stabiliti dalle norme UNI e, in mancanza di queste ultime, quelli descritti nella letteratura tecnica.
3 - Per i materiali fonoisolanti che assumono la forma definitiva in opera devono essere dichiarate le stesse caratteristiche riferite ad un campione significativo di quanto realizzato in opera. La Direzione dei lavori deve attivare i controlli della costanza delle caratteristiche del prodotto in opera, ricorrendo, ove necessario, a carotaggi, sezionamenti, ecc. significativi dello strato eseguito.
4 - Entrambe le categorie di materiali fonoisolanti devono rispondere ad una o più delle caratteristiche di idoneità all'impiego, come indicato nel punto 22.5, in relazione alla loro destinazione d'uso.
CAPITOLO IV
MODO DI ESECUZIONE DI OGNI CATEGORIA DI LAVORO
PARTE A - MOVIMENTI TERRA, SCAVI, RILEVATI E DEMOLIZIONI
Art. 19 - Generalità
Sono ricompresi nel prezzo d’appalto tutti i lavori di scavo, di smantellamento fondi di pavimentazioni esistenti, eseguiti con mezzo meccanico e compreso l'eventuale tiro in alto delle materie scavate, necessari per livellare i piani di spiccato delle opere da realizzare, per l’esecuzione delle fondazioni, per sistemare il terreno attorno al fabbricato secondo i profili di progetto, per l'esecuzione delle fognature e delle reti impiantistiche varie, per la realizzazione delle fondazioni delle pavimentazioni pedonali esterne. Sono inoltre ricompresi nel prezzo d'appalto i lavori di rinterro degli scavi e di riporto per la predisposizione dei piani di progetto delle aree esterne al fabbricato, di livellamento delle stesse secondo i profili di progetto, di realizzazione delle eventuali aiuole e coperture a giardino pensile previste in progetto.
Il prezzo a corpo comprende gli scavi, di sbancamento e a sezione obbligata, di materie di qualsiasi natura e consistenza, asciutte, bagnate o melmose, con esclusione della roccia da mina, ma compresi i trovanti rocciosi ed i relitti di qualsiasi consistenza, e comprende tutti gli oneri per la demolizione delle normali sovrastrutture (pavimentazioni stradali e simili), il taglio di alberi e cespugli, l’estirpazione di ceppaie, lo spianamento e la configurazione del fondo anche se a gradoni, l’eventuale profilatura di pareti, scarpate e simili, le eventuali sbadacchiature occorrenti ed il relativo recupero, il deflusso dell’eventuale acqua presente fino ad un battente massimo di cm. 20, il trasporto a rifiuto a qualsiasi distanza del materiale di risulta.
E' fatto quindi obbligo a ciascuna Appaltatore concorrente alla gara, preso atto delle indagini geognostiche allegate alla documentazione d'appalto, di accertare la natura dei materiali che dovranno essere scavati, al fine di una corretta valutazione degli oneri dell'appalto stesso e quindi dell'offerta.
Nessuna riserva o richiesta di compensi aggiuntivi sarà quindi ammessa a tal riguardo dopo la presentazione dell'offerta stessa.
Prima di iniziare qualsiasi operazione di scavo o riporto l'Appaltatore dovrà verificare il piano quotato ed i profili riportati sulle tavole di progetto o altrimenti consegnati, e segnalare per iscritto, entro 10 giorni dalla data del verbale di consegna dei lavori, eventuali differenze riscontrate; in difetto di tale segnalazione, gli elementi si intendono definitivamente accettati e l'Appaltatore non potrà avanzare ulteriori richieste all'Ente Appaltante.
La Direzione lavori definirà le norme relative ai tracciamenti del fabbricato e le quote altimetriche dei piani.
L’Appaltatore dovrà eseguire la picchettazione completa del lavoro in modo che risultino evidenziate in modo chiaro e preciso sul terreno le opere da eseguire.
Dovrà quindi segnalare immediatamente alla Direzione lavori il completamento di tale operazione onde consentirne la verifica ed ottenere dalla stessa l’autorizzazione ad iniziare le operazioni di scavo e riporto.
Art. 20 - Scavi in genere.
Gli scavi in genere per qualsiasi lavoro, a mano o con mezzi meccanici, dovranno essere eseguiti secondo i disegni di progetto e la relazione geologica e geotecnica di cui al D.M. 11 marzo 1988, nel totale rispetto delle norme di cui agli art. 12 e 15 del D.P.R. 7/1/1956 n 164 ed al D.M. 21/1/1981 e successive modificazioni e integrazioni introdotte dall’NTC 14.01.2008, nonché secondo le particolari prescrizioni che saranno date all'atto esecutivo dalla Direzione dei lavori.
Nell'esecuzione degli scavi in genere, l'Appaltatore dovrà procedere in modo da impedire scoscendimenti e franamenti, restando, oltreché totalmente responsabile di eventuali danni alle persone ed alle opere, altresì obbligato a provvedere, a suo carico e spese alla rimozione delle materie franate. Particolare attenzione si dovrà tenere per gli scavi e le operazioni nei pressi della piscina scoperta onde impedire che le operazioni o i mezzi possano interferire con le strutture esistenti. In particolare bisognerà assolutamente impedire che mezzi pesanti possano creare spinte sulle pareti perimetrali.
L'Appaltatore dovrà provvedere a sue spese affinché le acque scorrenti alla superficie del terreno siano deviate in modo che non abbiano a riversarsi nei cavi.
L'Appaltatore dovrà inoltre attuare tutte le predisposizioni per mantenere gli scavi liberi da acqua e per poter eseguire gli stessi anche in presenza d'acqua; a tal fine, dovrà assicurare la disponibilità in cantiere di pompe in numero sufficiente.
Le materie provenienti dagli scavi, ove non siano utilizzabili o non ritenute adatte (a giudizio insindacabile della Direzione dei lavori) ad altro impiego nei lavori, dovranno essere portate fuori della sede del cantiere, alle pubbliche discariche ovvero su aree che l'Appaltatore dovrà provvedere a rendere disponibili a sua cura e spese.
Qualora le materie provenienti dagli scavi debbano essere successivamente utilizzate, esse dovranno essere depositate nell’ambito dell’area del cantiere, previo assenso della Direzione dei lavori, per essere poi riprese a tempo opportuno. In ogni caso le materie depositate non dovranno essere di danno ai lavori, alle proprietà pubbliche o private ed al libero deflusso delle acque scorrenti in superficie.
La Direzione dei lavori potrà fare asportare, a spese dell'Appaltatore, le materie depositate in contravvenzione alle precedenti disposizioni.
Qualora i materiali siano ceduti all'Appaltatore, si applica il disposto del Capitolato generale LL.PP. , art. 40, comma 3.
Art. 21 - Scavi di sbancamento.
Per scavi di sbancamento o sterri andanti s'intendono quelli occorrenti per lo spianamento o sistemazione del terreno su cui dovranno sorgere le costruzioni, per tagli di terrapieni, per la formazione di cortili, giardini, scantinati, piani di appoggio per platee di fondazione, vespai, rampe incassate o trincee stradali, ecc., e in generale tutti quelli eseguiti a sezione aperta su vasta superficie.
Art. 22. - Scavi di fondazione o a sezione obbligata.
Per scavi di fondazione o a sezione obbligata in genere si intendono quelli incassati ed a sezione ristretta necessari per dar luogo ai muri o ai pilastri di fondazione propriamente detti. In ogni caso saranno considerati come gli scavi di fondazione quelli per dar luogo a fogne, condutture, fossi e cunette.
Nel prezzo a corpo sono compresi gli oneri per l’allargamento della sezione di scavo onde permettere l’utilizzo e la manovra dei mezzi meccanici e degli attrezzi d’opera, nonché per l’eventuale rinterro delle materie proveniente dallo scavo.
Qualunque sia la natura e la qualità dei terreni, gli scavi dovranno essere spinti a profondità tali da consentire la realizzazione del tipo di fondazione che risulta dai disegni esecutivi delle strutture e, per quanto riguarda le fognature, il rispetto delle quote e delle pendenze di progetto, e comunque fino alla profondità che dalla Direzione dei lavori verrà ordinata all'atto della loro esecuzione.
Le profondità, che si trovano indicate nei disegni, sono perciò di stima preliminare e l'Amministrazione si riserva piena facoltà di variarle nella misura che reputerà più conveniente, senza che ciò possa dare all'Appaltatore motivo alcuno di fare eccezioni o domande di speciali compensi, avendo egli soltanto diritto al pagamento del lavoro eseguito, coi prezzi contrattuali stabiliti, per le maggiori profondità da raggiungere, rispetto ai disegni di progetto.
Prima di iniziare il getto delle fondazioni, la posa delle fognature e reti varie o l'esecuzione di pavimentazioni esterne pedonali, l'Appaltatore dovrà attendere che la Direzione Lavori ne abbia verificati i piani di posa.
A tal fine, dovrà avvertire il Direttore Lavori con un preavviso di almeno 24 ore circa dal momento in cui gli scavi saranno pronti per l'ispezione.
È vietato all'Appaltatore, sotto pena di demolire il già fatto, di por mano alle murature prima che la Direzione dei lavori abbia verificato ed accettato i piani delle fondazioni.
I piani di fondazione dovranno essere generalmente orizzontali, ma per quelle opere che cadono sopra falde inclinate, dovranno, a richiesta della Direzione dei lavori, essere disposti a gradini ed anche con determinate contropendenze.
Compiuta la muratura di fondazione, lo scavo che resta vuoto, dovrà essere diligentemente riempito e costipato, a cura e spese dell'Appaltatore, con le stesse materie scavate, sino al piano del terreno naturale primitivo.
Gli scavi per fondazione dovranno, quando occorra, essere solidamente puntellati e sbadacchiati con robuste armature, in modo da proteggere contro ogni pericolo gli operai, ed impedire ogni smottamento di materie durante l'esecuzione tanto degli scavi che delle murature.
L'Appaltatore è responsabile dei danni ai lavori, alle persone, alle proprietà pubbliche e private che potessero accadere per la mancanza o insufficienza di tali puntellazioni o sbadacchiature, alle quali egli deve provvedere di propria iniziativa, adottando anche tutte le altre precauzioni riconosciute necessarie,
senza rifiutarsi per nessun pretesto di ottemperare alle prescrizioni che al riguardo gli venissero impartite dalla Direzione dei lavori.
Col procedere delle murature l'Appaltatore potrà recuperare i legnami costituenti le armature, sempreché non si tratti di armature formanti parte integrante dell'opera, da restare quindi in posto in proprietà dell'Amministrazione; i legnami però, che a giudizio della Direzione dei lavori, non potessero essere tolti senza pericolo o danno del lavoro, dovranno essere abbandonati negli scavi.
Se dagli scavi in genere e da quelli di fondazione in particolare, malgrado l'osservanza delle prescrizioni di cui sopra, l'Appaltatore, in caso di acque sorgive o filtrazioni, non potesse far defluire l'acqua naturalmente, è facoltà della Direzione dei lavori di ordinare, secondo i casi e quando lo riterrà opportuno, il prosciugamento.
Art. 23 – Scavi subacquei
Saranno considerati scavi subacquei tutti gli scavi di fondazione eseguiti ad una profondità maggiore di cm. 20 sotto il livello costante delle acque eventualmente presenti nell'area di scavo.
Il fondo dello scavo dovrà essere tenuto costantemente asciutto e le operazioni di drenaggio dovranno essere eseguite con mezzi adeguati che l'appaltatore ha l'obbligo di tenere in stato di perfetta efficienza; tali mezzi dovranno avere le caratteristiche meccaniche, le portate e le prevalenze necessarie a garantire l'effettivo mantenimento dello stato richiesto per l'effettuazione dei lavori.
Sarà onere dell'appaltatore approntare, a sue spese, tutte le opere provvisorie per garantire il regolare deflusso delle acque di drenaggio e di superficie, comprese quelle meteoriche, in modo da evitare gli eventuali danni agli scavi già eseguiti od in corso di esecuzione. Tali opere, oltre a consentire un deflusso controllato delle acque sopraccitate, non dovranno arrecare danni od impedimenti allo svolgimento dell'intero cantiere.
Art. 24 - Rilevati e rinterri.
Per la formazione dei rilevati o per qualunque opera di rinterro, ovvero per riempire i vuoti tra le pareti degli scavi e le murature, o da addossare alle murature, e fino alle quote prescritte dalla Direzione dei lavori saranno utilizzati, fino al loro totale esaurimento, i materiali di scavo provenienti dagli scavi di cantiere.
Solo ove non ritenuti idonei dalla Direzione Lavori, saranno sostituiti con materie prelevate ovunque l'Appaltatore riterrà di sua convenienza, purché autorizzate dalla stessa D.L.
Nella formazione dei suddetti rilevati, rinterri e riempimenti, dovrà essere usata ogni diligenza perché la loro esecuzione proceda per strati orizzontali di eguale altezza, disponendo, contemporaneamente, le materie bene sminuzzate con la maggiore regolarità e precauzione, in modo da caricare uniformemente le murature su tutti i lati e da evitare le sfiancature che potrebbero derivare da un carico male distribuito. Le materie trasportate in rilevato o rinterro non potranno essere scaricate direttamente contro le murature, ma dovranno depositarsi in vicinanza dell'opera, per poi essere riprese al momento della formazione dei suddetti rinterri.
Tali materiali dovranno essere posati a strati non superiori ai 20 cm. e compattati a fondo con idonei mezzi meccanici (tali da non danneggiare le opere eseguite), o a mano, in modo da garantire un grado di costipamento uguale a quello del terreno adiacente rimasto indisturbato.
È vietato addossare terrapieni a murature di fresca costruzione.
È fatto obbligo all'Appaltatore (escluso qualsiasi compenso) di dare ai rilevati, durante la loro costruzione quelle maggiori dimensioni richieste dall'assestamento delle terre, affinché all'epoca del collaudo i rilevati eseguiti abbiano dimensioni non inferiori a quelle ordinate.
L'Appaltatore dovrà consegnare i rilevati con scarpate regolari e spianate, con i cigli bene allineati e profilati e compiendo a sue spese, durante l'esecuzione dei lavori e fino al collaudo, gli occorrenti ricarichi o tagli, la ripresa e la sistemazione delle scarpate e l'espurgo dei fossi.
La superficie del terreno sulla quale dovranno elevarsi i terrapieni, sarà previamente scoticata, ove occorra e, se inclinata, sarà tagliata a gradoni con leggera pendenza verso il monte.
Tutte le riparazioni o ricostruzioni che si rendessero necessarie per la mancata od imperfetta osservanza delle prescrizioni del presente articolo, saranno a completo carico dell'Appaltatore.
PARTE B - STRUTTURE PORTANTI IN CEMENTO ARMATO E PRECOMPRESSO
Art. 25 - Generalità
L’appalto prevede la realizzazione della struttura portante in cemento armato così come completamente definita e dimensionata dai disegni esecutivi strutturali e dalle precisazioni derivanti dal calcolo, espresse nelle tavole e negli allegati di progetto, costituita da:
struttura del corpo d’ingresso
− Fondazioni continue a platea.
− Solai prefabbricati alveolari o misti, la cui rispondenza a tutti i requisiti meccanici e termotecnici imposti dalle leggi dovrà essere certificata dall’Appaltatore, delle seguenti tipologie riferite alle tavole di progetto:
Pp Solaio + Soletta 310 kg/mq
Sovr. Perm 200 kg/mq
Sovr. Acc 150kg/mq
TABELLA SOLAI
− Pilastri in c.a. in elevazione;
− Travi di copertura;
I carichi permanenti (pavimenti, sottofondi, murature e attrezzature fisse in genere, ecc.) dovranno
rispettare i valori riportati negli elaborati di progetto e comunque dovranno essere valutati in base al loro carico effettivo o ai dati del D.M. 14/01/2008.
Tutte le strutture, compresi i solai, dovranno uniformarsi alle prescrizioni costruttive presenti nell’Eurocodice EC2. Si evidenziano i paragrafi relativi alla deformabilità degli elementi inflessi.
In particolare per le strutture in cemento armato devono essere assicurate le tolleranze dimensionali di cui al punto 6.2 dell’Eurocodice EC2.
L'acciaio impiegato dovrà essere del tipo ad aderenza migliorata B450C controllato in stabilimento.
Nel prezzo complessivo a corpo sono ricompresi tutti gli oneri per tagli, sovrapposizioni, sfridi, legature con filo di ferro ricotto, le eventuali saldature, gli aumenti di trafila rispetto ai diametri commerciali.
Tutti i fori, vani, tracce, ecc. interessanti elementi della struttura dovranno essere realizzati in fase di getto.
E’ tassativamente vietata la loro realizzazione mediante successive demolizioni.
Nella realizzazione dovranno comunque essere rispettate tutte le prescrizioni riportate negli elaborati grafici e di calcolo di progetto ed allegati al contratto di appalto.
Art. 26 - Impasti di conglomerato cementizio.
I calcestruzzi impiegati potranno essere, a scelta dell’Appaltatore, del tipo confezionato in cantiere, mediante idonea centrale di betonaggio, oppure del tipo preconfezionato e trasportato in cantiere con autobetoniere.
Nella fabbricazione e posa in opera del calcestruzzo dovranno comunque essere rispettate tutte le norme previste dalla UNI 7163/79 e la norma UNI EN 206
Il cemento da impiegare dovrà essere Portland del tipo e dosatura previsti nelle tavole di progetto.
Gli impasti di conglomerato cementizio dovranno essere eseguiti in conformità con quanto previsto nell'allegato 1 del D.M. 14 gennaio 2008 e s.s.m.i
La distribuzione granulometrica degli inerti, il tipo di cemento e la consistenza dell'impasto devono essere adeguati alla particolare destinazione del getto ed al procedimento di posa in opera del conglomerato.
In particolare dovranno essere impiegati inerti (sabbia, graniglia e pietrisco) di provenienza fluviale,
perfettamente lavati e con composizione granulometrica “progettata” per ottenere le resistenze caratteristiche richieste dal calcolo ed un valido risultato estetico nei getti che resteranno a faccia vista.
Il quantitativo d'acqua deve essere il minimo necessario a consentire una buona lavorabilità del conglomerato, tenendo conto anche dell'acqua contenuta negli inerti.
Partendo dagli elementi già fissati, il rapporto acqua-cemento e, quindi, il dosaggio del cemento, dovrà essere scelto in relazione alla resistenza richiesta per il conglomerato.
L'impiego degli additivi dovrà essere limitato al massimo e subordinato all'accertamento dell'assenza di ogni pericolo di aggressività, ed in ogni caso sarà sottoposto alla preventiva approvazione della Direzione dei lavori..
L'impasto deve essere fatto con mezzi idonei ed il dosaggio dei componenti eseguito con modalità atte a garantire la costanza del proporzionamento previsto in sede di progetto.
Art. 27 - Controlli sul conglomerato cementizio e sulle armature.
Per i controlli sul conglomerato ci si atterrà a quanto previsto nel D.M. 14 gennaio 2008 e s.s.m.i
Il conglomerato viene individuato tramite la resistenza caratteristica a compressione secondo quanto specificato nel D.M. 14 gennaio 2008 e s.s.m.i
La resistenza caratteristica del conglomerato dovrà essere non inferiore a quella richiesta dal progetto.
Il controllo di qualità del conglomerato si articola nelle seguenti fasi: studio preliminare di qualificazione, controllo di accettazione e prove complementari.
I prelievi dei campioni necessari per i controlli delle fasi suddette avverranno al momento della posa in opera dei casseri, secondo le modalità previste nel paragrafo 3 del succitato Allegato 2.
l'Appaltatore dovrà effettuare i prelievi di calcestruzzo e ferro nel numero e secondo le modalità previste dal D.M. 14 gennaio 2008 e s.s.m.i o richiesti dalla Direzione dei Lavori, e comunque un prelievo di n° 3 provini di conglomerato per ogni giorno di getto.
Per gli acciai impiegati la frequenza è stabilita dalla Direzione dei lavori con prelievo di tre spezzoni di uno stesso diametro scelto entro ciascun gruppo di diametri per ciascuna partita.
Tali campioni dovranno essere accuratamente conservati, a cura dell'Appaltatore, e da questa inviati per tempo ai Laboratori Ufficiali per l'effettuazione delle prove di legge; successivamente la stessa Appaltatore dovrà trasmettere i certificati alla Direzione Lavori.
Art. 28 - Norme di esecuzione per il cemento armato normale e precompresso.
Nell'esecuzione delle opere di cemento armato normale, l'Appaltatore dovrà attenersi alle norme contenute nella L. 5 novembre 1971, n. 1086 e nelle relative norme tecniche del D.M. 14 gennaio 2008 e s.s.m.i. In particolare:
a) Gli impasti devono essere preparati e trasportati in modo da escludere pericoli di segregazione dei componenti o di prematuro inizio della presa al momento del getto.
Il getto deve essere convenientemente compatto; la superficie dei getti deve essere mantenuta umida per almeno tre giorni.
Non si potrà mettere in opera il conglomerato per l’effettuazione di getti a temperature inferiori ai 5° C.
b) I ferri di armatura al momento del getto dovranno risultare perfettamente puliti e scevri di corrosione localizzata, scaglie libere di trafilatura, ruggine libera, ghiaccio, olio ed altre sostanze nocive all’armatura, al calcestruzzo ed all’aderenza fra i due;
c) Le giunzioni delle barre in zona tesa, quando non siano evitabili, si devono realizzare possibilmente nelle regioni di minor sollecitazione, in ogni caso devono essere opportunamente sfalsate.
Le giunzioni di cui sopra possono effettuarsi mediante:
− saldature eseguite in conformità delle norme in vigore sulle saldature;
− manicotto filettato;
− sovrapposizione calcolata in modo da assicurare l'ancoraggio di ciascuna barra; in ogni caso, la lunghezza della sovrapposizione in retto, ove non diversamente specificato negli elaborati di
progetto, deve essere non minore di 60 volte il diametro e la prosecuzione di ciascuna barra deve essere deviata verso la zona compressa. La distanza mutua (interferro) nella sovrapposizione non deve superare di 6 volte il diametro.
c) Le barre piegate devono presentare, nelle piegature, un raccordo circolare di raggio non inferiore a 6 volte il diametro. Gli ancoraggi devono rispondere a quanto prescritto dal D.M. 14 gennaio 2008 e
s.s.m.i. Le piegature di barre di acciaio incrudito a freddo non possono essere effettuate a caldo.
e) La superficie dell'armatura resistente deve distare dalle facce esterne del conglomerato di almeno
0,8 cm nel caso di solette, setti e pareti e di almeno 2 cm nel caso di travi e pilastri.
Tali misure devono essere aumentate e, al massimo, portate rispettivamente a 2 cm per le solette ed a 4 cm per le travi ed i pilastri, in presenza di salsedine marina ed altri agenti aggressivi. Copriferri maggiori richiedono opportuni provvedimenti intesi ad evitare il distacco (per esempio reti).
Le superfici delle barre devono essere mutuamente distanziate, in ogni direzione, di almeno una volta il valore del diametro delle barre medesime e, in ogni caso, a non meno di 2 cm. Si potrà derogare a quanto sopra raggruppando le barre a coppie ed aumentando la mutua distanza minima tra le coppie ad almeno 4 cm.
Per le barre di sezione non circolare si deve considerare il diametro del cerchio circoscritto.
f) Xxxxx presi tutte le cautele necessarie (copertura, bagnatura periodica dei getti) al fine di garantire una corretta maturazione del calcestruzzo.
In particolare tutte le opere in c.a., dopo il getto, dovranno essere abbondantemente bagnate almeno due volte ogni 24 ore per gli otto giorni seguenti.
g) Il disarmo deve avvenire per gradi ed in modo da evitare azioni dinamiche. Inoltre, esso non deve avvenire prima che la resistenza del conglomerato abbia raggiunto il valore necessario in relazione all'impiego della struttura all'atto del disarmo, tenendo anche conto delle altre esigenze progettuali e costruttive; la decisione è lasciata al giudizio del Direttore dei lavori.
h) Avvenuto il disarmo dei vari elementi strutturali, la superficie verrà regolarizzata con malta cementizia a x.xx 4,00 di cemento da applicarsi previa pulitura e lavatura della superficie gettata; la malta dovrà essere ben conguagliata con cazzuola e fratazzo con l’aggiunta di opportuno spolvero di cemento puro.
Per la realizzazione dei getti dovranno essere impiegate tavole nuove scelte di legno, di dimensioni costanti, disposte verticalmente e/o orizzontalmente secondo le indicazioni della Direzione dei lavori e trattate con disarmanti.
O) PRESCRIZIONI PARTICOLARI RELATIVE AI CEMENTI ARMATI PRECOMPRESSI
Oltre a richiamare quanto è stato prescritto agli articoli relativi ai conglomerati cementizi ed ai cementi armati ordinari, si dovranno rispettare le norme contenute nel D.M. 14 gennaio 2008 e s.s.m.i.
In particolare nelle strutture in cemento armato precompresso con cavi scorrevoli, l'Impresa dovrà curare l'esatto posizionamento delle guaine, in conformità ai disegni di progetto, mediante l'impiego di opportuni distanziatori e, allo scopo di assicurare l'aderenza e soprattutto di proteggere i cavi dalla corrosione, curerà che le guaine vengano iniettate con malta di cemento reoplastica, fluida e priva di ritiro.
Tale malta, preferibilmente pronta all'uso, non dovrà contenere cloruri, polvere di alluminio, né coke, né altri agenti che provocano espansione mediante formazione di gas.
Oltre a quanto prescritto dalle vigenti norme di legge, si precisa quanto segue:
1) la fluidità della malta di iniezione dovrà essere misurata con il cono di Marsh (1) all'entrata ed all'uscita di ogni guaina; l'iniezione continuerà finché la fluidità della malta in uscita non sarà uguale a quella della malta in entrata;
(1) Misura della fluidità con il cono di Marsh.
L'apparecchio dovrà essere costruito in acciaio inossidabile ed avere forma e dimensioni come in figura, con ugello intercambiabile di diametro d variabile da mm 5 a mm 11.
La fluidità della malta sarà determinata misurando i tempi di scolo di 1000 cm3 di malta (essendo la capacità totale del cono di 2000 cm3, il tempo totale di scolo va diviso per due). La fluidità della malta sarà ritenuta idonea quando il tempo di scolo di 1000 cm3 di malta sarà compreso tra 13 e 25 minuti secondi. La scelta del diametro dell'ugello dovrà essere fatta sulla base degli abachi in figura, rispettivamente per cavi a fili e a trefoli:
Dove:
P = pressione dell'iniezione (g/cm2) L= lunghezza della guaina (cm)
∅e= ∅G2-n. x ∅ f2 [diametro equivalente in funzione della guaina (∅ G), del diametro dei fili (∅ f) e del loro numero (n.)].
(2) Misura della essudazione della malta.
Si opera con una provetta graduata cilindrica (000 xx0, ∅ 6 cm, con 6 cm di malta). La provetta deve essere tenuta in riposo e al riparo dall'aria. La misura si effettua 3 ore dopo il mescolamento, con lettura diretta oppure con pesatura prima e dopo lo svuotamento con pipetta dell' acqua trasudata.
2) prima di essere immessa nella pompa la malta dovrà essere vagliata con setaccio a maglia di mm 2 dilato;
3) l'essudazione (2) non dovrà essere superiore al 2% del volume;
4) l'impastatrice dovrà essere del tipo ad alta velocità (4.000 ÷ 5.000 giri/min con velocità tangenziale minima di 14 m/sec). E' proibito l'impasto a mano;
5) il tempo di inizio presa non dovrà essere inferiore a 3 ore;
6) è tassativamente prescritta la disposizione di tubi di sfiato in corrispondenza a tutti i punti più elevati di ciascun cavo, comprese le trombette ed i cavi terminali.
Egualmente dovranno essere disposti tubi di sfiato nei punti più bassi dei cavi lunghi o con forte dislivello.
Art. 29 - Getti di cemento armato a faccia vista.
Per l'esecuzione dei getti faccia vista saranno impiegate esclusivamente casserature di tavole di abete nuove e scelte, disposte verticalmente o orizzontalmente secondo le indicazioni della Direzione dei Lavori e trattata superficialmente con disarmanti (applicati nelle quantità indicate dal Produttore) onde consentir- ne la facile casseratura.
Saranno utilizzati listelli per realizzare spigoli smussati sia verticali che orizzontali.
Particolare cura dovrà essere posta nella progettazione dei fusi granulometrici relativi ai getti che rimarranno in vista; i getti dovranno essere posti in opera a piccoli strati, evitando le segregazioni dei materiali.
Nella finitura dei getti faccia vista, non si dovranno apprezzare riprese o miscele differenziate di calcestruzzo;
Prescrizioni per gli ingredienti utilizzati per il confezionamento del conglomerato
A1) Acqua di impasto: conforme alla UNI-EN 1008
A2) Additivo superfluidificante conforme ai prospetti 3.1 e 3.2 o superfluidificante ritardante conforme ai prospetti 11.1 e 11.2 della norma UNI-EN 934-2
A3) Additivo ritardante (eventuale solo per getti in climi molto caldi) conforme al prospetto 2 della UNI-EN 934-2
A4) Durante l’intera fornitura del conglomerato non debbono essere impiegati aggregati di diversa provenienza.
A5)Aggregati provvisti di marcatura CE conformi alle norme UNI-EN 12620 e 8520-2. In particolare:
Assenza di minerali nocivi o potenzialmente reattivi agli alcali (UNI-EN 932-3 e UNI 8520/2) o in alternativa aggregati con espansioni su prismi di malta, valutate con la prova accelerata e/o con la prova a lungo termine in accordo alla metodologia prevista dalla UNI 8520-22, inferiori ai valori massimi riportati nel prospetto 6 della UNI 8520 parte 2.
A6) Cemento conforme alla norma XXX-XX 000-0. Per strutture facciavista bianche utilizzare cemento bianco.
A6) Fumi di silice conformi rispettivamente alla norma UNI-EN 13263 parte 1 e 2. Cenere volante conforme alla UNI- EN 450
Prescrizioni per il calcestruzzo
B1) Calcestruzzo a prestazione garantita (UNI EN 206-1)
B2) Classi di esposizione ambientale: XC4
B3) Rapporto a/c max: 0.50 (la variazione del rapporto a/c deve essere contenuta a ± 0.03)
B4) Classe di resistenza a compressione minima: C(32/40)
B5) Controllo di accettazione: tipo A (tipo B per volumi complessivi di calcestruzzo superiori a 1500 m3)
B6) Dosaggio minimo di cemento: 000 Xx/x0
X0.x) Contenuto di cemento e di materiale fine passante a 0.125 mm: ≥ 400 Kg/m3
B7) Aria intrappolata: max 2,5%
B8) Diametro massimo dell’aggregato: 32 mm (Per interferri inferiori a 35 mm utilizzare aggregati con pezzatura 20 mm)
B9) Classe di contenuto di cloruri del calcestruzzo: Cl 0,4
B10) Classe di consistenza al getto: S4/S5 o slump di riferimento 230 ± 30 mm
B11) Volume di acqua di bleeding (UNI 7122): < 0.1%
Prescrizioni per la struttura
C1) Copriferro minimo: 35 mm (45 per opere in c.a.p)
C2) Controllo dell’esecuzione dell’opera: (Rck minima in opera valutata su carote h/d=1): C(x/y)opera > 0,85 C(x/y) ≥ 34 N/mm2
C3) Scassero oppure durata minima della maturazione umida da effettuarsi mediante ricoprimento della superficie non casserata con geotessile bagnato ogni 24 ore o con teli di plastica tenuti a 5 cm di distanza dalla superficie del calcestruzzo: 7 giorni
C4) Acciaio B450C conforme al D.M. 14/01/2008:
Proprietà | Requisito |
Limite di snervamento fy | ≥450 MPa |
Limite di rottura ft | ≥540 MPa |
Allungamento totale al carico massimo Agt | ≥7,5% |
Rapporto ft/fy | 1,15 ≤ Rm/Re ≤ 1,35 |
Rapporto fy misurato/ fy nom | ≤ 1,25 |
Resistenza a fatica assiale* | 2 milioni di cicli |
Resistenza a carico ciclico* | 3 cicli/sec (deformazione 1,5÷4 %) |
Idoneità al raddrizzamento dopo piega* | Mantenimento delle proprietà meccaniche |
Controllo radiometrico** | superato, ai sensi del D.Lgs. 230/1995 |
D. Lgs. 241/2000 | |
* = prove periodiche annuali ** = controllo per colata |
Art. 30 - Solai di cemento armato misti.
Le coperture degli ambienti e dei vani e le suddivisioni orizzontali tra gli stessi, potranno essere eseguite, a seconda delle indicazioni di progetto, con solai di uno dei tipi descritti negli articoli successivi.
I solai di partizione orizzontale (interpiano) e quelli di copertura dovranno essere previsti per sopportare, a seconda della destinazione prevista per i locali relativi, i carichi comprensivi degli effetti dinamici ordinari, previsti ai punti nel D.M. 14 gennaio 2008 e s.s.m.i. (Verifica sicurezza costruzioni) e dalle specifiche prescrizioni contenute negli elaborati grafici e di calcolo posti a base d’appalto .
I solai possono essere sia eseguiti in opera sia formati dall'associazione di elementi prefabbricati. Prima del getto dei solai si dovrà procedere ad bagnare le superfici interessate dallo stesso.
Per tutti i solai valgono le prescrizioni già date per le opere in calcestruzzo armato e calcestruzzo armato precompresso e, in particolare, valgono le prescrizioni contenute nel D.M. 14 gennaio 2008 e s.s.m.i..
I solai di calcestruzzo armato misti ricomprendono le seguenti tipologie:
1) solai misti di calcestruzzo armato o calcestruzzo armato precompresso e blocchi interposti di alleggerimento, collaboranti e non, di laterizio od altro materiale;
2) solai realizzati dall'associazione di elementi di calcestruzzo armato o calcestruzzo armato precompresso, prefabbricati con unioni e/o getti di completamento;
e sono soggetti anche alle norme complementari riportate nei successivi punti.
Solai misti di calcestruzzo armato o calcestruzzo armato precompresso e blocchi forati di laterizio.
a) I solai misti di calcestruzzo armato, normale o precompresso, e blocchi forati di laterizio si distinguono nelle seguenti categorie:
1) solai con blocchi aventi funzione principale di alleggerimento;
2) solai con blocchi aventi funzione statica in collaborazione con il conglomerato.
I blocchi di cui al punto 2) devono essere conformati in modo che, nel solaio in opera, sia assicurata con continuità la trasmissione degli sforzi dall'uno all'altro elemento.
Nel caso si richieda al laterizio il concorso alla resistenza agli sforzi tangenziali, si devono usare elementi monoblocco disposti in modo che nelle file adiacenti, comprendenti una nervatura di conglomerato, i giunti risultino sfalsati tra loro. In ogni caso, ove sia prevista una soletta di conglomerato staticamente integrativa di altra di laterizio, quest'ultima deve avere forma e finitura tali da assicurare la solidarietà ai fini della trasmissione degli sforzi tangenziali.
Per entrambe le categorie, il profilo dei blocchi che delimita la nervatura di conglomerato da gettarsi in opera, non deve presentare risvolti che ostacolino il deflusso di calcestruzzo e restringano la sezione delle nervature stesse.
Per i solai con nervature gettate o completate in opera la larghezza minima delle nervature di calcestruzzo non deve essere minore di 1/8 dell'interasse e, comunque, non inferiore a 8 cm.
Nel caso di produzione di serie in stabilimento di pannelli di solaio completi, il limite minimo predetto potrà scendere a 5 cm.
L'interasse delle nervature non deve in ogni caso essere maggiore di 15 volte lo spessore medio della soletta. Il blocco interposto deve avere dimensione massima inferiore a 52 cm.
b) Caratteristiche dei blocchi.
1) Spessore delle pareti e dei setti dei blocchi.
Lo spessore delle pareti orizzontali compresse non deve essere minore di 8 mm, quello delle pareti perimetrali non minore di 8 mm, quello dei setti non minore di 7 mm.
Tutte le intersezioni dovranno essere raccordate con raggio di curvatura, al netto delle tolleranze, maggiore di 3 mm.
Si devono adottare forme semplici, caratterizzate da setti rettilinei ed allineati, particolarmente in direzione orizzontale, con setti aventi rapporto spessore/lunghezza il più possibile uniforme.
Il rapporto fra l'area complessiva dei fori e l'area lorda delimitata dal perimetro della sezione del blocco non deve risultare superiore a 0,6¸0,625 h, ove h è l'altezza del blocco in metri.
2) Caratteristiche fisico-meccaniche.
La resistenza caratteristica a compressione, riferita alla sezione netta delle pareti e delle costolature, deve risultare non minore di:
- 30 N/mm2 nella direzione dei fori;
- 15 N/mm2 nella direzione trasversale ai fori; per i blocchi di cui alla categoria a2);
e di:
- 15 N/mm2 nella direzione dei fori;
- 5 N/mm2 nella direzione trasversale ai fori; per i blocchi di cui alla categoria a1).
La resistenza caratteristica a trazione per flessione dovrà essere non minore di:
- 10 N/mm2 per i blocchi di tipo a2); e di:
- 7 N/mm2 per i blocchi di tipo a1).
Speciale cura deve essere rivolta al controllo dell'integrità dei blocchi, con particolare riferimento all'eventuale presenza di fessurazioni.
c) Spessore minimo dei solai.
Lo spessore dei solai a portanza unidirezionale che non siano di semplice copertura non deve essere minore di 1/25 della luce di calcolo ed in nessun caso minore di 12 cm. Per i solai costituiti da travetti precompressi e blocchi interposti, il predetto limite può scendere ad 1/30.
Le deformazioni devono risultare compatibili con le condizioni di esercizio del solaio e degli elementi costruttivi ed impiantistici ad esso collegati.
d) Spessore minimo della soletta.
Nei solai del tipo a1), lo spessore minimo del calcestruzzo della soletta di conglomerato non deve essere minore di 4 cm.
Nei solai del tipo a2), può essere omessa la soletta di calcestruzzo e la zona rinforzata di laterizio, per altro sempre rasata con calcestruzzo, può essere considerata collaborante e deve soddisfare i seguenti requisiti:
- possedere spessore non minore di 1/5 dell'altezza per solai con altezza fino a 25 cm e non minore di 5 cm, per solai con altezza maggiore;
- avere area effettiva dei setti e delle pareti, misurata in qualunque sezione normale alla direzione dello sforzo di compressione, non minore del 50% della superficie lorda.
e) Protezione delle armature.
Nei solai, la cui armatura è collocata entro scanalature, qualunque superficie metallica deve risultare conformata, in ogni direzione, da uno spessore minimo di 5 mm di malta cementizia.
Per quanto riguarda l'armatura collocata entro nervatura, le dimensioni di questa devono essere tali da consentire il rispetto dei seguenti limiti:
- distanza netta tra armatura e blocco, 8 mm;
- distanza netta tra armatura ed armatura, 10 mm.
Per quanto attiene la distribuzione delle armature trasversali, longitudinali e per taglio, si fa riferimento alle citate norme contenute nel D.M. 14 gennaio 2008 e s.s.m.i.
In fase di esecuzione, prima di procedere ai getti, i laterizi devono essere convenientemente bagnati.
Gli elementi con rilevanti difetti di origine o danneggiati durante la movimentazione dovranno essere eliminati.
f) Conglomerati per i getti in opera.
Si dovrà studiare la composizione del getto in modo da evitare rischi di segregazione o la formazione di nidi di ghiaia e per ridurre l'entità delle deformazioni differite.
Il diametro massimo degli inerti impiegati non dovrà superare 1/5 dello spessore minimo delle nervature, né la distanza netta minima tra le armature.
Il getto deve essere costipato in modo da garantire l'avvolgimento delle armature e l'aderenza sia con i blocchi sia con eventuali altri elementi prefabbricati.
Solai prefabbricati.
Nei solai a pannelli in c.a.p. alveolari prefabbricati deve essere assicurata la connessione tra gli elementi in c.a. gettati nelle varie fasi;
Tutti gli elementi prefabbricati di calcestruzzo armato e calcestruzzo armato precompresso destinati alla formazione di solai privi di armatura resistente al taglio o con spessori, anche locali, inferiori ai 5 cm, devono essere prodotti in serie controllata. Tale prescrizione è obbligatoria anche per tutti gli elementi realizzati con calcestruzzo di inerte leggero o calcestruzzo speciale.
Per gli orizzontamenti in zona sismica, gli elementi prefabbricati devono avere almeno un vincolo che sia in grado di trasmettere le forze orizzontali, a prescindere dalle resistenze di attrito. Non sono comunque ammessi vincoli a comportamento fragile.
Quando si assuma l'ipotesi di comportamento a diaframma dell'intero orizzontamento, gli elementi dovranno essere adeguatamente collegati tra di loro e con le travi o i cordoli di testata laterali.
Solai misti di calcestruzzo armato o calcestruzzo armato precompresso e blocchi diversi dal laterizio.
a) Classificazioni.
I blocchi con funzione principale di alleggerimento possono essere realizzati anche con materiali diversi dal laterizio (calcestruzzo leggero di argilla espansa, calcestruzzo normale sagomato, materie plastiche, elementi organici mineralizzati, ecc.).
Il materiale dei blocchi deve essere stabile dimensionalmente. Ai fini statici si distinguono due categorie di blocchi per solai:
a1) blocchi collaboranti;
a2) blocchi non collaboranti.
a1) I blocchi collaboranti devono avere modulo elastico superiore a 8 kN/mm2 ed inferiore a 25 kN/mm2; devono essere totalmente compatibili con il conglomerato con cui collaborano sulla base di dati e caratteristiche dichiarate dal produttore e verificate dalla Direzione dei lavori. Inoltre essi devono soddisfare a tutte le caratteristiche fissate per i blocchi di laterizio della categoria a2).
a2) I blocchi non collaboranti devono avere modulo elastico inferiore ad 8 kN/mm2 e svolgere funzioni di solo alleggerimento.
I solai con i blocchi non collaboranti richiedono necessariamente una soletta di ripartizione dello spessore minimo di 4 cm, armata opportunamente e dimensionata per la flessione trasversale. Il profilo e le dimensioni dei blocchi devono essere tali da soddisfare le prescrizioni dimensionali imposte per i blocchi di laterizio non collaboranti.
b) Spessori minimi.
Per tutti i solai, così come per i componenti collaboranti, lo spessore delle singole parti di calcestruzzo contenenti armature di acciaio, non potrà essere minore di 4 cm.
Solai realizzati con l'associazione di elementi di calcestruzzo armato e calcestruzzo armato precompresso prefabbricati.
Oltre alle prescrizioni indicate nei punti precedenti, in quanto applicabili, sono da tenere presenti le seguenti prescrizioni.
a) L'altezza minima non può essere minore di 8 cm.
Nel caso di solaio vincolato in semplice appoggio monodirezionale, il rapporto tra luce di calcolo del solaio e spessore del solaio stesso non deve essere superiore a 25.
Per solai costituiti da pannelli piani, pieni od alleggeriti, prefabbricati precompressi - tipo 3 (cfr. 37.4, senza soletta integrativa, in deroga alla precedente limitazione, il rapporto sopra indicato può essere portato a 35.
Per i solai continui, in relazione al grado di incastro o di continuità realizzato, tali rapporti possono essere incrementati fino ad un massimo del 20%.
È ammessa deroga alle prescrizioni di cui sopra qualora i calcoli condotti con riferimento al reale comportamento della struttura (messa in conto dei comportamenti non lineari, fessurizzazione, affidabili modelli di previsione viscosa, ecc.), anche eventualmente integrati da idonee sperimentazioni su prototipi, non superino i limiti indicati nel D.M. 9 gennaio 1996.
Le deformazioni devono risultare, in ogni caso, compatibili con le condizioni di esercizio del solaio e degli elementi costruttivi ed impiantistici ad esso collegati.
b) Solai alveolari.
Per i solai alveolari, per elementi privi di armatura passiva d'appoggio, il getto integrativo deve estendersi all'interno degli alveoli interessati dalla armatura aggiuntiva, per un tratto almeno pari alla lunghezza di trasferimento della precompressione.
c) Xxxxx con getto di completamento.
La soletta gettata in opera deve avere uno spessore non inferiore a 4 cm ed essere dotata di un'armatura di ripartizione a maglia incrociata.
Art. 31 - Responsabilità per le opere di calcestruzzo armato.
Nell'esecuzione delle opere in cemento armato e precompresso, l'Appaltatore dovrà attenersi strettamente a tutte le disposizioni contenute nella L. 5 novembre 1971, n. 1086.
Nelle zone sismiche valgono le norme tecniche emanate in forza della L. 2 febbraio 1974, n. 64 e del
D.M. 16 gennaio 1996.
Tutte le opere in cemento armato facenti parte dell'opera appaltata saranno eseguite in base agli elaborati esecutivi forniti dall'Ente Appaltante ed allegati al contratto, che l'Appaltatore sottoscriverà per accettazione prima dell'inizio dei lavori.
L'Appaltatore potrà, in alternativa, far redigere a firma di un tecnico libero professionista iscritto all'Albo, e sottoporre all'approvazione della Direzione dei lavori entro il termine di 30 giorni dall'aggiudicazione dell'appalto e comunque prima di dare inizio alle opere di scavo per le fondazioni, una verifica di tali elaborati esecutivi corredata di relazione e calcoli di stabilità, attenendosi al progetto facente parte degli allegati di contratto ed alle prescrizioni dettate dal presente Capitolato, nonché alle eventuali norme che gli verranno impartite, a sua richiesta, all’atto della consegna dei lavori.
L'esame e la verifica da parte della Direzione dei lavori dei progetti delle varie strutture in cemento
armato, non esonera in alcun modo l'Appaltatore e il progettista delle strutture dalle responsabilità loro derivanti per legge e per le precise pattuizioni del contratto, restando contrattualmente stabilito che l’Appaltatore stesso rimane unico e completo responsabile delle opere, sia per quanto ha rapporto con la loro progettazione e calcolo, che per la qualità dei materiali e la loro esecuzione.
Art. 32 – Strutture in acciaio
Nel prezzo d’appalto è prevista la realizzazione delle strutture in acciaio assimilabili alle seguenti categorie:
- La carpenteria metallica utilizzata per la scala di sicurezza dovrà rispettare le seguenti caratteristiche:
ACCIAIO S275
BULLONI CLASSE 8.8 UNI 3740
DADI CLASSE 8
RONDELLE IN ACCIAIO C50 UNI 7845
- La struttura dovrà essere in grado di sopportare i seguenti carichi:
SOVRACCARICO PERMANENTE DISTRIBUITO 0.40 kN/m²
SOVRACCARICO ACCIDENTALE 4.00 kN/m²
SOVRACCARICHI PER IL CALCOLO DELLA SCALA
Le strutture di acciaio dovranno essere progettate e costruite tenendo conto di quanto disposto dalla L. 5 novembre 1971, n. 1086, dal D.M. 14.01.2008 e s.s.m.i., dalle circolari e dai decreti ministeriali in vigore attuativi delle leggi citate.
Nell’esecuzione delle strutture l’Appaltatore dovrà garantire il rispetto delle prescrizioni costruttive e di calcolo presenti nell’Eurocodice EC3.
In particolare le tolleranze di fabbricazione dei manufatti dovranno rispettare il punto 7.7.4 e le tolleranze sul posizionamento dei bulloni il punto 7.7.5 dell’Eurocodice EC3.
Le lunghezze dei profilati in acciaio, riportate sulle tavole di progetto, dovranno essere verificate, a cura dell’Appaltatore, dopo il getto delle strutture in cemento armato.
L'Appaltatore sarà tenuto a presentare, in tempo utile, prima dell'approvvigionamento dei materiali, all'esame ed all'approvazione della Direzione dei lavori:
a) i calcoli definitivi e gli elaborati progettuali esecutivi di cantiere, comprensivi dei disegni esecutivi di officina, sui quali dovranno essere riportate anche le distinte da cui risultino: numero, qualità, dimensioni, grado di finitura e peso teorici di ciascun elemento costituente la struttura, nonché la qualità degli acciai da impiegare;
b) tutte le indicazioni necessarie alla corretta impostazione delle strutture metalliche sulle opere di fondazione.
c) relazioni e certificazioni di collaudo previsti dalla vigente legislazione (DM 24.01.1986 e successive modifiche ed integrazioni, eventuale collaudo statico per i VV.FF.).
I suddetti elaborati dovranno essere redatti a cura e spese dell'Appaltatore.
Dovrà comunque essere rispettato ogni altro specifico requisito relativo a caratteristiche, dimensionamenti e resistenza alle sollecitazioni minime, previsto dalle vigenti Leggi e regolamenti per la prevenzione infortuni e incendi e per le costruzioni in zona sismica.
L'esame e la verifica da parte della Direzione dei lavori dei progetti delle varie strutture in acciaio, non esonera in alcun modo l'Appaltatore e il progettista delle strutture dalle responsabilità loro derivanti per legge e per le precise pattuizioni del contratto, restando contrattualmente stabilito che l’Appaltatore stesso rimane unico e completo responsabile delle opere, sia per quanto ha rapporto con la loro progettazione e calcolo, che per la qualità dei materiali e la loro esecuzione.
Art. 33 - Acciaio per carpenteria
Generalità
L'Impresa sarà tenuta all'osservanza delle Norme Tecniche della legge 05/11/1971 n. 1086 “Norme per la disciplina delle opere in conglomerato cementizio armato, normale e precompresso, e per le strutture metalliche” (DM in vigore); dal D.M. 14.01.2008 e s.s.m.i. “Norme tecniche per le costruzioni.
Per quanto applicabili e non in contrasto con le suddette Xxxxx, si richiamano qui espressamente anche le seguenti Norme UNI:
- UNI 7070/82 relativa ai prodotti laminati a caldo di acciaio non legato di base e di qualità;
- UNI 10011/88 relativa alle costruzioni in acciaio, recante istruzioni per il calcolo, l'esecuzione e la manutenzione
I materiali impiegati nella costruzione di strutture in acciaio dovranno essere “qualificati”; la marcatura dovrà risultare leggibile ed il produttore dovrà accompagnare la fornitura con l'attestato di controllo e la dichiarazione che il prodotto è qualificato.
Prima dell'approvvigionamento dei materiali da impiegare l'Impresa dovrà presentare alla Direzione Lavori, in copia riproducibile, i disegni costruttivi di officina delle strutture, nei quali, in conformità a quanto riportato negli elaborati forniti dal Progettista, dovranno essere completamente definiti tutti i dettagli di lavorazione, ed in particolare:
- i diametri relativi e la disposizione dei chiodi e dei bulloni, nonché dei fori relativi ;
- le coppie di serraggio dei bulloni ad alta resistenza ;
- le classi di qualità delle saldature;
- il progetto e le tecnologie di esecuzione delle saldature e specificatamente: le dimensioni dei cordoni, le caratteristiche dei procedimenti, le qualità degli elettrodi ;
- gli schemi di montaggio e controfrecce di officina ;
- la relazione di calcolo
Sui disegni costruttivi di officina dovranno essere inoltre riportate le distinte dei materiali nelle quali sarà specificato numero, qualità, tipo di lavorazione, grado di finitura, dimensioni e peso teorico di ciascun elemento costituente la struttura.
L'Impresa dovrà, inoltre, far conoscere per iscritto, prima dell'approvvigionamento dei materiali da impiegare, la loro provenienza con riferimento alle distinte di cui sopra.
È facoltà della Direzione Lavori di sottoporre il progetto delle saldature e le loro tecnologie di esecuzione alla consulenza dell'Istituto Italiano della Saldatura o di altro Ente di sua fiducia.
La Direzione Lavori stabilirà il tipo e l'estensione dei controlli da eseguire sulle saldature, sia in corso d'opera che ad opera finita, in conformità a quanto stabilito dal D.M. in vigore e tenendo conto delle eventuali raccomandazioni dell'Ente di consulenza.
Consulenza e controlli saranno eseguiti dagli Istituti indicati dalla Direzione Lavori; i relativi oneri saranno a carico dell'Impresa.
Art. 34 - Collaudo tecnogico dei materiali
Tutti i materiali destinati alla costruzione di strutture in acciaio dovranno essere collaudati a cura e spese dell'Impresa e sotto il controllo della Direzione Lavori, prima dell'inizio delle lavorazioni.
A tale scopo è fatto obbligo all'Impresa di concordare in tempo utile con la Direzione Lavori la data di esecuzione di ciascuna operazione di collaudo.
Le prove sui materiali si svolgeranno presso i Laboratori Ufficiali indicati dalla Direzione Lavori.
La Direzione Lavori potrà, a suo insindacabile giudizio, autorizzare l'effettuzione delle prove presso i laboratori degli stabilimenti di produzione, purché questi siano forniti dei mezzi e delle attrezzature
necessarie, tarate e controllate da un Laboratorio Ufficiale, ai sensi dell'art. 20 della legge 05/11/1971 n. 1086.
L'entità dei lotti da sottoporre a collaudo, il numero e le modalità di prelievo dei campioni, saranno di regola conformi alle norme UNI vigenti per i singoli materiali.
La Direzione Lavori ha comunque la facoltà di prelevare in qualunque momento della lavorazione campioni di materiali da sottoporre a prova presso laboratori di sua scelta per verificarne la rispondenza alle Norme di accettazione ed ai requisiti di progetto.
Tutti gli oneri relativi sono a carico dell'Impresa.
Si precisa che tutti gli acciai dei gradi B, C, D, da impiegare nelle costruzioni dovranno essere sottoposti, in sede di collaudo tecnologico, al controllo della resilienza.
per ogni operazione di collaudo sarà redatto, a cura e spese dell'Impresa, apposito verbale, che sarà firmato dalla Direzione Lavori e dall'Impresa.
Di questo verbale verrà consegnato l'originale alla Direzione Lavori.
Un'altra copia verrà conservata dall'Impresa che avrà l'obbligo di esibirla richiesta della Direzione Lavori, come specificato al successivo paragrafo.
Controlli in corso di lavorazione
L'Impresa è tenuta ad avvertire la Direzione Lavori dell'arrivo nella sua officina dei materiali collaudati che saranno impiegati nella costruzione delle strutture in acciaio.
L'Impresa dovrà essere in grado di individuare e documentare in ogni momento la provenienza dei materiali impiegati nelle lavorazioni e di risalire ai corrispondenti verbali di collaudo tecnologico, dei quali dovrà esibire la copia a richiesta della Direzione Lavori.
In particolare, per ciascun manufatto composto con laminati, l'Impresa dovrà redigere una distinta contenente i seguenti dati:
- posizioni e marche d’officina costituenti il manufatto (con riferimento ai disegni costruttivi di cui al precedente titolo "Generalità");
- numeri di placca e di colata dei laminati costituenti ciascuna posizione marca di officina;
- estremi di identificazione dei relativi documenti di collaudo.
Alla Direzione Lavori è riservata comunque la facoltà di eseguire in ogni momento della lavorazione tutti i controlli che riterrà opportuni per accertare che i materiali impiegati siano quelli collaudati, che le strutture siano conformi ai disegni di progetto e che le stesse siano eseguite a perfetta regola d'arte.
In particolare l'Impresa dovrà attenersi alle seguenti disposizioni:
- il raddrizzamento e lo spianamento, quando necessari, devono essere fatti preferibilmente con dispositivi agenti per pressione. Possono essere usati i riscaldamenti locali (caldo), purché programmati in modo da evitare eccessive concentrazioni di tensioni residue e di deformazioni permanenti;
- è ammesso il taglio a ossigeno purché regolare. I tagli irregolari devono essere ripassati con la smerigliatrice;
- negli affacciamenti non destinati alla trasmissione di forze possono essere tollerati giochi da 2 a 5 di ampiezza, secondo il maggiore o minore spessore del laminato;
- i pezzi destinati ad essere chiodati o bullonati in opera devono essere montati in modo da poter riprodurre nel montaggio definitivo le posizioni stesse che avevano in officina all'atto dell'esecuzione dei fori;
- non sono ammesse al montaggio in opera eccentricità, relative a fori corrispondenti, maggiori del gioco foro-chiodo (o bullone) previste dalle Norme Tecniche emanate in applicazione dell'art. 21 della legge 5/11/1971 n. 1086 (D.M. in vigore).
Entro tale limite è opportuna la regolarizzazione del foro con utensile adatto;
l'uso delle spine d'acciaio è ammesso, in corso di montaggio, esclusivamente per richiamare i pezzi nella giusta posizione;
fori per chiodi e bulloni devono essere eseguiti col trapano con assoluto divieto dell'uso della fiamma e presentare superficie interna cilindrica liscia e priva di screpolature e cricche; per le giunzioni con bulloni (normali e ad alta resistenza), le eventuali sbavature sul perimetro del foro dovranno essere asportate mediante molatura locale;
di regola si dovranno impiegare bulloni sia normali che ad alta resistenza dei seguenti diametri: D = 12, 14, 16, 18, 20, 22, 24, 27 mm;
- bulloni ad alta resistenza non dovranno avere il gambo filettato per la intera lunghezza; la lunghezza del tratto non filettato dovrà essere in generale maggiore di quella delle parti da serrare e si dovrà sempre far uso di rosette sotto la testa e sotto il dado; è tollerato che non più di mezza spira del filetto rimanga compresa nel foro;
nelle unioni di strutture normali o ad attrito che potranno essere soggette a vibrazioni od inversioni di sforzo, dovranno essere sempre impiegati controdadi, anche nel caso di bulloni con viti 8.8 e 10.9.
Art. 35 - Montaggio
L'Impresa sottoporrà al preventivo benestare della Direzione Lavori il sistema e le modalità esecutive che intende adottare, ferma restando la piena responsabilità dell'Impresa stessa per quanto riguarda l'esecuzione delle operazioni di montaggio, la loro rispondenza a tutte le norme di legge ed ai criteri di sicurezza che comunque possono riguardarle.
Il sistema prescelto dovrà essere comunque atto a consentire la realizzazione della struttura in conformità alle disposizioni contenute nel progetto esecutivo.
Nell'impiego delle attrezzature di montaggio, l'Impresa è tenuta a rispettare le norme, le prescrizioni ed i vincoli che eventualmente venissero imposti da Enti, Uffici e persone responsabili riguardo alla zona interessata ed in particolare:
• per la presenza delle strutture esistenti e di progetto; i mezzi con il loro carico non dovranno interferire assolutamente con le vasche onde scongiurare possibili fessurazioni;
• per i cronoprogrammi dei lavori concordati con l’amministrazione;
Durante il carico, il trasporto, lo scarico, il deposito e il montaggio delle strutture, si dovrà porre la massima cura per evitare che vengano deformate o sovrasollecitate.
Le parti a contatto con funi, catene ed altri organi di sollevamento dovranno essere opportunamente protette.
Il montaggio sarà eseguito in modo che la struttura raggiunga la configurazione geometrica di progetto.
In particolare, per quanto riguarda le strutture a travata, si dovrà controllare che la contro-freccia ed il posizionamento sugli apparecchi di appoggio siano conformi alle indicazioni di progetto, rispettando le tolleranze previste.
La stabilità delle strutture dovrà essere assicurata durante tutte le fasi costruttive e la rimozione dei collegamenti provvisori e di altri dispositivi ausiliari dovrà essere fatta solo quando essi risulteranno staticamente superflui.
Nei collegamenti con bulloni si dovrà procedere alla alesatura di quei fori che non risultino centrati e nei quali i bulloni previsti in progetto non entrino liberamente.
Se il diametro del foro alesato risulta superiore al diametro nominale del bullone oltre la tolleranza prevista dal D.M. in vigore, si dovrà procedere alla sostituzione del bullone con uno di diametro superiore. Le superfici di contatto al montaggio, nei collegamenti ad attrito con bulloni ad alta resistenza devono presentarsi pulite, prive di olio, vernice, scaglie di laminazione, macchie di grasso.
È ammesso il serraggio dei bulloni con chiave pneumatica purché questo venga controllato con chiave dinamometrica, la cui taratura dovrà risultare da certificato rilasciato da Laboratorio Ufficiale in data non anteriore ad un mese.
Per ogni unione con bulloni l'Impresa effettuerà, alla presenza della Direzione Lavori, un controllo di serraggio su un numero di bulloni pari al 10% del totale ed in ogni caso su non meno di quattro; se anche un solo bullone non rispondesse alle prescrizioni di serraggio, il controllo dovrà essere esteso a tutti i bulloni.
Dopo il completamento della struttura e prima della esecuzione della prova di carico, l'Impresa dovrà effettuare la ripresa della coppia di serraggio di tutti i bulloni costituenti le unioni dandone preventiva comunicazione alla Direzione Lavori.
Art. 36 - Prove di carico e collaudo statico delle strutture in acciaio
Prima di sottoporre le strutture in acciaio alle prove di carico, dopo la loro ultimazione in opera e, di regola, prima che siano applicate le ultime mani di vernice, verrà eseguita da parte della Direzione dei Lavori un'accurata visita preliminare di tutte le membrature per constatare che le strutture siano state eseguite in conformità ai relativi disegni di progetto, alle buone regole d'arte ed a tutte le prescrizioni di contratto.
Ove nulla osti, si procederà quindi alle prove di carico ed al collaudo statico delle strutture, operazioni che verranno condotte, a cura e spese dell'Impresa, secondo le prescrizioni contenute nel Decreto Ministeriale: 14.01.2008 e s.s.m.i.
Art. 37 - Verniciature
Generalità
Tutte le strutture in acciaio non di tipo autoprotetto dovranno essere protette contro la corrosione mediante uno dei cicli di pitturazione definiti nel presente articolo.
I cicli di verniciatura saranno preceduti da spazzolature meccaniche o sabbiature secondo le disposizioni impartite di volta in volta dalla Direzione Lavori.
I cicli di verniciatura saranno formati da un minimo di tre mani di prodotti verniciati mono o bicomponenti indurenti per filmazione chimica o filmazione fisica; le caratteristiche di composizione dei cicli da applicare, secondo le indicazioni della direzione dei lavori, sono le seguenti:
Ciclo «A»
Il rivestimento dovrà essere formato come minimo da tre mani di prodotti vernicianti. Le caratteristiche di composizione degli strati dovranno essere le seguenti:
l° strato - Mano di fondo al clorocaucciù pigmentata con minio e cromato di zinco (Zn Cr 04), avente un ottimo potere bagnante sul supporto.
Caratteristiche formulative della mano di fondo:
- tipo di legante clorocaucciù
- PVC%(1) ≥36%
- % pigmenti sul totale polveri ≥82%
- tipi di pigmento minio - ZnCrO4
- legante secco % 25%
- spessore del film 80 ÷ 100 μ
- metodo di applicazione pennello
2° strato - Mano intermedia al clorocaucciù pigmentata con: rosso ossido, ferro micaceo, alluminio avente un ottimo potere di attacco alla mano sottostante.
Caratteristiche formulative della mano intermedia:
- tipo di legante clorocaucciù
- PVC% ≥41%
- % pigmento sul prodotto
finito ≥14%
- tipi di pigmento rosso ossido, ferro-micaceo,
alluminio
- legante secco % 28%
(1) Concentrazione volumetrica del pigmento.
- spessore del film 80 ÷ 100 μ
- metodo di applicazione pennello
3° strato - Mano di finitura: clorocaucciù acrilica pigmentata con biossido di titanio, avente una ottima resistenza agli agenti atmosferici e chimici.
Caratteristiche formulative della mano di finitura:
- tipo di legante clorocaucciù acrilica
- PVC% ≥26%
- % pigmento sul prodotto
finito ≥26%
- tipo di pigmento biossido di titanio (TiO2)
- legante secco % 33%
- spessore del film 40 μ
- metodo di applicazione pennello o rullo
Il tutto come riportato nella tabella che segue. CICLO DI VERNICIATURA “A”
1° STRATO | 2° STRATO | 3° STRATO | |
Tipo di vernice | clorocaucciù | clorocaucciù | clorocaucciù acrilica |
P.V.C. % | ≥ 36% | ≥ 41% | ≥ 26% |
% pigmento sul totale polveri | 82% | - | - |
% pigmento sul prodotto finito | - | ≥ 14% | ≥ 26% |
Tipo di pigmento | minio ZnCrO4 | rosso ossido, ferro micaceo, alluminio | biossido di titanio (TiO2) |
Legante secco % | 25% | 28% | 33% |
Spessore del film | 80÷100 μ | 80÷100 μ | 40 μ |
Metodo di applicazione | pennello | pennello | pennello-rullo |
Ciclo «B»
Il rivestimento dovrà essere formato come minimo da tre mani di prodotti vernicianti. Le caratteristiche di composizione degli strati dovranno essere le seguenti:
1° strato - Mano di fondo epossidica pigmentata con ZnCrO4 (cromato di zinco) avente un ottimo potere bagnante sul supporto.
Caratteristiche formulative della mano di fondo:
- tipo di legante epossidico
- PVC% ≥36%
- % pigmento sul totale polveri ≥25%
- tipo di pigmento cromato di zinco ZnCrO4
- legante secco % 26%
- spessore del film 30÷40 μ
- metodo di applicazione pennello
2° strato - Mano intermedia epossidica pigmentata con biossido di titanio (TiO2), avente un ottimo potere di attacco alla mano sottostante:
- tipo di legante epossidico
- PVC% ≥40%
- % pigmento sul prodotto
finito ≥11%
- tipo di pigmento biossido di titanio (TiO2)
- legante secco % 26%
- spessore del film 80÷100 μ
- metodo di applicazione pennello
3° strato - Mano di finitura poliuretanica di tipo non ingiallente e non sfarinante. Il tipo di polisocianato dovrà essere alifatico (né aromatico, né cicloalifatico), con un contenuto di monomeri volatili non superiore allo 0,7% (ASTM D 2615/67 T):
- tipo di legante poliuretanico
- PVC% ≥16%
- % pigmento sul prodotto
finito ≥26%
- tipo di pigmento biossido di titanio (TiO2)
- legante secco % 39%
- spessore del film 30÷40 μ
- metodo di applicazione pennello o rullo
Ciclo di verniciatura “B”
1° STRATO | 2° STRATO | 3° STRATO | |
Tipo di vernice | epossidica | epossidica | poliuretanica |
P.V.C. % | ≥ 36% | ≥ 40% | ≥ 16% |
% pigmento sul totale polveri | 25% | - | - |
% pigmento sul prodotto finito | - | ≥ 11% | ≥ 26% |
Tipo di pigmento | minio ZnCrO4 (cromato di zinco) | biossido di titanio (TiO2) | biossido di titanio (TiO2) |
Legante secco % | 26% | 26% | 39% |
Spessore del film | 30÷40 μ | 80÷100 μ | 30÷40 μ |
Metodo di applicazione | pennello | pennello | pennello-rullo |
Ciclo «C»
Il rivestimento dovrà essere formato come minimo da quattro mani di prodotti verniciati. Le caratteristiche di composizione degli strati dovranno essere le seguenti:
l° strato - Mano di fondo oleofenolica i cui pigmenti inibitori dovranno essere di base: ossido di piombo (minio), cromati di zinco, fosfati di zinco, cromati di piombo, silico-cromati di piombo, in composizione singola o miscelati tra loro in modo da conferire la migliore resistenza alla corrosione.
E' ammessa la presenza di riempitivi a base di solfato di bario (BaSO4) e silicati in quantità non superiore al 45% sul totale dei pigmenti e riempitivi.
Caratteristiche formulative della mano di fondo:
- tipo di legante oleofenolico
- % pigmenti sul totale polveri ≥55%
- tipi di pigmento ossido di piombo, cromati di zinco,
fosfati di zinco, cromati di piombo,
silico-cromati di piombo
- legante secco (resina) % ≥18%
- tipo di olio nel legante olio di lino e/o legno
- % olio nella resina secca ≥60%
- spessore del film secco 35÷40 μ
- metodo di applicazione pennello o rullo
2° strato - Mano intermedia oleo fenolica di colore differenziato dalla 1° mano, di composizione identica al 1° strato; il pigmento inibitore potrà essere sostituito con aggiunta di ossido di ferro per la differenziazione del colore, in quantità non superiore al 6% sul totale dei pigmenti e riempitivi.
Caratteristiche formulative della 2a mano:
- tipo di legante oleofenolico
- % pigmenti sul totale polveri ≥55%
- tipi di pigmento ossido di piombo, cromato di zinco,
fosfato di zinco, cromati di piombo,
silico-cromati di piombo, ossido di ferro
- legante secco (resina) % ≥18%
- tipo di olio nel legante olio di lino e/o legno
- % olio nella resina secca ≥60%
- spessore del film secco 35÷40 μ
- metodo di applicazione pennello, rullo, airless
3° strato - Mano intermedia alchidica modificata con oli vegetali e clorocaucciù, il cui rapporto in peso, a secco, dovrà essere di 2:1. Non sarà tollerata la presenza di colofonia.
Caratteristiche formulative della 3a mano:
- tipo di legante alchidico-clorocaucciù
- % pigmenti sul totale polveri ≥55%
- tipi di pigmento biossido di titanio (TiO2),
ftalocianina blu
- % di TiO2 sul totale pigmenti ≥30%
- legante secco (resina)% ≥40%
- tipo di olio nel legante olio vegetale
- % olio nella resina secca ≥60%
- spessore del film secco 35÷40 μ
- metodo di applicazione pennello, rullo, airless
4° strato - Mano di finitura alchidica modificata con oli vegetali e clorocaucciù di composizione identica al 3° strato, di colore differente dalla precedente mano.
Caratteristiche formulative della 4a mano:
- tipo di legante alchidico-clorocaucciù
- % pigmenti sul totale polveri ≥55%
- tipi di pigmento biossido di titanio (Ti02),
ftalocianina blu
- % TiO2 sul totale pigmenti ≥30%
- legante secco (resina) % ≥40%
- tipo di olio nel legante olio vegetale
- % olio nella resina secca ≥60%
- spessore del film secco 35÷40 μ
- metodo di applicazione pennello, rullo, airless
Ciclo di verniciatura “C”
1° STRATO | 2° STRATO | 3° STRATO | 4° STRATO | |
Tipo di vernice | oleofenolica | oleofenolica | alchidica clorocaucciù | alchidica clorocaucciù |
% di pigmenti sul totale polveri | ≥ 55% | ≥ 55% | ≥ 55% | ≥ 55% |
Tipo di pigmento | minio di piombo, cromato di zinco | minio di piombo, ossido di ferro | biossido di titanio, ftalocianina | biossido di titanio, ftalocianina |
% di TiO2 sul totale pigmenti | - | - | ≥ 30% | ≥ 30% |
Legante secco % (resina) | ≥ 18% | ≥ 18% | ≥ 40% | ≥ 40% |
Tipo di olio del legante | olio di lino e/o legno | olio di lino e/o legno | olio vegetale | olio vegetale |
% olio nella resina secca | ≥ 60% | ≥ 60% | ≥ 60% | ≥ 60% |
Spessore del film secco | 35÷40 μ | 35÷40 μ | 35÷40 μ | 35÷40 μ |
Metodo di applicazione | pennello-rullo | pennello-rullo- airless | pennello-rullo- airless | pennello-rullo- airless |
Dato che nelle caratteristiche formulative dei singoli stadi relativi ai cicli A, B e C sono presenti sostanze tossiche e potenzialmente cancerogene, come specificato dal D.M. 25 luglio 1987 n. 555 (S.O.alla G.U.
n. 15 del 20.1.1988), rettificato con avviso pubblicato sulla G.U. n. 90 del 18.4.1988, si dovrà adottare una serie di misure procedurali ed organizzative, al fine di ottenere un controllo ambientale e sanitario, tenendo peraltro presente quanto disposto dal D.P.R. 20.2.1988 n. 141 (G.U. n. 104 del 5.5.1988). La direzione dei lavori può scegliere uno dei cicli definiti senza aggravio dei costi previsti nel computo metrico.
Preparazione del supporto
La preparazione del supporto metallico dovrà essere eseguita dall'Impresa mediante spazzolatura meccanica o sabbiatura, fino ad eliminazione di tutte le parti ossidate che presentino scarsa coesione e/o aderenza con il supporto.
Il tipo di pulizia: spazzolatura meccanica e sabbiatura, dovrà essere tale da permettere un ottimo attacco della mano di fondo del ciclo di verniciatura e dovrà essere approvato dalla Direzione Lavori.
Tale approvazione non ridurrà comunque la responsabilità dell'Impresa relativa al raggiungimento dei requisiti finali del ciclo di verniciature anticorrosive in opera.
Caratteristiche di resistenza (chimico-fisiche) del ciclo di verniciature anticorrosive
1) Le caratteristiche di resistenza (chimico-fisiche) si intendono per cicli di verniciatura anticorrosiva applicata su supporti in acciaio tipo UNI 3351, sottoposti ad invecchiamento artificiale.
Per l'invecchiamento artificiale è previsto un ciclo così composto:
Agente aggressivo | Durata | Temperatura |
Radiazione ultravioletta | 6 h | 60°C |
Corrosione per immersione continua in soluzioni aerate (U.N.I. 4261-66) | 12 h | 35°C |
Corrosione in nebbia salina (U.N.I. 5687/73) | 12 h | 35°C |
Radiazione ultravioletta | 6 h | 60°C |
Immersione in soluzione satura di CaCls | 12 h | 35°C |
Dopo questo ciclo di invecchiamento artificiale, verranno eseguiti i controlli riportati di seguito.
2) Ingiallimento: secondo norma DIN 53230. Il prodotto di finitura deve essere non ingiallente (prova su prodotto non pigmentato).
3) Ruggine e Blistering (ASTM D 714-56) (DIN 53210):
Ciclo «A» | Blistering: | 1°strato = 9F |
2° strato = 9M | ||
3° strato = 9F | ||
Ruggine: | RO (ruggine assente) | |
Ciclo «B» | Blistering: | 1°strato = 9M |
2° strato = 9M | ||
3° strato = 9F | ||
Ruggine: | RO (ruggine assente) | |
Ciclo «C» | Blistering: | l° strato = 9F |
2° strato = 9F | ||
3° strato = 9M |
4° strato = 9F
Ruggine: RO (ruggine assente)
4) Adesione (DIN 53151):
Ciclo «A» Gto÷Gt1 (stacco nullo al massimo del 5%)
Ciclo «B» Gto (stacco nullo)
Ciclo «C» Gto÷Gt1 (stacco nullo al massimo del 5%)
5) Spessore films secchi:
Ciclo «A» 1°strato = 90μ
2° strato = 80μ 3° strato = 40μ
Ciclo «B» 1° strato = 30μ
2° strato = 90μ 3° strato = 35μ
Ciclo «C» 1° strato = 35μ
2° strato = 35μ 3° strato = 35μ 4° strato = 35μ
6) Resistenza all'abrasione: si determina solo su prodotto di finitura mediante Xxxxx Abraser, con mola tipo CS 10, dopo 1000 giri con carico di 1 Kg.
Il valore espresso come perdita in peso deve essere inferiore a 10 milligrammi.
7) Brillantezza: controllata mediante Glossmetro Xxxxxxx con angolo di 60°, deve avere un valore iniziale superiore al 90% e finale non inferiore all'80%.
8) Prova di piegatura a 180° (su lamierino d'acciaio UNI 3351) con mandrino ∅ 4 mm. Al termine non dovranno presentarsi screpolature o distacchi.
Art. 38 - Acciaio per c.a. e C.A.P.
Generalità
Gli acciai per armature di c.a. e c.a.p. dovranno corrispondere: - ai tipi ed alle caratteristiche stabilite: dal
D.M. 14 Gennaio 2008 e Circolare esplicativa del 02.02.2009 n.617 “Norme Tecniche sulle costruzione”. Le modalità di prelievo dei campioni da sottoporre a prova sono quelle previste dallo stesso D.M. 14 Gennaio 2008 e Circolare esplicativa del 02.02.2009 n.617 .
L'unità di collaudo per acciai in barre tonde lisce e in barre ad aderenza migliorata è costituita dalla partita di 25 t. max; ogni partita minore di 25 t. deve essere considerata unità di collaudo indipendente.
L'unità di collaudo per acciai per c.a.p. è costituita dal lotto di spedizione del peso max di 30 t., spedito in un'unica volta, e composto da prodotti aventi grandezze nominali omogenee (dimensionali, meccaniche, di formazione).
I prodotti provenienti dall'estero saranno considerati controllati in stabilimento, qualora rispettino la stessa procedura prevista per i prodotti nazionali di cui al D.M. 14 Gennaio 2008 e Circolare esplicativa del 02.02.2009 n.617 .
Gli acciai provenienti da stabilimenti di produzione dei Paesi della CEE dovranno osservare quanto disposto per essi dal D.M. 14 Gennaio 2008 e Circolare esplicativa del 02.02.2009 n.617 .
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PARTE C - CHIUSURE VERTICALI ESECUZIONE DELLE PARTIZIONI INTERNE
Art. 39 - Generalità
Le chiusure verticali si articolano tipologicamente in pareti esterne e partizioni interne.
La parete esterna è il sistema edilizio avente la funzione di separare e conformare gli spazi interni al sistema rispetto all'esterno.
Si intende per partizione interna un sistema edilizio avente funzione di dividere e conformare gli spazi interni del sistema edilizio.
Nelle tavole dei disegni architettonici esecutivi e dei dettagli tecnologici relativi risultano localizzati gli elementi di chiusura verticali dell'edificio, suddivisi per categorie e funzioni secondo le sottoscritte specializzazioni :
− tamponature esterne;
− tramezzi e divisori interni;
− infissi esterni;
− infissi interni.
Nell'esecuzione delle pareti esterne, si terrà conto della loro tipologia (trasparente, portante, portata,
monolitica, ad intercapedine, termoisolata, ventilata) e della loro collocazione (a cortina, a semicortina od inserita).
Nell'esecuzione delle partizioni interne, si terrà conto della loro classificazione in partizione semplice (solitamente realizzata con piccoli elementi e leganti umidi) o partizione prefabbricata (solitamente realizzata con montaggio in sito di elementi predisposti per essere assemblati a secco).
Per quanto non è diversamente descritto negli specifici articoli relativi alle specifiche tipologie di chiusure verticali e negli altri documenti progettuali (o quando questi non sono sufficientemente dettagliati), si intende che ciascuna delle categorie di parete sopraccitata è composta da più strati funzionali (costruttivamente uno strato può assolvere a più funzioni), che devono essere realizzati come segue.
a) Le pareti continue (facciate continue) saranno realizzate utilizzando materiali e prodotti rispondenti al presente Capitolato (vetro, isolanti, sigillanti, pannelli, finestre, elementi portanti, ecc.).
Le parti metalliche si intendono lavorate in modo da non subire microfessure o comunque danneggiamenti ed, a seconda del metallo, opportunamente protette dalla corrosione.
Durante il montaggio si curerà la corretta esecuzione dell'elemento di supporto ed il suo ancoraggio alla struttura dell'edificio, eseguendo (per parti) verifiche della corretta esecuzione delle giunzioni (bullonature, saldature, ecc.) e del rispetto delle tolleranze di montaggio e dei giochi. Si effettueranno prove di carico (anche per parti) prima di procedere al successivo montaggio degli altri elementi.
La posa dei pannelli di tamponamento, dei telai, dei serramenti, ecc., sarà effettuata rispettando le tolleranze di posizione e utilizzando i sistemi di fissaggio previsti. I giunti saranno eseguiti secondo il progetto e, comunque, posando correttamente le guarnizioni ed i sigillanti, in modo da garantire le prestazioni di tenuta all'acqua, all'aria, di isolamento termico, acustico, ecc. e tenendo conto dei movimenti localizzati della facciata e dei suoi elementi, dovuti a variazioni termiche, pressione del vento, ecc. La posa di scossaline coprigiunti, ecc. avverrà in modo da favorire la protezione e la durabilità dei materiali protetti ed in modo che le stesse non siano danneggiate dai movimenti delle facciate.
Il montaggio dei vetri e dei serramenti avverrà secondo le indicazioni date nell'articolo a loro dedicato.
b) Le pareti esterne o partizioni interne realizzate a base di elementi di laterizio, calcestruzzo, calcio silicato, pietra naturale o ricostruita e prodotti similari saranno realizzate con le modalità descritte nell'articolo sulle opere di xxxxxxxx, tenendo conto delle modalità di esecuzione particolari (giunti, sovrapposizioni, ecc.), richieste quando la muratura ha compiti di isolamento termico, acustico, resistenza al fuoco, ecc. Per gli altri strati presenti morfologicamente e con precise funzioni di isolamento termico, acustico, barriera al vapore, ecc., si rinvia alle prescrizioni date nell'articolo relativo alle coperture.
Per gli intonaci ed i rivestimenti in genere si rinvia all'articolo sull'esecuzione di queste opere. Comunque, in relazione alle funzioni attribuite alle pareti ed al livello di prestazione richiesto, si curerà la realizzazione dei giunti, la connessione tra gli strati e le compatibilità meccaniche e chimiche.
Nel corso dell'esecuzione si curerà la completa realizzazione dell'opera, con attenzione alle interferenze con altri elementi (impianti), all'esecuzione dei vani di porte e finestre, alla realizzazione delle camere d'aria o di strati interni, curando che non subiscano schiacciamenti, discontinuità, ecc. non coerenti con la funzione dello strato.
c) Le partizioni interne costituite da elementi predisposti per essere assemblati in sito (con o senza piccole opere di adeguamento nelle zone di connessione con le altre pareti o con il soffitto) devono essere realizzate con prodotti rispondenti alle prescrizioni date nell’articolo sui prodotti per pareti esterne e partizioni interne.
Nell'esecuzione si seguiranno le modalità previste dal produttore (ivi incluso l'utilizzo di appositi attrezzi) ed approvate dalla Direzione dei lavori. Si curerà la corretta predisposizione degli elementi che svolgono anche funzione di supporto, in modo da rispettare le dimensioni, le tolleranze ed i giochi previsti o comunque necessari ai fini del successivo assemblaggio degli altri elementi. Si curerà che gli elementi di collegamento e di fissaggio vengano posizionati ed installati in modo da garantire l'adeguata trasmissione delle sollecitazioni meccaniche. Il posizionamento di pannelli, vetri, elementi di completamento, ecc. sarà realizzato con l'interposizione di guarnizioni, distanziatori, ecc. che garantiscano il raggiungimento dei livelli di prestazione previsti e sarà completato con sigillature, ecc.
Il sistema di giunzione nel suo insieme deve completare il comportamento della parete e deve essere eseguito secondo gli schemi di montaggio previsti; analogamente si devono eseguire, secondo gli schemi previsti e con accuratezza, le connessioni con le pareti murarie, con i soffitti, ecc.
Art. 40 - Malte per murature.
Per le diverse tipologie di murature previste sono prescritte le seguenti malte leganti e di allettamento:
− per le tamponature in blocchi termici di laterizio, sarà utilizzata malta cementizia a x.xx 3 di cemento tipo 325;
L'acqua e la sabbia per la preparazione degli impasti devono possedere i requisiti e le caratteristiche tecniche di cui agli artt. 7 e 8.
L'impiego di malte premiscelate e premiscelate pronte è consentito, purché ogni fornitura sia accompagnata da una dichiarazione del fornitore attestante il gruppo della malta, il tipo e la quantità dei leganti e degli eventuali additivi. Ove il tipo di malta non rientri tra quelli appresso indicati, il fornitore dovrà certificare, con prove ufficiali anche le caratteristiche di resistenza della malta stessa.
Le modalità per la determinazione della resistenza a compressione delle malte sono riportate nel D.M. 13 settembre 1993 e successive modificazioni e integrazioni introdotte dalle NTC 14.01.2008.
I tipi di malta e le loro classi sono definiti in rapporto alla composizione in volume; malte di diverse proporzioni nella composizione, confezionate anche con additivi e preventivamente sperimentate, possono essere ritenute equivalenti a quelle indicate, qualora la loro resistenza media a compressione risulti non inferiore ai valori di cui al D.M. 20 novembre 1987, n. 103 e successive modificazioni e integrazioni introdotte dalle NTC 14.01.2008.
Art. 41 - Criteri generali per l'esecuzione.
Nelle costruzioni delle murature in genere verrà curata la perfetta esecuzione degli spigoli, delle volte, delle piattabande e degli archi e verranno lasciati tutti i necessari incavi, sfondi, canne e fori per:
- ricevere le chiavi ed i capichiavi delle volte; gli ancoraggi delle catene e delle travi a doppio T; le testate delle travi (di legno, di ferro); le pietre da taglio e quanto altro non venga messo in opera durante la formazione delle murature;
- il passaggio delle canalizzazioni verticali (tubi pluviali, dell'acqua potabile, canne di stufe e camini, scarico dell'acqua usata, immondizie, ecc.);
- il passaggio delle condutture elettriche, delle linee telefoniche e di illuminazione;
- le imposte delle volte e degli archi;
- zoccoli, dispositivi di arresto di porte e finestre, zanche, soglie, ferriate, ringhiere, davanzali, ecc.
Quanto detto, in modo che non vi sia mai bisogno di scalpellare le murature già eseguite.
La costruzione delle murature deve iniziarsi e proseguire uniformemente, assicurando il perfetto collegamento sia con le murature esistenti, sia fra le parti di esse.
I mattoni, prima del loro impiego, dovranno essere bagnati fino a saturazione per immersione prolungata in appositi bagnaroli e mai in aspersione.
Essi dovranno mettersi in opera con i giunti alternati ed in corsi ben regolari e normali alla superficie esterna; saranno posati sopra un abbondante strato di malta e premuti sopra di esso, in modo che la malta rifluisca all'ingiro e riempia tutte le connessure.
La larghezza dei giunti non dovrà essere maggiore di 8 mm né minore di 5 mm.
I giunti non verranno rabboccati durante la costruzione, per dare maggiore presa all'intonaco od alla stuccatura col ferro.
Le malte da impiegarsi per la esecuzione delle murature dovranno essere passate al setaccio per evitare che i giunti fra i mattoni riescano superiori al limite di tolleranza fissato.
Le murature di rivestimento saranno fatte a corsi bene allineati e dovranno essere opportunamente collegate con la parte interna.
Se la muratura dovesse eseguirsi con parametro a vista (cortina) si dovrà avere cura di scegliere, per le facce esterne, i mattoni in modo da garantire un colore più uniforme, disponendoli con perfetta regolarità e ricorrenza nelle connessure orizzontali, alternando con precisione i giunti verticali.
In questo genere di parametro, i giunti non dovranno avere la larghezza maggiore di 6 mm e, previa loro raschiatura e pulitura, dovranno essere profilati con malta idraulica o di cemento, diligentemente compressi e lisciati con apposito ferro, senza sbavatura.
Le sordine, gli archi, le piattabande e le volte dovranno essere costruite in modo che i mattoni siano sempre disposti in direzione normale alla curva dell'intradosso e la larghezza dei giunti non dovrà mai eccedere 6 mm all'intradosso e 10 mm all'estradosso.
All'innesto con muri da costruirsi in tempo successivo, dovranno essere lasciate opportune ammorsature in relazione al materiale impiegato.
Lo stesso dicasi con muri già esistenti ove è sempre necessario creare opportune ammorsature per poi ripartire con il nuovo costruito.
I lavori di muratura, qualunque sia il sistema costruttivo adottato, debbono essere sospesi nei periodi di gelo, durante i quali la temperatura si mantiene, per molte ore, al disotto di cinque gradi centigradi.
Quando il gelo si verifichi per alcune ore della notte, le opere in muratura ordinaria possono essere eseguite nelle ore meno fredde del giorno, purché, al distacco del lavoro, vengano adottati opportuni provvedimenti per difendere le murature dal gelo notturno.
Le impostature per le volte, gli archi, ecc. devono essere lasciate nelle murature sia con gli addentellati d'uso, sia col costruire l'origine delle volte e degli archi a sbalzo mediante le debite sagome, secondo quanto verrà prescritto dalla Direzione dei lavori.
La Direzione dei lavori stessa potrà ordinare che sulle aperture di vani e di porte e finestre siano collocati degli architravi (cemento armato, acciaio) con dimensioni che saranno fissate in relazione alla luce dei vani, allo spessore del muro ed al sovraccarico.
Nel punto di passaggio fra le fondazioni entro terra e la parte fuori terra, sarà eseguito un opportuno strato (impermeabile, drenante, ecc.) che impedisca la risalita per capillarità.
Art. 42 - Murature in pietrame a secco
Dovranno essere eseguite con pietre lavorate in modo da avere forma il più possibile regolare, restando assolutamente escluse quelle di forma rotonda, le pietre saranno collocate in opera in modo che si colleghino perfettamente fra loro, scegliendo per i paramenti quelle di maggiori dimensioni, non inferiori a 20 cm di lato, e le più adatte per il miglior combaciamento, onde supplire così colla accuratezza della costruzione, alla mancanza di malta. Si eviterà sempre la ricorrenza delle connessure verticali.
- Nell’interno della muratura si farà uso delle scaglie soltanto per appianare i corsi e riempire gli interstizi tra pietra e pietra.
- La muratura in pietrame a secco per muri di sostegno in controriva o comunque isolati sarà sempre coronata da uno strato di muratura in malta di altezza non minore di 30 cm; a richiesta della Direzione dei lavori vi si dovranno eseguire anche regolari fori di drenaggio, regolarmente disposti, anche su più ordini, per lo scolo delle acque.
Art. 43 - Riempimenti in pietrame a secco (per drenaggi, fognature, banchettoni di consolidamento e simili)
Dovranno essere formati con pietrame da collocarsi in opera a mano su terreno ben costipato, al fine di evitare cedimenti per effetto dei carichi superiori. Per drenaggi e fognature si dovranno scegliere le pietre più grosse e regolari e possibilmente a forma di lastroni quelle da impiegare nella copertura dei sottostanti pozzetti o cunicoli; oppure infine negli strati inferiori il pietrame di maggiore dimensione, impiegando nell’ultimo strato superiore pietrame minuto, ghiaia o anche pietrisco per impedire alle terre sovrastanti di penetrare e scendere otturando così gli interstizi tra le pietre. Sull’ultimo strato di pietrisco si dovranno pigiare convenientemente le terre, con le quali dovrà completarsi il riempimento dei cavi aperti per la costruzione di fognature e drenaggi.
Art. 44 - Vespai e intercapedini
Nei locali in genere i cui pavimenti verrebbero a trovarsi in contatto con il terreno naturale potranno essere ordinati vespai in pietrame o intercapedini in laterizio. In ogni caso il terreno di sostegno di tali opere dovrà essere debitamente spianato, bagnato e ben battuto per evitare qualsiasi cedimento.
-Per i vespai di pietrame si dovrà formare anzitutto in ciascun ambiente una rete di cunicoli di ventilazione, costituita da canaletti paralleli aventi interasse massimo di 1,50 m; essi dovranno correre anche lungo tutte le pareti ed essere comunicanti tra loro. Detti canali dovranno avere sezione non minore di 15 x 20 cm di altezza e un sufficiente sbocco all’aperto, in modo da assicurare il ricambio dell’aria.
-Ricoperti tali canali con adatto pietrame di forma pianeggiante, si completerà il sottofondo riempiendo le zone rimaste fra cunicolo e cunicolo con pietrame in grossi scheggioni disposti con l’asse maggiore verticale e in contrasto fra loro, intasando i grossi vuoti con scaglie di pietra e spargendo infine uno strato di ghiaietto di conveniente grossezza sino al piano prescritto. Le intercapedini, a sostituzione di vespai, potranno essere costituite da un piano di tavelloni murati in malta idraulica fina e poggianti su muretti in pietrame o mattoni, ovvero da voltine di mattoni ecc.
Art. 45 – Tramezzi e divisori interni
I tramezzi ed i divisori interni dell'edificio saranno realizzate con le seguenti tipologie:
a - Blocchi termici di laterizio del tipo alveolare.
Saranno realizzati con blocchi con o senza incastro dello spessore di cm. 30, con le stesse caratteristiche di cui alla tamponatura esterna, per la delimitazione dell’ingresso con il portone esterno che dovrà essere lasciato sempre aperto durante le ore scolastiche e comunque per tutte le murature monostrato riportate nei disegni di progetto con spessore superiore a cm. 12
Oltre ai requisiti prescritti al precedente art. 34 comma 1.1., i blocchi dovranno garantire un potere fono- isolante, indice di valutazione ISO 717/1 calcolato nella banda compresa tra 125 e 0000 Xx, non inferiori a 42 dB.
b - Tramezzi costituiti da muri in mattoni forati.
Saranno realizzati con mattoni forati in laterizio a 6 fori UNI (dim. cm. 8x12x25), posti in opera in foglio legati con malta cementizia dosata a x.xx 3 di cemento tipo 325, per delimitazione interna di tutti gli altri vani.
Per le malte leganti e di allettamento, così come per i criteri generali da adottare in fase di esecuzione delle murature si farà riferimento alle prescrizioni ed alle indicazioni di cui al precedente art. 42.
Art. 46 - Esecuzione coperture continue (piane)
Si intendono per coperture continue quelle in cui la tenuta all’acqua è assicurata indipendentemente dalla pendenza della superficie di copertura.
• -copertura con elemento termoisolante, senza strato di ventilazione.
La copertura termoisolata non ventilata avrà quali strati ed elementi fondamentali:
• l’elemento portante;
• strato di pendenza;
• -strato di schermo o barriera al vapore con funzione di impedire (schermo) o di ridurre (barriera) il passaggio del vapore d’acqua e per controllare il fenomeno della condensa;
• -elemento di tenuta all’acqua;
• -elemento termoisolante con funzione di portare al valore richiesto la residenza termica globale della copertura;
• strato filtrante;
• strato di protezione.
La presenza di altri strati funzionali (complementari) eventualmente necessari perché dovuti alla soluzione costruttiva scelta, dovrà essere coerente con le indicazioni della UNI 8178 sia per quanto riguarda i materiali utilizzati sia per quanto riguarda la collocazione rispetto agli altri strati nel sistema di
copertura.
Per la realizzazione degli strati si utilizzeranno i materiali indicati nel progetto; ove non sia specificato in dettaglio nel progetto o a suo complemento. Si rispetteranno le prescrizioni seguenti:
1. - per l’elemento portante, a seconda della tecnologia costruttiva adottata, si farà riferimento alle prescrizioni già date nel presente Capitolato sui calcestruzzi, strutture metalliche, sulle strutture miste acciaio calcestruzzo, sulle strutture o prodotti di legno ecc;
2. - per l’elemento termoisolante si farà riferimento all’articolo sui materiali per isolamento termico e inoltre si curerà che nella posa in opera siano realizzate correttamente le giunzioni, siano curati i punti particolari, siano assicurati adeguati punti di fissaggio e/o garantita una mobilità termoigrometrica rispetto allo strato contiguo;
3. - per lo strato di irrigidimento (o supporto), a seconda della soluzione costruttiva impiegata e del materiale, si verificherà la sua capacità di ripartire i carichi, la sua resistenza alle sollecitazioni meccaniche che deve trasmettere e la durabilità nel tempo;
4. - lo strato di tenuta all’acqua sarà realizzato, a seconda della soluzione costruttiva prescelta, con membrane in fogli o prodotti fluidi da stendere in sito fino a realizzare uno strato continuo;
5.- le caratteristiche delle membrane sono quelle indicate all’articolo relativo alle impermeabilizzazioni. In fase di posa si dovrà curare: la corretta realizzazione dei giunti utilizzando eventualmente i materiali ausiliari (adesivi ecc.), le modalità di realizzazione previste dal progetto e/o consigliate dal produttore nella sua documentazione tecnica, ivi incluse le prescrizioni sulle condizioni ambientali (umidità, temperature ecc.) e di sicurezza. Attenzione particolare sarà data all’esecuzione dei bordi, punti particolari, risvolti ecc., ove possono verificarsi infiltrazioni sotto lo strato;
b) -le caratteristiche dei prodotti fluidi e/o in pasta sono quelle indicate nell’articolo prodotti per coperture. In fase di posa si dovrà porre cura nel seguire le indicazioni del progetto e/o del fabbricante allo scopo di ottenere strati uniformi e dello spessore previsto, che garantiscano continuità anche nei punti particolari quali risvolti, asperità, elementi verticali (camini, aeratori ecc.). Sarà curato inoltre che le condizioni ambientali (temperatura, umidità ecc.) o altre situazioni (presenza di polvere, tempi di maturazione ecc.) siano rispettate per favorire una esatta rispondenza del risultato finale alle ipotesi di progetto;
6. - lo strato filtrante, quando previsto, sarà realizzato, a seconda della soluzione costruttiva prescelta, con fogli di nontessuto sintetico o altro prodotto adatto accettato dalla Direzione dei lavori. Sarà curata la sua corretta collocazione nel sistema di copertura e la sua congruenza rispetto all’ipotesi di funzionamento con particolare attenzione rispetto a possibili punti difficili;
7. - lo strato di protezione, sarà realizzato secondo la soluzione costruttiva indicata dal progetto. I materiali (verniciature, granigliature, lamine, ghiaietto ecc.) risponderanno alle prescrizioni previste nell’articolo loro applicabile. Nel caso di protezione costituita da pavimentazione quest’ultima sarà eseguita secondo le indicazioni del progetto e/o secondo le prescrizioni previste per le pavimentazioni curando che non si formino incompatibilità meccaniche, chimiche ecc., tra la copertura e la pavimentazione sovrastante;
8. - lo strato di pendenza è solitamente integrato in altri strati, pertanto si rinvia per i materiali allo strato funzionale che lo ingloba. Per quanto riguarda la realizzazione si curerà che il piano (o i piani) inclinato che lo concretizza abbia corretto orientamento verso eventuali punti di confluenza e che nel piano non si formino avvallamenti più o meno estesi che ostacolino il deflusso dell’acqua. Si cureranno inoltre le zone raccordate all’incontro con camini, aeratori ecc.,
9. - lo strato di barriera o schermo al vapore sarà realizzato con membrane di adeguate caratteristiche (vedere articolo prodotti per coperture continue). Nella fase di posa sarà curata la continuità dello strato fino alle zone di sfogo (bordi, aeratori ecc.), inoltre saranno seguiti gli accorgimenti già descritti per lo strato di tenuta all’acqua;
10.- per gli altri strati complementari riportati nella norma UNI 8178 si dovranno adottare soluzioni costruttive che impieghino uno dei materiali ammessi dalla norma stessa. Il materiale prescelto dovrà rispondere alle prescrizioni previste nell’articolo di questo Capitolato a esso applicabile. Per la realizzazione in opera si seguiranno le indicazioni del progetto e/o le indicazioni fornite dal produttore e accettate dalla Direzione dei lavori, ivi comprese quelle relative alle condizioni ambientale e/o le precauzioni da seguire nelle fasi di cantiere.
Il Direttore dei lavori per la realizzazione delle coperture piane opererà come segue:
a) -nel corso dell’esecuzione dei lavori (con riferimento ai tempi e alle procedure) verificherà via via che i materiali impiegati e le tecniche di posa siano effettivamente quelle prescritte e inoltre, almeno per gli strati più significativi, verificherà che il risultato finale sia coerente con le prescrizioni di progetto e
comunque con la funzione attribuita all’elemento o strato considerato. In particolare verificherà: il collegamento tra gli strati; la realizzazione dei giunti/sovrapposizioni (per gli strati realizzati con pannelli, fogli e in genere con prodotti preformati); la esecuzione accurata dei bordi e dei punti particolari. Ove sono richieste lavorazioni in sito verificherà con semplici metodi da cantiere:
• -resistenze meccaniche (portate, punzonamenti, resistenze a flessione);
• -adesioni o connessioni fra strati (o quando richiesta l’esistenza di completa separazione);
• tenuta all’acqua, all’umidità ecc.;
b) -a conclusione dell’opera eseguirà prove (anche solo localizzate) di funzionamento formando battenti di acqua, condizioni di carico, di punzonamento ecc., che siano significativi delle ipotesi previste dal progetto o dalla realtà. Avrà cura di far aggiornare e raccogliere i disegni costruttivi più significativi unitamente alla descrizione e/o schede tecniche dei prodotti impiegati (specialmente quelli non visibili a opera ultimata) e le prescrizioni attinenti la successiva manutenzione.
Art. 47 - Opere di vetrazione e serramentistica (infissi e vetrature)
- Si intendono per opere di vetrazione quelle che comportano la collocazione in opera di lastre di vetro (o prodotti similari sempre comunque in funzione di schermo) sia in luci fisse sia in ante fisse o mobili di finestre, portefinestre o porte;
- Si intendono per opere di serramentistica quelle relative alla collocazione di serramenti (infissi) nei vani aperti delle parti murarie destinate a riceverli.
FABBRICAZIONE E MONTAGGIO
La fabbricazione ed il montaggio saranno eseguiti in stretto accordo con i disegni esecutivi approvati dal committente, con le specifiche indicate nel presente capitolato nella sezione “provenienza e qualità dei materiali” e con le tavole di lavorazione del sistema utilizzato.
I manufatti lavorati dovranno essere protetti sia durante il trasporto, sia durante il periodo di immagazzinamento (in officina e in cantiere), sia dopo la posa in opera, fino alla consegna dei locali.
La protezione dovrà essere efficace contro gli agenti atmosferici ed altri agenti aggressivi (in particolare la calce).
Tutte le macchie che si formeranno sulla superficie esterna e su quella interna dei serramenti durante il loro montaggio saranno prontamente eliminate a cura del fornitore dei manufatti, anche se provocate da altre ditte, salvo rivalsa.
Il fornitore dei serramenti dovrà dare precise indicazioni sui prodotti da utilizzare per la pulizia dei manufatti.
Facciata strutturale:
Prima di iniziare le operazioni di montaggio, il fornitore della facciata eseguirà il completo tracciamento della stessa, a partire dai piani e dagli assi dell'edificio battuti a cura del Committente.
Il montaggio dei vetri sara' eseguito in conformità alla norma UNI 6534.
XXXXXXXXX, PROVE E COLLAUDO FINALE.
Durante il corso dei lavori il committente si riserverà di accertare, tramite ispezioni, che la fornitura dei materiali costituenti i manufatti corrisponda alle prescrizioni e che la posa avvenga secondo le migliori regole dell'arte in modo da poter intervenire tempestivamente qualora non fossero rispettate le condizioni imposte.
In fase di progetto esecutivo l'appaltatore dovrà fornire i certificati di prova dei manufatti rilasciati da laboratori, ufficialmente riconosciuti, a livello europeo, riguardanti:
- prova di permeabilità all'aria;
- prova di tenuta all'acqua;
- prova di resistenza al vento.
Le prove dovranno essere state eseguite secondo normativa DIN 18055 o UNI XX00, XXX XX00, XXX XX00, XXX XX000.
Nel corso e/o al termine della fornitura il committente si riserverà di sottoporre alcune tipologie, alle prove sopra citate, da eseguirsi in cantiere o in un laboratorio scelto di comune accordo tra le parti.
Qualora, con la metodologia di cui sopra, una prova non fosse soddisfatta, si procederà ad un nuovo campionamento e nel caso si riscontrasse nuovamente una prova non soddisfatta,il committente potrà
dichiarare la non idoneità dell'intera fornitura fino alle precedenti prove di laboratorio superate con esito positivo.
Per quanto riguarda le finiture superficiali, potranno essere eseguiti dei controlli in conformità alle normative UNI 4522 e UNI 9983.
L'onere delle prove sara' a carico della parte soccombente.
Il collaudo finale sara' eseguito, al termine della fornitura, dal committente, dal fornitore dei manufatti con l'assistenza del servizio tecnico del produttore del sistema impiegato.
I serramenti saranno sottoposti ad esame visivo per valutarne l'integrità, la pulizia e la corrispondenza con i disegni di progetto.
Dovrà inoltre essere controllata: la posa in opera, la continuità dei giunti, il funzionamento delle ante mobili e degli accessori, il rispetto delle specifiche di lavorazione indicate dal produttore del sistema impiegato nonché l'appartenenza dei materiali usati allo stesso.
Art. 48 - Infissi esterni ed interni in alluminio.
Gli infissi in alluminio, da realizzarsi secondo i disegni esecutivi di progetto che ne individuano forma e dimensioni, saranno costituiti dalle tipologie, riferite all’abaco di progetto secondo le caratteristiche di seguito riportate.
Infissi per finestre, porte vetrate e vetrate fisse con parti apribili.
Gli infissi di tutte le finestre saranno del tipo ad anta a battente, con apertura verso l’interno dotate di maniglia interna.
L’infisso suddetto sarà realizzato con profili estrusi in lega di alluminio 6060 T5 (UNI 3569) preverniciati, con dimensione minima tubolare dei profili base reversibili mm. 18x50 - mm. 42x50, spessore non inferiore a mm. 1,5 e sistema di tenuta a precamera con guarnizioni centrali, rigida su anta e flessibile su telaio.
L’infisso dovrà garantire classe di tenuta all'acqua E3 (norme EN86), classe di permeabilità all'aria X0 (xxxxx EN42) e classe di resistenza al vento V2 (norme EN77).
Gli infissi dovranno garantire, inoltre, la resistenza ad un carico da vento pari a 80 Kg/mq.
I requisiti sopra prescritti dovranno essere certificati a cura dell'Appaltatore.
L’infisso sarà essere posto in opera su controtelaio in acciaio zincato da mm. 10/10 o in alluminio, per attacco alla muratura a centro mazzetta e dovranno essere dotati di:
a) accessori, pezzi speciali, cerniere e squadrette in lega di alluminio, perni in acciaio inox, parti in ferro a contatto con l'alluminio cadmiate;
b) boccole e particolari di scorrimento in poliammide rinforzato, guarnizioni di battuta interna e/o esterna e di tenuta in EPDM o PVC Biflex,;
c) apparecchi di xxxxxxx, maniglie e serrature.
Infissi per portoncini esterni.
Gli infissi esterni per portoncini saranno realizzati con profili estrusi in lega di alluminio 6063 (UNI 3569) preverniciati, dimensione tubolare dei profili base reversibili mm. 18x50 - mm. 42x50, spessore non inferiore a mm. 1,5 e sistema di tenuta a precamera con guarnizioni centrali, rigida su anta e flessibile su telaio, posti in opera su controtelaio in acciaio zincato o in alluminio per attacco alla muratura a centro mazzetta.
Gli infissi dovranno garantire classe di tenuta all'acqua E3 (norme EN86), classe di permeabilità all'aria
X0 (xxxxx EN42) e classe di resistenza al vento V2 (norme EN77).
I requisiti sopra prescritti dovranno essere certificati a cura dell'Appaltatore.
Accessori, pezzi speciali, cerniere e squadrette saranno in lega di alluminio, i perni in acciaio inox, boccole e particolari di scorrimento in poliammide rinforzato. Le guarnizioni di battuta interna e/o esterna e di tenuta saranno in EPDM o PVC Biflex, le parti in ferro a contatto con l'alluminio cadmiate.
I pannelli ciechi delle ante saranno realizzati con pannelli sandwich formati da una faccia esterna e faccia interna in lamierino di lega di alluminio elettrocolorato, spessore minimo mm. 12/10, e da un interposto pannello semirigido di fibra di vetro dello spessore di mm. 45-50.
L’infisso sarà dotato di normali maniglie in alluminio fuso e serratura tipo Yale
Infissi in ferro
E’ prevista la realizzazione dei seguenti un infissi in ferro:
a) - Porta esterna del locale della centrale termica.
L’infisso sarà realizzato, come da disegni esecutivi, con telaio in profilati normali, quadro o angolare, in acciaio zincato ed ante scatolate in lamiera di acciaio zincato pressopiegata, con cerniere in acciaio, serratura Yale a due mandate. L’infisso sarà posto in opera mediante staffe direttamente avvitate alla parete in c.a.
La porta sarà finita con doppia mano di smalto oleosintetico o sintetico, con finitura superficiale opaca satinata, previa preparazione e pulitura del supporto e successiva verniciatura antiruggine con uno strato di ossido di ferro in veicolo sintetico.
Sarà reso basculante per mezzo di due leve incernierate a delle scatole laterali
Art. 49 - Criteri generali per l’esecuzione di infissi e vetrature.
1 – Infissi.
La posa in opera degli infissi deve essere effettuata come indicato negli elaborati di progetto e con le caratteristiche riportate nel presente capitolato nella sezione “provenienza e qualità dei materiali” e per quando non precisato deve avvenire secondo le seguenti indicazioni:
le finestre devono essere collocate su propri controtelai e fissate con i mezzi previsti in progetto e, comunque, in modo da evitare sollecitazioni localizzate.
Il giunto tra controtelaio e telaio fisso, se non progettato in dettaglio per mantenere specifiche prestazioni richieste al serramento, dovrà essere eseguito con le seguenti attenzioni:
− deve essere assicurata la tenuta all’aria e l’isolamento acustico;
− gli interspazi devono essere sigillati con materiale comprimibile e che resti elastico nel tempo; se ciò non fosse sufficiente (per giunti larghi più di 8 mm.) si sigillerà anche con apposito
sigillante capace di mantenere l’elasticità nel tempo e di aderire al materiale dei serramenti (schiume poliuretaniche o siliconiche);
− il fissaggio deve resistere alle sollecitazioni che il serramento trasmette sotto l’azione del vento o di carichi dovuti all’utenza (comprese le false manovre);
b) la posa con contato diretto tra serramento e parte muraria deve avvenire:
− assicurando il fissaggio con l’ausilio di elementi meccanici (zanche, tasselli ad espansione, ecc.);
− sigillando il perimetro esterno con malta, previa eventuale interposizione di elementi separatori quali tessuti-nontessuti, fogli, ecc.;
− curando l’immediata pulizia delle parti che possono essere danneggiate (macchiate, corrose, ecc.) dal contatto con la malta.
c) Le porte devono essere posate in opera analogamente a quanto indicato per le finestre; inoltre si dovranno curare le altezze di posa rispetto al livello del pavimento finito.
2 – Vetrature.
Le opere di vetrazione devono essere realizzate con i materiali e le modalità previsti dal progetto e, ove questo non sia sufficientemente dettagliato, valgono le prescrizioni seguenti:
a) le lastre di vetro, in relazione al loro comportamento meccanico, devono essere scelte tenendo conto delle loro dimensioni, delle sollecitazioni previste dovute a carico di vento e neve, delle sollecitazioni dovute ad eventuali sbattimenti ed alle deformazioni prevedibili del serramento.
Per la loro scelta devono essere considerate le esigenze di isolamento termico, acustico, di trasmissione luminosa, di trasparenza o traslucidità, di sicurezza sia ai fini antinfortunistici, sia di resistenza alle effrazioni, atti vandalici, ecc.
Per la valutazione dell'adeguatezza delle lastre alle prescrizioni predette, in mancanza di prescrizioni nel progetto si intendono adottati i criteri stabiliti nelle norme UNI per l'isolamento termico ed acustico, la sicurezza, ecc. (UNI 7143, UNI 7144, UNI 7170 e UNI 7697).
Gli smussi ai bordi e negli angoli devono prevenire possibili scagliature.
b) I materiali di tenuta, se non precisati nel progetto, sono scelti in relazione alla conformazione e alle dimensioni delle scanalature (o battente aperto con ferma vetro) per quanto riguarda lo spessore, le dimensioni in genere e la capacità di adattarsi alle deformazioni elastiche dei telai fissi e delle ante apribili e alla resistenza alle sollecitazioni dovute ai cicli termoigrometrici tenuto conto delle condizioni microlocali che si creano all'esterno rispetto all'interno, ecc., e tenuto conto del numero, posizione e caratteristiche
dei tasselli di appoggio, periferici e spaziatori.
Nel caso di lastre posate senza serramento, gli elementi di fissaggio (squadrette, tiranti, ecc.) devono avere adeguata resistenza meccanica, essere preferibilmente di metallo non ferroso o comunque protetto dalla corrosione. Tra gli elementi di fissaggio e la lastra deve essere interposto un materiale elastico e durabile alle azioni climatiche.
c) La posa in opera deve avvenire previa eliminazione di depositi e di materiali dannosi dalle lastre, serramenti, ecc. e collocando i tasselli di appoggio in modo da far trasmettere correttamente il peso della lastra al serramento; i tasselli di fissaggio servono a mantenere la lastra nella posizione prefissata.
Le lastre che possono essere urtate devono essere rese visibili con opportuni segnali (motivi ornamentali, maniglie, ecc.).
La sigillatura dei giunti tra lastra e serramento deve essere continua in modo da eliminare ponti termici ed acustici. Per i sigillanti e gli adesivi si devono rispettare le prescrizioni previste dal fabbricante per la preparazione e le condizioni ambientali di posa e di manutenzione.
Comunque la sigillatura deve essere conforme a quella richiesta dal progetto od effettuata sui prodotti utilizzati per qualificare il serramento nel suo insieme.
L'esecuzione effettuata secondo la norma UNI 6534 potrà essere considerata conforme alla richiesta del
presente Capitolato, nei limiti di validità della norma stessa.
Il Direttore dei lavori per la realizzazione opererà come segue.
a) Nel corso dell'esecuzione dei lavori (con riferimento ai tempi ed alle procedure) verificherà via via che i materiali impiegati e le tecniche di posa siano effettivamente quelle prescritte.
In particolare verificherà la realizzazione delle sigillature tra lastre di vetro e telai e tra i telai fissi ed i controtelai; la esecuzione dei fissaggi per le lastre non intelaiate; il rispetto delle prescrizioni di progetto, del capitolato e del produttore per i serramenti con altre prestazioni.
b) A conclusione dei lavori eseguirà verifiche visive della corretta messa in opera e della completezza dei giunti, sigillature, ecc. Eseguirà controlli orientativi circa la forza di apertura e chiusura dei serramenti (stimandole con la forza corporea necessaria), l'assenza di punti di attrito non previsti, e prove orientative di tenuta all'acqua, con spruzzatori a pioggia, ed all'aria, con l'uso di fumogeni, ecc.
Nelle grandi opere i controlli predetti potranno avere carattere casuale e statistico.
Avrà cura di far aggiornare e raccogliere i disegni costruttivi più significativi unitamente alla descrizione e/o schede tecniche dei prodotti impiegati (specialmente quelli non visibili ad opera ultimata) e le prescrizioni attinenti la successiva manutenzione.
PARTE D - IMPERMEABILIZZAZIONE, GIUNTI, ISOLAMETI E COPERTURE
Art. 50 - Impermeabilizzazioni
Qualsiasi tipo di impermeabilizzazione sarà eseguito con la massima attenzione ed accuratezza soprattutto in prossimità di fori, passaggi, cappe, ecc..
I materiali da impiegare dovranno possedere le caratteristiche descritte dal presente capitolato; a tal fine potranno essere richieste dalla Direzione dei lavori le relative certificazioni rilasciate dall'I.G.L.A.E. e dall'I.C.I.T.E. o X.X.X.xx.
Piani di posa.
Dovranno risultare lisci, uniformi e privi di irregolarità; l'Appaltatore dovrà predisporre i necessari giunti di dilatazione in base alla dimensione e natura della posa di cui dovrà annullare i prevedibili movimenti.
Barriera la vapore.
Sia il manto impermeabile che eventuali strati coibenti saranno protetti dalla condensazione dei vapori umidi, mediante applicazione di idonea "barriera al vapore" realizzata con uno strato di materiale impermeabile.
Lavori preparatori e complementari.
I piani di posa delle soglie di porte, balconi e davanzali saranno realizzati in modo che siano in pendenza verso l'esterno. Alla base dei muri perimetrali ai piani impermeabilizzati saranno ricavate delle incassature i cui sottofondi dovranno essere intonacati e raccordati al piano di posa; quindi si dovranno collegare le superfici orizzontali con quelle verticali impiegando lo stesso materiale utilizzato per l'impermeabilizzazione.
Nelle tavole dei disegni esecutivi di progetto e dei relativi particolari tecnologici sono individuate tipologia, qualità e dimensioni delle impermeabilizzazioni da realizzarsi con le modalità e nel rispetto delle prescrizioni di cui al presente articolo.
Art. 51 - Impermeabilizzazione opere controterra.
La protezione dei muri controterra sarà eseguita, previa preparazione del fondo con prodotti antipolvere, mediante spalmatura di primer bituminoso in ragione di 300 gr/mq. c.a., speciale soluzione bituminosa a base di bitume ossidato additivi e solventi con residuo secco del 50% e viscosità FORD n. 4 a 25 °C di 20-25 sec.
L’impermeabilizzazione dei muri controterra sarà eseguita mediante la posa in opera dei seguenti materiali:
a) Spalmatura di primer bituminoso in ragione di gxmq 300 circa, speciale soluzione bituminosa a base di bitume ossidato additivi e solventi con residuo secco del 50% e viscosità FORD n. 4 a 25 °C di 20-25 sec.;
b) Membrane impermeabilizzanti (7.1.50.2 - spessore 4 mm) bitume polimero elastoplastomeriche armate con "tessuto non tessuto" di poliestere da filo continuo, spunbond approvate con AGREMENT dall'I.C.I.T.E., a base di bitume distillato, plastomeri ed elastomeri, applicate, in doppio strato mm 4 + mm 4, a fiamma con giunti sovrapposti di cm 10, dello spessore di mm 4, con le seguenti caratteristiche:
-tenuta al calore (UEAtc): maggiore o uguale 135 °C nessun gocciolamento;
-resistenza al pelage (UEAtc): supera i limiti;
-xenotest (invecchiamento UV) (UEAtc): supera le 2000 ore;
-stabilità di forma a caldo (UEAtc): maggiore 135 °C;
-resistenza a trazione (UEAtc): Long. 800 N/5cm Trasv.700 N/5cm;
-allungamento a rottura (UEAtc): Long. 50% - Trasv. 50%;
-flessibilità a freddo (UEAtc): -15 °C;
-spessore (UNI 8202/P6): 4 mm.
Caratteristiche da certificare a cura dell’Appaltatore.
c) Vespaio drenante, realizzato per metà dell’altezza dello scavo, eseguito con pietrame calcareo o siliceo, o ciottoloni e ghiaia grossa lavata, di idonea pezzatura, a secco, con eventuale cunetta in cls di raccolta e smaltimento acque.
d) tubo microfessurato in PVC rigido con unione a manicotti filettati, posto sul fondo dello scavo, sopra il risvolto della guaina e l’eventuale cunetta. La superficie esterna del microdreno deve essere scanalata longitudinalmente ed il diametro interno deve essere non inferiore a mm 50 con spessore della parete non inferiore a mm 4. Il tubo deve essere preventivamente rivestito con calza ottenuta mediante doppia cucitura di geotessile filtrante in polimero 100% di polipropilene da filo continuo di massa areica di circa g. x mq. 140;
e) canaletta in cls larghezza utile cm 20 e profondità cm 15/20, interamente coperta con lastre di cemento dello spessore di cm 5 munite di opportune feritoie per lo smaltimento delle acque meteoriche.
Art. 52 - Isolamenti termici
Tutti gli isolamenti termici, individuati negli elaborati progettuali posti a base d’appalto e richiamati nelle descrizioni delle singole categorie di lavoro, saranno realizzati con lastre in polistirene espanso estruso a cellule chiuse al 100% con pelle, oppure di poliuretano espanso rigido rivestito su ambo le facce con fibra
minerale saturata, della densità di Kgxmc 28÷30 (pareti, copertura a falda ventilata) e di Kgxmc 33÷35 (pavimenti, copertura piana), fornite e posto in opera, con trattamento antifiamma (classe 1 reazione al fuoco), negli spessori indicati nei disegni esecutivi di progetto e negli articoli del presente Capitolato.
PARTE E - FINITURE ESTERNE ED INTERNE
Art. 53 - Sistemi realizzati con prodotti rigidi.
Devono essere realizzati secondo le prescrizioni del progetto ed a completamento del progetto con le indicazioni seguenti.
a) Per le piastrelle di ceramica (o lastre di pietra, ecc. con dimensioni e pesi similari) si procederà alla posa su letto di malta svolgente funzioni di strato di collegamento e di compensazione e curando la sufficiente continuità dello strato stesso, lo spessore, le condizioni ambientali di posa (temperatura ed umidità) e di maturazione. Si valuterà inoltre la composizione della malta onde evitare successivi fenomeni di incompatibilità chimica o termica con il rivestimento e/o con il supporto. Durante la posa del rivestimento si curerà l'esecuzione dei giunti, il loro allineamento, la planarità della superficie risultante ed il rispetto di eventuali motivi ornamentali. In alternativa alla posa con letto di malta si procederà all'esecuzione di uno strato ripartitore avente adeguate caratteristiche di resistenza meccanica, planarità, ecc. in modo da applicare successivamente uno strato di collegamento (od ancoraggio) costituito da adesivi aventi adeguate compatibilità chimica e termica con lo strato ripartitore e con il rivestimento. Durante la posa si procederà come sopra descritto.
b) Per le lastre di pietra, calcestruzzo, fibrocemento e prodotti similari si procederà alla posa mediante fissaggi meccanici (elementi ad espansione, elementi a fissaggio chimico, ganci, zanche e similari) a loro volta ancorati direttamente nella parte muraria e/o su tralicci o similari. Comunque i sistemi di fissaggio devono garantire una adeguata resistenza meccanica per sopportare il peso proprio e del rivestimento, resistere alle corrosioni, permettere piccole regolazioni dei singoli pezzi durante il fissaggio ed il loro movimento in opera dovuto a variazioni termiche.
Il sistema nel suo insieme deve avere comportamento termico accettabile, nonché evitare di essere sorgente di rumore inaccettabile dovuto al vento, pioggia, ecc. ed assolvere le altre funzioni loro affidate quali tenuta all'acqua, ecc. Durante la posa del rivestimento si cureranno gli effetti estetici previsti, l'allineamento o comunque corretta esecuzione di giunti (sovrapposizioni, ecc.), la corretta forma della superficie risultante, ecc.
c) Per le lastre, pannelli, ecc. a base di metallo o materia plastica si procederà analogamente a quanto descritto in b) per le lastre.
Si curerà in base alle funzioni attribuite dal progetto al rivestimento, la esecuzione dei fissaggi e la collocazione rispetto agli strati sottostanti onde evitare incompatibilità termiche, chimiche od elettriche. Saranno considerate le possibili vibrazioni o rumore indotte da vento, pioggia, ecc.
Verranno inoltre verificati i motivi estetici, l'esecuzione dei giunti, la loro eventuale sigillatura, ecc.
Art. 54 - Sistemi realizzati con prodotti fluidi.
Devono essere realizzati secondo le prescrizioni date nel progetto (con prodotti costituiti da pitture, vernici impregnanti, ecc.) aventi le caratteristiche riportate nell'articolo loro applicabile ed a completamento del progetto devono rispondere alle indicazioni seguenti:
a) su pietre naturali ed artificiali impregnazione della superficie con siliconi o oli fluorurati, non pellicolanti, resistenti agli U.V., al dilavamento, agli agenti corrosivi presenti nell'atmosfera;
b) su intonaci esterni:
- tinteggiatura della superficie con tinte alla calce o ai silicati inorganici;
- pitturazione della superficie con pitture organiche;
c) su intonaci interni:
- tinteggiatura della superficie con tinte alla calce, o ai silicati inorganici;
- pitturazione della superficie con pitture organiche o ai silicati organici;
- rivestimento della superficie con materiale plastico a spessore;
- tinteggiatura della superficie con tinte a tempera;
d) su prodotti di legno e di acciaio.
- I sistemi si intendono realizzati secondo le prescrizioni del progetto ed in loro mancanza (od a loro integrazione) si intendono realizzati secondo le indicazioni date dal produttore ed accettate dalla direzione dei lavori; le informazioni saranno fornite secondo le norme UNI 8758 o UNI 8760 e riguarderanno:
- criteri e materiali di preparazione del supporto;
- criteri e materiali per realizzare l'eventuale strato di fondo, ivi comprese le condizioni ambientali (temperatura, umidità) del momento della realizzazione e del periodo di maturazione, condizioni
per la successiva operazione;
- criteri e materiali per realizzare l'eventuale strato intermedio, ivi comprese le condizioni citate all'alinea precedente per la realizzazione e maturazione;
- criteri e materiali per lo strato di finiture, xxx comprese le condizioni citate al secondo alinea.
a) Durante l'esecuzione, per tutti i tipi predetti, si curerà per ogni operazione la completa esecuzione degli strati, la realizzazione dei punti particolari, le condizioni ambientali (temperatura, umidità) e la corretta condizione dello strato precedente (essiccazione, maturazione, assenza di bolle, ecc.) nonché le prescrizioni relative alle norme di igiene e sicurezza.
Il Direttore dei Lavori per la realizzazione del sistema di rivestimento opererà come segue.
a) Nel corso dell'esecuzione dei lavori (con riferimento ai tempi ed alle procedure) verificherà via via che i materiali impiegati e le tecniche di posa siano effettivamente quelle prescritte ed inoltre almeno per gli strati più significativi verificherà che il risultato delle operazioni predette sia coerente con le prescrizioni di progetto e comunque con la funzione che è attribuita all'elemento o strato realizzato.
In particolare verificherà:
- per i rivestimenti rigidi le modalità di fissaggio, la corretta esecuzione dei giunti e quanto riportato nel punto loro dedicato, eseguendo verifiche intermedie di residenza meccanica, ecc.;
- per i rivestimenti con prodotti flessibili (fogli) la corretta esecuzione delle operazioni descritte nel relativo punto;
- per i rivestimenti fluidi od in pasta il rispetto delle prescrizioni di progetto o concordate come detto nel punto a) verificando la loro completezza, ecc. specialmente delle parti difficilmente controllabili al termine dei lavori.
b) A conclusione dei lavori eseguirà prove (anche solo localizzate) e con facili mezzi da cantiere creando sollecitazioni compatibili con quelle previste dal progetto o comunque simulanti le sollecitazioni dovute all'ambiente, agli utenti futuri, ecc. Per i rivestimenti rigidi verificherà in particolare il fissaggio e l'aspetto delle superfici risultanti; per i rivestimenti in fogli, l'effetto finale e l'adesione al supporto; per quelli fluidi la completezza, l'assenza di difetti locali, l'aderenza al supporto. Avrà cura di far aggiornare e raccogliere i disegni costruttivi unitamente alla descrizione e/o schede tecniche dei prodotti impiegati (specialmente quelli non visibili ad opera ultimata) e le prescrizioni attinenti la successiva manutenzione.
Art. 55 - Giunti.
Sui solai, in corrispondenza dei distacchi delle strutture realizzati ai sensi della vigente normativa per le zone sismiche, saranno posti in opera appositi giunti di dilatazione sismico a pavimento del tipo Joint FP135/7500, dell'altezza complessiva di mm. 75, con profilo portante in alluminio con alette di ancoraggio perforate e parte centrale a T, guarnizione elastica in neoprene resistente all'usura, agli agenti atmosferici, alle temperatura (da -30° a + 120°), agli oli, agli acidi ed alle sostanze bituminose in genere. posto in opera comprese eventuali barre di ancoraggio in alluminio.
I giunti saranno posti sul massetto di sottofondo delle pavimentazioni a profondità idonea per garantire il loro allineamento superficiale con lo strato di rivestimento delle pavimentazioni e la perfetta planeità con lo stesso.
Art. 56 – Tubazioni
Tutte le tubazioni e la posa in opera relativa dovranno corrispondere alle caratteristiche indicate dal presente capitolato, alle specifiche espressamente richiamate nei relativi impianti di appartenenza ed alla normativa vigente in materia.
L'Appaltatore dovrà, se necessario, provvedere alla preparazione di disegni particolareggiati da integrare al progetto occorrenti alla definizione dei diametri, degli spessori e delle modalità esecutive; l'Appaltatore dovrà, inoltre, fornire dei grafici finali con le indicazioni dei percorsi effettivi di tutte le tubazioni.
Si dovrà ottimizzare il percorso delle tubazioni riducendo, il più possibile, il numero dei gomiti, giunti, cambiamenti di sezione e rendendo facilmente ispezionabili le zone in corrispondenza dei giunti, sifoni, pozzetti, etc.; sono tassativamente da evitare l'utilizzo di spezzoni e conseguente sovrannumero di giunti. Nel caso di attraversamento di giunti strutturali saranno predisposti, nei punti appropriati, compensatori di
dilatazione approvati dalla direzione lavori.
Le tubazioni interrate dovranno essere poste ad una profondità tale che lo strato di copertura delle stesse sia di almeno 1 metro.
Gli scavi dovranno essere eseguiti con particolare riguardo alla natura del terreno, al diametro delle tubazioni ed alla sicurezza durante le operazioni di posa. Il fondo dello scavo sarà sempre piano e, dove necessario, le tubazioni saranno poste in opera su un sottofondo di sabbia di 10 cm. di spessore su tutta la larghezza e lunghezza dello scavo.
Nel caso di prescrizioni specifiche per gli appoggi su letti di conglomerato cementizio o sostegni isolati, richieste di contropendenze e di qualsiasi altro intervento necessario a migliorare le operazioni di posa in opera, si dovranno eseguire le varie fasi di lavoro, anche di dettaglio, nei modi e tempi richiesti dalla direzione lavori.
Dopo le prove di collaudo delle tubazioni saranno effettuati i rinterri con i materiali provenienti dallo scavo ed usando le accortezze necessarie ad evitare danneggiamenti delle tubazioni stesse e degli eventuali rivestimenti.
Le tubazioni non interrate dovranno essere fissate con staffe o supporti di altro tipo in modo da garantire un perfetto ancoraggio alle strutture di sostegno.
Le tubazioni in vista o incassate dovranno trovarsi ad una distanza di almeno 8 cm. (misurati dal filo esterno del tubo o del suo rivestimento) dal muro; le tubazioni sotto traccia dovranno essere protette con materiali idonei.
Le tubazioni metalliche in vista o sottotraccia, comprese quelle non in prossimità di impianti elettrici, dovranno avere un adeguato impianto di messa a terra funzionante su tutta la rete.
Tutte le giunzioni saranno eseguite in accordo con le prescrizioni e con le raccomandazioni dei produttori per garantire la perfetta tenuta; nel caso di giunzioni miste la direzione lavori fornirà specifiche particolari alle quali attenersi.
L'Appaltatore dovrà fornire ed installare adeguate protezioni, in relazione all'uso ed alla posizione di tutte le tubazioni in opera e provvederà anche all'impiego di supporti antivibrazioni o spessori isolanti, atti a migliorare il livello di isolamento acustico.
Tutte le condotte destinate all'acqua potabile, in aggiunta alle normali operazioni di pulizia, dovranno essere accuratamente disinfettate.
Nelle interruzioni delle fasi di posa è obbligatorio l'uso di tappi filettati per la protezione delle estremità aperte della rete.
Le pressioni di prova, durante il collaudo, saranno di 1,5-2 volte superiori a quelle di esercizio e la lettura sul manometro verrà effettuata nel punto più basso del circuito. La pressione dovrà rimanere costante per almeno 24 ore consecutive entro le quali non dovranno verificarsi difetti o perdite di qualunque tipo; nel caso di imperfezioni riscontrate durante la prova, l'Appaltatore dovrà provvedere all'immediata riparazione dopo la quale sarà effettuata un'altra prova e questo fino all'eliminazione di tutti i difetti dell'impianto.
Le tubazioni per l'acqua verranno collaudate come sopra indicato, procedendo per prove su tratti di rete ed infine sull'intero circuito; le tubazioni del gas e quelle di scarico verranno collaudate, salvo diverse disposizioni, ad aria o acqua con le stesse modalità descritte al comma precedente.
Art. 57 - Intonaci
Gli intonaci in genere saranno eseguiti dopo aver rimosso dai giunti della muratura la malta poco aderente, e aver ripulito ed abbondantemente bagnato la superficie della parete stessa.
Gli intonaci di qualunque tipo non dovranno presentare peli, crepature, irregolarità negli allineamenti e negli spigoli, od altri difetti. Quelli difettosi o che non presentassero la necessaria aderenza alle murature, dovranno essere demoliti e rifatti a cura e spese dell'Appaltatore.
Ad opera finita l'intonaco dovrà avere uno spessore non inferiore a mm. 15.
Gli spigoli saranno eseguiti ad angolo vivo; all'uopo saranno posti in opera al di sotto dello strato di finitura dell'intonaco appositi paraspigoli in lamiera zincata forata dello spessore minimo di mm. 1,00 fissati con malta cementizia.
Sono previsti i seguenti tipi di intonaco:
Intonaco grezzo.
Sulle pareti da rivestire con prodotti rigidi o al di sotto dei risvolti delle impermeabilizzazioni sarà realizzato un intonaco grezzo fratazzato costituito da un primo strato di rinzaffo, applicato previa predisposizione di idonee poste e guide, e da un secondo strato tirato in piano a fratazzo lungo stuccando ogni fessura e togliendo ogni asperità.
I due strati, a seconda della destinazione, saranno così costituiti:
a) per le pareti esterne, strato di rinzaffo di malta cementizia forte composta da 4,00 x.xx di cemento
per mc. 1,00 di sabbia, e secondo strato di malta cementizia magra composta da x.xx 3,00 di cemento per mc. 1,00 di sabbia;
b) per le pareti interne, strato di rinzaffo di malta idraulica bastarda composta da 4,00 x.xx di calce idraulica per mc. 0,90 di sabbia, con 1,50 x.xx di agglomerante cementizio a lenta presa per mc. Di malta, e secondo strato della stessa malta.
Intonaco di cemento retinato a due strati.
Intonaco di cemento retinato a due strati eseguito su superficie piane o curve, verticali ed orizzontali costituito da un primo strato, di spessore medio mm. 10, di malta cementizia con interposta rete di filo di ferro, di peso non minore a Kg. 0.750 per metro quadro; da un secondo strato di spessore medio di mm. 5, di malta fina a ql. 5,00 di cemento per metro cubo di sabbia, compresa increspata di malta cementizia. Intonaco civile per esterni.
L’intonaco esterno dei corpi scala sarà costituito da doppio strato di rinzaffo e di abbozzo e strato finale di malta cementizia magra finissima, lisciata con fratazzo metallico o con pezza.
Intonaco pronto premiscelato per interni.
Su tutte le superfici interne orizzontali e verticali non rivestite con prodotti rigidi sarà realizzato un intonaco pronto premiscelato a base di grassello di calce, in leganti speciali, tirato in piano e fratazzato con contemporanea rasatura e finitura, dello spessore complessivo minimo di cm. 1,5
Per le riprese dell’intonaco occorre preparare la superficie della parete, bagnarla accuratamente e realizzare gli innesti con l’intonaco esistente. Occorre utilizzare modalità e materiali adeguati all’intonaco esistente
Art. 58 - Opere da pittore
Qualunque tinteggiatura, coloritura, verniciatura o rivestimento murale dovrà essere preceduta da una conveniente ed accuratissima preparazione delle superfici, in modo da eguagliare le superfici medesime. Nel prezzo a corpo complessivo sono compresi tutti gli oneri per l’utilizzo di scale, cavalletti, ponteggi provvisori ove occorrenti, nonché per la pulitura degli ambienti ad opera ultimata.
La scelta dei colori è dovuta al criterio insindacabile della Direzione dei lavori senza alcuna distinzione tra colori ordinari e colori fini o speciali. Prima di iniziare l'Appaltatore ha l'obbligo di eseguire, nei luoghi e con le modalità che le saranno prescritti, i campioni dei vari lavori di rifinitura, sia per la scelta delle tinte che per il genere di esecuzione, e di ripeterli eventualmente con le varianti richieste, sino ad ottenere l'approvazione della Direzione dei lavori. L'Appaltatore dovrà inoltre adottare ogni precauzione per evitare danni alle opere finite, restando a suo carico ogni lavoro necessario a riparare i danni eventualmente arrecati.
Sono previste le seguenti tinteggiature ed i seguenti rivestimenti murali:
1) - Tinteggiatura con pittura lavabile vinilica.
Sarà del tipo pigmentata, solubile in acqua, in tinta unica a scelta con finitura opaca, colore e finitura a scelta delle Direzione dei lavori, data con le seguenti modalità:
a) preparazione del supporto mediante spazzolatura con raschietto e spazzola di saggina per eliminare corpi estranei quali grumi, scabrosità, bolle, alveoli, difetti di vibrazione, con stuccatura di crepe e cavillature per ottenere omogeneità e continuità delle superfici da imbiancare e tinteggiare;
b) imprimitura ad uno strato di isolante a base di resine acriliche all'acqua data a pennello;
c) ciclo di pittura con idropittura vinilica pigmentata, costituito da uno strato di fondo dato a pennello e strato di finitura dato a rullo.
2) – Tinteggiatura con tempera (vedi riferimento elenco prezzi)
3) – Trattamenti protettivi e pittura di elementi metallici: strutture, infissi e ringhiere
a) sabbiatura realizzata secondo la specifica SSPC-SP/10/63 con grado di pulitura XX 0;
b) mano di fondo di zinco inorganico, spessore 40/50 micron;
c) seconda mano a finire di epossivinilico o poliuretanico dopo aver effettuato gli opportuni ritocchi con una mano di zinco e di epossivinilico sulle superfici saldate o abrase durante le operazioni di montaggio, spessore 40/50 micron.
I sistemi suddetti si intendono realizzati secondo le prescrizioni del progetto e, in loro mancanza (od a loro integrazione), si intendono realizzati secondo le indicazioni date dal produttore ed accettate dalla Direzione dei lavori; le informazioni saranno fornite secondo le norme UNI 8758 o UNI 8760 e riguarderanno:
- criteri e materiali di preparazione del supporto;
- criteri e materiali per realizzare l'eventuale strato di fondo, ivi comprese le condizioni ambientali
(temperatura, umidità) del momento della realizzazione e del periodo di maturazione e le condizioni per la successiva operazione;
- criteri e materiali per realizzare l'eventuale strato intermedio, ivi comprese le condizioni citate all'alinea precedente per la realizzazione e maturazione;
- criteri e materiali per lo strato di finiture, xxx comprese le condizioni citate al secondo alinea.
Durante l'esecuzione, per tutti i tipi predetti, si cureranno, per ogni operazione, la completa esecuzione degli strati, la realizzazione dei punti particolari, le condizioni ambientali (temperatura, umidità) e la corretta condizione dello strato precedente (essiccazione, maturazione, assenza di bolle, ecc.), nonché le prescrizioni relative alle norme di igiene e sicurezza.
Art. 59 - Controsoffitti e contropareti
Tutti i controsoffitti e le contropareti, da realizzarsi secondo i disegni esecutivi di progetto che ne individuano forma e dimensioni, indipendentemente dal sistema costruttivo, dovranno risultare con superfici orizzontali o comunque rispondenti alle prescrizioni, essere senza ondulazioni, crepe o difetti e perfettamente allineati.
La posa in opera sarà eseguita con strumenti idonei ed in accordo con le raccomandazioni delle case produttrici, comprenderà inoltre tutti i lavori necessari per l'inserimento dei corpi illuminanti, griglie del condizionamento, antincendio e quanto altro richiesto per la perfetta funzionalità di tutti gli impianti presenti nell'opera da eseguire.
Qualora si rendesse necessario l'uso del controsoffitto per la realizzazione di corpi appesi (apparecchi illuminanti, segnaletica, etc.) verranno eseguiti, a carico dell'Appaltatore, adeguati rinforzi della struttura portante delle lastre di controsoffitto mediante l'uso di tiranti aggiuntivi; questi tiranti dovranno essere fissati, in accordo con le richieste della direzione lavori, in punti di tenuta strutturale e con sistemi di ancoraggio che garantiscano la necessaria stabilità.
I sistemi di realizzazione dei controsoffitti potranno essere:
a) Lastre in gesso o cartongesso, avranno spessori e dimensioni tali da introdurre deformazioni a flessione (su sollecitazioni originate dal peso proprio) non superiori a 2 mm.; saranno costituite da impasti a base di gesso armato e verranno montate su guide o fissate a strutture a scomparsa; tale tipo di controsoffittature dovranno essere eseguite con pannelli di gesso smontabili da ancorare alla struttura preesistente con un’armatura di filo di ferro zincato e telai metallici disposti secondo un'orditura predeterminata a cui andranno fissati i pannelli stessi.
Nel caso del cartongesso la controsoffittatura dovrà essere sospesa, chiusa, costituita da lastre prefabbricate di gesso cartonato dello spessore di mm. 12,5 fissate mediante viti autoperforanti fosfatate ad una struttura costituita da profilati in lamiera d'acciaio zincata dello spessore di 6/10 posta in opera con interasse di ca. 60 cm. e finitura dei giunti eseguita con bande di carta e collante speciale oltre alla sigillatura delle viti autoperforanti.
b) Soffittatura fonoassorbente, eseguita con pannelli delle dimensioni da cm 60x60 a cm 60x120 in materiale di fibre minerali incombustibili agglomerate con leganti sintetici resinosi, privi di amianto e formaldeide, dello spessore di mm. 15, densità 350 kg/mc. circa, superficie liscia o microperforata a scelta della Direzione dei lavori, preverniciati con pittura lavabile bianca su imprimitura ad olio
Dovrà essere garantita la stabilità dimensionale dei pannelli anche in presenza di umidità relativa fino ad un grado massimo dell’80%.
I pannelli saranno del tipo autoportante con intelaiatura a vista con struttura di sostegno in profili di acciaio zincato, fissata al sovrastante solaio a distanza non maggiore di cm 60, e dovranno garantire l'ispezionabilità dell'intercapedine e la possibilità di inserimento di apparecchi di illuminazione da incasso;
Art. 60 - Sistemi per rivestimenti interni ed esterni
Si definisce sistema di rivestimento il complesso di strati di prodotti della stessa natura o di natura diversa, omogenei o disomogenei che realizzano la finitura dell'edificio. I sistemi di rivestimento si distinguono, a seconda della loro funzione in:
- rivestimenti per esterno e per interno;
- rivestimenti protettivi in ambienti con specifica aggressività;
rivestimenti protettivi di materiali lapidei, legno, ferro, metalli non ferrosi, ecc.
I rivestimenti delle pareti dei servizi igienici, da realizzarsi secondo i disegni esecutivi di progetto e le prescrizioni in essi riportate che ne individuano forma e dimensioni, saranno realizzati con piastrelle monocottura - pasta bianca, gruppo BI ai sensi della norma europea EN 176, in tinta unita a superficie lucida, delle dimensioni di cm. 20x25.
Le piastrelle saranno poste in opera mediante allettamento con malta cementizia su intonaco rustico eseguito secondo quanto prescritto al precedente articolo 15 comma 2.1, previa bagnatura del suddetto sottofondo; i giunti saranno debitamente stuccati con cemento bianco o colorato.
Durante la posa del rivestimento si curerà l'esecuzione dei giunti, il loro allineamento, la planarità della superficie risultante ed il rispetto di eventuali motivi ornamentali.
In alternativa alla posa con letto di malta, si procederà all'esecuzione di uno strato ripartitore avente adeguate caratteristiche di resistenza meccanica, planarità, ecc., in modo da applicare, successivamente, uno strato di collegamento (od ancoraggio) costituito da adesivi aventi adeguata compatibilità chimica e termica con lo strato ripartitore e con il rivestimento.
I singoli elementi del rivestimento dovranno risultare perfettamente aderenti al retrostante intonaco.
I rivestimenti saranno completi di pezzi speciali per il raccordo agli spigoli ed ai pavimenti, eventuali listelli e terminali.
Nel prezzo a corpo sono inoltre ricompresi: la fornitura e posa in opera di pezzi speciali, gli eventuali tagli speciali, gli sfridi, la pulitura delle superfici così realizzate.
Art. 61 - Esecuzione delle pavimentazioni
Si intende per pavimentazione un sistema edilizio avente quale scopo quello di consentire o migliorare il transito e la resistenza alle sollecitazioni in determinate condizioni di uso.
Esse si intendono convenzionalmente suddivise nelle seguenti categorie:
- pavimentazioni su strato portante;
- pavimentazioni su terreno (cioè dove la funzione di strato portante del sistema di pavimentazione è svolta dal terreno).
Nel presente appalto abbiamo pavimentazioni solo su strato portante.
Tenendo conto dei limiti stabiliti dalla legge 5-2-1992, n. 104, quando non è diversamente descritto negli altri documenti progettuali (o quando questi non sono sufficientemente dettagliati) si intende che ciascuna delle categorie sopraccitate sarà composta dai seguenti strati funzionali (Costruttivamente uno strato può assolvere una o più funzioni).
a) La pavimentazione su strato portante avrà quali elementi o strati fondamentali:
1) lo strato portante, con la funzione di resistenza alle sollecitazioni meccaniche dovute ai carichi permanenti o di esercizio;
2) lo strato di scorrimento, con la funzione di compensare e rendere compatibili gli eventuali scorrimenti differenziali tra strati contigui;
3) lo strato ripartitore, con funzione di trasmettere allo strato portante le sollecitazioni meccaniche impresse dai carichi esterni qualora gli strati costituenti la pavimentazione abbiano comportamenti meccanici sensibilmente differenziati;
4) lo strato di collegamento, con funzione di ancorare il rivestimento allo strato ripartitore (o portante);
5) lo strato di rivestimento con compiti estetici e di resistenza alle sollecitazioni meccaniche, chimiche, ecc.
A seconda delle condizioni di utilizzo e delle sollecitazioni previste i seguenti strati possono diventare fondamentali;
6) strato di impermeabilizzante con funzione di dare alla pavimentazione una prefissata impermeabilità ai liquidi dai vapori;
7) strato di isolamento termico con funzione di portare la pavimentazione ad un prefissato isolamento termico;
8) strato di isolamento acustico con la funzione di portare la pavimentazione ad un prefissato isolamento acustico;
9) strato di compensazione con funzione di compensare quote, le pendenze, gli errori di planarità ed eventualmente incorporare impianti (questo strato frequentemente ha anche funzione di strato di collegamento).
E comunque se negli articoli sopra riportati non sono state riportate tutte le specifiche per le singole lavorazioni valgono quelle generali di seguito riportate:
Per la pavimentazione su strato portante sarà effettuata la realizzazione degli strati utilizzando i materiali indicati nel progetto; ove non sia specificato in dettaglio nel progetto od a suo complemento si rispetteranno le prescrizioni seguenti.
1) Per lo strato portante a seconda della soluzione costruttiva adottata si farà riferimento alle prescrizioni già date nel presente capitolato sulle strutture di calcestruzzo, strutture metalliche, sulle strutture miste acciaio e calcestruzzo, sulle strutture di legno, ecc.
2) Per lo strato di scorrimento, a seconda della soluzione costruttiva adottata, si farà riferimento alle prescrizioni già date per i prodotti quali la sabbia, membrane a base sintetica o bituminosa, fogli di carta o cartone, geotessili o pannelli di fibre, di vetro o roccia.
Durante la realizzazione si curerà la continuità dello strato, la corretta sovrapposizione o realizzazione dei giunti e l'esecuzione dei bordi, risvolti, ecc.
3) Per lo strato ripartitore, a seconda della soluzione costruttiva adottata, si farà riferimento alle prescrizioni già date per i prodotti quali calcestruzzi armati o non, malte cementizie, lastre prefabbricate di calcestruzzo armato o non, lastre o pannelli a base di legno.
Durante la realizzazione si curerà, oltre alla corretta esecuzione dello strato in quanto a continuità e spessore, la realizzazione di giunti e bordi e dei punti di interferenza con elementi verticali o con passaggi di elementi impiantistici in modo da evitare azioni meccaniche localizzate od incompatibilità chimico fisiche.
Sarà infine curato che la superficie finale abbia caratteristiche di planarità, rugosità, ecc. adeguate per lo strato successivo.
4) Per lo strato di collegamento, a seconda della soluzione costruttiva adottata, si farà riferimento alle prescrizioni già date per i prodotti quali malte, adesivi organici e/o con base cementizia e, nei casi particolari, alle prescrizioni del produttore per elementi di fissaggio, meccanici od altro tipo.
Durante la realizzazione si curerà la uniforme e corretta distribuzione del prodotto con riferimento agli spessori e/o quantità consigliate dal produttore in modo da evitare eccesso da rifiuto od insufficienza che può provocare scarsa resistenza od adesione. Si verificherà inoltre che la posa avvenga con gli strumenti e nelle condizioni ambientali (temperatura, umidità) e preparazione dei supporti suggeriti dal produttore (norma UNI 10329).
5) Per lo strato di rivestimento a seconda della soluzione costruttiva adottata si farà riferimento alle prescrizioni già date nell'articolo sui prodotti per pavimentazioni.
Durante la fase di posa si curerà la corretta esecuzione degli eventuali motivi ornamentali, la posa degli elementi di completamento e/o accessori, la corretta esecuzione dei giunti, delle zone di interferenza (bordi, elementi verticali, ecc.) nonché le caratteristiche di planarità o comunque delle conformazioni superficiali rispetto alle prescrizioni di progetto, nonché le condizioni ambientali di posa ed i tempi di maturazione.
6) Per lo strato di impermeabilizzazione, a seconda che abbia funzione di tenuta all'acqua, barriera o schermo al vapore, valgono le indicazioni fornite per questi strati all'articolo sulle coperture continue.
7) Per lo strato di isolamento termico valgono le indicazioni fornite per questo strato all'articolo sulle coperture piane.
8) Per lo strato di isolamento acustico, a seconda della soluzione costruttiva adottata, si farà riferimento per i prodotti alle prescrizioni già date nell'apposito articolo e alla norma UNI 8437.
Durante la fase di posa in opera si curerà il rispetto delle indicazioni progettuali e comunque la continuità dello strato con la corretta realizzazione dei giunti/sovrapposizioni, la realizzazione accurata dei risvolti ai bordi e nei punti di interferenza con elementi verticali (nel caso di pavimento cosiddetto galleggiante i risvolti dovranno contenere tutti gli strati sovrastanti). Sarà verificato, nei casi dell'utilizzo di supporti di gomma, sughero, ecc., il corretto posizionamento di questi elementi ed i problemi di compatibilità meccanica, chimica, ecc., con lo strato sottostante e sovrastante.
9) Per lo strato di compensazione delle quote valgono le prescrizioni date per lo strato di collegamento (per gli strati sottili) e/o per lo strato ripartitore (per gli spessori maggiori di 20 mm).
Il Direttore dei lavori per la realizzazione delle coperture piane opererà come segue.
a) Nel corso dell'esecuzione dei lavori (con riferimento ai tempi ed alle procedure) verificherà via via che i materiali impiegati e le tecniche di posa siano effettivamente quelle prescritte ed inoltre, almeno per gli strati più significativi, verificherà che il risultato finale sia coerente con le prescrizioni di progetto e comunque con la funzione che è attribuita all'elemento o strato realizzato. In
particolare verificherà: il collegamento tra gli strati; la realizzazione dei giunti/sovrapposizioni per gli strati realizzati con pannelli, fogli ed in genere con prodotti preformati; la esecuzione accurata dei bordi e dei punti particolari. Ove sono richieste lavorazioni in sito verificherà con semplici metodi da cantiere:
1) le resistenze meccaniche (portate, punzonamenti, resistenze a flessione);
2) adesioni fra strati (o quando richiesto l'esistenza di completa separazione);
3) tenute all'acqua, all'umidità, ecc.
b) A conclusione dell'opera eseguirà prove (anche solo localizzate) di funzionamento formando battenti di acqua, condizioni di carico, di punzonamento, ecc. che siano significativi delle ipotesi previste dal progetto o dalla realtà.
Avrà cura di far aggiornare e raccogliere i disegni costruttivi unitamente alla descrizione e/o schede tecniche dei prodotti impiegati (specialmente quelli non visibili ad opera ultimata) e le prescrizioni attinenti la successiva manutenzione.
Art. 62 - Pavimentazioni interne su strato portante.
La composizione degli strati costituenti le pavimentazioni interne su soletta armata dovrà rispettare le dimensioni, l’ordine degli strati funzionali e le caratteristiche indicate negli elaborati grafici di progetto, e sarà articolata come di seguito specificato.
Art. 63 – Strato ripartitore.
Sarà costituito da un massetto dello spessore minimo di cm. 7, di sabbia e cemento nelle proporzioni di x.xx 3,5 di cemento 325 per mc di sabbia, xxx xxxxxxxxx e livellato, finito a fratazzo e lasciato stagionare per almeno 10 giorni.
Art. 64 – Strato di isolamento termico.
Sulle pareti delle vasche è prevista la realizzazione di uno strato di isolamento che sarà realizzato con pannelli in polistirolo della densità non inferiore a 30 Kgxmc., interposto tra la parete di cls armato e l’intonaco retinato a due strati di supporto al gres porcellanato con caratteristiche, dimensioni e modalità indicate negli elaborati esecutivi del progetto.
Art. 65 - Strato di collegamento.
Sarà costituito, a seconda della tipologia dello strato di rivestimento:
a) per i pavimenti di piastrelle in monocottura, zone servizi igienici, da un letto di malta cementizia magra (cemento idraulico x.xx 3,00 per mc. 1,00 di sabbia) con legante idraulico, dello spessore non inferiore a cm. 2,00.
A malta stesa, l’impasto deve essere ben vibrato e livellato, ed infine la superficie va spolverata con cemento fresco (circa 2 kg./mq.) che deve inumidire a contatto con il letto di posa, su cui le piastrelle saranno posate solo dopo che avrà preso consistenza.
In alternativa potrà essere costituito da collanti cementizi modificati con resine, dati su idonei sottofondi a rapido indurimento, con ritiro nullo; la superficie di posa così realizzata sarà rasata con livellante imputrescibile.
Il pavimento sarà quindi posto in opera su detto sottofondo con collanti a base di resine sintetiche ed alcool, applicati con spatola dentata.
Art. 66 - Strato di rivestimento.
Sarà costituito, così come specificato negli elaborati grafici di progetto per le diverse aree, da:
a) Piastrelle ceramiche smaltate monocottura in pasta bianca per interni, prima scelta - gruppo BI- norma europea EN 176 – delle dimensioni di cm 20x20.
Le piastrelle dovranno garantire le seguenti classificazioni prestazionali:
- resistenza all’abrasione UNI EN 154 = classe IV
- ingelivo UNI EN 202
- inassorbente UNI EN 99 = <3,0%
- resistenza a flessione UNI EN 100 = >36 N/mmq.
- durezza UNI EN 101 = ≥5
- resistenza all’attacco chimico UNI EN 122 = resistenza alle macchie <2
resistenza altri agenti <B
- dimensioni UNI EN 98 tolleranze massime = lunghezza e larghezza + o - 0,5%
spessore + o - 5,0% rettilineità spigoli + o - 0,5% ortogonalità + o - 0,5% planarità + o - 0,5%
- dilatazione termica lineare UNI EN 103 = <9 Mk
- resistenza shock termico UNI EN 104
- corrispondenza dei colori alla luce DIN 51094
Le piastrelle saranno posate a cassero con boiacca di puro cemento tipo "325", successivamente premute in modo che la malta riempia e sbocchi dalle connessure ed infine i giunti verranno suggellati e stuccati di nuovo con la stessa malta liquida di puro cemento distesavi sopra.
Infine la superficie sarà pulita e tirata a lucido con segatura bagnata.
b) Piastrelle ceramiche pressate a secco completamente vetrificate (gres porcellanato) classificabili secondo quanto prescritto dalla norma UNI EN 87, gruppo BI, da porre in opera con collanti o malta cementizia, completi di pezzi speciali e pulizia finale come di seguito indicati:
- Piastrelle ottenute per pressatura a secco di argille pregiate atomizzate, sottoposte a cottura prolungata alla temperatura di 1220 gradi, conformi alle normative EN 176, ANSI A 137.1.Retro – key back esclusivo con speciali sagomature inclinate per un aggrappo ottimale dell’adesivo/strato legante
– delle dimensioni di cm. 12,5x25
◊ Colorazione / aspetto : tinta unita lucida
◊ Superficie : liscia smaltata
◊ Formati : nominale cm 12x24,5 (modulo di posa cm 12,5x25) (fuga 4/6 mm)
◊ Precisione dimensionale (EN 98) : Lunghezza e larghezza – deviazione massima dalla misura di fabbricazione: + - 0,3 %
◊ Spessore : 7,4 mm.
◊ Assorbimento acqua : < 1,5%
◊ Resistenza ad acidi e basi (EN 122): classe AA-A – classe AA-C per i colori Verde, Giallo, Rosso Arancio, Rosso India
Pezzi speciali in materiale ceramico smaltato per coprispigolo o raccordo parete, ottenute per pressatura a secco di argille pregiate atomizzate, smaltate, sottoposte a cottura prolungata alla temperatura di 1220 gradi – delle dimensioni di cm. 24,5
◊ Colorazione / aspetto : tinta unita lucida, listelli arrotondati (1/4 di cerchio) interni (RP) o esterni (CS) con raggi di curvatura variabili (cm. 2,0 o 5,5 interni, cm. 3,0 o 6,5 esterni)
◊ Superficie : liscia smaltata
◊ Formati : nominale cm 24,5 in lunghezza (modulo di posa cm 25)
◊ Raccordi per angoli e spigoli di piscine
Piastrelle in materiale ceramico smaltato, ottenute per pressatura a secco di argille pregiate atomizzate, sottoposte a cottura prolungata alla temperatura di 1220 gradi, conformi alle normative EN 176, ANSI A
137.1. Retro – key back esclusivo con speciali sagomature inclinate per un aggrappo ottimale dell’adesivo/strato legante
◊ Colorazione / aspetto : tinta unita lucida
◊ Superficie : con rilievi lineari interrotti simmetrici, smaltata
◊ Formati : nominale cm 12x24,5 (modulo di posa cm 12,5x25)
◊ Precisione dimensionale (EN 98) : Lunghezza e larghezza – deviazione massima dalla misura di fabbricazione:+-0,3 %
◊ Spessore : 7,4 mm.
◊ Assorbimento acqua : < 1,5%
◊ Resistenza ad acidi e basi (EN 122): classe AA-A
◊ Rivestimento della fascia di virata nelle piscine agonistiche
Piastrelle in materiale ceramico smaltato, ottenute per pressatura a secco di argille pregiate atomizzate, sottoposte a cottura prolungata alla temperatura di 1220 gradi, conformi alle normative EN 176 (escluse EN122). Retro – key back esclusivo con speciali sagomature inclinate per un aggrappo ottimale dell’adesivo/strato legante
◊ Colorazione / aspetto : tinta unita opaca
◊ Superficie : smaltata ruvida
◊ Formati : nominale cm 12x24,5 (modulo di posa cm 12,5x25) (fuga 4/6 mm)
◊ Precisione dimensionale (EN 98) : Lunghezza e larghezza – deviazione massima dalla misura di fabbricazione:+-0,3 %
◊ Spessore : 7,4 mm.
◊ Assorbimento acqua : < 1,5%
◊ Resistenza ad acidi e basi (EN 122): classe AA-A – classe AA-C per i colori Verde, Giallo ocra, Xxxxx Xxxxxxx
◊ Resistenza allo scivolamento : gruppo A+B oppure A+B+C (GUV 26.17–DIN 51097 / NF P61.515)
◊ Rivestimenti antisdrucciolo costantemente immersi (scale ingresso piscine, rampe piscine, fondi piscine con profondità < 50 cm, vaschette lavapiedi)
Piastrelle smaltate/non smaltate segnaletiche per pallanuoto, numerate per corsie, con indicazione profondità, ottenute per pressatura a secco di argille pregiate atomizzate, sottoposte a cottura prolungata alla temperatura di 1220 gradi, conformi alle normative EN 176 B1, ANSI A 137.1
◊ Colorazione / aspetto : fondo smaltato e non smaltato con triangoli di vari colori (per campo pallanuoto), con numeri lettere dei vari colori (per numerazione corsie ed indicazione profondità)
◊ Superficie : base uniforme liscia con triangoli, lettere, numeri di colore in contrasto
◊ Formati : nominale cm 12x24,5 (modulo di posa cm 12,5x25) (fuga 4-6 mm.)
◊ Indicazioni varie per campo pallanuoto, numerazione corsie, indicazione profondità
Pezzi speciali in gres fine porcellanato non smaltato ottenute per pressatura a secco di argille pregiate atomizzate, sottoposte a cottura prolungata alla temperatura di 1220 gradi, conformi alle normative EN 176, ANSI A 137.1, CSTB U(4)P(3)E(3)C(2)
◊ Colorazione / aspetto : tinta unita con rilievi geometrici, con un lato lungo curvato a becco di civetta
◊ Superficie : lavorata con disegni a linee interrotte simmetriche
◊ Dimensioni : nominale cm 12x24,5x20 (modulo di posa cm 12,5x25)
◊ Formazione di bordi vasca per piscine
Pezzo speciale in gres ceramico smaltato in colore testa di moro
◊ Colorazione / aspetto : sezione a semicerchio con interno smaltato lucido colore testa di moro
◊ Superficie : liscia smaltata
◊ Dimensioni : lunghezza cm 99,5 (modulo di posa cm 100), sezione a raggio 15 cm e 20 cm, spessore cm 2
◊ Formazione di canalette a pavimento per la raccolta delle acque di lavaggio
◊ Pezzi abbinati a completamento : pezzo con foro, piletta 1 ½ e 2 ½ pollici
c) gomma industriale antisdrucciolo dello spessore di 6mm da porre come rivestimento dei gradini del corpo scale interno, posti in opera mediante incollaggio con adesivi a base di resina sintetica. Particolare attenzione deve essere fatta al momento della messa in opera al fine di evitare bolle e la non perfetta sagomatura del gradino
La posa in opera dei pavimenti di qualsiasi tipo e genere dovrà essere eseguita in modo che la superficie risulti perfettamente piana; i singoli elementi dovranno combaciare esattamente tra di loro, non dovrà verificarsi nelle connessure degli elementi a contatto la benché minima ineguaglianza e, nel caso di pavimenti incollati o allettati, dovranno risultare perfettamente ancorati al substrato.
I pavimenti incollati o allettati si addentreranno per mm. 15 entro l'intonaco delle pareti che sarà tirato verticalmente sino al pavimento.
Durante la fase di posa dovrà essere curata la corretta esecuzione degli eventuali motivi ornamentali, la posa degli elementi di completamento e/o accessori, la corretta esecuzione dei giunti, delle zone di interferenza (bordi, elementi verticali, ecc.), nonché le caratteristiche di planarità o, comunque, delle conformazioni superficiali rispetto alle prescrizioni di progetto, nonché le condizioni ambientali di posa ed i tempi di maturazione.
Art. 67 - Battiscopa
I battiscopa saranno costituiti da zoccolini in PVC di altezza cm 8-10 e spessore mm 2,5 fissati mediante adesivo speciale di contatto e lastre di marmo bianco pretagliati e fissati mediante apposito adesivo.
Art. 68 - Opere in pietra
Sono previste le seguenti opere in marmo e pietre naturali:
a) xxxxxx xxxxx interne ed esterne, alzate e pedate di gradini esterni, in lastre di pietra peperino, dello spessore di cm. 3,00, levigate nelle facce in vista ove richiesto, poste in opera mediante allettamento con malta cementizia compreso le occorrenti opere murarie, beveroni, graffe e grappe di ancoraggio.
Le opere in marmo o pietra naturale dovranno corrispondere esattamente alle forme e dimensioni risultanti dai disegni di progetto ed essere lavorate secondo le prescrizioni del presente Capitolato Speciale o di quelle particolari impartite dalla Direzione dei lavori all'atto dell'esecuzione.
Prima di iniziare i lavori l'Appaltatore dovrà preparare a sue spese i campioni dei vari marmi e pietre e delle loro lavorazioni e sottoporli all'approvazione della Direzione dei lavori, alla quale spetterà in maniera esclusiva la valutazione della loro corrispondenza alle prescrizioni.
Per tutte le opere fatto obbligo all'Appaltatore di rilevare e controllare a proprie cure e spese la corrispondenza delle opere ordinate dalla Direzione dei lavori alle strutture rustiche esistenti, e di segnalarle alla D.L. tempestivamente, restando in caso contrario l'Appaltatore stesso unico responsabile della perfetta rispondenza dei pezzi all'atto della posa.
Qualunque sia il genere di lavorazione delle facce in vista, i letti di posa e le facce di combaciamento dovranno essere ridotti a perfetto piano. Non saranno tollerate smussature agli spigoli, nelle facce, stuccature in mastice e rattoppi.
I materiali che presentassero tali difetti saranno rifiutati e l'Appaltatore dovrà sostituirli immediatamente, anche se scheggiature ed ammanchi dovessero verificarsi dopo la posa in opera e ci fino al collaudo.
CAPITOLO V
ORDINE DA TENERSI NELL'ANDAMENTO DEI LAVORI E NORME PER LA MISURAZIONE E VALUTAZIONE DEI LAVORI
Art. 69 - Ordine da tenersi nell'andamento dei lavori
In genere l'Appaltatore avrà facoltà di sviluppare i lavori nel modo che crederà più conveniente per darli perfettamente compiuti nel termine contrattuale, purché esso, a giudizio della direzione, non riesca pregiudizievole alla buona riuscita delle opere ed agli interessi dell'Amministrazione.
L'Amministrazione si riserva in ogni modo il diritto di ordinare l'esecuzione di un determinato lavoro entro un prestabilito termine di tempo o di disporre l'ordine di esecuzione dei lavori nel modo che riterrà più conveniente, specialmente in relazione alle esigenze dipendenti dalla esecuzione di opere ed alla consegna delle forniture escluse dall'appalto, senza che l'Appaltatore possa rifiutarsi o farne oggetto di richiesta di speciali compensi.
L'Appaltatore presenterà alla direzione dei lavori per l'approvazione, prima dell'inizio lavori, entro sette giorni dalla data del verbale consegna lavori, il programma operativo dettagliato delle opere e dei relativi importi a cui si atterrà nell'esecuzione delle opere, in armonia col programma di cui all'art. 14 della legge 11-2-1994, n. 109 così come modificato dalla Legge 18 novembre 1998, n. 415 e presentare nello stesso tempo il P.O.S. ai sensi dell’art. 31 della legge n. 109
Dato che la gara è esperita con offerta con unico ribasso e appalto di lavori esclusivamente a corpo, l'importo di ciascuno Stato di Avanzamento dei Lavori deve essere calcolato come descritto nel Capitolato d’Xxxxx
Le norme di misurazione per la contabilizzazione delle percentuali dei gruppi di lavorazioni omogenee da riportate nel Libretto Misure saranno le seguenti:
Art. 70 - Scavi in Genere
Oltre che per gli obblighi particolari emergenti dal presente articolo, con i prezzi di elenco per gli scavi in genere l'Appaltatore devesi ritenere compensato per tutti gli oneri che esso dovrà incontrare:
- per taglio di piante, estirpazione di ceppaie, radici, ecc.;
- per il taglio e lo scavo con qualsiasi mezzo delle materie sia asciutte che bagnate, di qualsiasi consistenza ed anche in presenza d'acqua;
- per paleggi, innalzamento, carico, trasporto e scarico a rinterro od a rifiuto entro i limiti previsti in elenco prezzi, sistemazione della materie di rifiuto, deposito provvisorio e successiva ripresa;
- per la regolazione delle scarpate o pareti, per lo spianamento del fondo, per la formazione di gradoni, attorno e sopra le condotte di acqua od altre condotte in genere, e sopra le fognature o drenaggi secondo le sagome definitive di progetto;
- per puntellature, sbadacchiature ed armature di qualsiasi importanza e genere secondo tutte le prescrizioni contenute nel presente capitolato, comprese le composizioni, scomposizioni, estrazioni ed allontanamento, nonché sfridi, deterioramenti, perdite parziali o totali del legname o dei ferri;
- per impalcature ponti e costruzioni provvisorie, occorrenti sia per il trasporto delle materie di scavo e sia per la formazione di rilevati, per passaggi, attraversamenti, ecc.;
- per ogni altra spesa necessaria per l'esecuzione completa degli scavi.
La misurazione degli scavi verrà effettuata nei seguenti modi:
- il volume degli scavi di sbancamento verrà determinato con il metodo delle sezioni ragguagliate in base ai rilevamenti eseguiti in contraddittorio con l'Appaltatore, prima e dopo i relativi lavori;
- gli scavi di fondazione saranno computati per un volume uguale a quello risultante dal prodotto della base di fondazione per la sua profondità sotto il piano degli scavi di sbancamento, ovvero del terreno naturale quando detto scavo di sbancamento non viene effettuato.
Al volume così calcolato si applicheranno i vari prezzi fissati nell'elenco per tali scavi; vale a dire che essi saranno valutati sempre come eseguiti a pareti verticali ritenendosi già compreso e compensato con il prezzo unitario di elenco ogni maggiore scavo.
Tuttavia per gli scavi di fondazione da eseguire con l'impiego di casseri, paratie o simili strutture, sarà incluso nel volume di scavo per fondazione anche lo spazio occupato dalle strutture stesse.
I prezzi di elenco, relativi agli scavi di fondazione, sono applicabili unicamente e rispettivamente ai volumi di scavo compresi fra piani orizzontali consecutivi, stabiliti per diverse profondità, nello stesso elenco dei prezzi. Pertanto la valutazione dello scavo risulterà definita per ciascuna zona, dal volume ricadente nella zona stessa e dall'applicazione ad esso del relativo prezzo di elenco.
Art. 71 - Murature in Genere
Tutte le murature in genere, salvo le eccezioni in appresso specificate, saranno misurate geometricamente, a volume od a superficie, secondo la categoria, in base a misure prese sul vivo dei muri, esclusi cioè gli intonaci. Sarà fatta deduzione di tutti i vuoti di luce superiore a 1,00 m² e dei vuoti di canne fumarie, canalizzazioni, ecc., che abbiano sezione superiore a 0,25 m², rimanendo per questi ultimi, all'Appaltatore, l'onere della loro eventuale chiusura con materiale in cotto. Così pure sarà sempre fatta deduzione del volume corrispondente alla parte incastrata di pilastri, piattabande, ecc., di strutture diverse nonché di pietre naturali od artificiali, da pagarsi con altri prezzi di tariffa.
Nei prezzi unitari delle murature di qualsiasi genere, qualora non debbano essere eseguite con paramento di faccia vista, si intende compreso il rinzaffo delle facce visibili dei muri. Tale rinzaffo sarà sempre eseguito, ed è compreso nel prezzo unitario, anche a tergo dei muri che debbono essere poi caricati a terrapieni. Per questi ultimi muri è pure sempre compresa l'eventuale formazione di feritoie regolari e regolarmente disposte per lo scolo delle acque ed in generale quella delle ammorsature e la costruzione di tutti gli incastri per la posa in opera della pietra da taglio od artificiale.
Nei prezzi della muratura di qualsiasi specie si intende compreso ogni onere per la formazione di spalle, sguinci, canne, spigoli, strombature, incassature per imposte di archi, volte e piattabande.
Qualunque sia la curvatura data alla pianta ed alle sezioni dei muri, anche se si debbano costruire sotto raggio, le relative murature non potranno essere comprese nella categoria delle volte e saranno valutate con i prezzi delle murature rette senza alcun compenso in più.
Le ossature di cornici, cornicioni, lesene, pilastri, ecc., di aggetto superiore a 5 cm sul filo esterno del muro, saranno valutate per il loro volume effettivo in aggetto con l'applicazione dei prezzi di tariffa stabiliti per le murature.
Per le ossature di aggetto inferiore ai 5 cm non verrà applicato alcun sovrapprezzo.
Quando la muratura in aggetto è diversa da quella del muro sul quale insiste, la parte incastrata sarà considerata come della stessa specie del muro stesso
Le murature di mattoni ad una testa od in foglio si misureranno a vuoto per pieno, al rustico, deducendo soltanto le aperture di superficie uguale o superiori a 1 m², intendendo nel prezzo compensata la formazione di sordini, spalle, piattabande, ecc., nonché eventuali intelaiature in legno che la Direzione dei lavori ritenesse opportuno di ordinare allo scopo di fissare i serramenti al telaio anziché alla parete.
Art. 72 - Murature in Pietra da Xxxxxx
La pietra da taglio da pagarsi a volume sarà sempre valutata a metro cubo in base al volume del primo parallelepipedo retto rettangolare, circoscrivibile a ciascun pezzo. Le lastre, i lastroni e gli altri pezzi da pagarsi a superficie, saranno valutati in base al minimo rettangolo circoscrivibile.
Per le pietre di cui una parte viene lasciata grezza, si comprenderà anche questa nella misurazione, non tenendo però alcun conto delle eventuali maggiori sporgenze della parte non lavorata in confronto delle dimensioni assegnate dai tipi prescritti.
Nei prezzi relativi di elenco si intenderanno sempre compresi tutti gli oneri specificati nelle norme sui materiali e sui modi di esecuzione.
Art. 73 - Calcestruzzi
I calcestruzzi per fondazioni, murature, volte, ecc., e le strutture costituite da getto in opera, saranno in genere pagati a metro cubo e misurati in opera in base alle dimensioni prescritte, esclusa quindi ogni eccedenza, ancorché inevitabile, dipendente dalla forma degli scavi aperti e dal modo di esecuzione dei lavori. Nei relativi prezzi, oltre agli oneri delle murature in genere, si intendono compensati tutti gli oneri specificati nelle norme sui materiali e sui modi di esecuzione.
Art. 74 - Conglomerato Cementizio Armato
Il conglomerato per opere in cemento armato di qualsiasi natura e spessore sarà valutato per il suo volume
effettivo, senza detrazione del volume del ferro che verrà pagato a parte.
Quando trattasi di elementi a carattere ornamentale gettati fuori opera (pietra artificiale), la misurazione verrà effettuata in ragione del minimo parallelepipedo retto a base rettangolare circoscrivibile a ciascun pezzo, e nel relativo prezzo si deve intendere compreso, oltre che il costo dell'armatura metallica, tutti gli oneri specificati nelle norme sui materiali e sui modi di esecuzione, nonché la posa in opera, sempreché non sia pagata a parte.
I casseri, le casseforme e le relative armature di sostegno, se non comprese nei prezzi di elenco del conglomerato cementizio, saranno computati separatamente con i relativi prezzi di elenco. Pertanto, per il compenso di tali opere, bisognerà attenersi a quanto previsto nell'Elenco dei Prezzi Unitari.
Nei prezzi del conglomerato sono inoltre compresi tutti gli oneri derivanti dalla formazione di palchi provvisori di servizio, dall'innalzamento dei materiali, qualunque sia l'altezza alla quale l'opera di cemento armato dovrà essere eseguita, nonché per il getto e la vibratura.
Il ferro tondo per armature di opere di cemento armato di qualsiasi tipo nonché la rete elettrosaldata sarà valutato secondo il peso effettivo; nel prezzo oltre alla lavorazione e lo sfrido è compreso l'onere della legatura dei singoli elementi e la posa in opera dell'armatura stessa.
Art. 75 - Solai
Si riportano i criteri di valutazione per i solai anche se non previsti in questo appalto. questi criteri avranno valore se durante i lavori si rendesse necessario mettere in opera nuovi solai o solette.
I solai interamente di cemento armato (senza laterizi) saranno valutati al metro cubo come ogni altra opera di cemento armato.
Ogni altro tipo di solaio, qualunque sia la forma, sarà invece pagata al metro quadrato di superficie netta misurato all'interno dei cordoli e delle travi di calcestruzzo, esclusi, quindi, la presa e l'appoggio su cordoli perimetrali o travi di calcestruzzo o su eventuali murature portanti.
Nei prezzi dei solai in genere è compreso l'onere per lo spianamento superiore della caldana, nonché ogni opera e materiale occorrente per dare il solaio completamente finito, come prescritto nelle norme sui materiali e sui modi di esecuzione. Nel prezzo dei solai, di tipo prefabbricato, misti di cemento armato, anche predalles o di cemento armato precompresso e laterizi sono escluse la fornitura, lavorazione e posa in opera del ferro occorrente, è invece compreso il noleggio delle casseforme e delle impalcature di sostegno di qualsiasi entità, con tutti gli oneri specificati per le casseforme dei cementi armati.
Il prezzo a metro quadrato dei solai suddetti si applicherà senza alcuna maggiorazione anche a quelle porzioni in cui, per resistere a momenti negativi, il laterizio sia sostituito da calcestruzzo; saranno però pagati a parte tutti i cordoli perimetrali relativi ai solai stessi.
Art. 76 - Messa in opera dei controsoffitti in cartongesso
I controsoffitti piani saranno pagati in base alla superficie della loro proiezione orizzontale. E' compreso e compensato nel prezzo anche il raccordo con eventuali muri perimetrali curvi, tutte le forniture, magisteri e mezzi d'opera per dare controsoffitti finiti in opera come prescritto nelle norme sui materiali e sui modi di esecuzione; è esclusa e compensata a parte l'orditura portante principale.
Art. 77 - Vespai
Nei prezzi dei vespai è compreso ogni onere per la fornitura di materiali e posa in opera come prescritto nelle norme sui modi di esecuzione. La valutazione sarà effettuata al metro cubo di materiali in opera.
Art. 78 - Pavimenti
I pavimenti, di qualunque genere, saranno valutati per la superficie vista tra le pareti intonacate dell'ambiente. Nella misura non sarà perciò compresa l'incassatura dei pavimenti nell'intonaco.
I prezzi di elenco per ciascun genere di pavimento comprendono l'onere per la fornitura dei materiali e per ogni lavorazione intesa a dare i pavimenti stessi completi e rifiniti come prescritto nelle norme sui materiali e sui modi di esecuzione, compreso il sottofondo.
In ciascuno dei prezzi concernenti i pavimenti, anche nel caso di sola posa in opera, si intendono compresi gli oneri, le opere di ripristino e di raccordo con gli intonaci, qualunque possa essere l'entità delle opere stesse.
Art. 79 - Rivestimenti di Pareti.
I rivestimenti di piastrelle o di mosaico verranno misurati per la superficie effettiva qualunque sia la sagoma e la posizione delle pareti da rivestire. Nel prezzo al metro quadrato sono comprese la fornitura e la posa in opera di tutti i pezzi speciali di raccordo, angoli, ecc., che saranno computati nella misurazione, nonché l'onere per la preventiva preparazione con malta delle pareti da rivestire, la stuccatura finale dei giunti e la fornitura di collante per rivestimenti.
Art. 80 - Fornitura in Opera dei Marmi, Pietre Naturali od Artificiali.
I prezzi della fornitura in opera dei marmi e delle pietre naturali od artificiali, previsti in elenco saranno applicati alle superfici effettive dei materiali in opera. Ogni onere derivante dall'osservanza delle norme, prescritte nel presente capitolato, si intende compreso nei prezzi.
Specificatamente detti prezzi comprendono gli oneri per la fornitura, lo scarico in cantiere, il deposito e la provvisoria protezione in deposito, la ripresa, il successivo trasporto ed il sollevamento dei materiali a qualunque altezza, con eventuale protezione, copertura o fasciatura; per ogni successivo sollevamento e per ogni ripresa con boiacca di cemento od altro materiale, per la fornitura di lastre di piombo, di grappe, staffe, regolini, chiavette, perni occorrenti per il fissaggio; per ogni occorrente scalpellamento delle strutture murarie e per la successiva, chiusura e ripresa delle stesse, per la stuccatura dei giunti, per la pulizia accurata e completa, per la protezione a mezzo di opportune opere provvisorie delle pietre già collocate in opera, e per tutti i lavori che risultassero necessari per il perfetto rifinimento dopo la posa in opera.
I prezzi di elenco sono pure comprensivi dell'onere dell'imbottitura dei vani dietro i pezzi, fra i pezzi stessi o comunque tra i pezzi e le opere murarie da rivestire, in modo da ottenere un buon collegamento e, dove richiesto, un incastro perfetto.
Art. 81 - Intonaci.
I prezzi degli intonaci saranno applicati alla superficie intonacata senza tener conto delle superfici laterali di risalti, lesene e simili. Tuttavia saranno valutate anche tali superfici laterali quando la loro larghezza superi 5 cm. Varranno sia per superfici piane che curve. L'esecuzione di gusci di raccordo, se richiesti, negli angoli fra pareti e soffitto e fra pareti e pareti, con raggio non superiore a 15 cm, è pure compresa nel prezzo, avuto riguardo che gli intonaci verranno misurati anche in questo caso come se esistessero gli spigoli vivi.
Nel prezzo degli intonaci è compreso l'onere della ripresa, dopo la chiusura, di tracce di qualunque genere, della muratura di eventuali ganci al soffitto e delle riprese contro pavimenti, zoccolatura e serramenti.
I prezzi dell'elenco valgono anche per intonaci su murature di mattoni forati dello spessore di una testa, essendo essi comprensivi dell'onere dell'intasamento dei fori dei laterizi.
Gli intonaci interni sui muri di spessore maggiore di 15 cm saranno computati a vuoto per pieno, a compenso dell'intonaco nelle riquadrature dei vani, che non saranno perciò sviluppate. Tuttavia saranno detratti i vani di superficie maggiore di 4 m², valutando a parte la riquadratura di detti vani.
Gli intonaci interni su tramezzi in foglio od ad una testa saranno computati per la loro superficie effettiva, dovranno essere pertanto detratti tutti i vuoti di qualunque dimensione essi siano ed aggiunte le loro riquadrature.
Nessuno speciale compenso sarà dovuto per gli intonaci eseguiti a piccoli tratti anche in corrispondenza di spalle e mazzette di vani di porte e finestre.
Art. 82 - Tinteggiature, Coloriture e Verniciature.
Nei prezzi delle tinteggiature, coloriture e verniciature in genere sono compresi tutti gli oneri prescritti nelle norme sui materiali e sui modi di esecuzione del presente capitolato oltre a quelli per mezzi d'opera, trasporto, sfilatura e rinfilatura di infissi, ecc.
Le tinteggiature interne ed esterne per pareti e soffitti saranno in generale misurate con le stesse norme sancite per gli intonaci.
Per la coloritura o verniciatura degli infissi e simili si osservano le norme seguenti:
- per le porte, bussole e simili, si computerà due volte la luce netta del l'infisso, oltre alla mostra o allo sguincio, se ci sono, non detraendo l'eventuale superficie del vetro.
E' compresa con ciò anche la verniciatura del telaio per muri grossi o del cassettoncino tipo romano per tramezzi e dell'imbotto tipo lombardo, pure per tramezzi. La misurazione della mostra e dello sguincio sarà eseguita in proiezione su piano verticale parallelo a quello medio della bussola (chiusa) senza tener conto
di sagome, risalti o risvolti;
- per le opere di ferro semplici e senza ornati, quali finestre grandi e vetrate e lucernari, serrande avvolgibili a maglia, saranno computati i tre quarti della loro superficie complessiva, misurata sempre in proiezione, ritenendo così compensata la coloritura di sostegni, grappe e simili accessori, dei quali non si terrà conto alcuno nella misurazione;
- per le opere di ferro di tipo normale a disegno, quali ringhiere, cancelli anche riducibili, inferriate e simili, sarà computata due volte l'intera loro superficie, misurata con le norme e con le conclusioni di cui alla lettera precedente;
- per le serrande di lamiera ondulata o ad elementi di lamiera sarà computato due volte e mezza la luce netta del vano, in altezza, tra la soglia e la battitura della serranda, intendendo con ciò compensato anche la coloritura della superficie non in vista.
Tutte le coloriture o verniciature si intendono eseguite su ambo le facce e con rispettivi prezzi di elenco si intende altresì compensata la coloritura, o verniciatura di nottole, braccioletti e simili accessori.
Art. 83 - Infissi di alluminio.
Gli infissi di alluminio, come finestre, vetrate di ingresso, porte, pareti a facciate continue, saranno valutati od a cadauno elemento od al metro quadrato di superficie misurata all'esterno delle mostre e coprifili e compensati con le rispettive voci d'elenco. Nei prezzi sono compresi i controtelai da murare, tutte le ferramenta e le eventuali pompe a pavimento per la chiusura automatica delle vetrate, nonché tutti gli oneri derivanti dall'osservanza delle norme e prescrizioni contenute nelle norme sui materiali e sui modi di esecuzione.
Art. 84 - Lavori di metallo.
Tutti i lavori di metallo saranno in generale valutati a peso ed i relativi prezzi verranno applicati al peso effettivo dei metalli stessi a lavorazione completamente ultimata e determinato prima della loro posa in opera, con pesatura diretta fatta in contraddittorio ed a spese dell'Appaltatore, escluse ben inteso dal peso le verniciature e coloriture.
Nei prezzi dei lavori in metallo è compreso ogni e qualunque compenso per forniture accessorie, per lavorazioni, montatura e posizione in opera.
Art. 85 - Manodopera.
Gli operai per i lavori in economia dovranno essere idonei al lavoro per il quale sono richiesti e dovranno essere provvisti dei necessari attrezzi.
L'Appaltatore è obbligato, senza compenso alcuno, a sostituire tutti quegli operai che non soddisfino alla direzione dei lavori.
Circa le prestazioni di mano d'opera saranno osservate le disposizioni e convenzioni stabilite dalle leggi e dai contratti collettivi di lavoro, stipulati e convalidati a norma delle leggi sulla disciplina giuridica dei rapporti collettivi.
Nell'esecuzione dei lavori che formano oggetto del presente appalto, l'Appaltatore si obbliga ad applicare integralmente tutte le norme contenute nel contratto collettivo nazionale di lavoro per gli operai dipendenti dalle aziende industriali edili ed affini e negli accordi locali integrativi dello stesso, in vigore per il tempo e nella località in cui si svolgono i lavori anzidetti.
L'Appaltatore si obbliga altresì ad applicare il contratto e gli accordi medesimi anche dopo la scadenza e fino alla sostituzione e, se cooperative, anche nei rapporti con i soci.
I suddetti obblighi vincolano l'Appaltatore anche se non sia aderente alle associazioni stipulanti o receda da esse e indipendentemente dalla natura industriale della stessa e da ogni altra sua qualificazione giuridica, economica o sindacale.
L'Appaltatore è responsabile in rapporto alla Stazione appaltante dell'osservanza delle norme anzidette da parte degli eventuali subappaltatori nei confronti dei rispettivi loro dipendenti, anche nei casi in cui il contratto collettivo non disciplini l'ipotesi del subappalto.
Il fatto che il subappalto sia o non sia stato autorizzato, non esime l'Impresa dalla responsabilità di cui al comma precedente e ciò senza pregiudizio degli altri diritti della Stazione appaltante.
Non sono, in ogni caso, considerati subappalti le commesse date dall'Impresa ad altre imprese:
a) per la fornitura di materiali;
b) per la fornitura anche in opera di manufatti ed impianti speciali che si eseguono a mezzo di Ditte
specializzate.
Art. 86 - Noleggi.
Le macchine e gli attrezzi dati a noleggio debbono essere in perfetto stato di servibilità e provvisti di tutti gli accessori necessari per il loro regolare funzionamento. Sono a carico esclusivo dell'Appaltatore la manutenzione degli attrezzi e delle macchine.
Il prezzo comprende gli oneri relativi alla mano d'opera, al combustibile, ai lubrificanti, ai materiali di consumo, all'energia elettrica ed a tutto quanto occorre per il funzionamento delle macchine.
Con i prezzi di noleggio delle motopompe oltre la pompa sono compensati il motore, o la motrice, il gassogeno, e la caldaia, la linea per il trasporto dell'energia elettrica ed, ove occorra, anche il trasformatore. I prezzi di noleggio di meccanismi in genere si intendono corrisposti per tutto il tempo durante il quale i meccanismi rimangono a piè d'opera a disposizione dell'Amministrazione e cioè anche per le ore in cui i meccanismi stessi non funzionano, applicandosi il prezzo stabilito per meccanismi in funzione soltanto alle ore in cui essi sono in attività di lavoro; quello relativo a meccanismi in riposo in ogni altra condizione di cose anche per tutto il tempo impiegato per riscaldare la caldaia e per portare a regime i meccanismi.
Nel prezzo del noleggio sono compresi e compensati gli oneri e tutte le spese per il trasporto a piè d'opera, montaggio, smontaggio ed allontanamento dei detti meccanismi.
Per il noleggio dei carri e degli autocarri il prezzo verrà corrisposto soltanto per le ore di effettivo lavoro rimanendo escluso ogni compenso per qualsiasi altra causa o perditempo.
Art. 87- Trasporti.
Con i prezzi dei trasporti si intende compensata anche la spesa per i materiali di consumo, la mano d'opera del conducente, e ogni altra spesa occorrente.
I mezzi di trasporto per i lavori in economia debbono essere forniti in pieno stato di efficienza e corrispondere alle prescritte caratteristiche.
La valutazione delle materie da trasportare è fatta a seconda dei casi, a volume od a peso con riferimento alla distanza.
CAPITOLO VI
PARTI MECCANICHE
Art. 88 - Capitolato impianti parti meccaniche
Art. 88.1 GENERALITA’
Le centrali tecnologiche a servizio della piscina saranno ubicate al piano interrato con l’eccezione della centrale termica che verrà installata esternamente al piano terra nella posizione indicata negli elaborati di progetto.
Le centrali tecnologiche relative agli impianti meccanici sono le seguenti
- Trattamento acqua della piscina (oggetto del 1° stralcio e completamente realizzata)
- Centrale termica
- Sottostazione di pompaggio
- Centrale idrica
- Centrali di ventilazione per il trattamento dell’aria.
Il riscaldamento dello spazio della piscina vero e proprio sarà realizzato attraverso un impianto a tutt’aria parzialmente ricircolata. Le centrali di trattamento aria a servizio della piscina vera e propria saranno appunto installate al piano interrato e consentiranno il controllo dei parametri termoigrometrici della piscina vera e propria. Per evitare fenomeni di condensa sulle estese superfici vetrate caratteristiche della piscina il progetto ha previsto la realizzazione di un impianto aeraulico doppio: uno che alimenti le vetrate e ne controlli l’umidità l’altro per il trattamento dell’aria del volume piscina e che ne controlli i parametri di confort dello spazio stesso.
L’impianto aeraulico di distribuzione dell’aria a servizio di questo spazio è stato oggetto del 1° stralcio, mentre la fornitura e posa in opera delle centrali di trattamento aria (CTA 1 CTA 2) e le opere relative al raccordo delle medesime all’impianto realizzato è oggetto del presente stralcio.
Gli spogliatoi e gli spazi di servizio saranno riscaldati attraverso un impianto a pavimento.
L’adeguato rinnovo dell’aria in questi spazi sarà realizzato attraverso tre recuperatori di calore a flusso incrociato installati in controsoffitto che consentiranno l’immissione dell’aria di rinnovo e l’estrazione dell’aria esausta dai servizi. La completa realizzazione di tutti gli impianti relativi alla spogliatoi è oggetto del presente stralcio.
Allo stesso modo, è oggetto del presente stralcio la fornitura e realizzazione della centrale termica, della sottocentrale di pompaggio, della centrale idrica sanitaria, della pressurizzazione antincendio (mentre l’impianto idrico antincendio è stato oggetto del 1° stralcio), dell’impianto di distribuzione del fluido termovettore alle ventilanti e all’impianto a pavimento, l’impianto idrico sanitario e l’impianto di scarico relativo agli spogliatoi.
Sono inoltre previsti nel presente stralcio le linee di adduzione gas, acqua, dalla fornitura fino all’utenza come indicato negli elaborati di progetto.
Art. 88.2 CENTRALE TERMICA
L’acqua calda per riscaldamento dell’acqua della piscina, per il riscaldamento degli ambienti, per la produzione di acqua calda sanitaria sarà prodotta da una centrale termica installata all’esterno al piano terra; pertanto sarà idonea ad essere installata esternamente. La centrale sarà composta da moduli termici che consentiranno di modulare la potenza prodotta in relazione alle effettive esigenze. La potenza termica al focolare min/max è 15-540 kW, che consente pertanto una modulazione estremamente fine.
E’ composta da tre generatori di calore di costruzione Riello mod. CONDEXA PRO EXT180 o similare. Ciascun generatore è composto da 4 generatori di calore ad acqua calda a condensazione, modulare, modulante, con bruciatori premiscelati, da esterno (IPX4D), a basse emissioni inquinanti (classe 5) di tipo B23.
Portata termica (focolare) min/max compresa tra 15 - 180 kW Rendimento utile a Pn max con temperatura 80°/60°C del 98,4% Rendimento utile a Pn max con temperatura 50°/30°C del 107,7% Rendimento utile al 30% Pn max con temperatura 80°/60°C del 108,7% Temperatura fumi maggiore di 5°C rispetto alla temperatura di ritorno
Ogni condexa pro ext 180 è costituita da:
Armadio di contenimento in acciaio inox per esterni, chiudibile a chiave per evitare manomissioni, completo di:
- 4 generatori di calore ad acqua calda
- collettori di mandata e di ritorno con attacchi flangiati DN 125 PN 6
- collettore di alimentazione gas DN 80 PN 6
- collettore fumi DN 160 in PP posto all’interno dell’armadio metallico
- quadro elettrico generale
- grado di protezione elettrica IP X4D.
Generatore di calore, composto da:
- 3-4 unità di combustione
- rubinetto intercettazione alimentazione gas
- circolatore posizionato tra collettore di ritorno e singola cella
- valvola unidirezionale e rubinetti di intercettazione mandata e ritorno
- rubinetto di scarico circuito idraulico
- sifone per lo scarico condensa
- display con visualizzazione stato caldaia, temperatura, parametri ed autodiagnosi
- interruttore bipolare
- funzione antilegionella per l’eventuale bollitore abbinato (solo con comando remoto abbinato)
- predisposizione per gestire fino a 60 elementi termici comandati dalla caldaia versione Master, con rotazione della sequenza e
selezione della strategia di cascata
- valvola di sicurezza 5,5 bar
- ingresso 0-10 Vdc lineare per richiesta di calore in potenza o in temperatura
- uscita a relè per segnalazioni a distanza degli allarmi
- predisposizione per possibile collegamento a bollitore esterno completo di sonda/termostato e circolatore, un impianto diretto con circolatore e termostato e in impianto miscelato con circolatore, valvola miscelatrice e termostato oppure una valvola miscelatrice indipendente la cui pompa è gestita esternamente da un termostato ed un circolatore caldaia
- pressione massima di esercizio riscaldamento 6 bar
La singola unità di combustione, composta da:
- bruciatore premiscelato a microfiamma e a basse emissioni inquinanti classe 5 nox
- accensione elettronica con controllo di fiamma a ionizzazione con elettrodo unico
- scambiatore da 45 kW con serpentina corrugata bimetallica: rame lato acqua e acciaio inossidabile lato fumi
- rapporto di modulazione > 3:1 (45 kW)
- funzionamento in climatico con sonda esterna
- interruttore di sezionamento per ciascun elemento termico
- termostato di sicurezza a riarmo manuale su ogni elemento termico
- sonde caldaia di tipo NTC di mandata e ritorno
- circolatore per ogni elemento termico
- valvola di sfiato automatica
- sezionatore mandata e ritorno sul collettore
- valvola di non ritorno
- sonda fumi su ogni elemento
- sistema antigelo di primo livello per temperatura fino a 3°C
- sistema anti-bloccaggio del circolatore
- pressostato differenziale per sicurezza circolazione acqua
- valvola di sicurezza 5,5 bar per ogni elemento termico
- pressione massima di esercizio riscaldamento 6 bar
- conforme alle norme CEI
- grado di protezione elettrica IPX4D
- basse emissioni classe 5 NOx : valore ponderato 14 ppm - 25 mg/kWh
- conforme alla direttiva 90/396/XXX - xxxxxxxxx CE
- conforme alla direttiva 89/336/CEE (compatibilità elettromagnetica)
- conforme alla direttiva 73/23/CEE (bassa tensione)
- conforme alla direttiva 92/42/CEE (rendimenti) – 4 stelle.
Art. 88.3 SOTTOSTAZIONE DI POMPAGGIO
Al piano interrato nel locale adiacente a quello di trattamento dell’acqua della piscina realizzato nel primo
stralcio sarà realizzata la sottocentrale di pompaggio per alimentare le CTA, i recuperatori di calore, l’impianto a pavimento, gli scambiatori di calore per riscaldare l’acqua della piscina, lo scambiatore per la produzione dell’acqua calda sanitaria.
La sottostazione sarà quindi composta da due collettori, uno di mandata e uno di ritorno che fanno capo ai circuiti di alimentazione alle unità appena descritte. Questi ultimi saranno idraulicamente collegati alla centrale termica appena descritta secondo uno schema primario-secondario, in modo da rendere temperature e portate del secondario indipendenti da quelle della centrale termica. E’ previsto inoltre l’installazione di un separatore idraulico tra la centrale e i collettori in modo da ottimizzare il funzionamento della centrale termica nel rispetto di quanto appena descritto.
Gli apparecchi utilizzatori “ad alta temperatura” e in particolare gli scambiatori acqua piscine, lo scambiatore di produzione acqua calda sanitaria e le batterie delle ventilanti sono stati dimensionati considerando come ipotesi di progetto una temperatura in ingresso di 52°C e un delta T di 10°C.
Questo consentirà al generatore di calore di condensare in modo copioso in ogni condizione di carico impostando una temperatura di ritorno al generatore prossima a 30°C. Risulterà pertanto massimo il rendimento dell’impianto di produzione calore.
Come indicato negli elaborati di progetto i circuiti di distribuzione saranno cinque; un circuito miscelato e quattro circuiti diretti ad alta temperatura.
La centrale di pompaggio è gestita in modo completamente automatico dal sistema DDC che riceverà i dati di funzionamento, i segnali di controllo e gli allarmi fornendo i comandi di azionamento e regolazione secondo le sequenze e i parametri progettati.
Art. 88.4 ELETTROPOME CENTRIFUGHE
Per la circolazione dei vari fluidi dovrà essere prevista la installazione di gruppi di elettropompe centrifughe di circolazione, inserite nei circuiti idraulici di competenza così come riportato nello schema funzionale allegato.
Ciascuna elettropompa sarà gemellare.
Ogni elettropompa centrifuga monoblocco ad asse orizzontale, costruzione ksb o similare, sarà del tipo in linea ed avrà corpo in ghisa di qualità, albero e girante di acciaio inox ad alta resistenza AISI 304 albero equilibrato staticamente e dinamicamente, accoppiata a motore elettrico asincrono a quattro poli 1.400 g/1’, protezione IP55, isolamento classe E secondo Norme CEI, tensione di funzionamento 220/380 V – 50 Hz, pressione di esercizio 16 bar.
Ognuna delle elettropompe sarà completa di saracinesche di intercettazione, valvola di ritegno, filtro raccoglitore di impurità, manometri indicatori, giunti antivibranti per il collegamento alle tubazioni e supporti antivibranti.
Le caratteristiche funzionali di tali elettropompe dovranno essere scelte in funzione delle caratteristiche idrauliche dei circuiti in cui risultano inserite e del tipo di apparecchiature installate.
In ogni caso esse non potranno essere inferiori per portata e prevalenza a quelle specificate nei grafici di progetto.
Art. 88.5 RETI DI DISTRIBUZIONE ACQUA CALDA RISCALDAMENTO
Sono previsti cinque circuiti:
- circuito pannelli radianti
- circuito recuperatori
- circuito CTA
- circuito sanitario
- circuito scambiatori di riscaldamento acqua piscine
Tutti i circuiti sono previsti a portata costante con pompe gemellari; il circuito che alimenta l’impianto a
pavimento è un circuito miscelato gestito da una regolazione climatica, mentre tutti gli altri sono circuiti diretti. Questi sono stati dimensionati nelle condizioni più gravose imponendo una temperatura al collettore di mandata di 55°C con un delta T di 10°C.
Le reti di distribuzione agli utilizzatori (CTA, recuperatori, pannelli radianti…) sarà realizzata con tubazioni in acciaio nero trafilato delle dimensioni e caratteristiche indicate negli elaborati di progetto.
Il dimensionamento delle reti è stato realizzato in base alle portate previste nei vari tronchi a valori della velocità dell’acqua inferiori a 1.5 m/s nelle linee principali e inferiori a 1.0 m/s nelle linee secondarie, utilizzando le relazioni di Xxxxxxxxx e White.
Le linee di distribuzione verranno posate in vista al piano interrato e in controsoffitto al piano terreno per alimentare i collettori dei pannelli radianti e i recuperatori di calore.
Al di fuori della sottocentrale di pompaggio la distribuzione avverrà lungo il corridoio che al piano interrato circonda la piscina grande. Tutte le tubazioni di distribuzione sono previste isolate con spessori differenti a seconda del loro posizionamento e ricoperte di un rivestimento in PVC. Al piano interrato lo spessore di isolante sarà massimo, minore al piano terreno essendo posizionate nel controsoffitto di locali riscaldati. Le tubazioni saranno posate per mezzo di staffaggi in acciaio zincato ancorati al soffitto ad una distanza inferiore a m 2.5. Gli staffaggi devono essere realizzati in modo da consentire alle tubazioni le opportune dilatazioni lungo l’asse principale senza indurre sollecitazioni.
I collettori dei pannelli radianti saranno installati incassati a muro, pertanto l’alimentazione terminale a questi ultimi sarà realizzata in traccia.
Art. 88.6 VALVOLAME ED ACCESSORI
Le valvole di intercettazione, i filtri, le valvole di scarico ecc., dovranno essere montate ove indicato nei grafici esecutivi allegati.
In particolare:
a) - le saracinesche di intercettazione DN>50 mm per tutte le utenze delle centrali tecniche saranno in ghisa PN 16 del tipo a corpo ovale, con attacchi a flangia, complete di controflange, guarnizioni e bulloni, adatte per temperature di esercizio fino a 120°C, costruzione KSB o similare approvato.
Esse dovranno avere corpo, cuneo, cappello, premistoppa e volantino in ghisa, albero di ottone trafilato con madrevite in bronzo, flange e controflange forate e lavorate UNI PN 16 con risvolto tornito.
Per DN<50 mm esse saranno del tipo a sfera a passaggio pieno, in acciaio serie pesante, con corpo in acciaio al carbonio e sfere in acciaio inox, attacchi filettati, con leva di comando, a chiusura rapida, a perfetta tenuta, sempre con pressione di esercizio PN 16, costruzione KSB o similare approvato.
Per i collettori principali di distribuzione è richiesto l'uso di valvole dello stesso tipo per ragioni di uniformità.
b) - le valvole di ritegno per tutte le utenze della centrale termofrigorifera saranno in ghisa PN 16, del tipo a tappo con molla di chiusura, a flusso avviato, con attacchi a flangia, complete di controflange, guarnizioni e bulloni, adatte per temperatura di esercizio fino a 300° C, costruzione KSB o similare approvato.
c) - i filtri per tutte le utenze di centrali tecnologiche saranno del tipo ad " Y " in ghisa PN 16 per DN>50 mm o in bronzo per DN<50 mm, sempre PN 16 con attacchi a flangia o manicotti, completi di controflange, bulloni e guarnizioni, adatti per temperature fino a 225° C, con cestello in acciaio inox, guarnizioni in klingerite ed elemento filtrante in lamiera di acciaio inox spessore 5/10, con fori di diametro non superiore a 0.6 mm.
d) - i giunti antivibranti per connessione idrauliche, da montare sulle connessioni idrauliche delle elettropompe, dei serbatoi di accumulo, del gruppo di pressurizzazione antincendio, dei gruppi refrigeratori d’acqua, ecc. saranno in tela gomma armata, campo di impiego PN 16, temperatura fino a 300° C, attacchi a flangia, completi di controflange, guarnizioni e bulloni.
e) - i supporti antivibranti delle unità di trattamento, ecc. dovranno essere del tipo a molla, adatti ad ammortizzare le vibrazioni prodotte, e calcolati in funzione delle caratteristiche costruttive e funzionali delle apparecchiature, secondo le indicazioni del costruttore.
f) - i rubinetti di scarico e di sfogo saranno del tipo a maschio con premistoppa in esecuzione PN16. Quelli di scarico saranno muniti di attacco a portagomma.
g) - le valvole di sfogo d'aria automatiche saranno del tipo a galleggiante, esecuzione in acciaio PN 16, corredate di rubinetti di intercettazione manuali.
h) - gli ammortizzatori di colpi di ariete saranno costruiti interamente in acciaio inox, pressione di esercizio PN16, del tipo ad espansione elastica per colonne di diametro fino a 2”. Per le colonne di diametro maggiore si devono adottare barilotti a cuscino d’aria ripristinabile costituiti da tronco di tubo di diametro non inferiore a 80 mm con fondi bombati saldati, lunghezza 500 mm ca.
I barilotti devono essere zincati dopo la lavorazione.
i) - gli scarichi a pavimento in ghisa dovranno avere un corpo in ghisa pesante, vaschetta di raccolta e un filtro perforato o asolato in bronzo cromato o ottone nichelato e un sifone separato in ghisa. La griglia deve avere un collarino di aggiustaggio. Fornire, come necessario, un adatto dispositivo di attacco idoneo per il fissaggio della scossalina o della membrana impermeabile. La piastra forata dovrà avere un collarino di aggiustaggio. Provvedere, come richiesto, adatti dispositivi per l’attacco alla scossalina o alla membrana impermeabile. Gli scarichi di dimensioni 50, 80, 100 millimetri dovranno avere una griglia con area minima di libero scolo di 32, 70, 116 centimetri quadrati rispettivamente.
l) - i bocchettoni di scarico saranno in ghisa zincata a caldo con un corpo del diametro minimo di 15 centimetri, connessione di scarico laterale a 45 gradi con dispositivo di serraggio della scossalina con
attacco all’impalcato e griglietta a cupola di chiusura in ghisa ad alto tenore di carbonio. L’area libera della griglietta non deve essere inferiore a due volte l’area netta dell’uscita di scarico. Provvedere scossalina circolare a filo con il piano della copertura adiacente e fissarla sul posto in maniera rigida con fermi opportuni.
m) - i contatori saranno del tipo a turbina con lettura al totalizzatore in litri.
n) - i filtri dovranno avere un attacco per lo scarico con nipple e valvola a saracinesca e nipple di scarico. Corpo in lega di rame o in ghisa. Fornire elementi di filtro in acciaio inossidabile con fori da 1,20 mm, PN 16.
o) - fornire i manometri sull’acqua tutti dello stesso modello, con quadrante da 100 mm, cassa in ottone od alluminio, tubo in bronzo, rubinetto, stabilizzatore di pressione, e sifone. Munirli di scala con campo adatto al servizio.
p) - fornire termometri di tipo bimetallico a quadrante con cassa in acciaio inossidabile stelo, e attacchi filettati, diametro del quadrante 120 mm con vetro munito di guarnizione all’interno della cassa, precisione entro il 2% del campo graduato. Fornire scala con campo adatto al servizio.
q) - provvedere giunti dielettrici alle connessioni tra materiali di tubi in materiali diversi. Per i giunti dielettrici di tubazioni del diametro di 50 mm ed inferiore, possono essere forniti con raccordi filettati con 10 centimetri minimo di lunghezza.
r) - Prevedere disconnettere idraulico a zona di pressione ridotta, tipo a membrana, valvole riduttrici di pressione a corpo singolo compensato; la membrana e l’isolante dovranno essere di una speciale gomma rinforzata. Le valvole saranno adatte per una pressione massima di 1600 kPa sul lato interno, provate a 2500 kPa, saranno approvate specificamente per acqua potabile, e saranno adatte ad una temperatura massima dell’acqua di 85 °C. Le valvole di taglia inferiore a 2 pollici dovranno avere attacchi filettati, corpo di ottone o di acciaio inossidabile, e parti interne a contatto con l’acqua in ottone o acciaio inossidabile. Le valvole da 65 mm e più grandi dovranno essere flangiate, corpo di bronzo stampato. La scatola del disconnettore sarà completa con valvole interne ed esterne e filtri/scaricatori dello stesso fabbricante, conformi ad UNI 9157.
Art. 88.7 Tubazioni
a) Tubazioni in acciaio
Le tubazioni per il trasporto dei vari fluidi dovranno essere nere o zincate a caldo come sotto indicato, tutte comunque di tipo trafilato origine UNI 3824/74.
E' tassativamente proibito l'impiego di tubi, anche di buona origine ferriera, saldati longitudinalmente tipo Fretzmoon o Elsal.
E' altresì vietata l'uso di tubazioni anche di origine s.s. fortemente ossidate per prolungata sosta in cantiere, la cui incidenza ossidata superi l'1% dello spessore del tubo.
Parimenti non saranno accettate tubazioni zincate sulle quali risultino manomesse dalle lavorazioni la continuità e l'integrità della zincatura.
In linea generale si prevede l'impiego dei seguenti tipi di tubazioni:
b) Tubazioni in acciaio ordinario al carbonio
- Per la distribuzione principale di fluidi primari caldi o freddi provenienti dai gruppi refrigeratori a pompa di calore saranno utilizzati tubi gas commerciali Serie Normale in acciaio FE 33, UNI8863/87, senza saldatura, neri per diametri fino a 1" e tubi bollitori lisci commerciali senza saldature in acciaio FE 33, UNI 7287/74 per diametri maggiori.
Non è consentito l'impiego di curve a gomito né ad ampio raggio realizzate con grinzatura del tubo; in genere è preferibile l'impiego di curve a largo raggio e comunque non inferiore a 1.5 volte il diametro del tubo.
Le giunzioni a flangia dovranno essere a collarino tipo UNI 2229, con bulloni a testa esagonale e dado esagonale UNI 5727/65 e guarnizioni tipo klingerite spessore 2 mm.
Le tubazioni correnti a fascio da istallare in vista saranno ancorate alle strutture medianti staffe in profilato di acciaio ed i tubi saranno fissati alle staffe collarini di fissaggio aventi funzione di guida, permettendo, allo stesso tempo, una sufficiente libera dilatazione.
In linea di massima i collettori orizzontali di distribuzione saranno sistemati in piano senza contropendenze nel senso inverso di circolazione del fluido.
Il distanziamento delle staffe fra di loro, onde assicurare il corretto allineamento delle tubazioni, è fissato nei seguenti intervalli:
1/2" m 1,50
3/4" m 1,80
1" | m 2,10 |
32,8-37,2 | m 2,50 |
39,3-43,1 | m 2,70 |
48,8-51,2 | m 3,00 |
54,5-64,2 | m 3,50 |
70,3-82,5 | m 3,60 |
94,4-100,8 | m 4,20 |
125-131 | m 4,80 |
150-159,3 | m 5,40 |
182,9-207,3 | m 6,00 |
In presenza di fasci tubieri con diametri di tubo fra loro differenti si adotteranno gli intervalli prefissati relativi al tubo di minor diametro.
Non è ammessa l'interruzione del rivestimento coibente in corrispondenza dei sostegni.
Le giunzioni tra i vari tratti di tubo saranno eseguite mediante saldatura autogena con fiamma ossiacetilenica per tubazioni di diametro inferiore a DN25.
Per diametri maggiori saranno eseguite all'arco elettrico.
Per consentire l'agevole realizzazione delle giunzioni saldate, le tubazioni dovranno essere opportunamente distanziate tra loro e dalle strutture circostanti.
Laddove necessario l'assorbimento delle dilatazioni nelle reti aventi sviluppo lineare diritto in funzione delle sollecitazioni termiche inerenti la temperatura del fluido trasportato, dovrà essere effettuate tramite l'inserimento di opportuni dilatatori assiali plurilamellari a soffietto realizzati in acciaio inox, con giunti a saldare o a flangia.
Particolare cura dovrà essere posta nella selezione di tali dilatatori in ordine alla loro migliore condizione di assorbimento delle spinte meccaniche in modo che gli stessi si trovino a lavorare nelle condizioni di massima sicurezza: i dilatatori assiali dovranno essere selezionati nella gamma di pressione PN 25.
Per il controllo dei vari tratti delle dilatazioni dovranno essere inseriti, su staffe di appoggio, opportuni punti fissi, in modo da garantire una ripartizione omogenea fra i vari elementi di assorbimento delle dilatazioni.
Tutte le staffe costruite in profilati di acciaio esenti da ossidazione apprezzabili, una volta sistemate in opera, dovranno essere trattate con doppia mano di minio di piombo.
Le tubazioni in genere attraversanti strutture murarie, siano esse costituite da pavimenti, solai, pareti verticali o soffitti, dovranno essere protette da spezzoni in tubo di acciaio zincato, atti a consentire il loro libero passaggio.
Nel caso di tubazioni isolate gli spezzoni di protezione dovranno avere un diametro tale da consentire che l'isolante non abbia soluzione di continuità.
Tutte le tubazioni in corso di montaggio dovranno essere protette, nelle loro estremità libere, da opportuni tappi metallici per evitare che si introduca al loro interno polvere e sporcizia.
Non sono ammesse protezioni in nylon, plastica e stracci.
Tali precauzioni dovranno essere adottate anche ai due terminali di tutte le tubazioni giacenti in cantiere per evitare gli inconvenienti sopra indicati.
Nei depositi di cantiere le barre di tubo in attesa di impiego dovranno essere protette dagli agenti atmosferici al fine di evitare processi di ossidazione.
Le tubazioni, una volta poste in opera e completato totalmente o parzialmente il circuito di competenza, dovranno essere sottoposte a prove di tenuta, ad una pressione di 1.5 volte la pressione d'esercizio, e comunque non inferiore a 20 kg/cm² per un periodo di 4 ore.
Durante tale periodo l'intera rete sarà ispezionata allo scopo di individuare eventuali perdite che dovranno essere eliminate.
A posa ultimata delle tubazioni si procederà ad un accurato e prolungato lavaggio, mediante acqua immessa a notevole pressione, per asportare dalle reti tutta la sporcizia che può essere introdotta, gli eventuali residui di trafilatura della ferriera ed i residui interni determinati dalle saldature autogene.
Tutte le tubazioni dovranno essere trattate con due mani di minio di piombo di colore diverso per controllare agevolmente l'avvenuto trattamento.
Prima dell'applicazione delle due mani di antiruggine le tubazioni dovranno essere accuratamente spazzolate con spazzola metallica e cartavetrata nei punti ove fossero manifestati processi di ossidazione anche di lieve entità.
Dopo il trattamento che precede, le tubazioni saranno in grado di accogliere la coibentazione di competenza.
Il percorso delle tubazioni, è chiaramente indicato nelle tavole di progetto, dove peraltro risultano
chiaramente indicati anche i diametri delle stesse.
c) Tubazioni in acciaio zincato
Tali tubazioni saranno utilizzate per la distribuzione d’acqua fredda e calda alle utenze idriche, dell’acqua fredda ai gruppi di reintegro, e per la realizzazione della rete antincendio.
Le tubazioni in acciaio zincato saranno realizzate con il procedimento Mannesmann (senza saldatura), in acciaio al carbonio avente carico di rottura compreso tra 35 kg/mm² e 45 kg/mm², e saranno rispondenti a quanto stabilito dalla tabella UNI 3824/74 per tubazioni con collegamenti filettati.
I tubi dovranno essere provati in fabbrica alla prova di pressione a 50 Ate, così come prescritto dalle predette tabelle UNI.
La zincatura dei tubi dovrà essere eseguita a caldo secondo la prescrizione della Norma UNI 5745/66 e sarà rispondente alle prove di accettazione indicate nella stessa tabella.
I raccordi per tubi con giunzioni filettate saranno in ghisa malleabile e forniti zincati per immersione in bagno di zinco fuso; le grandezza dimensionali di ciascun raccordo saranno quelle indicate nella tabella UNI corrispondente.
Tutti i tagli saranno ben rifiniti in modo da asportare completamente le sbavature interne; tutte le filettature saranno ben pulite per eliminare ogni residuo dell'operazione.
Nell’effettuare la filettatura per procedere all’attacco dei pezzi speciali ci si dovrà sempre preoccupare che la lunghezza delle stesse sia strettamente proporzionata alle necessità, in modo da garantire che non si verifichino soluzioni di continuità nella zincatura superficiale delle tubazioni.
Per tutti gli attacchi a vite dovrà essere impiegato materiale per guarnizione di prima qualità quale il nastro di teflon o similare e comunque materiali non putrescibili od a impoverimento di consistenza nel tempo.
Le giunzioni a flangia dovranno essere a collarino tipo UNI 2229, con bulloni a testa esagonale e dado esagonale UNI 5727/65 e guarnizioni tipo klingerite spessore 2 mm.
Per quanto attiene alle modalità di esecuzione, le tipologie ed i materiali da impiegarsi per i supporti e staffaggi e collegamenti ad apparecchiature si dovrà fare riferimento alle prescrizioni della Specifica tecnica della tubazioni in acciaio ordinario al carbonio non legato o basso - legato prima riportate.
Si ribadisce che tutte le tubazioni che attraversano strutture murarie aventi definite caratteristiche di resistenza al fuoco devono essere dotate di idonee barriere antifiamma (fire-barrier) tali da garantire, in caso di incendio, le caratteristiche di resistenze al fuoco della struttura.
In particolare tali barriere dovranno essere applicate in corrispondenza delle diramazioni dai cavedi verticali, negli attraversamenti dei solai, ecc..
d) Tubazioni in rame
Laddove richiesto, saranno utilizzate tubazioni in rame trafilato crudo in barre o ricotto, secondo necessità, disossidato al fosforo, ad alto tenore di fosforo residuo, tipo CU-DHP UNI 5649-65, carico di rottura 24 kg/mm², carico di snervamento 6 kg/mm², densità a 20°C pari a 8.9 g/cm³, serie pesante (UNI 6507-69).
e) Tubazioni di materiale plastico
Le tubazioni di ventilazione sia primarie che secondarie dei sistemi di scarico delle acque reflue interne al fabbricato saranno di polietilene duro ad alta densità (PEH), con raccordi anch’essi in polietilene con estremità rinforzate.
Le giunzioni delle tubazioni saranno realizzate in maniera tale da consentire la libera dilatazione delle stesse, utilizzando anche giunti di dilatazione posizionati secondo le indicazioni della casa costruttrice.
Le tubazioni di scarico della condensa saranno realizzate in PVC UNI 7447-serie 303/1. Le giunzioni saranno realizzate per incollaggio, usando collanti specifici.
Le discendenti pluviali di raccolta delle acque meteoriche saranno realizzate in PVC rigido UNI 7447 con giunti di tipo scorrevole con giunzioni elastomerica.
Le reti di smaltimento delle acque nere interne all’edificio saranno realizzate con tubazioni e pezzi speciali in ghisa senza bicchiere, UNI 5363/UNI 5336 con giunzioni a manicotto UNI ISO 185, mentre i collettori esterni saranno realizzati in PVC UNI 7447 – serie 303/1.
Art. 88.8 ISOLAMENTO TERMICO E PROTEZIONE DELLE TUBAZIONI
Per le tubazioni percorse dai vari fluidi prescrivono i seguenti rivestimenti:
a) Tubazioni percorse da acqua calda posizionate all'esterno, in vista.
Applicazione di guaina in materiale sintetico con struttura a cellule chiuse tipo ARMAFLEX, spessore 19-
26 mm in funzione del diametro, con giunti perfettamente sigillati per evitare fenomeni di condensa utilizzando adesivi specifici forniti dalla casa costruttrice.
La finitura esterna dovrà essere eseguita con lamierino di alluminio calandrato, spessore 6/10 mm,
sagomato e fissato con viti autofilettanti in acciaio inox, e giunzioni longitudinali con aggraffature maschio-femmina.
Tale rivestimento dovrà essere eseguito anche in corrispondenza di staffe, pezzi speciali, valvole di intercettazione, elettropompe, ecc., in modo tale che non si possano verificare fenomeni di condensa in alcun punto.
b) Tubazioni percorse da acqua calda correnti all'interno del complesso o nei locali tecnici , non in vista. Esecuzione del rivestimento come descritto al punto a) ma con spessore della guaina 19÷26 mm in funzione del diametro, AF/ARMAFLEX tipo M. In ogni caso gli spessori dell’isolamento non potranno
essere inferiori a quelli prescritti dal DPR 412/93. Finitura esterna con guaina in PVC, tipo ISOGENOPAK.
c) Tubazioni in acciaio zincato percorse da acqua fredda di acquedotto, correnti non in vista all'interno del complesso.
Applicazione di guaina in materiale sintetico con struttura a cellule chiuse, AF/Armaflex, tipo H, spessore 13÷16 mm in funzione del diametro. Le guaine dovranno essere poste in opera per infilaggio al tubo. I giunti dovranno risultare perfettamente sigillati per evitare fenomeni di condensa, utilizzando adesivi specifici forniti dalla Casa.
Finitura esterna con guaina in PVC tipo ISOGENOPAK.
d) Tubazioni in acciaio zincato percorse da acqua fredda di acquedotto, correnti in vista nei locali tecnici o all'esterno.
Esecuzione del rivestimento come previsto al punto c). Finitura esterna in lamierino di alluminio calandrato.
e) Collettori principali di distribuzione dei fluidi scaldanti e raffreddanti, valvole manuali e motorizzate, flange, controflange, filtri, valvole di ritegno ecc., posizionati nei locali tecnici in vista.
Dovranno essere isolati con lo stesso materiale utilizzato per le tubazioni di congiunzione e di derivazione, usando la stessa metodologia di applicazione.
In particolare per filtri, valvole, saracinesche, pompe, ecc., dovranno essere previste scatole apribili a cerniera per consentire la ispezione e lo smontaggio.
Art. 88.9 CENTRALE IDRICA
La centrale idrica è realizzata per consentire l’adeguato ricambio e reintegro dell’acqua delle piscine, per alimentare le docce e i servizi dell’intera struttura e per alimentare l’impianto idrico antincendio previsto.
L’acqua sanitaria per alimentare le docce, i servizi e il reintegro dei circuiti chiusi di acqua calda, sarà trattata attraverso un addolcitore a scambio ionico e successivo condizionamento chimico. Quest’ultimo verrà effettuato con l’aggiunta di prodotti specifici filmanti in grado di proteggere le superfici interne delle tubazioni da fenomeni di corrosione dovuti all’aggressività dell’acqua trattata.
L’acqua di alimentazione all’impianto idrico antincendio e di reintegro piscina invece, come previsto dalla normativa sanitaria, sarà non trattata.
A garanzia di una alimentazione continua anche in assenza di erogazione da parte dell’acquedotto cittadino, a servizio dell’impianto idrico sanitario sarà installato un accumulo della capacità di 1.500 l, mentre il reintegro dell’acqua di piscina sarà direttamente allacciato all’acquedotto.
Il serbatoio di accumulo sarà a pressione atmosferica; pertanto la necessaria pressurizzazione sarà realizzata attraverso un gruppo di pressurizzazione di caratteristiche indicate negli elaborati di progetto.
Art. 88.10 TRATTAMENTO ACQUA
L’acqua occorrente per il reintegro dei circuiti chiusi e per l’alimentazione della rete di idrica sanitaria subirà un trattamento di addolcimento con resina a scambio ionico e successivo condizionamento chimico.
L’impianto sarà costituito da:
- un addolcitore contenente le resine scambiatrici, comprensivo di testata di controllo automatico delle fasi di produzione e rigenerazione;
- un contenitore in polietilene per lo stoccaggio e la dissoluzione del rigenerante, corredato dei necessari accessori.
- un impianto autonomo di dosaggio disinfettante per la disinfezione delle resine dopo la rigenerazione. Il contenitore resine, a forma cilindrica verticale, è costruito in lamiera di acciaio elettrosaldata con fondi bombati e bordati; protetto internamente da un telo in PVC atossico ed esternamente da un involucro in
materiale plastico. La testata di controllo delle varie fasi operative, è costituita da una valvola monoblocco motorizzata, del tipo idraulico a pistone.
Il funzionamento dell’impianto è gestito per mezzo di un programmatore a tempo che controlla tutte le operazioni di servizio-rigenerazione, mentre il comando diretto della valvola a pistone avviene attraverso apposito meccanismo azionato elettricamente.
Sia il programmatore a tempo che la valvola monoblocco sono direttamente installati sulla testa dell’addolcitore.
L’addolcitore è dimensionato in modo tale da coprire la portata complessiva da trattare.
Gli addolcitori saranno infine dotati di by-pass per consentire il passaggio dell’acqua in caso di malfunzionamento degli stessi.
Per il successivo condizionamento chimico sarà prevista la installazione di un contatore volumetrico ad impulsi, un serbatoio da 200 litri in polietilene per lo stoccaggio dei prodotti filmanti, ed una pompa dosatrice del prodotto in funzione della portata.
La pompa dosatrice sarà del tipo ad elettromagnete con elettronica a microprocessore e regolazione con funzionamento in continuo o comandata oda uno strumento di regolazione con uscita ON/OFF.
Tramite i tasti sul pannello di comando è possibile impostare con precisione la frequenza di dosaggio. Deve essere incluso un kit di aspirazione e mandata per una corretta installazione composto da: filtro per aspirazione, 2 metri di tubo morbido per aspirazione, 2 metri di tubo semirigido per mandata e valvola di iniezione.
Sul fronte della dosatrice sarà inoltre disponibile una presa per il collegamento ad un interruttore di livello contro il funzionamento a secco.
Le caratteristiche tecniche funzionali delle apparecchiature sono riportate sui grafici di progetto.
Art. 88.11 IMPIANTO DI ACCUMULO E PRESSURIZZAZIONE ANTINCENDIO
A garanzia della adeguata protezione antincendio sarà installato un accumulo di acqua a servizio esclusivo dell’impianto idrico antincendio della capacità di 5.000 l. L’accumulo dell’impianto idrico antincendio potrà essere alimentato, oltre che dall’acquedotto cittadino, anche dall’acqua di falda dal l pozzo esistente.
La pressurizzazione antincendio sarà garantita attraverso un gruppo a norma UNI 9490 di caratteristiche indicate negli elaborati di progetto e messo in opera nel rispetto della e UNI 10779.
Art. 88.12 PRESSURIZZAZIONE ANTINCENDIO
Sarà prevista la installazione di una centrale di pressurizzazione al servizio della rete di naspi installata a protezione dell’intero edificio. Ciascun gruppo, di tipo monoblocco, costruzione KSB o similare approvato, sarà costituito dalle apparecchiature di seguito elencate, collaudate in fabbrica, montate ed assicurate su unico basamento:
-N°1 elettropompe principali di tipo centrifugo monoblocco ad asse verticale, del tipo a giranti multiple in acciaio inox, albero di acciaio inox con tenuta meccanica di materiale ad alta resistenza, motore asincrono trifase a ventilazione esterna, protezione IP55, avvolgimento classe F, due poli, motore a gabbia, conformi alle Norme ISO 2548, aventi ciascuna le caratteristiche funzionali indicate nei grafici di progetto:
-N°1 elettropompa pilota ad asse verticale di tipo monoblocco, avente le caratteristiche costruttive prima specificate e le caratteristiche funzionali indicate nei grafici di progetto;
-N°1 collettore di mandata completo di valvole a sfera e valvole di ritegno in acciaio inox per le elettropompe principali, con attacchi di uscita flangiati completi di controflangia;
-N°1 misuratore di portata inserito sulla tubazione di prova ,per il controllo della portata delle elettropompe;
-N°1 manometro indicatore Ø 100 mm;
-N°1 tubazione di aspirazione elettropompe completa di valvole a sfera per ciascuna elettropompa e valvola di ritegno in acciaio inox per elettropompa pilota, flangiata da ambo i lati con controflange;
-N°1 quadro elettrico di esecuzione IP55 conforme alle Norme CEI, completo di sezionatore generale, telesalvamotore, morsettiera, sirena di allarme interruttore di tacitazione, selettori manuale/automatico, segnalazioni luminose, amperometro e voltmetro digitale, allarme bassa tensione, bassa pressione, mancanza fase, ecc.;
-N°1 sistema elettronico a microprocessore programmabile in grado di effettuare prove periodiche sull’impianto (autodiagnosi) e di garantire l’inserimento in sequenza preordinata di tutte le elettropompe in caso di necessità (emergenza).
- accessori vari.
Per il gruppo di pressurizzazione di cui sopra dovrà essere rilasciato il certificato di conformità alle Norme UNI 9490 da un Centro Studi e Certificazione regolarmente autorizzato.
Tutti gli allarmi nonché le segnalazioni di stato delle elettropompe dovranno essere riportati al sistema di gestione e supervisione degli impianti tecnici.
Il collettore di mandata sarà anche collegato ad un serbatoio ammortizzatore a membrana avente la capacità indicata sui grafici, pressione di esercizio 20 bar, avente le caratteristiche costruttive già descritte in precedenza, in grado di assorbire i picchi di pressione che si verificano nella rete durante i transitori d’avviamento ed arresto delle elettropompe.
Il sistema di pressurizzazione prima descritto sarà completamente gestito dal microprocessore di bordo il quale sarà opportunamente programmato .per effettuare le sequenze operative previste sia in emergenza sia durante le prove di autodiagnosi come previsto dalle Norme UNI 9490.
Art. 88.13 PRODUZIONE DI ACQUA CALDA SANITARIA
La produzione di acqua calda sanitaria sarà realizzata attraverso un impianto solare termico integrato da uno scambiatore a piastre che consentirà di produrre l’acqua calda quando le condizioni esterne non lo consentano. L’impianto solare non è previsto nel presente stralcio, mentre è prevista la realizzazione dell’impianto di produzione acqua calda sanitaria attraverso lo scambiatore a piastre e un serbatoio di accumulo, in modo da rendere la futura realizzazione solo un complemento a quanto si installerà con il presente stralcio, che funzionalmente risulta completo.
Art. 88.14 RETE DI DISTRIBUZIONE IMPIANTO IDRICO SANITARIO
Come indicato negli elaborati di progetto e come premesso nella produzione di acqua calda sanitaria l’impianto idrico sanitario sarà centralizzato. Le linee di distribuzione saranno costituite da una linea di acqua fredda, una calda ed una di ricircolo in acciaio zincato. Le docce e i servizi saranno alimentate con acqua fredda e calda. Le linee principali correranno in vista al piano interrato e in controsoffitto al piano terra.
Art. 88.15 IMPIANTO DI TRATTAMENTO ARIA
Si possono individuare due spazi principali: lo spazio piscine, individuato dal volume compreso all’interno delle superfici che delimitano l’area dei natanti e degli spettatori e lo spazio individuato dagli spogliatoi la hall e i servizi.
Le condizioni termoigrometriche in questi due spazi sono molto differenti e come tali sono stati progettati in modo indipendente.
Centrali di trattamento aria Piscine
All’interno dello spazio piscine inoltre la presenza di superfici vetrate piuttosto estesa a contatto con l’esterno ha determinato uno sdoppiamento della distribuzione dell’aria. Una canalizzazione alimenterà i diffusori a soffitto distribuiti su tutta la superficie delle piscine, una canalizzazione alimenterà i diffusori lineari che dirigeranno il proprio flusso lambendo le superfici vetrate in modo da evitare la formazione di condensa.
E’ implicito che ciascuna canalizzazione farà capo ad una centrale di trattamento aria (CTA) che tratterà l’aria in relazione a parametri di controllo differenti.
In particolare l’aria che lambirà le vetrate sarà più secca e più calda di quella che verrà immessa attraverso i diffusori installati a soffitto.
Entrambe le CTA avranno la possibilità di prelevare aria dall’esterno in modo da poter garantire una portata massima di rinnovo pari a 30.000 mc/h, in accordo alla normativa CONI che richiede di garantire, per la superficie dello specchio d’acqua delle due piscine, una portata di rinnovo pari a 25.000 mc/h.
Nelle condizioni ordinarie di funzionamento ed in particolare nelle condizioni invernali il rinnovo d’aria sarà molto inferiore ai 25.000 mc/h richiesti come valore massimo, poiché tale valore appare necessario solo nelle condizioni più sfavorevoli della mezza stagione e/o con presenza notevole di persone all’interno della piscine.
La quantità d’aria esterna immessa sarà quella massima tra il volume di rinnovo per le persone presenti all’interno delle piscine e il volume d’aria esterna (secca) necessario a diluire l‘aria umida di ricircolo in modo da mantenere condizioni di progetto interno fissate a 28° C e u.r. 65%.
I parametri di controllo che saranno pertanto: la temperatura interna, l’umidità relativa interna, la qualità dell’aria interna, le condizioni termoigrometriche delle superfici vetrate.
La CTA 1 che alimenterà i diffusori lineari installati in corrispondenza delle vetrate determinerà nella quasi totalità del tempo di funzionamento la quantità d’aria di rinnovo. Pertanto è dotata di un recuperatore di
calore che consentirà di recuperare almeno il 50% dell’energia che altrimenti sarebbe espulsa all’esterno con continuità. A questa macchina spetterà il controllo dell’umidità interna attraverso la modulazione delle serrande, lato aria, di prelievo espulsione e di conseguenza di ricircolo e, attraverso la regolazione sul lato acqua, della temperatura di mandata che sarà comandata in relazione alle sonde applicate alle superfici vetrate che determineranno appunto
La CTA 2 salvo rare occasioni, avrà un funzionamento a tutt’aria ricircolata. Non si è pertanto ritenuto opportuno prevedere un recuperatore per la scarso contributo energetico che quest’ultimo avrebbe determinato. Sarà in ogni caso consentito anche per questa macchina prelevare aria dall’esterno quando ve ne fosse necessità, essendo dotata di serranda di prelievo ed espulsione come la precedente. Questa macchina determinerà il controllo della temperatura interna attraverso la regolazione sul lato acqua determinata dalla sonda installata sul canale di ripresa aria ambiente.
Il sistema di controllo DDC determinerà in relazione alle sequenze determinate le azioni di regolazione di entrambe le unità ventilanti.
Le unità di trattamento dell'aria dovranno essere adatte per installazione all'interno o all’esterno, del tipo a sezioni componibili, dotate di adatte flangiature, costruite in profilati di acciaio inossidabile con pannellature a doppia intercapedine in lastre di acciaio inossidabile AISI 304 con interposto materiale coibente costituito da poliuretano iniettato a pressione, spessore 50 mm, densità 40 kg/m³.
Tali unità, a sviluppo orizzontale, saranno costituite da varie sezioni come indicato sugli schemi di progetto, e conterranno tutte o alcune delle seguenti sezioni:
- Vasca di drenaggio dell'acqua di condensa costruita in lamiera di acciaio inossidabile AISI 316 dotata di collegamento di scarico, troppo pieno ed alimentazione, compresa la rubinetteria in bronzo di stretto corredo.
-- Ventilatori di mandata e di ricircolo-espulsione del tipo centrifugo a doppia aspirazione, adatti per sistemazione all'interno della centrale, del tipo a pale rovesce a profilo alare, con coclea in peralluman, staticamente e dinamicamente equilibrati, a basso numero di giri, a funzionamento silenzioso con rendimento non inferiore al 75%, montato su cuscinetti a sfere serie pesante lubrificati a vita.
- Batterie di scambio termico acqua-aria in tubo di rame ed alettatura in rame, (8 alette/1") con velocità di attraversamento dell'aria comprese tra 2.00 e 2.50 m/sec e velocità dell’acqua compresa tra
1.00 e 1.50 m/sec.
L'alettatura delle batterie dovrà essere del tipo a piastra continua con collarini autodistanziati con mandrinatura meccanica, ed il passo delle alette non dovrà essere inferiore a 2.5 mm. Le sezioni saranno corredate di pannellature in acciaio inossidabile AISI 304 per la facile estrazione. Ogni batteria sarà corredata oltre che dalle valvole di sezionamento, di rubinetterie di scarico, termometri, manometri, ed ogni altro accessorio, con attacchi e raccordi esterni completamente smontabili per consentire lo sfilaggio delle stesse. Esse dovranno essere collaudate per pressione di esercizio di 30 kg/cm². Le tubazioni di collegamento alle batterie dovranno essere istallate in modo da non impedire lo sfilaggio delle stesse; esse pertanto dovranno essere dotate di raccordi a tre pezzi o flange in modo da consentire una facile rimozione, nonchè di giunti antivibranti in gomma armata.
- Porte di ispezione per sezioni ventilanti, e sezione filtrazione a perfetta tenuta di aria e facilmente smontabili, a doppia parete, con isolamento interno, completo di maniglie.
- Filtri piani del tipo a carica elettrostatica permanente rigenerabili, a media efficienza, montati su telai in profilato di alluminio, corredati di pennellatura in lega di alluminio per la facile estrazione, classe di filtrazione EU-4.
- Filtri a tasche ad alta efficienza EU-7, montati su telai in profilati di alluminio e corredati di pennellatura in lega di alluminio per la facile estrazione.
- Motori di tipo trifase in c.c. dovranno essere montati all'interno della centrale. Il grado di protezione sarà IP55 e la potenza dovrà essere pari alla richiesta massima con un margine di sicurezza del 20%; bisognerà provvedere alla installazione di appositi supporti antivibranti che impediscano la trasmissione delle vibrazioni prodotte dal motore.
- Serrande di regolazione e taratura manuali costituite da telaio in lega di alluminio estruso ed alette in alluminio a profilo alare con movimento parallelo, ruotanti su boccole di ottone e guarnizioni in teflon. Oltre alle serrande ad azionamento manuale, sui canali di ripresa, espulsione ed aria esterna dovranno essere previste serrande analoghe ma corredate di levismi adatti per l’applicazione di servocomandi.
- Trasmissioni motore/ventilatore mediante pulegge a gole multiple e cinghie trapezoidali con motore montato su slitte tendicinghia; protezione totale degli organi in movimento con carter regolamentare.
- Particolare cura dovrà essere posta nella costruzione delle centrali per garantire un corretto funzionamento unitamente ad un esercizio praticamente silenzioso.
Le caratteristiche funzionali delle unità di trattamento sopra illustrate si rilevano dai grafici di progetto allegati.
- A monte ed a valle di ciascuna sezione dovranno essere istallati manometri e/o termometri che consentano la visualizzazione dei valori di perdita di pressione e di temperatura.
- In tutte le sezioni dell'unità di trattamento dovranno essere previste lampade di tipo stagno che ne consentano l'agevole ispezione.
Tali lampade saranno alimentate da impianto elettrico anch'esso di tipo stagno e saranno dotate di interruttore di comando esterno.
In particolare le batterie di scambio termico dell’unità dovranno essere dimensionate in base ai parametri specificati sugli schemi di trattamento con un margine di sicurezza del 25%.
Particolare cura andrà posta nella scelta dei giunti antivibranti di connessione tra il gruppo di trattamento e le canalizzazioni di mandata, di ripresa, di espulsione e di presa aria esterna, che dovranno essere in tela al neoprene ed idonei ad evitare la trasmissione di vibrazioni alla rete di canali.
L’unità dovrà essere installata su appositi basamenti, costituiti da profilati metallici a doppio T poggiati direttamente su supporti antivibranti in tasselli di neoprene, dimensionati in base alle caratteristiche della macchina e della struttura di appoggio, in modo tale da garantire che non si verifichi alcuna trasmissione di rumore o vibrazioni per via solida.
L’unità sarà anche dotata di silenziatori rettilinei, a setti piani sulla ripresa e sulla mandata dell’aria, costituiti da settori paralleli in materiale fonoassorbente e resistente all’umidità, adatti per alte velocità (max 20 m/s), rivestiti con lamiera di acciaio forato, aventi caratteristiche costruttive e funzionali tali da impedire la trasmissione del rumore generato dai ventilatori al sistema di canalizzazioni, ed in grado di garantire i seguenti valori minimi di attenuazione per bande di ottava:
Hz 63 | 125 | 250 | 500 | 1000 | 2000 | 4000 | 8000 |
dB(A) 13 | 20 | 39 | 46 | 47 | 29 | 22 | 18 |
Detti silenziatori potranno essere montati all’interno dell’unità ovvero separati dall’unità in funzione degli spazi disponibili, come indicato sui grafici di progetto.
La velocità di attraversamento dell’aria nei silenziatori non dovrà superare i 9 m/s per evitare fenomeni di rigenerazione del rumore.
Si precisa inoltre che il ventilatore di mandata dell’unità sarà scelto di tipo “PLUG”, con girante elicocentrifuga senza chiocciola laddove esigenze di spazio lo richiedano.
Recuperatori Spogliatoi e hall
L’aria di rinnovo della hall e degli spogliatoi e l’estrazione della medesima aria dai servizi viene realizzata attraverso delle unità ventilanti a recupero di calore con scambiatori a flussi incrociati.
Questi sono installati in controsoffitto. La diffusione dell’aria nei locali avviene attraverso dei diffusori anch’essi installati in controsoffitto. La distribuzione dell’aria è realizzata con dei canali delle dimensioni e caratteristiche definite negli elaborati di progetto anch’essi installati in controsoffitto.
La ripresa è realizzata con griglie poste nei locali docce e nei servizi, garantendo un ricambio da questi locali superiore a 10 vol/h.
L’aria verrà immessa quasi neutra e cioè ad una temperatura di poco superiore alla temperatura di confort interno. L’impiego di queste macchine è infatti quello di rinnovo e estrazione dell’aria mentre il riscaldamento dei locali è assegnato all’impianto a pavimento. I recuperatori saranno dotati di una sonda di minima sulla mandata in modo da non immettere aria al di sotto di una certa temperatura.
Art. 88.16 Carpenteria Metallica
Sarà realizzata con pannelli portanti in lamiera zincata con isolamento in poliuretano iniettato e spessore di 20 mm.
Bacinella per la raccolta della condensa in acciaio zincato predisposta sia per installazione verticale sia orizzontale dell'apparecchio. Profondità dell'unità non superiore a 330 mm per portate aria fino a 750 m³/h e 390 mm per portate superiori.
Filtri
Filtri a setto ondulato, classe G3, efficienza 80%, spessore 48 mm, posti prima del recuperatore sia in mandata sia in ripresa del flusso d’aria. Possibilità di estrazione dei filtri dal basso, dall’alto o lateralmente a seconda della configurazione scelta.
Recuperatore di calore
Il recuperatore, a flussi incrociati, sarà a piastre di alluminio ed alloggiato in vasca di raccolta condensa facilmente estraibile dal basso.
Gruppo Elettroventilante
Con ventilatori centrifughi a doppia aspirazione con pale avanti con motore direttamente accoppiato. Motore elettrico monofase 230V 50 Hz a singola velocità. La portata dell’aria è controllata tramite regolatore elettronico a taglio di fase.
Regolatore elettronico
Regolatore elettronico a taglio di fase per il controllo della portata di ventilazione.
All'interno di ogni apparecchio dovrà essere presente il manuale tecnico, di installazione e d'uso, completo di dichiarazione di conformità.
Unità termoventilante di marca AERMEC, serie UR, O SIMILARE conforme alle seguenti direttive:
• direttiva macchine 89/392/CEE e modifiche 91/368/CEE, 93/44/CEE, 93/68/CEE;
• direttiva bassa tensione 73/23/CEE;
• certificazione di qualità aziendale secondo UNI EN ISO 9001.
Versioni
Recuperatore disponibile nelle versioni base, base con batteria aggiuntiva di riscaldamento a 3 ranghi.
Art. 88.17 BOCCHETTE, SERRANDE, GRIGLIE, ETC.
Tutte le apparecchiature aerotermiche di diffusione, ripresa ed espulsione aria, nonché di presa dell'aria esterna, sono indicate chiaramente nelle tavole di progetto.
In linea generale si devono provvedere:
- Diffusori di mandata aria quadrangolari in alluminio anodizzato, con pannelli microforati, per installazione in controsoffitto, con camera di raccordo e serranda di taratura della portata.
- Griglie di ripresa aria quadrangolari in alluminio naturale semplice ordine di alette fisse orizzontali e complete di contro telaio di fissaggio, distanziatore e serranda di taratura della portata. La velocità di attraversamento sarà tra 0.5 e 2.00 m/s in funzione del posizionamento previsto.
- Griglie di transito aria quadrangolari con alette a labirinto per attenuare il passaggio dei suoni e della luce, realizzate in alluminio anodizzato con contro cornice di fissaggio. La velocità di attraversamento dovrà essere compresa tra 0.50 ed 0.75 m/s.
La scelta dalle apparecchiature di diffusione dell'aria sarà determinata in funzione dell'altezza di montaggio, alla zona interessata dal flusso, alla differenza di temperatura tra aria di mandata ed aria ambiente, al rapporto di induzione, ecc. in modo tale da realizzare una perfetta distribuzione dell'aria in ambiente con assenza di zone stagnanti e velocità dell'aria nella zona occupata compresa tra 0.10 e 0.20 m/s.
- Griglie di presa aria esterna e di espulsione in alluminio estruso, con alette a profilo antipioggia e rete zincata antivolatili, controtelaio a zanche di acciaio zincato a bagno.
- Bocchette di estrazione dell'aria dai servizi di tipo circolare ad elevata perdita di carico con anello centrale regolabile, costruite in lamiera di acciaio verniciata a fuoco.
Tutti i telai delle bocchette dovranno essere guarniti con gommapiuma al fine di ottenere una perfetta tenuta dell'aria e quindi senza fughe della stessa dagli elementi di connessione.
Il posizionamento e il dimensionamento delle singole apparecchiature descritte viene riportato nei grafici di progetto allegati.
La mandata, la ripresa e l’espulsione dell’aria dai vari ambienti sarà realizzata come indicato sui grafici di progetto:
IMPIANTO A PAVIMENTO
L’impianto a pavimento sarà frazionato in zone che faranno capo ciascuna ad un collettore di distribuzione. Ciascun collettore con l’esclusione del collettore a servizio della xxxx xxxx dotato di valvola di zona a due vie servocomandata on-off per inibirne il funzionamento nel caso venga raggiunta la temperatura di set point ovvero sia esclusa la zona dal funzionamento. Il collettore della zona xxxx xxxx dotato di valvola a tre vie per garantire la circolazione della portata della pompa anche a valvole tutte chiuse.
L’impianto a pavimento sarà realizzato posando l’isolante, il foglio di polietilene e le tubazioni in pex di
caratteristiche indicate negli elaborati di progetto, secondo il passo indicato nei medesimi.
IMPIANTO SCARICO REFLUI
Per il calcolo delle portate di scarico si è fatto riferimento alle norme UNI EN 12056 utilizzando il metodo delle unità di scarico utilizzando pendenze comprese tra 1% e 1.5%.
Gli scarichi provenienti dal piano interrato saranno convogliati ad un pozzetto posto in corrispondenza della rampa di accesso ai locali tecnici. Da questo attraverso un impianto di sollevamento sono inviati alla rete di scarico. Il sistema di sollevamento e la rete esterna sono già stati oggetto del primo stralcio.
REGOLAZIONE E CONTROLLO
Gli impianti di climatizzazione e ventilazione a servizio dell’intero edificio sono previsti interamente gestiti da un sistema centralizzato di regolazione, controllo, gestione e supervisione, che utilizza una postazione centrale completa di elaboratore, stazione grafica a colori, stampante, ect.. e sottostazioni periferiche costituite da unità a microprocessori programmabili, moduli di funzione e organi finali di regolazione.
Tali sistemi consentono il controllo digitale diretto (DDC)dei parametri di funzionamento, realizzando le sequenze operative descritte nelle sequenze di controllo.
Le sottostazioni periferiche e i controllori delle unità terminali saranno collegate all’elaboratore centrale tramite linea bused attueranno la funzione di controllo e gestione decentralizzata dei parametri funzionali con l’impiego di microprocessori di tipo programmabile in grado di funzionare autonomamente anche in modo degradato.
Per la centrale termica e il gruppo di pressurizzazione antincendio i sistemi eserciterà solamente la funzione di controllo e supervisione centralizzata prelevando segnali di stato e/o allarme delle apparecchiature installate.
Le caratteristiche costruttive funzionali e prestazionali dei sistemi DDC sono indicate nelle specifiche tecniche allegate al progetto.
Art. 88.18 APPARECCHIATURE DI REGOLAZIONE AUTOMATICA
RIFERIMENTI NORMATIVI
Il sistema sarà in accordo con le Leggi, con la normativa tecnica ufficiale italiana e le prescrizioni contenute in questa specifica.
Per quanto concerne le caratteristiche dei materiali, le proprietà meccaniche degli stessi e le prescrizioni riguardanti la progettazione ed i collaudi delle apparecchiature, la fornitura sarà in accordo con l’edizione più recente della normativa tecnica indicata di seguito.
ANSI American National Standard Institute ASME American Society of Mechanical Engineery ASTM American Society for Testing and Materials CEI Comitato Elettrotecnico Italiano DIN Deutsche, Institut fur Normung
IEC International Electrotechnical Commission ISA Intemational Standards Association
NFPA National Fire Protection Association UNI Ente, Italiano di Unificazione ANCC, ISPESL
Qualora le prescrizioni indicate nelle Specifiche Tecniche e quelle contenute nella normativa tecnica citata fossero in contrasto fra loro, avranno validità le prescrizioni più restrittive.
Tutte le apparecchiature elettriche dovranno essere in esecuzione, IP 55 per l'esterno e IP 44 per interno (Norma CF,1 70-l) per tenuta alla polvere e agli spruzzi, salvo diversamente, specificato nelle singole Sezioni
TERMINOLOGIA - SCALE-UNITÀ DI MISURA
Le definizioni usate nella presente specifica hanno il significato dato dalle Xxxxx XXXX X-00 0-0000 " Termínology for Automatic Control" e, norme ISA-S51-1-1976 "Process lnstrumentation Tecnology" .
Tutti gli strumenti dovranno essere provvisti di scale graduate secondo il sistema metrico decimale; le scale dovranno essere lineari e graduate con valore di fondo scala dipendente dal trasduttore a cui sono collegato. Le unità di misura e le scritte, in italiano, da riportare sugli strumenti dovranno rispondere al sistema S.I.
Per quanto riguarda la codifica dei documenti e dei componenti facenti parte della nuova fornitura si dovrà fare riferimento alla specifica tecnica generale.